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LA MATRICE PARTY

Il partito è un attore chiave dei regimi politici moderni, chi fa partecipare le masse e concorre con altri
partiti alla conquista del potere. Il “partito moderno” è caratterizzato da un’organizzazione formale, un
orientamento ideologico comune e dalla partecipazione a elezioni competitive.
In questa accezione il partito politico trova la sua genesi nella modernizzazione politica realizzatasi in
Occidente, nata nell’età delle ideologie inaugurata dalla Rivoluzione francese.

GLI ASSI
L’asse verticale della matrice riguarda l’origine dei partiti, e ricalca la tradizionale contrapposizione tra
partiti che nascono in parlamento e partiti che si formano nella società.
Questo asse della matrice rimanda all’opera dello studioso francese Maurice Duverger, egli traccia una
distinzione fra i partiti di origine interna, che si sviluppano dal gruppo parlamentare allargando l’orizzonte
elettorale nella società, e i partiti di origine esterna, che emergono al di fuori delle istituzioni parlamentari
per ottenere poi accesso in quest’ultime.
L’asse orizzontale inquadra la struttura organizzativa dei partiti, che può essere complessa e di tipo
corporato come nella tradizione dei grandi partiti europei, o costituita da reti di attori individuali.
Un esempio di partito corporativo è quello socialista europeo, che sottolinea il ruolo dei legami stretti
all’interno della sua organizzazione e nell’elettorato attraverso la coerenza dottrinale o ideologica.
Il partito individualista, al contrario, tende a nascere dalla tradizione liberale di un incontro di élite, notabili
e altri attivisti, per un numero limitato di scopi comuni che potrebbero essere realizzati attraverso appelli
elettorali e l’eventuale legislazione.
Ciò suggerisce che il partito individualista sia programmatico e non dottrinale, ma anche che il programma
sia allentato, incoerente e spesso un sottoprodotto del tenere insieme il gruppo per le prossime elezioni.

Quadrante in alto a destra (REPRESENTATION-ELECTION)


In questo quadrante troviamo il partito dei notabili, che su base locale, eletti ed elettori stabiliscono quale
notabile deve andare al centro per difendere l’interesse di altri notabili. Si tratta di un partito elitario, tale
partito è fortemente ancorato alle funzioni di rappresentanza: le elezioni parlamentari determinano,
infatti, i rapporti di potere tra i partiti e al loro interno. Questo partito non rende presente le classi sociali,
ma solo gli interessi dell’élite.
Quadrante in basso a destra (MARKET-POLLING)
In questo quadrante rappresenta l’era della politica post-elettorale. Il partito pigliatutto degli anni 80’ e 90’.
Con lo sviluppo di questi partiti Mauro Calise afferma che si è avuta la caduta dei partiti dinosauro, ovvero
dei partiti più complessi.
In questo contesto il concetto di classe inizia ad essere più mutevole, ad esempio l’operaio non si sente più
solo un operaio ma più vicino e somigliante al piccolo borghese, di conseguenza cambia anche
l’atteggiamento elettorale dei partiti che tendono a voler acquisire il maggior numero di elettori possibili (il
partito comunista, ad esempio, prima cercava solo l’approvazione della classe operaia, mentre i partiti
contemporanei cercano l’approvazione della maggior parte della popolazione).
Legato alla definizione di partito pigliatutto c’è il concetto di mercato che testimonia proprio come il
mercato politico assomigli sempre più a quello economico.
C’è un’analogia tra impresa e partito, i quali cercano rispettivamente di massimizzare i consumi e i
consensi. Per massimizzare i voti, i politici schierano professionisti di marketing e comunicazione,
utilizzando per la prima volta una tecnica tipica delle aziende private americane degli anni 30’: il sondaggio,
utilizzato per cercare di capire quali sono le esigenze e le preferenze della popolazione.

Quadrante in basso a sinistra (CLASS-OLIGARCHY)


In questo quadrante troviamo i partiti nati nella società e con complessa organizzazione. Si tratta del partito
di massa tradizionale. In questo quadrante le oligarchie controllano la mobilitazione di massa basata su
divisioni di classe, o su fratture culturali, religiose, tra centro e periferia.
Secondo Stein Rokkan, i partiti politici nascono da alcune fratture dovute al processo di formazione degli
Stati e all’industrializzazione.
Le fratture che hanno portato alla formazione delle classi sociali sono 4:
Frattura centro-periferia, che oppone l’élite dominante degli stati nazionali ad altri gruppi più periferici;
Frattura stato-chiesa, per il controllo della vita sociale;
Frattura città-campagna, che fotografa il conflitto fra interessi agrari e interessi commerciali;
Frattura datori di lavoro-operai, che è risultata particolarmente fondativa dell’asse destra-sinistra dei
sistemi partito occidentali.
Negli ultimi anni, una frattura evidente è quella tra gli statalisti (autonomia dell’Europa) e coloro che
sostengono la posizione sovranazionale. Un altro partito che emerge è quello populista (usato per la prima
volta nelle riforme agrarie, per indicare gli interessi del popolo) che nasce proprio successivamente allo
“scongelamento” della frattura tra élite di stato e uomo semplice.
Al centro del quadrante troviamo il termine oligarchia; questa indica la predominanza di una élite sul
partito di massa. Secondo Michels, nel partito di massa si sviluppano processi che conducono
inevitabilmente alla verticalizzazione delle relazioni interne di potere (legge ferrea dell’oligarchia).
Michels sperimenta questa legge quando entra nel partito socialdemocratico tedesco e vive le sue pratiche:
lo studioso documenta com’è all’interno del partito, nonostante fosse estremamente democratico, si
sviluppi una dinamica di potere che porta un’oligarchia ad occuparsi dei processi decisionali interni del
partito.

Quadrante in alto a sinistra (PARTICIPATION-COALITION)


Rappresenta il modello delle democrazie.
Arend Lijphart, nel suo testo “modelli di democrazie”, fa una distinzione tra 2 modelli di democrazie: quelle
maggioritarie e quelle consensuali.
Democrazia maggioritaria: in queste vige il sistema elettorale maggioritario per il quale è il partito con più
voti a salire al governo, mentre l’altro partito diventerà l’opposizione. Un esempio è il modello
Westminster.
Democrazia consensuale: gli attori politici sembrano privilegiare il principio dell’accordo-compromesso
rispetto a quello di competizione. Più partiti sono coinvolti nel processo di governo coalizzandosi. I governi
si coalizzano principalmente perché la società è divisa dal punto di vista etnico, ideologico o religioso.
Negli ultimi dieci anni, con la digitalizzazione, si è sviluppato in un nuovo modello di partito: il partito
digitale.
I partiti utilizzano la rete per coinvolgere più persone possibili e persuaderle.

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