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PASQUINO

CAP. 1 LANALISI DEI SISTEMI POLITICI


Si dice SISTEMA politico perch questa entit deve necessariamente tenere conto delle interazioni tra i suoi elementi per essere compreso. Una teoria per la comparazione dei sistemi politici venne avanzata nel 1965 da Easton. Secondo lui, le 3 componenti fondamentali di un sistema politico sono: Comunit politica - Tutti i cittadini, che si trovino o no nel territorio coperto dal sistema; la definizione di unit politica al centro, ad es., di molti conflitti etnici in Africa. Regime - Linsieme di regole, norme, procedure (insomma la Costituzione) che sovrintendono al funzionamento delle istituzioni e ai comportamenti delle autorit. Secondo Pippa Norris bisogna distinguere tra Principi, Istituzioni e Prestazioni del regime: Principi - I valori del sistema (diritti civili, rapporti stato-mercato, etc) Istituzioni - Governi, parlamenti e corti (specialmente quella costituzionale) + distribuzione dei poteri tra centro e periferia Prestazioni - Il rendimento delle istituzioni Autorit - Coloro che occupano le cariche dalla quali sono decise le assegnazioni imperative di valori per una societ.

Ciascuno degli elementi del sistema politico pu essere oggetto di comparazione indipendentemente dagli altri. Il metodo comparato , secondo Sartori, un metodo di controllo della validit delle ipotesi, delle generalizzazioni, delle spiegazioni e delle teorie. Pu essere impostato in maniera sincronica, vale a dire tra + sistemi in un periodo di tempo fisso, o diacronica, tenendo conto dellevoluzione di uno o + sistemi in un determinato lasso di tempo. Esiste un dibattito sul tipo di governo che offre le pi alte prestazioni. Secondo lanalisi condotta da Lijphart, il rendimento delle democrazie consensuali (Italia, ndr) chiaramente superiore a quello delle democrazie maggioritarie (Gran Bretagna, ndr). Prendendo in esame le situazioni Italia e Gran Bretagna, pare ovvio che non sia cosi. In termini di produzione di politiche pubbliche, con un sistema maggioritario vi sar il predominio del governo su queste politiche, mentre con un sistema proporzionale alla produzione di politiche pubbliche sar ammessa una molteplicit di attori sulla base della loro rappresentanza. Con i sistemi maggioritari i cittadini esercitano + potere sulla formazione dei governi, che essendo + responsabili per le scelte sulle politiche pubbliche avranno anche + accountability.

CAP. 2 - COMPORTAMENTI ELETTORALI: VOTO SINCERO E VOTO STRATEGICO


Diversi sistemi elettorali potranno avere effetti sia a monte, ovvero sulla modalit di formazione dellopinione da parte dellelettore, sia a valle, vale a dire sugli effetti del voto sui partiti, sulle loro alleanze elettorali, sui parlamentari. Il voto prevalentemente una risposta dellelettore allofferta che gli viene fatta da candidati, partiti e coalizioni nel corso della campagna elettorale. Lespressione del voto poi influenzata, oltre che dal sistema elettorale, anche dal sistema partitico. Il voto deriva da pi determinanti; una teoria ne indica tre: Lidentificazione con un partito. Le tematiche salienti La personalit dei candidati

Il voto pu essere inoltre retrospettivo, ovvero basato sulla credibilit di chi offre sulla base di precedenti esperienze, magari di governo, o prospettivo, cio basato sullaffidabilit di chi promette. Inoltre, il voto dellelettore sar influenzato dal sistema elettorale, nella misura in cui questo dovr aggregare e tradurre tutti i voti (compreso il suo) in seggi. Basandosi su questi fattori, lelettore pu esprimere un voto sincero o un voto strategico. Quando lelettore vota, senza porsi altre preoccupazioni, per il candidato/partito preferito, allora il suo voto sar sincero. Quando invece non vota per questo, ma per un altro candidato/partito, per tutta una serie di fattori (il + comune, convinto che il suo candidato non abbia possibilit, e dunque vota per il candidato/partito meno sgradito tra quelli che considera papabili di vincere), allora il suo voto sar strategico. Candidati e partiti influiscono attivamente sulla scelta dellelettore tra voto sincero e strategico. Il proporzionale il sistema che si presta meno allutilizzo del voto strategico, in quanto lofferta elettorale copre tutta la gamma di opzioni, dallestrema destra allestrema sinistra, e tende a dare spazio ad un numero molto ampio di partiti. Proprio questa caratteristica che tende a far esprimere allelettore la sua preferenza reale porta alcuni politici e politologi a considerare il proporzionale il miglior sistema.

Voto sincero e strategico in 2 sistemi proporzionali - Germania In Germania lutilizzo del voto strategico facilitato dalla possibilit per gli elettori di esprimere due voti, uno per un candidato per il seggio uninominale per la sua circoscrizione, laltro per il partito. Il seggio uninominale viene vinto da chi ottiene pi voti, indipendentemente dai risultati del partito. Se tre candidati dello stesso partito vincono seggi, portano al partito tanti parlamentari quanti corrispondono ai voti rappresentati (3,5% circa). Lassegnazione dei seggi in parlamento avviene con riferimento ai voti ottenuti sulla parte destra della scheda (quella per il partito) da tutti i partiti che superano lo sbarramento del 5% O ottengono lelezione di almeno 3 candidati per collegi uninominali. ESEMPIO VOTO STRATEGICO: Il Partito Liberale Tedesco, importante alleato dei Democristiani, aveva difficolt ad ottenere il 5% dei voti. Proprio i Democristiani incoraggiavano allora i propri elettori, dopo aver votato per il proprio candidato al collegio uninominale, a votare per gli alleati nella parte destra della scheda. I Liberali contraccambiavano invitando il loro elettorato a votare nella parte sinistra per il candidato Democristiano.

Voto sincero e strategico in 2 sistemi proporzionali - Italia prima del 1993 Il sistema proporzionale italiano prima del 1993 prevedeva 2 soglie per laccesso al parlamento, da superarsi entrambe: Almeno 300mila voti su scala nazionale Aver fatto un quoziente, ovvero aver letto un deputato almeno in una circoscrizione

Lelettore poteva dare la sua o le sue preferenze (a seconda delle dimensioni della circoscrizione variava il numero) per i candidati nellambito della lista di partito prescelta. Il che scaten una compravendita di voti senza fine. Un esempio di voto strategico in Italia si pu trovare nelle elezioni del 1948, in cui Comunisti e Socialisti si presentarono insieme come Fronte Popolare. Guardando alle statistiche, si pu presumere che un numero consistente di elettori abbia votato per la Democrazia Cristiana e non per il partito realmente preferito per impedire alle Sinistre di vincere. Nelle elezioni successive, 1953, tornarono poi a votare per il proprio partito.

Al fine di capire le motivazioni del voto strategico, specialmente nei sistemi maggioritari, sistemi in cui ne viene fatto largo uso, due fattori assumono la massima importanza: Fattore meccanico - Il grado di strutturazione del sistema partitico (esistenza di leadership nazionali stabili e credibili che possono fornire il necessario coordinamento, anche eventualmente ritirando il loro candidato). Fattore psicologico - Il fattore che porta alcuni elettori, una volta accertato che il loro candidato non pu vincere, a votare il candidato meno sgradito per non sciupare il voto (sistema maggioritario). Voto sincero e strategico nel sistema maggioritario Britannico Nel contesto britannico, il voto strategico probabilmente stato usato dallelettorato Liberale nelle elezioni del 1997 e poi in quelle del 2001 a sostegno dei Laburisti (Tony Blair), per evitare la vittoria dei Conservatori.

CAP. 3 - FORMAZIONE E DISSOLUZIONE DEGLI ESECUTIVI


Governi Parlamentari Tutti i governi parlamentari devono avere, in qualche modo, un rapporto positivo con i loro parlamenti; questo rapporto sia esplicito, ovvero espresso con un voto di fiducia, che implicito, ovvero fino a che non interviene un voto di sfiducia. Sistema inglese Il modello inglese non prevede lelezione diretta del primo ministro, ma di una serie di parlamentari che si riconosce in un partito e nel leader di quel partito, e che in grado di dar vita a un governo se si trova in maggioranza. La designazione ufficiale arriva dallincontro formale con la Regina, al termine del quale non c necessit di un voto di fiducia da parte del Parlamento. Sistema tedesco In Germania da sempre i partiti dichiarano le coalizioni prima della campagna elettorale. Il leader del partito maggiore della coalizione vincente diventa primo ministro, eletto dal Bundestag a maggioranza assoluta e nominato dal Presidente della Repubblica. Il leader del secondo partito della coalizione diventa invece ministro degli affari esteri. Sistema italiano I governi italiani per entrare in carica hanno bisogno di un voto di fiducia da parte delle due Camere. Le crisi di governo sono solitamente extraparlamentari, o fanno seguito ad un voto di sfiducia o alla mancata concessione della fiducia su un provvedimento.

Ci si aspetta che i partiti vogliano sempre massimizzare il loro potere cercando di ottenere il maggior numero di cariche ministeriali possibile (partiti office-seeking), obiettivo per il quale le coalizioni che vengono a crearsi tendono sempre a essere composte dal minor numero possibile di partiti il cui apporto sia comunque sufficiente a controllare la maggioranza in parlamento (coalizioni minimum-winning). Il sistema italiano prima del 1993 Il caso opposto, di partiti oversized, stato frequente in Italia prima del 1993 per varie ragioni, tra cui lassenteismo dei parlamentari italiani ma anche la presenza di due rami dello schieramento politico, PCI e MSI, con cui gli altri partiti non volevano coalizzarsi. Quando non sovradimensionati, i governi italiani si configurarono anche come governi di minoranza, quasi esclusivamente democristiani. La DC fu favorita dallessere il partito che occupava il centro dello schieramento, tradizionalmente difficile da escludere nelle coalizioni. La seconda particolarit del sistema era la non conoscenza del candidato alla Presidenza del consiglio (il segretario del partito di maggioranza raramente riusciva a cumulare le due cariche): i partiti ottenevano una delega dai loro elettori in bianco, e la spendevano senza doverne rendere conto. Ecco perch si arriva a parlare di partitocrazia.

I partiti non sono solamente office-seeking, ma perseguono anche altri obiettivi: Policy-seeking, cercare di influenzare le politiche governative appoggiando il governo dallesterno in cambio di politiche gradite. Possono scegliere di rinunciare a cariche per aumentare i loro voti in futuro, evitando cariche che porterebbero a scelte impopolari. Possono rinunciare ad andare al governo e rimanere allopposizione per far rimanere coeso il partito.

Sistema Presidenziale USA I tratti fondanti del sistema presidenziale statunitense sono pochi e inequivocabili: Il Presidente eletto direttamente dai cittadini e, almeno in parte, separatamente dallelezione del congresso. Il Presidente non ha potere di sciogliere il congresso. Il congresso non pu sostituire, sfiduciare, costringere alle dimissioni il Presidente, tranne che in rarissimi casi.

In questultimo caso, non segue una crisi istituzionale, ma subentra il vice-presidente (negli USA, eletto insieme al Presidente in un ticket). Il Presidente sceglie i segretari (collaboratori con rango ministeriale) in autonomia, ma questi devono poi passare attraverso la nomina del Senato, che tende a confermarli, a meno che non siano personalit particolarmente spinose (che il Presidente dovrebbe evitare). Lesecutivo non pu essere composto da parlamentari in carica. Sebbene non possa sfiduciare il Presidente, il congresso pu costringere membri dellesecutivo a dimettersi per varie ragioni. Sistemi semipresidenziali Un esempio di sistema semipresidenziale la Quinta Repubblica francese. Il Presidente eletto dagli elettori e pu essere rimosso solamente dalla messa in stato daccusa. E il capo dello Stato, ma deve nominare un capo del governo. Il presidente della quinta repubblica pu sciogliere il Parlamento, fino a una volta lanno. Il Primo ministro francese, che sia scelto dal Presidente (detentore della maggioranza in parlamento) o dal parlamento (di una maggioranza diversa dal partito del presidente) rimane in carica finch lAssemblea nazionale non gli voti la sfiducia a maggioranza assoluta o il presidente non lo rimuova e costruisca una diversa maggioranza parlamentare. Al primo ministro non necessaria una fiducia esplicita, il che rende improponibile il fatto che lAssemblea nazionale lo sfiduci.

CAP. 5 - I SISTEMI DI PARTITO


Nel decidere se un sistema sia monopartitico, bipartitico o pluripartitico il criterio numerico appare molto rozzo. Secondo Sartori, i criteri che caratterizzano un sistema bipartitico sono i seguenti: Due partiti competono per la maggioranza assoluta dei seggi Almeno uno dei due partiti riesce a conquistare una maggioranza sufficiente Tale partito disposto a governare da solo La rotazione al potere rimane una prospettiva credibile

Tra i sistemi in analisi, lunico chiaramente bipartitico quello statunitense, in cui sia il formato (numero dei partiti) sia la meccanica (modalit di competizione) sono di tipo chiaramente bipartitico. Anche il sistema inglese bipartitico, non tanto nel formato (presenza di tre grandi partiti, Conservatori, Laburisti e Liberali) quanto nella meccanica (regolarmente uno dei due partiti ha ottenuto la maggioranza assoluta). Sempre secondo Sartori, per mantenere la distinzione tra sistemi a tre partiti come la Repubblica Federale Tedesca fino al 1987 e multipartitici come lItalia, indispensabile usare il criterio di rilevanza. Ne esistono due: La capacit di far parte di coalizioni di governo Il potere di intimidazione

Secondo questo criterio, Paesi come lItalia, in cui i partiti che contano hanno sempre superato i cinque, possono essere definiti come multipartitici estremi, mentre Paesi con un massimo di quattro partiti che contano possono essere definiti multipartitici moderati. Lelemento cruciale nel funzionamento dei sistemi partitici la modalit della competizione elettorale. Nei sistemi bipartitici, la direzione della competizione centripeta, vale a dire che i partiti cercheranno il consenso di pi elettori muovendosi verso il centro dello spazio politico, facendo attenzione per a non scontentare fasce del proprio elettorato che, seppure difficilmente voterebbero laltro partito, potrebbero decidere di astenersi. Nei sistemi multipartitici moderati, le differenze nelle modalit che i partiti hanno nellaggiudicarsi il consenso dellelettorato sono condizionate dal tipo di sistema elettorale utilizzato e dalla formazione oppure no di coalizioni partitiche pre-elettorali. Nei sistemi multipartitici estremi, la competizione centripeta scoraggiata dallo stesso sistema, e i partiti tenderanno a curare la loro fascia specifica di elettori, cercando di renderla insensibile ai tentativi di altri partiti di accaparrarsene i voti. Se poi il sistema anche polarizzato, ovvero esistono tre poli (a destra, al centro e a sinistra) e il polo di destra e di sinistra sono anti-sistema (ovvero, se ne avessero la possibilit tenterebbero di modificare il sistema in maniera da blindare il loro potere politico) la competizione potr diventare centrifuga, con i due poli estremi che tentano di svuotare il centro. Un caso di sistema multipartitico estremo che ha subito in effetti un cambiamento ad opera del partito anti-sistema gollista la Francia della Quarta Repubblica, sostituita dal modello semipresidenziale della Quinta Repubblica. Un caso opposto quello dellItalia della Prima Repubblica, in cui un entro molto forte, la DC, riusc non

solo a tenere botta, ma a costringere sia lMSI che il PCI prima a cambiare sia posizione politica, rendendosi disponibili alla formazione di coalizioni, che addirittura nome. Proprio questa nuova disponibilit degli estremi ha condotto lItalia ad una dinamica competitiva bipolare. Secondo Duverger, un sistema di partito pu evolvere in quattro modi: Alternanza Divisione stabile, frequente nei sistemi multipartitici estremi e polarizzati cosi come nei sistemi bipolari Predominio Un partito mantiene un alto consenso elettorale e un alto numero di seggi per un periodo ragionevolmente lungo, detta le condizioni e controlla la maggior parte delle cariche. E il caso della Democrazia Cristiana dal 1947 al 1992 Sinistrismo

Alla risposta sul perch un sistema si evolva in un dato modo, Sartori risponde indicando tre variabili: Il sistema elettorale La struttura costituzionale Il grado di autonomia internazionale

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