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Hristo Botev

The revoluti on through the poetry

Introduction
Hristo Botev Petkov era un rivoluzionario e poeta Bulgaro il quale è divenuto una figura storica
simbolica ed è considerato un eroe nazionale dal suo popolo.

Early years
Botev è nato a Kalofer il 6 Gennaio 1948 anche se alcuni storici non sono sicuri sul suo luogo di
nascita in quanto alcuni eventi e scritti suggeriscono come città natale Karlovo. Il nome di suo
padre era Botyo Petkov. Egli era un insegnante ed una delle figure più significative dell’ultimo
periodo della rinascita nazionale bulgara verso la fine dell’occupazione ottomana. Ha avuto una
forte influenza sul figlio durante la giovinezza di quest’ultimo.
Nel 1863, subito dopo l’educazione elementare, Botev è stato mandato dal padre a proseguire gli
studi ad Odessa. È in questo periodo che si comincia a forgiare il carattere e la visione politica di
Botev, il quale di interessa sempre più degli scritti e le azioni dei poeti liberali russi. Lascia la scuola
nel 1865 e se dedica per i successivi due anni all’insegnamento in Odessa e Bessarabia. La sua
visione politica comincia a prendere sempre più forma con l’avvicinamento al movimento
rivoluzionario Russo e Polacco. Inoltre comincia a scrivere i suoi primi testi poetici.
Nel 1867 suo padre si ammalò per cui Botev fu costretto a tornare a Kalofer e prese il posto del
padre come insegnante. Proprio in quell’anno la vita di Botev cambiò con l’inizio concreto della
battaglia contro l’oppressione Ottomana; l’evento scatenante avvenne a maggio, durante la
celebrazione della festa “Saints Cyril and Methodius” in cui Botev, in un discorso pubblico, mise
alla luce l’oppressione dell’autorità Ottomana e dell’aristocrazia bulgara, la quale affermava
collaborare con gli Ottomani: Botev fu cacciato dalla città. La meta ambita era la Russia ma non vi
erano sufficienti soldi per cui decise per raggiungere la Romania, luogo di asilo per molti Bulgari in
esilio.

Exile
L’esilio non fu un motivo da fare arrendere Botev bensì ne fu la scintilla che fece accendere la
miccia. Dal 1869 al 1871 ritornò ad insegnare in Bessarabia e durante questo periodo mantenne
saldi i contatti con il movimento rivoluzionario bulgaro. Nel giugno 1871 divenne direttore del
giornale “Word of the Bulgarian Emigrants” nel quale pubblica i suoi primi scritti poetici. Durante
questo periodo conobbe Vasil Levski, leader dell’insorgenza bulgara, ed i due divennero grandi
amici. Vasil Levski aveva istituito una rete di rivoluzionari supervisionati dal Bulgarian Central
Revolutionary Committee (BCRC) con sede in Romania, il quale aveva il compito di preparare i
rivoluzionari bulgari per una futura rivolta generale contro il dominio ottomano. Purtroppo però,
alla fine del 1872, il movimento rivoluzionario bulgaro subì un duro colpo: Vasil Levski fu catturato
e sarà ucciso il 19 Febbraio 1873 dall’autorità ottomana. Il morale del movimento rivoluzionario
era a pezzi e ciò portò alla divisione in due fazioni: Botev ed i suoi sostenitori portavano avanti
l’idea di avviare i preparativi per una rivolta immediata, mentre l’altra fazione capitanata da
Lyuben Karavelov pensava che fosse troppo presto per cimentarsi in tale azione. Nell’agosto del
1875 Karavelov lasciò la sua posizione di presidente della BCRC e Botev fu eletto come nuovo
presidente. Pensando che il popolo Bulgaro fosse già pronto alla battaglia, non pose attenzione ad
una giusta preparazione che provocò il fallimento della rivolta di Stara Zagora nel settembre 1875.
A causa di questo fallimento, I conflitti interni alla BRCC esplosero al punto che Botev lasciò il
gruppo. Dopo le sue dimissioni, la BRCC cessò di esistere.

La marcia verso casa


Agli inizi del 1876, gli emigrati rivoluzionari bulgari erano convinti che una rivolta armata di bulgari
contro l’occupazione ottomana era imminente. Questi incontrarono Botev ed insieme reclutarono
nuovi alleati, i quali furono armati adeguatamente per la rivolta. Botev, nonostante non fosse
esperto nell’arte della Guerra, prese il comando generale della compagnia come leader Bulgaro,
supportato dall’esperto militare Nikola Voinovski, il quale deteneva il rango di tenente nell’armata
russa. Il 16 Maggio 1876, 205 rivoltosi erano finalmente pronti per la battaglia.
Botev aveva un piano per raggiungere il territorio ottomano senza un’allerta immediato delle
autorità rumene ed ottomane. I ribelli, travestiti da giardinieri, si sarebbero imbarcati, in gruppi ed
in diversi porti rumeni, nel piroscafo austro-ungarico Radetzky. Quando l’ultimo gruppo fu
imbarcato a Bechet, I ribelli recuperarono le loro armi ben nascoste dai costumi e presero
controllo del battello. Botev si confrontò personalmente con il capitano della nave Dagober
Engländer, al quale confidò il suo intento di raggiungere il lato ottomano del Danubio spiegando le
motivazioni legate alle sue azioni. Il capitano fu colpito dalle forti emozioni che botev impresse con
le sue parole che decise di supportare totalmente la causa di Botev ed inoltre successivamente
rifiutò di collaborare con le autorità ottomane quando questi chiesero l’uso della sua nave come
mezzo per fermare i ribelli.
Botev e la compagnia di ribelli raggiunsero finalmente il suolo della propria casa. Essi decisero di
proseguire costeggiando i monti per una maggiore sicurezza e nel mentre cercavano di convincere
la popolazione bulgara a ribellarsi contro gli oppressori ma la popolazione, intimidita dalla
presenza militare ottomana rifiutò di partecipare a qualsiasi segno di ribellione.
La compagnia fu bersagliata subito da incessanti attacchi. Voinovski mostrò delle tattiche difensive
incredibili che aiutarono a tenere alto il morale. Il 18 maggio gli attacchi furono più intensi ma
ancora grazie all’abilità di Voinovski i rebelli riuscirono a fermare la superiorità numerica delle
truppe nemiche. I nemici allora cambiarono strategia e con l’utilizzo di fucili da cecchino inflissero
gravi danni fra i ribelli dalla distanza ma le successive cariche frontali furono comunque respinte
dai ribelli. Durante la notte gli ottomani cessavano gli attacchi per cui i ribelli si divisero in due
gruppi, uno capitanato da Botev e l’altro da Vainovski, e riuscirono a continuare la loro marcia
verso le montagne. Vi furono dei giorni di tregua ma al mattino del 2 Giugno ai piedi del picco
“Vola” nel monte “Stara Planina”, un convoglio più grande di truppe nemiche stava avanzando. Sia
il gruppo di Voinovski che di Botev combatterono fino all’ultimo uomo. Fu in questo momento che
al calar del sole un proiettile colpì Botev nella fronte uccidendolo (alcuni affermano sia stato
colpito al petto). Con la morte di Botev anche il morale dei ribelli vacillò e così le truppe di ribelli
cominciarono a disperdersi e solo in pochi riuscirono a non essere catturati ed uccisi.

Conclusioni
Hristo Boktev è tra i più rispettati ed amati eroi nazionali bulgari. Il 2 Giugno è ufficialmente il
giorno di Botev e degli eroi che hanno combattuto e si sono sacrificati per la libertà e
l’indipendenza della Bulgaria. Ogni anno in questo giorno, esattamente alle 12:00, per due minuti
le sirene suonano e tutti si fermano in piedi come segno di rispetto e ringraziamento per tutti
coloro che perirono per il popolo bulgaro. La vita di Hristo Botev è stata breve; ci ha lasciato a soli
28 anni ma continua a vivere nelle menti e nei cuori delle generazioni future. I concetti chiave che
questa persona condivideva attraverso la sua parola, le sue azioni e i suoi scritti erano libertà, lotta
e sacrificio e l’unico modo per raggiungere ciò era attraverso la ribellione.

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