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IL CROLLO DELL’IMPERO SOVIETICO E

LE SUE CONSEGUENZE MONDIALI

1983-1991
LA “PERESTROJKA” DI GORBAČËV

• Avvicendamenti ai
vertici dell’URSS
(1982-1985).
• Ormai era una
nomenklatura
immobile e
gerontocratica.
*

• Da Breznev a
Andropv (1982-
1983)
*

• Da Cernienko a
Gorbacev (1983-1985)
LA “PERESTROJKA” DI GORBAČËV

• Con Gorbacev emerge


una nuova generazione
di dirigenti del partito.
• Temi della politica
gorbaceviana:
• a) l’economia;
• b) la politica estera:
• C) disimpegno in
Afghanistan;
* • incontri al vertice per il
rilancio di una politica di
disarmo.
• Un grosso problema
interno:
• “Gorbacev doveva affrontare il
* problema della riforma
economica e istituzionale
interna, ovvero la
‘ristrutturazione’ o perestrojka,
secondo il termine russo che il
segretario del Pcus rese di uso
comune in tutto il mondo. Lo
sforzo in questa direzione
sembrava più facile in un
contesto internazionale
pacificato, che consentiva
all’Urss di ridurre
l’ingombrante peso delle spese
militari e più ancora di entrare
nei circuiti del commercio
internazionale e di garantire
l’afflusso di capitali e di
tecnologie occidentali,
indispensabili per il rilancio
dell’economia” (p. 263).
• Crescente autonomia
* alle imprese; affitto
terriero; nascita di
attività private.
• “Questa riorganizzazione
del sistema economico fu
strettamente legata a una
profonda trasformazione del
sistema politico, che doveva
mettere in discussione il
potere della burocrazia
statale e il controllo
capillare del partito sulla
società civile: occorreva da
un lato limitare il partito
alla direzione politica
generale e smantellare la
sua sovrapposizione sullo
Stato, dando a quest’ultimo
l’autonomia indispensabile a
svolgere il ruolo di
regolatore della vita
pubblica; dall’altro dare
pieno spazio alle libertà
individuali, le libertà
“liberali” che il potere
sovietico aveva fino ad
allora sempre etichettato
come borghesi” (p. 264).
* • In sostanza significava dire
basta alle verità ufficiali.
• “Il programma della glasnost
(trasparenza) aboliva ogni
censura, lasciava piena libertà
al dibattito politico e culturale
e invitava a ridiscutere a fondo
la realtà passata e presente del
comunismo sovietico: le verità
di partito non esistevano più e
il partito stesso cessava di
essere la fonte della verità,
l’unica autorizzata” (p. 264).
• Si va verso la riforma
costituzionale.
1989: LA FINE DEL BLOCCO ORIENTALE
• Una svolta fondamentale di Gorbacev: non interferire negli
sviluppi degli stati satellite.
• Si trattava comunque di una posizione ambigua.
• L’idea gorbacevana della “Casa comune europea”:
• “Sviluppando la metafora si può dire: la casa è in comune, certo,
ma ogni famiglia ha il suo appartamento e vi sono diversi
ingressi. Tuttavia soltanto insieme, collettivamente, seguendo le
norme sensate della coesistenza, gli europei possono salvare la
loro casa, proteggerla da una conflagrazione e da altre calamità,
renderla più sicura, migliorarla e mantenerla in ordine” (M.
Gorbacev, Perestrojka, p. 261) (p. 266).
• Varie sensibilità e strategie nei paesi dell’est.
*

• Il ruolo della Chiesa


cattolica.
*
• La crisi economica nei
paesi dell’est mette in
crisi i loro sistemi politici.
• La Polonia si muove…
• In Bulgaria il partito
comunista guida il
cambiamento.
• Romania: caduta violenta
del regime di Ceausescu.
* • … l’Ungheria si
muove …
• … la Cecoslovacchia
si muove …
*

• Nella
Germania
dell’est
bisognava
far cadere il
simbolo
della cortina
di ferro … ci
pensa
l’Ungheria

*

• Il 9 novembre 1989 una breccia si apre nel muro di Berlino.


1991: LA DISSOLUZIONE DELL’UNIONE SOVIETICA

• Una parte del progetto di


Gorbacev era naufragato
miseramente.
• La popolarità di Gorbacev
era alta all’estero ma bassa
all’interno.
• L’impero interno comincia
a scompaginarsi
(repubbliche baltiche, stati
asiatici).
*

• Nasce un partito comunista all’interno


del Partito Comunista.
• L’astro nascente di Boris Eltsin eletto
presidente della Federazione russa.
1991: LA DISSOLUZIONE DELL’UNIONE SOVIETICA

• L’URSS continua a perdere


pezzi (Ucraina, Georgia).
• L’ultima carta di Gorbacev:
trasformare l’URSS in una vera
federazione.
• Un maldestro tentativo di colpo
di stato (agosto 1991).
• L’implosione: dicembre 1991.
• “Il 25 dicembre 1991, la
bandiera rossa fu ammainata dal
Cremlino e sostituita dalla nuova
bandiera della Federazione
russa” (p. 276).
Conseguenze del crollo sovietico sugli equilibri mondiali

• Nel 1985 era


difficile prevedere
in così poco tempo
il crollo
dell’URSS.
• Si aprono ora
scenari del tutto
imprevisti:
• A) conflitti
economico-
politici;
• B) conflitti etnico-
religiosi.
*

• L’invasione del Kuwait da


parte dell’Iraq (2 agosto
1990): un atto di
banditismo internazionale.

• La reazione dell’ONU
• Si costituisce un’ampia
coalizione contro l’Iraq.
• Una guerra per il petrolio.
• “ La guerra cominciò il 16 gennaio 1991 e fu
condotta essenzialmente con i mezzi militari degli
Stati Uniti. In quella che fu denominata “guerra del
Golfo” la potenza americana mise alla prova* una
strategia che arrischiava appena le sue forze umane
ed era invece fondata su apocalittici bombardamenti
aerei, su missili ad altissima tecnologia e sulle
prestazioni di piloti dall’elevato profilo
professionale. Gli Usa persero circa trecento
uomini, ma l’idea che questo tipo di guerra potesse
essere rivolta soltanto contro attrezzature
strategiche e risparmiare la popolazione civile si
dimostrò pura propaganda” (p. 279).
*

• Dalla guerra aerea all’invasione terrestre.


• La resa (febbraio 1991) ma non la disfatta.
Le guerre balcaniche

• Nel corso degli anni ’80


era aumentata la rivalità
tra le varie repubbliche.
• Differenze storiche e
minoranze intrecciate.
• La Serbia era al centro
del potere jugoslavo.
• Dopo l’89 riemerge
forte il nazionalismo.
*

• “La disgregazione della


Jugoslavia cominciò il 25
giugno 1991 con la
dichiarazione di indipendenza
della Slovenia, cui la Serbia
oppose solo proteste di
circostanza, e proseguì subito
dopo con l’indipendenza della
Croazia. Entrambi i nuovi stati
furono riconosciuti dalla
Comunità europea, ma nel
secondo caso ciò non bastò ad
impedire la guerra: i serbi di
Croazia presero le armi e in
loro aiuto intervenne l’esercito
federale, ormai a netta
maggioranza serba” (p. 283).
*

• Nel settembre 1991 esce la


Macedonia.
• Nel 1992 la Bosnia-
Erzegovina.
• “Questa repubblica era stata
presentata sovente come un
caso straordinario di pacifica
convivenza fra religioni e
culture diverse e le sue città
principali, Sarajevo e Mostar,
apparivano centri di una
vivace cultura cosmopolita
che traeva le sue radici
dall’epoca degli imperi
multinazionali. Fu qui che la
guerra civile raggiunse il
massimo grado di
efferatezza” (p. 283).

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