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La guerra tra Russia e Polonia (1919-1921) fu teatro dell’ultima battaglia combattuta con la

cavalleria

Pubblicato su Archeologia & Cultura n. del 7 novembre 2010

di Vito Foschi

La guerra, che nel 1919 oppose la Polonia alla nascente potenza sovietica, è uno di quegli
avvenimenti che finiscono nel novero dei fatti minori, a volte trascurati nei manuali scolastici;
ovviamente non tutti gli accadimenti hanno lo stesso peso nello svolgimento della storia e un
percorso scolastico è per sua natura non esaustivo, però alcuni di questi meritano attenzione perché
aiutano a comprendere meglio gli avvenimenti generali. Considerazione immediata è che la guerra
sovietica-polacca rende palese che il trattato di Versailles, che pose fine alla I guerra mondiale, è
abbastanza vacillante e contiene già i prodromi di quella che sarà la II guerra mondiale. Inoltre lo
scontro sovietico-polacco rivelò al mondo la volontà imperiale della nascente Unione Sovietica e
scatenò i realistici timori del resto d’Europa. L’idea di Lenin con il tentativo di invasione della
Polonia era di raggiungere la Germania ove si svolgevano delle agitazioni di operai per poter
esportare la rivoluzione bolscevica nell’Europa occidentale.
A volte riesce difficile capire la nascita di fenomeni complessi come fascismo e nazismo, ma che tra
l’altro, hanno abilmente saputo sfruttare la paura del comunismo per quanto non si discostassero da
quest’ultimo per volontà di potenza e brutalità e fu sicuramente gioco facile per i nazisti agitare lo
spettro di un’invasione sovietica visto il precedente.
Anche l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Germania nazista, la famosa operazione
Barbarossa, per quanto possa apparire sbagliato aprire un secondo fronte, poteva trovare ragione
d’essere nella paura di una invasione sovietica e nel tentativo di prevenirla. Insomma
un’applicazione del vecchio adagio: la migliore difesa è l’attacco; e d’altronde l’URSS nel
frattempo si era presa mezza Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania e dichiarato guerra alla Finlandia.
Accenniamo agli avvenimenti della guerra sovietica-polacca e di come il giovane stato polacco
senza gli aiuti delle altre nazioni europee riuscì a fermare l’Unione Sovietica. Questa clamorosa
vittoria creò l’illusione nell’esercito polacco di poter fronteggiare con facilità gli eserciti sovietico e
nazista.
La nazione polacca alla vigilia della I guerra mondiale risultava divisa fra gli imperi tedesco,
austroungarico e russo. Con il crollo degli imperi si poneva il problema della “sistemazione” di quei
territori appartenuti ai tre imperi. La pace di Versailles lasciò indefiniti i confini orientali della
Polonia, non è chiaro se per un subdolo calcolo sul futuro politico della Russia. In caso di vittoria
dei bolscevichi si sarebbe assegnato il massimo territorio possibile alla Polonia in funzione
antibolscevica mentre in caso di vittoria dei bianchi le aspirazioni territoriale polacche sarebbero
state ridimensionate. La situazione era piuttosto confusa, da un lato un confine incerto dall’altra una
guerra civile ed in più le truppe tedesche che occupavano la zona orientale smobilitarono creando
una pauroso vuoto di potere. Nell’ex impero russo la guerra civile fra comunisti e i cosiddetti
bianchi volge a favore dei primi. In questa situazione incandescente scoppiò la guerra. Nel 1919 ci
furono le prime scaramucce fra i due eserciti proprio per occupare quelle zone orientali senza più
controllo. A questo punto la guerra può ancora essere evitata, ma i polacchi intercettano varie
notizie su un piano di invasione sovietico. Una cosa è certa, la volontà dei bolscevichi di esportare
la rivoluzione a livello mondiale in quel momento, per approfittare della debolezza degli stati
europei prostrati dalla guerra appena conclusa. In ogni caso nel 1920 l’esercito polacco aiutato da
un’armata ucraina lancia un’offensiva che raggiunge Kiev.
La reazione dei sovietici non si fece attendere e l’immensità del territorio russo e delle sue risorse
fece sentire il suo peso. I sovietici spostarono a tappe forzate l’Armata a Cavallo e riuscirono a
ricacciare i polacchi e i loro alleati arrivando alle porte di Varsavia. I polacchi offrivano una strenua
resistenza all’esercito sovietico e riuscirono a contrattaccare: nel giorno del 15 agosto riescono a
fermare l’esercito sovietico alle porte di Varsavia, mentre una seconda armata veniva sconfitta sulla
Bassa Vistola. A fine agosto nella battaglia di Komarov, ultima grande battaglia di cavalleria della
storia, sconfissero definitivamente i sovietici che iniziarono a ritirarsi.
L’inaspettata vittoria contro un esercito dotato di più risorse da parte della nascente nazione
polacca senza aiuti di altri stati europei e per le implicazioni religiose, venne considerato un
miracolo e la battaglia di Varsavia fu soprannominata il miracolo della Vistola. In effetti, se la
Polonia non avesse retto l’urto sovietico le armate comuniste sarebbero dilagate in Europa con
l’appoggio dei vari partiti e movimenti comunisti nazionali; per questo e per le implicazioni già
menzionate la guerra societico-polacco merita sicuramente di essere ricordata. Dopo una serie di
scaramucce fra i due eserciti si firmò il tratto di pace il 20 ottobre 1921 e così si pose fine alla
guerra sovietica-polacca. Un particolare curioso: nella Santa Casa di Loreto nella cappella polacca
si può vedere l’affresco che testimonia la vittoria polacca.

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