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La falange romana

L'esercito era formato da gruppi di uomini in grado di armarsi e mantenersi da soli, in quanto
membri delle gentes aristocratiche, che avevano inoltre un certo seguito di clienti, bisognosi di
protezione ma anche capaci di combattere per conquistarsi un bottino o una ricchezza. I
combattimenti si facevano a piedi, anche se gli aristocratici si spostavano a cavallo.

I guerrieri combattevano prevalentemente a piedi con lance, giavellotti, spade, in genere in


bronzo, raramente in ferro, pugnali ed asce, mentre solo i più ricchi potevano permettersi
un'armatura composta da elmo e corazza, gli altri una piccola protezione rettangolare sul petto,
davanti al cuore.

I più indigenti, non potendo permettersi a protezione del proprio corpo nessuna armatura
completa, ma solo scudi in legno, venivano schierati nelle file più arretrate. I più poveri, dotati di
sole armi da lancio, o di scuri, erano invece utilizzati all'inizio dello scontro, per provocare e
disturbare il nemico con continui e fastidiosi lanci di proiettili da lontano, oppure all'inseguimento
del nemico in fuga, dopo uno scontro vittorioso.

Schieramento a scacchiera
Ai tempi della III guerra sannitica, i Sanniti avevano un esercito molto simile a quello romano,
tanto che Livio parlava di “legioni” sannite organizzate in coorti di 400 uomini, combatteva in
manipoli e aveva un'ottima cavalleria.
I successi iniziali dei Sanniti sul terreno montuoso, confermano come essi usassero un ordine di
battaglia flessibile e aperto, piuttosto che schierare una falange serrata.
Nel corso della guerra contro i sanniti, intorno al 340 a.c., i romani sostituirono la falange oplitica,
di grande forza d'urto ma poco manovrabile, con i manipoli, che se occorreva potevano
combattere anche da soli, e che resteranno la struttura dell'esercito romano per alcuni secoli.
L'equipaggiamento del soldato, uguale per tutti, ora consisteva in:

 una spada da punta e da taglio,


 una corazza,
 l'elmo,
 gli schinieri,
 lancia da getto (pilum),
 quella da urto (hasta) viene lasciata solo alla terza fila dello schieramento,
 si sostituisce lo scudo rotondo di bronzo con uno rettangolare in legno.
Il concetto di bellum iustum
Per i romani, come per tutti gli antichi, ogni cosa avveniva solo se voluta dagli dei che decidevano
la vita e la morte, la salute e la malattia, la vittoria o la sconfitta. Per questo esistevano procedure
e rituali sacri da rispettare nella guerra, secondo un procedimento giuridico-religioso.
Secondo Cicerone la guerra giusta deve avere pertanto una giusta causa, per riparare delle offese,
ad esempio per punire scorribande nelle terre romane, per aver maltrattato o ucciso legati o
ambasciatori romani, per respingere i nemici, ma pure per minacce subite, quando un popolo
straniero si sposta troppo verso i confini altrui, quando attacca un popolo alleato, o un popolo che
gira in armi non lontano dai confini. Va da sé che ci vuole poco per ingigantire o semplicemente
inventare una giusta causa.

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