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La riforma oplitica (coincide con la crisi dell'aristocrazia) non avvenne solamente dal punto di
vista militare, infatti essa scatena una vera e propria riforma sociale, ai valori di kleos si
sostituiscono i valori oplitici e si ha un passaggio dall’oligarchia alla timocrazia (esercizio del
potere politico basato sul censo), la quale permette una maggiore mobilità sociale all’interno
delle poleis.
La riforma oplitica è una conseguenza diretta della difesa delle città da parte dei ceti medi:
questi dal ricavato delle attività commerciali, iniziarono un processo di autofinanziamento in
ambito militare e in cambio del proprio servizio militare a difesa della città, ottennero il diritto
di poter partecipare alla vita politica della polis. Questa classe sociale viene definita oplita
CONCETTO DI OPLITISMO
L'oplitismo è una delle cause del tramonto della vecchia aristocrazia dominante. L'adozione
della nuova tattica militare rafforzò la coesione tra i membri della comunità, anche grazie
all’addestramento collettivo a cui gli opliti dovevano sottoporsi. Per tale scopo, probabilmente,
nel VII secolo a.C. nasce il ginnasio, una struttura per la preparazione fisica dei cittadini. Si
sviluppò così una comunità di contadini-soldati, detti “opliti” (da òpla= armi) che
combattevano fianco a fianco, nella “falange”: questa tecnica era la famosa tattica oplitica, che
prevedeva scontri frontali e violenti corpo a corpo.
FONTI
→ Documento iconografico: L’Olpe Chigi (vaso proto-corinzio 640ac) rappresenta un
combattimento oplitico;
→ Tucidide (V libro) afferma che gli Opliti combattevano a ranghi serrati e si proteggevano a
vicenda (coesione sociale), ciò assicurava una copertura totale;
→ Archiloco e Pindaro nei loro frammenti raccontano l'equipaggiamento dell'oplita.