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LA RIFORMA OPLITICA- VIII-VI SECOLO

La riforma oplitica (coincide con la crisi dell'aristocrazia) non avvenne solamente dal punto di
vista militare, infatti essa scatena una vera e propria riforma sociale, ai valori di kleos si
sostituiscono i valori oplitici e si ha un passaggio dall’oligarchia alla timocrazia (esercizio del
potere politico basato sul censo), la quale permette una maggiore mobilità sociale all’interno
delle poleis.
La riforma oplitica è una conseguenza diretta della difesa delle città da parte dei ceti medi:
questi dal ricavato delle attività commerciali, iniziarono un processo di autofinanziamento in
ambito militare e in cambio del proprio servizio militare a difesa della città, ottennero il diritto
di poter partecipare alla vita politica della polis. Questa classe sociale viene definita oplita

CONCETTO DI OPLITISMO
L'oplitismo è una delle cause del tramonto della vecchia aristocrazia dominante. L'adozione
della nuova tattica militare rafforzò la coesione tra i membri della comunità, anche grazie
all’addestramento collettivo a cui gli opliti dovevano sottoporsi. Per tale scopo, probabilmente,
nel VII secolo a.C. nasce il ginnasio, una struttura per la preparazione fisica dei cittadini. Si
sviluppò così una comunità di contadini-soldati, detti “opliti” (da òpla= armi) che
combattevano fianco a fianco, nella “falange”: questa tecnica era la famosa tattica oplitica, che
prevedeva scontri frontali e violenti corpo a corpo.

GLI OPLITI E LA PANOPLIA

L’oplita è un fante (non un cavaliere), e l'armamento potevano permetterselo solo i cittadini


dotati di risorse economiche (agricoltori, commercianti e artigiani benestanti).
Gli eroi e i comandanti sono scomparsi: nulla li distingue dai soldati o fa pensare a un ruolo
privilegiato nel combattimento. Ciascun fante è ricoperto da un'armatura in buona parte di
bronzo (elmo, corazza, schinieri), con la mano sinistra porta uno scudo rotondo= hoplon, di 90
cm di diametro che pesava circa 9kg, un'anima di legno ricoperto da una placca di bronzo
(spesso decorata con immagini che servivano per spaventare o confondere l'avversario, come
la gorgone, un serpente o un leone), tenuto ben saldo da una speciale impugnatura che
impegna tutto l'avambraccio; la mano destra è destinata a usare una lancia lunga tra i 2 e i 2,5
metri, una corta spada= xifos (50-60 cm di lunghezza) è pronta per l'eventuale corpo a corpo.
Oltre 30kg di attrezzatura, pochissima mobilità e un enorme sforzo fisico, ma grande forza
d'urto, moltiplicata dalla coesione dei fanti uniti, a pochissima distanza l'uno dall'altro, lo
scudo a coprire il fianco destro del compagno. Il sistema di doppia imbracciatura era
funzionale a distribuire il peso nel modo migliore, a consentire di impugnare
contemporaneamente un’altra arma e anche a tenere lo scudo in posizione obliqua per
schivare i colpi del nemico.
Questo equipaggiamento viene chiamato panoplia.
È nato l'oplita (da hoplon, lo scudo o l'intera armatura), da cui deriverà il più efficace
strumento di guerra del mondo mediterraneo fino all'avvento dei Romani: la falange oplitica,
soprattutto nell'esercito spartano, contraddistinto dalla tunica rossa; Sparta era una polis
principalmente militare e la società si basava sui valori omerici, infatti gli Spartani venivano
educati già da piccoli e sottoposti all’Agoghè che durava dai 7 ai 20 anni.

GLI OPLITI IN GUERRA


Venne ritenuto valoroso non più il soldato coraggioso che affrontava con furore il nemico,
bensì colui che era capace di rimanere al proprio posto nei ranghi della falange.
Se un combattente veniva fuori dalla fila in cui era posizionato, creava una falla che metteva a
rischio l’intero esercito poiché la nuova tattica militare prevedeva che tutti si muovessero in
maniera coordinata e coesa.
In guerra gli opliti erano accompagnati dagli auleti= suonatori di flauti (Olpe Chigi).
Quando si andava in guerra vi erano diverse tappe da seguire:
→ Prima si consultava l'oracolo di natura panellenica che si trova ad Olimpia o a Delfi;
→ La guerra veniva dichiarata da un araldo(=pubblico ufficiale addetto alle corti del sovrano o
agli ordini cavallereschi) che poteva farlo solo nel momento in cui l'assemblea prendeva la
decisione di dichiarare guerra;
→ Ci si muoveva e si stabilivano le truppe che sarebbero andate in guerra;
→ Si sceglieva il luogo in cui doveva avvenire lo scontro, la falange oplitica necessitava di una
piana molto ampia perché doveva avere spazio per consentire agli schieramenti di opporsi
l'uno all'altro e allora le città andavano in contro a vere e proprie devastazioni;
→ Le due falangi si mettevano l'una di fronte all'altra e procedevano avanzando fino al
momento in cui avveniva lo scontro e l'obiettivo era di far recedere il nemico.

OPLITI E CAVALIERI A CONFRONTO


● Aristocratici= Cavalieri→ Duello→ Valore: kleos (gloria)- combattimento singolare;
● Opliti= Fanti→ Ranghi serrati → Valore: coesione sociale- combattimento di insiemi.

FONTI
→ Documento iconografico: L’Olpe Chigi (vaso proto-corinzio 640ac) rappresenta un
combattimento oplitico;
→ Tucidide (V libro) afferma che gli Opliti combattevano a ranghi serrati e si proteggevano a
vicenda (coesione sociale), ciò assicurava una copertura totale;
→ Archiloco e Pindaro nei loro frammenti raccontano l'equipaggiamento dell'oplita.

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