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Il testo degli studenti è stato corretto, relativamente alla congruenza con i documenti storici, dalla
Prof.ssa Cecilia Maria Di Bona, che ha premesso al lavoro dei ragazzi un breve saggio storico
introduttivo.
L’articolo Rita Rosani dal quale è tratto il presente testo è stato pubblicato a Trieste, in
“L’emancipazione”, il 24.03.1947. È catalogato dal C.V.L. Comando generale Archivio
storico con il n° 6708 e conservato presso l’Archivio INSMLI di Milano con il n° CP 90, b.
168, fasc. 553. Le informazioni sono state integrate con la consultazione della scheda su Rita
Rosani dell’A.N.P.I.
Marco Basello
1
Vezzali Elvira
1901- 1945
Matteo Boles
2
Maria Njva De Ponti, detta Gianna
Udine 1926 - Vito d’Asio 1945
Maria Njva De Ponti è stata una giovane donna che ci ha lasciato pagine molto
profonde nel suo diario. Morì a soli diciannove anni, uccisa da tre Caucasici.
Maria Njva, conosciuta come Gianna, raccontò nel suo diario i suoi ideali di
un’Italia libera e le crudeltà che incontrò durante la guerra.
Oltre ai fatti, descrisse i propri sentimenti, dedicando un ampio capitolo a una
riflessione sull’ingiustizia del destino e sulla tristezza che accompagna le vite di
coloro che con generosità operano per il bene.
In una pagina del diario, scrive alla sua Italia “sono pronta a tutti i sacrifici pur
di vederti libera”e il destino volle che giovanissima cadesse vittima della guerra.
Era sfollata nei pressi di Casiacco, in Friuli, con l’adorata mamma, una donna di
salute cagionevole e prese subito parte al movimento partigiano.
Offriva tutta se stessa a costo di difendere la “Patria libera”, sia combattendo
attivamente nelle fila della “Osoppo”, sia soccorrendo e ospitando i partigiani
feriti, tanto da essere ricercata dalle S.S di Udine.
Dal novembre 1944, la vita di Gianna fu coinvolta direttamente nel conflitto,
quando la casa De Ponti era diventata un luogo di passaggio di truppe tedesche e
caucasiche.
Il 28 aprile del 1945, nel corso dell’insurrezione che precedette la liberazione, si
distinse prestando soccorso al comandante del battaglione Cividale, “Bore”, che,
ferito nei violenti scontri intercorsi tra partigiani e truppe mercenarie caucasiche,
rischiava di morire dissanguato. Ma due giorni
dopo, tre caucasici armati di mitraglia irruppero
in casa e, poiché Gianna per difendere due sue
amiche non collaborò, la uccisero.
Luca Bonomelli
3
Anna Maria Enriques
Martire donna della resistenza italiana
L’articolo dedicato a Anna Maria Enriques è stato scritto da Silvestra Sesini, e pubblicato in
“Pensiero Femminile”, luglio-settembre 1946, a Milano, nella pagina Martiri del nuovo
Risorgimento. È conservato nel C.V.L. Comando Generale Archivio storico con il n°4205. È
conservato presso l’Archivio INSMLI di Milano. Il C.P. è b.166, fasc. 534 (n°7). Le
informazioni sono state integrate con la consultazione della scheda su Anna Maria Enriques
dell’A.N.P.I.
Giovanni Calabrese
4
Jole De Cillia
L’articolo dal quale è tratto il presente testo è tratto dal giornale “Il Volontario della Libertà”
di Udine del Settembre 1946. È catalogato dal C.V.L. Comando generale Archivio storico con
il n° 4136 e conservato presso l’Archivio INSMLI di Milano con il CP n° 50 b.165, fasc.532.
Le informazioni sono state integrate con la consultazione della scheda su Jole de Cillia
dell’A.N.P.I.
Nicola Cattani
5
Valentina Guidetti
Viene ricordata per la sua tenacia e per le doti di eccezionale coraggio e spirito
di sacrificio; per queste caratteristiche, le fu assegnata una medaglia d’argento al
valore, alla memoria.
L’articolo dal quale è tratto il presente testo è tratto da “La verità” di Reggio Emilia del
07.03.1948. È catalogato e conservato presso l’Archivio INSMLI di Milano con il CP n° 97,
b. 166, fasc. 538. Le informazioni sono state integrate con la consultazione della scheda su
Valentina Guidetti dell’A.N.P.I.
Matteo Cimato
6
Lucia Mocari Sciomachen
Filippo Doniselli
7
Maria Gorlier
1921-1944
Matteo Fabrizio
8
Antonia Frigerio Conte
Milano, 1905, Lager di Ravensbruck il 26 marzo 1945
9
Maria Selvetti
1921-1945
L’articolo dal quale è tratto il presente testo “Compagni essi sono con noi. Lina Selvetti” è
tratto da “L’Unità”, del 10.02.1946, di Milano. È catalogato dal C.V.L. Comando generale
Archivio storico con il n° 1278 e conservato presso l’Archivio INSMLI di Milano con il CP b.
169, fasc. 555, XIX bis. Le informazioni sono state integrate con la consultazione della
scheda su Lina Selvetti dell’A.N.P.I.
Benedetta Gazzotti
10
Valentina Guidetti
Martina Ghiorzo
11
Iris Versari
L’articolo dal quale è tratto il presente testo è tratto dal giornale “La Lotta” di Forlì. È
catalogato dal C.V.L. Comando generale Archivio storico con il n° 364 e conservato presso
l’Archivio INSMLI di Milano con il n° busta169, fasc. 559. Le informazioni sono state
integrate con la consultazione della scheda su Iris Versari dell’A.N.P.I.
Maria Nicolini
12
Laura Petracco Negrelli
Trieste 1917, Trieste 1944, madre e insegnante
13
Ines Bedeschi
L’articolo su di lei venne pubblicato sul Garibaldino di Novara, il 3 Dicembre del 1945. Poi
conservato e catalogato nel CP è catalogato come n° b164 fasc.527 e conservato presso
l’Archivio INSMLI di Milano. Le informazioni sono state integrate con la consultazione della
scheda su Ines Bedeschi dell’A.N.P.I.
Simone Scalera
14
Anna Picari
Alessandra Serpi
15
Ines Bedeschi
Ines Bedeschi nacque a Conselice,
piccolo paese della bassa Romagna, nel
1911. Si distinse fin dalla prima
giovinezza per la sua indole indipendente
e insofferente alle costrizioni; si unì
presto alla lotta antifascista per realizzare
l’ideale che aveva nel cuore.
All’indomani della caduta del fascismo,
il 25 luglio 1943, le venne affidato il
compito di organizzazione delle forze
popolari al fine di liberare la città di
Ravenna, compito che svolse con
prontezza ed entusiasmo. Tuttavia, gli
autocarri dei dimostranti, diretti a
Ravenna, vennero fermati sul ponte della
Bastia dai Carabinieri, i quali, sotto
ordine di Badoglio, spararono verso di
loro. Senza batter ciglio, Ines prestò
soccorso alle compagne rimaste ferite.
Dopo l’8 settembre, con l’inasprirsi dei conflitti tra fascisti e partigiani, i compiti
affidati a Ines diventarono più delicati e di maggior fiducia. Il carattere segreto
delle missioni la costrinse ad appartarsi, a lavorare per lo più individualmente,
tanto da far pensare ai suoi compagni che ella si fosse ritirata dalla lotta
partigiana. Tra il 1943 e il 1944, svolse efficacemente il ruolo della staffetta,
portando da un Comando all’altro delle Brigate Romagnole ordini, parole
d’ordine, stampe clandestine e documenti segreti. Per una donna partigiana,
questo era un compito usuale, eppure molto rischioso. Nel 1944, si trasferì nel
Parmense, dove la situazione stava diventando critica. Le sue missioni erano
quanto mai pericolose e delicate, ma di vitale importanza per portare avanti la
guerriglia partigiana. La sua vita terminò la mattina nebbiosa del 28 marzo 1945,
quando dopo esser stata arrestata e torturata fu colpita da proiettili nazifascisti,
sulle rive del Po’. I suoi compagni e amici la ricordano come una donna
esemplare, i cui nobili ideali le davano la forza per proseguire senza paura e
senza mai perdere il sorriso nella lotta per la libertà.
L’articolo da cui è tratto il testo fu pubblicato il 3 Dicembre del1945 in “Il Garibaldino” di
Forlì ed è conservato presso l’Archivio Ferruccio Parri dell’INSMLI di Milano con il n°
b.164, fasc.527. Le informazioni sono state integrate con la consultazione della scheda su Ines
Bedeschi dell’A.N.P.I.
Morgana Torricelli
16
Vera Pipan
L’articolo dal quale è tratto il presente testo Vera Pipan è tratto da “Gioventù”, pubblicato a
Trieste il 26.01.1946. È catalogato dal C.V.L. Comando generale Archivio storico con il n°
1177 e conservato presso l’Archivio INSMLI di Milano con il n° CP b. 168, fasc. 551A.
Silvia Venco
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