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Oriana Fallaci

Intervista con la Storia


LA VITA

1929
Il 29 giugno nasce a Firenze da Edoardo Fallaci e Tosca Cantini. Dopo Oriana la coppia ha altre due
figlie, Neera e Paola. Anche le sorelle faranno le giornaliste.

1943-1944
Il padre di Oriana è un militante antifascista del movimento «Giustizia e Libertà» fondato dai
fratelli Rosselli. Arrestato e torturato dai nazisti, scampa per miracolo alla fucilazione. A soli 14
anni coinvolge la figlia nella Resistenza. Con il nome di battaglia «Emilia», Oriana ha il ruolo di
staffetta di città e di montagna: attraversa i posti di blocco tedeschi per portare messaggi e armi ai
partigiani, fa la vedetta, distribuisce manifesti e fogli clandestini.

1945
Alla fine della guerra è congedata dal corpo «Volontari della Libertà» con il grado di soldato
semplice. Dal generale Alexander, capo delle forze alleate in Italia, riceve il Diploma d’Onore.

1946
A 17 anni termina il liceo classico Galilei con un anno di anticipo e il massimo dei voti in tutte le
materie (tranne che in matematica). Oriana vuole dedicarsi al giornalismo, ma i genitori cercano di
dissuaderla. Comincia a lavorare per il quotidiano fiorentino «Il Mattino dell’Italia centrale» e con i
primi soldi guadagnati si iscrive alla facoltà di Medicina. Si occupa soprattutto di fatti di costume,
cronaca nera e giudiziaria.

1949
A 20 anni spedisce un articolo a «L’Europeo» nel quale racconta di un gruppo di comunisti di
Fiesole che, travestiti da preti, avevano inscenato il funerale religioso per un loro compagno
credente a cui il parroco locale aveva rifiutato le esequie. Il pezzo viene pubblicato in prima pagina
e la Fallaci si guadagna una collaborazione con la prestigiosa rivista. Decide di lasciare l’Università
per dedicarsi unicamente al giornalismo.

1951
Oriana si rifiuta di scrivere un pezzo ironico su un comizio del segretario del PCI Togliatti ed è
licenziata dal «Mattino», quotidiano schierato su posizioni democristiane. Viene assunta dal
settimanale «Epoca», di cui lo zio Bruno è il direttore. Per lo zio, antifascista, ex caporedattore alla
«La Nazione» e al «Corriere della Sera», la Fallaci nutre da sempre un’ammirazione particolare.
Nei tre anni a «Epoca», però, Oriana non firma molti articoli e viene destinata soprattutto alla
«cucina di redazione».

1954
Viene assunta a «L’Europeo» da Arrigo Benedetti, il primo dei direttori della rivista che sapranno
valorizzare il suo lavoro concedendole sempre il massimo dell’appoggio e della fiducia (gli altri
saranno Tommaso Giglio, Giorgio Fattori e Michele Serra). Oriana lascia Firenze e si trasferisce a
Roma. Qui conosce e intervista i divi italiani e le star americane che lavorano a Cinecittà.

1955
È l’anno del primo viaggio in America: Oriana va a Hollywood per alcuni reportage sul mondo del
cinema e i suoi protagonisti. Da questa serie di servizi intitolata «Hollywood vista dal buco della
serratura» nasce l’anno seguente il suo primo libro, I sette peccati di Hollywood.

1961
«L’Europeo» la invia in Oriente per una serie di reportage sulla condizione femminile. Il periodo
trascorso tra Cina, Giappone e India le fornisce il materiale per il libro-inchiesta Il sesso inutile.
Viaggio intorno alla donna.

1962
Pubblica la sua prima opera narrativa, Penelope alla guerra. E’ la storia, fortemente autobiografica,
dell’emancipazione economica e sessuale di una giovane donna italiana a New York.

1963
Dopo I sette peccati di Hollywood, Oriana dedica un altro libro alle celebrità: Gli antipatici è una
raccoltà di interviste in cui Oriana mette a nudo personaggi come Alfred Hitchcock, Ingrid
Bergman, Federico Fellini e Gianni Rivera.

1964
È di nuovo inviata negli Stati Uniti per seguire il programma spaziale americano. Trascorre mesi
vivendo insieme agli astronauti e agli scienziati della base missilistica di Cape Canaveral in Florida
e del centro NASA di Houston. L’anno dopo racconta la sua esperienza nel libro Se il sole muore.

1967
Compie il primo viaggio in Vietnam: è l’inizio dei reportage che la renderanno famosa in tutto il
mondo. Vi tornerà molte altre volte, fino alla caduta di Saigon nel ’75. Sempre in prima linea,
Oriana è testimone diretta di sanguinose battaglie come quella di Dak To e l’offensiva del Tet. È
critica sia nei confronti del comportamento dell’esercito americano sia di fronte alla crudeltà e al
dispotismo dei nord-vietnamiti.

1968-1971
Oltre al Vietnam, sono numerosissimi i reportage di Oriana dai punti più caldi del mondo. Percorre
l’America in lungo e in largo: racconta le insurrezioni dei neri a Detroit, il conflitto indo-
pachistano, la rivolta degli studenti a Città del Messico alla vigilia delle Olimpiadi. Proprio durante
gli scontri nella capitale messicana, nella Piazza delle Tre Culture, la scrittrice e giornalista si
ritrova in mezzo al fuoco. Cerca di mettersi in salvo strisciando per terra ma è raggiunta da tre colpi
calibro nove. Nella strage perdono la vita 600 persone, compreso il collega tedesco che si trova
accanto a Oriana. Creduta morta, viene portata all’obitorio: due ore dopo un prete si accorge che è
ancora viva e viene finalmente trasferita in ospedale.

1969
Esce Niente e così sia, il diario di un anno terribile — il ’68 — in Vietnam. Tra i protagonisti del
libro ci sono il direttore della sede locale della France Presse François Pelou (con il quale Oriana
intreccia un lungo rapporto sentimentale) e il generale Loan, capo della polizia di Saigon, l’uomo
che sparò alla tempia di un giovane vietcong nell’esecuzione immortalata in una delle foto più
celebri e drammatiche del conflitto.
1970
Dopo la prima passeggiata lunare del comandante dell’Apollo 11 Neil Armstrong, la Fallaci scrive
Quel giorno sulla Luna, un libro in cui racconta l’impresa spaziale agli studenti delle scuole
superiori.

1973
Il 23 agosto Oriana intervista Alessandro Panagulis. Il leader della resistenza greca, condannato per
un fallito attentato al dittatore Papadopulos, è stato appena rilasciato dopo cinque anni di carcere
durissimo. Tra i due nasce un’intensissima storia d’amore.

1974
Esce Intervista con la Storia, raccolta di 27 interviste ai potenti della Terra realizzate per
«L’Europeo». Ad ognuna Oriana aggiunge una prefazione in cui racconta i retroscena dell’incontro.
Tra i personaggi intervistati ci sono Golda Meir, Indira Gandhi, lo Scià di Persia e Yasser Arafat.

1975
È l’anno del più grande successo editoriale della Fallaci: Lettera a un bambino mai nato, doloroso
monologo di una donna con il figlio in gestazione, venderà 4 milioni e mezzo di copie e sarà
tradotto in 24 lingue.

1976
Il 1 maggio Panagulis muore in un incidente stradale: Oriana resterà per sempre convinta che si sia
trattato di un assassinio orchestrato dagli esponenti dell’ex regime dittatoriale greco. Muore di
cancro la madre Tosca.

1977
Riceve la laurea honoris causa in Letteratura al Columbia College di Chicago. La Boston
University le dedica una sezione del proprio prestigioso archivio.

1979
Oriana pubblica il suo grande romanzo di amore e politica: Un uomo, appassionato ritratto di
Alessandro Panagulis. Vende tre milioni e mezzo di copie. Incontra a Teheran l’Ayatollah
Khomeini con cui realizza una delle interviste più celebri della sua carriera.

1980-84
Continuano le interviste ai potenti. Nell’80 è la prima giornalista occidentale a parlare con il leader
cinese Deng Xiao Ping. Nell’82 incontra Ariel Sharon, Ministro della Difesa impegnato nel
conflitto con il Libano. L’anno dopo segue il contingente italiano nella missione ONU a Beirut.
Nell’84 intervista il colonnello Gheddafi.

1988
Muore il padre Edoardo, anche lui colpito da un tumore. Oriana legge l’orazione funebre:
pubblicata poi su «L’Europeo», la considera uno dei suoi scritti migliori.

1990
L’esperienza in Libano viene trasformato in un romanzo di guerra: Insciallah che parte
dall’attentato kamikaze dei fondamentalisti islamici in cui furono uccisi 250 soldati americani e
francesi.
1991
Con lo scoppio della prima Guerra del Golfo Oriana torna al suo ruolo di grande inviata scrivendo
alcuni reportage per il «Corriere della Sera».

1992
In un’intervista a «The Washington Post» la Fallaci rivela di essere malata di cancro. Vive ormai
stabilmente nella sua casa nell’Upper East Side di New York dedicandosi al libro che da sempre
vuole scrivere: una grande saga della sua famiglia che sia insieme un affresco della storia italiana.

2001
Il 29 settembre, a poco più di due settimane dall’attacco alle Torri Gemelle, Oriana rompe un
decennale silenzio con il celebre articolo-invettiva pubblicato sul «Corriere della Sera» intitolato
«La Rabbia e l’Orgoglio». Alla fine dell’anno l’articolo diventa un libro che supera il milione di
copie vendute.

2004
Pubblica La Forza della Ragione, il seguito ideale de La Rabbia e l’Orgoglio, e Oriana Fallaci
intervista sé stessa.

2005
Conclude quella che chiama la «Trilogia» aggiungendo all’Intervista un’appendice intitolata
L’Apocalisse. Milano le assegna l’Ambrogino d’oro e il Presidente della Repubblica Ciampi la
Medaglia d’oro come «Benemerita della Cultura». Incontra in un’udienza privata Papa Benedetto
XVI. Il prestigioso settimanale «The New Yorker» le dedica un lungo servizio: sarà l’ultima
intervista rilasciata dalla Fallaci.

2006
Il Consiglio Regionale della Toscana le conferisce la Medaglia d’oro. Muore all’età di 77 anni il 15
settembre a Firenze. Viene seppellita insieme ai suoi familiari nel cimitero degli Allori. Sulla lapide
le parole: «Oriana Fallaci, scrittore».
Oriana Fallaci
Intervista con la Storia
I LIBRI

I sette peccati di Hollywood (1956)


Il suo primo libro. La futura intervistatrice più temuta al mondo racconta i divi del grande cinema
americano. Inviata de «L’Europeo», la Fallaci si «intrufola» a Hollywood mettendo impietosamente
a nudo scandali, smisurati appetiti, vizi e divorzi di uno star system scintillante e decadente.

Il sesso inutile (1961)


Viaggio in Oriente sulla condizione femminile: è il primo grande successo della Fallaci scrittrice.
Non un saggio sociologico o folkloristico, ma una serrata e solidale inchiesta in cui sono le donne
stesse a raccontare le differenti forme di oppressione e di violenza subite.

Penelope alla guerra (1962)


La storia di Giò, italiana a New York, che si ribella alle convenzioni di una società maschilista:
Penelope non attende il ritorno di Ulisse ma, alla ricerca di se stessa, si avventura in una storia
d’amore a tre con un amante omosessuale. È il primo romanzo della scrittrice.

Gli antipatici (1963)


La mancanza di humor di Hitchcock, la serenità di Ingrid Bergman, la tenerezza di Rivera: gli
autoritratti di 18 celebrità così famosi da meritarsi l’appellativo di «antipatici». «Smascherati» da
domande irriverenti puntualmente registrate con l’immancabile magnetofono.

Se il sole muore (1965)


Insieme libro autobiografico e cronaca dei preparativi per la conquista della Luna. La Fallaci
trascorre un periodo fianco a fianco con gli astronauti americani assistendo agli esperimenti, ai
sogni, alle paure e alle illusioni dell’epica battaglia che segna il trionfo della società tecnologica.

Niente e così sia (1969)


Diario di un anno terribile, dall’offensiva del Tet alla rivolta degli studenti di Città del Messico. La
reporter Fallaci ha in testa la domanda rivoltale da una bambina: «Che cosa è la vita?». Tra spietati
generali in lacrime e soldati senza memoria è impossibile trovare una risposta.

Quel giorno sulla luna (1970)


Ai tempi in cui si trovava a Houston per scrivere «Se il sole muore», Oriana Fallaci conosce
Armstrong, Aldrin e Collins: nasce così il racconto dei tre uomini che sarebbero diventati eroi
camminando sulla Luna. Perchè tra i tanti furono scelti proprio loro? «Assolutamente per caso»,
risponde la Fallaci.

Intervista con la Storia (1974)


Un confronto senza sconti con i potenti della Terra. La raccolta delle interviste realizzate per
l’Europeo: la Fallaci ingaggia dei veri «corpo a corpo» con personaggi come Henry Kissinger, il
generale Giap, Golda Meir, Yasser Arafat, Indira Gandhi, Ali Bhutto e Alekos Panagulis.

Lettera a un bambino mai nato (1975)


Tragico monologo o lettera d’amore? Una donna vive l’attesa della maternità come una scelta
personale e responsabile, chiedendosi se per lei sia davvero giusto donare una vita. L’aborto non
sarà cercato volontariamente ma sarà il risultato della scarsa cura di sé.

Un uomo (1979)
Una fiaba, come la chiamò la scrittrice, dedicata al suo grande amore, Alekos Panagulis. L’eroe
della resistenza greca e la Fallaci si incontrarono nell’agosto del ’73, quando lui fu graziato da
Papadopulos e liberato dopo molti anni di carcere disumano. Tre anni di vita insieme, fino alla
morte di Alekos in un sospetto incidente stradale.

Insciallah (1990)
La «piccola Iliade di Oriana». Romanzo ambientato in Libano ai tempi della guerra civile e della
missione italiana. La Fallaci racconta i mesi terribili successivi al massacro di quattrocento soldati
americani e francesi a Beirut da parte dei kamikaze del gruppo fondamentalista dei Figli di Dio.

La rabbia e l’orgoglio (2001)


Di fronte all’attacco delle Torri Gemelle, la Fallaci rompe un decennale silenzio: in un pamphlet dai
toni molto duri, la scrittrice mette in guardia da quella che ritiene ormai una Guerra Santa scatenata
da un Islam violento e aggressivo contro un’Europa colpevolmente incapace di reagire.

La forza della ragione (2004)


Un post scriptum a «La rabbia e l’orgoglio» in cui la scrittrice si difende da critiche, insulti e
minacce ricevute. Parla di Europa come «Eurabia», ormai colonia dell’Islam, e affronta il tema
della religione coniando per se stessa la celebre definizione di «atea-cristiana».

L’Apocalisse (2004)
Nella prima parte, «Oriana Fallaci intervista se stessa», la scrittrice completa la sua «Trilogia»
contro il terrorismo islamico definito il cancro morale dell’Occidente. Nella seconda parte,
«L’Apocalisse», rilegge in chiave contemporanea la visione dell’evangelista Giovanni.

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