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Il Dadaismo, o Dada, è un movimento artistico che nasce nel 1916 in

Svizzera, a Zurigo, nelle sale del Cabaret Voltaire (i cabaret erano locali in cui
si tenevano spettacoli di gusto anticonformista e di provocazione politica),
con il programma di non avere alcun programma prestabilito se non quello di
opporsi completamente alla cultura che si era resa responsabile della guerra.
La sua posizione antagonista si estende alle esperienze delle Avanguardie di
inizio secolo e al determinismo filosofico dominante nel mondo occidentale,
che sosteneva la necessità di interpretare la storia come un costante rapporto
di cause ed effetti. Dada dichiara la propria adesione alla legge del “caso”
riconoscendo in essa anche l’unico fattore in grado di guidare le diverse
forme di espressione artistica: si ribella all’arte che l’ha preceduta, ne rifiuta le
tecniche linguaggi e contenuti, asserendo una propria indipendenza formale e
la volontà di dare vita a una nuova concezione del fare artistico. La carta, il
cartone, la colla, il gesso, la juta e altri materiali effimeri e di recupero
diventano i nuovi mezzi di espressione, mentre la tradizionale pittura su tela,
la scultura in marmo, bronzo o legno vengono sostituite da oggetti
direttamente prelevati dalla realtà: assemblaggi, collage, montaggi di parole e
di immagini, dove il “caso” interviene per dare luogo ad associazioni
stranianti, giochi linguistici inediti e meccanismi capaci di stimolare la
fantasia, l’immaginazione, il senso critico, la presa di coscienza. Lo stesso
nome Dada, come del resto è stato affermato dai protagonisti della corrente,
sarebbe stato dettato dal caso, “scovato” per mezzo di un tagliacarte
scivolato tra le pagine di un dizionario. Oltre a essere una parola, “Dada” è,
nel frattempo, un termine onomatopeico: inoltre ha tre possibili significati, ma
nessuno di essi viene privilegiato per definire chiaramente e precisamente il
carattere del movimento. Nel “Manifeste Dada” del 1918, infatti, il poeta
rumeno Tristan Tzara - autore di quasi tutti i testi teorici di Dada, scritti con
straordinaria disinvoltura verbale e autentica tensione intellettuale-, dopo aver
puntualizzato che Dada “è una parola che non significa nulla” e che è solo un
suono di rivolta e negazione, offre diversi possibili valori semantici: “ Dai
giornali apprendiamo che i negri Kru chiamano la coda della vacca santa :
Dada. Il cubo e la madre in una certa contrada d’ Italia prendono il nome
Dada. Un cavallo di legno, la nutrice, la doppia affermazione in russo e in
rumeno: Dada.” Come le altre avanguardie storiche, anche Dada affida la
trasmissione e la divulgazione della propria posizione teorica ai manifesti e
alle riviste: di essi Dada si serve per dialogare con il pubblico in modo diretto,
provocatorio e sorprendente, invitandolo ad accettare senza riserve la
mancanza di precise regole estetiche, l’uso di tecniche sperimentali, i toni
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grotteschi e spesso assurdi delle opere. Se Dada si presenta ufficialmente
nel 1916, le istanze che danno vita al movimento (come la rivolta contro la
cultura accademica, il gusto del gioco e dell’assurdo, la libertà da ogni
costrizione estetica e morale) avevano iniziato a diffondersi tra alcuni
intellettuali europei già sul finire dell’Ottocento, per manifestarsi in modo
dirompente negli anni immediatamente precedenti la guerra. Ciò spiega
perché alcune opere ed esperienze pienamente riconducibili alla corrente
siano anteriori al 1916: già dal 1915, per esempio, Duchamp, giunto a New
York da Parigi, sbalordisce la metropolitana americana con i suoi ready-
made-composizioni realizzate assemblando oggetti di uso quotidiano- e con
altre idee “anti-artistiche” che, insieme a quelle di Picabia e Man Ray,
saranno alla base del Dadaismo newyorkese. In Europa Dada travalica i
confini della Svizzera per espandersi soprattutto in Germania, dove assume
fisionomie diverse a seconda dei contesti sociali e culturali con cui entra in
contatto, e in Francia, dove trova terreno fertile principalmente nel campo
letterario. Ma la vita del movimento è abbastanza breve. Del resto non poteva
essere diversamente in quanto la funzione principale del dadaismo era quella
di distruggere una concezione oramai vecchia e desueta dell’arte. E questa è
una funzione che svolge in maniera egregia, ma per poter divenire
propositiva necessitava di una trasformazione e ciò avvenne tra il 1922 e il
1924 quando il dadaismo scomparve e nacque il surrealismo.

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