Sei sulla pagina 1di 5

La costituzione economica

la costituzione dedica il titolo terzo della parte uno ai rapporti economici che riguardano da un
lato i rapporti di lavoro e dall'altro le libertà economiche e i loro limiti. le disposizioni contenute
negli articoli 41 e 47 della costituzione sono spesso definite utilizzando la nozione di costituzione
economica che può essere intesa come sintesi delle norme costituzionali volte a regolare la vita
economica e la società. Nella costituzione economica c'è anche l'impatto del diritto europeo che
ha prodotto non solo modificazioni ma un vero e proprio riassetto di fondo che ha configurato la
costituzione economica come un settore nazional comunitario. i pilastri della costituzione
economica sono rappresentati dalla disciplina:

- e la libertà di iniziativa economica, della proprietà privata e della penetrante rete di limiti per tali
diritti- questa disciplina è integrata da un insieme di istituti volti a legittimare e da regolare per
principio l'intervento pubblico nell'economia. l'articolo 43 stabilisce le condizioni e la procedura
per la nazionalizzazione di alcuni settori economici. l'articolo 45 riconosce il carattere sociale della
cooperazione e carattere di mutualità. l'articolo 46 riconosce il diritto dei lavoratori di partecipare
alla gestione delle aziende quindi diciamo che nelle articoli 41 e 47 c'è la potestà regolatorie
pubbliche in funzione di interessi generali. I due istituti importanti sono quello statico cioè
proprietà e quello dinamico iniziativa- il significato della costituzionalizzazione di questi due istituti
è duplice:

- riconoscere gli istituti in questione come elementi indefettibili dell'ordine costituzionale non
eliminabili dal legislatore

- prevedere sia per la proprietà che per la libertà di iniziativa economica un sistema di limiti molto
articolati

la costituzione riconosce la proprietà privata rimettendo alla legge ordinaria le forme concrete
della sua garanzia. L'articolo 42 in carica la legge di riconoscere e garantire la proprietà privata e di
determinare modi di acquisto, di godimento e limiti con la duplice funzione di: assicurarne la
funzione sociale e renderla accessibile a tutti. l'articolo 42 inoltre prevede poi espressamente
l'espropriazione dei beni oggetti di proprietà privata, di cui debba essere riconosciuto un
indennizzo al proprietario del bene.

la nozione costituzionale di proprietà privata è data appunto dall'articolo 42 che riconosce la


privata ma ne rimette alla legge la disciplina. però sono definiti anche dei limiti per quanto
riguarda l'espropriazione- cioè ci sono casi stabiliti dalla legge in cui un bene non può essere
espropriato. la nozione costituzionale è rimessa al legislatore ordinario quindi il legislatore
sarebbe il signore della fonte il quale riconosce casi nei quali debba esistere un diritto di proprietà
privata. la proprietà per essere privata pur svolgendo anche una funzione sociale deve preservare
la facoltà del proprietario di godere e disporre del bene che ne è oggetto con preferenza rispetto ai
terzi. il rapporto del proprietario con il bene può e deve essere confermato dalla legge non solo
con intensi limiti esterni ma anche con riguardo alle modalità di acquisizione di godimento di
disposizione. questi principi dovrebbero valere soprattutto per quei beni circa i quali la proprietà
privata assume anche quella valenza personalistica- si interviene per far riconoscere alcune
dimensioni della proprietà sono strumento di sviluppo della personalità individuale- in questo
quadro la proprietà privata acquisisce carattere di diritto fondamentale.

Un'altro aspetto importante è la determinazione dell'indennizzo che in base all'articolo 42 deve


essere corrisposta al proprietario in caso di espropriazione per pubblica utilità. La Corte ha
precisato che tale indennizzo non deve necessariamente consistere in un integrare ristoro del
sacrificio subito dal proprietario ma che so il tempo stesso non puo limitarsi ad un ristoro solo
apparente ma deve consistere quantomeno in cui serio ristoro. tale posizione della Corte è stata
modificata sotto la spinta della Corte di Strasburgo e adottato una posizione meno garantistica
rispetto alla Corte europea- cioè la espropriazione in diretta quella singolare forma di privazione
della proprietà privata disposta dall'amministrazione senza previo dichiarazione di pubblica utilità
ma vedi anche l'acquisizione in via di fatto di un bene privato.

la libertà di iniziativa economica è l'erede storica della libertà del commercio. l'articolo 41
disciplina iniziativa economica privata stabilendo che sei libera. questo articolo prevede una serie
di limiti negativi cioè ambiti che perimetrano dall'esterno la libertà secondo la logica seguita dalla
carta costituzionale: questi limiti sono la sicurezza e la libertà e la dignità umana oltre l'utilità
sociale. l'articolo 41 individua dei limiti anche positivi alla libertà di iniziativa stabilendo che essa
può essere funzionalizzata mediante una dei controlli stabiliti per legge.

di questa libertà sono tutti cioè non solo i cittadini. la costituzione implica che la proprietà è
pubblica o privata essi deve ritenere che l'articolo 41 garantisca costituzionalmente solo l'attività
economica svolta da soggetti privati- la dottrina ha sottolineato la netta distinzione fra l'iniziativa e
lo svolgimento. per quanto riguarda l'iniziativa gli articolo 42 7 tentato di isolare uno spazio quello
dell'iniziativa in senso proprio che non potrebbe essere finalizzato e questo articolo stabilisce la
libertà dell'iniziativa economica privata e che di essa possa essere disciplinato con norme cogenti
solo il modo di svolgimento. la distinzione fra l'iniziativa e svolgimento ha una base veramente
onomastica e non regge dal punto di vista sistematico- cioè ci sono dei limiti. l'articolo 41 include
non solo la centro di esercitare l'attività economica e l'atto di investimento ma anche la libertà di
impresa che sono previsti sempre dei limiti. le attività economiche tutelate l'articolo 41 includono
sia l'impresa che la piccola impresa però rimane comunque escluso il lavoro subordinato che è
protetto da altre disposizioni. i limiti negativi previsti dall'articolo 41 sono: la sicurezza, la libertà,
la dignità umana e l'utilità sociale. minchia la libertà di iniziativa economica sono assoggettate da
una riserva di legge che però non ha una carattere assoluto ma ha un carattere relativo.

la sicurezza si riferisce sia alla generalità dei consociati sia agli specifici rapporti attraverso i quali si
realizza l'organizzazione interna della produzione- questo limite intende a proteggere l'ordine
pubblico in generale.

Per quanto riguarda la libertà la dignità umana si è sostenuto che devono realizzare una
protezione immediata della personalità in cui la libertà proteggerebbe la dimensione dinamica
della personalità individuale tutelando nell'impresa tutte le libertà costituzionali riconosciute ai
singoli con il limite della dignità(esempio parità tra i lavoratori ) tutti questi limiti proteggono sia la
collettività in generale sia la specifica unità produttiva. vietano quindi attività produttive sono
Oppo sono rilevarsi dannose per la libertà e la dignità della persona. e quindi in questo caso la
libertà ha affiancato a dignità rafforza semplicemente la tutela della dignità. Un'altro limite è
quello dell'utilità sociale che è un principio valvola- è stato conferito la costituzione al fine di
consentire al legislatore di limitare la libertà di iniziativa economica per ragioni di interessi
generale. secondo alcune sentenze della Corte costituzionale l'utilità sociale può consistere nella
tutela delle situazioni economiche più deboli all'interno di un rapporto contrattuale mentre in
altre sentenze si afferma che possono essere considerati sociali solo gli interessi che fanno capo
immediatamente o immediatamente alla collettività nazionale- quindi l'utilità sociale consista
nell'utilità della società nel suo insieme esegui gli stessi la società- è prevista l'imposizione
dell'iniziativa economica privata quando può essere in danno per la società stessa. l'articolo 41
abilita anche la legge a prevedere programmi e controlli per indirizzare e coordinare l'attività
economica e fini sociali e quindi l'iniziativa economica può essere funzionalizzata secondo le
modalità previste sull'articolo 41 orientata al pessimamente di interessi diversi da quelli
liberamente scelti dal suo titolare. Corte costituzionale ha precisato che i programmi e i controlli
che possono essere imposti all'attività economica privata non debbono sopprimere l'iniziativa
individuale potendo esse soltanto tendere ad indirizzarla e coordinarla. nell'articolo 41 è protetta
anche la libertà di commercio e secondo la sentenza della Corte anche per la libertà di commercio
sono previsti dei limiti e quello più importante l'utilità sociale- e proprio per questo motivo sono
previste cioè si è pronunciato il sistema delle licenze commerciali alla condizione che la
concessione delle licenze sia collegata a fini di utilità sociale. siccome esiste il commercio esiste
anche la concorrenza in mercato- proprio l'articolo 41 prevede il principio della libera concorrenza
la quale incontra il limite dell'utilità sociale con la quale deve essere bilanciata e che deve essere
individuata in maniera non arbitraria ne palesemente incongrua.- La Corte costituzionale ha
precisato che la nozione costituzionale di concorrenza risente della nozione comunitaria di
concorrenza- quindi prevalgono i principi comunitari del mercato della concorrenza. nel tentativo
di falsare la concorrenza dall'ordinamento comunitario sono previste delle deroghe ai divieti di
aiuti che sono a loro volta funzionali alla promozione di un mercato competitivo. per la tutela della
concorrenza il legislatore ordinario ha introdotto un'autorità antitrust l'autorità garante della
concorrenza del mercato aderendo fra l'altro a sollecitazione provenienti dalla giurisprudenza
costituzionale. un conseguenza della tutela della concorrenza e il riconoscimento dell'esigenza di
tutelare la posizione dei consumatori cioè quelli che si trovano in una posizione di debolezza di
fronte all'editore da cui acquisiscono i beni e servizi.

la tutela del consumatore richiede il riconoscimento di specifici diritti che sono raggruppati in due
grandi categorie:

- da un lato i diritti dei consumatori alla salute, alla sicurezza, alimentazione ai servizi pubblici di
qualità

- diritti procedurali, all'educazione del consumatore, alla sua informazione e alla promozione
dell'associazionismo tra consumatori

la costituzione ha previsto anche uno strumento di intervento pubblico nell'economia. una


disposizione della costituzione definisce le condizioni alle quali è consentito alla legge di sottrarre
al mercato determinati settori economici e precisa quale forma giuridica debba assumere la
gestione pubblica di tali attività. l'articolo 43 autorizza la legge due tipi di interventi: il
trasferimento dell'impresa la mano pubblica o la riserva originaria e ha come conseguenza che si è
impedito in radice l'esercizio di un'attività economica invece il trasferimento implica che la dieta
economica oggetto di nazionalizzazione comporta come conseguenza una nuova configurazione
giuridica. infine l'articolo 43 precisa che il trasferimento la riserva originario può avvenire a
vantaggio di tre soggetti giuridici: stato, enti pubblici o comunità di lavoratori od utenti.

I diritti sociali- definiti come situazioni giuridiche soggettive di vantaggio a che lo stato si adoperi
per garantire determinati beni e servizi. si può partire da un approccio storico filosofico che
riguardano i diritti qualificati come sociali. infatti in Francia dopo la rivoluzione del 1989 il
riconoscimento di tali diritti a livello costituzionale sono storicamente successivi alla prima
generazione dei diritti fondamentali- in questo tempo i diritti sociali rimasero solo nel discorso
costituzionale e solo con la costituzione di weimar i diritti vengono attentati in un testo
costituzionale. la seconda parte della costituzione di weimar intitolata dei doveri e diritti
fondamentali dei tedeschi ha aspirato la costituzione italiana vigente. E sa finalizzava l'intera vita
economica alle norme fondamentali della giustizia e all'obiettivo di garantire a tutti un'esistenza
degna dell'uomo- collegava anche il diritto di proprietà e prevedeva la nazionalizzazione di
imprese private e riconosceva un'articolata gamma di diritti nell'ambito del rapporto di lavoro.

dall'altro canto fondamentale era la rivoluzione russa quella comunista che riconosceva i diritti
sociali una posizione centrale svuotando la libertà e i diritti politici di ogni effettiva portata- e
l'origine dei diritti sociali deriva proprio da questo e vengono chiamati i riti di seconda
generazione- ciò che accomuna i diritti sociali e il diverso rapporto che essi intrattengono con il
potere , in cui il titolare del diritto ha come fine una protezione da parte dello Stato- a diversa dei
diritti di libertà che mettono in evidenza la forza i diritti associati mettono in evidenza la debolezza
e la fragilità della persona come soggetto bisognoso di cure da parte di altri. anche in Italia come
nelle altre democrazie vengono appunto riconosciute i diritti sociali.

una prima prospettiva di diritti sociali sono stati considerati espressione del principio di sicurezza
di giustizia sociale e del principio di eguaglianza sostanziale

un secondo in linea di pensiero ha ricollegato i diritti sociali direttamente al principio personalista-


cioè si basa sulla centralità della persona umana sancita dalla carta costituzionale

una terza impostazione non ritieni di sociali allo stesso principio liberale- però la costituzione ha
previsto che i diritti sociali non vanno intesi come un'eguaglianza sostanziale ma come un impegno
della Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini e che
appunto impediscono il pieno sviluppo della persona umana. fra le matrici possibili dei diritti
sociali e sicuramente la solidarietà in cui si mette in evidenza il dovere tributario il cui
adempimento necessario a finanziarli- poi c'è la fraternità che si sovrappone ampiamente a quello
di solidarietà.

i diritti sociali si configurano pertanto come un completamento dei diritti di libertà quindi vanno
collocati nel contesto di una società libera che pone al centro delle libertà individuali e che intende
però andare oltre l'eguaglianza formale. Essi corrispondono a specifiche situazioni di debolezza le
quali impediscono il pieno sviluppo della persona umana e per questo si concretano in prestazioni
assicurate dai pubblici poteri alle condizioni delineate dalla costituzione oltre che nella tutela dei
lavoratori nell'ambito del rapporto di lavoro.

ciò significa che i diritti sociali non possono essere intesi come strumenti che assicurano tutti di
poter fruire effettivamente dei diritti di libertà garanttendo a tutti i mezzi necessari all'esercizio di
essi. il conseguimento di tali mezzi e invece il prodotto della combinazione fra le capacità
individuali, la solidarietà fra i membri singoli associati, del corpo sociale le politiche pubbliche
orientate alla riduzione degli ostacoli alla realizzazione della libertà e dell'uguaglianza fra i
cittadini.

per quanto attiene al profilo soggettivo è stato sostenuto che i diritti sociali sono di realizzare
anzitutto un interesse collettivo- Quindi si tratta dei diritti garantiti in ragione dell'appartenenza a
una formazione sociale distinta dallo stato- secondo cui la costituzione riconoscerebbe i luoghi e il
legame sociali nei quali il singolo individuo si fa persona si esprime come persona. Per quanto
riguarda la classificazione dei diritti dal punto di vista strutturale i diritti sociali si caratterizzano
come diritti ad ottenere una prestazione e dopo le distingui fra quelli cui la prestazione viene
richiesta allo stato e quindi quali la prestazione attiene alla Confederazione del rapporto di lavoro.

i diritti sociali vengono qualificati come diritti fondamentali però si è chiesto se tali diritti possano
limitare i legislatori. la tesi di Carl Schmidt le norme costituzionali sui diritti sociali consisterebbero
unicamente in disposizione di principio indicano i fini della cine statale che non sarebbero
azionabili in giudizio andrebbero come unico destinatario il legislatore. la costituzione gran parte
delle norme costituzionali su diritti sociali sono percettive- cioè nell'articolo 31 è stabilito che la
Repubblica protegge la maternità, infanzia e la gioventù oppure l'articolo quattro che è relativo al
diritto al lavoro.

I diritti sociali possono essere qualificati anche come diritti inviolabili cioè fanno parte del nucleo
duro che va a comporre i principi supremi dell'allenamento costituzionale e non possono essere
sottratti a Le visioni costituzionali- Però questo dipende dal modo in cui si guarda ai principi
supremi che costituiscono il limite alla revisione Perché ad esempio nell'ordinamento italiano ci
sono degli elementi che lo differenziano da altri ordinamenti- ad esempio ci sono degli
ordinamenti in cui fra i principi supremi sono incluse il principio democratico la separazione dei
poteri invece negli altri sono inclusi anche in principi che distinguono lo stato italiano dalle altre
democrazie liberali come la forma di governo parlamentare la giustizia costituzionale e le
autonomie territoriali eccetera.

Per quanto riguarda le omissioni legislative La Corte può adottare le sentenze additive attraverso
le quali la Corte può dichiarare costituzionalmente illegittima la mancata previsione di alcuni diritti
ma può adottare anche il principio di ragionevolezza per estendere benefici previsti dal legislatore
solo vantaggio di alcune categorie dei cittadini.

i diritti sociali hanno un costo diretto però in quanto consistono non in una omissione ma in una
prestazione e ciò pone il problema della loro sostenibilità economica. il problema si pone
soprattutto per i diritti a prestazione da parte dello Stato in cui il costo è a carico diretto del
bilancio statale e quindi si potrebbe dire che i diritti sociali almeno il diritto a prestazioni da parte
dello Stato sono un costo. i diritti sociali possono essere finanziati o mediante la fiscalità generale
o mediato gli indumenti dello Stato però questo può gravare sul bilancio dello Stato- i diritti sociali
costano anche perché a volte si intrecciano con i diritti di libertà- così la libertà di educazione si
intreccia con il diritto ad una istituzione gratuita. La situazione diventa ancora più difficile anche
con l'intervento dell'unione europea che nel 2017 ha lanciato un programma di coordinamento
per politiche sociali nazionali denominato pilastro sociale e nel 2011 anche il fiscal compact che ha
previsto dei vincoli per equilibrare il bilancio- il principio dell'equilibrio di bilancio- di cui l'esigenza
dell'equilibrio finanziario corrisponde alla necessità di rendere sostenibile sistema di protezione
sociale con un ricorso controllato all'indebitamento- e il ricorso all'indebitamento in questo caso si
traduce in uno spostamento degli oneri a carico di generazioni successive- in tal modo i diritti
sociali di una generazione di cittadini vengono soddisfatti a carico di quelli di una generazione
successiva e solo così si può arrivare ad un equilibrio della forma di governo.

Potrebbero piacerti anche