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r-- - · ....... , .................... .

J.
I EVOLA

I IMPERIALISMO
II PAGANO
i IL FASCISMO DINNANZI AL
I PERICOLO EURO-CRISTIANO
1111 seguito da un'appendice polemica

sulle
il!
:=

.! REAZIONI DI. PARTE GUELFA


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e• Il

EDIZIONI « ATANOR :+

TODI I ROMA
J. EVOLA

I �\I I=>EI�IALJSl\10 P AGr\NO


Dello stesso Autore :

IL FA se I s M o D I NA N z I AL p ERI e o LO
Arte Astratta (Maglione e Strini / Rom a).

EURO-CRISTIANO
La Parole Otscure du Paysage l ntérieur (Cl>llection Dada J Paris).
11 libro della Via e della Virtù di Laotze - Nuova presentazione a
cura di J. Evola (Cara bba / Lanciano_;. CON UNA

Saggi sull'Idealismo Magico ( • Alanor. / Todi-Roma). DI PAN.TE GUELFA


APl'ENDJC.E POLEMJCA SULLE REAZJONI
E. Coué e l'agire senza agire ( " Bilychnis. / Roma).
La Pur ltà come valore metafisico ( ,, Bilychnis » / Homa)
La Scolastica dinnanzi allo spirito moderno ( • Bilyrhnis. / Roma).
L'Individuo e Il divenire del Mondo - Due conferenze (Libr. di Scien-
ze e Lettere / Roma).
L'Uomo come Potenza ( • Atanor,, / Todi-Roma).
11 Valore dell'Occultismo nella Cultura contemporanea ( . Bilychnis.
I Ro ma ). ·

Teoria dell'Individuo Assoluto (Bocca ; Torino).

Di imminente pubblicazione:

Fenomenologia dell'Individuo assoluto (Bocca / Torino'.

• UR • - Rivista mensile di Scienze Esoteriche, diretta da J. Evol11.

Cai.::.a Editrice " ATANÒR Todi - Roma

1928
(VI)
Nel pubblicare la presente opera, la Casa Editrice " Ata­
nòr" intende testimoniare di quella fede, che già da quasi
quindici anni sostenne la sua attività: fin da quando, del
Fascismo non esistendo ancora nemmeno il nome, alla vigi­
i' n t 11' R I �; T -� I. F. T T .: I! .I I! I A 11 J :,. E H f A T .\ lia del/'entrata del!' Italia nella guerra europea, osava affer­
mare la missione imperiale di Roma nel mondo; fin da quando,
in un ambiente di mediocrità materialistica, di ideologia de­
nwcratica e di falsa religiosità, osava ripwzdere i simboli
del!' antica Sapienza Italica e proclamare il ritorno alla vera
Tradizione nostra - romana, pitagorica, pagana - dichia­
rando la supremazia dei valori spirituali, di gerarchia e di
aristocrazia, su qualsiasi altro.
In questa fede la Casa Editrice • Atanòr » si mantenne
e si mantiene, fra difficoltà molteplici e varie, fra una in­
comprensione quasi generale, fra diffidenze e subdole calun­
nie - ancor oggi, ct'ze il mito di Roma e de/i' Impero ritor­
nano, quali simboii e ideali della Rivoluzione Fascista.
Essa perciò non Ila esitato a dar ospitalità a questa
:Jpera di battaglia di f. Evola, le tesi principali della quale,
già apparse su giornali e autorevoli riviste del Fascismo,
hanno suscitato una vasta, aspra e significativa reazione in
quella parte guelfa, in rni non esitiamo a riconoscere il princi­
pale ostacolo e pericolo per la resurrezione della Romanità
l!era in una Italia rigenerata.
VI

:;,e quest'opera, nella sua au da c ia , nella sua sincerità priva


di compromessi e di a tte nuazion i, in q ualunque modo con­
tribuirà a precisare e indirizzare la volontà più profonda di
clzi oggi rievoca l'A quila e il Fascio per la m aggior gran­
dezza della Stirpe nostra, gli Editori si sentiranno compensati INDICE
di ogni loro sforzo e di ogni lor o sa cr ificio.
Per coloro che abbiano seguito la vasta polemica di parlt
guelfa, c ui si è accennato, noi abbiamo insistito presso l'iJ.
lustre Autore aflinchè ris pon da brevemente in un'Appendice I. Noi, gli Antleuropel.
che facciamo s egu ir e al volume ; ed in c u i 11011 potrebbe ri­
Pag. 9
sultare più chiara l'inconsistenza, l 'in comprens ione e la ma­ La decadenza europea
li Fascismo quale antieuropa Il
lafe de dei suoi e nos tri avversari.
Tradizione mediterranea e tradizione cristiana . 14

LA CASA "ATANÒR,, Il. - Le condizioni per l'Impero.

La decadenza dell'idea politica • 18


Cattolicità e Rom:111ità / li Fascismo al bivio }!I
Protesta!ltesimo e Romanità . 22
La vera controriforma . 26
Mistificazioni cattoliche / Diftida. 29

lii. � L 'Errore democratico.

Il vero liberalismo 36
La gerarchia secondo potenza / La conquista dello Stato. )) 39
L'impossibilità di!!!' autogoverno democratico «
Anlihegelismo. 47
Antimazzinianismo. 50
lnJividuo e umanità � 54
L'ìrrazionalità dell'eguaglianza 58
Dai • cla:1 » all'Impero . 61

IV. Le radici del mule europeo.

L'oro / Tornare alle caste . 66


Scienza contro Sapienza 72
e Coloro che sanno • e • Coioro che
credono• . 78
Forza meccanica e potenza individuale 80
L'attivismo fa u !i ti a n o e il • mondo umano• 85
I.
V. - Valori pagani e valori cristiani.
IlCristianesimo quale intolleranza profana 97 NOI, GLI ANTIEUROPEI.
IlCristianesimo quale pessimismo e immoralismo 103
L» impurità della prassi cristiana .
• 107
Gesìi non è il tipo di un Dio . 113
Fascismo contro Cristianesimo I La Grande Lib..:!razione. 118

Appendice.

[Sugli attacchi di parie Guelfa all'Imperialismo pagano].

Non siamo teosofi e non siamo massoni . 127


La nostra ortodossia"
• 133
Conferma dell'inconciliabilità fra Romanità e cristia11csimo 138
Nemmeno la tradizione cattolica è ide11tificabilc alla tra
dizione romana 153
La decadenza europeal.

L'attuale " c i vilizzaz i o n e


« d'Oc c i d e n t e è i n attesa d i un
rivolgime n t o sostanzi ale, senza i l quale essa è dest i n a ta,
prima o d opo, a frac assarsi la testa.
Essa ha realizza t o la perversione più comp l e ta d ell'or­
d i n e raz i o n ale d e l l e c ose.
Regn o d ella m a t er i a, d ell'oro, d ella ma cch i n a, del n u
mero, i n e ssa n o n vi è p i ù respiro, n è libertà, nè l u c e.
L'Occi d e n t e ha perso i l senso d el coma n d are e d ell'ob
bed ire.
Ha perso il sen so d ella C o n templazi o n e e d el lAz i o n e.
Ha perso il se n so d e i valori, d e l l a potenza spiritu ale,
d egli uomin i -i d d i i.
Non conosce più la nat ura. Qu esta n o n è più, per l'Occi­
d e n tale, un corpo vive nte fatto di simboli, di Dei e di gesti
r i tua l i - u n a armonia, un cosmos i n citi l'uomo si m u ova
l i bero, c ome » u n regno i n u n reg n o ": essa è i n vece de­
caduta i n u n a ester i orità opaca e fata l e, d i cui le s cienze
profan e cercano di ignorare i l mistero con piccole leggi e
piccole ipote s i .
No n conosce più la Sapienza: n on con osce i l silenzio
mae s toso d e i d omina t ori di sé, la calma i llumi n ata d e i Veg­
g e n t i , la superba realtà d i coloro in cui l'i d e a si è fotta
sangue, vita, pote nza. Ad essa è subentrata la rettori c a d ella
'" filosofia« e della >cu l t ura "• i l regno d e i professori, d e i
giornalisti, d eg l i sportsme n - l o schema, i l programma, i l
IO l1npf"rlallo1mu Paaano
ç
1"ol, 11'11 aadearopel ..
T --;
·-- . H•z�

proclama; ad essa è subentrata la contaminazione senti�


men tale, religiosa, umanitaria, e la ra� za di colo �o � he . s1
agitano schiamazzando e corrono ebbn esaltando 11 divenire Il fascisino qua l e antieuropa.
e la • pratica •, perchè il silenzio e la contemplazione fa
loro p a ur a .
Può essere il fascismo il prin cipio di u na restaurazione
Non conosce più lo Stato : lo stato-valore, l'Imperio, come antleuropea?
sintesi di spiritualiià e di regalità, quale riful se in Cin � , .
Ha il fascismo tanta fo r za da poter assumere, oggi, la
in Egitto, in Persia, in Roma, è stato sommerso nella mi­ coscien z a di un tale compito?
seria borghese di un trust di schiavi e di trafficanti.
li fascismo è sorto dal basso, da esigenze confuse e da
Che cosa sia la guerra - la guerra voluta i n sè come
forze bru te scatenate dalla guerra europea. Il fa s c i s mo si
un valore superiore sia al vincere che al perdere, come
è al imen t a to di compromessi, si è alimentato di rettorica,
q u e lla via eroica e sacra di rea lizzazione spirituale che nella
si è alimentato di piccole ambizioni di piccole person_e. L'or·
Bllagavad-gitiì si trova esal tata dal Di � Krshfia - eh e co ��
. . . gan i s m o statale che esso ha costituito è s p esso inc erto,
sia una tale guerra non lo sanno p1u q u esti form1dab1lt .
maldestro violento non lihero, non scevro d1 eqmvoc1..
.. attivisti • di Europa, che non conosco110 guerrieri ma sol­ '
Pur t111ttavia se noi volgiamo lo sguardo i nto r n o , oggi,
tanto soldati, e che una guerricciola è bastata per terroriz­
dopo il disfacimento dei due stati eh�. sia p1 1re def?r�iato
zare e per far tornare alla rettorica dell'umanitarismo e del
e materializzato conservavano un residuo dei. valon d1 ge­
patetismo, quando non - ancor peggio - a quella del rarchia - la R'ussia e la Germania -- noi oggi in Occi­
nazionalismo fanfarone e del dannunzianismo. dente non troviamo che il fascismo come bas e e come spe­
L 'Europa ha perduto la semplicità, ha perduto la cen­ ranza.
tralità, ha perd uto la vita. Il male de�ocratico I� c orro � e �Bene o male, il f a s c is m o Ila messo sii u n corpo. Ma
i n tutte le radici - sin nel diritto, sin nelle scienze, Sin questo corpo non ha ancora 1111'anima; e questa anima -
nella speculazione. Capi - esseri che spicchino non per l'atto sur e r io re che può gi11stificrirl0, integrarlo, farlo er­
violenza, non per oro, non per abilità di sfruttatori di schiavi, gere realmente in piedi come un principio di cont.ro all'Eu­
m a invece per irreducibili qualità d i vita - non v e n e sono. ropa tutta - quest'aninin, dici.1mo, p11ò consegmrla. sola­
E' un gran corpo anodino, sudante e agita ntesi per un'an­ mente se con un rivolgimento radicale, profondo, assoluto,
sia che nessuno osa esprimtre, che h a oro per sangue, con un nuovo balzo in :wanti, prc'rrio nrl senso opposto
macchine fabbriche e braccia per carne, carta di gazzette alla d i rezione d i ,, nornwlizz:izionc a e di imborghesimento
per cerv � llo - un gran corpo che si getta or qua o r là c h e oggi c o m in cia a pcn•adcrlo, esso .s�1pnia risus•:!t:1�e un
spinto da forze oscure ed imprevedibili che s ch i a c c i a n o im­ ordine distinto di valori meta ccnnom1c1 e mrta-pnlit1cI.
placabilmente chiunque voglia opporsi o an che soltanto sot­ M a ch e ciò non c rei equivoci.
trarsi all'ingr an aggio Il fascismo è essenzi:llmcnt,è vr:nilto su da forze gi o­
Tutto ciò ha potuto la " civilizzazione " d'Occidente. vani, d ec i s e , pronte a tutto, aliene òa ;istrazinni dottrin�li,
Questo è il vantato risultato del la superstizione del Pro­•
a l iene di11 male della " ct:ltura c. Qncsto è ii nucleo vivo
gresso " di là dal l'imperialità romana, di là dal l'Ellade lu­ de l fa sci s m o , e co l o ro che oggi comiriciann a pn'ocr11p'.lrsi
minosa, di là dall'an tico Oriente - ii g ra nde Ocea no. di u n a " filosofia de l fascismo� e di una• c11ltma fascista •,
E il cerchio si serra ognor di più i ntorno ai po ch i eh: accusano un sintomo di decadenza nei· fascismo stesso o,
siano ancora capaci del grande disgusto e della grande rt· al m e n o , una deviazione dalla direzione per cui il fascismo
volta. p o t r ebhe preludiare d a v v e r o a qualcosa d i :-uovo, � d una
_
rivoluzione,.vera, non s im i le a q u e l l e per cui vale l'rromco:
>plus ça change, p1us c'est la méme chose «.
tt lwperlall•nto Pa�auo
:\'ol, i;ll nnllruropel
--�·---------

No. Il fascismo deve mantenersi antifilosofico, decisa­


mente, crudamente. E, di là da ciò, esso, riaffermando la losofico, ma come qnalcos:1 che vibri nel rìtlllo del nostro
sua forza più pura, deve spa z za r e la sporca scorza fatta di stesso sa11g11c : la sc11s;izione dcl mondo cnme potenza,
! ;
r7t orica, di �e1 timentalismi, di moralismi, di ipocrita religio­
.
la. se11s:izioì1e del 111011do co111e la d;inza r ifmi c a, agile e li­
s1ta, CO�l CUI I o cc1dente ha oscurato ed umanizzato ogni bera, dì çiva; la sc11snio1Jc del 11 J o1 J do C(JIJ1e a t to sactifi­
.
cosa. V1 è un bisogno perentorio di chi irrompa nel tempio cé!le (Veda). Q11esta sensazione creerà degli errori forti, duri,
- sia pur esso un barbaro - a cacciare come corruttori attivi, sol;iri, mediterranei, degli esseri fatti di fo rz a e poi
tutti coloro che nell'Europa • civile « hanno fatto mono· soltanto di f orza , dischiusi a q u el senso di l i ber tà e di al,
polio dello •Spirito •, del Bene· e del Male, della Scienza tezz:i, a quel respiro cosmico dì cui i 11Jorti
• " elle in Eu­
e del Divino e se ne professano banditori mentre' in ve­ ropa ne hanno b;ilbettato non hanno�':nellllller.o il sospetto.
rità, tutti costoro 1 1on conoscono che la materia e ciò che Dì co n tro alla s cienza profana, de:mocratica e lllélteriale,
le parole, la paura e la superstizione degli uomini hanno sempre relativa e con dizionat :i , schiava di feno?neni e di
stratificato su !la materia. leggi incomprensibili, 1 11 1 1 ta per qt1an!o ri guarda l:i realtà
A tutto questo sia detto: basta - affi11chè alcuni uo­ profnnda dell'1191110, dobbiil?llo ridestare - in q ncst a élilt -
mini siano restituiti ai lunghi camrnini, al lungo pèricolo, la scienza sacra, interiore, segreta, creati\'a delle iniziazioni:
a l lungo sguardo e al lungo silenzio ; affinchè passi il sof­ la scienza della realizzazione e deila dignificazione " di

fio del l a rgo ·- il soffio Lle!l.'.l TRAD!ZlO"ìE MEDITERRANEA sè, la scienza che co n d uc e alle forze ocClllte che reggono il
a r id estare gli incatenati di Occidente. nostro o rg a ni s mo e s11 cs:;e cr e a dominio, o n de non come
Antifilosofia, antìsentirnento, antiletteratura, �ntire!ìgione ' un rnito ma mmc la più positiva delle re;ilU1, degli uomi ni
- questo è il presupposto. Dire basta, assolutamente basta rin'1scano, quali esseri 11ii1 forti delle leggi corporee e delle
é!gli estetismi e agli idealismi, basta alla sete dell'anima condizioni di spazio e di tempo.
!
creante 'allucin-azione di un Dio da adorare e pregare, ba Allora dei capi, una razza di capi, sarà. Capi invisibili
sia al bisogno che lega insieme gli uomini mendicanti al /
che non discorrono e non si lllnstr:rno, ma; cl!e agiscono
vincolo comune e al reciproco dipender e quella consistenza irresistibilmente e sono c '1 n aci di tutto. Ed allora un ce ntr n
di cui ognuno manca. esisterà in E11ror<1 -- nelJ"Europa senza centro.
Passar al di là, al di sopra di tutto ciò con delle forze E' assolut11111cnte un errore 11orsi il proble!/la della gerar­
pure. Alle quali, allora, si porrà dinnanzi un compito, che chia altrimenti che come problema della creazione di capi,
problema tutto individuale e in t eriore . Un:i gerarchia esiste
trascende la � politica•, che trascende la preoccupazione
riuando esi ste un capo e non viceversa.
sociale, che ignora il gesto clamoroso e la risuonanza este­
E' assolutamPn1e tflt errore che l'imperio si possa costruire
·

riore, che è tale, che a nulla può più giovare la forza ma­
sulla base di fattori economici, militareschi, industriali, ed
teriale vibrata su cose e su persone.
Noi, in Italia, dobbiamo creare nel silenzio, per di s ci ­ anche » ideali•. L'lmperi11111, come secondo la conce zione
irànica e romana, è qualcosa di trascendente, e lo realizza
plina dura, per dominio inflessibile di sè, per serietà e sem
soltanto chi abbia la potenza di trascendere la piccola vita
plicità, noi dobbiamo creare con uno sforzo tenace e alacre
dei piccoli uomini, con i loro appetiti, con i loro gretti or­
di individui una élite, in cui riviva la Sapienza : quella
gngli nazionali, con i loro v al ori 11011 valori « e Dei.
virt11s c h e n on si lascia parlare, che sorge nel silenzio er­
• •, »

Ciò compresero gli Antichi quando divinizzarono la per­


metico e ritagorico, che fiorisce dal dominio dei sensi e
sona dei loro Imperatori. qua n do congiunsero insieme la
dell'anima e non si testimonia con argomenti e libri, ma
dignità regale e la dignità sririt11ale. Lo co m pre nd e ranno an
con atti di potenza.
che qllesti giov :i ni bàrbari d'Italia, che hanno. osato rievo­
Noi dobbiamo ridestarci ad una rinnovata, spiiitualiz­
care l' Aq11ila e il fasc i o ? Co111prenderann.o che , non esiste
zata, acre sensazione del mondo non come un conc�tto fi·
un'altra alternativa, che questa soltanto è la condizione per
�ol, &Il nntleoropel
... lmperlall•mo Palf•••

naresimo - nella promiscuità delle plebi imperiali di con-·


cui la lo�o • rivoluzione • yuò non essere soltanto una pie·
_ tro alla superiorità calma dei dominatori romani, alla bel­
cola . contmg�nza dt una piccola nazione; ma il germe di
lezza dorica dell'eroe pindarico, all'armoniosa detersa in­
u� r�torno d1 Roma nel mondo, una prima luce nella neb­

bia fitta ella decadenza europea? il principio della vera
t�llettualità dei filosofi e degli iniziati pagani, il cristiane­
sttno si ritrova oggi nell'irrazionale dell'• élan vital e, nel
restaurazione ?
l'èmpito ca�tico dell'attivismo e del faustismo contempo­
raneo--:- entità bruta che travolge l'individuo e che lo spinge
verso ciò che egli meno vuole, già teologizzata da Calvino
Tradizione 1nediterranea c� me volontà di Dio in atto nella creazione quale prede
_
st1naz1one assoluta degli esseri, oggi essa è divenuta reti
contro tradizione cr:stiana.
gione: ,, religione della Vita •, religione del ,, divenire<'
religione dell'» atto puro •.
L'anti-europa è l'anti-cristianesimo.
Abbiamo accennato ad una Tradizione Mediterranea. Non
11cristianesimo è alla radice istessa del male che ha cor­
è mito. E' una realtà arcaica che le stesse scienze storiche
rotto _ l'Occidente. Questa è la verità, ed essa non ammette
profane oggi cominciano a sospettare. Tradizione epica e
dubbto .
magica di una civiltà affermativa, attiva, forte di sapienza
L'onda oscura e bàrbara, nemica di sè e del mondo
e forte di scienza, essa improntò di sè le élites del!a civi­
eh� nel sovvertimento frenetico di ogni gerarchia, nell'esal�
lizzazion�. egi�io-caldaica, della civilizzazione paleogreca,
t<monc dei deboli, dei diseredati, dei senza nascita e senza .
della c1vil1zzaz1one etrusca e di altre più misteriose la cui
tradizione agitati dal bisogno di •amare • di • credere e
di abbandonarsi, nel rancore verso tutto �iò che è forza'
ec.:o risuona in Siria, a Micene, nelle Baleari. Spirito della


sufficien�a, sapienza, aristocrazia, nel fanatismo intransigent
paganità, essa fu portata poi. dai Misteri del bacino medi
terraneo finchè, di contro alla marea giudaico.cristiana fu
e prose lttario fu velen� per la grandezza dell'Impero Ro­
mano, e. la causa massima del tramonto dell'Occidente.
Mitlua: Iv:t
ithra, il � Dominatore del Sole•, I'• '
Uccisore del
Toro•, simbolo ·di coloro che, rigenerati nella » Forza
li cris_ti�nesim� -:- si badi - non è ciò che oggi sussiste
forte delle forze•, sono di là dal bene e dal male di là
quale reltg1one cristiana - troncone morto tagliato fuori
dall? sla�cio più profondo. Dopo aver disgregato la com­
dal • �
bisogn? �· di là dalla brama, di là dalla• pas ione<,
Due dest1n1, due forze cosmiche irredultibili allora si
pagine d1 Roma, esso fu ciò che, con la Riforma, passò ad palesarono cozzando, per il retaggio dello splendore ro­
infettare la razza dei biondi barbari germanici per poi pe­
mano.
netrare ancor piu giù, tenace ed invisibile: il cristianesimo
. La tradizione dei Misteri, travolta sul piano più este­
?ggt è in �tto �e! liberalismo e nel democratismo europeo e
.

rn tutti g t altn bei frutti della rivoluzione francese - fino
,
riore, si ritrasse in una sfera più sottile trasmettendosi di
fiamma in fiamma, di iniziato in iniziato in una catena inin·
ali anarchismo e al bolscevismo; il cristianesimo oggi è in
atto nella struttura stessa della società moderna tipo -- l'an

terrot a se pur segreta. Ed oggi torna a nudo qua e là, in
conati �ncor confusi, in esseri - quali Nietzsche, Weinin­
glosassone - e altresi nella scienza nel diritto nell'illu­
t
sione di potenza della tecnica. In utto ciò si' conserva
ger, M1chelstaedter -· infrantisi sotto il peso di una verità
che, troppo forte per .loro, attende altri che sappia ripren­
egu?lmente la volontà livellatrice, la volontà del numero,
l'odio verso la gerarchia, la qualit� e la differenza - e il

d�rla e imporla si che di nuovo, dura, fredda, si erga
d111nanz1 al suo avversario, nella grande rivolta - e nella
vincolo collettivo, impersonale, fatto di mutua insufffcienza,
grande loita: quella da cui, di nuovo, dipenderà se l'Oc­
proprio alla organizzazione di una razza di schiavi in rivolta .
ctdente si confermi in un tramonto o risorga in una
Ed ancora: preso nella sua radice di » passione • e di
aurora.
orgasmo quale si determinò - col messianismo e il mille-
lmpC"rlnUHDlO Pn1;arao "\ol, ,.11 anHeorop•I
- ara

l'antieuropa è l'anticristianesimo. E l'anticristia11csimo è s1:Jtle? Che mille forze ùrgono nell'oscurità i n a ttesa d i u n
la tradizione mediterranea, classica, paga11a - l a nostra tra· punto d i sbocco?
L'identificazione ddla nostra trad!Zione con la
. .
. .

d izione. Questo bisogna assolutamente cap i r e. trad1Z1 one


Senza i l ritorno a d un a tale trad izion e, non vi è libe­ cristian a o cattolica che sia, è il più assurd o degli errori.
ità è pagan ità; la rcsti11 rnion e i m p e ri a l e è u n
razione, non vi è restau razione vera, non è possibile la Roman e
con versione nei valori dello s p iri to, d ella po tenza e d e l · vuoto nome se non è, prim::i di tutto, restaurazione pagan �.
l 'impero. Ma che i nostri • a n t i •non creino equi vo c i Loro, . E' u11a contradizione che si Llcca con mano proclamare 11
non noi, sono la negazione . Sono loro che han no m i nato r itorno d i Roma e non r i c o r d a r e che il cristianesimo è
Roma ; che hanno con tami nata l a Sa pi enza ; che ha nno tra­ stato uno dei pr i n ci p a l i fattori della rovi1Ja d i � o:na; pa'.·
vol ta l'aristocrazia - per i nstaur a re il regno del sentimen­ l a re d'impero e non ac corgersi che tutta la v r s w n e cri­
talismo, d e l l ' u m a n i t a rismo, d e i >nemici d e l mon do•; p e r stiana del la � i ta è la negazione dei presupposti dell'impero.
esaltare l a su perst izion e c h e riconosce il D i o i n u n giu­ Oserà dunque i l fasc'isrno assume1e qui, qui
'd o n de già
stiziato e fa d e ll'uomo u n servo e un dannato che sol o le aqui l e imperi ali p artiron o per il domini o del �ondo
al e osera
. 11 fa­
l'arbi trio della • grazia • p u ò salvare. La fol a p i ù sciocca sotto la poten za august ea, solare e r e g -
.
e assurda è quella che dà la paga n ità per un si non imo di sci sm o assume re qui , a Roma, qui dove
ancora su ssiste
t rn de 11d o sè
materialità e di corruzione, e la cristianità, i n v ece, per la l'ironico residuo deli' u n ica gerarchia di cui,
'

sintesi p i ù pura e d escl usiva d i tu tto ciò che è spiri tua le. s tes>o, il cristian esimo fu capa ce - ose rà qui riprend ere
E quanto questa superstizione giace ancora in fondo a l l a l a f i a c c o l a deila t r a d i z i o n e medite rranea ?
m e ntalità contem poranea I Noi non vogli amo nè sperar e nè disperare. Pussia:i.:o a_t·
No. Lo spirito v i vente e i m m a n e nte, lo spirito i n atto tendere . • L'idea non h a f re tta " fu detto da Hegel, ne ciò
come sapienza i n i z iatica e potenza, gloria di Re e d i Vin­ che è sapreb be subire alteraz ione da parte ? i ciò che non è.
I valori, che noi portia mo, sono: che circos tanze
e uo­
citori, non lo conobbe l a con t a m i n azione semitica - lo co­
nobbe la razza di Roma, la stirp e e l l e n ica, l'Oriente antico. E min i si presentino, per cui essi .possa no, o m � no, passar e
c h i oggi insorge con tro la corru zione cristiana, contro i l male anche ad i fo rm ar e un dato periodo nella conting enza de lle
n
_
e uropeo - quegl i non è u n negatore, ma un affermatore - cose storiche e t em po r a l i - è cosa che, i n vero, non deve in­
teressare ta n t o noi, quanto coloro l a cu i v e rità
i l solo che sappia che cosa s i a affermazione. si arresta e
Noi d u nque oggi, a Roma, testimoniamo d ella tradizione cotesta contingenza.
pagana e d i nvochiamo l a restaurazione d e i valori med i ter­
ranei i n u n Imperialismo Pagano. La persona d i c h i parla
e d i c h i al tro sia congiunto a lui n e l l 'istessa realtà s p i ri­
tua l e - i solati, i m passibili e i n t ransigentemente aristocra­
tici in questo mondo di merca n t i , di i n gabbiali e di deviati
- scom pare dinnanzi a questa realtà stessa, che per mezzo
di l oro si rivolge a Colui in cui oggi si riassume il mo­
vimento fascista.
Si r i usc i rà a sentire che non si tratta di parole, non
di utopie, non di a strazioni romantiche, ma che è la p i ù
posi tiva e la pi ù possente d e l l e r e altà ch e attende d i es­
sere dissotterrata per mezzo di esseri capaci di tu tto, per
mezzo di u n'opera r i s petto a cui tu tto ciò che il fascismo
ha fatto fi nora d iviene n u l la? Che tuttavia, t utto ciò è pos·
2
j. !vOLA, Irnperialismo Pacane
I I. I,e eondlzionl per l'Impero 19

LE CONDIZIONI PER L'IMPERO ma l i ve llata molti tudine - tale è l'errore che sta a l l a loro
base.
E la radice di cotesta perversione procede dalla ri vo­
l uzion� cristiana.
Il cristianesimo, col trascendentismo dei suoi pse udo­
val ori gravitanti t utti n e l l'attesa di q u e l » Regno «, c h e
,. n o n è d i q uesto mondo "• infranse l a s intesi armoniosa
di spiritualità e di pol iticità, di regalità e di sacerdota l i tà
che i l mondo a ntico conosceva . E l'abbrutimento politi co
moderno n o n è che u n a estrema conseguenza d i q uesta a n­
titesi e d i q uesta scissione c reata dal c ristianesimo primi·
t ivo e contessuta n e ll'essenza stessa d e l cristianesimo pri­
mitivo.
La decadenza dell'idea politica.
Presa i n sè stessa, n e l suo sotti l e bolscevismo e n e l
suo profondo d isprezzo per ogni cura mondana, l a predi­
c; ome un � orpo vi vei!t e non si t i e n e su c h e i n quanto cazione di Gesù poteva con d u rre ad una sola cosa : a ren ·
v1. �la u n a anima a domi narlo - così ogn i orga niz zazio n dere i m poss i b i l e non pure lo stato, ma l a stessa società .
e
soc1al � non a v ente radice in una realtà spirituale Ma al v e n i r meno d i ciò che era la mo l l a ani matrice d i
_ è
� recana ed : str 1 n s eca, i n capace d i manten ersi salda e i d en­ u n tale i nsegnamento - l'avvento d e l " R egno " - lo sp i ·
tica n e l l a v1ce � da d e l l e var i e forze - e 11011 propria· rito e l'intransigenza d e l l a p ri mi tiva predicazione furono
me nte u n orgamsmo, q uanto piuttos to un composto, un 0(,_ traditi, e come un ,, pis a l l er e e u na» norm al izzazione " volta
gregato. ,..,
a fissare un posto in q u esto mondo a ciò che ,, non è d i
la causa vera della decadenza dell'idea politica nel/' Oc­ q u esto mondo•, sorse, quale comp romesso i brido fra cri­
.
ciden �e c_o�1temporaneo risiede precisamente nel fatto clze i stianita e pagan ità, l a chiesa cattolica.
va/on spmtua lt con cui una volta si compcnetml'a l'ordina­ Fissiamo senza i n certezza q u esto p u n to : un conto è il
mento sociale sorw venuti meno, senza che ad essi si abbia sa­ cristianesimo, un altro il cattolicesimo. Il cristianesimo in
put� ancora_ sostituire nulla. I l p roblem a lo si è abbass ato quanto cristianesimo è l'anti impero, l'analogo della rivoluzione
al l i v e l l o d 1 fattori econom ici, i n d ustr iali militélri élll'nti­ francese di ieri, del bolscevismo e del comunismo di oggi. Il
n i strati vi o, al p i ù , sentime n ta l i - senz � render�i c�nto cristianesimo in quanto è invece chiesa cattolica, non è che
c h e t �1tto questo n o n � che mera mélteria , 11ecessarìél f!n un'ombra della paganità, ombra sommanente contradittoria
chè s1 v u o l e , ma mai_ suff�c i e n te, così poco capace di prn- · perchè si riflette sur un contenuto, sur un sistema di valori o
.
durre u n ord iname nto sociale. sal ? o e razionale, pogg i at o pseudovalori. che è la contradizione della paganità.
s � sè stesso, quanto 11 .
semplic e i n contro d i forze mecca-
11 1 c h e a produrr e un essere v ivente .
/�organicità, esteriorità - questi sono i caratteri (Jom i­ Cattolicità e roma nità.
n � nt1 delle organn izzazio ni sociali con tempor anee. Che l'alto Il fascis m o al bivio.
s1 a �eterm 1�ato _ dal basso, c h e la l egge e l'ordine anzichè
_ ust1fi cars1_ 1 11
1
� una a ristocrazi a, i n u na d iffe renza di qu.:ili!iì, I n q uesta sua con n aturata contradizione sta la causa d e l
in u n a gerarch ia _ spmtua
_ _ le, d ebbano fondars i sul con tino-enie fall i m e n to d e l l a chiesa cattol i ca, d e l l'impotenza sua ad assu ­
nodo d i e q u i l i b r io degli i n teressi e conomi ci d i una a�10ni mere d av vero i l retaggio d i ciò c h e i l cristiarn:simo aveva
d istrutto : l'i mperial i tà e l' uni versali tà romana.
Le eoudlzlonl per l' Impero
l 111pt,.· l1df,.1no Pa;.;ano

La c hiesa � atto l i c_a i nfatt i , non è tanto pagana, da abo­ fatto d i cose dello spirito ; dall'altra u n a rel i gione, c h e si
. disi nteressa della politica, che si riduce, n e l l a chiesa cat­

l t � e d e tutto t i d ua l i s m o : e cosi d i s t i n g u e , sep ara i l d o m i
_
n 1 0 s p m tuale d al d o m i n i o p o l i t i c o , la cura d e l l e > a n i m e e tolica, ad u n a funzione simbolica, ad u n a specie d i gra n d e
!
d a l l a cura � e l l e ge n i. I n va n o poi si sforza d i ri c o n g i u ngere associazi o n e i nternazionale d i credenti, capace ; soltanto d i
l e due part i . Essa s 1 trova in u n i mpacc i o se n z a u sc i ta. u n o slavato paterna l ismo a base d i ostentate e d i nu t i l i pemure
. � ,
So n o coe re n i i G u e l fi che n o n a m m e t t o n o la po ss i b i l i tà per la salute d e i popoli - i quali vanno ognu n o per conto
d i u n o stato laico a u to n o m o d i n n a n z i alla C h i e s a , c h e vo­ proprio ..;.... o delle » a n i m e e -
le quali hanno tutte per­
.
' d uto il senso i nteriore, v i vente, concreto d e l l a real t à spiri­
� l 1 o n o u n a. sussunzione senza residuo de l l A q u i l a a l l a Croce.
_
. tuale.
fu t t a v 1 a , i n q uesto caso, che co s a r e s t e r e b b e a l l a C 1 i e s a
st es s � per p o t�r si c h i a m a re a n cora cristiana, p e r p o t e r ri ­ Nel medio e v o i due poteri cozzavano, conservavano
v e n d i care la d i s c e n d e nza d i col u i c h e i n se g n ò l a r i n u n c i a ancora n n po' d i vital ità, un po' di paganità, l'uno e l 'altro.
l 'essere v a n e l e c u re d e l m o n do e gli uom;ni u g u al i , p e ; Poi venne una fase di rilasciamento e di progressiva se­
n.,atura s e r v i. d i_ u r� Dw, . 1. 1 c u i r e g n o n o n è di q u es t a t e r r a ? cessione. S e alla fine l o stato m od erno si rese a uton o m o
!
C_o m e n a n e n e re 1 1 d o m i n i o e l a gèrarcllia s e n o n p a s s a n d o d a l l a chiesa, ciò a ccadde u ni ca mente perchè esso si mate­
rializzò de.I tutto, perchè i gnorò che il proble m a politico è
.

d 1 fat�u n e i va!on p a g a n i di aff � r rn a z i o n e ' d i i m m anenza e


inseparabi l e dal prob l e m a spirituale, e d isinteressandosi d i
di d iffe r e n z a ?
In ogni caso i � g u e l fi s mo, fuor c h e per a l c u n i t i p i
di ogni q uistione c h e trascen desse l a piccola cerchia d egli i n­
e ccezi. o n e - q ua l i Grego r i o V I I , B'.) n i fa c i o V I I I , I n n oc e n z o teressi prati ci d e l l a v i ta associata, si ridusse ad un mero
lii - n o n h a a v u ta n e s s u n a rea l t à s t o r k a p ers i s t e n t e Ma . potere giuridico e a m m i nistrati vo.
.
a l lora r � sta, i n s a n a b i l � , i l d i s s i d i o, i n q ; i a n to c h è da p a r t e Questa è una r i n u n cia, che oggi non è piu conse ntita
s u a u n i m pe ro, che _s i a da l' vero W < ilnpcro, è i m p o s s i b i l e
O , a l m e n o : chi vuole parlare sul serio d'impero, oggi non·

c h e p ossa t o l l e r a r e 111 sè o S•) p ra sè u n a c h i es a c o m e u n a deve consentire più a cotesta rinuncia.


.
o rg a n i zz a z io n e d i s t i n t a . U n i m p e ro i l c u i d o m i n i o s i a p u ­ Via d i uscita a l l a crisi politica europea non vi è che per
u n a restaurazio n e . della s i n t esi assoluta dei d u e poteri , p o l i ­
r a rn e n t � � a te n a l e p u ò! c e rto, lasc i a r c o e s i s t e r e u n a c h i esa,
e � a n_z 1 r l l fl: e l tère a l e r g u a n to c o n c e rn e le cose s p i r i t u a l i t i c o e sacro, rea l e e spirituale sulla base di una concezi o n e
. i m m anente e d e ll'en ucleazione d i forme superi ori d i v ita e
d 1 c u i p e r i p o t e s .i s 1 d 1. s 1 n te re s s a . S e n o n c h è u n s i m i l e i m­
i n d ividual ità.
p e ro, come l 'a b b i a m o d c t i o sop ra, p e r n o i n o n è c h e u n a
La c h i esa catto l i ca h a avuto d i n n a n z i a sè q uasi due m i l ­
perve � za d i .i m p e r o . U n i m p e r o è t a l e so l a m e n te q u : rn d o l o
l e n i , n e i quali h a d i m ostrato l a s u a i m potenza ad assu mere
p e r m e i u n a i m ma n e n t e s p i r i t u a l i t?l ; m a i n t a l c a so è e v i ­ .
il retaggio romano partendo dai valori cristiani.
! � ' _
d e n e c e l i m p er o n o n p uò ricon oscere u n a q u a l si a s i or­
L'universalismo cattol i c o non è affatto l ' un iversa l i s mo
ga � 1.zzaz1one che s 1 arrog h i l a j He roga t i v a d e l l e cose d e l l o
i m p eriale e r o m a n o : e s s o è u n u n i versalism o n o m i n a l e ,
s p m to. Esso d e s a u torerà e s o p p i a n te rà ogn i c h i esa, p o n e n d o
, anod ino, incorporeo, i nternazionale - ed è semplicemente
s e n z a l tro sè ste sso c o m e v e ra e u n i c a c h i e s a . Così s i t o rn a
assurdo paragonarlo come che sia a q u ello concreto e solare
a l concetto p i tagorico, m i t h riaco, d a n tesco, s i t o rn a a l Ce­
d i un superstato d i dom i natori, n e l la c u i p i ù vasta vita
sa�e A ugusto, a l l a s i n t e s i p a g a n a di re g a ì i t à e d i s a c c rdo­
. al > Sacro Impero e potenza trovi n o u ni tà v era, pace profonda ed armoniosa
taltta,
sintesi le m o l te potenze i nferiori, quale Roma l o i ncarnò e
«.

Ma n e m m e n o q u e s t a s e c o n d a p o s s i b i l i t à , e c c e t t o r a r i
q u a l e d eve essere i l m o d e l l o ideale di c h i u n q u e voglia evo­
la m p e gg ia m e n t i , h a a v u to r i s c o n t ro n e l l a s t o r i a post- ro m a n a .
care Roma d i contro a l d e m ocratismo europeo e al fe dera­
E c h e cosa è restato ? D a u n a p a rte u n o st a t o e ss e n z i 3 ! ­
l ismo amt!ri cano. Fatto d i m ediocrità, d i compromesso, d i
i
m e n te l a i co c h e s i esa u r isce n p r o b l e m i e c o no m i c i a m rn i ·
estetismo rituale, d i prudenza, t u t t o i n superficie, s u ssistente
t
n i strat i v i , m i l i taresc h i , ecc. d e c l i n a n d o o g n i c o m p e e n za i n
l n1 p t" ri u l i �1no 1•a�·1 t110
I.e cond h : l o n l p <' r 1· l n1 pero

solta nto per l a sua capa cità di adatt amen to e di assor bime
strut tura i m perso nale e vuot a che non mord e la realt nto Ma .q uando l a prospettiva del Re � no « i ndietreggiò e
à c'1 �

non c om � nda le unità polit iche e che d i rigor scomparve, l e forze tesisi nella speranz.a .ncad.de.ro s � sè .st�s­
sere t. ndtff erent e ad ogni parti colar e interessee dovr ebb� es­ se · e da� suo aspetto bolscevico-ind1v1d ual tst1co 11 c r1st1a­
nazio nale a
parti r da q ue l l o dell'I talia stess a - l'univ ersal ismo ne � i m o passò a l suo aspetto socialistico. L ecc lesi� , l a comu·
n ?� ci s �rve e non ci basta . Ed è solta nto un tristecatto l l co
'

nità, l a vita associata dei fedeli i ntesa c0me u n med1 � m t. m pe r:


d � mcos c1enz a, u na prov a di q uanto gli italia ni di oggi segn o sonale e mistico fatto d i reciproco bisogno - bisogno d1
biano perso i l senso della latini t�, il farsi gabe llare ab­ a rn � ne, bisogno di serv ire, bisogno di comunicare, b i � og � o
tradi zione latina è l a tradi zione catto lica cosi da servi che la . d i reci proca conferma e di reci proca dipe nd � nza dt � 1te
subd ole mene dei Gesu iti. re alle ciascuna i nsu fficente a sè medesi m a - sost1tu1 . nelle anime
Ma ques to sofis ma va smas chera to. Noi i ciam o : Il l a realtà; ven iente meno, del Regno d i Dio • •.

scism o sfrut ti i n tutto q uel che gli riesc e lad Chie fa­ Biso na distirwuere
0 nettamente I'• ecclesia «, di cui ora par­
ident ificar e i l prop rio i ntere sse con quell o della Chie sa - ma d
liam o , a ciò che poi fu l'organizzazione chiesa� tica cat- ·

sto assol utam ente no. E si sapp ia d'altr a parte che sa, quan
que­ tolica . Cotesta organ izzazione sorse da u n a successiva paga­
l a Chie sa, per fi ? i assa i lonta ni dall'e vang el ica rinun do nizzazione dell'ecclesia nel senso primitivo, di c u i i � u n a
osten ta la sua lat111 ità d i contro ad altre tradi zioni o a mo­
cia, certa mi sura !radi l o spirito a favore di u n residu � dt' im pe­
vime nti d i color ito intern azion ale, essa o bara, o trad� rialità esteriormente rituale e gerarchica, secondo 1 1 comp ro­
stess a. sce sè me'iSo sopra rilevato. I m porta i nvece comprende r � nel. l a . sua
li fascis mo effetti vame nte si trova dinna nzi a quest
: realtà originaria l'ecclesia delle prime co � u n 1. t � cr1st1 � ne
m a : o arrestarsi all impero inteso come una bruta organoizzaz dilem ­ v e n ute su a l cessare dell' infl uenza di retta dt Gesu e a l l . 1m-.
io­ pallidire del senso d i i m m i nenza del � Regno • . A l!ora n o i
'

ne materiale, ed allora può lascia re un posto alla Chies a, può


tollerarla, confermarle la prerogativa di troviamo i l primo germ e d i ciò c h e dovra condurre al tipo della
quelle cose dello spi­
rito che restano estran ee all 'impero il quale dunqu e, società moderna euro - americana.
i11 quest o Nell'Impero i l principio e ra : gerarchia, . i nvesti tura dal­
riguardo, resterà subordinato a d essa. O v vero arriva
re all'idea l'alto. Nell'ecclesia cristiana esso fu : e1uragl1anza, fratella nza.
vera di impero , all'impero che, in primi
s et ante omnia , è Nel l'impero esistevano dei rapporti ? i d i pendenza pers ? na_­
·

una realtà spirituale immanente, ed allora la Chies


a va
torata, sca!zata, subordinata allo stato nei limiti di quella esau­ l izzati : esistevano dei signori ed esistevano degl i. scl1 1av1.
rica tolleranza che un tale stato può conce dere provv gene· Nel l'ecclesia tali rapporti si spersonal izzarono : fu u n legam �
mente ad associazioni in tern a zio n ali della fattispecie isoria­ di esseri ugual i , senza capi, senza distinzione � i classe _ o d t
. trad izione, t e n u t i i nsieme u n icamente dal rec1p � oco dipen ­
dere e dall' identico b isogno dell'anima. Nacq ue, 111 al � re . pa :
Pro te stan tesi mo e Rom a n rol e, l a socialità, l a forma d i u n puro � iver � assoc1at1 ! d t
ità.
uno stare i nsieme i n qual cosa di collettivo, 111 una solida-
rietà egu a i i t a ria . .
Insist iamo sul fatto che la predic azione origin E d ora scendiamo gitt, sino alla Riforma . La R1forn:a
in sè stessa non mirav a affatto a costit uire una naria di Gesù
uova forlìla il ritorno del cristianesimo pri mitivo d i contro ad u n 1 1 m1te . fu
di vita assoc iata od anche di religio ne . Essa aveva un carat­ d i paganizzazione raggi un to, con l'umanesimo, dalla chiesa
tere pretta mente anarc hico, antiso ciale, dhfat tistico , sovve r­ cattolica. L ' intransigenza protestante p o s e fin� al . compro �1ess�
titore di ogni ordin e razion ale di cose. Una sola preoc cattolico, e con ciò condusse a fondo la dtrezwne del/ a � t1 ­
zione la perva deva, ossess ivame nte : la salvez za dcli' •cupa­
.

ani­ impero. R i voluzione della cosci enza reli�i ? sa, es � a determ 1 11 0


ma " dei singo li i ndivid ui dinna nzi all'av vento , dichia rato u n p rofondo rivolgim ento d e l l 1: de a pol tt1.ca : Svtncola � do l e
i m m i llente , del Regn o
> •. coscienze da Rom<l, immanent1zzo. e soc1al1zzò l a Chiesa e
- �·' · •
·
.

r e s e i n a t t o i n u n a re2l tf� po i i t h ::c1. L :-:. fc n:� �� fi i_, ! l ' �.' ('(· � t s i a µ r i ­ C O " ' ' ' ' ; · · ! 1 · e �, :-. c . Pf f': t: i o l'It;d i ;:i. Quasi c u l l a n d o s i n e l
I ra t u t t i ,
m i t i v a . A l l o o go d e l l a f;e rrt L. l i i a <i<t i i ' ;;_ >\ <' i � ! · · ·· '•: : :o o I ;, f d fo r­ r i c c :'. d G ci c i i 'i n: r e r(; ·p;· r o d i :d o d a l l a C h i e s a , e s s a n o n ha a v u tr)
n1a si sost i t u ì Ia l i b t r 2 <. s s c c i a � l o � 1 c d ... : c r .: d �� n u C ii.i é1 n c l pr._ t i la fon.<\ n c r fa r l a r i v o l m. i o n e n è i n u n s e n so n è n e l l 'a l ! r o .
d a l v i ncolo d c l ! ' a u t o r i t <\ , d i v e n « t i a ' ; :\ J e: ; , \ ;. , , , ,: : ·. k ogn u n o E c o s i d ;t u n a p a r t e i l nialc cl e 1 n oc 1 �t l i c o s i è a n d a to i n fi l ­
arbi. tro a s è s i c s s o n e i n i e d e s i m o k 1 n p o c h e u gu a l e a c i<; S C Ll :i t r;; n d o s o ! i i l lm n ! e n e l l a s u él c o m p il g i n c p o l i t i c é1 , d a l l ' a l tra
a l t ro . Fu, in altre puroic, il princi�'j io dci/a decadt'nza :ibe­ p a r t e S l ! S s i s te la g r a n d i csa s 1 1 p c r s t ru t t u ra i n e r t e e p u r éì m t: n ! e
ral-democratlca europea : di c o n ! rn a d og n i for m a i n! p c r i a l e , s i m h o l i c a d e l l a c h i e5a· c a t t o l i c a , e l l e n e o p p r i m e l a r t: a l t à
l a r i v o l u z i o n e p rotest a n t e h a a p e r t o l a v i a a l m o cl u d i u n a n a z i omd e , a c 1 1 i t u t t a v i a s i 1 1 1 :i n ! i e n e a n: b i g u a m e 1 : 1 è e s t ra n e a .
orga n i zz a z i o n e p o g g i a t a n o n !' i.I c ; ; p i , m él s u l l a s o m m a d t:i M a q u e�-. t o s t a t o d i co s e n o n p u ò d ur a r e . S a rà q u e s t i o n e
s i n go l i i n d i v i d u i , d i u n a c•rr;;: u i ::: z a z i o n e v e n i e n te d a l basso d i t e m p o -- m a i p a e s i l a t i n i , e l ' I t a l i a p e r p r i m a , s o n o t e n u t i
e d esa u n> n tcsi i n un l c p; :nne i m p e r s o n a l e , in una r e a l tà p u r a ­ <1 d e c i d e rs i : o e s s i s u b i r 3 n 1? 0 d i f2 t t o i l p r o t e s t a n t e s i m o c o n
m en t e col! c t t i va a u togo v r: rn é\ n t \� s \ e d éi u togi u s t i fi c a n t e s i . l 'orga n i zzarsi s u l t i p o d e l l e soc i e t à a n g l o · s a sson i s c a l Zrt n d o
Q u e s t a ct i re z i o n e li :, .; :-'.> ; r t; i t u r;: p i ci a nL 1 ! t e i p a t s i a nglo­ v i a v i a l a C h i e s a c o n u n a r e l i g i o n e i m m a n e n t e d e l l a soc i a l i t à ;
sasso n i , e d oggi tende é! i : c l l \ : :; s ::i éi l comµ i m c n : o d i u n a s u a o v v ero s o n o t e n u t i a r e a g i re e a d i m p o r s i c o n u na r i v o l u ­
» ca t t o l i c i t à « , a n ti t e t i ca a q u c l b c h e fu p r o p r i a é1 H. o m a pa­ z i o n e n e l l 'altro senso, con c u i m e t te r e i n p i e d i !'a/Ira fo r l l l a
ga n a e che s o p r a v v i sse, i n forma spen t a , n e i l a ( l� i ':.' s;: : c o m e poss i b i i c d i stato q u e l l a te s t i nw n i a t a d a l l ' i m p e r i a l i t à pa ­
-·-

a l l ' i n te r n o d e l l e s i n g o l e n a z i o n i e ssa, a c c u m u n a n d o l i , c a n ­ g a n a e m c cl i t e rra 1 1 e a , c h e i c ri s ti a n i s i v a n t a ro n o d i a v e r


c e l l a l a d i fferenza d e g l i i n d i v i d u i n e l p u ro v i n c o l o s o c i a l e , cosi cl i s t 1 u t t él .
essa ten d e anc h e a c a n c e l l a re le d i ffere n z e e i p r i v i legi d e l l e L a rivoluzione clze può salvare l'Italia dal pericolo prote­
s i n g o l e n az i o n i . m e t te n d o l e t u i t e a d u no s t e s s o r<1 ngo n e l­ s tan te , dal pericolo CilrO c m cricano, è la rivoluzione anticri­
l 'a n o n i m o u n i v e r s a l i sm o d e l l ' i d e a l e d i u n a » So c i e t à o S i n· stiana, la rivoluzione paf}, ana. L' unica via per salvare la
dacato d e l l e N a z i oni «. Ne l con '. c rn po, la r e l i g i o s i t à s i u ma ­ tradiz ione latina 11011 in ruote rettoriche di letterati, ma nella
n i zza s e m p r e d i p i ù , t e n d e s e m p r e p i ù a d i d e n tificarsi co n concretcz.w stessa di una comJhlf},ine scciale, è questa. C h i
l a soci a l i t à . I n u o v i ss i m i ori e n t a m e n t i v e r s o u n a ,, r e l i g i o n e h a c o r <i g g i o , c a p i s cél . C h i n o n h a . co r a g g i o , n o n c a p i sc a .
d e l s e r v i g i o s o c i a l e " • v er s o u n a > r e l ig i o n e d e l l a voro e «, C o m e l a r i v o l uzi ori e p r o t e st a n t e s u p e r ò i l c o m p r o m es s o
l a p r e p on d e ra n z a c r e s c e n t e d e l l ' i n t eresse e d e l l ' i n tra n s i g e n z a c a t to l ko e c r i s t i a n i z z ò l ' O c c i d c n i e n e l l a s t ru tt u ra e n e l v a l o r e
mora l i s t i ca s u q u a l s i a s i a l t ro i n t e resse i d e a l e e m e t a fi s i r n n e i d e l l a s o c i e t à d e m o c ra t i c a , n o i , c o n t ro l a R i fo r m a , d o b b i a m o
paesi p r o t e s ta n t i, l o p r o v a n o . s u p e i a re l o s t e s s o c o m p r o m e sso, m a p e r a ffe r m a r e l ' a l t ra
In c o n c l u s i on e : d a l l a R i fo r m a s o r g e u n a p o s l Z ! o n e c o e ­ a l t e rn a t i v a p o s s i b i l e , se p u r n o n a n cora e s i s t e n t e . S u l l a base
r e nte, c h e s e p a ra d a l n u c l e o c r i s t i a n o- p a ga n o p r e s e n t a t o d a i di u n a resta u r a z i o n e paga n a noi d o b b i a m o c r e a re una s o c i e t à
p a e s i c a t to l i c i l 'a s p e t t o cristiano ( n e l l a s u a fo r m a m o d e r a t a r e t t a d a i v a l o r i d i gerarc h i a , d i orga n i zz a z i o n e d a l l ' a l t o , d i a r i ­
d i ideale d i u n a m e ra v i ta a s s o c i a t a ) e r e a l i z z a u n t i po d i st i n to s t o c r a z i a , d i d o m i n i o e d i s a p i e n z a , c i o è d a q u e i v a l o r i i m pe ­
d i stato : lo stato democratico, l ' a n t i m pero, l 'a u t ogo v e r n o d e l l a rial i d i cui la C h i e s a c o n t ra d i ttor i a m e n t e s i i m p r o n t ò , e c h e
massa sovra n a a s è stessa con l i v e l l a m e n t o d e i s i n go l i i n u n do p o lo s c a c c o d e l l a Ch iesa stessa n e l corso d i u n e s p e r i me n t o
sol i darismo anarch i c o, a ce fa l o, c o n p a r v e n z e d i go v e r n a to r i b i m i l l e n a r i o , v a n n o affe r m a t i cru d i , n u d i , n e t t i d i q ua l si a s i
servi d e i servi i n q ua n t o m e ri > ra p p r e s e n ta n t i e d i p e n d e n t i e a t t e n u a z i o n e e d i q u a l s i a s i m a s c h e r a d a p a r t e d i p e rs o n e
re s p o n s a b i l i r i s p e t t o a l l e m a s s e - a n zi c h è q u e s t e essere c h e n o n si v e rgogn i n o d i d i s c e n d e re d a l l a p i ù g r a n d e rea l tà
r e s p on s a b i l i r i s p e t t o a l o ro e l o r o , come c a p i , r i s p e t t o a m e d i t c na n e a e s i s t i t a , e c h e q u i n d i , c o n t r o l ' E u r o p a tutta,
·

n e s s u n o. o s i n o fi n a l m e n te, come noi, d i c h i uarsi pagani.


I p a es i l ati n i i n u n a certa m i s u ra s o n o r i m a s t i 1 111 11 1 u n i
d a l m a l e p ro t e s t a n te . M a c o n c i ò s o n o a n c h e r i m a s t i n e l
d i n o m e , n e l l e q u a l i n o n l a s u pe r i o r i tà s i a fo n d at a s u l l a
La vera c o ntrori form a . potenza e l a - carica, m a l a potenza e la carica, i n v e c e , s u l l a
s u p e r i o ri t à . .t, c i r c a cotesta s u p e r i o r i t à , i n s i s t i a m o c h e
e s s a i n n es s u n m o d o s i r i d u c e , p e r n o i , a fattori d i • c u l ­
Q u esta è l ' u n i c a v e ra c o n t ro r i fo r m a . Q u a l e s i a i l s e n so t u ra • , d i p r u d e n za p r a t i c a , d i a b i l i tà a m m i n i s t ra t i v a e s i m i l i ,
d e l r i n novamento spirituale che deve destarla, lo abbiamo m a d e ve basarsi s u u n a d i ff e r e n z i a z i o n e q ua l i t a t i v a , sostan­
g i à a c c e n n a to n e l c a p i t o l o p re c e d e n t e , e t o r n e r e m o a d i rn e z i a l e , effetti v a di vita. E q ue s t a d i ffere n z i a z i o n e v a c o n fer­
q u a n d o m i s u re r e m o . i v a l o r i c h e i l C ri s t i a n e s i m o p o s e d i m a t a e fissata in p r e c i s i ra p p o r t i d i d i s t a n z a secon d o u n s iste­
c o n t r o a i v a l o r i c l a ss i c i . O r a c i fe r m e re m o s o l o s u u n p u n t o m a n o n i d e n t i co , m a c e r t a m e n t e a n a l og( ) , a q u e l l o d e l l e caste
p a r t i c o l a re. I l p r i n c i p i o è · u n a rigorosa i n tr a n s i g e n t e res t a u ­ o r i e n ta l i .
r a z i o n e d e i v a lori d i gerarchia. Da q u e s t o p u n t o d i v i st a , m o l to v i è d a fare d i l à d a l l a
N o n ci si i l l ud a . I l f a s c i s m o n o n fa c h e p r o c l a m are t a l i g e r a r c h i a fas c i s t a d 'ogg i ; i n q u a n to c h è c o t e s t a gera r c h i a , n e l
v a l o r i , m a d i f a t t o m a n t i e n e u n a q u a n t i tà d i e l e m e n t i d e · s u o c o m p l e s s o , oggi s i esa u ri s c e n e l l 'à m b i t o p o l i t i c o stricto
m o c ra t i c i e b o rg h e s i d a fa r p a u r a . Q u i n o n c o n t a n o i p ro­ sensu (a m m i n i s t r a t i v o , m i l i ta re s c o , g i u r i d i c o , e co n o m i c o ) p r o ­
c l a m i , ma c o n t a n o le cose a g i t e d e c i s a me n te e non p a r l a t e , p r i o s e c o n d o l 'a c c u s a t a d e c a d e n z a d e l l ' i de a p o l i t i c a - e n o n
c o n t a l o s l a n c i o profo n d o c h i:! p u ò t r:1 v o l ge r e a b i t u d i n i c h e s i pro l u nga a n cora i n u n a r e a l e aristia , c i o è i n u n s i s t e m a
c i s i s o n o c o n n a t u ra t e e c h e n o n c a m b i a n o q u a n d ' a n c h e c o n d i gra d i s u p e r i o r i n e i q u a l i l a d i g n i tà g e ra rch i c a p o l i t i c a s i
l a b o c c a e c o n l a m e n te s i affe r m i i l c o n t ra r i o . i d e n t i fi c h i a l l a d i g n i tà s p i r i t u a l e e i n e s s a t r o v i g i u st i fi c a z i o n e .
Per p ri!ll a cosa, ci si de ve s ba ra zz a re di ogn i residuo A l p o s t o d i q u esti g r a d i , oggi v i è u n o s p a z i o v uo t o .
del s is t e!ll a elettorale e rapprc sl!ntativo, il cui p ers istere in un Q u e s to s p a z i o è v u o t o , i n q u an t o l o o c c u p a l a monarchia
qualsiasi m o do o tra vesti!llento nei quadri del fa s cislllo realiz­ l a q u a l e , n e l l o s t a t o m o d e rn o , è d-i v e n u ta u n a s o p ra v v i ve n z a ,
zerebbe un vero e proprio con trosenso. E ad esso va sosti­ u n s i m b o l o , u n a f u n z i o n e c h e ha p e r s o i l s e 1 1 s o d i s è , c h e
tuito 1111 sistema a n a logo a qu el lo che regge !'organizzazione è t a g l i a t a f u o r i d a l l a r e a l t à . / / du alism o e la coesistenza di
gerarchica militare. u11a o rgan iz z az ion e statale effettiva e a 11!0110111a di contro ad
I c a p i d e b b o n o e s s e r e n o m i n a t i dall'alto, p e r investitura 1111 p o tere m onardzico puram ente no m in ale , di /Ili capo di go ­

e n o n p e r r i c o n o s c i m e n to , a p p r o v a z i o n e o e l e z i o n e d e l l e f o l l e . verno e di un re, é un nuovo sc�no del carattere astratto, inor­


I n n e s s u n m o d o e s s i d o v ra n n o r i s p o n d e re v e rso i d i p e n d e n t i , ganico, compromissorio della realtà po litic a d'oggi ; esso è u n
m a s o l t a n t o v e rso i c a p i g e r a r c h i c a m e n t e s u p e r i o r i e cosi c o n t rose nso a n c o r a m a g g i o r e d i q u e l l o d e l d u a l i s m o e d e l l a
v i a, s i n o a g i u n ge r e a chi sta al v e r t i c e d e l l ' o rga n i s m o i rn · c o e s i s t e n z a d i S t a t o e C h i e s a , e v a s up e rat o . A 11 c h e q u i l 'a l t e r­
p e r i a l e . La • popolal ità e , i l giud izio favorevole o m e n o d e i n a t i v a è l a stes s;i , e l o s t e sso è i l p e r i co l o, e c i o è l a s o l u
d i pe n d e n t i , n o n d e v e i n a l c u n m o d o i n fl u i r e s u l l a c o n d o t t a z i o n e d e m o c r a t i co fed e r a l e a11 g l os a s s o 1 1 e , a l l a q u a l e n o i o p ­
d e i c a p i , i q u a l i a g i r a n n o i n m o d o asso l u ta m e n t e i n d i pe n­ p o n i a m o l a s o l u z i o n e e l a r i v o l u z i o 11 e imperiale. I l Capo del
d e n te d a q ue l l i . Le e v e n t u a l i p ro t e s t e s i a n o t r a s m e s s e i n v i a governo deve essere il Re, e il Re il Capo del r;overno , a l t r i ­
r i gorosa m e n t e g e r a rc h i ca , c o m e n e l l ' o r ga n i zz a z i o n e m i l i tare, m e n t i n e l ' u n o è Re, n è l ' a l t r o C a p o d i g o v e rn o . S i a b b i a l a forza
e la d e c i s i o n e spetti s o l a m e n t e a c h i sia piu i n a l t o che di non t o l l e ra re i n ce r t e z z e di c o m p r o m e s s i o d i t ra n s i g e n z e
non c o l u i , contro cui c i s i r i v o l g e . r i s p e t t o a s o p r a v v i v e n z e s i m b o l i c h e , o v v e r o d i s d e g n a re d i ­
T u tt o c i ò , n a t u ra l m e n te , presu p p o n e n d o u r. a gerarch i a g n i t à reg a l i q u a n d o a d esse n o n c o r r i s p o n d a p i ù n u l la , o
fo n d a t a s u r u n a e ffe t t i v a s u p e r i o r i tà e n o n s o p ra u n g i u oc o quasi.
p i ù o m e n o v e l a to e l e ga l i zz a t o d i fa v o r i t i s m i , d i s i m pa t i e L a m o d a l i t à d i u n a t a l e r i v o l u z i o n e (se l a m o n a rc h i a
e d i a n t i p a t i e , d i i n teress i , d i v i l tà e v i o l e n z e . R i pe t i a m o d e b b a e s s e r e t r a v o l t a e s o s t i t u i t a d a u p d i t ta t o r e , o v v e ro � e
c l1 e p r i m a d i t u t t o b i s o g n a c r e a r e d e l l e é l i t e s d i f a t t o e n o n u n m o n a r c a t a l e n o n p i ù p e r s o l o n o m e s i i m p.:i d r o n i s c a ,
t8 Imperialismo Pa1;nao J,e C'oadl.r.lonl per J " l 1n pero t•

con u n colpo di testa, dello stato, torni al centro di esso


ed eserciti una sorveglianza e u n dominio diretto su tutte
M istificazi oni cattol ich e . D iffida.
le sue funzioni) non ci interessa, ci è anzi i ndifferente. Ci
i nteressa soltanto affermare che l a monarchia va rivita l i z ·
zata, risuscitata, dinamizzata c o me u n a funzione organica , C o n c i ò l e n os t r e p o s i z i o n i r i s u l t a n o n e t t e e d i s t i n t e suf·
centrale, assoluta, i ncarnante simultaneamente il potere d e l l a fi c i entemente , perchè a chi. nel Pa r t i t o , a d e � i sc e atl : m� n e
forza e la luce dello spirito i n u n essere unico, che s i a ve­ d e l l a Com p ag n i a di Gesti r i e sc a a ge � o l e d 1 ca r:i b 1 a � c1 l e
. _
ramente l'atto di tutta una stirpe. Solo al lora si avrà di­ carte i n t av ol a secondo gli esped ienti c o n c u i p 1 u d 1 u n a
ritto d i parlare d 'imper o . Ridestata ad una realtà gloriosa, volta, e m a l a u g u r a t a m e n t e , è s t a i a g i uocata l a N azione.
_
sacra, metapolitica, culmine tuttavia della gerarchia politica, In p r i m o l uogo, siamo noi che d 1 ff1cl 1 a1110 c o t e s � a ge n t e
la monarchia prenda il posto oggi usurpato dalla Chiesa. d i ri ve n d i c ars i a l l a • t ra d i z i o n e • e a l l a • roman 1ta. • -

Crediamo d i esserci e spressi a bbastanza c h iaramente affin· t oro l a cui ori o i ne è u n a s e t t a s p u r i a , i l l e c i t a e nu o v a ,


c h è non si pensi che questa i dentificazione d e i d u e poteri si ri· ram p o l l a t a dal ;uo l o d i Pal ;
stina .
_ . l i tr u c c o . c o n _c �i essi
d uc a ad una prosopopea rettarica e ad una superstiziosa d i vi· g a b e l lan o gli i n g e n u i , con I 1 d e n t 1 h ca re o c_c 1 d e n t al t t a e ro
_
n izzazione d i un e ssere p e l semplice fatto che esso si trovi ad m a n i t à a c r is t i a n i tà, i n opposizio ne a t u t t o ciò che è One� te,
occupare il massimo grad o d i u n a organ izzazione puramente l o r i to r c i a m o dunque, i n sede di v e r i t à , c o n t r o di loro. S i no
materiale - così come è accaduto i n vari casi di teocrazia. Noi a p r o v a c o n t r a r i a , N a z a r e t h , pat r i a d i G e � ù , è Asia ;_ e l a
i nsistia m o i nvece n e l l'affermare una sintesi reale ove la sp i­ tra d iz i o n e e h ra i c a ' c h e G e s ti e l o r t o d oss 1a h a n n o r i cono­
'

ritualità n o n è un nome, ma l a realtà positiva d i una auto­ s c i u t a e a ss u n t a è u n a t r a d i z i o n e nè rom a n a, nè i t a l i c a , nè


t ra s form a zi o n e, opera ta l a quale si pone tra alcuni esseri e med iterranea, m esot ica, d i u n a r a zza d i s c a r to fr a le a s i a ·

la m assa d e g l i al tri uomini al meno tanta distanza, quanto t i c h e . I n u t i l e po i r i m e t t e r s i • a l f a t t o « e far l a parata d e l l o
q uesta m assa n e suppon e fra sè e gli animali. Non vogliamo • s to r i c i s mo • : n o i non accettiam o i l � fa tto e non accet­
«

usare i l termi n e ,. s u peruomo " • tanto esso è d iscreditato e t i a m o l a • s t o r ia e nè l'accetterà il Fa s c i s m o , se non v uole
rettorizzato a l giorno d'oggi ; e d'altra parte non possiamo i
e s s e r e solo p e r r d e r e u n a rivo/11zio11e : co n s tat i a m ? s o l ­
s perare di essere com presi che da pochi, m i scompresi d a i t a n t o la c o nt a m i n az i o n e e permania mo n e l l a s t essa i n tr a n :
p i ù , q uando ci riferissimo al s e n s o del r i t o d e ll'iniziazione s i g e n z a d i d i s p rez z o , d i d i st a n z a e d i resi stenza c he l e cl � ss1
che in molti stati antichi (ed ancor oggi in qualche orga­ _ .
aristocrat i che pagane n u tr i v a no per la s u p e r � t 1_z 1 0 n e gal i l e a
nizzazio n e non e uropea, p . e. n e ll'araba) confermava l ' inve­ p ro pa g a n t e s i fra l a plebe i m periale . La t'.aqi<.tone _a
roma n
stitura del potere poli tico. I n ogni caso teniamo fermo che è /a tradizione pagana, .
e non quella cnstcana o cattolica
q u esta distanza d e i capi n o n è riducibile a nulla nè d i che sia. Conlèstiamo di nuovo, r e c i s a m e n t e , che la c a t ­
> morale « , nè d i » i d e a l e • , nè d i " rel i gi oso " • n è a qualun­
t o l i c i t à possa considera rsi come l 'erede della ro m a n i t à , t a' n t ?
que a ltro valore o non-valore umano, m a consiste, per così è l 'abisso c h e s e p a ra q u es t i d ue mondi d i là d a u n a c o n t i ­
dice, i n una diversa quantità . di essere ottenuta con una tra­ n u i tà p u r a mente g eo g ra f i ca . E n � l l a tt o d i s cagl i a r s i contro
"

s formazione sostanziale d e l l a coscienza . l ' Oc c i d e n t e , n o i , effett ivamente, c t s c a g l i a m o s o l t a n t? con t � o


.
E n o i d unque affermiamo che q uesta superiorità effettiva l'oscurame nto creato i n es s o d a l l a c r e d e n z a g a h l e:i , s i a
e concreta darà senso a l termine ,, spiritual ità « e sarà p o ­ .
c o m e catto l i cesi m o che (e a n co r p i ù ) c o m e p r o te s t a n te s i mo ;
s ta come i l centro, d a cui procederà l a dignità, l 'attributo perchè g i à d i cem mo, e f r a breve d i mo �trer em ? • che a ppunto
. .
e l a fu nzione effettiva d e l l a regalità ; la quale a sua volta ne l l o s p i r ito del c r i st i a n e s i m o stanno 1 p r 1 n c 1 p 1 e l e c a u s e
s i testimonierà nell'imperio - q uasi come secondo la p i ù p rofo n d e d e l l e p r i n c i p a l i forme d e l l a d e c a d e 1; z � europe � . I l
a n t i c a tradizione, p e r l a q u a l e i R e era n o t a l i i n virtù d i .
f a sc i s mo veda chi aro tutto c i èi : alla superst1zt0 ne sem1t1ca
u n fuoco attratto d a l c i e l o che l i i nvestiva e c h e l i testi m o­ dei n ostri padri noi oggi, rievocando Roma, opponiamo in
n i a v a con l a vittoria.
:u
se lmperlalh•mo Par;ano

q u e l s u bs t r a t o c u l t u r a l e che esso t e n d e a formare a i s u o c e n t r o ,


tutto e per tutto la tradizione vera ed antica dei nostri avi, _
d e v e p o r r e fi n e a s i m i l i m i s t i fi c a z i o n i e p r e t e n d er e , p e r p r i m a
la tradizione mediterranea. cosa che si studi a n z i c h è s c h i a mazzare c o n pa ro l e fa t t e ,
E se noi, n e i riguardi di ciò che è i nsegnamento sapien­
ziale e d esoterico, abbiamo potuto riferirci, ed a ncora c i ri­

m es e i n �
c i rc o l a z i n e s e n z a l 'a v a l l o d i n es s u no. L ' O r i e n t e
n o n è Tagore , n o n è S c h uré, n o n è l a S o c i e t à T e o s o fi c a ,
feriremo, anche a dottrin e orientali, si stia certi che anche n o n è i l G h a n d i e v i a d i c e n d o . S i l e gg a n o , 1 11 ve c e , l e
.
in q uesto caso possiamo opporre un preciso arresto a i pretesti Upanislzad, l a Bhaga vad gita, i l Si1111kl1ya, i l Majjhimonikayo,
cattoli ci dell'• anti-Roma "· L ' i nsegnamento i niziatico concerne
i Tantra, e p o i s i v e n ga a d i s � u t e r e .
una realtà che trascende le condizioni d i s pazio e di tempo,
D i c i ò c h e l 'a s t ra t t a s p e c u l a z i o n e o c c i d e n ta l e c h i a �1 a
epperò qualsias i argomen!o nazionalistico qui è a l meno cosi
a ssurdo, come q u e l l o di c h i volesse sottoporre alle condi­
" p a n t e i s m o "• n o n v i s i t r o v e rà t ra c c i a ( i l t e rm i ne è ad � a1 a, �
c h e non v u o l d i r e pe r n u l l a p a n t e i s m o) ; vi s i t ro v e ra i n ­
zioni o > tradizioni -< di q uesto o q uel popolo l e verità della v e c e i l s e n so g l o r i o s o , c h e l ' u o m o è u n ge � to � � n a t t o
geometria, del l a fisica o d e l calcolo i n fin i tesimale. D'altronde
d e l l ' i nfi ni to -- - non i l s er vo e i l d a n n a to dei cr1st 1 a n .1 -
l e stesse dottrin e noi potremmo anche riferirle e ci tarle da s e n s o c h e se r i s u o n a i n v i e d i d is t a c c o , d i c o n t e m p l a z i o n e
fon t i mediterranee e occidenta l i , se esse non fossero più e d i a s so l u t a l i b e r a z i o n e ' r i s u o n a a l t resl i n prece t t i d i u n a t t i ­
frammentarie e ( dal p u n to d i v ista profano) incerte, ovvero v i s m o e d i eroi s m o cosi e s t r e m o ( s i l e gga l a B/wgavadgita),
nascoste da una fitta simbo logia imposta appunto dalle per ­ c h e i n E u r o p a d i ffi c i l m e n t e s i s a p r e b b e i n d i c a r e q u a l cosa
secuzioni cristiane. di s i n: i l e . A d A r j u n a , a cui nel m o m e n t o d e l l a b a t t a g l i a , � e r
_
Perchè di fatto, l a tattica cattol i ca è q uesta : polariz­ d e b ol e z z a d i p i e tà v e n i v a m e n o l ' a n i m o s e c o n d o l a p a l l i d a
zare tutto ' ciò che non è cattolicismo in tre tabù : massone­ v i r t ù p e r c u i i d is e r t o r i c r i s t i a n i d e l l a l e g i o n e t e b a n a f u ro_n o
ria Oriente, protestantesimo, dichiarare tutta ciò anti- Roma p a s s a t i p e r l e a r m i , i l D i o i m p o n e d i c o m b a t t e r e , e _1 n d 1 c a
e � osi, i n nome d i Roma, fare il proprio giuoco a mezzo i l c a r a t t e r e d i v i n o , s o p r a n n a t u r a l e , d i u n 'a z i o n e p u r a , s c: a - ·
della passion e di parte degl i i n genui. .
.
Il catto l ices im o è dual ista, teista,
. .
tra!lcendentl sta, e qutndt
gliata d i l à dal v i ncere e dal perdere, d a l l'egoismo e d a l ·
l 'a l t r u i s m o , d a l p i a c e r e e d a l d o lore : c o m a n d a m e n t o e_s s e n_ ­
ecco i l > pericolo panteista « del l'Oriente e l'equazione :
z i a l m e n te romano, s p i r i t ua l m e n t e fascista . � lo - d � c e - "
Oriente = Anti·Roma. Naturalmente si d imentica che pan ­ D i o - s o n o n e i fo r t i ' n e l l a l or o forza m o n d a d a d e s i d e r i o
teisti erano a nche gl i italici Pi tagora, Bru no, Campanella e e d a pass i o n e (Blwgavad-gitii, V I I , 1 1 : B a l a m b a l a t a v a m

cosi vi a · si dimentica che panteisti erano quegli indiscuti­ a s m i k à m a r a g a v i v a rj i ta m ) � - e s o gg i u n ge (ibid. , 1 11 , 22 ;


bili espo'n e n ti della civiltà greco- romana che �on o il neo­ «
IV, 6) : I n m e t u t t i i m o n d i s o n o g i à c o m p i u t i e p p u r e , d o ­
platonismo e l o stoicism o ; si dimentica che . l a mentalità m i n a n d o l a m i a n a t ura, assu m o u n a f o r m a , e d a g i s c o • -
romana si i n centrava essenzial mente su u n a v i sione del .
c o n c e z i o n e a l q t! a n t o d i v e rsa da q u e l l a e b r a i c a d e l D i o d e i
mondo domi n ata dall'unità e dell'armonia e che i n vece, caso c i e l i e h � h a b i so g n o d i � creare « i l m o n d o , e � o i � i r i posa .
stran o ' i l teismo e il d ua l ismo con cui, per i bisogni della O l t r e c h e s i d e v e t e n e r prese n t e c h e l e or1 g _1 11 1 r o m a n e
causa ' s i vorrebbe con trassegnare l a ,. roman ità e e la " la­ e b bero u n c a r a t t e re re p u h b l i c a n o e q u as i d e m o c r a t i c o e c h e
t i ni tà . sono stati i m portati principalmente dalla mental ità q ue l s e n so i m pe r i a l e , p o s s e n t e , c e s a r e o , p e r c u i i l fasc i s m o
ebraica che n o n è nè romana, nè latina, ma esotica, bar· s t e sso è v oca R o m a , è d o v u to e s s e n z i a l m e n t e a l c o n t a t to d 1
bara. I i caso di quell'insulsa marionetta di Tagore è stato f�o m a c o n orga n i zza z i o n i i m pe r i a l i p r o p r i e a c e r t i _ a s p e t t i
preziosissimo per questa gente - che non si rende con to orientali d e l l a t ra d i z i o n e m e d i t e rranea. E ' d u n q u e i n ge n u o
che g i u d icare l 'Oriente d a u n simile tipo e dalla sua con­ e s o f i s t i co, i n q u esto c a m po , i l g i u o c o d i R o m a e a n t i - Ro rn a .
dotta è come giudicare l'Italia non da u n Dante e da un V i è d e l l 'Occ i dP. n t a l i t à i n O r i e n t e e d e l l ' O r i e n t a l ità i n O c c i d e n ­
M acchiavelli ma da qualche dicitore d i canzonette napolitane. te . Le parole- s p a u ra c c h i o n o n i n c a n t i n o n e s s u n o . V e d a i n v e ce ,
Se il fas �ismo non vuole che, fra noi e fuori, s i rida di

I .
ln1p••rial1'nno l"n"ano
:u

t r e d d à m e n te, i l Fasci s m o , d o v e p u ò r i t r o v a r s i e c o n fern1ars i , i n t eg r a l e e segreta d e l l e s c i e n z e e so t e r i c h e , d e l l a q u a l e s i ·


d o v e i v a l o r i c h e e s s o s o s t i e n e p o s s o n o a ve r e u n a esa l ta · m i l i m o v i m e n t i c o s t i t u i s c o n o u n a r i d i co l a carica t u ra i n u n a
z i o n e - s e n z a c h e Ii e s s u n p r e g i u d i z i o d i • n a z i o n a l i tà e e
r
m e n ta l i tà 2.S S o l u t a m e n t e p o f a n a e i n g o m b r a d e i p e n g i o ri
d i » stori c i t à e a b b i a n o i nfl u e nza' su d i l u i . Di c o n t r o a l l a p r e g i u d i z i d e l l 'Occ i d e n te . Perciò b a d i n o i nostri a v v r sa r i �
g r e t t e r i a o r go g l i o s a e i n s i p i e nt e d i c o l o ro , p e r c u i i l n o n a n o n s p o s t a r e i l g i u o c o : è t ro p p o fac i l e s fo n d a r e p o
rte
e s s e r e c o n f� r m e a l l e s u p e r s t i z i o n i e a l l e a c q u i e s c i e nze p i ù a r e r t c , c i o è m o s t r a r e l ' i n c o n s i s t e n z a e l a d i v a ga z i o n e d e l l e
o m e n o secolari d i u n a d a t a » t ra d i z i o n e « , è m o t i v o i r r e ­ v ;1 r i c o r i 1 1 i o n i t eosofi s t i c h e ; m a n o n è a l t re t t a n to fac i l e fa r

p u g n a b i l e p e r c u i u n a data c o s a o d o t t r n a d e ba esser � ? i c o n t i con l a n os t r a r o s i z i o n e . N o i , fra l ' a l t r o , a b b i a m o
e

re s p i n ta� se n o n a n c h e g i u d i ca t a falsa, 1 1 F a s c i s m o p o r ra c re d u t o d i c o m p orre u n g r u r p o d i o p e r e , i n c u i s i è d a t a


i n v e c e i v a l o r i d i forza, d i real t à , d i -ero i c i i à d o m i n a t r ice u 1 1 a g i u s t i fi c a z i o n e d e l l 'e s o t e r i s m o n nclzc i n s e d e s t re t t a m e n t e
a l d i s o p ra di q ua l s i a s i a l tro. A ccetterà ciò c h e a ccresce la fi l os o f i c a , p a rt e n d o d a i s i s t e m i d i fi l o s o fi a c r i t i c a d e l l ' O c c i ­
forza, che acc resce l a rea l t à , c h e e s a l t a l ' a l tezza e il d o ­ d e n t e : s u q u e s t e o p e r e p ro v i n o g l i a v v e r s a r i a f a re t u t t o
m i n i o - respingerà e distruggerà c i ò c h e a b b assa, c h e � possa, c i ò c h e po s so 1 1 0 . E c i rc a i l p r o t e s t a n t e s i m o, a p a r t e l a teo
s r i fi a • , s a r e b b e i l c o l m o c h e q u a l c 1 1 n o , d o p o c i ò c h e s i è
• ­

che r i n c h i u d e , che i m p i c c i o l i sce - e se q u esto è 11 ca s o


d i q ua l c h e aspe t t o d i u n a t ra d i zi o n e p i ù o m e n o • nazio­ .
el e t t o i n p r e c e d e 1 1 z a , c i a c c 1 1 s a s s e cl i q u a l c o s a d i s i 11 1 i l e .
n a l e .. e b b e n e , e sso a v rà l a forza d i rinnegare t a l i a s p e t t i R e s t a i n fine l a l l l a ss o n e r i a , i 11 c o n n e s s i o n e a l t a b ìi d e l ­
;
a fi i n c l è r i s o rga u n a t ra d i z i o n e p i tt f o r t e , p i ù v i ri l e, p i tt I ' . i n te rn a z i o 1 1 a l i s 11 1 0
"· A n c h e q u i , co m i n c i a m o c o l d i c h i a ra r e
d eg n a d e l l ' i m pe r o .. c li e n o n s i a m o , n è lll a i s i a m o s f a t i , l l l a s s o n i ; e c h e l e s m i ­
D i c h ia r i a m o c h e n a z i o na l is m o e d i m p e r i a l i s m o s o n o d u e p a t i e n o s t r e p e r q 1 1 e s t a ;i s s o c i a z i o n e s o n o m o l t o re l a t i v e , a
c o s e assa i . d is t i. n t e � s e n o n a n c h e c o. n t ra d d i to r i e , . f r a d i loro. c a u s a d e g l i e l e m e n t i p r o fa n i , i n fe t t i d i i d e o l o g i a g i a co b i n a e
E i n n o m e d i u n a i n tr a n si g e n z a fas c i s t a c 1 o p po11 1ar.10 aspra-
.
u ; n a 11 i t a r i a , e p e r l a s u a o s c u r a d i p e : : d e n z a d a forze fi n a n z i a­
m e n t e a t u t t i c o l o r o c h e c o l l a s c usa d e l l a • t ra d i z i o n e « e r i e d ' o r i g i n e a n g l os a s s o n e se n o n a n c h e s e m i t a - d i là d a l
dello • s t o r i c i s m o « t e n d o n o o g g i ad i m b o rg h e s i re e ,. n o r ­ s i m b o l i s m o d i a l c u n e s u e a n t i c l1 e fo r ll l e , s i ll l b o l i s m o c h e t e ­
.
m a l izzare " i l fas c i s m o , a farlo s e r v i re ai l o ro s c o p i , a n m i .1 1 11 0 c h e l a g r a n p a r t e d e i m a ss o n i n o n c o m p r e n d a p i ù d i
d u rl o ad u n a cosa p i cc o l a e paesa n a o l t re c h e o b b e d i e n te q u e l c h e i l c a t t o l i c e s i m o stesso n o n c o m p re n d a u n s i m b o l i ­
a l l a l e g g e g e n e ra l e d e l l a a t t u a l e d e c a d e nza p o l i t i c a . s m o a n a logo e a n a l o ga m e n t e p r es e n t e n e l l e s 1 1 e d o t t r i n e e
A l a t o d el l' O r i e n te c o m e � a n t i - R o rn a « , u n a l t ro e s p e n e i s �i o i r i t i . D o p o d i c h e , n o n s a p p i a 11 1 0 d i re s e , i n s è
d i e n t e d e i catto l i ci è l a & teosofi a "· La t eosofia l a r i c o n · s t c s s : 1 , l 'a t t i t u d i n e ass i rn t a c! a l fas c i s m o d i rrn a n z i a l l a m a s ·

n e t t o n o a l p rotes t a n t e s i m o p e r i l f a t t o d e l l a sua p r e.e m n e n te s o n e r i a s i a s t a t a l a p i ù o p p o r t 1 1 11 a ; 1 1 1 a i n q u a n t o q u e s t a
. n
d i ff u s i o n e n e i p a e s i a n gl osasso n i , e cosl n peto o 1 1 g1 u o c o . ;i ! t i t u d i n c h a effe t t i v a m e n t e co n f e r m a t o l 'a s s e r v i m e n t o d e l
Ora c o t e s t a g e n te p u ò l a n c i are t u t t e le fre c c i e c he v u o l e c o n rcg : rn e a l l a c h i e sa c a t t o l i c a , l a c o s a n o n c i s e m b ra d 1 1 b b i a .
. .
t r o l a " t e osofia « o, p e r m e g l i o d i re , c o n t ro l i " t e os o fl s m o • I l g i u o co è s t a t o l o s t e s s o : l a lllé! SSonc r i a c o m b a t t e v a i l
- i n t e n d e n d o i n q u esta parola n o n c i ò c h e si i n t e s e n e i n eo ­ c a t t o l i c e s i m o : i l c;i t t o l i c e s i m o s i è t ra v e s t i t o d a ro rn a n e s i m o ,
p l a t o n i s m o e n e l R i n as c i me n t o , m a . l e � o r re n t i oriental � g ­ e c o s ì I l a " ca g l i a t o i l f;i s c i s l l l o c o n t ro l a 1 1 1 ;1 s s o n c r i a c o m e c o n ­
g i a n t i e p s e u d o - o c c ul ti st i c h e messe ' I'. g : ro d � l l a B l a vatsKy, t ro l ' a n t i - R o m a , él n z i c l l è s e m p l i c e m e n t e c e n t ro u n a c c e n n o d e l
dalla Besant e d a l l o S t e i n e r - ma s 1 s b a g l i a assai se con
. p e r i co l o r ro t e s t il n t e - o s s i a cris t io n o - i n I t a l i a . La 11J O ·
c i ò p e nsa d i c o n c l u dere a l c u n c h è c o n t ro d i n o i . � oi dichia­
,
ra i e è c h e - ;1 r : c ( l ra u n a v o l t a · l ' A q u i l a l 1 a s e r v i t o l a c r o c e .
r i a m o u n a a s s o l u t a i n d i pe n d e nza r i s p e t t o a q u a l s 1 as1 g e n ere D ' a l t r a p a 1 t e , co m e a b b i a m o r i t o r t o c c i n t ro i c;i t t o l i c i l ' a r ·
. g n m e n t o d c l i ' ,. O r i e n t e � , p : : t r i a d e l l o r o d i o , c o s i s i p u ò
di t e o s o t i s m o , n o n s o l o, m a s i sappia c h e l a nostra a t t i t u ­
d i n e r i s p e t t o a t a l i co rrenti è s e v e ra, q u a n t o p o c h e a l t re r i t o r c e r e c o n t ro d i l o ro a 1 1 c l l c l ' a r g n m e 1 1 t o d c l i '» i11 tcrna2io-
. .
saprebbero esse r l o . N o i ci r i f a cc i a m o a l l a t ra d 1 z 1 o n e classica,
_ 11'1 lismo 0 u s a t o c o n t ro I;: 1 1 1 a s s o 11 c r i zi . C o m e l ' l t a g i à fa t t o
34 l1u1u�rlal l s1no 1•a;;nno J,e eon1Iblonl per l ' l anpero 3a

r i l e v a r e A r t u ro Regh i n i ( Vita Italiana, a g o s t c - s e t t e m b re 1 924) r e nd e r e c o m p l eto, e s p l i c i to, l ' a s se r v i me n to alla C h i esa, s i t�r:­
,. i Ges u i t i , s e m pre e s p e r t i n e l d i s t i n g u e r e se fa c o m o d o g a ferm o : q u e s t o i l co m p ro m esso sarà i n ev i t a b i l e n e l la � o l 1 t1 -
a l l a l o ro t e s i , q ua n d o s i t r o v a n d i fro n te a c o rr e n ti e a m o­ c a c a t t o l i c a p e rc h è l a C h i esa i n t a n to p u ò m a n te n e re i l s u o
v i m e n t i a ve n t i carattere u n i v e r s a l e ed a n t i te t i co a l l a l or o t !
p r e s t i g i o i n e r n a z i o n a l e , i n q u a n to a p p u n t o s i d i c h i a r i d i s i n ta
catto l i c i tà , l i d i c h i a ra n o intenza.zionali e l i c o n d a n n a n o i n d a l l a n a z i o n e i ta l i a n a . Perciò i c a s i s o n o d u e : o l a C h i esa,
n o m e d e l n a z i o n a l i s m o ; v i ce v e rsa p e r f a re accettare i l l or o non r i n u n c i a n d o al d i ri tto terreno, resterà u n reg n o in u n
i n te r n azi o n a l i s m o l o gab e l l a n o p e r u n i ve r s a l i s m o ro m a n o-spe­ regno, c o m e s e c o n d o l ' i n tr a n s i ge n z a v a t i c a n a ; o v v e ro è t e ­
c u l a n d o s o p ra i s e n t i m e n t i e s o pra la sem p l i c i t à dei go n z i . n uta a r i d ursi a cl u n a a s traz i o n e s p i r i t u a l e e s c l u s a d a q ua l ·
L'ord i n e d e l g i o r n o B o d rero, a d e s e m p i o , c h e h a t r i o n fa t o s i as i r e g n o e ffe t t i v o , ad u n a u n i v ersa l i tà n o m i n a l e e? in­
i n u n o d e i p r i m i C o n s i g l i naz i o n a l i d e l P a r t i to F a s c i s t a , c o rp o r e a c h e r i p re n d e rà l e a n i m e n e l la m i s u r a i n c u i e � s e
dà l 'o s t ra c i s m o a l l a u n i v ersal i tà m a s s o n i ca , d i c h i a r a n d o c h e p osso n o staccare l ' i n te resse s p i ri tu a l e d a l l ' i n t eresse n a z t o ­
p e r ragi o n i n a z i o n a l i b i s o g n a c o m b a t t e re o g n i i n te r n a z i o n a n a l e : u n i v e rs a l i t à , q u esta, che, c o m e d ic e m m o , è u n o s p e n t ?
l i s m o, e p o n e n e l m e d e s i m o t e m p o a l ri p a r o i l c a t t o l i c e s i m o �
s pe t t r o di contro a q u e l l a s o l a re d e i c o n q u sta tori r o m a 111.
_ .
_
d a u n o s t ra c i s m o a n a l og a m e n te m o t i v a t o i d e n t i fi c a n d o l o Q u a l o ra i n vece, non per a m b i g ue a l ! e t tazi o n 1 , ma d i c h 1 � ­
c o n l ' u n i ve r s a l i s m o r o m a n o . C o n q u e sto t ru c c o , d i c u i i l rat a rn e n te e s i n ce r a m e n te l a C h i esa i d e n ti ficasse i l p r o p n o
l e m po e l ' a m ara e s p e r i e n z a r e n d eran n o c o n s a p e v o l i g l i i t a ­ d e s t i n o a q u e l l o d e i fig l i d ' I ta l ia, e s s a p e r d e rebbe a utoma­
i i a n i e d a n c h e i fas c i s t i n o n a c c e c a t i d a l l a p a s s i o n e d i p a rt e , t i c a m e n te il s u o p r e s t i g i o i n te r n a z i o n a l e . Q u i n d i d !-1 e sole
t g e s u i t i s t a n n o i m p o n e n d o la l o r o p o l i t i c a . . . Se a l la mas­ p ossi b i l ità, per il fas c i s m o : o ri c o n oscere n e l l a C h iesa u n
so n e r i a si v u o l e r i m p efoverare la sua ori g i n e i n gl e s e , va u n i ve rs a l ismo a n t i n az i o n a l e e a n tifascista a l m e n o c o m e q u e l lo
c o n s i d e rato c h e in u l t i m a a n a l i s i essa r i s a l e p r o p r i o a d i s t i t u z i o ­ m a s s o n i c o , e p r o v v e d e re i n c o n se g u e n z a seco n d o q u e l c h e
.
n i i ta l i c h e c o m e i Collegia Fabrorum e l a S c u o l a P i t a gorica ; s i è detto e c h e s i d i rà ; o v ve r o v ed e re se l a Ch iesa o s a
me n t r e i n ve c e i l c r i s t i a n esi m o è d i o r i g i n e esot i c a n o n r i · il passo a n ti cr i s t i a n o c h e m a i h a osato : i de n t i fi c a rsi a l fa ­
p o r t a b i l e i n n e s s u n a m a n iera a l l ' I t a l i a , e q u i n d i , i n b a s e a d s ci s m o, p rn c l a mare i l p o p o l o d ' I ta l i a i l p o p o l o e l etto e m a r­
u n r i goroso n a z i o n a l i s m o , d o v rebbe essere i l p r i m o a s u · c i a r e a l l a testa d i e s s o p e r l a c o n q u ista d e l m o n d o . Ma sa
b i re l ' o s t ra c i s m o . l\\a c h e v a l e r a g i o n a r e c o n c e r t a g e n t e ? " bene la C h i e sa, q ua n t e p robab i l i tà v i siano perchè q uesta
I l fatto è c h e p i ù c h e ra g i o n a re, b isogna agire. seconda s o l u z i o n e c o n c l u d a ad u n ' u n i ca cosa : a l l o sface l o
Il fascismo p1:est� si deve rendere conto
_
del!a ne�c,�sit� di d t l l a C h i esa e a . q u e l lo d e l l ' I t a l i a s tessa.
. .
procedere allo scwglunento della Compagnia dt Oes11i: a titolo Rag i o n e p e r c u i è da augura rs i c h e i p a l a d 1 11 1 d e l l a
_
di una associazione secreta, illecita, ed internazionale, assai :o tra d i z i o n e c a t to l i c a « r i è s c a n o a p p u n to, un g i o rno, a tras c i ­
più pericolosa che non la massoneria, e di cui ci sono n o te n a re l a C h i e s a i n u n a a v v e n t u ra d i q u esto g e n e re - se i l
le mire antifasciste che non esiteremo far pubbiiclze nel m o · fas c i s m 0 n o n s i d e c i d e a c a p i re c i ò c h e d e v e c a p i r e , e p
mento più opportuno. p e r ò a d ic h i arare l ' a s s o l u t a i n c o m p a t i b i l i t à f r a i m p e r i a l i s m o
Abb i a m o già m os trato c o m e l ' u n i v er s a l i tà r o m a n a n o n e c a t to l i c i s m o , p r ep a r a n do l e fo rze p e r l a v e ra c o n t r o r.i f o r ­
possa v e n i re i de n t i fi c a t a a l l 'astratta u n i versa l i t à c a t t o l i ca , m a - p e r l a rest a u ra z i o n e p a g a n a .
n è q u esta a v e r e u n a q u a l u n q u e c o n n e s s i o n e n o n p u r e c o n
u n a trad i z i o n e v e r a m e n t e i m pe r i a l e , m a a n c h e c o n l a s t e s s a
c o s c i e n z a n a z i o n a l e i ta l i a n a . Ricordi ogni italiano e ogni fasci·
sta che il Re d'Italia tuttora è c onsiderato dal Vaticano come
un usurpatore. E di contro a s u b d o l e i s t a n z e ges u i t i che,
o r i e n t a t e p e r u n col p o d i s t a t o fascista, i l c u i c a p o a c c e t tasse
l a consacra z i o n e catto l i ca , onde s u perare il d i ssi d i o del ' 70 e
I / errore df"1noc·1·nt lco 37
III.

imperialismo si trovano dei valori, che appaiono altresì


L' E R R o R E DEMoeRATIeo come p resuppost i dalle forme l i berali della democrazia. La
differenza sta nel fatto che nel liberalismo essi sono affer­
mati da una razza di schiavi che non osa pensarli e volerli
sino in fondo, per e nell'individuo, ma che in vece li sposta
il legittimamente e egualitaristicamente alla " società e e a l ·
1'11 umanità Con i l che essi perdono i l loro signifi cato pri­
c.

m i tivo e si trasformano i n errori.


A sentirli dire, secon do i l primo dei loro " i mmortali
principi e , essi avrebbero instaurato l'època della libertà.
In realtà, non ne è n iente. La l ibertà non sanno che cosa
significhi. Se lo sapessero, saprebbero al tresl che voler la
libertà è tutt'uno che volere l'impero.
I l vero li bera lismo . E ' che la li bertà non tollera compromessi : o la si affer·
ma, o non la si afferma. Ma se la si afferma, b isogna a f­
fermarla sino i n fondo, senza paura - b isogna affermarl a,
Nel càpi tolo preced ente abbiam o accen nato come i l con· c ioè, quale libertà incondizionata.
c etto concr� to di or{fa n ismo sia oppost o a quello d i com ­ Ciò l'Oriente lo comprese perfettamente, affermando
posto, che e la forma d i un insiem e d i elemen ti quindi che libero può dirsi u n o solo . P i ù esseri l i beri noi1
liberi stretti
unicam ente d a un legame i m p er sonal e a s t ratto c l� e n o n possono che l i mi tarsi e negarsi a vicenda - a meno d i sup­
s i individ ua in nessun p r i n c i p i o s 1 1 p e r i � re n è
si' basa sur porre che v i sia nel p rofondo d i ciascuno di essi una l egge
u n a _ d i fferenz a effe t t i v a e so s t a 1 1 z ia l degl i elemen
ti s t e s s i . E
abbiam o soggi u n to che l ' o p p o s i z i o n e c h e i n t e r c o rre frad
e che regol i le loro azioni secondo una specie di armonia
prestabi l ita. .
l'ideale i m periale e l'ideale l i b e r a l - d e m o c r a t i c o è del t u t
s � � ile a questa che interco rre fra o rg a n i z z a z i o n e e campot o
Ora poichè una legge per i l fatto d i essere i nterna non cessa
di essere legge ; e poicM detta legge è i n oltre, per i potesi,
SIZIOne . qualcosa che trascenderà il potere cosciente di ciascun i n­
Come l a democ r a z i a , l ' i m pe r i a l i s m o vuole u n a un iver­ d i viduo, anche i n questo caso non si ha che una parvenza
salità � una unit :à ma non q uella a s t r a t t a p r o
p r i � ad u n
legge impers onale o a d una irreale " v o l o n tà c o l l e t t i v a a
della libertà vera.

Si pone dunque q uesta altern ativa : o venir meno al l'es i·
sibbene quella che si indi vidua nella realtà d i u n i 11 d i v i 1 genza, alterando i l valore, negando cioè l a l i bertà per fa re
duo su periore . restare le molte, singole, atom iche libertà addomesticate e
Come la d e m ocraz i a , l'imper ial ismo trasce n d e il m eccanizzate i n u n l i mitarsi a v icenda (democratismo libe­
n azio ­
nalismo : ma mentre i l s u p e a z i o n a l i sm o d e m
rn ocratico è rale) ; ovvero tener fermo, e creare l'ideale di un essere
q u e l lo d i un venir-m eno e d i u n v e n i r- s u b o r d i n a t a che per interiore superiorità cessando di rappresentare una
d ell ' a ff erm a zio n e n a z i o n a l e , p ro m i s c u a m e n te forza fra tante a ltre in quel sistema dinamico che è la
asso c i a t a a
mol te a l tre a ffe r m a z i o n i n ;:i z i o n a l i , l a s u p e rn n i o n ;i l i t à
. im· realtà sociale, si attui i n ciò che, come determinatore della
pe n ale e ro m a n a è q u e l l a d i u n a a ffc r m a rz i n n e n il z i o legge di questa realtà stessa, sia, esso, l ibero dalla legge ;
na le che, a mezzo d i u n g r u p p o d i d o m i n a t o r i si r i a f­­ l a quale soltanto per g l i altri sarà legge ed autorità. Il che
ferma di là d a sè s t e s s a i n u 1 1 a s i n t e s i s 1 1 p e r i o /e sia a cl vuol dire che tanta realtà ha la libertà , per qu anta n e
essa c h e a l l e a l t r e n a z i o n i , c h e e s s a r i p r e n d e s o t t o d i s è . abbia l'i mpero.
Per quanto possa sem b r a r e s t ra n o , a b a s e d e l n o s t r o Impero, che al lora va c o n c e p i t o se c o n do l'indi cata a n a-
:s ...
I U l fH"ri:; all�IB O . l11.a,:.;a 110 L ' errore den1oe1·ufieo 39

l ogia d i un corp o u n o n e l l a s i n tesi t ochè i l l oro b isogn o d i servire e d i d i p en d ere creò nuovi
di u n 'a n i m a. L ' u n i tà i n
c u i con verg e u n � a l e c o r p o a d i ffe e ben p i ù . terri b i l i t i ra n n i : d a u n a p arte il Di o arbitro d e l l a
. _ renz a di quello di un
bru to, e u �1 p n n c 1 p t_ o s u perio re c h predestin azione e d e l l a grazia, dall'al tra l 'oro, I ' » o p i n io n e
e h a fi n e i n s è stess o .
c h e n o n v i v e p e r i biso g1J i d e l corp
o, ma c h e i n vece h a i Ì pubblica ., e i l fet i c i o d e l l a l egge s o c i a l e i mpersonale e d el
corp o_ com e u n o stru men to ; c h e n o moralismo d e l l e naz i o n i protest a n t i .
n è p rodo tto d a l corp o
m � v ! c � vers a, � e ! sens o che l 'a n i m a
è il fi ne, il p ro fo n d d
p n n c 1 p 1 0 orga n i z za tore d e l co-rp o stes
_ so c h e ' s e n z a d i l e i '
s 1 d i sgreg h erebb e ( A r i s to t i l e).
A 11 a l og<t � e n t e n ? i d i re m o c h e i l Cap L a gerar ch i a s econ d o p o t e n z a .
, o, q u a l e port atore
(1el v a_ 1 0,r e� d 1 l 1 berta , non �arà il mero rapp
_ _ resen tante d e l l e !.,. a c o n q u iBta d ello S t a t o .
m �� se ( , e ;:i r_ d e 1� ocra t 1 ca), I l s 1 1 n b o l o
i m pers onale di u n a
m 1 t1 c � a u torga n 1zzaz 1_ o n e d i c u i q u este
s i a n o già capa ci
m a v i cev ersa : l e mass e ricev ereb bero _

Tornan d o alle n o st re prime considerazio n i , affermere m o


o r d i n e e form a s o ·
l � m � n te graz _ie a q u esta forza s u p e r i o r d u n q ue s e n z a esitare che la misura della libertà è l a po­
e , q u a l i ta t i va m e n te
d 1 s t 1 n ta d a l l e a l tre, c h e esse fa t i cosa m tenza.
e n te t e n d o n o ad esp r i ­
mere . E q u esta forza , l u ngi d a l v i vere Come l'an i m a - n e l l a q uale, secondo l 'analogia data,
p e r e s s a s u bord i ­
n e r e b b e a l s u o - a q u e i p i ù vasti orizz
onti e h � l e i s ola hanno fi n e le varie parti e funzioni, ma essa ha fi ne i n s è
può dete rmi n a re :- � 1 1 n t e resse d e l l a m a
_
medesima - considera c o me u n a i mperfezio n e l e con d i ­
_ s s a , senz a r i c o n o ­
s c e r e a n e s s u n o 1 1 d 1 n t to d i d a re u zioni e l e l i m i tazion i c h e l e vengo n o d a l c orpo, e n o n d e­
na sanzione alla sua
l egge , c�1e n o n e. l e g g e perc h � è g � usta ve toll e ra rl e, ma t e nd e re a s u perarle i n u n d o mi n i o per­
, m a c h e è gi usta
p � r� h è e l e�g � e ua l e &" g e ( 1 n recis
. � a oppo s i z i o n e ai p ri n ­ fetto, in u n organismo i nteramente plastico a l l o spirito ;
c 1 p 1 d e m ocra t1c1 _ d 1 s a n z i o n e popo lare cosi i l domina tore s i comp orterà rispetto a l l e v arie c o n d i ·
e di dedizione doJ
�ove r � a n te a d a s t ra t t i " p r i n c i pi « o
a c i ò c h e s i s u ppon e e ; ­ z ioni proprie a l l e masse.
s e re I 1 n t er_e s s e g ne r a l e ) . A l t r i m e n
_
La sua l i bertà, il suo d i ri t to, il suo esser - come fin e
� t i i l v e r t i c e non sare bbe
u n esse re l i b e ro, s 1 b b e n e i l prim o dei
_ s er v itori, n o n uno s p i ­ a sè - valore, si estenderanno d u n q u e p e r tanto, p e r q uanto
rito, ma la voce d e l corpo egli abbia potere d i esegui re c i ò che voglia ; la ,. respon­
.
P u r t ��> p po, oggi , c h e s i a l i b e rti!, n o n sabilità • , sotto ogni riguardo, avendo senso soltanto q ua n d o
l o s i sa p i ù ' n o n
s 1. osa p r u pens arlo. P u rtrop po oggi l ' a z i o n e fal l i sce, o v v e r o quando s i a prese n te u n a p i ù a l t a
non vi è quasi più nè
c l i i . s a p p i a c o m a n dare , n è
ch i sapp ia o b b e d i re. l i rischio potenza. Venendo m e n o a d u n t a l e potere, egli perderà, a ltresì
d e l l a s s o l � t a resp o1 1 sa � i l i t à e d
_ e l l 'a s s o l u t a d e d i z i o n e sono i l diritto, il q uale passerà a chi sappia riaffermare la pro­
s �� m p a rs r e � t ra m b 1 d i n nanz i a l la m e pria l egge sopra o contro qualsiasi al tra. O n d e l a gerarchia
d iocri tà dell<! colle tti­
v 1 ta m e c can i z z a t e . n o n sarà u n dato, m a p i u ttosto u n còmpito : essa n o n sor­
. E si osa i n n eggi are a d u n 'e poca gerà per la conform i tà a l l 'astrazione di u n a l egge trascen ·
d i l i be rtà e d i l i b e ra ­
l 1 s n� o m e n � n d o v a n to d e l l 'a bo l i z i o n e dente d i bene e d i male, d i giustizia e d i i ngiu stizia, d i
della schiavitù senza
ca p i r � c h e � n v � c e I � l i b e r tà esist e s o l a
m e n t e q ua n d o e� i st o n o u m a n i tà, naziona l i tà, o tradizione, ma, i n v ece, sarà u n preciso
d e i S 1 � � 0 1 d 1 n a n � 1 a d e gl
� i schiavi, q uando esistono dei mettersi in rapporto, eq u il i brarsi , subordi n are o subord i ­
c o n d o , t 1 e r r s u i:> e r b 1 e d e l l e m a sse c n arsi d i forze i n d i v i d uate, a d esprimere c h i è p i ù o m e n o
h e a u d a c e m e n t e e ge­
n eros a m e n te n m e t � a n o a l o ro l e l oro
_ . vite e i l oro d e s t i n i ; d egno ad u n certo grado d e l l a gerarchia. Te n i a m o fermo,
senz a c a p i r e c h e I abolt_zw11� d /la schia
_
� vittì non può a verla pertanto, che senza la potenza l ' i mperio - e, con esso,
voluta che una ra za dt schta vt, _
� r i m ast i ta l i a n c h e q u a n d o l'àpice d e l l 'essere l i b ero - non ha fondamento ; e q u a n ­
l e cate ne furo n o m frant e e l e gera rch i e a d 'anche sussistesse, sussistereb b e i n m o d o conti ngente e
bbattute _ i nquan-
40 Ju111cri allsnao t•a;;an o l,j' trrore dernoc..•rntlco 4l
=-=--==--=-...-=
..; =-=--=-=

preca rio, basato non sulla propri a forza, ma sull'al trui de­ scatenar e, e poi dirigere , coteste forze, cosa che n � n si p_uò
bolezza e viltà. ottenere di n uovo con una forza purame nte matena le, s1b­
. Ma .a que � te . affermazioni bisogna far seguire subito una
sp1egaz
bene con una forza d i persuas ione o di suggest ione.
tone d 1 ciò che noi intendi amo precisa mente per po­ Ecco dunque che siamo portati ad un P.i ano P.iù sotti le,
ter12a, s.enza d 1. � he nascere bbero di certo degli equivo ci ove l'azione e i l dominio si esercita no mediant e rdee. Idee
che, nei nostn. nguard i, di ragioni di essere non ne avreb- - si badi - non come n ozioni astratte , ma i nvece come
bero nessuna . . idee-forza, come miti (nel senso sorellia.no), cioè co!11 e pr_i n :
. � . cosi prima d i tutto diciamo che potenza per noi non cipi volti a destare e nergie , movime �t1 e c ? rren_tl s;> c1al1
s1gni f1ca affatto forza puramente materiale · e che il domi n i o attraver so le varie suggest ioni morali, emoz1on.all,_ d 1 cr � ·
e l ' i mperio n o n si identifican o affatto con ' l a violenza e l a denza, di tradizion e, ecc. che esse sono capa � 1 d 1 eserc � ­
sopraffazio ne che s i può esercitare per mezzo di q uesta. tare sulle masse. Ma qui debbono restare fermi due p unti·
Mett ere in chiaro ciò è tanto pi ù necessario, inquantoch è base ; i n primo l uogo, i l Domina tore deve restar.e s1g � ore
molti. operano ad arte cotesta confusione per poter poi ti­ delle varie idee o » miti •, non deve, credend ovi, sub_1rne
rare fuori la più vietata rettorica ad hominem contro le egli stesso la suggesti one, divenen do u n os.sesso, uno schiavo
,. bestie umane "• I'• homo hominis lupus e, gli " inumani degl i spiriti che ha evocato ; non deve rtc ? noscere ad esse
dominatori i tiranni " • e via dicendo. La violenza è
•, ,.
un qualunq ue valore assoluto - ma deve . 1 nvec � assu_me rle
tropf! O poco. La potenza non è la violenza, i n quanto questa freddam ente come mezzi, come strumen ti fasc1 naton con
espnme uno • star- di- contro « (e, quindi, sullo stesso piano) cui, presso ad una p recisa scienza della psicolog ia d �ll _e
e non uno ,. star-sopra " ; presuppone ndo e prendendo senso folle eserciter à quelle influenze che v uole, desta ndo e diri­
e gi ustifi cazione da una resistenza, presup ponendo cioè che gen do l e forze cieche delle collettivi tà associate . li sccond ;>
altre volontà possano resistere, essa accusa, in ultima ana­ p unto si connette al primo, e consiste nel compre � dere 1 1
li �i, u n lat? di impotenza e u n rapporto estrinsec0, pole­ lato assoluta mente positivo d i questa nostra att1tud me, che
mico, cont1ngent e, non veramente gerarchico e domi nativo. v a di là sia dalla ideologia della forza pura, sia dall'idea lismo
Non per vi ? lenza si muove un libero corpo nè si vibra l'agile dei > valori degli » i m mortali principi • , ecc .. Che l a forza
«,
parola. Chi veramente puo. non conosce la violenza : non p ur a mente materiale non basti a sè stessa che essa sarà sem
.
• ·

ne ha bisogno, in q uantochè non ha antitesi e si impone pre strument o di idee - q uesto è sem phcemen te u n fatto d a
direttamen te, i nvisibilme nte ed irresistibilm ente in virtù della constatar e. Senonchè , da un p unto d i vista positivo, all'idea
sua interiore, individuale superiorità rispetto a ciò a cui egli non s i può nè si deve dare altro valore fuor di .q � ello che
comanda. le risu lta appunto da questo fatto constatato , c10e valore
Tutto questo, da un punto di vista assoluto. Coi1 il che d i principio suggestiv o, misurato dalle sue . co nseguenz_e
non i ntendiamo negare ogni utilità alla violenza 1 ma sola­ pratiche. L 'idea - i n altre parole - ha valore. 1 11 quanto agi ·
mente dire che essa non è ancora veramente po tenza : ne· sce e finchè agi sce: non perchè è » buona •, • gi usta •,• vera «,

cessaria là dove si abbiano d i contro delle rigidità prive ecc. · tutto ciò non è che nebbia rispetto alla sua realtà d i idea·
d i vita che non si possono superare se non spezzandol e · forz�. Controlla re i » potenzial i suggestiv i " di cui sono caricate
nec � ssa � ia ancora all'atto di u � a prima, diretta impronta or� le varie idee ' dosarli, combinar li, usarli, scaricarli o sospe n ­
gan1zzahva nel caos delle vane forze materiali soverchian ti derli, questa è un'arte superiore , i � visibile e t� rri_ b} l e d i do­
essa resta tuttavia una fase rudimental e e p rovvisoria. ' m i nio che, resa cosciente, comu11 1ca, come s1 d 1ra, con la
E che sia così, ci si può convincere anche riflettendo m agia. .
che sta bene che alla testa d i forze materiali scatenate e Perciò non possiamo essere d'accordo con correnti estre-
s � fficienteme nte viv� si può venire a capo di molto, se non m iste del fascismo, le quali ritengono che solo l ' azion e (nel
d1 tutto ; ma tuttavia occorre bene che si sappiano prima senso limitato di cui sopra) valga, ed ogni confli tto ed uso
-U l'u1pr1·i»l ls1110 I•agano 13
------------�-�, ----

d i i d ee sia u n pe r d i tempo. Non possiamo essere d ' accordo


l ascerà c h e sè, c o m e centro sufficie nte d i o g n_ i responsa­
non per u n idealismo da cui siamo ben l ungi, ma perchè
q u esta è una attitudine che si rivela astratta ed i ncompl eta bilit3 e d i o g n i v al ore, che può d i r e : » La nazwne, lo s tato
SO/IO l o « .
dal p unto di v ista del l'azione stessa. Un i m passibile dom i · a a , si pu� mant_� n er e so l a -
L i v e l l , q u e st o , a c u i t u t t v i
o
natore e suscitatore d i idee-forza travol gerà a l primo scon­ c do se on I espression e � 1 a u s at a , l a
mente co i n e l
lu q uale,
tro cotesti esaltatori d e l l 'azione pura , strappando loro e ri ­
s u n e r ; o r i t à non si fo1� da s u l l a potenza, ma la p o t e n z a s u l l a
s u �) e r i o r i t à . A v e r bisog n o d e l ! � potenz a .è u na i m potenza _ e
volgendo contro loro p rec isamente l a stessa forza, su cui
essi s i basano.
c h i c a p i s c e questo può f o r s e i n t e n d ere : n che _se � so l a v i a
Ma tuttavia anche q uesto grado è provvisorio, e va tra­
sceso.
d i u 1 1 a c e r t a r i n u n c i a ( r i n u n c i a i n t e r i o r e , i n c u i s 1 _ c : ea s o l ­
ta n hl ! ! I l ,, r o t e r f a r e a m en o «, u n ,, e s s e r s u lh c 1 e 1 1 t e « )
Esso i m p l ica u n compromess o. I vari " miti « e le varie
p u ò e s s n e u n a c o n d i z i o n e p e r l a v i a d e l l a potenz � s u p, r e m a ;
i de e - forza non dovrebbero servi re da a p poggio e da con­
e p u ò i n t e n d e r e a n c h e la l o gic a nascosta per cui dall ascesi
dizione a l Dominatore , giacchè lui solo dovrebbe essere la
condizione. Ora ta l i idee - massime q u e l l e d i nazione e di e d ;-; i l ' u m i l t à d i s a n t i e d i i n i z iati s c a t u r i ron o ( se c o n d � t r a ­
d i z i o n i c l 1 e i p i ù r i t e n g o n o m i t i , m a che noi non possiamo
patria, in cui culminano nell'àmbito di cui c i stiamo occu­
affa tto ritenere tali) scatur i rono i naspettata mente e n a t u r a l ­
m e n t e p o t e r i s u gg e sti v i e so v r a s e n si b i l i , p i ù forti d i q u a l u n q u
pando - contengono forzatamente qualcosa d i trasce ndente e e
d i i m personale, da cui u n margine d i contingenza che l i mita
potere d e g l i u o 111 ! ni e d e l l e c o s e . . .
.
i l loro valot e strumentale, d i cui sopra. Vogliamo dire che
C o m e o g n i b i s o g n o , o g n i brama e ogni p a s s i o �� �spn m e
_
a col u i il quale fonda il pro prio dominio u n icamente i n
nome d i u n certo gru ppo d i i dee, può sempre accadere d i
11 11a privazione d e l l'es s e r e , i l 110 d e t to a t u t t o c 1 0 1 � t e g r a ,
a c c r e s c e , esalta l'essere, e lo s o s p i n g e v e rso u n a v i t a s
u-
trovarsi d i con tro altri che i n vochi le stesse idee e che
mostrando i n o l tre situazioni che l e corrispondono più di
p e r i o re , c e n t r a l e , s o l a re . . .
. . .

Dom i n atore vero natura 1 111 p c r 1 a l e , e a pp u n t o chi d i sp o n e


q u e l l e date dal gru ppo dominante, può scalzarlo precisa­
m e n t e con l 'a ttrarre a sè l e forze su cui i l primo si basava.
di u n a p i ù alta q u ; n ti t à d i � sscre, da c u i gli al t r ! sono f � ­
t a l rn e n t e - - quasi senza che, 1 11 u n _certo s.e �1so, l u i l o voglu!
Perciò si impone una realizzazione u lteriore, volta a
__ a c c e s i , attratti, travolti. E' colui che s1 i m pon e , P, C r cosi
far si che ciò che conta sia non tanto l'i dea in sè stessa,
d i r e , c o n la s e m p l i c e presenza : come u n ? s g u a r d o
p 1 u vasto
q uanto i nvece colui che l'afferma. Non dovrà essere più r esi stere ; come q u � l �a
l'idea a dar valore e potere all'individuo, ma invece l'indi­ e temi b i l e a c u i gli altri non sanno _
c a l m i ss i m a g r a n d e zz a che a rre sta m a g 1 c a m e nt� a n � h e b ra cc i o
viduo a dar valore, potere, giustificazione ad una idea. E'
a r m a to e s l a n c i o d i fi e r e e d i re t t a m e n t e s u s c 1 t � nspetto, d ?:
ciò che comprese, se ben ricordiamo, Voltaire n e l d i re, r i ­ n�
s i d e r i o d i o b b e d i r e , d i sacr ificarsi, d i c e r c a r e 1 n questa p
ferendosi ad u n r e d i Francia, c h e se certe gesta a c q u i ­
v a �, t a v i t a i l senso della propria v i t a p i i1 vera. I n � ostw
stavano v alore, ciò accadevn essenzialmente perchè era
t u t t a u n a stirpe, tutta una t r ad i zio n e_, t u t t a u n a �tor_1 a
a r­
lui a compierle. Solo a q uesto punto i l regno del com­ d 1 esse r e a s r a i o 1 � 1 c cs­
d o n o , c o m e n e l l o ro a l to : c e s s a n o � � •.

prom esso e d e l l'astrattismo risulta superato. n g u i , si fa nno r e


. a l t a 1 11 d 1 v 1 d u a,
S il l l O c! i e s s e r � i d e a l i t à e sa
c o n ·� ·r i: t e z z a , vita, - v i ta assoluta p e r c h è f111e a s e s t
Ed a llora resta da compiere un u ltimo gran passo : sba­ . essa
razzarsi d e l l a su perstizione della » patria e e d e l l a » na ­
e l i b e r t à p u r a - sp ir ito, l u c e . .
E così, :J c u l :nine, col u i che p u ò d i r e : � lo _sono l a . v 1 ;i ,
_
zione « , l arvati e tenaci resid u i d e l l'impersonal ismo de mocra­
tico. Il dominatore spostando progressivamente i l centro d i
l a v c r i U1 , l a v i t a " e che d à a t u ua_ la �11 ? l t 1 t � d 1 � e d
e g l ! ;.s­
i n fl uenza d a l l'astratto del l'idea a l concreto d e l l a propria d e _
i cl e t c r rr. 1 1n s rn 1 1nfe �1ort d e l l a � 1 ta
s e i i , a l l ' i n t e r o sistema
realtà d i i n d i v iduo, alle fin e abolirà l a stessa idea d i patria, .
prat i c a u n <t u n i t à , 11 11 senso , u n a g11 : stif1ca � 1or:e .c h e prima
cesserà di appoggiarsi ad essa, la immanentizzerà e non
n o n a v e v a n o . C h è l'i nferiore no n v i v e m a i cosi
pe r fe t t a -
l n1p.-rial iN010 1•a i;; a no
. ..

mente la propria l ibera vita come q uando sa che quest a h


fin e i n qualc osa di superiore ; la parte , che quan a Ma andiamo oltre nell'analisi del carattere di assurd ità
do
memb ro di u n organ ismo che non in sè stesso , ma i n unas i sappi a i nb ns c e a p prio alla p os i z io n e a n t i m p e r i a l e .
ro
anima (in un anima che è una realtà, un lo, e non De mocrazia, s i dice, è l'autogoverno del po � olo. La _ vo ­
ideale o astrat ta legge ) ha la p ropria ragio ne d'essepallid re .
o lontà sovrana è q uella dei molti, i quali la_ espri mono l l be ­
Quest e sareb bero, i n abboz zo, le tappe princi pali della ramcnte attraverso i l voto, nel si mbolo dei r a ppre s en t ant i_ ,
conqu ista dello Stato e della via della potenza : l'inge che s o n � te n u ti ad u n a de d iz i o n e a l l ' i n te resse generale . .
d ella forza bruta, la rettor ica d elle ideali tà e degli nuità • i'm ­ Ma per q uanto si insista s u l l' ,, � utogoverno «_, � orgera
morta li prin cipi •, la relati vità e l'am biguit à dcl giuoc o di­ sempre una d i stinzione fra g o v e rnai � e go ve : 11ant1, 111quan­
namic o delle idee-f orze, i l m ito della patria e della nazion e, .
t oc h è u n o r d i n a m e n to s t a t a l e non s1 cos t i tu i sc e_ se l a vo ­
l'appo ggio della stessa poten za, sono i vari li miti che, l o 1 1 ti1 d e i molti non s i concreta i n persone p art1 � olari, alle '
_
come
i l sole nasce nte dispe rde l e nebbi e e gli spettr i della notte, quali s i affida i l gove rno . Queste persone : ev 1?e � te che . · ·

debbo no venire ilifran ti dall'e rgersi in piedi della realtà pos­ non s a ra n n o s c e l t e a c.a so : saranno quelle 1 n cui s1 � re d e
sente di un indivi duo super iore. d i ri c o n os c !.' r e u n a m a gg i o r c a pa c ità , quindi, bon gre m a l
gré, u n a superiorità s u g l i altri, c o s i c c h è n o n _ saranno con ­
s i derati come s e m pl i c i porta voce, ma �1 si su p porra. u n
_
p r i n c i pi o d i a u t o n o m i a , u n a i n i z i a t i v a d 1 l e g 1 s l ? z 1 0 ne .
L'i m p o s s i b i l i t à o
Ecc d u n q u e a p p a r i r e , i n seno al democratismo � un fa! ·
d e l l' a u t o g o v e T n o d em o crat ico
tore a n t i d e m o c r a t i c o , c h e e s s o v a n a me n t e cerca d 1 repri­
.
m e r e c o n i p r i n c i p i d c i l " e l e z i o n i s m o e della s a 1� z 1 ? ne P ? P o
l a re . D i c i a m o v a n a m e n t e , µ e r q u e s to : la sup e : 1 on tà dei s u
:
Tornia mo al liberal ismo. p � r i o r i si e s p r i m e , f r a l ' a l t ro , n e l fatto che essi s o n o c � pac 1
Abbia mo rilevat o i l compr omess o che lo domin a nella li i d i sc e rn e r e c i ò c h e è v e r a m e n te v a l o r e , c o � 1 e a n c h e ?1 gc_­
sua velleit à di afferm are I' » i m mortal e princi pio della r a r c h i zz a re i v a ri v a l o r i, s o p ra o r d i n él n d o g l i u n i a g l i a l ti i .
bertà. Comp romes so che si trasfor ma poi i n una vera li­e

O r a i d e t t i p r i n c i pi d e m o c r a t i c i c a p o v o l g o n o_ i n t c � a m_e n t e l a
propri a contra dizion e qu ando, i l proble ma essend o sposta to c o s a , i n q u a n t o c h è r im e t t o n o i l g i u d i z i o . ( s i a n e i r i g u a r d i
dall'in dividu o alla società , a lato di quello di libertà si af· d e l l a e l e z i o n e , s i a n e i r i g u a r d i d e l l a � a nz 1 o r� � ) c h e d c v : d e ­
ferma un altro > immor tale princip io : il princip io di egua­

c i d e re c h i è s u p e r i o r e , a l l a m a s s a , c r oè a l l 1 11 s 1 e m e d_1 c o �
glianz a. Come non accorg ersi che se v i è eguagl ianza non l o ro c h e , p e r i p o t e s i , s o n o i ti
m e n o � t a � i u d i c:i : e ,
_
o ti c u i
v i può essere libertà ? Che i l livellam ento delle possib ilità, g i u d i !. i o s i r e s ! r i 1 H�e d i n e c e s s i t fl a 1 v a l o r i 1 1 1 fc_rron . d c l i �
_
l'i dentità dei doveri, il ricono scimen to recipro co rende im­ v i t a p i ù i 11 1 1 1H : t l i a t :1 . Epp e r ò i 1 1 r e g 1 n � e d e m o c r a t i c o : 1 . PII?_
s t :1 r c c e r t i c h e c 9 l o rn r q u a l i s a p p i a n
_
possib ile la libertà ? Ripetia molo di nuovo : libertà vera vi o p : o s p c t a_r e 1 111 1
t
è solame nte nella gerarc hia, nella differe nza, g l i o r i o r i z z o n t i ( :1 n c ll e s e c h i m e r i c i - i n s e g n i l ' e s p e n e nz il c o -
nella i rredu­
1 \ l l! ll i s t a l i n f 1 1 n z i o 11 e d i . 1 1 '\ i l i t ;\ r r a t 1 c a , a v ra n n_o _u n a filia l e
.
cibilità delle qu alità individ ual i ; vi è soltant o là dove i l
proble ma sociale è risolto i n modo d a favorir e i n u pic­ p r c c m i 1 1 c 1 1 z ;i s t i g l i ;i I t r i . I n 1 1 1 1 t a l e e r ro 1 c - s 1 m l l c a q u e l l o
colo grupp o il più compl eto svilup po delle possib ilitàu nmane, : l i c i t i , d u p o :.i v e r e c o n c e s s o e l l e i c i e c h i d_c ! J b a 1_1 0 . esse; r e
.

sia pure a p rezzo della più gra nde i neguag lianza fra gli ç!; U i d a t i d ;i c o l o ro c h e v e d o n o , c_s i g c s s e c h e s 1 :1 1 1 0 1 1 e c l t 1 il
c
al tri, cosi come second o l ' organi zzazio ne della classic ità pa­ d L· c i d e r e c h i v c d :.i o m e n o - - 1 n t a l e e r ro re s
t ;i d u n q u e l ;i
gan a ; vi è soltan to dove la glorific azione della Sapien c :.i u s a p r i n c i p a l e c! c l l a d e n u n c i a t a _ù e g r a d a � i ? t J C n � d c rn a d e l l a
o
dell'er oismo sa travol gere i piccol i valori della vita borghezase,e r c ;i l t à p o l i t i c a i n r c a l U1 c c o n o 1 1 1 1 c o a m m _1 11 1 s t ra t 1 � a . .
econo m ica ed indus triale. R e s t a , è v e ro , u n o b b i e z i o n e p: s s 1 b i l c : c h e iJ b e n e s s t:, t C
a
m a t e r i il l e c o n t r o l ! a h i k d a l p o p o l o p u ò e s s 1.: 1-e 1 1 1 1 c o rn p él g n o
46 I . ' e1•rnre d e 111ocrn1h·n
l n1pt-rlnllsn10 Pui;uno
· =-
· - · - ·- - -· -- ·;;,; ; ·- - --
---- ----------·--=--==-

o iz ! s e r v i che; i n sofferen t i d i veri capi, cercarono u n a masch era


p r p i a o '. e di u n o . s v i l up p o d !o rd i n e su periore. M a la t e s i
e d 1scut1b1le. t
S a d r fatto c h e d a m om e n t i di c risi sociale
a l l a l o ro a n arcl1 i c a p r e s u n z i o n e d i poter fare da s è i n u n a
p i c c o ! ::i v i t a borg h e s i z z é1 t a .
s o n � s c � l u r i ti v a l o � i n uo v i , c h e h a n n o f a t t o pre n d e re a l l a
.
s to n a d r� z r o 1�
1 1.
m 1 a sconosci u t e , l a d d o v e g l i
� �
,.
ozii d i
lo
C o s ì , p re s : i p p o s t o da! d e m oc r a t i s m o , q u es t o o t t i m i s m o
è a 1 1 che, e d e m i n e n te m e n t e , d a l l e d o t t r i n e a n a rc h i che. E ,
C a Ua «.' I p e r! o d l d i o p u l enza e c o n o m i c a spesso h a n n o pro­
. � . p o r t a t o a d u n a fo rma pro s o p o p e i zz a t a e teologizza t a , esso
p m ato 1 11tor � 1d1.me nto e r i s t a g n o n e l l a v i ta d e l l o s p i r i to. E'
. r i a p p a r e a n c o r a a base d e l ! e c o r re n t i m az z i n i a n e e d e l l a
u � r � tlesso d 1 c 1ò c h e accade n el l a vita dei s i ng o l i i n d i­
. stessa t e o r i a d e l co s i d d t o S t a t o assol u t o • .
v 1 d u 1 , o v e certi va l o r i s c a t u r i s c o n o p i u ttosto d a ! te r r e no
»

d e l l a soffe renza, della r i n u n c i a e d e l l a s t e ssa i n g i u st i z i a , e d


o v e u n c e r t o gra d o d i t e n s i o n e , d i » v i vere pericolosa m e n t e «
.P�nH-hegeH5mo .
� otto ogn i p u n to d v i s ta, è
. .
! �I .m ig l i or l i e v i to p e r t e n e r d e s t o
n a
1 1 s enso d r a t t ua l 1 ta d e l l o s p i r i t o. M a , s e z v o l ere i ns is tere
su q uesto, c i l i m i ti a m o a d o m a n d a r e : S e c o n d o che c r i t e r i o
N o i spesso u s i a m o i l t e rm i n e » m o l t i « al o l u go d i a l t r i

l a m assa d e i m o.l t i r i c o n ? scerà c o l o ro che d e b b o n o d i r i g e r l a ,


p i ù i n voga, q u a l i ,, n az i o n e « , ,, u m a n t à •. i La ragione d i
p e r c h è capa � 1
.
d1 c � r a r s 1 anche d i v a lo r i s u p e r i o r i , b e n c h è
ciò i
s i è c h e q u est t e rm i n i g i à i n s è s t e s s i r i fl e t t o n o l ' ab i t o
mentale d em oc r a t i o,
c anzi d e mocratico e s c o l a s t i co. N o i n o n
sulla base d 1 quelli materiali ?
E' c h e i l d e mocrati s m o v i v e s u r u n presupposto ottimistico
g
poss i a m o e n o n v o l i a m o a d e r i re - i n a l tre p a r o l e - e

d e l t u tto gratuito. Esso n o n si r e n d e a ffa tto c o n to d e l ca­


in alcun o
m od , a q u e l t e n a c e r e s i d u o d e l l a m e n ta l i tà s c o ­
lastica, per cui s i reificano o sostan z i a l i zz a n o i cosi d e t t i
rattere assolutamente irrrazionale della psicologia delle masse
,, u n i v e rsa l i «.
C o m e l ' a b b i a m o. già a c c e n n a t o s o p ra, p a r l à n d o d e l l e i d ee:
S p i e g h i a m o c i cosl. C h e s i a , p . e . , I' » U o m o « d i l à d a i
f? rze, la ma,ssa è . portata non d a l l a r a g i o n e , ma dal l'entu­
s 1 a s m o , d a l l e mozi o n e , d a l l a sugge s t i o n e . C o m e u n a f e m i n a ,
s i ngoli u o m i n i , a s pe t t i am o ancora qualcuno che ce lo faccia
c a p i re. N e l l a rea l tà n o i s a p p i a m o d i u o m i n i , m a d e l ! ' " u o m o
essa segue c h i m egl i o sapp i a fasc i n a r l a , i m pa u ren d o l a o
i n ge n e ra l e « n o n s a p p i a m o n u l l a o, p e r d i r e megl i o, s a p
a t trae n d o l a , c o n m e z z i c h e i n sè stessi n o n h a n n o n u l l a di
p i a m o c h e e s s o è n u l l a , i n q u a n to c h è s a p p i a m o c h e e s s o è
l og ico. C o m e u n a f e m i n a , è i n costa n te, e passa d a l l ' u n o
u n s e m p l i c e c o n c e t t o o t te n u to c a n c e l l a n d o , c o n l 'astrazi o n e
a l l ' a l tro, s e n z a c h e u n t a l e t ra passo possa v e n i re u n ifor­
m e me n te s p i egato con u n a l egge razi o n a l e o con u n r i t m o
p ropria ad u n p ra g m a t i s m o c l a ss i fi catorio, l e n o l l: s p e c i fi­

progressi vo. S p e c i e q u e l l a del » p ro gr "


esso • r i fer i to n on al che
in un
dei
a
s i n go l i i n d i v i d u i c o n c re t i , i q ua l i così si d i l egua n o
v u o t a u n i fo rm i t à . C o m e t a l e , I ' >> U o m o " è q u a l cosa
s e � p l i ce r e n d e rs i c o n t o c h e l e cose d a l p u n t o d i v i s ta m a ­
che ha e � i s t e n z a n e l l a n ostra m e n te, ma a c u i n e l l a r e a l t à
t e r i a l e v a d a n o megl i o o peggi o, m a r i fe r i to i n v e c e a l t ra­
n o n p u ò corris p o n d e re n u l l a .
passo d a u n c r i t e r i o materiale a d u n criterio più a l to di cri u d i ­
z i o , è u n a s u pe rst i z i o n e occ i d e n ta l e, con tro d i c u i n c�n sa ·
A n a loga m e n t e s o s te n i a m o che l a ,, n a z i o n e "• i l ,. p o p o l o e ,

p r e m m o m a i reagi re abbastanza e n er i ca m e n t e I n v e c e i n t a n t o
g .
I' ,, u m a n i t à � . e c c . , a n z i c h è esseri rea l i , s o n o se m p l i c i m e ­
parl � re d i a u togoverno d e l i e m a s s e è poss i b i l e , i n t a n t o ptiò si tafore, e c h e la r
l o o >) u n i t à e da una parte è semplice­

di
l a s c i are a l l a c o l l e t ti v i t à i l d i ri t to elezione e di
sa nz i o n e' i n
m e n t e v e r b a l e , d a l l ' a l tra n o n q ue l l a d i un o rganismo già
cost i t u i t o s e c o n d o u n a raz i o n a l i tà i m ma n e n te, m a q 11el l a ,
q ua n to t u t t o c i ò non s i a v e r o , e v e re' s i <l , i n v e c e , c h e i l » p o p o ­
i
l o " possa v e n i re c o n s i d e ra t o c o m e u n a s o l a n t e l l i g e m a , come i n vece,
ed
di u n s i s t e m a d i molte forze
equili bra ntesi
individuali u r t a nt e s i
fra l o ro, e p e r c i ò esse n z i al m e n t e d i na m i c a
u n s o l o gra n d � essere, v i ve n t e d i u n a v i t a u n a , p r o p r i a ,
. e d i ns t a b i l e . Questo v o g l i a m o t e n e re b e n pres e n t e n e l l ' u sare
coscie n t e e razwn a l e . Ma q u esto è u n p u ro m i to o t t i m i st i co,
i l term i n e ,, molti e, aggi ungendo al carattere già detto d i
che n ussu n a c o n s i d eraz i o n e soc i a l e o storica pos i t i v a c o n ­
ferma, e c h e è s t a t o i n ve n tato u n i c a m e n te ei a u a n razza di irrazionalità d e l l a » m assa «, q u e l l o d e l l a s u a n a t u ra p l ù r i m a .
1 "4

c h e i n n es s u n m o d o l a c o s a si trasfo r m i i n u n m a rché d e
Da un tale p u n t o di v i s t a , a n c h e il c o n c e t t o - b a s e de
d u p e s. Ogn i vero i mp e r i a l i s m o d e v e e ssere i n te n s a m e n t e
m oc r a t i c o della c o s i d e t ta > v o l o n t à del p o p o l o « si d i m os t r a
i n c o n s i stente, e d a s o s t i t u.i re c o n q u e l l o d e l l ' e q u i l i b r i o m o­
positivo, e p però r i co n os c e r e u n a s o l a realtà : q u e l l a d e l l ' irzdi­
m e n t a n e o d e l l e molte v o l o n tà, d e i molti i n d i v i d u i p i ù o m e n o

viduo. L'in � e r ? � a rà per u n i n d i � i d u o, p e r u n i n d i v i d u o supe­
r iore, p e r l 1 n d 1 v 1 d u o c a p a c e d i d t re : " Lo Stato s o n o i o e e non
a s s o c i a t i : co m e i l getto d i u n a c as cat a , c h e d a l o n t a n o p u ò
r :·ndividuo �arà per l'impero. V i sarà u n a gerarc h i a p e r c h è
s e m b r a re fermo ed i ntero, m a d a v i c i n o r i s u l t a d i u n a i n ­
v 1 s o n o d e t c a p i , e n o n d e i c a p i perchè v i è u n a gerarch i a .
fi 1 1 i t à d i e l e m e n t i d i v e rs i i n i n c e ss a n t e m o v i m e n t o . E p ­
La trac c i. a p rofo n d a, i l d o m i n i o orga n i zzatore, l a s c i a to d a
p e rò o g n i d e m ocra t i s m o n o n è c h e u n l i b e ra l i s m o t ra ­
u n g r u p p o d i c o n q u istatori , d a rà senso a l l a c o s i d e tta " u n i tà
v e s t i to .
n a z i o n a l e e, a l l a c o s i d e t t a » n a z i o n e « e n o n i l m i to d i
S u q u este c o n s i d e ra z i o n i , c o n c l u d e n t i n e l l ' irrealtà d e l ­
l ' e n t e p o p o l o , d e l l ' e n t e- n a z i o n e , e c c . e n e l l ' a l og i c i l à d e l l a

� ttesta a l l a v i ta profo n d a d i q u e l l i , eh n o n n e h a b i sogno
a .1 c u n o . Lo s ta to, l a n a z i. o n e - e anche l a » tradizione e -
rea l t à p l u r i m a a c u i essi co n c r e t a m e n t e s i r i d u c o n o , n o n
sono d e l l e astrazioni ( a l p i ù , d e i compiti), le q ua l i sono so­
s i p o t r e b b e m a i i n s i s t e r e t ro p p o . L ' i ll l po r t a n t e è . d i r i l e v a r e
l a m e n te ? e l l a realtà di a l c u n i i n d i v i d u i che s i i m p o n go no,
c h e se e s s e s c a l z a n o c i ò i n c u i p u ò g i u s t i fi c a r s i la d o t tr i n a .
c r e a n o vie dove n o n v t erano v i e , fa n n o u n i tà ciò che n o n
d e m o c r a t i c a d e l l ' o r ga n i z z a z i o n e d a l b a sso q ua l e a u togov e rn o
e ra c h e m o l t e p l i c i t a
àcl po p o l o o della n a z i o 1; e • , e sse s c a l za n o a l t re s i u n a
V e m � t a m e n o 9 u e s t a r e a l t à , q ue s t o l i v e l l o s u periore d i
• • »

fi n z i o n e a n c h e p i ù v i e t :i , d i c u i lll n l t c c o 1 1 ce z i o 1 1 1 c h e s i .
f o r z a , d t v i t a e d 1 l u c e ( i l c u i tras m e t t e rsi p e r é l i te s attra
d i c o n o e si c re d o no a n t i d e ll l o c ra t i c l ! e s o n o t u t t' a l t r o e ll e
v .e r s o l e g e n e r az i o n i , c o n tro i l l i m i te d e l t e m po, c o s t i t u i s c e
s c e v r e . l n t e n d i a rl' o r i f e r i r c i a l l a s u p e r s t i z i o n e e a l l ' i d o l a t r i a
C ! Ò � h e 1 11 s e n s o e m i n e n te e p o s i t i vo è d a d i rs i tradizione) l a
.
per lo • S t a t o • , i n t e n d i a m o r i fe r i r c i a l c o n c e t t o h e g e l i a n o
f u n z i o n e c h e s o p ra v v i v e a sè s t e s sa p e r i nerzia la v uo t a
d i » S t a t o A sso l u t o «, o n d e s i affe r m a c h e c i ò c h e è r e a l e
è l o S ta to, n o n g l i i n d i v i d u i , i q u a l i - q u a l u n q u e e s s i

for m a d i u n a � rga _n _izz � z i o n e i m pe ri a l e o n a z i o n a l s e n z a p i ù
.
n u l l a c h e l a g 1 u st 1 flc h 1 , l i cen tro d i u na m o n ar c h i a i l c u i t r o ·
s i a n o, a p a r t i re d a i c a p i - d e b b o n o s p a r i r e d i n n a n z i a l l o
S tato.

n o è. v uoto, q u � sta s o p r a v v i venza osses s i v a , c h e p i s i a u t o ­
n orn t zza e r e a g i s c e c o n tro d i c i ò d i c u i n o n è c h e o m b ra n e l
P o c h i fe n o m e n i o.�·sessi11i c i a p p a i o 1 1 0 di un c a r a t t e re cosi
p r e t e n dere c h e n e s s u n i nd i v i d u o v i s i a a d o m i na r l a e l e i
a berrante q ua n t o q u e s t o , il c u i a s t ra t l i s m o è d i certo a s s a i
r e s t i l a s u p r e m a r e a l t à , c o n q u esta d e g e n e ra z i o n e c o i n c i d e
p e g g i o r e e l l e n o n l 'a s t r a t t i s m o d e m o c r a t i c o . D i fa t t i a b h i a 1110
l a g e n e s i d e l l ' i dea d i ,, S ta to Asso l u t o " • d i » Naz i o n e e e d i
g i à v i s t o c h e n e l l a d e m o c ra z i a i l ,, p o p o l o i n f o nd o è L n a
t u tt e l e a n a l o g he re t t o r i c h e .
«

m a s c h e ra , c h e , a t t ra v erso l a n o z i o n e p i u c o n c re t a d e l l ' • i n­ Cotesta s u p e r s t i z i o n e , l a d o t t r i n a p o l i tica d e l protesta n t e


teresse generale " • c i r i v e l a , s p e c i e n e l l e sue forme l i b e r a ­ H ège l l ' h a c o n cl o t ta s u i v e r t i c i d i u n s i s t e m a fi losofico. D a
l i s t i c h e , u n a r i c o n o sc i u t a r e a l t à d e i s i n g o l i , s u l l a q u a l e s i e s s a , e d a ogn i s u o riflesso, i l fa s c i s m o è t e n u t o a sbaraz ­
s po s t a i l c e n tro, s i a p u re s e c o n d o u n a i s t a n z a e g u a l i t a r i a e z a rs i , d e c i s a m e n te, p e r t o rn a re a l l a v i s i o n e m e d i t e r r a nea o m e ­
a n t i g c r a rc h i ca ; m a q u i q u e s l a r e a l t à s c o 1 1 1 r i: r e , d i v o ra t a c! a r i ca e d e l l e n i ca d i esseri l i b eri e v i v e n t i c h e n o n c o n o c o n o �
u n a m e ra idea, n o n r e s t a p i ù n e ss u n c e n t ro n è i n a l t o n è i a v o c e d � l l e m o l t i t u d i n i l i ve l l at e , c h e ' s rn ;.scherano e d e ­
i n b a s s o , i n q ua n to c h è q u i g l i s t e s s i c a p i s o n o g l i osses :; i r i d o n o q u es t i i d o l i v u oti d e l l e i de o l o a i e m o d e rn e e s i o r ­
d e g l i o s s e ss i , s t ru m e n t i d i q u es t a i m p e r s o n a l i !; \ c u i t u t to v :i �
g a n i zzano l i b era m e n te , s u l l a s o l a b a s d e l l e d i ffere n z e i rre­
su b o rd i n a t o . c! u c i b i l i c h e s i d e fi n i s co n o n e l rap porto n a t u r a l e e d i n a ­
Noi ci s i a m o e s p r e s s i a b b a s t a n z a c h i a ra m e n t e i n o nl i n e r;i ico d e l l e i n t e n s i t à l o r o . Uo m i n i c a p i d i u o m i n i e u o m i n i
a l v a l o re p ra g m a t i c o c h e p o s s o n o a v e re a l c u n e i d e e - f o r z a {
s e r v i d i u o m i n i q u a l i forze p u re , n o n u o m i n i res o m bre d a
o » m it i " , e p o t re m m o a n c h e c o n c e d e r e , c o n l e d o v u te , r i ­ ::rn1 b re.
serve, che l o S t a t o assol u t o • s i a fra q u e s t e . B i s o g n a p e rò

. � V O L A , Imperialismo />,1gww
oO l hnp r rialisn10 Pagano L' e1·rore dcu1ocratlco 51

tutto, noi con testiamo la legi ttimità della stessa ,. fi losofia


Antimazzin i a nistn o . d e l l a storia " in generale, la q u ale n o n è che un travesti·
m e n to specu lativo del determinismo storico, con cui si astrae
dalla realtà v i va, i nd i v i d ua, l i bera dei fatti storici e si pre­
U na forma larvata del male democratico, è l ' ideologia tende d i dedurla da una legge superiore e trascendente.
mazzin i a na. Forma tanto più pericolosa, i n q uantochè è nata Che cosa vuole, in ogni caso, l a fi losofia della storia maz·
in Italia, e la sua rettorica, al pari di q u e l l a d e l l 'opportu­ ziniana ? Una sola cosa : dimostrare che ciò che deve essere,
n ismo gesuita cattolico, i n voca la tradizione di Roma. Lad­ perchè i n corpora la » fin a l i tà stessa del progresso storico,

dove dello spirito d i Roma essa non h a n u l l a , laddove, e che una ,. terza Roma «, l a Roma mazzi niana, dovrebbe
nella sua natura associazionistica, repubbl icana, a n tigerar­ assumere come sua profetica missione, è l 'anti-impero, cioè
chica, essa è soltanto u n prodotto d e l l 'anti- Roma - d e l cri­ l 'i deale d e l l'umanità-realtà-u n ica, come fratellanza di popoli
stianesimo, anzi del protestantesimo. Lo affermiamo decisa­ uguali, come l'i mpersonale associazionismo d i una federa­
m ente : Mazzini non è che l'esponente italiano del protestante­ z i o ne i n d i pendente antimonarchica, nemica di ogni gerarchia
simo e del male europeo (è significati vo, del resto, che Maz­ dall'alto, i l l udentesi d i esprimere i n u n a m i tica ., volontà
z i n i ebbe u n a educazione spiccatamente giansenista ) . Coloro del popolo « l a superstizione d i una » volontà d i Dio •. De­
che oggi in Italia vogliono l'impero , lo sappiano, e d i ch i a­ n udate d i tutti gli aspetti mistici cotesta ideologia, fissatel a
rino l ' asso l u ta i ncompatibil ità con l a dottrina e l o spiri t o freddamente scendendo s i n o agli i mpulsi nascosti ed i n coffes­
mazzin i a no. sati che le danno anima - e vi troverete la l ogica stessa del­
La volontà democra tica di q uesta tendenza ha i n v entata l'anarchismo e del bolscev ismo, con l a stessa i l l usione otti m i ­
una ,. filosofia della storia •, che già l e considerazioni pre­ stica circa la razion a l i tà della massa e d e l l a storia ; v i t roverete
cedenti bastano per scalzare . Essa non solo ,, reifica •, ma l'espressione stessa, dist i n ta, i n e q u i vocabile, d i ciò che come
a d d i rittura teo logizza il ,. popolo e : l'ente-popolo d i viene il i d eale del l'> ecclesia • sorse dalla rivolta dei cristiani contro
corpo mistico in cui la stessa d i v i n i tà, tratta dai cieli e d e · l'ideale d i Roma ; e v i troverete perciò, essenzialmente, lo spi­
bitamente socializzata, vi vrebbe e si rivelerebbe come n e l rito della Riforma, q u e l l o stesso spi rito d a c u i precedette l'or­
s u o i nterprete, secondo una l egge progressiva d i sviluppo ganizzazione moderna, antimperiale, antiaristocratica , antirel i­
che è l'evol uzione stessa del l'uma11ità attraverso grandi ci­ giosa perchè riducente l a religione alla mera soc i a l i tà, anti­
c l i riflettenti ognu n o una idea, o ,, rivelazione • , della mente qual itativa, propria a l l e società anglo- sassoni ed americane .
divina. L'i J eale mazziniano i n verità è identico a q u e l prodotto
M i tologizzare, q uesto, a cui non v i è più persona seria che esse nzialmente de mocrati c o e l u ter2no prea nu nciatosi con
oggi debba prestar fede. Noi di chiariamo d i n uovo che l'ente­ la cosidetta ,. Società delle Nazioni «. I n fatti una confede­
popolo è u n a mera astrazion e ; noi, in secon d o l uogo, sulla razion e internazionale presieduta non dalla potenza e dal­
base della moderna teoria della conoscenza, contestiamo l a l'individua, splendente rea ltà d i un solo essere supe riore
l egittimità d i considerare l a storia a l trimenti che come sto­ - l ' i m peratore d e l l a concezione dan tesca che " considera n­
ria degli uomin i ; e le sue ,, idee •, altrimenti che come q u e l l e d o le d i verse condizioni del mondo, e l i diversi e necessa r i i
che correnti dom i nanti d i u o m i n i hanno saputo imporre ; uffi c i i ordinan do, abbia del t utto u n i versa le ed irrepugn abile
noi, disebbrati d a og n i all ucinazione aprioristica, diciamo u ffizio d i com a n dare (Conv. I V , 4 ) - sibbene da un po·
«

superstizione il presupposto della legge d e l » progresso « , polo, anzi dal popolo, d a t i ' " um anità •, poichè il popolo elet­
e l'idea preconcetta che l a storia i ncorpori u n piano prov­ to ( quello italiano : popolo eletto ! - altra superstizione teo­
vi denziale, cosi che tutto debba dirsi razionale e giustificato logica : noi non conosciamo popo li » eletti " • ma popoli che,
e ciò che viene dopo, pel semplice fatto di venir dopo, sia n è l l a lotta, si creano come superiori), seco ndo Mazzi n i ,
qualcosa d i s u pe riore e debba essere accettato ; ma, sopra· avrebbe u nicamente la mis sione d i n egare s è stesso e di im-
I .. · errore de1no«-rotieo
5t l11tperlal1H1no Pai;ano

al c u i vertice sta tu ttavia la religione dei M i steri , la m o rale


porre q uesto n uovo " vangelo «, che tutti i popol i sono l iberi e
d i a utarchi a degli stoici e dei neoplatonici, l a civilizzazione
fratel l i ; poichè l a v e l l e i tà nazionalistica m azzi niana, di man­
l u m i nosa d e l l'ellenismo che essa seppe diffon d ere p e r t u tto
tenere ad ogni popolo u n a funzione e una missione parti­
il bacino m editerraneo nella ,, pax romana, augusta e t pro­
colare, svanisce dinanzi a l l'affermazione, che q uesta mis­
funda « p rop iziata d a l l e sue legioni.
sione deve poi risolvers i senza residuo n e l l ' i n teresse gene­
No. Roma n o n fu base d i nulla, e i l cristianesimo fu un
rale dell'umanità - i nfatti, diciamo, cotesta specie di con­
a ltro mondo che n o n l a continuò, m a si oppose distrutti va­
federazione u n i versal e d a costituirsi s u l l a base d i un sistema
m e n t e a d essa, d a lui identificata con l a bestia dell ' Ap o ca ·
d i rivoluzioni a n t i monarchiche e d anticattoliche, è il centro
fisse, con l a prostituta d i Babilonia. Roma n o n conobb e l'egua·
di t u tto il vangelo pol itico - re l igioso m azzi n i ano.
Nè si peritano, i mazz i niani, d i i nten dere l arvatam e n te glianza, in nessun senso . L'aequitas del diritto roman o �o�
risponde che all'idea di giustizia corrotta dai concetti cr1st1a11 . 1
n e l l a Roma vera, i n Roma i n q ua nto Roma, qualcosa di
> superato " dal » progresso .. . I l l oro cieco apriorismo evo ·
d i p i età, perdono, pentimen to, grazia, compassione, a m ore �
l uzionistico l i fa soggiacere alla mai abbastanza deplorata e soltanto l'anarchismo cristiano col l ivellame nto d 1_ ogn i
s uperstizione d i esaurire l a pagani tà n e l concetto d i una real­ v alore terrestre i n u n identico nonvalore e n e ll 'eguagl ianza
tà p u ramente giuridica e materiale, e di far prerogativa d e l degli esseri rispetto a Dio, rispetto a l peccato ori�i na_l e e
cristianesimo i valori dello spirito. La » missione e d i Roma rispetto a l l 'arbitrarismo della grazia, fondò u n egua l l ta � 1smo
pagana, secondo essi, si sarebbe esaurita n e l l a costituzio n e che i l mondo pagano n o n conosceva, m e no che m � 1 n e l
d i una u nità giuridica e d i u n i m pero n1ateriale, basato sulla piano materiale, retto d a u n a organiz �aziCl ne_ ger� rc � t � a, d �
forza ; l a seconda Roma, q uella cattolica, avrebbe costituita rap porti m i l i ta ri , da relazioni di signoria e d t sch1av1tu e d 1
preecel l enza delle élites. .
i n vece l ' u nità di un impero spirituale ; e l a sintesi sarebbe
E sol ta n to l ' u n ità della Roma cristian a fu q uella v 1 o l e 1 1 t a
la terza Roma, che dovrebbe affermare l ' u n i tà sociale, costi­
d i u n a specie d i tirannide ignorata dal m o n d o antico, clas � ico
tuendo il pall ido associazionismo e fraternalismo dei popoli
ed orientale: l a t i rannide dello spirito. Poichè se i l paganesi m o
ugu a l i , di c u i abbiamo detto sopra. I l di ritto romano avrebbe
f u i nflessibile n e l chiedere obbedi e n za a l l e l eggi c h e pote­
dato il fattore > l i bertà .. , avrebbe preparato sul piano ma­
vano rendere poss i b i l e e stab i l e una razionale organ izza � ione
teriale una uguaglianza, che poi, n e l cristianesimo, s i realizzò
sociale d e l l e masse (è noto che l a gran parte delle m 1 l l a n ­
n e l campo spirituale : e si profetizzerebb e u n a e poca nuova
tate perse cuzioni contro i cristiani - I� cui vittime , si � detto
i n cui i d u e term i n i , di l i bertà e d eguagliania, si congiu n ­
d i passata, costituiscon o p oi una quantità ,trasc � �a ? _1 l e rispetto
gerebbero i n u na s i n tesi, data dal concetto di u manità as­ _ _ promosse dall lnqu1smone - pro·
a quelle delle persecuzioni
s ociata - senza pensare di certo che a n i ent'altro mirò lo
cedettero sempl icemente d a m i s ur e d i polizia, e n i e n te affatto
spirito protestante dopo che ebbe svi n co lato anarchica me n te
da p reconcetti religiosi) - a q uesta i n tran sigenza pratica ac :
l ' i n d i viduo dall'autorità e socializzato l'ideale dell',. eccle­
coppiò l a p i ù i l l i m i tata tolleranza i n fatto d i c r.ed enze, d 1
sia " · _ nest_ mo
r i t i e d i opinioni fi l osofiche . Per conv erso .1 1 cnsha
Intransigenti c ustodi dei valori della tra dizione pagana, nel suo prose l i tismo fanatico, n e l l a sua pres�nz1one _ d 1_ e � sere
romana e mediterranea, noi resp ingiamo t u tti q u esti sofismi l a sola vera religione, nell'intoll eranza cattol t ca che non s.1 pe ­
storicistici. No. Roma fu u n a rea l tà s i m u l ta n eamente mate· ritò d i armare i l b racc i o secolare per r i u scire a d i m po rsi al l e
riale e spirituale, un ideale completo e splendente , isolato, coscienze, n u l l a conobbe della l i b e rtà, d e l gran soffio d e l largo,
che s i accetta o non si accetta, e .che s i ribella ad ogni ten­
n e l l a parvenza del suo i m pero.
tati vo d i p iegarlo nel giuoco di una arbitraria dial ettica p ro­ . . .
E l a ,. Roma m azziniana " non e l a s intesi d .t Roma pa ­
gressistica ; fu l a potenza augustea sorta a d ,, avere l ' i m ­ gana e di Roma cristiana : ess � � l o s v i luppo di u ? o �ola
perio d e l mondo, ad i mporre l eggi di pace e dar perdon o
d i q u esti termi n i - d i q u e l l o c ri stiano n ella stessa d i rez i o n e
a i v i n t i e morte a l l e superbe ge nti " (Virgi lio, En., V I , 852-4}
l1npe1·lalis1110 Pn;;ano I, ' errore dc111oero tlco
rm

antimperiale, anticattic o s 1 ica, oalistica, l i beral- democratica e m o m e n to, si chiede la restaurazione del l egame u niversale
fraternalistica, il c ui vero nome - ripetiamolo - è protestan­ dell'umanità, che all ora non sarà più u n dato, quasi una na­
tesimo. E i due te rmini della pseudosintesi restano due di­ tura i n cui i singoli s i trovano connessi i m mediatamente, ma
rezioni i ncom unicabili : fra di essi vi è scelta, ma di compro­ i n vece qualcosa che gli uomini s tessi porranno : spontanea­
messi e di composizioni, nessuna. mente con u n atto libero. Il democratismo corrisponderebbe
a que � ta terza fase, i nqu a nto c h è m i r 7 r e ? be ap p unto � ll'ide �­
Se il fascismo conserva in sè elementi mazziniani, sappia
d unque purifi carsene, anche se .c on l a parte malata dovesse ta­ le d i una socialità sulla b ase d 1. u n insH:me d 1 essen uguali,
gliar via anche della carne sana. a utonomi e l i be r i .
E come si deve vietare ai cattolici di i nvocare gesuitica - D i n n a n z i a d una tale ved uta, il p unto pri ncipale della cri­
mente la romanità i m periale, cosi lo si deve vietare a n che ai tica è questo : vedere in che co ns i s te � re ci sa m e n_t e I� d i f­
mazziniani riconoscendo nella m issione di Roma che essi pro­ ferenza fra quella soci età, che sarebbe 11 p u nto d 1 a_ rn vo, �
fetizzano la perversione più completa d i ciò che Roma realiz­ l'altra, che sarebbe soltanto il p unto d 1. partenza d 1 u n s 1 ·
zò, nel campo spirituale e nel campo materiale, nella storia m i t e s v i l u pp o .
del mondo . Il Di Cesarò congi u nge alla ved uta esp o st a 1. 1 concetto
di una legge di individuazion e progressiva . data la q uale la
cosa si presenta però sotto una l u c e molta d ,1�e1: sa. Vu � le u n �
Ind ivi duo e umanità� tale legg e , che i gradi i n fe riori del!a r � a l �à �. 1 d �ff� r e n z 1 �0 dai
g ra d i più alti per i l fatto che net p r i m i l 1 11 d 1 v 1 � u.o S I pu�
Un'altra forma di possibile gi ustificazione, più evoluzioni­ scin dere i n più parti che conse r va n o la s tessa q ua l 1 t a (le parti
stica che non s toricistica, che può assumere i l democratismo, di un m i nerale , p. e. - e qual cosa di s i m i l e a ccade i n certe
la si può desumere da recenti affermazioni di G . Colonna di specie di p i an t e e nella p a r t� n o �e n e s i ? i _ a n i m a.l i i n f e � �o r i!,
Cesarò. Questa forma ha il v antaggio di poter essere conside­ mentre n e i secondi ciò non e p1u poss1b1le, po1chè I indi­
rata a sè, non sulla base di una i potetica conferma d a parte viduo è una superiore u nità o r g a n i c a che non si lascia p i ù
d i · una " filosofia della storia " ad usum delphini, ma come d i videre senza che e s s o stesso decada e se nza che le sue
una possibile concezione del mondo in gen e rale. Essa è di parti perdano i n teramente i l s i g n i fi ca to v � v o e s p e c i fi c o, la
qualità che avevano in esso. La n atura c 1 mo s t r � r � bb e � n o
certo più coerente, ma appunto per questo è fac i l e rilevare . che va dai s 1 s t e m 1 fi. ­
q u a n to furiosa mente in essa l' istanza in iziale tenda a capo­ slancio di i n d i v i d u a z io n e progress iva
volge rsi in quella che anima i n vece i valori di una organiz­ sici m i nerali sino alla suprema i n d i v iduazione d a ta dalla sem
zazione gerarchica. plicità i n fra n g i b i l e p r o p r i a al l'autoc ? s�ienza u11'. ana.
Secondo questo p unto di vista si sostiene dunque che v i Secondo i l Di Cesarò, è c o n ce p t b l l e t uttav ia u n a f a s e
è una socialità l a quéde, l L1ngi d a l rappresen tare i l punto d i u l te r i o r e d i q uesto p rocesso in c u i l a stessa l e gge d i i n d i ­
arrivo d i uno sviluppo ideale, n e è i nvece solamente i l pun­ viduazione progressi v a t e n d e a s u p e r a r e l ' i n d i v i d u o u nl:a n ?
to di partenza. Tale lo s t a d io · riscontrabile a nco ra i n alcuni i n u n a fo r m a p i ù vasta d i associazione, che sarebbe l ' in di ­
viduo sociale l'u n i tà sociale e spirituale dell'umanità. Un ità
popoli primitivi, dove sembra che i singoli non abbi a n o
una vera coscienza d i sè q u a l i e s s e r i autonomi, ma vivano che d u n q u e � i differenzierebbe d a q u e l l'altra, p r o p r ia a l l a
in seno ad un vero e s s e r e collettivo indistin to, che è la loro socialità primitiva, pu nto d i partenza, per il fatto d i essere
tribù o il loro popolo. il cul mi n e di un p rocesso di i n d i v i d uazione.
Bisognerebbe p a s s a re d i là da cotesto stadio : d i là dal­ In t utto ciò v'è q uanto basta pe r capo v 1Jlgere la pos .i ­
l'umanità occorre che si riaffermino gli uomini, quali centri z i o n e democratica . I n che con siste, i n fatti, l 'e sser i n d i v i d uo ?
distinti e coscient i di sè stessi. M a agl i uomini, i n u n terzo Lo si è de tto nel fa tto che lo stato d i sempl ice aggregato
:

di parti separabili (la forma più grezza dell'i n d i v i duazione


m i nerale) cessa, e sorge u n principio superiore che si riaf­ come dominatore deg l i u o m i n i , n on sarebbe p i ù u n uomo,
ferma su di esse, le subord ina a s l· e k f:ì obbed ire ad una ma u n essere di u n l i velìo s u p d i o r e anche se este r i o rme n te
determinata legge. E l'ind i v iduazione è ta nto più a l ta, p e r conservi, ad u n d i pres s o l e c o 1 11 u n i sembianze umane pel
,

quanto più perfette sono l a subord i nazione e i l dominio di fatto che la gerarchia i c u i e l e m en t i s o 1 1 0 or mai l e coscienze,
questo principio superiore . E al lora : cosl come noi vediamo è i m m a t e ri a l e e non può e s s e r e ù i s t i n t a d a nessuna caratter i ­
che l'unità dei com posti chimici è u n dominio su vari ele­ s t i c a fisi ca mente v i si h i i e. C o m e L t l e , i l domi natore n o n sa­
menti e su forze puramente fisiche (grado inferlore)i e l'unità rebbe d::i paragonar:;i p. e. a d 1 J l l a m a n o c h e volesse farsi p a ­
vegetale u n dominio su varie unità e l eggi c h imche sotto d ni n a d i t t t o il c o p o s i lJ b e i ; e a l l a stessa un ità organica
u r ,

una l egge su periore che le trascende, e cosi via - in egual del c o r p o che i n u n a s i n t e s i s u p e r i o r e i n c o r p o r e a comprende
modo, am mettendo lo svil uppo di cui sopra di là dall'i n d ivi­ l a m a 1 1 0 e tuttn i l e s t o r .

du o si ngolo, nell'unità dell' ,. i n d i v i d110 sociale dovremo


« Come si p u ò c o 1 1 c e p i r e c h e q uelia funzione u n i fi catri ce
i nte ndere un dominio sui singoli i ndividui - non l'ucità e n r g a 1 1 i z z a t r i c e d e l l :-i n ;t ! u r a a c u i corrisponde u n composto
de mocratica d i u n rappresentante dei moiti, sibbene l ' u n i tà rn i n e r;i l e s i t r;1 sfor111i e passi a q u e l l a sua p o t e n z a su periore,
i m periale di un dominatore dei molti - l'imperium, quella in cui g l i e l e m e n t i e l e l t g g i m i n e r a l i si fa nno m ezzi subor­
stessa egemonia che risplende i rrepugnabil mente nella vita d i nati a l l ' i n d i v i d u o v e g c t : ! i e e così v i a ; a n a l og2 m e nte si può
di u n ' anima padrona d i s è e signora del corpo. pensare ll d u n t r a ri :; s s o ll L l l a potenza, c h e r e g g e i nsieme q ,1el
A nche am mettendo la legge dell ' i ndi viduazione progres­ fascio d i esseri e Li i e l e m e n t i c h e c o s t i t u i s c e la persona l i tà d i
siva, noi troviamo dunque che se ci deve essere u na dif­ u n uom o c o m u n e, a d gr:1dn superiore, in c 1 1 i g l i elementi
1 1 11

ferenza tra i l pu nto di pa rtenza e i l p u n to d i arri v o del pro­ che vanno d o m i n :i l i s e c u n d \ ) u n o s : c s s rarpoi to sa ranno l e
o

cesso, se q uesto deve essere qualcosa di più che non u n leggi e l e v ol o n t à d e l l e s i n g o ! e c o s c i e n e 1 1r1 1 a 1 1 e .
z

enorme circolo vizioso, tale d ifferenza p u ò consistere sola­ Con ciò, si badi, non s i v u r1 l e abolire I ' > u o m o � . cioè
mente in ciò : che all'inizio ogni Io i n sè era nulla e iden­ q u e l la c o s c i e n z a d i l i bertà, d i i m! i v i tl i 1 a l i t à e d i a 1 1 t o J 1 o m i a d e i
tico a tutti gli altri q uale una specie d i medium i n cui cir­ si ngol i c o n q u i s t a t a d i c o n t r o a l l a p r i m i i i v a , i d i s t i n t a m e ­
n ,

colava l'incorporea v i ta collett i va della comunità era l ' uma­


: dianica social ità . U n v e ro R e n o n d e s i dera m a i d e i fa n t o c c i
n i tà ; m a alla fine, dopo che d istanze sem pre più grandi si e degli automi p er su o i sud d i t i , ma i n vece d e g l i individui,
creeranno fra Io e Io, differenziando da gradi inferiori gradi dei guerri eri, d e g l i e s se r i v i v e n t i e r ( \ s s e n t i ; e d a r. z i s u o ur­

su periori d i autocoscienza e d i pote nza umana e creando gogl io sarebbe di s e n t i r s i u n Re di re . .


cosi una gera rchia, sorgerà chi possa dirsi non u man ità, ma D'al tra parte a bh i a m o g i J d e tt o e l l e s e s i a m o i n \ r a n s i g e n t 1
Sif[flore dell'umanità. affe rmatori del la n e c e s s i tfl della gerarchia, s o st e n i a m o c h e
Questo è l'unico m odo di com prendere coerentemente la q uesta gerarch ia d e v e costru irsi dinamicamente e l iberamente,
legge, o , per dire m egl io l a volontà, di individuazione pro­ per rapporti naturali di i ntensità i n d ividuale. Così si forma­
gressiva nei riguardi di un possibile sviluppo di là dal p1:1nto rono l e pri m i tive ari stocrazie : non per elezione e riconosci­
p roprio alla coscie nza umana normale ; e aggi ungiamo (cosa mento dal b a s s o , ma per u n d i retto affermarsi d i individui
che del resto risulta già chiara in qua nto precede) che su capaci di u n grado di resistenza, d i respor.sabiliià , di vita
nel l'altro che essa noi appoggiano la nostra dottrina i mpe­ eroica, generosa, vasta e peri colosa d i cui gli altri non erano
rialistica. capaci. E' la p rova del fuoco ciò che spezza e terrorizza
• •:

Unilateralmente v ista, la cosa può forse avere un certo gli uni , fa d i coloro che resistono dai Capi, a cui naturalmente
colorito d i anormal ità, q uasi q uanto nell ' idea di u n a parte e l iberamente le masse si piegano ed obbediscono - fi nchè
di un corpo che si arrogasse il diritto di subordi nare a sè non appaia altri ancora più forte, d i cui i capi primitivi saranno
tutte le rimanenti. Ma q uesto colorito sva ni sce del tutto non p ri mi a riconoscere i l diritto e l a d ignità, senza rancore o i n ­
appena si d i ffi di dal continu are a chiamare uomo c h i .
• « vidia, ma lealmente, mi l i tarmente. In nessuna concezione come
I , ' er1·01·e dcn1oe1·a.tico
S8 l 11a11ea•i ,.ll•uuo t•oi.;nno
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i n q uesta il val?re d � ll'inc!ividuo, del! ' • uomo è dunque "•


ferendosi allo spazio, i n cui, secondo lui, vi possono essere
conservato m eglto : è 1 11vece nella soluzione democratica che cose egual i eppure distinte : ma l a moderna nozione scien­
esso tende .a scompa �i re p � r 1'.a � ve � to d i una realtà i mpeiSO· tifica dello spazio respinge l 'obbiezione giacchè per essa
nate, che hvell � !utt.1 � l t 1 11.d1v1dut sotto una stessa legge ; nozione ogni p u nto diviene un valore diverso assun to dalla
legge che non s1 tnd1 � 1du � t n nessuno e non si giustifica in funzione del continuo q uadridimensionale del Minkowsky.
nes.s un � , e c h e serve d 1 reciproco appoggio, di reciproca difesa Nel concetto di molti • è dunque implicito q uello di u n a
>

e dt rec i proca schiavitù d i esseri ciascu no i nsufficienti a sè loro diversit� fondamentale : d e i • mo lti • uguali, asso luta­
medesimo. mente uguali, non sarebbero molti, ma uno . Voler l'egua­
glianza dei molti è contradizione in termini.
· . Lo vuole, i n sec.ondo l uogo, i l principio di ragion suf­
.

f1c1ente, che s1. esprime cosi : Per ogni cosa vi deve essere
L ' irrazion alità d e l l ' egu agli a n z a . una qualche ragione perchè sia quella cosa e non un'altra .
Ora u n essere asso lu tamente uguale ad u n a lt ro sarebbe
� ndo a ciò che si è detto al principio di q uesto ca­ privo di ragion suffi ciente • : sarebbe una duplicazione af ­
. Torndietro

p itolo, a l popolo e di cui parlono i democratici tro­



fatto priva d i significato.
viamo d u n 9 ue i �ol ti � • i qua!i (e qui sta la differ � nza)
-
Da en trambi questi punti risulta dunque razionalmente
_
sono _mtes1 egualltaristicamente, inquantochè il riconosci­ fondato i l concetto che i molti non solo S(l!IO disu­
• •

mento dei capi � i p retend � farlo decidere non dalla qualità, guali, ma debbono anche esserlo, che l a d iseguaglianza è
m a dalla quantlta . (11 maggior nu mero, l a maggioranza del si­ vera d1. fatto solamente perchè è vera d i diritto, che essa è
stema elezion istico) ; ma l a q uantità può essere u n criterio reale solamente perchè è necessaria.
solameilte nel p resup posto del l'eguaglianza dei singoli che . . Ma porr� la d iseguaglianza vuol d ire trascendere la quan­
e guaglia il valore del voto d i c iascuno. ' t1ta, vuol d i re passare nella qualità ; e così ecco che si
Ora I'• i mmortal principio " dell'eguaglianza è ciò che giust_ific � la possibilità _e la necessità della gerarchia, ecco
v i � uò essere di più c �n lestabile. L'inèguaglianza degli uo­ che 1 cnten. della maggioranza e deila popolarità si d i m o ­
_

m _1 11 1 è cosa troppo evidente perchè v i si debbano spendere


strano assurdi tanto q uanto i fon damenti dell'etica cristiana.
parole : � asta soltanto aprire gli occhi, e guardare . Ma gli Ripetiamo che sono i s u p e r i o r i i q uali debbono giudi­
a v ve r s a r 1 che co � icederanno q uesto, faranno una questione
_ ,
care gli i n feriori, e non viceversa. Come i l carattere dell'er­
d1 princ1p10, _ _ e dtranno : S ta bene che gli uomini sono di ­ rore è d i non conoscere sè stesso come errore, ma i l carat­
sugua l i , ma ciò di fatto, non d i d iritto : sono disuguali, ma tere della verità è i nvece d i porsi d a s è stessa come co ­
scienza d i verità c o n osc e n d o nel c o n t e m p o l ' e r r o r e come er­
non dovrebbe1:0 esserlo. La d iseguagl i anza è ingiusta, e non rore ; cosl i l carattere d i . ciò che è s u p e r i o r e è d i p o rsi d i ­
tener conto dt essa, cercare anzi d i andare di là da essa: rettamente come s u p eriore d i co n t r o a o l i i nferiori fa tti i n ­
qui sta a ppunto il merito e la superiorità dell'ideale d e m o feriori appunto da q uesto porsi d e i p r i ;i. La s u p e r lo r ità non
<:ra i ico e cristiano . deve chiedersi a d alcuna sa zi o n e o r i c o n o sci ment o 1 m a
n
Q � este, _tuttavia non sono � he parol e : ,. generose « tin­ d e v e fondarsi u n i c a m e n t e s u l l a d i r e t t a a u to c os c i e n z a d i su­
che, s 1 voglia, ma parole. Sta mvece di fatto che il concetto periorità d i coloro che s o n o s u p e r i o ri e si pongono come
di • molti è logica mente contradittorio col concetto d i

s u p e r i o r i a d o g n i p ro v a .
• molti uguali "·
Per q uesta r a g i o n e , i cos i d e t t i c r i t e r i d e l ! ' • utile « n o n
Lo vuole, in primo luogo, i l principio leibniziano degl i possono offrire a l c u n s o s t e g n D . Si d o v r e b b e i n fa t t i comin­
indiscernibili che si esprime cosl : un essere che fosse asso­ ciare col d i re che cosa è uti !e, i n rn r p o r t o a c h e e a chi.
lutamente identico ad un altro sarebbe una sola e medesima P . e. a n c h e i n r e g i r n e d e rn o c r c.: t i c o s u s s i s t e t rn m a r g i n e d i
cosa con esso. Kant cercò di c on fu tare u n t a l e princ ipio ri-
l1u1•erhali,.oao l9ni;aHo
f,' t.�1·ru1·e de11aoc1·atlco GI

v iolenza - la violenza propria a l l'autorità costi tuita, che i m


porta u n fisco, l eggi c i v i l i e penali, e c c . , Questa violenza non d i contro. Noi, che a n cora u n a volta, dopo Nietzsche, l an­
l a si chi a ma t a l e pe rchè l a si ritiene con veni ente a l l'utile del _
ciamo 1 ',a llarme e l'appello. L'Italia fascista op ponga u n
maggior n u mero. Ma c h i l o defi n isce e lo giusti fica q uesto > Da QUI n o n passa « a l l a marea euro-ameticàna. Ma ciò,
utile, e ch i fissa d un que i famosi l i m i t i fra • legalità e e n on con parol e, m inaccie e vuoti proclami, ma s i l en ziosa ­
• i ll egal i tà • ? Che non possa, i n u n ord ine razionale d i cose, mente, isolandosi e creandosi u n a aristocrazia, u n a élite
essere l a massa a causa dell'instabil ità e del l'i nferiori tà del c h e mantenga fermi, nella realtà vivente d i i ndividui su­
suo potere d iscri m i natore, lo abbiamo già mostrato . Epperò p eriori, i valori ddla tradizione medite rranea.
se n on si i ntende spostare i l cen tro alla quali tà, i l tutto s i Dopo d i che, tutto i l resto verrà come n a tura l e conse­
risol verà n e l l a peggiore d e lle tirann id i : quella esercitata d a l guenza.
n u mero s u pochi, che sono travolti dall'ingranaggio, costi ­
t u i to a l egge, d e i determi n ismi della v i ta inferiore, proprio co ­
me a ccade n e l l a società moderna . Dai « c l a n • agli imperi.
Senonchè questo » u t i l e • è, esso stesso, q ualcosa d i
assai meno assoluto d i q u e l che non s i possa credere, i n
relazione a l l a stessa massa. A causa del d e tto carattere i r­ Essendosi accen nato, nel considerare le idee del Di C e ­
razionale d e l la psicologia d e l l e masse, ciò c h e fa la mag­ sa rò, a l l a forma sociale p ropria ai primitivi n o n riteniamo
gioranza assai d i rado è stato q uesto • utile « p uro e sem ­ privo d'in teresse per l e nostre tesi riprende're in consid era­
p l ice, e ancor meno la v o l o n tà autonoma dei molti ; infi n i ­ zione appunto tale forma e seguirne l'ul teriore sviluppo,
tamente p i ù s pesso è stata i nvece l a p otenza, la superio­ quale è stato messo in rilievo da recenti scuole sociolo­
rità, l a forza suggestiva di particolari persone, della q ua l e giche -- Lé vy-Brilhl, Durkheim, Davy, ecc ..
pote nza i l maggior n umero d e i seguaci f u soltanto u n a La forma più primitiva d i associazione, secon d o q ueste
c on seguenza e u n'eco, cosi come n e l riconoscimento d i u n a scuole, è rappresentata dai clan, ed è d i carattere totematico.
opera d 'arte è i l genio che si i mpone. E gli i n d i v i d u i po ­ S i tratta d e l l o s tad io suddetto, i n cui si può d i re c h e i si n ­
te n ti hanno saputo trascinare l e fol l e dove hanno voluto, goli n o n h a n no a n cora coscie nza d i esseri distinti 1 m a fo r ·
mandando i n ischeggie tutte l e n orme mediocri, borghesi, mano i nvece u n vero e p roprio essere collettivo i mperso ­
calcolate e tradizionali d i • utilità •, d i convenienza, d i be­ nale, che è i l popolo o tribù a cui a p partengono, n el q u a l e
n e ssere generale. E' l a storia che ce lo mostra, dovunque : sono come perduti e misticame n te fusi.
accesi dall'entusiasmo pe r u n u omo, per u n simbolo, per Quasi una » p resenza « sup eriore v i ve in ciascuno di
una i dea, m i l i o n i d i esseri h a n n o travolto le barriere d e l l a essi, la q uale è i l totem d el clan. Il totem spesso s i i d e n­
prudente normal ità, si s o n o sacri ficati, hanno arso, si sono Mica allo spi rito d i u n remoto a n tenato più o meno mitic o,
di strutti. e non n ecessariam e n te uomo, ·da cui sarebbero d iscesi i
I l d emocratismo sa ciò. E per questo, l e n tamente, sot­ s ingol i individui del clan, che sempre si sentono parti d i
t i l mente, serpeggiando per t utto l'Occidente, esso cerca d i esso, portatori, nel loro sangue, d el l a sua s tessa vita d a
estinguere l a razza d e i capi, d egli anim atori, dei fascinatori , essi tuttavia emi n en teme n te rico nosc iuta e adorata n el � i rn ­
e d i creare u n live llamento tale che tutto possa venire ri­ bolo d i q ua l ch e idolo o d i q ualche a n i male sacro c h e d à
dotto al l'autonomia propria alle parti d i u n meccanismo eco­ a pp u n to i l nome a i membri d e l clan (i " Lupi « , l e > Aq u i ­
n om ico lasciato a s è stesso. E il giuoco sta riuscendo s pa­ l e e , ecc.) .
ve n tosamente, da u n secolo i n qua. In ogni caso i l totem ha u n carattere magico. E' che l a
M a q uesta volontà di degenerazione, q u esta tenebra i n natura, come i moderni sono usi a considerarla per l a men ­
cui v a naufraga ndo la • civi l i zz<lzione « di Europa, trova noi talità prim i t i v a n o n esiste. Nella s u a esperienza' n o n v i s o n o
> cose .., ma tu tto è percepito allo s tato d i poteri, d i forz e
ln1periall..,1uo 1•,..,.. ,,., - --
----- -- - - ---- -

m istiche che si manifestano nei singoli fenomeni e che si speciale gli anziani, per così d ire, li caricassero· della forza
riducono poi ad u n u n ico ,. stato ", al senso di una unica magica del clan, di cui essi erano i detentori. Ed allora i
sostanza fisica e psichica ad u n tempo, da cui tutto ha v ita capi consacrati d i veni vano essi stessi, quali individui v i ­
e moto : sostanza meravigl iosa e, insieme, paurosa, sacra, venti, i totem ; ed erano venerati come esseri divini, come
che è una specie d i forza magica primordiale, anima della gli in termed iari (pon tifeces) fra il gruppo sociale da essi co­
natura, denominata in vario modo (» mana nefs, rouch , " mandato e le potenze del mondo invisibile.
Grande Spi rito k à, pràfia, - ecc.) dalle varie razze, ma d a

» "

Da questo stadio si enuclea p rogressivamente una forma
esse i n identico modo conce pita . più alta di organizzazione, con la quale entriamo nel campo
Il totem, nella sua forma p i ù originaria, viene conside· storico propriamente detto, nelle grandi ci viltà del bacino
rato come una individuazione d i q uesta forza, e così c0me mediterraneo e dell'Oceano Indiano - negli Imperi. La forma
una specie d i anima diffusa ed immanente del clan, di cui dell'impero nasce là dove un solo indivi duo si i mpadro n ì -
si può dire costituire l a forza d i adesione. sce d i rettamente del totem, e lo i denti fica a sè, così da farne
Ora ciò che ci preme d i rilevare, si è che lo stadio pu­ q ualcosa di assolutamente indi viduato, strin gente insieme il
ramente totematico è una forma di società democratica, anzi potere mistico e i l potere regale, ponendosi dunque egl i
comunistica, per eccellenza : non vi sono nè capi, nè sudditi stesso come centro di tutta una stirpe. Nei grandi imperi
- tutti i membri del clan vi appaiono uguali in rapporto antichi - che dette scuole sociologiche tenterebbero d i ri ­
a l totem, il quale resta u n a entità diffusa, non particolar­ costruire da forme anco ra p i ù antiche d i tipo totematico -
mente individualizzata in nessuno. Ora chi si ricorda ciò n ei grandi i m peri antichi d'Oriente e d'Occidente - Cina,
che abbiamo detto sul carattere comun istico delle comunità I ndia, Persia, e poi la stessa Roma augustea, ed infine, CO·
cri stiane primitive e sull ecclesia •, v i ritrova effettivamente
• ,. me residui, in certi Re d i Francia ed Imperatori russi - la
M n t esiduo o, per meglio d ire, una riviviscenza di tale stato. La persona dell' Imperatore è considerata come una realtà m i ­
cos idetta presenza mistica del Cristo in esse, e nella stessa stica e possente, temibile e sacra, c h e i ncarnava non d i n o ­
Ch i esa, a parte le accentuazioni più o meno spiritualistiche e m e , m a di fatto, l a stirpe : in loro la d ignità sovrannaturale
sentimentali, o teologiche, equivale perfettamente a quella e pur immanente come àlone magico, condizionava quella
del totem dei clan primitivi. regale e viceversa. Carichi della mistica v irtù del mana, si
Noi abbiamo detto con i ntenzione precisa : reviviscenza. riteneva che potessero trasmetterla consacrando tutto ciò
E ciò, perchè sta di fatto che nelle popolazioni primitive che toccavano, agendo, per cosl dire, per presenza sulle
lo stato di totemismo diffuso dà luogo, per varie circostanze cose e sulle masse, con una azione che i l Lévy- Briihl pa
su cui q u i non ci fermiamo, ad una forma ulteriore, nella ragona appunto a quella ch iamata catalittica dai chimici.
q uale l'anima mistica della comunità viene assunta da un Noi abbiamo riportato tutto ciò per confermare quanto
gruppo parti colare d i individui distinti dall'età, dall'espe­ dicemmo a proposito della veduta del Di Cesara, e per
rienza, dalla sapienza o dalla scienza magica. Questo gruppo mettere in ril ievo due punti.
si fa i l portatore dello ,. spirito « del clan, e dispone della Se la sequenza d i forme d'organizzazi one a pa rtire dai
sua potenza m istica per opere varie : di scongiuro, di in vo­ clan è giustificata, ne segue che il concetto antifascista, so·
cazione, di i ncantesimo, di guarigione e di p rofezia. cialistico, comun istico, democratico, cristiano, dello Stato,
E' assai i m portante rilevare, per noi, che in molte di non è che del passato, non è che un residuo tenace di for­
queste comunità passanti lentamente dalla forma mistico­ me assai primitive superate ; epperò ogni aspirazione orien­
comun istica ad una organ izzazione retta da capi, questi capi tata verso d i esso non può venire considerata che come un
non sono tali semplicemente per essere i più ricchi o i più si ntomo di d isfacimento e d i degenerazione. L'ideale demo ­
forti materialmente : la loro dignità richiedeva, oltre a ciò, cratico-comunista, specialmente se soffuso di cristianesi m o ,
che essi fossero consacrati cioè che con una cerimonia
-
troverebbe infatti nella società d i t i p o totematico d e i popoli
GI I anpcdal i,.1uo l•no;ano
- - - - -�-- - ---- - - · - - - - - - - - - -- - - · - --- -- - -- - -- - ---·- ----·--

IV
n o n c i v il izzati i l suo p i ù pe rfetto riflesso. Ma u n tale sta­
dio, di faccia a q uello i m periale, non è che u n lontano pas­ LE RADICI DEL MALE EUROPEO
sato, un meno di co ntro ad u n più, ed, oggi, l a d i rezione
d e l l ' i n voluzione di contro a q u e l l a del l'affermazione. Esso non
può essere vagheggiato che in momenti d i stanchezza e d i
a bbandono, cioè q u a n d o u n a d a t a epoca e u n dato popolo
non sono più capaci di produrre u n essere superiore in cui
s i i ndividui, si raccolga e si concreti, in una forma tra­
sce ndente e posse nte, tutta la tensione e il sistema di oscu ­
re volontà di u n a rnza. Risulta cioè, d a un'altra via, i l
senso decadente della civiltà europea, e l a maggior dignità
che i l fascismo può rivendicare per i propri i deali imperiali
di contro a tutti gli altri che oggi possono opporglisi.
A nche sul secondo pu nto si è già d etto, a l principio :
esso riguarda il concetto che non l a forza delle armi, non Abbiamo detto che anche fra coloro che oggi si schie ­
le necessità econom iche, non gli interessi materiali o la supre rano dalla parte d e i valori d i gerarchia, q u asi nessuno si
mazia i n d ustriale possono, da soli, cementare gli elementi di rende conto sino a che profondità il male cristiano a b b i a
u n i m pe ro . Vi deve essere un legame spirituale supe riore e con­ spinto l e sue radici n e l l a società contemporanea.
creto. Noi certo qui non possiamo e n tr:!re n e l l'àmbito delle Non bisogna farsi i llusion i . Questo male è ormai contes­
scienze occulte, ma tuttavia rileviamo che per il primitivo i l suto nella struttura stessa della mentalità occidentale, e molti
mana non è u n a i n venzione, nè una astrazione, nè u n dato d i che n e mmeno in sogno penserebbero d i di rsi crist iani, di
fe de, ma i n vece u n a esperienza c h e egli effettivamente vi ve, fatto l o subiscon o ; cosicchè liberarsene non si p u ò che con
11 11a real tà . Qualcosa d i simile al mana, d'altronde, risuscita u n a n egazione totale, con u n o slancio che ci fac cia vera­
ancor oggi in tutti i momenti d i e ntusiasmo colletti vo, in tutti mente d egli esseri nuovi, dovesse anche crollare t u tto ciò
i cosidetti stati di folla d i cui le scuole sociologiche moderne d i cui l'Occi dente trae u n vano orgoglio .
stanno rilevando l'enorme importanza che hanno sulla psi co­ Noi affermiamo che l a struttura della società occidentale
logia delle masse e q u i n d i ::;ui vari rivolgimenti sociali e è conseguenza del cristianesimo .
storici . Noi affermiamo che l a filosofia e l a scienza positiva occi­
Susci tare q u esta forza collettiva imm ateriale eppure reale, d entali sono conseguenze del cristianesi mo.
effettiva, portata da u n popolo, saperla esaltare, avere l a Noi affermiamo che l ' i l l usione d e l l a potenza della tecnica
forza d i assu merla su s è , controllarla e d i rigerla - quest o occidentale è conseguenza del cristianesimo.
è stato i l segreto, spesso istintivamente operato, d i l u tti i Noi affermiamo che n e l l e novissime superstizioni d e l
capi e i dominatori di genti e di nazioni, d i tu tti i costru t­ » dive n i re « e dell' ,. uman ità « v i v e l o spirito cristiano.
tori d i i m peri ; e i l segreto a l tresi d i q u e l l o strano potere Queste sono l e principali radici della decadenza europea,
suggestivo, ani matore, d i quella effettiva influenz a » per pre­ che noi adesso considereremo ad una ad una per poi p u n­
senza « che riveste t a l i esseri ancor oggi ; potere che non tual mente opporvi i n ostri valori d i restaurazione.
è una rettorica, ma qualcosa d i molto positivo, stare m m o
q uasi per dire : d i materiale, i n cui si rifl e t te a ppunto c i ò
L • oro 1 T o rnare alle c aste.
· c h e nelle a n tiche tradizioni era i l senso dell'aureola d i fuoco
sacro o " gloria celeste " circonfulgente, secondo quanto si
è già de tto, i vi ncitori e gli imperatori.
Simili affe rmazioni, s i n da q uando, al principio, le enun­
ciammo sinteticamente, avranno sorpreso d i certo chi s i a

] . EVOLA, Imperialismo Pagano 5


I ." radici 1fel 111ale e 11 ;·01•co

uso ad arrestarsi a l l a superstruttura religiosa o mora l e del p i ù n o m e n è vol to, che sorge dal basso per m utue d i p e n ­
cristianismo. Ma chi i n vece metta d a parte questo suo denze di bisogni secon d o l a stessa con t i n genza · per c u i
aspetto i n corporeo (con c u i d'altronde c i riserviamo d i li­ dal cieco cozzare d e g l i atomi s0rgono a caso l e forme d e l l a
q ui dare i n ostri conti p i ù sotto) e scenda a considerare i l materia bruta.
cangiamento reale che l'avvento del cristianesimo determ i n ò Dopo d i che, possiamo passare alla considerazione della
i n seno a l l 'idea sociale e alla visione d e l l a v i ta d e l l a paganità, prima rad i ce della decadenza e uropea, relativa a l danaro
non troverà più tanto strane l e nostre tesi. e al lavoro.
Noi i nsistiamo sopratutto n e l l ' i n dicare nella struttura del- Se noi retrocediamo nel corso dei secoli, spostand oci
1' » ecclesia « il tema n uovo riesumato d a l cristian ismo. Esso, anche, se si crede, ad oriente, ci troviamo d i nnanzi a q uesto
t rasposto dal p i a no m i stico al p i a n o pol itico, dette l uogo fatto sociale fondamenta l e : vediamo che se il signore era
al d e mocratismo. Q uesto è i l punto fondernentale. signore e il servo servo, ciò, in massima, accadeva in via na­
Noi abbiamo v isto che l a d iseguaglianza e l a d istanza fra turale per il fatto che il signore era signore, e il servo servo.
gli esseri non è tant o un fatto, q ua n to i nvece un va lore, Questo n o n è u n gi uoco di paro l e . Vog l i amo d i re che i
q ualcosa che deve essere, q ua lcosa che è necessario che sia, v ari rapporti erano d e terminati dalla coscienza e dal rico­
quale presupposto per ogni razionale organizzazione deg l i noscimento, spontaneo o provocato, di u n a differe nza di
esseri stessi. Ma t utta l a mora l e cristiana parte i n v ece d a l ­ natura degli esseri. Come abbiamo già detto poco fa, il si·
l ' i deale d i eguagl ianza, p e r l a credenza che t u t t i gli uomi n i gnore era colui che s i i mponeva sia per una potenza, u n a
siano uguali d i nnanzi a D i o e i n rapporto alla l oro cornu n è i n i z i a t i va, u n a capacità d i resistenza, eroismo e generosità
n atura fatta da peccato. La massima, d i fare agli altri ciò - sia per una attitudine ad apprezzare d i forme superiori di
che s i vorrebbe fosse fatto a sè stessi - da cui il kan­ v ita (sapienza, intellettua lità, arte) - sia, ancor p i ù d i retta­
t i a n o : Agisci così che l a massima d e l l a tua con dotta possa
°'
m e n te , per un più ele vato potenziale di forza psichica e
serv i re da principio u n i versa l e di azione» - non è che una suggestiva (mana), per u n a v i r t ù d i animatore e d i evoca­
fra le tante che impl i cano i rrepugnabi l rnente il presupposto tore. Din nanzi a l manifestarsi d i q ueste qualità in esseri
dell 'eguaglianza, il criterio della socialità e dell'uniformità per privilegiati, n el l'animo d i coloro che non potevano . o non
il valore, per la trascendenza di un legame collettivo, di sapevano elevarsi s i n o a par teciparne, sorgevano dei sen­
q ualcosa che si tiene su per un sistema di relazioni rec i ­ t i menti ormai q uasi del tutto scomparsi n e l l e plebi m o ­
proche non personalizzato i n nessun capo, così c h e ciascuno, d erne : devozione, rispetto, venerazione, t i more. S u q u esta
pur d i pendendo, n o n vedendo nessuno però sopra d i lui, ab­ base si giustificava la gerarchia, i n modo organico e di­
bia la sensazione d i esser l i bero. retto. Astraendo da ciò che può essere stato proprio a mo
Misticamente, questa è l a l i bertà n e l l 'amore, nell'esser menti di transizione e d i schematismo sociale,o d i u rto gue r­
di ciascuno per tutti gli altri. Ma quando l a realtà mistica riero fra un popolo e un altro, si p u ò d i re che l ' i n feriorità
promessa dalle apocal issi svanì pian piano i n u n m i to, gli uo­ n o n era per v i o l e nza, ma per gi ustizia : l ' i nferiore ricono­
m i n i s i ritrovarono con i piedi sulla realtà concreta ; l a sceva sè come tale e n e l dipende re, n e l l'obbedire, n e l c i r­
q ua!e tuttavia dal dualismo i nstaurato d a l l a stessa coscienza coscrivere i l proprio orizzonte con i l imiti immanenti a l l e
cristiana fu d estata ad una " a lterità «, ad una bruta · e fa­ sue possibili tà, trovava effettivamente i l suo equil i b ro n a ­
tale esteriorità materiale mai prima conosciuta. Ed allora i l turale. E l a consapevolezza c h e i l suo lavoro non fin i va i n
tema stesso del l',, ecclesia "' s i materializzò i n tutt'altri si sè stesso, m a faceva parte d i u n organ !smo c u l m i n a n t e a
g n i ficati, che ci con d ucono precisam e n te alla società e alla sua vol ta i n u n'an ima, i n u n o spirito - l 'eroisno delle ca­
c u l tura d i oggi. L'impersonal i tà, l'i norga n icità e l a reci pro" ste guerri ere, l ' i mmanente d i v i n i tà delle caste sapienziali, p e r
cità d e l legarne, materializzandosi, d i v e n n e quella del mec­ riferirsi all'Oriente indù - moltiplicava e trasformava l u ­
canismo, quella propria ad una volontà oscura che non ha m i nosa men te questo suo lavoro, g l i d a v a u n sign i fi cato, u n a
l 1nperinllsnao l"a�a1to l,e radic•i del ntale e u rop ..o

v i ta , u n e n tusiasmo. V i vente cosi n e l l a sua vita, l 'i nferiore de mocratico la forza bruta, impersonale, fatta d i mera quan­
si s e n t i v a perta n to i n fin i tamente l i bero. t i tatività, d e l danaro, l a realizza.
U n r iflesso di ciò lo s i può ri n v e n i re n e l l e n ostre cam­ Abbiamo detto : s e n za più Capi. Non ci s i i ll uda, d i­
pagne te n u tesi più immuni d a l morbo d e l l a » c i v i l izzazione e; fa tti. Ripetiamo che l a razza dei Signori se n o n è già scom­
lo troviamo n e l rispetto natura l e d e i contadini d i n n a n z i a parsa, v i tende, e tutto procede i n u n c rescendo di l i v e l la­
a q ualcuno che a n cora detiene degnamente i titoli d i no­ me nto p rec i p i tato verso l a v i ta più materiale. Le cosidette
b i l tà de lle loro t erre, n e ll'orgoglio e nella gioia d i mostrare • classi superiori " o " d irige n t i " d i oggi n o n sono tali che

l oro i l l av oro, e di ottenere da l oro accettazione di u n omag­ per i ro n i a : i gra n d i capi d e l l 'organi zzazione fi nanziaria mon­
gio e d i un servigio. diale così come i tecnici, gli i n d ustrial i , i fu nzionari, ecc.,
Se d a q uesti orizzonti passiamo a q u e l l i d e l l e m et ropoli n o n rappresentano nulla p i ù c h e quei liberti, che i signori
moderne, ecco, i nvece, che cosa troviamo : u n i ngranaggio d i u n tempo delegavano a l l a razionale u t i l i zzazione dei serv i .
mostruoso retto da u n a forza bruta e d i m personale : il da­ Uno stesso gi ogo l i accomuna alla immensa, sorda turba
naro, i l capitale. au tomatizzata degli op erai e degli i m p iega t i , e al d i sopra
I vincoli d i d i p e n denza, l u ngi dall'alle ntarsi, si sono ras­ d i essa non hanno respi ro : schiavi e l i b erti d i rettori d i
sodati. Ma ecco che il signore non è p i ù tale perchè è s i­ schiavi - e, al d i sopra, nessuno - q u esta è l a terri b i l e
gnore, sibbe n e pe rc h è è u n o che h a piu danaro, perchè è verità dei c i v i l izzati " !

u n o che, p u r n o n e levandosi affatto d a l piccolo orizzante d i E come i n teriormente p i ù a ngusta e d ipendente e povera
u n a q ualunque v i ta u mana, domina l e condizioni m ateria l i è l a giornata senza tregua, febbr i c i tante, sat ura d i respon­
d i q uesta v i ta stessa ; mediante l e q ua l i gli è a n c h e possi sabilità d e i signori d el l'oro e delle macch i n e , che n o n l a
b i l e di soggiogare o i m pedire chi abbia un respiro i n fi n i ­ g i ornata d i u n u m i l e artigiano, a l t rettanto l o è q u e l l a d e l l e
t a m e n t e p i ù vasto che n o n i l s uo. L a potenza e i l l egame d i a l tre > classi superiori " a cui l 'oro n o n serve che p er mo l
d i pe ndenza, sperso n a lizzandosi e meccanizzandosi, sono di­ tipl icare morbosamente i bisogn i i n s et e d i • d i s trazione e '
v e n u ti capitale e macc h i ne. E così n o n è u n paradosso : di d i l usso, d i voluttà o d i guadagno u l teriore.
schiavitù vera si può parlare seriamente soltanto oggi, se n e Nessuna tracc i a d i S i gnori, in t u t to ciò. E n e l l 'assenza
p u ò parlare soltanto p resso alla orga n i zzazione economico­ loro, n essun senso in t u t ta l a pseudo- orga nizzazione. Do­
meccanica occidentale l u ngo quella d i rezione d i abbruti­ mandate un perchè, una giustificazione a i m i l iardi di re­
mento, d i cui l a • l i bera « America (è noto che i n Ame­ clusi fra le macc h i n e e gli uffi c i , d i l à da qualche effi ­
rica si m isure i l v a lore d i u n uomo dalla q uantità d i doll ari mera ebbrezza con c u i essi cercano d i i m i tare l a corruzione
di cui può d isporre) sta dan doci il m i gl iore esempio . delle • classi superiori e , e n o n a v rete risposta. Ma se s i
E forse dopo u n breve ciclo d i gen erazioni debitame nte r i sale, e n uovamente l o si domanda v i a v i a a gl i organ izza­
e scientificamente e ducate a l l e norme del • servizio so­ tori di i ndustrie, agli i n v en t ori, ai signori del ferro, del car­
c i a l e e, il senso de l l 'individualità sarà concel lata del tutto, bone, del petrolio, dei p o p o l i (non abbiamo v i sto che i l
e, con esso, l o stesso residuo d i cosci enza n ecessario per problema p o l i t i co oggi tende a ridursi a q u e l l o economico ?),
sapere a l meno d i essere schiavi ; e sopravverrà forse q ue l l o de l l'oro, egualmente nessuna r isposta. I mezzi per la vita
stato di r i nnovata i nnocenza - differente d a q ue l la del l'Eden hanno dominata la vita, anzi l'hanno ridotta a loro mezzo.
m i tico per il fatto che il lavoro v i regnerà come legge uni­ E così la grande oscurità pervade le l u c i d e l l e i ll u sioni su­
v ersal e e u n i co scopo del l 'esistenza, - d i cui Dostojewskij, perbe de l l'orgoglio occidentale ; oscurità c h e si esp rime i n
ne • Gli Ossessi " , fa parl are C h igalev. : .m m i t o n uovissimo e m ostruoso : q u e l l o - d i cemmo -­

Una d i pendenza senza più Capi, una orga n izzazione i nd if­ d e l lav oro per i l l a vo ro , d e l la voro come scopo i n sè, c o m e
ferente rispetto ad ogn i esigenza q ua l itativa - q uesto ideale valore i n sè stesso e dovere u n i v e r s a l e .
L'i n fi n it à degli u o m i n i s u l l a terra deserta d i l u ce, ridotti
I.e r a d i ci d c l 11a;tle .. u1·opco ,.
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sapendo piangere, non possiamo che ridere, e contrapporre


a p ura quantità soltanto a q uan � ità . - resi ugu �li nella freddamente l' idea che u n a ri voluzione radicale contro l'oro,
.
identità materiale d i parti dipende nti dt un meccanismo la­ il capitale e la macchina è i l presupposto i mp rescindibile
sciato a sè stesso ' lanciato a v uoto senza nessuno che possa del vero imperium. Passando attraverso ali' istanza che ser­
più nulla - ec;co q u � le � la p r? spe � tiva eh � sta in fondo peggia in fondo alle ideologie comunistiche, anarchiche e
alla direzione econom1co- t ndustnaltsttca che mtona tutto lo socialistiche q uali sintomi d i ri volta contro l a schiavitù mo­
Occidente. E chi sente che q uesta è l a m orte della vita e derna, noi tuttavia la trascendiamo, constatando che essa
l'avvento della bruta legge -della m ateria, il trionfo di u n stessa è oervasa dallo stesso male : essa stessa non vede
fato tanto più spaventoso inquantochè non ha. più .persona, che prob iemi economici e sociali, non chiede la liberazione
sente altresì che non vi può essere che un nmed10: spez­ d a l giogo economico i n funzione d i valori d ifferenti, meta­
zare il giogo dell'oro, s uperare i l feticc � o della. so � ialità e. I� econom ici e metafisici non perchè forze, svincolate dall'as­
-
legge dell'interdi pe ndenza, restaurare ' · val ? rt anstocrat1c1, sillo economico, possano lavorare i n profond ità - ma i nvece
quei valori di qualità, di differenza e dt eroismo, quel sens � solamente per una sistemazione egual itaria e ancor più socia­
della realtà metafisica a cui oggi tutto va contro e che not listica, o ,, ecclesiastica ritenuta migliore, dello stesso pro­
"•
anti e uropei, pertanto, contro t utto affermiamo . . blema economico comandato dai bisogni puramente materiali
E' così che se i nteso come una ri volta contro la tirannide ed utilitaristici delle masse. Donde, i n tali tendenze, una
economica contro lo stato di cose i n cui non l'individuo, diffidenza, una insofferenza e q uasi u n larvato risenti mento
ma la q ua'ntità di oro, il capitale, comanda ; in cui la preoc­ non diciamo per lo spi rituale, ma già per lo stesso intel­
c upazione per le condizioni materiali dell'esi � tenza a � s.or � e

lettuale ritenuto un lusso « : di là dall'equilibrio econo­


« »
tutta l'esistenza '· se inteso come l a ricerca d t u n equtltbno mico, esse non hanno occhio per differenze non- economi­
econom ico sull a base del quale abbiano modo d i li berarsi che - non le vedono e non le vogliono con lo stesso spi­
e di svilu p pa�si ·forme diverse di vita non p i ù riducibili al rito di i ntolleranza plebea ed egualitaria di schiavi in rivolta,
piano materiale, se inteso a questa stregua, �a a questa che servì appunto d i base alla ri uscita del cristianesimo
soltanto; potrammo riconoscere persino ne_I soctaltsmo _ e _ nello p ri mitivo.
stesso
- comunismo una funzione necessarta e u n avvenire. In conclusione, con due armi bisogna lottare contro que­
La causa maggiore della mancat!za . di una differenzia­ sta prima radice del male europeo. Sulla prima, non occorre
zione qual itativa nella vita moderna d i pende_ appun !o dal i nsistere e fermarsi ancora : creare. una élite, scavare p ro­
fatto che la vita moderna è tale, d a non lasciar margine ad fondamente e duramente delle d ifferenze, degli interessi, delle
u n genere di attività che non si valut i i n termini ? i utilità qualità n uove nell ' ind ifferenziata sostanza interiore degli i n­
p ratica e di socialità . La � reoccup�ztone _ �c�i nom1ca e rea di vidui di oggi, cosl che si ridesti una a ristocrazia, una razza
il l i vellamento ; i m ponendosi, fa tutti ugualt, t�quantoch�. le di signori, di dominatori, di fascinatori. Q uesto anzitutto.
differenze i n funzione dell'oro e delle gerarchie meccanico­ In secondo l uogo, un moto, una rivolta dal profondo che
economiche non sono differenze, esse rientrano in un livello scard ini la macch ina, la dipendenza estrinseca, inorganica,
unico ' in una q ualità unica ; d i l à da questo livello, pr_eso a utomatica, violenta, che spezzi i l giogo economico- capita­
n ella totalità di tutte le sue possibili differenziazioni, . biso­ listico, che irrida il dovere del lavoro imposto come legge
gnerebbe che esistessero alt:i livell_ i , eh� inve ce oggt non u n iversale e fine a sè, che l i beri i nsomma, che a pra l'oscura
esistono, indipendenti dal pnmo e a1 qualt ti_ pr!_ mo dovrebb � volta all'aria, alla luce - per, sulla base d i q uesta libertà,
andare gerarchizzato, e non vice versa, come e lo stato d t non per viole nza, non per dominio di bisogni e giuochi d i
fatto delle società contemporanee. passioni, interessi e d ambizioni, ma p e r riconoscimen to spon­
E' per q uesto che q uan�o l e i per! r�fie di un ! aie male taneo dato dal senso di valori e d i forze trascendenti, da
in m ostruosi trusts bancano m _ dustnalt - Inghtlterra ed
consapevolezza di natura, di d ignità e di qualità, ricostituire
America - si arrogano i l titolo d i ,. imperialismo " • noi, non
luape1·lalh11no J•ai;ano .I.e radici dcl n1alc euro1•eo

la gerarchia. Una gerarchia organica, d i retta, effetti va : i n E non vale p roclamare dottrine i n d i v i d ualistiche od an ­
ciò, p i ù l i bera e più ferrea d i q ualsiasi altra . che relativistic he, q uando già nel modo d i proc lamarl e, � h �
Come non riconoscere, a l l ora, c h e la dottrina oriental e è i l modo concettuale della fi losofia profana, s i éimostn d1
delle caste, anzichè stare indietro, sta ancora in nanzi, e d i aver aderito a detti presu pposti democratici, impe �sona � i ,
molto, n e l corso d e l l a storia d e l l'Occidente ? universalistici, c h e giacciono a l l a base d i q u e l l a f1losof1 �
Il substrato della operosità sana della classe i nferiore stessa. La · via è tutta u n'altra - q u egli stessi presu p p ost i
(shudra) non p i ù anarchizzata dalle ideologie demagogiche, bisognerebbe co111 inciare col contestare, per prima cosa, se
d iretta dagli esperti dello scambio, del traffico, di una or­ non si v uol com mettere l o s tesso assurdo d i u n imperiali­
ganizzazione econo m i co-ind ustria l e semplificata per sempli­ smo che, al l uogo d i i mporsi pér q uella gerarch i a. dall'a l t? ,
ficato bisogno (vaishya, e qui finisce tutto ciò che può .
d i c u i si è detto, i nvocass e l a propria giustificazi one a l n ­
dare l'Occidente) ; d i l à dai vaishya, i ksatriya, l a stirpe conoscimento popolare. E q u i c i s i comincerà a d accorgere
guerriera, che nella guerra riconosce i l valore e il fine, e con che nemico si abbia a lottare, quanto s paventosamente
nell'eroismo, nella gloria e n e l trionfo d e l l a q u a l e può ar­ la stessa ,. cult ura e non solo l a " società e degli Europei,
dere la s uperiore giustificazi one di tutto u n popolo ; di l à sia u n democ ratism � i n atto - e che rinuncia essi debbon o
d a i ksatriya, i brahmafia, l a razza dello spirito e d e l l a Sa­ chiedere a sè stessi per riconquistare la salute.
pienza, di coloro che ,. vedono e (rshi) e che » possono « e Come il danaro è una realtà d ivenuta indifferente rispetto
che testimoniano d i v ita che noi non siamo d i qu�sta terra alla qual ità degli i n d i v i d u i che lo posseggono, del pa.ri l o
oscura, ma che le nos�re radici si perdono in alto, nello è i l » sapere « degli Euro pei. Diciam o megl i o : obbedt � n te
splendore d e i " cieli < . A l culmine d i tutto, il cakravarti, ad una volontà d i eguag l ianza, a d una insoffere � za a nt1g�­
il » Re del Mondo « delle tradizioni i n iziatiche tibetane, im­ rarchica, e, q u indi, ad una p reoccu pazione soc1allshc . . , ti

peratore i n v isibile, l a cui forza è occulta, possente, incon­ sapere degli Europei ha dovuto necessariamente portarsi s u
dizionat a. q ualcosa, s u cui l 'efficienza d e l l e differenze i ndividua l i e de l l a
condizione, per sapere, d i u n 'attiva d i fferenziazione i n d i v i ­
duale, sia ridotta ad u n m i n i m o ; e pperò si riferì o all'espe­
S cienza co ntro Sapienza,
' rienza fisica, uguale ad u n d i presso per tutti gli uomini in
q u anto sono animali (scienza positiva), o al m ondo dell'astra ­
Come la potenza, spers@nalizzandosi e socializzandosi, è zione e delle convenzioni verb ali (filosofia e razionalismo).
d i venuta oro, capital e ; del pari la sapienza, spersonalizzan­ L' esigenz a della socializzazione e dell'universalità del sa­
dosi e socializzandosi, è d i venuta > concetto ", » razionalità « pere /J a condotto fatalmente alla sua astrazione, epperò ha
E q uesta è l a second a radice del male europeo. creato uno jato insuperabile fra il sapere stesso e la vita, fra_
Tanto la filosofia, q uanto la scienza positiva occidentale il conoscere e l'essere oltre ch e con ciò che può essere " realta
sono, nella loro essenza, essenzialmente socialistiche, demo­ metafisica «. E' così che n e l l ' Occi dente i l pensiero, q u a n d o no n
cratiche, antigerarchiche. Esse propongono per > vero e c i ò si riduca ad u n o strumento per trascrivere p i ù o meno con­
chè deve essere universalmente riconosciuto, ciò a c u i chic­ venzionalmente i l lato p i ù -e steri ore, generale e u n i forme d e l l e
chessia, qualunque sia l a v i ta i n cui si lascia v i vere, p u r­ cose materia l i , non è che u n crea tore d i irrea ltà, d i paro l e
chè abbia u n a certa i struzione, può assentire. E così, come » rei fi cate "' • d i vuot i schem atism i logici, q uando anche n o n
n e l cri tet i o di » maggioranza « del democratismo politico, si risolva in uno sport intel lettuale tanto p i ù rid icolo, p e r
esse p r e su ppongono l 'eguaglianza e dominano sotto il cri­ q u anto piu fatto i n b u o n a fed e .
terio di q uantità e di n u mero t utto ciò che in q uesto àm­ Da q u i tutta l' irrealtà dello spirito moderno : scisso d a l l a
b i to p otrebbe essere qualità, irreducibilità di qualità, pri v i ­ v ita, l'uomo oggi è q uasi un'om bra che si agita fra sche � i
l egio d i q ualità. e program m i e soprastru tt u re i n te l l e ttuali im pntenti a d o m i -
7l hnpe1·ialis1no .1•,.,;;a no
I.e ra did dcl n1ale c u 1·01u·o

narela realtà e la v i ta stessa, me ntre si fa sempre p i ù d i ­


( l a > cosa i n sè e dei fi l os o fi, l'» Assoluto « della religione
pendente d a u n a scienza c h e aggiunge astrazioni ad astra­
zioni, schiava come è di l e ggi fenomeniche constatate m a profana, l a " materi ? " o 1 1 > etere « o I '» energia " della scien­
n o n comprese, esaurentesi · tutte nell'esteriorità meccanjca z�J. c om e l a > �ealta vera " • la Sa pienza è u n assolato posi­
senza che una qualsiasi delle poss i b i l i tà che n e p rocedono � 1v1smo che c � 1 a.m a reale solamente ciò che posso cogliere
abbia a ltresì valore di poss i b i l ità per l'essere i nteriore del­ i n rnpporto d1 d i retta esperienza, e i rreale astratto i l lusorio
tutto il resto. ' '
l'uomo.
Per · i l i miti propri a l l a presente trattazione, n o i q u i non . Si dirà che da q uesto punto d i vista, t ut t o i l sapere si
possiamo d i certo andare a fondo nella q uistione. Non si
n d u rr e b b e a l l e cose fi n i te e contingenti date dai sensi fisici
- e d i fatto cosi stanno le cose, e così debbono stare, per
creda però che essa sia estranea a l l o stesso problema d e l·
l' i m pero : così come l o poniamo, i l problema dell' i mpero la gran massa degli uomin i ; la quale soltan to di q uesta fi­
è i l problema per ecce l l e n za , rispe tto al q uale n o n è pos­ nitudine e contingenza - che resta tale anche dopo tutte
s i b i l e che problemi partic olar i possano separarsi e costituire
le pseudo spiegazioni scientifiche - può dire di sapere ef­
u n domi n i o a sè. I l pa rti c o lar i smo , l ' i n differenza reciproca
fett1vam.ente � a oltre . a ciò noi sostieni amo la possibilità d i
. •

forme ? 1 espenenza di verse da quella sensibile degli uomini


delle varie forme del l'attività umana - qui la politica, là
la scienza,. qui l a pratica, là l a re l i gi on e e così via - è u n
c o m u n i , � on " date
. n ? n n.o r m al i , se p u re raggiungibili per
•,

altro aspetto già ri levato d e l l a decadenza europea e u n s i n ­ mezzo d1 certi processi at t i v i d i trasformazione i n teriore. I!
tomo i n e q u i vocabile della sua inorganicità. proprio di tali esperienze tra sce nde n t i è d i essere dirette
c o nc r et e. ed i nd i v i duali quanto l'esperienza sensibile stessa;
Sul sapere debbono poggiare i card i n i d e l l a gerarchia im­
p er i a l e : » Debbono governare i sapienti " fu già detto da
e tu!lav1a d1. cogliere . la realtà fuori dal lato cont i ng en te ,

Platone - e questo è u n p u n to centra le, assol uto, defi n i ­


spazio-tempora le, proprio a tutto ciò che è sensibile · lato
tivo i n ogni ordi n e razionale d i cose. Ma n ul l a sarebbe p i ù c � e anche l a scienza tenta di s o rp a ss are, ma a p att o' però
ridicolo c h e i d e n t i ficare u n tale sapere ad u n a qualunque d� � ra s c e n d.e re a n c;h e t�tto ciò che è veramente sapere
. -

s c i e n za positiva o speculazione fi l oso fa n t e : coincidendo esso, �1 � 10 � e, ev1d.enza 1 r1 d 1 v 1.d u al e e vivente - i n mere probabi ­
. .

i n vece, a ciò che al principio, con una espressione tradi z io­


l l t a , m u mform1ta " i ncomprensibili i n astratti p ri n c i pì
" '
esplicativi.
n a l e usata sia dal l'Occidente classico che d a l l'Oriente, ab­ Il senso J i tutto questo può non ri uscire direttamente
biamo ch iamato Sapienza. E la Sapienza è qualcosa d i tanto
aristocratico, i nd i viduale, effettivo, sostanziale, organico,
chiaro a tutti, .e la cosa è naturale. Si tenga fermo, i n ogni
c a s o che voglta m o a �e r a che fare con del l'esperienza, e
, ,
q ual itati vo, quanto i nvece il sapere dei " c i v i lizzati "' è de­
s ol! anto con del� 1 espenenza ; che non vi è, per noi, u n a realtà
mocratico, sociale, u n iversal istico, astratto, q u antitati vo. E
f1. n 1ta e una real ta assoluta, m a u n modo fi n i to e u n modo asso­
q u i , d i n uovo, sono d u e mondi, due occhi , d u e visioni d i ­
v erse d a porre l 'u n a di contro l'a ltra, senza attenuazioni.
l u to d i sperimentare l a rea ltà , un occhi o finito e un ucch i o as­
Conoscere, secondo l a Sapienza, non vuol dire ,. pen­
soluto ; che tutto il cosidetto ,. problema della conoscenza è e

s ar e " • m a essere l a cosa conosciuta : viverla, realizzarla.


rinch i uso q u i n d i n e l l' i nteriorità dell'uomo, non dipende da
" cultura m a dalla sua capacità d i i dentifi carsi l i beramente
«
Non conosce realmente una cosa chi non possa trasformare a questa o qu.ella forma . d i e s p � ri e nza l ungo u n a gerarchia
la sua coscienza i n essa. Eppe rò ciò che risulta d a una espe­ che pro_ce�e. smo a . c; u l m mar� t? uno stato d i identità per­
rienza d i retta e i n d i v iduale, soltanto ciò varrà come > co­ fetta, d1 v1s10ne spiri tuale, d1 piena attuazione di una cosa
n o sce n za e . E a l l 'opposto d e l l a menta l i tà moderna, la quale
ciò che risul ta immediatamente a l s ingolo i ndividuo lo chia· nell'_ Io e dell' Jo nella cosa, che realizza uno s t ato di potenza
e, simultaneamente, uno stato d i assoluta e-videnza rispetto
ma » fenomeno e ' parvenza » soggettiva «, e dietro p on e q ual­ a l l a cosa stessa, dato il quale non si chiede più n ull a e si
che a l t r u cosa, che è s e m p l i c em en t e pensata o su pp o sta
constata superfluo ogni razioci nare, tanto più ogni parlare.
l n1perialhnno t•a;ano I.e 1·adiei del 111ale eu ropeo ,,

Tale è, in rapidissim e l i nee, il senso di quella Sapie1;za periore ad uso dell' in feriore perchè i l maggior n umero possa
che costituisce i l cardi n e dell' i nsegnamento metafisico e parteci parne senza smuoversi e cessare di essere i nferiore
della scienza spirituale orientale, e che fu parimenti cono - noi opponiamo i n transigentemente l'attitudine contraria :
sci u ta dall'Occidente, sia nelle antiche scuole m isteriosofi­ debbono esistere gerarchie nello stesso sapere; debbono esi ­
che (in cui i l rito dell' i n iziazione operava appunto la tra­ stere molte verità separate da loro da solchi profondi, va­
sformazione della coscienza necessaria per i l • sapere e il « sti, i n valicabili, corrispondenti esattamente a molte qualità
" vedere " metafisico), sia i n. altre correnti più conosciute, ài vita e di potenza, a molte distinte individualità ; deve
quali q uella alessandrina, neoplatonica e pitagorica, sia i n esistere una aristocrazia del sapere e I'» u n iversalità co­ e
tradizioni ermetiche, gnostiche, teosofiche, illuministiche e municativamente, democraticamente, u niformisticamente in­
kabbalistiche che si sono protratte anche nel periodo post­ tesa deve cessare di essere u n criterio ; e non dobbiamo
cristiano. scendere sino a loro, ma loro sono tenuti ad e levarsi sino
Il p unto da tenere presente è che la scienza sacra e sa­ a noi dignifi candosi, ascendendo sul serio, a seconda delle
pienziale non essendo, come quella profana, u n conosce­• loro possibilità, lungo la gerarchia degli esseri, se v ogliono
re e ma i nvece u n essere, essa non può venire i nsegnata partecipare delle forme superiori e metafisiche , criterio a sè
da Ìibri o u n iversità e trasmessa in parole : per conqui­ stesse e alle i nferiori e fisiche.
starla occorre trasformarsi, trascendere la vita comune i n Donde risulta anche la libertà, il camp o aperto, il respiro
una � ita superiore. Essa misura esattamente la qualità e la che lascia l a Sapienza. In fondo al sapere socializzato v i è i n ­
realtà della vita individuale, di cui diviene privilegio inviola­ vece, e sempre, u n • devi v i è sempre una n ascosta, i ntol­
«,

bile, e parte organica, al luogo di essere il concetto e la lerante i m posizione moral istica : ciò che è verità » scientifica «
m,zione che si può fare entrare nella testa come una cosa o • filosofica • deve, i n quanto verità , essere riconosciuta da
i n u n sacco senza che contemporaneamen te i n ciò che si ognuno ; dinnanzi a lei, non è permesso l'atteggiarsi diver­
è si sia me � omamente tenuti a trasformarsi ed a smuoversi. samente . Espressione di un despotismo collettivo, essa vuole
Da qui la naturale aristocrazia della Sapienza ; da qui u n a regnare dispoticamente su tutti gli i n di vidui rendendoli tutti
sua decisa non-volgarizzabilit à, non-comunicabilità . Un altro ugual i rispetto a lei - ed appunto sulla base di una tale
• tabù e degli europei è appunto la • comunicabilità " : essi volontà essa si è organizzata, ha costruito l e sue armi, le
ritengono, ad un dipresso, che l'essere intellibigile e l' � sser� sue prove, i l suo metodo, la sua violenza. Nella Sapienza,
parlabile siano la stessa cosa. Non si accorgono che se ctò puo per con tro, l' individuo è disciolto, reintegrato, restituito a
aver senso nei riguardi di astrazioni intel lettuali e di conven­ sè stesso: ha la sua verità, che esprime esattamente e p ro­
zioni sulla base di esperienze - quelle proprie ai sensi fisici fondamente la sua vita, che è un modo particolare di spe­
- supposte uguali a d un di presso in tutti, là dove questa uni­ rimentare e di esprimere la realtà, i l quale non contradice
formità cessa là dove riafferma una differenziazione qualitativa,
. . o d esclude altri modi diversi, che sono egualmente possi­
'
la comunicatività discorsiva non può più essere u n criterio. bili r.ella differenziazione su cui si basa la gerarchia della
Fondandosi precisa mente sull'evidenza di esperienze in atto Sapienza.
di là da tutto ciò che è esperienza degli uomini comuni, la E questo basti per quanto riguarda la seconda radice del
Sapienza lascia aperta soltanto una �ia : tentare di p o �tarsi, male europeo e il suo correttivo ; già in questo cenno giu­
per mezzo di un atto libero e creativo, a l l o stesso l i v e l l o stificandosi i l principio, che • debbono governare i sapienti «.

di colui che espone l' insegnamento, i n modo da sapere per Nell'ordine della Sapienza la gerarchia del sapere è coe­
esperienza ciò che l'altro sa o dice con una parola, che a l ­ s�ensiva alla gerarchia della forza e della superiorità degli
tri menti resterà soltanto parola. Alla social izzazione, sper­ individui. Il sapere è essere, e l'essere è potere, in ogni
sonalizzazione e concettualizza ziane del sapere, alla inclina­ senso, onde attrae spontaneamente a sè la dignità dell im­ '

z ione democratica a volgari zzare « , a depotenziare i l su-


» perium.
l1111te 1·lalis1110 Pa;;ano l,c radlel dcl 111ale e u ropeo

Di contro a ciò, ripetiamolo, v i è l'Europa tutta, con � positivisti « nei riguardi d i tutto ciò che non è realtà ma­
una organizzazione q uasi bimillenaria : v i è, dicemmo, i l re­ teriale e grossolana.
gno dei professori, degli " i ntellettuali degli occhiali senza
"•
Noi, per co � tro, _fon dandoci su una tradizione ben p i ù
_ ed effettiva
antica d1 quella c h e n o n possa rivendicare l'ere­
o cchi, il mondo universitario, colto «, accademico che nel­
»

l'arrogarsi il privi legio del sapere e dello spirito testimonia sia Cristian �, e testimoniantesi non per dottrine, m a per fatti
soltanto a che grado abbia potuto spingersi la decadenza ed opere d 1 potenza e d i veggenza, noi affermiamo i nvece
e l'astrazione nel mondo post-cristiano. l a possibi lità e la rea ltà effettiva d i ciò che abbiamo chia­
mato Sapienza. Affermiamo cioè che è possibile una cono ­
scenza al trettanto posi tiva, d i retta, meto d i ca, s p erime n t a l e ,
nel campo metafisico-spiri tuale, quanto q u e ll a che la scienzc:t
C o loro c h e sanno s i sforza d i conquistare nel fisico e che, come q u e s ta 1 è d e l
e c o l o ro che cre d o n o . tutto indipendente da q ualsiasi credenza, morale o fi losofia
degli uom i n i .
M a vi è una usurpazione a ncora maggiore : quella che Sosten iamo perciò c h e i n nome d i q u esta S a p ie nza e d i
compie la religione occidentale nell'accaparrarsi i l dominio c h i d i questa Sapienza possa testimon iare, v a n n o desa u t o ­
e l a competenza del sacro e del d i vino rati e scalzati quanti, n ell'àmbito delle s u p e rs t i z i o n i rel igiose
per mere aspirazioni dell'» a n i m a "• per d ogmi, tradizioni '.
» « » «,

Sacro e divino sono materia di fede, q uesta è la verità


i mpostasi nell'Europa con l'avvento del cristianesimo. La alluci nazion i ed atti di c ieca fede, s i fa n n o i c u s tod i d e l
nostra verità è un'altra : meglio saper di non sapere elle cre­ sacro e del divino. Al posto d i coloro c h e � cr e d o n o � cie -
dere. c h i cond uttori d i ciechi, debbono pors i coloro che sa �no e
Nella men tali tà contemporanea v i è u n p unto centrale i n � he ?. i n quant_o � anno, possono e sono - quali q u eg l i u o m i n i -
c u i l'attitudine della scienza materialistica e quella d e i cri­ 1d�1� conosc1 ut1 dalle tradizioni i mperial i c i n e s i , p e rs i a n e ,
stia n i si i ncontrano : i n una identica rinuncia, in un iden­ eglZlane, greco romana.
t ico pessimismo, in u n identico agnosticismo circ a lo spiri­ Ed appare dunque che il soffermarci so p r a ciò che nel
tt.iale , dichiarato e metodico nell'un caso, m ascherato nel· campo conosc i tivo è l 'antieuropa - su ciò che è la Sa­
l'altro. pienza, nell'ordine di questa stessa opera rappresenta tut­
Il presupposto della scienza m aterialistica è infatti che t'altro che una deviazione superfl ua. Senza i l riferimento ad
scienza - nel senso d i conoscenza effettiva, positiva, spe­ essa l' i dentificazione, che noi sosteniamo, d e i d u e poteri,
ri mentale - vi possa essere soltanto di ciò che è fisico ; e sacro e temporale, i n una gerarchia unica i ntensamente i n ­
che d i ciò che non è fisico non vi p ossa essere scienza, dividualizzata, non soprebbe venire nè gi u s t i ffcata n è c o m ­
cosi che il metodo scientifico se ne disi n teressa e lo abbando­ p resa e sarebbero possibili, i nvece, i m a l i n t e s i p i ù s i n i s t r i
·

na per i ncom petenza alla credenza, all'astrazione spenta ed nei nostri riguardi .
arbitraria della filosofia, ovvero alle > es igenze « del senti­ Ma, compreso ora d i che s i tratti, s i riconferma e si raf­
mento e della morale. forza la nostra dichiarazione, che di una gerarchia relicrfosa
D'altra parte il cristianesimo in quanto, tipico fra le v a ­ O n opposizione a gnostica e i n iziatica), ed i n special �10do
rie religioni, si accentra escl usivamene sulla fede e non am ­ d 1. quella cattol i ca, noi imperialisti intr a nsigen t i , non sap­
mette u n insegnament o esoterico- i n iziatico d i là dalla rel i­ piamo che farcene. Ad una organ izzazione materiale a cu i
gione profan a esposta " cattolicamente « alle masse, una eventualmente s i aggiungesse, essa, i n verità, non aggiun­
gnosi d i l à dalla superstizione devota, compie la stessa ri­ gerebbe nulla : essa aggiungerebbe soltanto u n v uoto con
n uncia. Infatti non si crede elle là dove non si sa e si ritiene torno d i v uote forme, i l fantasticare della fede e del sen­
di non poter sapere. Onde si ritrova lo stesso agnosticismo dei timento, l'abbruttimento in dogmi contradittori e in simboli
l 1npe1•l "ll"1110 l"a;.ouno
Le radici del mole e u ropeo 81

e riti che non sono suoi e di cui ha perduto il senso ; insom­ t ! mento, .s i t.rova � s p re ssa in mol tissim e scuole greche ed i ta­
m a essa non d arebbe q uella superiore, solare, in potenza te­ l l c h � , ? a1 p 1 tagonc1 s .i no agli stoici e ai neoplato n i c i . In vece
stimoniant esi, realtà che noi paganame nte i ntendiamo per s p i ­ n e l l att1 � u d 1 11e passiva dei cristiani, n e l l a l oro insoffere nza
rito, m a i n vece u n a assoluta irrealtà, u na rettori ca antiromana per ogn � metodo e per una d isciplina autonoma d e l l ' i n d i v i d uo
e antifascist a di cui purtroppo lo sp irito degli Ita liani porta c_ome v! a ad una ,. gnosi "• ad u n a esperi enza spiri tuale effet­
impresse traccie q uasi i ndeleb i l i . t i v a - t n sofferenza celate ma p u r presente sotto l e varie cre­
Quando i l fascismo ri uscirà a capir ciò m ettendo u n ter· d � nze s u l l a ,. rivelazione « '. � u .l l a. ,. gr� zia « e sµI lato p ecca .
m i n e a l i ' infezione cattolica insi n uata n e l l e sue fibre giovani .
mmoso che assume og111 m 1z 1ati va d i retta e p recisa poggiata
d a l l ' i n coscienza di u n nazionali smo da ridere, sarà i l prin­ sul! � �ole forze del l'uomo - in tutto ciò vi sono abbastanza
cipio. temi � 1 a bbandono c h e , congi unti al pathos d e m ocratico ed
e � uahtano, . possono rendere sufficientemente conto della effi ­
c � e nza d e l cri stianesimo s tesso n e i riguard i del carattere so­
Forz a mecc a nica . e p o t e n z a i n d ividuale. .
c i a le, volgarizzato, i norganico, i mpersonale d e l sapere m o ·
demo. .
La terza d e l l e i l l usioni eur opee è l a potenza meccan ica Ma d i là dall'universal ismo, nella scienza moderna i n
che proced e dalle appl i cazioni tecnich e della scienza : ove, p � rtico ! are vi è u � al tro p u n to base c h e procede d a l c r i ­
per voce concord e, si crede i n v ece d i vedere i l legittim o o r­ st1anes1 � 0 - vogl iamo riferirci al suo p r e s u ppo sto dualistico.
gogl io, i l trionfo della civilizz azione occide ntale. Nella s � 1 enza modern � I� na � ura, d i fatti, è p e nsata come q u a l ­
Più che non l e altre afferma zioni, stupirà q uesta : che la cosa d 1 � al tro • -;- d 1 1 n a n 1 111 at � , d i esteri ore, d i compl eta­
.
s tessa potenza meccan ica sia un prodott o del cristian esimo � e n te scisso dal! uomo ; e ssa v i e n e assu n t a - o si pensa
Tuttav ia si può giunger e a compre nderla, e forse anche p i ù
d 1 ass u m erla -- come u na realtà a sè, i n d i pend ente d e l t u tto
agevolm ente che n o n l e precede nti. da chi. la conosce e, a n cor più, dal m o n d o spiri tuale d i c h i
Per quel che riguard a il democ ratismo che sta alle base la conosce.
d e l l ' ideale dell'universalità del sapere d'Occid e n te, se nel suo
lato d i esigen za sociali stica e d ugual itaria s i ritrova l o spi
­ . C? ra i � full ? ciò traspare appunto il tema affe rmato d a l
� nst1anes 1 m o d 1 contro a l l a c i v i ltà paga na · i l tema d u a l istico
rito genera le d e l cristian esimo, dobbia mo ri conosc ere altresi ti tema di opposizione dello spirito a l l a n � tura, il tema d e l l �
degli antece denti già n e l metodo socrati co e in alcuni aspetti t �ascen d enza d e l d i v i n o. I l cristianesimo ha s trappato lo spi­

d e l s uccess ivo i ntellett ualism o greco. Tuttav ia - associa n to d a q uesto mondo ; e la realtà mondana resa estranea
doci, i n q uesto ordine d i idee, al Nietzsc he - noi possiam o m u ta . esan imat � , esteriore, materi a l e -- a p punto una tal �
ritener e ciò come una anticip azione e un prelud io dello spi­ realta, cost1_ tui I oggetto della scienza occidentale .
rito cristia no, i n q uantoc hè è nello spirito cristia no che vedia­ Per con tro, n e l m o ndo pagano la natura era u n a armonia
m o manife starsi nella maniera più travolg ente, concre ta e u n co � p � vi v_e n t� c � m penetrato dallo spirito, trasparente d l
La
i n e q u i vocabi le l' istanza u n iversal istica ed uguali taristic a. d e �_ , d � s 1 g.n .1 �1 cat1, d t simbol
. i ; era u n organ ismo adorabile d i
cultura greca riflette i nvece assai d i più u n con cetto aristo­
a­ c u i g l i artisti cel ebrava n o la bel lezza e gl i i n iziati pe netra­
cratico d e l sapere e i motivi princip ali della sua specul vano le l eggi. profo n d e con occhio i n contaminato. I n una
za dei Mister i; e
conness � one organ i ca, essenziale, v i ve n te, l'uomo aveva i l
zione furono tratti appun to dalla Sapien
che i l sapere effettiv o è condiz ionato d a u n pro ·
l a d ottrin a senso d 1 essere ,. u n tu tto nel tutto e , secondo i l d e tto d i Er­
d i trasfor mazion e
cesso morale e reale d i " purific azione « e mete.
di sè, presie duto d a u n a i niziativ a i n d i vidual e attiva, e non I I cristianesimo i n franse q u esta s i n tesi, creò un abisso
è, il sapere stesso , un fatto puram ente menta le e tanto meno .
! rag1co. E cosi da una parte lo s p i r i to d i v e n n e I'• al di là "
- passan do ad u n altro aspett o - materi a d i fede o d i sen- 1 1 soprannatura l e, l ' i rreale - donde l a rad ice prima d e l l 'a :

). EVOLA, Imperialismo Pagano


l1ntte.-lnlls1uo I•n;;,.110 Le l'adiei del 1nale europeo

strattismo europeo ; dall'altra l a natura divenne materia, este ­ vero e proprio i n q uesto ordine non si trova nemmeno l'om­
riorità chiusa in sè stessa, fenomeno enigmatico - donde l'atti­ bra : nessun effetto, n el mondo della tec n ica e della mac­
tudine che doveva dar l uogo alla scienza profana ( 1 ). E come china, è direttamente d i pendente dall'Io come dalla sua causa,
al sapere interiore, diretto, i ntegrale dato dalla Sapienza si m a fra l'uno e l'altro vi è, come condizione dell'efficacia,
sostitui il sa pere esteriore, inte l lettuale, discorsivo- scienti ­ un sistema di determi nismi e d i l eggi che si conoscono ma
fico - del pari alla con nessi one organica e simpatica del­ non si comprendono, e che con un puro atto d i fede si ri­
l ' uo m o con le forze profonde -della natura, preconizzata dalla tengono costanti ed uniformi. Per ciò che l' individuo è e
magia, si sost itui un ra p porto estrinseco, indiretto, violento : per una potenza individuale diretta, l a tecnica scientifica non
i l rapporto proprio alla tecnica e alla macchina. Ecco dun­ dice nulla, anzi : in mezzo a l suo sapere di fenomeni ed
q u e i n che modo la rivoluzione c ristiana contiene i l germe alle innumerevoli d iaboliche sue macchine, I ' individi.;o oggi
della stessa meccanizzazione della v i ta moderna. è miserabile ed impotente q uanto mai, sempre più condi­
E come essa procede dal dualismo cristiano, nella mac ­ zionato anzichè cond izionale, sempre p i ù inoltrantesi l ungo
china troviamo rifl t�sso altresi i l lato i m personal istico e egua­ una via in cui la n ecessi tà di volere riducendosi ad un m i ­
l i tario della scienza che la produce. A l l o stesso modo che n imo, i l senso di sè, i l fuoco irreduci b i l_e dell'enti tà i n d i v i­
l'oro è la d i pendenza ridotta a non aver più persona, mec duale va gradatamente spegnendosi i n una stanchezza, i n
ca11izzata ; allo stesso modo che la cultura moderna ha per u n abbandono, i n una degenerazione . .
ideale u n sapere uni versali stico, buono per tutti, inorganico Con le » l eggi « scoperte dalla sua scienza, che per noi
e trasmissib ile come una cosa - del pari col mondo della sono semplici astrazioni statistico-mate matiche, potrà anche
macchina ci troviamo d i nnanzi ad una potenza a ltrettanto i m­ riuscire a distru ggere o creare un mondo, ma non per que­
personale, inorgan ica, basata su automatismi che producono sto il suo ra p porto reale con i vari acca dimenti ne risu lte·
gli stessi effetti con assoluta i n d i fferenza nei riguardi di chi rebbe per nulla cambiato : il fuoco continuerà a _bruciarlo,
agisce. Tutta l immoralità di una tale pote nza, che appartiene delle modificazioni organiche a turbare la sua conscienza, i l
a tutti e a nessuno, che non è valore, che non è gi ustizia, tempo, la passione e l a morte a dominarlo con l a l oro legge
che secondo violenza può fare più potente uno senza che, - i n generale : egli sarà assolutamente lo stesso essere di pri ·
prima, l o renda superiore risulta chiaramente. Però come
- ma, nella stessa contingenza d i prima relativa a quel grado
anche risul ta che ciò è possibile soltanto perchè di un atto nella gerarchia degli esseri, che l'uomo con tutto ciò che è
·

umano rappresenta .
Superare u n tale grado, integrare sè stesso ; realizzare
( I ) Non ci si accusi di unilateralità e di partito preso con I ' in­ l'azione l iberandola, portandola ad agire non sotto ma sopra
dicarci i v ari dualismi conosciuti anche dal mundo pagano e orie ntale. i determi nismi naturali, non fra fe nomeni ma fra cause d i
Questi dualismi h a n n o un altrn carattere che non q u e l l o cristiano.
Anche Platon e conosceva ! ' » a l tro« - m a questo » altro • era con�ide­ fenomeni, direttamente, co n l' irresistibilità e i l d iritto proprio
rato come u n non- esse re, come qualcosa d i i n a fferra b i l e e di i l l u­ a ciò che è superiore, q uesta, invece, è l a via della potenza
sorio, n o n c o m e u n a rea l i à a sè- e l ' idta del l a m ateria la grecità vera, la quale si identifica alla via della stessa Sapienza : chè
non l a conobbe che con il fardo stoicismo. La m aya orie ntale più che
u n dualismo, i n d ica u n senso tale della presenza d e l l o sp i n t o nelle
là dove conoscere signifi ca essere, certezza signi fica potenza.
cose, da far sentire l'aspetto sensibile d i queste come u n velo d i Ma questo compito esige anzi tutto i l superamento del
apparenza i n gannatrice. Le stesse dottrine iràniche conoscev�no s ì dualismo cristiano, la restaurazione della v isione pagana della
due forze cosm i c h e i n lotta, m a c h e appunto p e r questo si t rnvavano natura, di quella concezione vivente, si mbol ica, sapienzia ­
s u l l o stesso piano e v olgevano a d u n a sintesi d a ta dal predominio le, che di essa ebbero l e antiche civi lizzazioni mediter­
finale dell'una s u l l ' altra. La na tura pura, desani mata, puramente ma­
teriale e contrapposta a l l ' I o , nacque soltanto quando l o spirito fu esi­ ranee, l ' i ntero Oriente, i neoplatonici e i pitagorici sino all'ul­
liato in un a�soluto • al di l à • , e cioè soltanto dalla m entalità giu­ timo barlume della tradizione risuscitata dal n ostro umane­
(!aico-cri stiana. simo.
lmperln l l 1nno Pngnno
L e radici del mnle e u ropeo

a n izzazi one
Quan � o l'uomo da spettro r i d iverrà u n > essere - che-è e e s u l l a base del l'attu ale stato d i fatto . Data l a mecc
possi bi l i tà si comp enetr ano
.
nsusc1 tera .11 contat to e . l a s i m pa t ia con l e forze profonde della guerr a mode rna, l e sue
ed econo mica delle
. la poten za i ndus triale
della natura e deglt. e n t i , l a magw n o n sarà p i ù u n m i to strett amen te con
di una qua­
gra n d i nazio ni, epper ò, q ua n do n o n si dispo nesse
come vorrebbe la superstizion � d i coloro che oggi, n u l la sa� di c u i d icia mo, po
lità diversa di forza, la resta urazi one,
p e n done, n e parlano come d 1 .u n a superstizione superata p i ù astra tta di q u al­
. _ trebb e essere n u l l a più che una u topia
d � l l.a loro scienza . ; e st � o n ? sc.e � a q ue .l l a potenza che è g i u­
s � 1z1a! c h e è sanzione d t d 1gmta, attributo natura l e d i u n a siasi astra zione .
e l l e fol l e s i è
v � t � 1 � t i; grata a c u i �pparti e n e c o m e q ua l cosa d i v i ve nte, Per c o n tro come , i n ord i n e al d o m i n i o d
' i rrazi onale d e l l a loro psico logia ,
d 1 1 11 d 1 v1 d uale, d1. 1. 11altenabile. posto l'occ hi o sulla n atura
stran a cont1 . 11gen za nel ·
Quel che abbiamo detto in principi o , l o ripetiam o : l'Eu­ cosi cons tatare 1 a i nostr i giorn i, una
u n a stra n a i n i n ·
ropa h a cre a ! o u n n: on?o che i n tutte l e sue parti costituisce l'urto di brute forze mecc anich e scate nate,
. _ 1rnmed1ablle
. dispr opor zione s i a n e l l e caus e che n e i risu l ·
una a � tltes1 e completa c o n c i ò che fu il mondo tenzi onal i tà e
i n i sem bra che abbia no
t �a � 1.z1onale. Non v i sono compromessi o con cil iazion i pos­
. tati (ond e oggi q ua n to m a i gl i uo m
forza , d i cui a loro vol ta, ogni v o l ta
s 1 b 1 l l, l e due concezioni stanno l'una d i con tro a l l 'a ltra se­ effetti vame nte crea ta u n a a
pa rate d a un a bisso di c u i ogni ponte è i l l usorio. D'� l tra che la e voca no, d iveng ono strum enti) - u n a t � l � . c�r nstat. _­
cose e poss 1 b11tta sott1! 1,
parte l a c i v i l izzaz i o n e d'Occiden te, i l mondo cristiano 1 sta zione potre bbe fare vede re molt e vede re.
i comu ni n o n vedo no e non debb ono
procedendo i n modo vertig i n oso verso l e s u e logiche con­ che a h l i occh di che �i tratt i, non
s � gue � ze, e la conclusione, senza voler essere profeti, non E q u esto acce n n o bast i. Chi non sa
�l non potra nemm eno
s1 f�ra atten dere molto. Coloro che i n tra v v edono q u esta con . cogl ierà il sens o dell'a l l usion e e C ? .
a prob abth ta, fareb be.
c l_u � 1 ? n e e r i. escono a sentirne tutto l 'assurdo e tu tta la tra­ sorri dern e, come , con molt
g � c1ta, debbono chiedere d u n q u e a sè stessi il coraggio d i
d i r n o a tutto.
L'a ttiv ism o fau stia no
E' tutto u n mondo. Queste considerazi o n i s u l la scienza o «.
e la .macc � i n a � ostra n o assai nettamente fi n d o ve deve s p i n ­ e il .. m o n d o u m a n
gersi l a r i n u n c i a e come, tuttavia, essa s i a n ecessaria i m ­ tame nte, n e l ·
presc i n d i b i le. R i n u n c ia, c h e non è però u n sa l to n e l v � oto. A ll'avv ento della macc h i n a si con nette stret
etta conc ezion e attiv istica , d i ven iristi ca,
L e s tesse . considerazi o n i mostra n o come sia possi bile un l'Occ iden te l a cosid d i tutto ciò
; n tica
_
sistema diverso . di valori, di possi b i l i tà e di conoscenza a l ­ "' faus tiana della v i ta. L'esa l tazio ne roma per meg lio
l a rel igion e o,
! rettan.to completo e totale - u n al tro u o m o e u n a l t ro mo �d o ; che è sforz o, ricer ca, tragi
essio ne
cità
dal
;
Gué non, la supe rstiz ione della
1 q u a l t possono ven ire rievocati d a l l 'ombra e risuscitati non d ire, traen do l 'espr
, come u n cona to
> vita « i n tesa come u n i n coerc i b i l e t e n dere
appena q uesta o ndata d i febbre e d i fol l ia acce n n i a r i trarsi i n perp etua sete e in
che non trova mai sodd isfaz ione ed
d a l l ' Occidente . i form a i n form a , d i
perp etuo d isgus to volg e senz a posa d
Un'ultima considerazione, c h e è b e n e lasciare i n ter m i n i i n i n venz 10ne . ; l'os­
p o c o d istinti . L'attuale stato d i cose è t a l e c h e pe nsare a d sens azion e i n sensazion e, di i n venz ione uovo , del re ·
» co n q uista re del n
sess ione del n fare c , del
e ,
u n a restaurazi � n e p o l i tica d e l l ' i mp e ro paga n o, specie par­ e i l qu arto aspe tto
t e n d o d a l l ' Italia, sulla ba�e d e i mezzi richiesti dalle g uerre cord dell ' i n usita to - tutto ciò costi tuisc gnab i l m e n t�
del � a i e e u rope o : aspe tto che cara tteriz
za i rrepu _
moderne, è p ressochè fol l ia . Lo scacco d e l l a German i a ne le e che at n ostri
la fison omia della c i v i l i zzazi one occid enta
è, forse, una pro va. L' Inghilterra e l 'A m erica ' focolari te . paro ss! stic � .
m i b i l i del pericolo e u ropeo, dovrebbero essere l e prime ad giorn i è giun to vera mente ad un acme
essere stroncate - m a non o ccorre d i certo spendere troppe . A bbia mo già acce nn ato i n che � m do la radic e d 1 q uest_a
d u rre anch essa a l cepp o g1ud a1 -
parole per mostrare che esito avrebbe una s i m i l e avventura perv ersio ne si poss a ricon
ln1per1 .. 11,.1Uo Le a·a dlcl del annlc eu 1·opeo 8t
Pn gnno

co cristian ? · L� spirito del messianismo è il suo spirito, la della verità socializzata, del ,, divenire del sapere «, dell'uni­
sua matena originaria. L'allucinazione d i u n altro mondo e versal ismo e dell' i mpersonalismo delle filosofie
d i u n a � oluzio!1e messianica che fugge dal presente, è i l bi· 1 1 1 u l ti ma analisi, tutto ciò conferma e testimonia u n a
sogno d 1 e vasione dei fal liti, dei reietti, dei maledetti, d i c o ­ sola cosa, la stessa cosa : la decadenza, in Occidente, del
loro c h e sono i m pote nti ad assumere e volere la realtà foro ; valore dell'individualità - d i q uel valore su cui esso, i n vece,
è l' i nsufficienza delle a n i m e che soffrono, i l cui essere è de­ schiamazza con tanta impron titudine. Sl)ltanto le v i te che
siderio e passione, d isperazione. Gradatamente tenace m en te no11 bastano a sè stesse e che scartano da sè stesse, cercano,
covata i n s ? no alla razza semitica, e resa ognor ' p i ù ga gl iarda i n fatti, I ' > altro « : hanno bisogno della società, d i u n sistema
e necessana per q uanto p i ù"tracollava la fortu n a politica del di appoggi reciproci, d i una legge collettiva ; e tendono -
• popolo eletto,, , q uesta oscu ra realtà a v vampò dai bassi ­ non essendo, sono ricerca, i n soddisfazio ne, dipendenza dal
fon di dell' Im pero sotto l a p redi cazione del Galileo e fu i l futuro - sono d i ve n i re . Esse hanno terrore d i ciò che è
m ito p e r l a gran d e rivolta degli sch iavi, p e r l'onda ta frene­ l'ambiente naturale del l'uomo : del silenzio, della sol itudine,
tica da cui Roma pagana fu sommersa . del tempo vuoto, dell'eterno - ed agiscono, si agitano, vol­
E poi, passa � do sopra l a costruzione cattol i ca, spingen­ gono qua e là senza tregua, d i tutto occupandosi fuor che
dola da parte, d i l a gò, fu la fol l ia m i llen aria ; e q uando la d i sè stesse . Agiscono per sentirsi, per provare che sono :
ch iedendo all'azione e a tu tto ciò che fanno la propna _ con ­
promessa e l'attesa si d i mostra rono fallaci, e l a meta s i spo­
stò re .tro � ed 7 ndo a l i' i n fi � ito, p � rmanen do ed esasperandosi ferma, effett i vamente non agiscono, ma sono ossesse dal­
tuttavia 11 bisogno e la d1 speraz1one, restò u n d i ve n i re senza l 'azione.
p i ù alcun fi ne, u n puro tendere, u n grav i tare a v uoto. Tale i l senso dell 'attivismo dei moderni. Non è azione,
La fuga dal questo e il pere n n e sposta rsi dell'altro - ma febbre d i azione. E' i l correre vertigi noso d i coloro che
q u esta angoscia che è i l segreto della v ita moderna e che sono stati sbalzati fuori dall'asse della ruota e la cui corsa
d � s perata mente grida d i essere valore per fuggire l a co� cienza è tanto più folle per q u anto maggiore è l a loro d istanza
d1 sè - è a l t resì i l segreto p i ù profo n do del c ristian esimo dal cen tro. Tanto q uesta corsa, che la dipende nza della
? o p o il fa ll i m e n to della sua escatologi a ; è l a maledizione legge sociale nell'à mbito economico, i n d ustriale, culturale e
i m manente che esso porta con sè e che si estese alle ,genti scientifico sono i nevitabili, fatali i n tutto e per tutto, n e l­
che esso corru ppe. l'intero ordine di cose che ess� hanno creato, u n a volta che
Combina ndo i l primo tema che già vedemmo sorge re dal l'individuo si s i a reso esterno a s è stesso, una volta che con
fa l l .1 rnento messianico - i l tema dell' .. ecclesia« d i venuto i l senso della centralità, della stabilità e della sufficienza
legge d i i n te rdipendenza socia le - con questo secondo tema i nteriore abbia perso il senso di ciò che costituisce veramente
sc � tu :e n te .dalla stessa origine, combinando q uesti due te mi i l valore dell'individ ual ità. Il tramonto de ll 'Occidente pro ­
n � t C l t roviamo dunque dinn anzi alla legge stessa che dc- cede irrepugnabilmente dal tramonto dell'indiv iduo come
1 � 1 n a tutta la cultu ra e la società di o ggi : nel piano i nfe­ tale.
riore, l'orgasmo i n d ustrial istic:o, i mezzi che d i vengono fi n i Dicemmo, al princi pio, che l'azione oggi non s i sa p i ù
l a mecca n i zzazione, i l sistema dei d e term i n ismi e conomici � c h e cosa sia. Questa è la v e rità . C h i pe rcorresse alcune
materialistici a cui la scie nza batte il ritmo - con nesso al l'ar­ dottri ne trad izionali indi ane, che altrove a v e m m o occasione
r i vi smo, alla corsa a l successo d i u o m i n i che non vi vono d i esporre, si stu p i rebbe d i certo d i n n anzi a l l 'affe rmazione,
m a sono v issuti - e, a l l i m i te, i n uo v iss i m i, accennati m i t Ì che tu tto ciò che è movi mento, attiv i tà, d iven ire, cangia­
del » progresso indefi n ito « sulla base del ,, servizio socia l e « mento è proprio al principio passivo e femi11ile (ç<i kti ) ;
e del lavoro diven uto scopo i n sè stesso e do vere u n iv e r· mentre a l pri ncipio positi vo, maschile, solare (çiva) è d a
sale ; sul piano superiore, l ' insieme d e l l e dottrine faustiane riferirsi l'i mmob i l i tà. E cosi p ur e non s i renderebbe troppo
d iv e ni ristiche, bergso n ia n e d i cui sopra dicemmo e fa bas � conto di che cosa possa signifi care l'altra affermazione,
Imperlall•m10 Pagano Le radici del . male europeo

contenuta in un testo relati vamente p i ù noto - la Bhaga­ pl ice, di terribile,_ di i rresistibile. Non vi ,è posto, in essa,
vad-gita (IV, 1 8) - che i l Saggio d iscerne l a non-azione per la passione, nè per l'a n t i tesi, n è per lo sforzo e, e a n ­

dell'az i.o n e e l'azi o n e della n o n - azione. cor meno p e r I ' • uman ità • e il • sentimento • . �ar� e da cen ­
I n � iò n o n s i esprime per nulla q u e l qu ietismo e quel tri assoluti senza odio senza brama e senza p1 eta, da una
n irvamco contem plativismo in cui certi i n colti pensano di calma che � tterrisce ed i m mobilizza, dJ un l i vello di • indif
esaurire l 'Oriente ; m a si esprime i n vece l a consapevo lezza fere nza creatrice • superiore ad ogni opposizione .
d i che cosa sia veramente attività. II concetto è rigo rosa­ E' i l comando. E' la potenza tem i b i l e dei Cesa ri . E'
m e nte i. d e n tico . a q u e l l o che Aristot i l e espresse parlando l'azione occulta e s.i len ziosa degli Imperatori dell 'Estremo
dei motori i m mobili « : chi è · causa e signore effettivo d e l
»
Oriente, fatale come quella stessa delle forze d i natura, ? e} la
m oto, ·non s i m u o v e egli stesso. E g l i d es ta, coma nda e d i ­ c u i • pu rità • parte cipano. E' ciò che si sente ancora sprigio­
rige i l moviment o : f a agire, ma n o n agisce, è i o è n o n è tra­ narsi dall'immobil ità magica di alcune effigi egizie, dalla
sportat o, non è p reso dall'azione , non è l 'azione sibbene l e n tezza allucinante di alcuni gesti ritua l i . E' i l macchiavel­
u :1a supe : iorità i m passibile, calmissi ma, d a cui l 'a � ione pro­ l ismo nudo 1 verde, in tutta la sua crudezza e la sua in uma­
� e d e e . d1pe n d e . Ecco perchè il suo comando, possente ed nità. E' ciò che si scatena quando, come i n Oriente e d an­
J n v 1. � 1. b l le, s1. può d i rlo, con Laotze, un ,. agire senza agire • cora nell'alto medio- e vo occidentale, l'uomo ritorna solo,
(w.e 1 - w u-we1). .
Di coutro a l u i , c h i agisce è già u n agito ; uomo presso l ' uomo o contro l 'uomo, vestito della sua sola
clu è p reso dal l'azione, c h i è ebbro d i azione d i » volontà • forza o della sua debolezza, senza scampo, senza l egge . E'
d! ,. forza « n e l l o slancio, n e l l a passione, n e i t•entus iasmo, è ciò che folgora quando - nell'eroismo , nel sacrificio, o nel
già u n o strumento , n o n agisce vera m e n te ma patisce l'azione grande sacri legio -- sorge i n piedi, n e l l'uomo, una forza
e pp erò a ppare � · per dette dottrine - /emina e n egazione p i ù forte del bene e del male, della pietà della paura e della
.
rispetto al modo superiore, trascende nte immobile dei Si- felicità, una forza d in n anzi a cui l'occhio non fissa più nè
gnori d e l moto. '
sè n è altri e nella q uale si ridesta la potenza primordiale
. · Orben e, éiò che oggi viene esa Hato i n Occidente , è prc­ delle cose e degli elementi .
.
c1sament � q u esta azione n ega tiva, eccentrica , i n feriore : u n a Ciò che I n fisica si chiama dissi pazione d i energia per
spontane ità e b b r a che è i n capace d i dominars i e d i crearsi attrito - ecco ciò che, i n vece, gli Europei chiamano ,. eroi­
un centro, che h·a fuori di sè la propria ragione e l a c u i smo • e d i cui, come bamb i n i, si gloriano. Il tormento delle
m o l l a segreta è u n a volontà d i stord i rsi e d i distra rsi. Chia ­ a n i m e dilaniate, i l pathos delle donn icciole impotenti a d o ·
mano dun q_ue positi�o e maschile, ed esaltano, ciò che è af­ m i narsi, ad imporre a sè stesse i l silenzio e la propria v o ­
fatto negativo e femm1le. . Ne l l a loro c e c i tà n o n vedono a l tro lontà assoluta, tu tto c i ò viene esaltato i n Occiden te sotto i l
e s i imaginan o che l 'azione i nteriore, l a 'forza segreta che nome d i senso tragico della v i ta • d a q uando il cristiane­
»

non crea p i ù macch i ne, banche e società. ma uomini e i d d i i ' simo creò lo squilibrio e i l dualismo nell'anima, la • cattiva
. .
n o n sia azi one, m a rinuncia, astrazion e, perditem po. La coscienza «, i l senso del » peccato «, l'uomo nemico di sè
" forza "• cosi, c i si è ridotti a considera rla come u n sino­ stesso e violento contro sè stesso .
n i � o . d i v ! olenz a, la volo � tà, a identifica rla sempre d i p i ù E da complicazione nacque complicazion e : l 'azione spari
.
a l i u r n co t i p o d 1 q u e l l a a n i m a l e e m uscolare , d i q ue l l ;i che sotto il piacere del sentimento e dello strazio. La resistenza,
h a � e r presuppo sto u n a antitesi, u n a resistenz a ( i n s è o c i oè l'im potenza, d i v e n n e una condizione per il sen�o d i sè,
fuori) con tr? d i c u i si tende e si sforza. Tension e, l otta, donde i l b i sogno d e l l o sforzo, l'esaltazione romantica d e l l o
sforzo - msus, streb e n , struggle - tal i sono le parole d'or­ sforzo, l 'anelare, la superstizione che non i l giu ngere è va­
d i n e d i cotesto attivism o. l ore, ma i l correre ; non il possesso e il dominio, ma la con ­
Ma tutto ciò non è azione. q uista dolorosa, l ottante ; non l a realizzazione precisa, n u da,
L'azio ne è q ualcosa di elementare. E ' q ualcosa di sem - compiuta, ma I l • compito i nfin i to • . Il cristianesimo, ne -
110 lnaperl n lb1uo Pagnno I.e r o d l o> l d e l n1nle europeo "'

gando l'armonia classica, il se nso dell'autarchia e del l i mite n ell'azione. Invece i l mondo cristiano non solo non portò
assoluto, i l senso della supe riorità o l i m p i ca , della semplicità l'individuo di là da sè stesso, ma abbassò sino all'uomo i l
dorica, della forza attiva, posi tiva, d ura, i mma nente, ro mana Dio, contaminandolo i n u n a concezione a ntropomorfica e m i­
e m e d i terranea, ha dato i nizio ad u n mo1�do d i ossessi e d i serabi le. Il Dio non fu più çiva, il dio terri bile che danza,
i ncatena t i . non fu più il giuoco stel lare e la ca l ma armoniosa oli mpica
Tutto, i n Occid ente, sa di catene, d i sangue e d i tenebre , ed e(metica ; non fu p i ù l a profon dità silente, l ucente e v � r­
n u l la d i l i bertà. l i gri d o d i Hbertà, che si sente risuonare tigln osa dell'Uno pitél gorico e neoplatonico nè la � uda purt � à
per ogni dove, non è cl1e u n grido d i prigioni, un ruggito eraclitea del fu oco cosm ico d i vampante n è l a glorta del » Dio
di belve i n catenate, una voce che viene dal basso . I l vo­ • d egli eserc i t i e e degl i i rànici S i gnori della Luce « , Fu i n ve­

lontarismo moderno non è la volon tà, ma una d isperata


• ce il Dio-uomo i l Dio che i n d ugia nel sen t i m e nto, che soffre
rettorica che sostituisce la volontà, uno sfogo mentale per e sospir;i , la v Ì ttima espiatoria sullo sfondo terroristico del l e
apoca l i ssi, d e l l e geen ne e d e l l e � redestin.a � ioni . asso_I u te.
'
persuadersi di una volon tà che non si ha. E identici segni
ossessi vi, sintomi di preoccu pazione, affermazioni che testi­ Non fu più i l Dio aristocratico dei Romant, t i Dio �e1 pa­
m o n i a n o soltanto l a mancanza e il bisogno d i ciò che esse t rizi che si p rega in piedi e a fronte alta e che s1. p � rta
affe ;mano, sono tutte le moderne esa l tazioni della • potenza • alb testa delle l egioni v ittoriose, ma > il patrono det mise­
e dell'• i nd i v i d u a l i t à « : aspetti disperati della decadenza rabi l i e dei d isperati, i l consolatore degli affl i tti che si im­
e u ropea sotto una legge penosa d i serietà e di " dovere •. plora con le lacrime del l'estasi a i � iedi del crocifiss � , . nella
O i acchè t u tto, in Occidente, è sin istrame n te serio, t ra­ d isfatta d i tutto l'essere (L. Roug1 e r). Epperò lo spinto
• fu
g i co, n o n l i bero. Tutto tradisce un senso di necessitazione m él terializzato l'animo ammorb i d ito . Non si conobbe piìt che
p ro fonda che negli uni s i manifesta come rigorismo, proi · ciò che è p a �sione, sentimento, sforzo. No n pure il se nso
bizionismo, i m perativismo, i ntolleranza moralistica o razio­ sopramondano, ma altresì la dign ità v i r i l e e roma na, l a bel :
n a l istica ; negli al tri come em pito roman tico e pa thos " u ma­ lezza olimpica, i l senso eroico della v i t a a ndarono pe ; dut1
no • . Chiarità crista l l i n e , se mpl icità agile, d i staccata in gioia e, i n un i m m iserime nto general e, un contorto mondo d t tra­
spirituale d i libero giuoco, i ron ia e su periorità aristocra gedia di sofferenza e d i serietà subentrò : i l mondo » uma­
tica, t u t to ciò non esiste e non si concepisce che come u n n o " ; l luogo del mondo med i terrane0, epico e dorico.
m i to. I n ogni cosa regna i n vece u n senso d i ident i ficazione, Di t utto q uesto - sporca nebbia esalata dalla terra, che
d i sprofondamento, d i i n teresse cupido . E' il mondo dei pri ha p reclusa l a visione dei cieli - vi è chi si gloria com �
gioni m i chelangioleschi e del demonismo gotico che risuona ciel » valore e del l'Occidente. Circola effettivamente l n 0gn 1
sin nella greve i m pura u m a n i tà , i mbellettata d i » eroismo « sua forma è alla r;:i d ice dei rom anticismi nuovi e vecchi,
e d i > cosm icità •, d i u n Beethoven, d i u n Wagner, d i u n di tutti gl Ì u ma n i tarismi, d i tutte le modern e fe bbri d i azione
Barbusse. E q uanta serietà ed a ppassionatezza romantica v i e di volontà.
è n e l l a stessa esaltazione n ietzsch iana della ,. g a i a scienza « 1 E noi diciamo : Bisogna puri ficarsene. Compito a ltret�
nello stesso riso di Zarathustra I La maledizione del dio tanto arduo che l 'estinsione degli altri, già descritti tronchi
crocifi sso si è estesa dappe rtutto, ha avvolto l'Europa i n tera, che canon i zzano l a decadenza europea.
blocco di metallo e di sangue, nel suo cupo dolore. L' > u mano « v a superato, ;issolutamente, senza pietà.
Questo senso » umano � della v i ta, cosl t i pico a l l ' Occi ­ Ma a ciò occorre che gli individui giungano a l senso del­
d e n te m oderno, ne co11 ferma l'aspetto plebeo ed i nferiore. l'interinre liberazione. Si sappia che q u estri non può essere
Ciò d i cui gli uni avevano onta - I ' . uomo " - gli altri se ne oggetto di sete, non può essere o�getto di ricerca a v i ? � da
vantarono. I l mondo antico elevò l'individuo a Dio, volse a parte d i i ncatenati ch e, come tait, non n e h a n n o d t n t to.
scioglierlo dalla passione, a d adeguarlo alla t rascende nza, Essa o è, come una cosa semplice che non si proclama nè
all'aria l i be ra delle altezze sia nella contemplazione che si teorizza, di cui q uasi non ci si accorge ; come u n a pre-
9t lmp�rlal111mo Pagnno L e radici d e l mole europeo

senza naturale, elementare ed i nalienabile di eletti, o non è. n e, nel suo senso primiti vo. elementare, assoluto. Esseri e
Più la si cerca e vuole, più sfugge, perchè il bisogno le è stirpi ascenderanno lumi nosamente, altri sordame nte preci·
mortale. piteranno. Sorgerà la gerarchia. Sorgerà l'i mpero .
Bisogna arrestarsi : come chi, accorgendosi di correre af­ Ed allora, la nebbia maledetta del mondo u mano
» •

fan n osamente sotto la calura, d icesse a sè : E che ? Se lo


• essendo:si dissipata, oltre la sensuali tà, oltre la ,. psicologia
•,

andassi più adagio ? ,. - e, andando adagio, : " E che ? Se oltre la scienza degli uomini riapparirà la natura, n u da, li- .,
io cessassi d i cammin;ire ? • - e, cessa ndo di camminare : bera. Messo i n contatto con i " riti delle scienze sacre,
«

e E che ? Se i o m i sedessi ? • - e, sedendosi : • E che ? Se all'uomo, cosi rei ntegrato, si schiuderebbero spon taneamente
io mi stendessi per terra, qui, all'ombra ? • - e stenden ­ nuovi occhi, n uove orecchie, n uove audacie. L ' arte ritorne­
dosi all'ombra provasse i nfinito ristoro e ricordasse con rebbe simbolica, la scienza magia, la filosofia vita. Tra volta
stupore l'antica febbre di corsa ; in egual modo l'animo dei la legge del d ispotismo collettivo, gli i ndividui cesseranno
moderni, che non conosce tregua, silenzio, nè sosta, va gra ­ di essere parti di macchine, pietre i n catenate nell ' i nafferra
d atamente placato. Bisogna ricondurre gli uomini a sè stessi bile cemento del vincolo sociale, ma macigni contro maci­
e costringerli a trovare in sè stessi il loro scopo e il loro gni, valli e vette, forze contro forze senza i n termediari e senza
valore. Che essi i m parino di nuovo il sentirsi soli, senz;i attenuazion i sarebbero gli uomini. E da un essere superiore,
soccorso e senza legge , fin che si destino all'atto dell'asso­ sarebbe la real tà imperiale : quella che non conosce parti,
luto comando o dell'assoluta obbedienza. Volgendo fredda­ ma membra, q uella che comprende tutte le attività varia-
mente lo sguardo d'i ntorno, riconoscano che non vi è dove . mente ordinate ed individuate, ma convergenti tu tte i ntorno
andare, che non vi è nulla da chiedere, n ulla da sperare, ad un asse u n i co, asse non solo della forza degli uomi ni,
nulla da temere. Respirino allora, sgravati dal peso, e sia ma a ltresl della forza degl i elementi. Calma, possente, pro­
di amore che di odio riconoscano la miseria e la debolezza. fonda sovrana ed occulta regnerebbe ciò che l'Estremo
Nella superiorità degli aristòcrati, nell'alta tenuta di ani­ Oriente denominò l a Via del Cielo i ntronata nella per
> «

me signo re d i sè stesse, schern iscano la torbida avidità con sona dei loro i mperatori : sorgente di luce inv isibile che
cui gli schiavi si precipitano sul banchetto della vita. Si d igrada fra le gerarchie, trasm utando n ei vari esseri come
determinino in una indifferenza · attiva capace di tutto se­ in una foresta d i vene viventi, sino a toccare le stesse cose
condo una rin novata Innocenza. Il potere di giuocare la naturali e i n esse stesse produrre gesti d i illuminazioni as-
·

propria vita e di fissare i baratri sorridendo, di dare senza solute e di resurrezioni spirituali.
passione, di agire mettendo al pari il vincere o il perdere, A llora riarderebbe la face assunta da Giuliano Impera
il s uccesso o l'insuccesso - scaturisca da questa stessa su­ tore. Allora ritornerebbero gli dei di là dalla tenebra del
periorità che fa disporre d i sè come di u na cosa ed in cui mondo cristiano. Tutto tornerebbe a cantare, ad animarsi,
si desta veramente l'esperienza d i u n pri n cipio più forte d i a parlare dal minerale ai " Signori d i Luce ed a l i be­
» e: , «,

ogni morte e di ogni corruzione. Il senso della rigidità, rarsi nel rito, nel simbolo, nel sacrificio, nell'eroismo, nel­
dello sforzo, del bruto • devi non esista più che . come il
• l'assoluta crudeltà e nell'assol uta generosità, nell'assoluta
ri cordo di u n'assurda mania. Riconoscendo l'illusione di affermazione e nell'assoluta distruzione .
tutte le • evoluzioni di tutti i • piani provvidenziali •, di
e, Di n uovo, noi conduciamo di nnanzi a due mondi, d i
tutti gli .. storicismi riconoscendo tutti gli " scopi • e le
•, c u i non vogliamo atten uare, m a i nvece esasperare l'opposi­
" ragioni come dande necessarie soltanto a chi, ancora
• zione. Occorre i l salto, se soluzione ci deve essere . Al punto
bambino, non sa andare da sè, gli uomini cesseranno di in cui siamo, non si deve più sperare i n i nnesti. Niente,
essere m ossi, ma si m uoveranno. Centrali a sè stessi, da sulla base dei valori occidentali, saprebbe salv are questo
loro, uomini e non più spettri, nella differen ziazione delle cadavere che gi uoca ogni giorno con le resurrezioni e che
élites, scaturirà la virtù dei motori immobUi : risorgerà J'azio· scambia i brividi dell'agonia con i brividi della l iberazione.
UI l111perlallsn10 l•ugnno I.e radici ciel nanle europeo

E' l a sostanza stessa che va m utata, dal fondo -- senza d i tendoci come degli i mpote nti sognatori e degli ut_o p i sti i nof�
c h e tutto c i ò c h e p u ò venire dato p e r salvagione sarà con­ fensivi, tagl iati fuori dalla realtà. Questo <i tl � gg1 a mento c1
tagiato, non salverà ma subirà esso stesso l'identico male. lascia perfetta!11ente freddi, e ci conferm � solt a n to. quanto
Tentativi, come quelli di certe correnti teosofiste anglo· gli uomini oggi abbiano appunto p e rduto t i senso dt ciò che
sassoni e dello stesso movimento del Ohandi, insegnino. sia politica e realtà .
Quel che è certo, è che cosi come stanno le cose nella Purtuttavia si sappia che i brividi di liberazione che c�n
vita d'oggi, non si può far nulla. I n tutti i domini - lo si l'insieme delle nostre dottrine oggi possiamo destare 111
è visto - l'orientamento che affe1:miamo è i ncompatibile q ual c uno, sono più pericolo � i di que� che � on si cre.� a . No �
C\ll sistema attuale - e se la Tradizione deve costituirsi o sappiamo bene ciò che facciamo. I stmbo! t � o � o p 1 u for � 1
ricostituirsi, b isogna che i l mondo si muti radicé\lmente e degli uomi ni. E gli spiriti, una volta che !t s1 _siano e � oca t1 �
che tutto ciò che ha condotto l'Occideme medi terraneo e bisof)'na osare di comprenderli e di domi narli - altnment1
che sta con ducendo l'Oriente stesso aila rov ina, scompaia. essi bconducono i rreparabilme n te a rovina l'i mprudente evo·
Alla costi tuzione sociale economica e industriale moderna, catore. Ciò, per chi, oggi, in questo l u ogo e in quest o mo­
va opposta l a restaur a zione delle caste e dell'aristocrazia. mento preciso della storia, rievoca la ro n: anità e, in essa!
Alla scienza positiva, va opposta la Sapienza . Alla religione la trad izione mediterranea. Quanto a not, la cosa non c1
e alla morale, l'iniziazione. Alla tecnica posi tiva, la magia. i nteressa che m e d iocrem e nte . Noi facciamo ciò che dob­
Alla visione ,. u mana e , roma 1 i tica, diveniristica della vita, la biamo fare, e n è più nè meno di quel che dobbiamo fare.
visione anti umana, classica, l iberata e freddamente domi­
nati va. La realtà metafisica ritorni una presenza, i n luce di
conte mplazione e i n gesto d i assoluta azione.
Le soluzioni, appunto, sono tre. Si sottragga, chi lo può,
a tutta la realtà europea, lasciando questi deviati a sè stessi .
Ovvero attendere la soluzione, accelerando anzi i l ritmo
del progresso fino a far vedere la catastrofe da vicino,
» e

e� se ciò non basti, a determinarla, cosi che il terreno sia


sgombro di n uovo. Ovvero assume1·e sin d'ora la parola di
allarme e di rivolta, ed opporsi lentamente, tenacemente,
senza pietà, con una forza distruttiva da una parte, con una
forza creativa dall'altra, alla marea che porta via veloce­
mente le genti di Europea.
li lettore che fosse stato attratto a scorrere queste pa­
gine dal colorito politico del titolo, si troverà dunque molto
deluso, trovandovi tutt'altro che ciò che oggi si i ntende per
politica. Come vede, noi non gli diciamo nè di po l it i ca in
terna nè ài politica esterna, nè di parlamentarismo nè di
sindacalismo, nè d i problemi milltari, nè di problemi eco­
nomici, amministrativi, i ndustriali e cosi via. Noi non pos·
siamo fare concessioni di sorta, e i n nessun modo aderire
alla degradazione che oggi ha subito i l problema politico .
Sappiamo bene che i più, se pur anche non tutti, scroll e ·
ranno le spalle dinnanzi alle nostre affermazioni, compa-
V

culturale europea. Ora d ichiariamo che solament � da questo


VALORI PAGANI punto di v ista i l cristianesi mo è st � to r_ad1ce d1 q ualcos �
d i nuovo, esprime una forza, negativa s1a y ur e, ma con cm
E VA LO R I CRIST I A N I bisogna fare i co:iti e d i cui bisogna sentire t_ i mort � le pe ­
ricolo riguardo ai destini dell 'Occ ident � . Dal punto d � vista_
puramente spiri t uale, il cristianesimo,. tnvec � , non e � 1 ste -
_ _ ­

cioè : Noi sosteniamo che da questo punto di vista _ cw _ che 1



è di buono nel cristianesilllo si tro vava anche a ltr� v � , � I'.!
una forma spesso più pura ; e che ciò c�e invee� v1 e µ1 o n­
gin a le nel cristia nes imo, di speciale e d1 1: 011 rtd11c1b1/e ad
_
altro, costituisce un 11c11-valore, qualcosa �i1 lf-�epuw iab1t:rzente_
_
i11fe1 iore rispetto ad altre possibili, e gta es1ste11t1, a ttlfud1111
dello spirito.
.
Noi, dopo aver rintracciate l e fo � me co ncrete del cri­
stianesimo nella cul tura e nella soc1eta_ moderna, e aver op­
posto ad esse i n ostri valori d i restaurazione,_ dobbiamo fe r
> Su peristizione che abbrutisce l e anime e - tale fu il marci qualche momento anche su q u esta tes 1 , per dare una
_ . mo-dottr1na
_
giudizio con cui la paganità, per bocca d i Ruti l io Namaziano, sensazione dell' inconsistenza del c11st1anes1 �
stigmatizzò la nascente credenza cristiana. dell'inferiorità dei suoi i nsegnamenti, dell � sua mor_ale � dei
Ma chi oggi, avendo superato i l pregi udizio d i oscure suoi " m i ti e rispetto a quelli del paganesi mo ; e q � tndt de !
acqu iescenze bimil lenarie, con occhio freddo e calmo guar­ l'assol uta su � i m possi bilità a divenire i l si mbolo d t una C t ·
dasse le cose, non arri verebbe ad una conclusione d i versa. v i l i zzazione i m periale.
I n verità, il Cristianesimo rappresen ta uno dei p i ù colossal i
bluffs c h e si siano m a i avuti n e l corso della storia mondiale
della cultura ; ed è con sincera stupefazione che noi con­ Il cristianesiD\o
statiamo il persistere tenace ancor oggi del l'acciecamento quale i ntolleranza p r o fana.
in proposito. L'universal ità, sia pur formale ed acritica, del ­
l'accettazione e della supina tolleranza di questo triste fatto ;
la spensieratezza, la buona fede e, più che altro, l a serietà I l primo punto co ncerne l'esser e il cristi.� nesi mo una
con c u i non s i cess·a d i considerarne la dottrina non pure forma ol tracotante ed esclusiva dell 1 aspetto ptu basso della
fra donnicciole, ma anche su cattedre u n iversitarie e libri d i religiosità ; e ci spieghiamo così.
La ved uta classica, sia pagana che orte . tale, propria .
filosofia e d i storia delle religioni che, pure, vorrebbero �
esser sc ien tific i; l'i nescusabile pretesa di fa rne il centro di alla Sapie nza, è che fra uomo i: D ! o non vt è d1 ffer � nza
.
riferimen to e i l si mbolo dell'Occidente senza nemmeno d i ­
.
qualitativa, non vi è eterogene1ta ?t natura. " L � m1_ � sti rpe
scutere - non volendo parlare dell'impudenza d i c h i i n ­ è celeste - di chi ara l'iniziato òrf1co ; e, del part, ? et Veda
«

siste nel l'esaltarlo, quale l a sintesi più alta dei valori del lo e nelle Upanishade, l'uomo è consid erato ess.er Dio _ stesso,
spirito - tutto ciò è qualcosa che ci l ascia d i pi etra, con­ se pure in uno stato di i nconsa � � vol � z� a e dt stord 1mento.
v i nti, come din nanzi a pochi al tri fenomeni, dell'oscura pos­ fra l o stato di coscienza dell 1de11ttta - che corrtsponde
_
sanza dell'irrazionale sulle anime e sulle menti degl i uomi n i . a ciò che volgarmente si chiama Dio - e lo � tato d � l la co­
Nelle sezioni p recedenti abbiamo considerato i l cristia­ scienza umana la distanza può esser grande ft nchè st vuole,
nesimo più che altro nel riferimento alla struttura sociale e ma tuttavia l'intervallo di separazione viene pensato come
J . EvoLA, Imperialismo Pafano 7
=======:x - VaJ01·J pa�àni e vniol'i crl81lanl

continuo, tale cioè che l o si può percorrere con u n processo


rego lare e p rogressi_ vo senza che si debbano i ncontrare sa lti . i n piena conformità al princi pio di gerarch i a esteso al campo
Perciò, i n l i nea d i principio, i n q uesta veduta s i riconosce spirituale, e d in una composizione armoniosa d i superiore
la possibil ità . Pl.!r _ l' � o_i�o � i potere ascendere a Dio non a p­ e d i inferiore, avevano u 11 i n segnamento iniziatico p resso

� e n a .10 vog �a ; d i v1r1 1 hcaz1one che l'uomo può compi ere con
alla religione popolare e d evozionale, i riti segreti · dei Mi­
1 suoi pro pi 1 m ezzi, senza alcun i n tervento trascendente o '
steri l? resso ai miti, alle cr � denze e ai culti delle masse, un
esotensmo presso a l l 'exotensmo .
come anche si dice, sopran naturale. .
Ora la caratteristica e l'ori gi nal ità del cristianesimo con­
. Ciò, i n _ li nea d i pri nci pio. I n linea d i fatto la grandis siste principalmente nell'aver preso, nell'aver isolato ed
s1ma maggi ora nza degli uomini è esclusa d a q uesta che è
l a via dell' � n i ziazione e dello yoga � ma solamente pe ;chè la esaltato come valore esclusivo e verità u n i ca, ciò che era
loro .volonta e. volta altrove, perche, per u n a sorta di ri soltanto la verità degli esseri inferiori delle nostre gerar­
n u nc1a trascendentale d iventata a b i tudine i nconscia e ssa chie : è una religione devozionale e profana che si fa sujji
evita di i mporsi e di susci tarsi nelle n ecessarie facoltà'. Qu�­ ciente a sè stessa e si dichiara la religione universale, la re ­
ste nature deboli ed esteriori non possono cosi con nettersi l igione per eccellenza, fuori d a l la quale non vi sarebbe che
a_ Dio d i rettamen te, realizza ndolo cioè come uno stato effet traviamento e d errore.
tivo della loro coscienza ; e se pur tuttavia u n a connessione E � so non solo non possiede un insegnamento esoterico,
v i deve essere, essa sarà estri n seca 1 non quella rea l e d i ma d1 ciò mena vanto, con tro ogni i nsegnamento esoterico
retta, identificativa, d e l l ' i n iziato o a n che d e l mistico b ensì n u tre una fon damenta l e av versione, un rancore profondo
q u e l l a ideale e se ntimentale del credente e del devo to . Tal e che non i ndugiò al ricorrere alla violenza, causando l'ap­
è l'atteggiar�1e.nto religioso i n senso stretto, cioè l'atteggia parente d isperdersi, e i'effettivo occu ltarsi, della tradizione
mento dua!Lsttco, q u e l l o che al l u ogo di i n ten dere n e l l'uomo dei Misteri nell'Occidente post-cristiano .
e. nel Dio ? ue stati .P ? ssibili di un'unica coscie nza, i r; osta· I n ciò sta la prima delle rad ici i rrazionali del successo
t � zza g uest.1 � u e stati in d u e cose distinte - qui l'uomo, e del cristianesimo : g l i è che esso si rivolse al l e masse e
I� . (nei " cieli e o a ltrove) Dio. A l l a conoscenza d i Dio (gno­ chiamò l a loro la verità Vèra, costituendola in u n a i ntolle­
si t eosofia�

_ suben tra a l l ora i l credere in Dio ; a l l 'esperienza ranza e in un disprezzo per tutto ciò che, in q uesto àmbito,
.
_
sp1r1tuale, I l dogma ; a l l o sforzo verso una atti v i tà trascen­ è proprio a differenziazione e ad aristocrazia ; e capovolgendo
den � e ! la preghiera, i l timore e la devozione ; al senso del l a in conformità tutta l a scala dei valori. La � cattol icità « ,
suff1 � 1enza, q uello dell'insuffi cienza e della d i pendenza di­ cioè l'u niversal ità, cristiana, è semplicemente un sinonimo
nanzi a l " S ignore Onni potente «, per volgarità. L'odio d e i cristiani primitivi per la Sapien­
za, la scie nza e l a mora l e delle classi a l te pagane. h a lo
. Quel che è i m portante rilevare, si è che tanto gli Orien­
tali che 1. . Paga n .i , avendo chiara visione della n ecessaria stesso senso d ell'odio bolscevico per gli » i ntellettuali « ; e
d isegua gl ianza d egli esseri, concepivano una rel igione di q uesta i ntolleranza d emagogi ca s i conserva sotto i l dogma
q uesto tipo e la sua inevitabile funzione nell'economia di u n a che identifica la morale su periore con la morale diabolica,
or !:? a n izzazione razionale dell'umanità ; solo c h e essi l a re­ c he fa diven i re il tipo dell'iniziato e del mago q uello d e l
stri ngevano a l l a massa, vi i ntendevano esp licitamente il suc­ » ne m ico d i D i o « e a l l e q ua l i tà di sufficienza, d i forza calma
ceda neo ad atto per co loro che ade riscono ai legami del mon e consal-' evole per la real izzazione di sè dà lo stigma d i or­
d ? e la cui volontà rispetto il divino è fiacca e dormente. gogl io luciferico, d i tentazione sata nica. E' lo stesso signifi­
V1 vedevano, in altre parole, u n > meglio che nulla "• d i là cato, la stessa oscura volon tà, n e l camp0 d e l l o spirito, che
dal q � a l e restava la più a l ta verità, che l'uomo non è di verso nel campo pratico ha creato i l male democratico e i l despo
da Dio, ep però che l a d i v i nificazione, I' " a potheosi " è una tismo collettivo delle società europee.
sua possibil ità effettiva i m manente e i nalienabile. O n de essi, La verità - base del cristianesimo, la sua verità speci­
fica è dunque che l'uomo è radica l mente altro da Dio : i n -
Vnlorl pa;:anl " ynlorl crl,.tlnnl 101
160 lmp.-rl lllhnno r.. ., .. no

essenziale identico a l l 'essere in potenza, d i st i nto d a l l 'esse­


fe t t a n d o i l n o s t ro c o s m o s l u m i noso ed u no c o n l ' i dea s e m i­
re in atto in cui D i o fa > p a s s a r e « l e creature che prima esi ·
tica e d a nt r o p o m o r fi c a d e l l a d u a l i tà d i g e n c r.azi o 1 1 e s e s s u a l e , stevano sol tan to ,, essenzialmente « ? La d i ffi c o l t à è l a s tessa :
l ' u n o d i v i e ne l a crea.tura, l ' a l t r o i l C1 el1 turc, c h e i a t r a e d <i l
u n a e s s e n z a e s i s t e n t e p e r e s s e re d i stinta da Dio dovrebbe,
• n u l l a °' · L o st a t o d i c r e <i ( u r a , l ' i m pos s i b i l i t à d i a d e g u a r s i simulta neamente e so t to l o stesso rapporto, essere i n po­
a l " S ign ore � , è p o i i n t e so . c o m e q u a l c o s a d i i m: m o v i b i k , tenza ( in q uanto è essenza) e i n atto ( in q uanto è e s s e nza
c o m e q u a l co s a e l l e n o n a m m e t t e s o l u z i o n e 1 1 è i 1 1 q u e s t ;-: , n è
esistente), il che è contradizione i n t e r m i n i . S i r i c o rr e r à a l ­
i n q u a l s i a s i a l t r a e s i s t e n z a o c o n d i z i o n e , e d i c o n t ro a c u i l o r a a l c o n ce t t o d i una ,, c a p a c i t à fi n i t a a dell'essenza ( u m a ­
l a s t e ss a • gr<i z i a " è i n! p o t e n t e . P t: r s u a n a : u rn , l ' u o m o è n a ) , onde essa può r i c e v e r e soltanto una parte � e l l ' ess e r e
servo ; p e r g r a z i a , v i e n e e l e v a t o s i n o a » figlio « , a crea t u ra assoluto e così se n e d i stingue ? Nem meno c iò r e g g e :
-- e q u e s t o è t u t t o . Ta l e è i l l i m i t e d e l s t: n s o d e l la d i g n i tà
i n t ro d u c � n cl o u n a differenza quantitativa, al l u o g o d i qua­
e d e l l a re;d tà d e l l ' u o m o n e i q u ad r i del c r i s t i a n e s i m o o r­ litativa, f ra l'essere c r e a t u ra l e e l 'essere d i v i n o , c a d r e b b e
todosso, d p e o s i t a r i o d e l l a » t r a d i z i o n e r o m a n a .. . i n fa t t i i l p r es u p p o s t o dualistico : una molecola d i . acq u a non
E q u a n d o le m e r e i m a g i n i d e l l a > ge ne ra z i o n e e d e l l a •
è meno acqua dell ' acqua di u n ocea n o ! I n v ece s1 v u o l e c h e
» c re a z i o n e d a l n u l l a « v o l l e ro c e s s a re d i e s s e r e i m a g i n i ; l ' I o non sia u n a q uan t i tà o f o r m a cl i v i t a d i v i n a ( p a n te i ­
q u :i n do, d i n na nz i a l d i s p rezzo e a l l ' ironia d e l l e c l a s s i c o l t e smo emanatismo, i m manentismo), s i b b e n e u n a v i ta e t e ro­
p a g a n e , i c r i s t i a n i f u r o no c ost r e t t i a c e r c a rs i d e i p a l u d a ­ gen � a a l l a v i ta d i v i n a. C i si ri f e r i s c e , con i tomisti, a d u e
m e n t i p s e u cl o fi l o s o fi c i e teologi c i , e te n t a ro n o d i pe11sare a tti c re a t i v i d i vi n i, l ' u n o c h e p o n e l e ess e n z e , l 'a l t ro c h e
q u e l l e i m a gi n i ; ;i l l o ra si e b b e , fi n o alla s co l a s t i c a , Io s p e t t a ­ d à a d esse esistenza , cos l c h e q u e s ta n o : 1 è p i ù l ' e s is t e n z a
c o l o p e n o so d e l l a l og i c a c l ; e f a v i o le n z a a sè s t e ss a p u r di Dio ma di q uesto o q u e l l 'essere p a r t i c o l a r e ? 0 .1 n u o v o ,
'
d i far a p p a r i r e . c o e re nt e u n c o n t e n u t o e s s e nzi a l m e nte i n n e s s u n r i s u l t a t o : p e r esse n za ( o s s i a : p e r c i ò c h e. fa t � le, �
coerente. d i s t i n t a , u n a c r e a t u r a ) i tomisti intendono u n pr1nc1p10 .
d1
F a t t o di Dio n o n p i ù u n o st:ito d i cosc i e n z a , m a i n v e c e l i m i t a zi o ne . O r a q u e s t o p r i n c i pio d i l i m i t a zi o ne o debbono
u n c o n ce t t o - q u e l l o d i " ciò p e r c u i o g n i e s i s t e n t e è « -
riferirlo man icheisticamente ad un seco n d o Dii) co n tro D i o ;
- c o m e è p o s s i b i l e c o n c e p i r e l ' e s i s t e n z a d i s t i n ta d e l ! ' > a l · o vv e r o d e bb o n o s p i e ga r l o con u n a v o l o n t à d i vina c h e l o h a
t ro «, d e l l a c r e a t u ra ? E s s a s a re b b e u n e s s e r e f u o r i d e l l ' e s ­ p o s t o e l o v u o l e, i l che s i g ni fi c a : in un essere de terminato e
s e r e ; s a re b b e e s i s t e n t e , e p u r e f u o r i d i c i ò per cui o g n i esi­
. _
dis tin to è Dio stesso che si vuole come tale. E s1 nentra nella
s t e n t e è . Q �1 e s t o è l ' a s s u r d o d e l d u a l i s m o t e i s t i c o , e pp e r ò d e l concezione opposta.
c r i s t i a n e s i m o c a t t o l i c o c h e n e è la for m a - t i p o . L ' e s s e r e , f u o r i Data l ' i n d o l e d i q u e sto libro , non ci s i può soffermare
d i s è , non p u ò a v e r e che i l » n u l l a « : m a e c c o c h e d a q u e sto, u l teriormente a mostrare tutta l'inconsistenza delle argomen­
che è un se m p l i c e modo di d i r e , con un c o l po di b u s s o l o t t i tnioni scolastiche, e i l d i l e m m a fra cui esse si d ibatton o :
i c ri s t i a n i del > n u l l a " fa n n o u n pri ncipio d isti nto e a s u o o dare una apparente giustificazione logica ai dogmi a patto
m o d o p o s i t i v o d i c u i le c r e a t u r e s a re b b e r o fa t t e , c o s ì c h e di ammettere irrazionalità iniziali che viziano tutto il valore
si p o·s sa d i r e che e s s e , in q u a n t o so n o, s ono da D. i o, m a delle argomentazioni ; o pensare coerentemente, e cader( allora
i n q u a n t o sono fatte d i . . . » nulla e , s o n o d i s t i n te d a D i o , in forme più o m eno aperte di ,. eresia e ( 1 ).
tt
SO"ho altro r i s p e o a D i o. E di s i m i l i m i s t i fi c a z i o n i v e r b a l i Il fat t o s i è che i d og m i c r i st i a n i , oltre c h e decadenti,
. .

e d.i s i mili c0 n t ra d i z i.on.i �o sforzo s c o l a s t i c o per s f u g g i re


4! p-a,ri t �. Fs lilacO e f€i1•�e!i·� i n l e Hi g i bi !e i l d o g m a d u a l i s t i c o -
CQ.�lil:e a t;}.c'l1H! lji:te
l l l o· (éfeHa ·ki rrHà , deU'incarnazione, della tran­ (I) Su c i ò , è decisiva la poderosa opera d i L ROUOtER : la Sco­
lastique et le Thomisme (Paris. o�uthier-Vill�rs , 1 925) ; da cfr. col n.o­
s u s t.au:dazione, e c c . - rre m os t r a a d ogni p i è s o s p i n t o . S i i n ..
stro saggio : ,, La scolastica dinnanzi allo spirito moderno • . B1lych n 1s,
voeherà, p. e., i l » p ri u c i p i o di a n a l o g i c i t à «, c i oè c h e • es· Roma, 1926.
< può corn{i»rendersi in ptù m o d i, c h e
s. �H,
� v i è u n essere
IO� lrnp,.rlnJl.,mo Pngnno Vnlorl pn;;unl e valori c1"1!1tlanl 103

sono fonda mentalmente i rrazional i ; che i l cristianesimo i n na sarebbe subentrata. E q uesta attitudine, d i cui davvero
s è n o n ebbe alcun i nsegnamento fi losofico, alcuna v isione non si saprebbe dire se m aggiore sia l ' i n genu ità o l a pre·
metafisica e cosmica che potesse giustificare ed i n q aadra re su nzione s i ritrova in fondo ancora oggi in tu tti coloro che,
i l suo conten uto d'ordine m iserame nte morale . Esso parti sulla ba�e d i una fantastica » filosofia della storia «, im­
d a poche i magi n i grossolane che chiedevano soltanto l a maginano nelle forme d i cultura ? .anche n.e�le religion�
p;1ssiva adesione della fede, supplendo a q uesta pove rtà precri stiane, delle rivelazi�ni parz�al� o �ddtnt tura deglt
di conoscenza - che tanto nettamente lo d istanzia ciai sistemi stadi elementari preparaton del Cnst1anes1mo.
gran diosi della paganità, come quelli d i u n Plotino, i n I l trucco, i n ogni caso, si sventa con q uesto dile�ma :
c u i meta fisica, logi ca, pratica e mistica, si compen etravano è l 'esser rive lato dal Cristo i l criterio del valore d 1 u n
in una sintesi completa e vivente - supplendo con vani spau­ dogma -- ovvero è i l suo i m manente val ore che de�iderà
racchi escatologici e l usingh e messiani che, fa tte soltanto i l doversi o meno chiamare r i velazione d i v i na ? S ta d 1 fa tto
per impressionare l e anime deboli. Il resto, lo ha preso un che nel cristianesimo primitivo u n 1 dottri n a non valeva
po' dappertutto : l 'idea del Messia, dai giudei � e dai giu­ tanto p e r il suo contenuto, q ua n to i n vece pe� i l s�o lato
dei, i noltre un gruppo d i m i ti, che essi si a rrogavano c o me i rrazionale, m istico e sensazionale, di essere » r1ve laz1 011e « ;
assoluta rivelazione fatta direttamente d a Dio al » popolo e che ancor oggi resta opinione ortodossa che » l'es.ser con­
el etto e , l a d dove l a critica moderna e i rinvenimenti ar· traria agli i nsegnamenti della Chiesa è il segno ptù certo
clleologici hanno completamente mostrato come tali miti ve della falsità di u n a dottri n a « ,
n issero da tradizioni an cora più an tiche o diverse, quali
l a cananeiana, la sumeriana, la ca ldaica, ecc. ; miti mate·
rializzati ed abbrutiti dalla corpule nta menta l i tà semiti ca, di
cui noi riannodandol i alla Sapienza mediterranea - pos
- n c T i st i a n e§ i m o
siamo i nsegnare i l giusto sign i fi cato che I C'ro non conoscono. quale p e5shnismo e i m m o raH s m o .
L'idea del Cristo m istico paolino essi l'hanno p resa dai
gnostici - e lo stesso schema della sua " passione « , da
g l i O r fici ; la dottrina del Logos, dagl i Stoici e dagli Al es­ I l presupp osto d ualisticò cristiano , cioè l'irrigidi mento e,
sandrini ; ciò che vi è di meglio n e i loro riti sacramen­ starem mo per dire, l a spazializzazioae della d istanza fra umano
t a l i e nella l oro dottrina della sal ute, dall'i nsegna mento e divino è solta nto un simbolo dell'insu fficienza della gran
dei M isteri ; i l lato sano, pragmatico, del loro dual ismo, e parte d e g l i uomini rispetto a l l 'aspirazi one a d i v i n i fi c�rsi :
così pure l a loro angelologia, dallo Zoroastresi m o ; e v i a un sintomo, dunque, di pessimis mo. E q uesto pess 1 �111�mo
di cendo. R<i zza d i uomini nati ieri, senza patria e senza

i gnavo si d i rompe i ne q ui vocabi l e dalle altre carattens ttche
tradizione (espressione d i Celso), essi hanno avuto tut­
«
del cristianesi mo.
tavia l'impudenza, per render conto della non -originalità Sul pessimismo gnoseologico, c ioè sul senso di sfiducia
della loro rivel azione, d i dichiarare, per bocca d i Giustino : ri spetto le p roprie facoltà n e i riguard i . d e l l a conoscenza
> T utto ciò che nei Gentili v i è d i buono, ci appartiene e , dello spiri tuale, si è già detto pa�lando d 1 " ,col?ro .che ere·
Per nasco ndere i l plagio, chiamarono cioè g l i altri plagiari con dano . e d i ,, coloro che sanno 0 1 contro ali a tti tudine gno­
" ·

la d i verte nte i n venzione, che tutto ciò che nella p recedente stica e teoso fi ca pagana, i cristiani già a d Eumon i o, per
sapienza conte neva già, e a d i r vero i n fo rma più pura , bocca di Giovan n i Crisosto mo, opponev ano essere la p re ­
q u e l l a » ri velazion e c h e amavano f a r l oro monopolio
«
tesa del l'uomo d i conoscer e Dio quale è i n sè stesso, " stol ­
e porre al centro della stori a del mondo, e ra stato preso, tezza evidente pazzia i n escusabi l e «. Così s i pone per pri n ­
d i rettamente o i n d i re ttamente, dal l e anticipazioni del pro­ c i pio, e c o n piena i n d ifferenza alle possi bilità v a r i � degli
fetismo ebraico, alle quali, col Cristo e in l oro, la luce pie· esseri, che rispetto a l trascend ente non p uò esservi cono-
1 0-1 ln1p<'rlnll11mo 1•11;i;a110 ,. a lori l'"'l;"lll e wnlorl erl ,. C l a n l 1 0 1>

scenza, ma fede, ossi a adesione i rraziona le a opinioni ed dovranno soste nere che quegli stessi atti, o v irtù, che
i potesi i n verifica bili. possono propiziare la discesa della grazia, procedono essi
E si pone, in connessi one, che l 'oggetto della fede deve stessi da una grazb antecedente, chiamata poi • abituale «.

e s s e r e rivelato. La verità non è più un possesso il


frutto E se il compromessismo cattolico qui si arresta, fan no bene
di una ricerca, d i u n a conq u ista e di 1 1 1 1 affinam � nto delle i n vece Calvino e Giansenio a portare questa dott rina a l l e
facoltà, m a è i n vece u n dono, la continge nza d i u n arbitrio sue logiche quanto repu gna nti conseguenze, e ad affe rmare
d i vi n o che l a elargisce in u n particola re moment o storico dunque senza esita nza la dottri n a della predestinazione as­
ad un particol a re i n d i viduo o popolo, ovvero ad un altro · soluta e l'ill usorietà del l ibero a rbitrio. Epperò l ' i nd i viduo
d i u n a r bitrio e l l e a n z i p red i l ige i più u m i l i ed abbietti '. scom pare : vana o mbra predestinata ab aeterno, esso svolge
La scie nza degli uom i n i è pazzia, i l loro metodo, orgoglio, a utomatica mente lil parte assegn atale dall'arbi trio d i v i no.
e la sa pienz a ve ra l'insipie nza, l'umiltà, la semplici tà del Lo stesso male, l o stesso possi bile d i r : No a Dio, è vo­
miserab ile che sente n ul l a potere d a sè, e tutto aspetta luto da Dio epperò voluta d a Dio, coscientemente, delibe
dall'i spirazio ne d i v i n a : tale è il senso della attitudin e cri­ rat a m ente, è da d i rsi la conseguente dannazione dei
stiano rispetto alla teoria della conoscen za . Attitudin e che dan nati e beatitudine degli eletti, fuori d a q ualsiasi colpa
in verità, psicoge n eticamen te scrutata , rivela una cosa sola ; o merito - chè essi, i n sè stessi, sono dei fantasmi, dei
una scusa per l'anarchi a, u n si ntomo d i insofferenza per l a fantocci, dei non- essere .
d � s c i p l i n a , p e r l a critk , p e r la tecnica - e d i u n bisogno
� Donde, rigorosamente, i l col lasso d i ogni iniziativa e d i
d1 abban donarsi_ (a c u t , al cessare delle > rivelazio ni e o o g n i etica. I l calvinista n o n r u ò n emmeno d i re : � N o l l
a l cangiare delle att i t u d i n i, supplirà i l princi pio d i dogm � e devi negarti, ma devi lasciarti nega re, devi lasciare che Dio,
d i a utorità del cattol icisrno\ congiunt o ad u n rise'!time nto negandoti, t i riveli la sua volontà - poichè q uesto de vi.

per tutti coloro che non si abbando nano. E passando dal è già • orgogl i o e , è già presunziOllé di poter qualche C O S a
campo conoscit ivo al c;impo etico, si ritrova lo stesso pes­ da sè . Lo stesso puro abbandonarsi non può essere ele
simismo a base della dottrina d e l l a grazia e della salvazio ne. vato a princi pio, ma dovrà rimettersi a grilzia, se no S a r à
L'uomo, per il " peccato originale « , è ta lmente i n clinato » l u c iferico • ! Lo stesso resistere a l peccato • sarà esso

al male, che per lo scampo è necessar io un i n tervento tra­ stesso peccato ! Una muta e piatta attesa senza parola e s e n z a
scenden te. La v ittoria dello spirito sulla ,, carne « è resa luce 1 tale è dunque la sola logica conclusione : d i con tro,
possi bile soltanto dalla grazi a - d i ch iara Paolo di Tarsia. la v o lontà d i v i na, arb i tra assoluta. Nessuna r e s p o n s a b i l i t à ,
Non per v irtù propria, ma per i l Cristo l'uomo è riscat­ poichè ciò i m pl icherebbe u n poter d i re no a Dio, � n no
t � to - • senza d i me, voi nulla potete è detto nel l'Evange lo

e ffettivo, si badi, e non q uello che è un caso parttcolare
giovan neo. d i ciò che a Dio pia ce di volere in alcu n i uom i n i , q u asi

. l'uomo d a per sè può meri tare, cioè aver diritto ' alla entrando in contrad izione con sè stesso. Difatti q uesto no
grazia : q uesto è u n puro dono, e i l con cederla o meno di- effettivo, chi lo vorrebbe ? Il ,, n u l l a perchè d i n u l l a è
«,

pende dall'arbi trio d i Dio - altrimen ti non sarebbe più


»
fatto l'Io - ma u n nulla c h e vuole, c h e senso ha, di g r a ­
grazia • , d i ce lo stesso Paolo, i n piena conform i tà al!' i n ­ zia ? Se no, e cco una potenza , ecco una volontà di con­
segna mento evangeli co contenut o nella pqrabola dei lavo­ tro . . . a chi ? a Dio ? Non a Dio, ma ad u n ' al tra potenza,
ratori delle diverse ore. Non c'è da lamentar si o chiedere che dovrà d i rsi Dio solamente q u ando avrà saputo d i m o­
g i ustizia, perchè lo stesso fatto d i esistere è un dono : nulla strarsi come la p i ù forte.
è nostro, tutto ci è dato come a crea ture - tale è la dot­ E qui non v i debbono e s s e r e equivoci : questo, e non
tri na ortodoss a . Un solo destino, dunque : servire e adorare altro, è il senso della posizione çristiana, e i l resto non è
il Sign ore. che m istificazione, compromesso, pensiero a mezzo . Date
Cosi di con tro a Pelasgio e a i sem ipelasgia n i, i cristiani le premesse, il protestantesimo calvinistico é l' unica solu
100 lmperlllll!llno Pa.-ano ''nlorl pn�anl e "alorl crbtlnul 1 01
� ----- - �
-·----

zione coerente del cristianesimo . Ma i n che m i s ura la d i nafifà di decadenza è andata affi evolen dosi nei secol i : i l
gnità d i chiunque s i senta uomo e v ivente possa ricon o­ cristianesimo l ent<ime nte i ncorporò le consuetud i n i popolari
scersi. i n una tale dottrina d a falliti, e volerla come verità, pagane, smussò i punti più spinti ed anti politici del suo
ciò può deciderlo ognu n o da sè ; decidendo d u n q ue da sè primitivo a spetto ascetico-bolscevico, evitò con prudente
anche i l m i rabile » prngresso « che l'avvento di simili con­ mediocrità le logiche
' conclusi0ni protestanti e gli sfoghi
cezioni ha costituito rispetto a quelle d i coloro che, come m i stici ' divenne u n mi racolo d i assorb i mento e d i ad atta­
i seguaci del Buddha, come gl i Eleati, come gli Stoic i e i mento e d i com promesso - e come una tale real tà bor­
Neoplatonici, affermavano esser l'uomo sufficiente a sè stesso, ghese e spenta è c i ò che, come cattolic.esi mo, oggi da a � ­
l ibero, signore responsabile del proprio destino, capace d i cuni i ncoscienti viene gabellato al fascismo q uale > tradi­
giungere - non mendicando, n o n > credendo " • non c o n zione romana "
·

q uel » lasciarsi fare e c h e è i l piacere d e l l e d o n n e - m a


c o n l a loro p ropria forza, a conoscenza, salvezza, parteci­
pazione ad una vita i m mortale . L'» impurità e d e lla praD5i cristi a n a .
Qui troviamo d i n uovo la molla segreta del successo del
cristianesimo. Si è che esso s i rivolse alla massa cosmo­
polita dei d isperati che la m iseria della loro posizione aveva Nè l a • grazia i l Salvatore che scende dai cieli e
• , » •

tagl iato fuori della civilizzazione, fuori della Sapienza, fuori la » predestinazione « sono i soli aspetti della i nferiorW1
della garanzia concreta d i sopravvivenza che i M ister i ne­ della morale cristiana. Essa si conferma altresì nei carat­
gavano agli uomini comu n i e riservavano al nucleo ristretto teri d i > eudemonismo « e d i efetonomia
» •.

di coloro che si erano fatti degni di i niziazione. La dichia L a morale nostra, p:ig<J na, è autonoma ed antieudemo­
razi0ne che la sola fede basta (• Credi, e sarai salvo •) ; n i stica. La morale cristiana è essenzial mente eteronom<J ed
che l a carità è più della sapienza ; che l a verità suprema eudemonistica.
anzichè frutto di ricerca e d i severa disciplina purificatoria Per noi pagani, i l p remio del1a # v i rtù è l a v i rtù stessa .
"•

è .d ono degli i gnari e dei semplici (cosi che - esclama Cioè : l a v i rtù è valore i n sè stessa, e i n sè stessa, fuori
Porfi rio - - ta n to vale cercare con a rdore l'irragionevolezza da qualsiasi interesse o premio e da q ualsiasi attrattiva che
e l ' ignoranza) : che Dio pred i li ge gl i abbietti e i peccatori vie!le dalla sensibilità, v a voluta : in modo p u ro, assol uto,
e pone colui che si p rostra a lui nella d isfatta di tutta la non umano.
propria anima al disopra del giusto consa pevole della sua Del pari, l 'Orie nte conobbe la v i a della l i berazione "
»

rettitudine ; che a coloro che hanno, sarà tolto, e dato a come nis/J kiima karm a, ossia criine azione agita d a per sè
coloro che non hanno - tutto ciò non poteva non costi­ stessa, con d istacco, con i ndifferenza assol u ta rispetto a l
t u i re u n potente e sottile strumento d i seduzione rispetto successo e a11'insuccesso, al piacere e a l d ol ore, a l l a per­
a i valori di aristocrazia e di d ifferenza della paganità. E se d ita e al guadagno. L'azione operata in vista dello stesso
a q uesto si aggiu n ge la voluttà delle anime b isognose che consegui me!lto dei regn i celesti, era considerata i m pu ra e
s i cercano l'una l'altra traspon endo nello s pi rito il motivo posta fuori dalla v i a della pili alta real izzazione .
del sesso, se si aggiu n ge il fascino del peccato che si gusta Per i cristiani , è tutto l'opposto. La v irtù si fa mezzo,
tanto p i ù per q uanto p i ù lo si combatte, e, poi, la divini­ e non basta a sè stessa. Perchè sia tale, occorre la ca­ >

ficazione dell'a more e della faci le r i nuncia p ropria a chi d i rità « e il riferimento a Dio. L'apparente dedizione ma­
nulla è capace, l'i ncapacità d i im porsi a sè stesso elevata schera u n a istanza egoistica ed u t i l i taristica : è la piccola
a v i rtù - i n tutto questo, per d i rla col Rougier -- v i è p reoccu pazione d i ,, salvare l a propria anima «, è 1'» i n fer­
anch e troppo per spiegare, se non per legitti mare o scu­ n o « e i l » parad iso e i l » gi udizio fi nale •, è l a p rospetti va

sare, il trionfo del cristianesi mo. Ma persino q uesta origi- di beatitudine celeste che attrae i falliti di q uesto mondo, sono
I O!li l1nperlnllsn10 Pai;ano tfl9

le tenebrose m inaccie dei profeti che, agendo sulla stessa toro d i Falaride, egli non i m p u t er e bbe ne� s � no ; i n q ues � �
bra ma che lega alle cose terrene, sollecita gli stessi ric­ »
e q u al s i a s i al tra c o n t i g e n z a , freddam � n te d1st1ngu e_r ebbe c � o
chi • a comprare con la rinuncia una certa garenzia per ogn i che dipende da l u i e ciò che non d i pende da l u i , certo rn
eventualità d'oltretomba. Questo bisogna tenere presente : fo ndo a sè d i una fo rza, che nulla s a p rebbe al � erar � ­
che la rinuncia cristiana n o n è affatto una ri nuncia pura, e g t t ucci ­
Quand'a nche eal 0 i sapesse d e l • regno dei cieli •,
non è u na rinuncia o perata perchè i l rinunci are è bene i n d e r e b b e q uesta conoscen za - af!inchè il valore dell .a sua
sè stesso, m a i n vece è u n mercato ove, sulla base d i una azioPe non n e s i a corrotto. I m p a ss ib i le , s i g n o r e del piacere
stessa sete, u n phì vince u n meno : una morale, dunque, e dei dolore, fatio di forza, un tale tipo d i u o mo dinnar.z i . a
che ha tanta a u to n o m i a , quanto una bi lanci a che si abbassi t u t t o l ' a p p a ra t o t e r r o r i s t i c o e f a � c i n a t o_rio d � lle e s c a � o t o g 1 e
dalla parte del peso maggiore ! cristi ane non p o t r e b b e c h e sorndere : 1 11fern1 e p�rad 1s1, nor �
E l a d i pendenza e l'eudemon ismo si confe rmano del resto a v r e b b e r o i n v er o arma a l c u n a su l u i . E l'i mprontit udme dei
già nel fatto che, i n contestabi l mente, l'attesa del " Regno •
Galilei è v e r a m e n t e s e n z a misura q uando, per bocca d t
(se storicamene o i deal mente com preso, non i m porta) è Agostino , non si peritano di chiamar e _ splendidi �izi l e v i r t ù
stata la molla d i tutta l a primitiva prassi cristiana . Ora non d e i p a ga n i appunto percllè pure, s u b l l m e 1� e n t e inumane ,
e
a p pena vi è u n " attendere non ci si m uove, ma si è mossi, Dio, a l l a » carità all'el emosr na del • s u p re m o
•,
non ri ferite a «,

non si vuole ma si brama. Se così non fosse, se la virt ù bene • .


Questo i m moralism o cristiano rispetto �i valon dt a ffer��
·
·
n o n fosse vol uta utilitaristicamente, m a p e r s è stessa, come
spi egare i l valore dell'» al di là «, del!' » altro mondo « 1 mazione si pote11zia nel!a dottrina d e.I pentimen to. della mt­
che sta al cer.tro della dottrina gal ilea 7 Basta poco per s e r i c o r c! i a , d e l l ' a m o r e , della com passwne .
. ..
accorgersi che tale funzione dell'» altro mondo " è nulla p i ù L'idea che u n col pevole che si pente ed i mplora e pt�
che q uella d e l l a giustificazio n e d i azion i c o n la garenzia d i grad ito a l Dio d i un giusto che non h a mai peccato, a noi ,
frutti, e premi, senza i q u a l i si su ppone che esse non avvereb­ come ai Romani costitu isce qualcosa d i ri pugnant e. " Come !
bero. E si badi che un siffatto modo di pe nsare sta a base, - esclama va Celso - i m a g i s t r a t i conscien ziosi non . tol­
nell'ord i ne d i u na m orale che pur pretende di essere » au ­ lerano che gli accusati si diano . in .la.menti pe.r �ema d1 es­
tonoma •, della cosid etta > p rova morale dell'esistenza d i sere trasci nati a s a c ri fi c a re la g 1 u s t 1 z 1 a alla _Pt_eta . . -, � u n
Dio d i Emanuele Kant : Dio esiste, e cosi p u re i l regno

D io, nei s u o i giud izi, sarebbe forse acce � s1b!le . a_l l adula �
sovra n naturale, poichè i n noi v i è u n .,, devi " che dà d i r i t t o , zione ? Non commet terebbe una s u prema 1 ng1 ust1Z1a s � s1
m o strasse compiac ente v er s o i m a l v a g i che con oscono
se seguito, al premio di una felicità che il solo ordine na­ .1 arte
tura l e non garentisce, anzi esclude. di i m pietosirl o, t r a s c u ra n d o i buoni elle d isdegna no � all rag­
Tutto ciò conferma i l substrato d i p essi mismo e d i fiac­ giri ? < - - l i f a t t o è che il � r i s t i a n t s i m o è tutto u n a 1 � su : re ­
z. i o n e della parte i n feriore, 1 r r a z. 1 0 11 a l e , " u rna na •, � ell a �11rr.a
chezza su cui on deggia il cristianesimo. La preoccupazione
per la felicità -- rileva Nietzsche - non sorge che i n e po­ _
d i contro alle q 11 a l ità supe riori e ari stocratic he dt r � g!on : ',
che di decadenza e d i ri lasciamento dell'energia vitale. Un
uomo che real mente sia, a chi andasse a i n si nuargl i : > Devi d i giustizia , d i volontà I n . ciò st � . I a sua forza : ognt ve ntr
, uomo e p ar tec1. a
c i ò che nell'uom o va d1 l a dal!
far q uesto, perchè cosi sarai felice •, rispondertbbe, con me11n d i
_ _ �1 11
d e l l a s u p e r i o r i t à i m p a s s i b i l e e d eterna delle cose d1vtne,
stupore : Che cosa i mporta, a me, della fel icità ? « A l u i ,

es s o t rova giust i ficazione e adulazio ne. Un � � r ? u omo, se­
g l i basta d i volere. Egli sa ciò c h e deve essere e che, p e r con d o l'ideai� pagano, come d i sdegna l a fel l � 1ta, esca d e­
m ezzo s u o , sarà ; e se n e l l o sforzo e g l i s i d i lacererà od g l i a s s e t a t i , disdegna i l perdono e _la c01.� pass1one , che suo­
l u i u n' o ff e s a : l u n gi d a l l 1.m plor � re, g u a n d o �
anche spezzerà, q uesta è l'ultima cosa che egli terrà pre­ n e re b b e r o p e r
sente. Un tale uomo, non mendica » giustizia " : o conse .
g l i a l t r i non a v essero forza dt far g 1 u s t 1 2.1<:ì su d1
·

gue, o non consegue - e questo è tutto. Fosse anche nel col pevole,
lui, egli stesso se l a fa r e b b e , M Li e n d o l a mano che ha fai-
110 l n111erlal1"1110 .. agnno V al od 1•oi;; a n l ., wolori el'IHt lun I ...

l ito. Questa forza possen te ed olimpica costrui Roma, pla ­ è bisogno di scaricarsi, abd icazi one suprema perc9rsa da
sn�ò � ·a � i r� a virile dei legionari, dei Cesari, dei magistrat i, brividi di sensual ità.
det grur1st1 ; questa forza elevò silenziosa mente degl i uomin i Per questo che non ci si parli, per carità, del misti­
al d i � opra dell'uman o i n u n Socrate, i n u n Pitagora, i n un Par­ cismo cristiano. In quelle poche volte in cui è davvero mi­
m � n1de, i n un Plotino, i n un Seneca, in un Apollonio d i sticismo - per misticismo i ntendendo, secondo l a deriva­
T1ana - laddove i cristiani abbassaro no il loro Dio alla pas­ zione dal termine misterico, una sana, effettiva, attiva rea­
sione degli uomini a fine di confermar e e fomentare ciò che i n lizzazione dell'esperienza del divino - esso non si d i ffe­
essi v i è d i meno virile, austero e nobile . E tutto questo, renzia dal misticismo di ogni tempo e di ogni l uogo ; ma
da essi è chiamato i l subentrare del regno della ,. grazia e « in quanto esso è misticisrno cristiano, cicè distinto dal l e al­
dell' amore al ,. rigido morto mondo della giustizia e della
• e tre forme, pagane, orientali o ,, eretiche ", di misticismo, non è
l egge «, veramente, o soltanto i nperfettamente, misticismo, i nquan­
A more ! Questa è u n'altra delle loro contaminaz ioni Essi tochè la caratteristica del cristia nesimo è appunto il prin­
har.no falsiffcato e degradato l 'a more facendone un sinonimo cipio devozionale e antimistico, che il Dio, anzichè una
d i abbandono, di altru ismo, d i bisogno, anzichè comprender lo esperie nza possibile del : 'uomo, è u n essere personale sostan -
come una sovrabbond anza d i cui soltanto una persona intera zialmente distinto da lui. Ciò che i l misticismo cristia:10 ha
è capace ; facendone un devi anzichè una libertà . Si veda ben di proprio, è appunto il suo lato sentimentale, » uman � «

chiaro questo punto : v i è u n amore che è segno d i ricchezza, ed erotico nel senso d i cui sopra - i l che è stigma d'111feno ­
atto puro e libero che dona in una assoluta generosità, perchè rità. Quanto i n proposito scrive il Costa, lo facciamo no­
può donare ; e vi è un amore che è bisogno di appoggio, stro : » Quando pur la si ncera fede di alcuni di essi espri­
abbandono dell'ani ma, voluttà del senti mento, sete di co­ me in sopportabi l i versi una anima entusiasta e un desi­
m u n i care i n fuga da un isolamento d i cui non si è ca­ derio rel igi oso, io nego quasi costan temente a costoro i l
paci . Il primo è qualcosa di luminoso e di sovrumano, i l senso del divino. Ritorniamo a quel morboso sentimento re­
secondo è una cosa i ntrisa d i passione e d i necessità, del l igioso che, a corto di manifestazioni terrene, si estenua i n
livello di ciò che è donna, e non ancor uomo. Il primo te - sdi l i n q u i menti che n o n hanno nulla di comune con i l senso
stiinonia l'ind i vidualità, il secondo la corrompe. Il pri mo austero d e l l a religione, e quando pur umanizzano per avvi­
conferma le differenze, il secondo l e abolisce nel sdilinqui­ cinarselo nella m i stica della poesia il Cristo, dimenticano,
mento del l'amplesso, dell'altruismo , della comunione delle
• come il sol ito, Iddio. Vuoti di senso divino, passionali ar­
anime Il primo è u n dare, una libertà - il secondo è effet
c. dent i e frementi, osse ssionati dalla necessità del cristiano
tivamente un assorb ire, un contaminare e contami narsi. squ i l ibrio dello spirito, essi scattano in manifestazi � n ! mor­
Ora se vi è q ualcosa di originale nell 'amore cristiano e, bose che io non so decidermi a sentire come rel1g1ose «.

più specialmente , in quello che si espri me nella conseguente Ed anche quando qualcuno, come Francesco d'Assisi,
� ita associata , nell'arte, nel misticismo cristiano ; se vi è, r i esce a sorpassare l'amore che rifl e t te il sesso o che lega
tn esso, qualcosa che già noi non conoscevamo, è appunto le piccole anime degli piccoli uom i n i , per non d ire delle
l'esaltazione e la d ivinificazione d i quella prima speci e di donne, e ad estendere questo senti mento alle cose tutte,
amore . Esso è, tipi camente, passione umana d i un'anima in abbracciando anticristianamente quella natura che, di con
sufficiente ; è un bisogno di abbracciarsi e d i abbassarsi, di tro al senso d i unità armoniosa dei pagani, era conctpi til
sentirsi nulla i n sè stessi, di stringersi insieme con un tor­ dai Gal i l e i come nemica, pri ncipio di corruzione, occasione
bido miscuglio di disperazione e di voluttà per la sofferenza di " peccato « ; quando anche si g i u nge a ciò, si giu nge ap­
propria ed altrui. Esso, rispetto all'uomo, è molle vischio, pena a quel che, per esempio, nel buddhismo era sempl ice
sottile filtro che avvince e accomuna cancellando il senso mente conosciuto come una introduzione per propiziare l o
della d ignità e dell'isolamento individuale ; rispetto al Dio, spirito a superiori, meta- fisiche real izzazioni. l i d iscepolo del
··� I 111 1u·rln 1 1 .. 1110 p .. �an•i
Valori 11neanl e •·1tlorl cristiani

Buddha è detto nel Canone dimorando con animo


- »

pieno di amore, d i compassione, di letizia, d i serena fer ­


mezza, irradia verso una direzione, poi v erso una seconda, Gesù non è il t i p o d i un D i o .
poi verso l a terza e verso la quarta, così come verso l'alto
e verso il basso. Da per tutto, i n tutte le cose e gl i esseri Circa il Cristo, prescinderemo dal problema puramente
riconoscendosi, egli irradia i l mondo intero con animo com ­ storico� Consi dereremo il Cristo soltanto come u n tipo, come
passionevole, con vasto, profondo, illimitato ani mo, deterso il modello ideale che il cristianesim o ha saputo proporre per
da rabbia e da rancore E realizzati questi stati, essi sono
«.
l'umanità. E porremo que sto problema : E ' , un tale tipo, di­
lasciati indietro : si procede ai sette risvegli, alle quattro vino ? E' tale che non si possa pensarne uno più alto ? Da
grandi contemplazioni, all'attuaziQne della coscienza nei vari questo punto di vista, l 'esser i l Cristo effettivamente esi ­
piani metafisici in una progressiva sem p l i ficazione (è il me­ stito o meno, è cosa di assai secondaria i mportanza.
todo stesso _ dei neoplatonici) sinchè l'Io riconve n ga in sè Si deve rilevare però la preesistenza del mito del Cristo
stesso e in sè stesso riposi i n uno stato cosmico, mondo da al cristianesimo : nella sua forma gnostica, onde il Cristo
brama. sufficiente, così come secondo il vero senso . del ter­ si identifica ali'» Uomo interiore e celeste esso fu già e,
mine n irvàfia. una dottri na dei Misteri medi terranei, òrfici e caldaici. In
Qui come altrove, tutto ciò che essi vantano, è appena i l proposito vanno ricordati recenti teorie, come quelle del
principio d i c i ò che noi conosciamo. Nelle esperie nze con­ Coucho ud, audaci ma pur fondate almeno quanto le orto­
seguite i nconsapevolmente dai loro santi e dai loro mi � tic � dosse, che ricostruiscono il progressi vo en uclearsi e tra­
a colpì d i suggestione religiosa, rivestite poi da i nterpretazioni sform arsi di questo mito a partire dagli ideali messianici e
su perstiziose che le rendono quasi irriconoscibili, non vi è i ndicano le precise circostanze storiche, psicologiche e pole­
nulla più che degli e lementi fra m mentari, incompleti e cao­ miche che han no portato a corporizzat lo, fino a concepirlo in
tici di ciò che nei nostri insegnamenti iniziatici si trovava un personaggio pensato come reale e come apparso a d un
e si tròva allo stato di scienza, insieme ad una tecnica precisa certo momento. Ad ogni modo noi, mantenendo i l criterio
e metodica per la l oro consapevole produzione. L'attitudin e di ricercare ciò che nel cristianesim o vi è di specifico, dob
i ngenua d i un provinciale presuntuoso e arrogante non è di­ . ·

biamo assumere i l tipo Cristo in funzione sol tanto del Cri­


versa d i quella dei banditori della preeccel lenza e del l'origi­ sto storico evan gelico, i nquantochè circa l e ulteriori specu­
nal ità dei valori cristiani, dove pur questi siano effettiva lazioni cristologiche, specie patristiche, ove è indubbio l ' i n ­
mente dei valori. E in modo analogo mentre in Oriente, per flusso d e l l a civilizzazione el lenistica e dello gnosticismo,
una compenetrazione del senso delle superiori possib i lità ripetiamo che i cri stiani non hanno nulla di origi nale : essi
dell'uomo, l 'apparire della più alta v i ta d i uno yogi o di un hanno semplicemente carpito qualche briciola dell'insegna­
rshi non destava nè desta scalpore n è senso messianico o mento sapienziale, balbettandola in pessima lingua e cercando
soprannaturale, l'apparizione di u n uomo come Oes � i l. Oa : di rivestirvi, per i bisogni della loro causa, fatti storici d'i m·
!ileo fu scambiata ingenuamente per la venuta del Ftglto dt portanza e d'autenticità d'altronde assai relativa.
Dio e la sua predicazione, per l a stessa Apocalissi, unica e Ri portandoci allora nell'ordine della coerenza interna della
ass � luta, del Verbo ; certi fenomeni sopranormali, di cui l e c0ncezione evangelica, già le basi sono infide. I pagani comin­
classi colte pagane n o n s i meravigliavano affatto ma rele­ ciavano col contestare lo stesso presupposto per l'intervento
gavano alla magia di seconda o terza mano, divenner o del Cristo quale sal vatore, cioè la possibilità del peccato
» segni testimonianze celesti - q uasi che ogni setta o re lt. ­
«,
originale. E che I - esclamava Celso - se un comandante
gione non potesse rivendicarne di simili, e come se lo stess.o sa farsi obbed ire dai suoi soldati e u n capobanda dai suoi
Cristo non avesse i m prudentemente detto che anche I' Anti­ accoliti, è i maginabile che Dio onn ipotente non sia stato
cristo manifesterà ,. segni altrettan to potenti di quelli del
«
capace di ciò rispetto al solo uomo che egli abbia diretta-
,. Figlio dell'Uomo e,

J EVOLA, Imperialismo Paca flo


lmperlnll•mo Pai;a�o Valori pai; anl e valori crl..tlaol

mente formato ? M a sia anche concesso q uesto : Come Dio sere un giustiziato, un crocifi sso ; non può essere colui che
nella s�a giustizia e nella sua bontà, ha potuto aspettar � a Getsemani i ndugia in sentimental ismi e implora sospirando
tanti _ secoli prima d i i ntervenire per ricondurre a sè i pec­ che gli sia evitato, se possibile, l'amaro calice ; non può e s­
.
caton ? E perchè m quel dato momento, e non in u n altro ? sere · colui che predicando l a fede, a l l a fede viene meno n e l
Nè basta : Che rapporto ragionevole può esservi fra l e sof­ momento supremo, d isperando n e l Padre ; non p u ò essere
ferenze di Gesù e i delitti dell'umanità ? Come un male chi, i nèapace a persuad ere, sa soltanto suggestion are e mo­
- il sacrificio ? el Figlio - aggiunto ad u n male, può can­ ralizzare con visioni apocalittich e a base di stridore di
cellare q � est: u1t1mo ? Come Dio, onnisciente, poteva igno­ denti e di pianti, e épater le bourgeois con qualche feno­
rare che mv1ando 1_ 1 Figlio suo fra gli uomini lo inviava meno s o pranormale appresso dalla magia degli Egizi ; non
fra malvagi che dovevano macch iarsi di un � uovo e più può essere chi non rispetta gli uomini con la pretesa d i
terri bile delitto uccidendolo ? E se non l o ignorava, perchè esser l u i , o l'irrazional e fede i n l u i , q uella liberazione che
lo ha fatto ? ogni vero uomo deve i n vece conquistar si da sè e a nes­
Dio è onnipotente : gli sarebbe bastato di perdonare e di suno permettere che gliela dia ; non può essere chi sente i l
a n n u l lare dire t tamente con un suo verdetto i peccati di b isogno di p roclamars i ad ogni isiante Mèssia e figlio u n ico
coloro che l'avevano offeso, dato anche che ne provasse u n del Supremo, ignorando che la prima ·massim a non d i dei,
q ua lche risenti mento, cosa c h e è i n degna di u n Dio : i l sa ­ ma soltanto di aristòcrat i, è di essere senza ostentazio ne.
cri ficio del Figlio come espiazione per l'u manità presup­ E per aver netto il senso della differenza , non occorre
porrebbe u n a responsabi l ità di Dio stesso rispetto a qual­ riferirsi ai tipi mitici dei Semidii pagani - basta riferirsi
cun altro a l disopra di lui, ovvero i l riscatto come una a qualcuno dei loro uomini. Già quanto più luce che non
legge a c u i egli stesso sia tent:to a piega . si - i l che, per · nel Galileo vi è nella figura di Socrate e dello Spudaios
_ ploti niano, che cal m i ed i mpassi bili si fanno incontro alla
tanto, lo nduce ad una caricatura di Dio.
� a Celso vedeva bene la precisa ragione per tutte que­ morte e alla sciagura, nel chiaro sapere che esse sono nulla
ste mcongruenze : si è che i l • sacrificio per l 'umanità è • rispetto alla fiam m a che arde i n loro, rispetto alle loro
una sempl ice invenzione escogitata a fi ne d i trasvestire lu­ anime superbam ente domate I E Epitteto, che al padrone che
m inosamente la fine ignominiosa, n u l l 'affatto degna d i un gli torce va i l braccio, sorridend o avvertiva : » Guarda che lo
Dio, d i Gesù ; a fine di far credere, trasformando l a neces­ romperai e - e, avendolo rotto : • Te l'ho detto : l'hai
sità i n virtù, che questa fine non fu i l risultato di forze, di rotto I • .
contro a cui Gesù si mostrò i mpotente, ma i nvece un disegno ,. Quanto più ,. u mano •, qua n to p i ù vicino a noi, è in·
divino da l u i l iberamente assunto per amore degli uomini. I vece i l Cristo I • - si dirà . Vicino a voi, non a noi. Ripe­
cristiani sapevano bene che questa fin e non poteva non ri­ tiamolo : q uesta è la mentalità cristian a : I' » umano • d i ­
pugnare ai pagani, non poteva non proibire loro di rico­ v iene u n valore - non se ne vergogna no, m a lo adulano,
noscere i n Gesù un uomo Dio, tanto gloriosi erano i m i t i se n e gloriano. Epperò I' ,. umanità e del Cristo, che è ciò
i n cui essi erano u s i a ritrarre i l modello i d e a l e dell'uma­ stesso che ce lo fa respi ngere, in loro divien titolo di su­
n i tà. L'espediente dell' " espiazione « , congiunto al sov­ periorità e motivo di acctttazi one . Nelle loro menti i ntrise
vertimento e al capovolgimento di tutti i valori tradizio­ di passione , i tipi classici appaiono freddi, i mmobili , senz_a
nali e affermati vi, servi loro per tentare di trarsi d'impaccio . vita, senza ,. i nfin ito • . Ignorano che q uesta fred � ezza si­
Ma i l gi uoco non ri usci con i pagani, come non riesce gnifica dominio , fuoco magni ficament e contenut o ; ignorano
con noi. Gesù non è per nulla il tipo di uomo di cui non che questa i mmobili tà è q uella di un moto i nfinito contratto
si può pensarne uno più alto e nobile. Gesù � on è della n e l potere di darsi un l i mite assoluto ; ignoran o che que­
razza degli uomini-iddii. sta apparen tte mancanz a di v ita è l'esaltaz ione stessa della
Un uomo- Dio, per noi come per i Romani, non può es· v ita i n una forma trascend ente e i ncorrutti bile.
"alorl paaaul e .,.àJorl cri ..ttaol 1n
Ìt6 Ìmperlall11mo Pajinno

· moniaco reg� i tore : q u i è il mondo, là t o spirito, e gli eroi


Noi sospettiamo di tutte le pseudo-virtù del Cristo e dei
su0i �eguaci , � oichè i � esse troppo ci dice di semplice tra secondo ordme terreno divengono borghesi i n co.nfronto a co­
svesttmento dt necessita. . Anche noi conosciamo la rinun loro _ che, abbandonandolo, anelano alla » salvazione « . Anche
·
eia ; anche noi �� n �sciamo i l ,sacrificio, la dedizione, i l per­ q ui, l a. dottrina è una superstizione fomentata da ignavia.
dono e, come g1a dicemmo, 1 amore. Ma la rinuncia non è 11 dualismo è u n errore metafisico e d è u n e rrore morale .
permessa a chi non ha : è permessa al Buddha che gio­ La concezione più alta non è quella che dello spirito fa
vane, bello, regale, tutto arridendogli, dice 110 al mondo - I' " altro " rispetto alla materia e al mondo, ma quella che
è permesso allo yogi che, nell'aspirazione a suprema li bera­ lo pone nella materia e nel mondo come Signore e i nvisi­
zione, si .sciogl! e dai poteri di cakravarti (Signore uni vers bile condizione del l'una e dell'altro. Allora come il mondo
sale) a cm, con t i suo sforzo, è giusto - ma i cristiani troppo è i l corpo dello spirito, cosi lo spirito non è veramente che
poco posseggono per permettersi un simile lusso. E il Cristo nello splendore di u n corpo trasfigurato, di u n corpo che si
stesso, che pur non disdegnava talvolta le messe in iscena faccia atto, testimonianza della sua essenza vivente. Ep­
i nvece di fuggire prima e poi farsi catturare nella chiar � però la via ad esso non è ascesi; distacco, fuga dalla realtà,
v � sione degli e v � nti futuri non avrebbe dovu t o disdegnare fede sognante nel Padre e nel ,. Regno dei Cie.li e astratta
dt p resentarsi. l u t stesso, calmo, dinnanzi ai suoi accusatori separazione di naturale e di sovtan natutale, di pote � za e spi­
i m!11obil izzadi, fa r balenare loro la visione dei poteri co � ritualità, ma è i nvece l ' i mmanente risoluzione del mondo
c � t av � e bbe potuto annientarli, e solo dopo mettersi a loro nel valore_, spirito che va a fare · della realtà, piegata alla
. sua legge, l'espressione stessa ddla perfezione della sua
dtsposmone : al lora la sua fine sarebbe stata purifi cata
d � quel lato di ignominia, che i rrepugnabi l mente le con­ attualità. La realtà dal mondo va riconosciuta e a dir vero
v i ene ; e la procedenza dal volere riscattativo del Padre (per come quella dal luogo istesso ove d a u n uomo' può trars i ·

q uanto inconprensibile questo sia), sarebbe stata più credi­ u n Dio, dalla ,. terra « u n ,. Sole «.
bile, nel > Figlio dell'Uomo c . Tale visione del mondo avevano · i Misteri alla Mithra ·
questo senso della vita fu p ortato dalla tradizione pagan �
. Del pari, la cessazione dell'affermazione non è permessa a .
e _mediterranea e da essa, dt contro all'oscura tragedia del
clti non è capace d i affermazione, nè l'umil tà a chi non co­
nosce le altezze, nè l 'amore a chi non conosce la condi­ Golgota, scaturirono gli i m peri .come gloriose realtà strin ­
zione delh solitudine e dell'ina ccessibile essere individuale genti insieme immanenza e trascen denza, luce divina e l uce
n è i l perdono a chi non conosca prima l a · forza che s � d i vittoria. E cosi Celso, portando gli Giudei dinnanzi a co­
im porre rispetto e giustizia. Non vi siano eq uivoci, su q ue­ loro che, identificata Roma alla > Prostituta di Babilonia «
sto punto : manca la prova, nel Cristo e nel cristianesimo m inavano l e basi della sua grandezza con una propagand �
perchè tutti i » valori " in proposito anzichè di · là dal � secreta
. ed illecita di diserzione, di astensione d i sovverti-
v1smo, mostrava l'assurdo di riconoscere i l loro ' Messia i n
l'uomo, siano prima, al di qua dell'uomo vero e virile. E i n
q uanto u n tale u o m o è ancora u n avvenire lontano p e r l a Gesù : i l Messia del primo p rofetismo era i l mito glorioso
gran parte d e i mortal i, la predicazione d e l l e cosidette " v i rtù del ,. Signore degli eserciti e atteso affinchè a l l a testa d i u n po­
cristiane « non può avere che il sem�o di u n incitamento polo eletto, portasse I' i mpero mistico della giustizia e dello
tilla degenerescenza, che va duramente contrastato . spiri to fra l e genti d i questo mondo.
Lungi dal l'avere i l significato ora indicato, esse poggiano Ma questo ideale di forza e di luce del popolo ebraico
t � tte s � I dualismo, l'incompatibilità , l a reciproca esclusione era d ecaduto col decadere d i q uesto popolo stesso ; d ile­
dt ordine naturale e ord i n e sovrannaturale, di immanenza guando l e speranze politiche, esso i n d ietreggiò in astratte
e trascendenza -- sia nella persona del Cristo sia nella forme finché la bruta conti ngenza delle cose rèagi su d i
dottrina in generale . Lo ,. spirito e è trascendenz � , ed è i n ­ esso e lo plasmò perentoriamente trasformandolo n el tipo
compatibile con i valori di q uesto mondo e d e l suo de- opposto dell'• espiatore è e del • salvatore .. secondo i va
lmp.-rl 11 l 1 .. mo P11111" n no
V alori pai:;anl e walorl cristiani 119

l o ri d i u m i l tà, di a more e d i sacrifi c i o , fi n o a p oterlo rav­


s e n z a i n trusi o n i d i s e n t i m e n t i e d i cre d e n ze . U n esame a
v i sare n e l l a figu ra di u n d e m agogo s e m i n i z i a t o e r i v ol u ­
z i o n a rio, fi n i to s u l l a croce.
:. �
sa n gu e fre d d o è suffi ci e � te pe far � a e re l 'ebbre z� a e s m a:
. .
scherare t u t t a l a po verta e I t nfen o n t a d e l l a v1s10ne c n -
s t i a n a d e l m o n d o e d e l l ' uomo.
Riferendoci a l fascismo, d i ci a mo d u n q u e :
Fascismo c o ntro C risti anesim o . I l fas c i s m o , i n primis et a rzte omnia, s pezzerà l'i b r i d a
L a G ra n d e Libera z i o n e . coalesce n z a c o n l a c h i e s a catto l i c a , propizi ata d a l l e m e n e
d e l l a C o m p a g n i a d i G e s ù , d i q uesta asso c i a z i o n e secreta
Concludiamo. e d i l l e c i ta . S i ren d e rà conto c h e i l suo, è stato un m a rché
Noi oggi dobbiam o assolut amente finirla col cristian esimo. d e d u pe s , Piccoli v a n t a ggi politici son o nulla r i s petto a l sub­
T u t to, i n esso, è i n c o m pa ti b i l e e c o n t ra d i t !ori o con d o l o a c c a p a r ra m e n to d e l l e cosc i e n z e c h e il c; atto l i c i s m o sta
gli , .
i d e a l i , c o n l a m or a l e , c o n l a v i s i o n e d e l m o n d o e opera n d o attra v e rso i l fasci s m o p e r m ezzo d e l l istruz10ne p u b­
d e l l' u o m o b l i c a e d i a b i l i sofi s m i c h e polarizzano i l regime c o n tr?
c h e p u ò c o n d u rre u n a razza a l l a r e s u r r ez i o n e
tutto ciò che n o n è c a t t o l i c o , G i u n ge r e a c o n s e n t i re che l i
dell'Im pero.
I l s o n n o è d u ra t o a b ba s t a n z a , e t u t t i i c o m p
ro m e s s i e l e crocifiss0 s i a p osto n o n d i c i a m o n e l l e u n i ve r s i t à , n o n d i ­
v a r i a z i 0 n i poss i b i l i s o n o e s a u r i t e . Ora b i so
g n a d i re : basta ;
b a s t a c n l c ri s ti a n esi m o p re s o in blocco, n e l l a t c i a m o n e l C o l osseo, m a sul Campidnglio, a l l uogo d e l l ' A q u i l a
o ta l i tà d i tutte e d e l Fascio, q u e s to è u n a m a c c h i a s e n z a precedenti, c h e
l e s u e fo r m e . La razza l a t i n a , i n s p e c i a l m
o d o , r i n n e g h e rà m o l t o r i c h i e d e p r i m a c h e possa essere s c a n c e l lata.
a s r r a m e n t e 0 g n i d i s c e n d e n z a da q u esta cosa osrn .
ra, che dai T u t t o c i ò è potuto a c c a d e re p e r l a m a n c a n z a , n e l fasc i s m o ,
h a s s i fo n d i e b ra i c i d i Pa l e s t i n a è v e n u t a
a c o n ta m i n a r l a . d i u n a s p i r i t u a l i t à e d i u n a c u l t u ra sua p r o p r i a , n uo v a e
Cosi :
v i va a l pari d e l l e forze g u e r r i e re c h e lo b a � n o aff� rmato ; l a
I n s e d e i d e a l e e m orale b i sogna s m ascl1 e r a r .
e l'enorme q u a l e s i i m po n e sse s i m u l t a n ea m e n te a l s u ? i m porsi s� I p i � n o
b l u ff c h e la s u a d o t t r i n a cost it u i sce, re;i g e n d o a
lla supina p ol i t ico. T u tto c i ò è p o t u t o accadere p e r l i concetto t nfe rt ? re
a c q 1 ? i e s c i e 11 z a c he la lascia a n co ra a n d a re i n
g i r o co n tutto di i m pero che ancora l i m i ta il fascismo : i m p e ro come sem p l i ce
il c;n i co d e i v a l o ri s u p e rs t i z i os a m e n t e e i n cos c i e n t e m
a t t r i b u i t i le.
ente
. .

o r g a n i zzazione p o l i t i c a , eco � o n: i c a e O: i l i tar sti c a , s u l l a base
del s i s t e m a i n d u s t n al e - ca p t t a l t shco : i m p e n a l t. s m o borghese
I n s e d e prati c a , b i sogn a re n d e rs i c o n to del pericol
o eu­ e m a t e r i a l e s u l l o stesso p i a n o di q u e l l o brita n n i c o o ge rma­
rnpco e del tramon to dell' Occiden te, e re;i g i re r i s u s
c i t ;i n d o n ic o , i l q ua l e , t u t t a v i a , n o n n u l l a di c o my n e c � n l ' i m p � r i a :
n e l m o n d o m o d e r n o i v a l ori p o l i t i c i e s;i p i
t ra d i z i o n e m e d i t e rran e a .
e n z i a l i p r o p r i ;i l l a J is m o v ero, s p i r i t u a l e , s a cro e e ro i c o, d e i t e m p t p a s s a t i , � t
R o m a , d i B i s a n zi o , d i P e rsi a. La v e r a ragi o n e d e l l a p ossi­
l ì c r i s ti;:rn es i m o e t i c o e r e l igioso oggi n o n s u s s i s t e c h ,
e b i l i t à d e l l ' i n fi l tra z i o n e catto l i c a n e l fasc i s m o , è I effetti vo, se
c o m e t ! n n om e e 1 1 1 1 ' a b i t t1 d i n e , assol u t a m e n t e e s te
rn a ;i f l e co ­ pur celato, suo i n d i ffere n t i s m o rispe tto a g � i i n t ere � s i s �i­
s c i e n z e ; ma n e s s u n o , o q u a s i , si c u ra d i a b o l i . . .
re lo stesso n o ­ r i t u al i , o n d e esso n o n h a esitato a c e de re 1 s u o t d 1 n t t 1 m
m e e d i r i f a r e i l proces so a l c o n t e n u to p a r t e n
do dal prin­ pro p osito p u r d i otten e re e l e m e n t i c h e potessero c e m e n tare
c i p i 0 , n o n ;i c c e t t a n d o p e r n u l l a i l > fa t to " •
l a ,. t ra d i z i o n e l a co m pagi n e materiale d e l n uovo regime, p assando sopra
e i l resto.

a l l e più stri d e n t i c o n t ra d d i zi o n i .
Q � 1 e s t o p roce sso, n o i i n ve c e i n t e n d i a m o fa r l o
, e d es i ­ Q u a n d o i n v e c e i l fasci s m o su perasse i l concetto b orgh � s e ­
g i a m o c h e s i r i v e d a n o t 1 1 tti i c o n t i , c o n s e v e r i
t à i n fl ess i b i l e , i n d us t r i a l e d e l l ' i m pero ; q u a n d o r i u sc i s s e a l s e n s o effe tt i v o ,
p o n e n rJ o t u t t e l e c a r t e s u l l a t a v o l a e p r e c l u d
e n d osi o g n i trad i zi o n a l e d e l l ' i m peri a l i tà - a l l o r a q u e l l ' a n i m a , c H c u i h a
v i a d i s c ;i m p o e d i c o m promes so. N o n s i t rn t ta d i '
polem iche b i sogno, 1a troverebbe g i à i n sè stesso : a l l o ra o g n i i nfl u � n z �
p i ù o m e n o a n t i c l e ri c a l i , m a d i u n e s a m e s e ri o, .
ogg e t t i v o , su d i esso sarebbe p a ra l i zzata n o n solo, m a sempre p t u s 1
HO '' alorl pni:;nnl e "")ori crh1tln11l tu
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farebbe l argo i l senso dell'incompatibilità fra Stato e Chiesa. Questo sia ten uto fermo, i n modo assol uto, senza equi­
C i ò , si b a d i , non nel senso delle ideologie demagogiche an voci : che noi n o n siamo dei negatori, m a dei restauratori ;
tic lericali o l aiche, m a nel senso che l'i m pero porrebbe sè che noi distrugf!iamo fissando, e potendo sostitu ire a ciò che
come la vera realtà spirituale e la vera i m m a n e n te, possente cade, form e più alte, più glo,riose, pilÌ viventi. Noi portiamo un
re l i gione, scalzando l e morte gerarchie e le vuote forme de-. sistema di va/ori completo, 'lvta te , p os itivo , s vilupp a to in cor­
vozionali della sopravvivenza catt9l ica. rispondenza a tu tte le forme dt:lla civilizzazione contempora ­
Cosl , se I' • osare e che il fascismo ad ogni istan te esalta nea, come sicura base per poter abbattere, senza · tema del
non è rettorica, ecco un primo compito : i rridere- alla oltra­ > n u lla • , tutte le negazioni della decadenza europea .
cota nza che non si peritò, dall'alto del Vaticano, d i chia­ Dal punto d i vista della p rassi, i l fascismo deve sem ­
mare il Re d'ltdia u n usurpatore, e riaffe rmare i l domi nio pl icemente non tradire sè stesso; cioè volere sino a fondo
compl eto dello Stato sulla Chiesa, che dallo Stato sarà di­ quei valori di affermazione, di attività, di volontà di potenza,
retta mente control lata e sanzion ata i n ogni sua o rg: rn izza­ di a n t isent imentalismo e di antirettorismo che lo i m prontano,
zione ; privata di a utorità propria ; esclusa, sopratutto, nel­ almeno nelle sue parti più pure, e che sono essenzial.-:-. ente
l'ord ine del l'educazione delle a n i me i n un periodo i n cui la anticristiani. Valori, come si è detto, d a esaltare i n una for­
volontà non è a n cora f o rmata n è chiara la coscienza ; tol­ ma superiore i nteriorata e spiritual izzata, li berata dal modo
lerata solo i n via provvisoria, al titolo di centro di u n a c re ­ i nferiore e provvisorio della mera v iolenza e del dominio
denza popolare, fi nchè la rigenerazione degl i spi riti nel senso m ateriale.
mediterra neo e i m periale della vita non si s i a fatta largo E qui vi è · un precursore, u n i n com preso, che attende,
in tutti per mezzo di un'opportuno l avoro pedagogico di nell'ombra : Federico Nietzsche. L'esperie nza nietzschiana
q ualche generazione. non è ancora esa urita, inquan tochè non è nemmeno com i n ­
Questo, per q uanto riguarda il cattolices i mo , come osta­ ciata. Esaurita, sarà la caricatura estetico- letteraria o baio­
colo p i ù i mmediato, da di stinguer.si tuttavia - sempre i n nettista d i Nietzsche nella persona d i un Corrado Brando,
q u esto ordine pratico - d a l c ristianesimo. I l quale piuttosto di uno Stelio Effrena o di un Gugl ielmo II. Ma i l valore
va identificato al protestantesimo jn atto nella organ izzazio­ che Nietzsche ha portato eroicamente a prezzo di sofferenze
ne l iberal-democratica angl osassQne. Tale i l pericolo eu ro ­ senza nome, malgrado tutto il suo essere che si rivoltava e
peo, d a l q uale bisogna isolarsi, reagendo spietatamente a cedeva finchè, senza u n lamento, dopo aver dato tutto, crollò,
tutti i ferme nti In ternazionalistici, si nd acal istici, massonici , questo valore che è di là dalla sua filosofia, di l à dalla sua
a n tiari stocrati ci, a ntiromani, socialistici, umanitari, morali­ • u manità «, d i l à da lui stesso, identico ad un significato co­
stici, con cui esso cerca d i insinuarsi in Italia. smico, rifl esso di una forza eòn ica - dell' Ur, il Fuoco ter­
Nel ca m po propriamente cultu rale, i l fascismo, per prima ribile delle i n iziazioni magiche - questo valore àttende an­
cosa, dovrebbe prom\lovere studi di critica e di storia, non par­ cora d i essere compreso ed assunto. I n esso sono l 'allarme,
tigiana, ma fredda, chiru rgica, sul l'essenza del cristianesimo, l'appello a l disgusto, al risveglio - e alla grande lotta :
sviluppando ed a ccentuando q ualcosa d i simile all'iniziativa q u ella in cui, come d icemmo, si deciderà i l destino dell'Oc­
che in Francia fa cano a Louis Rougier e alla collezione, cid ente - se verso un crepuscolo o verso un'aurora. Il fa­
d a lui diretta, dei " Maitres de la p e ns ée antichrétienne« . Con ­ scismo deve cominciare da q u i : iniziando la lenta, tenace
tem poraneamente i l fascismo dov rebbe promuovere studi, c o s t ru z i o n e della razza nuova e prod igiosa .
ri cerche, divulgazioni sopra i l lato spirituale della paganità, Ce ilùc. 2" · � e. � t: 1• q t e, � a ri: ::i)ostata s u i valori paga n i e
sopra la sua visione vera della v ita, passando poi, attra ­ 111cdi lerra nei.
verso person e che lo possano - di certo n o n pi ù per nulla J\ 1 � mito de l Dio-uomo crocifisso che soffre e che ama,
e

che venga dalla » cultura « - a dei contatti effettivi con ciò s.irà o p p o s l ( 1 q u e l l o clc l l ' t 1 0 11 10-Dio c o m e u n essere radiante
che la stessa tradizione mediterranea è , 1 1 e l l ;i s11a nat ura pri l 1 1 c e e p o i 117a, vertice c l i u 1 1 a rC'a l i z z a z i o n c im periale. A l s e n s o
rnigenia e metafisica.
lmperlnll!ln10 Pnf!tnno '' alorl pa11;nnl fl ,·a lori ert .. tlnnl 113

d ua listico e trascendentistico del mon do, quello di una u n i tà razze - ascendono, gl i altri sorda mente preci pitano . Niente di
l ibera e i m manente, chiusa i n sè stessa, 1JJateria di ùom i n io. • i nfi ni to • : rapporti precisi, ord i n e, cosmos, gerarch ia, esseri
Alla razza dei » serv i e dei figli di Dio • sarà opposta quella sol ari e suffi c i e nti, razza di Signori dallo sgu;i rdo l u ngo, te­
di esseri l i berati e l iberatori, che nel Dio vedono semplice­ m i b i l e, lontano, che > Sono da sè stessi e , che non prendono
mente l a più alta delle potenze, a cui l iberamente obbed ire m a danno i n sovrabbondanza d i luce e di potenza, e in v i ta
o contro cui virilmente lotlare, a fronte alta, senza conta­ d ecisa volgono v erso una i n tensità sem pre p i ù vertigi nosa
m i nazioni d i sen t i m e n t i , di .a bba ndoni, di pregh iere . Al l ungo u n o r d i n e gera rch ico che non vien dal l'alto, ma dallo
senso di d i pendenza e d i bisogno, sarà opposto quello della stesso rapporto d i n a m i co natural e delle nature loro.
sufficienza ; alla volontà d i eguaglianza la volontà d i d iffe­ » Come sono belle, come sono pure q ueste l i bere forze
renza, di d istanza, di g e r a r c h i é.l , d i aristocrazia ; alla p rom i ­ non an cora macchiate di spirito ! scr isse Nietzsche da g io­

scuit2 mistico comunistica, la ferma i n divi dual ità ; a l bis o g no vanl', dopo u na ascensione d u rante una tem pesta . N o i non
di a more, d i felicità, di pa ce, d i consolazione, i l dis prez z o d i ciamo : > 11011 an cora • ma : » non più macchiate d i spirito •
eroico per tutto ciò e la l egge della pur a volontà e d e l l a p e r s p i r i to i n t e n d e n d o l ' irreale : la scorza dei sentimenti,
assoluta azione ; alla · concezione provvidenziale, l a c o n c e ­ delle speranze, delle d o t t rin e , fedi e » va l o ri • , d el le sensa ­
z i o n e tragica onde l'uomo si senta solo con sè stesso fra le z ion i, parole, voluttà ed emozioni degl i uomini. Ma il senso
contingenze d e l l e forze nélturali, s ì che s e egli stesso non è lo stesso. Il mondo va deterso, va rest ituito a l l o stato precri­
si fa il sal vatore di sè stesso, nulla mai potr à salvarlo. stiano : allo stato l i be ro, supersaturo, essenziale : i n quello
Cancel lare i l senso del • p ec c a to « 1 ca ncell a r e la • cattiva co­ stato i n cui la natura non � an cora natura, n è lo spirito s r i ­
scienza "• p rendere su sè ogni responsabi l i tà, d uramc>nte, rlt o , i n cui non esistono » cose • e non esistono > f o rm e • , ma
sbarrare l a porta ad ogni fuga, fortificare l'i ntimo a n i m o . poteri ; in cui l a vita è una vicenda eroica d i ogni i sta nte,
Non p i ù » frate l li n è » Padri • , ma individui principio e
« fatta di atti, d i si mboli, d i comandi, d i g e s t i magi ci e ritu a l i ,
fi n e a sè stessi, chi usi ciascuno i n sè come dei mond i , i n g ra n d i o n d e d i •suono •, d i lu c e e d i terrore.
d e l l e roccie, d e l l e cime, se n za scampo, v e s t i t i soltanto della Questa è l a n ostra verità, e q u esta è la soglia della gran­
loro forza o della l o ro debolezza : ogn u no un posto - u n de liberazione : l a cessazione della fede, la l i berazione del
posto d i combattimento - u n a q ualità, una v i ta, u11a di­ mondo d a Dio. N e s s u n » ci elo • gra v i te rà p i ì1 sulla terra, nes­
gnitA, u n a forza d i s t i n ta , senza pari, i rred ucibile. I m porsi al suna » p rov videnza • , nessu n a » ragi o n e « , nessun • be n e • e
bisogno di • comunicare • e di • comprendersi "• a l la conta > ma l e •, larve d i allucinati, pallide evasion i di pallide a n i m e .
m inazione del v i ncolo fraternalistico , a l l a voluttà dell'amare F i n a l mente -:: o loro che si credono uomini e n o n sanno d i
e del sentirsi amati, del sentirsi uguali cd i ns i e m e - a q u e s t a essere d e gl i dei dormenti, sara n n o lasc iati a sè s t e ss i : tutto,
sott i l e f o rz a di c o rruz i o n e e d i violenza che d isgrega e am­ i nt o rn o, tornerà l i bero, tutto respirerà, a l l a fi ne. I deboli, crol­
morbidisce l'aristocrazia e l'individualità. L'i ncomunicab i l i tà leranno. I forti, s i i m porranno e si ridestera1:no. Scaturirà al­
va volu ta, per u n senso d i rispetto assoluto e di no n - c on ­ lora l a » R nza S an ta dei S e n z a Re " degli antichi oracol i gno­
taminazione : forze più forti e forze p i ù d ebol i , l'una ac s t i c i, la razza d i � coloro che sono e , degl i Svincolati, degl i
canto all'altra o l'una contro l'altra, l ealme nte, freddamente Sgravati dal peso, degli Esseri re denti e benedetti giusti­
ricon osciute, ne l l a disciplina dello spirito intimamente i n ­ fi catori del mondo, S i g nori della n ecessità e della soff e­
fi a mm a t o ma esteriormente rigido e temprato come l'acciaio, renza .
contene nte i n magn i fica misura f a smisuratezza dell'infi n i to : Questa è la n ostra verità. Questo è i l • m ito e che noi
m i l i tarmente, come i n u n a i m presa d i guerra, come i n u n paga ni oppon iamo a ll a su perstizhn e ga l i l e a ; e che afferm i a ­
campo di battagl ia . Uno stato d i giustizia assol uta, i n ter ­ mo oggi al centro d ei valori d e l l a n ostra razza p e r la re­
rotto d el lampeggiare d i atti di assol uta gen erosità e d i as­ st a u razione del!' Im pero i n O c c i d e n t e .
sol uta cru deltà in conflagrazioni in cui gli u n i - uom i n i e
A P P E N DICE P O L E M ICA

SUGLI ATTACCH I DI PARTE GUELFA

A LL' I M PERI A LI S M O PAGA N O


Sotto forma d i articoli , le tesi principali della presente
opera credemmo d i anticiparle su alcuni periodici del par­
tito fascista, principal mente su " Critica Fascista « , » Vita
Nova ", ,, Il Lavoro d'Italia « ; e molti dei lettori sapranno
dello » scandalo « , dell'allarme e degli attacchi che ne se­
guirono i n parte guelfa .
Ad una richiesta formale d i spiegazioni, fatta dall',. Os­
servatore Romano « e riprodotta q ua e là dalla stampa guelfa
circa l'ospi talità concessa a quella che essa non esita a
chiamare » sfida b lasfema ai cattolici d'Italia ", sono se­
guiti 4 artico l i sul ,, Corriere d'Italia « d i Roma, 3 articoli
sul!'» Unità Cattolica « d i Firenze, 3 articoli sul " Citta­
dino " d i Genova, uno sufi',. Ora d i Palermo, 2 sul ,, Po­
«

polo Toscano « , 2 su ,. Fede e Ragione «, u n o sul • Mo­


mento « di Tori no, 2 sulla " Difesa dal Popolo di Brescia,
«

uno sul » Nuovo Giomale « d i Piacenza, uno su • Studium « ,


uno sulla ,, Croce « d i Messi na, uno sull' • Ordine « d i Como,
due sull'» A vvenire d'Italia « d i Bologna e così via in altri
giornal i di provincia, oltre che nuove noterelle polemiche
sull' » Osservatore Romano « , chiarimenti, retti fiche, ecc. Da
parte fascista, natural mente, si doveva rile vare, p resso i l
noto stato d i cose nei ra pporti fra fascismo e Chiesa, i l
sapore politicamente piuttosto " eretico « delle n ostre tesi,
che pur si riconoscevano ,, riflettere il travaglio fascista « ;
ma che d'altra parte noi enunciavamo sotto la sola nostra
responsabilità, senza i ntenzione d i u n qualunque ricon o
sci mento più o meno ufficiale. La stessa ,, Critica Fascista "•

» A ugustea « e ,, Regime Fascista « i nizi arono u n a d i scus­


sione, mentre la cosa faceva i l giro della stampa estera,
francese, tedesca, svizzera e spagnola.
l 111peri o l l ,.n10 Pui;a11 0 A. ppendlee

Per q u el eh e ri�uard a la reaz ione di parte guelfa, e d


. .
a � che alcu n i ptccolt sfogh i. persona li d i q ualche scaricat ore
d 1 porto cam uffa tto d a fascista sul » Selvaggio " e sul ,. Cor­ N o n siamo teosofi
.
nere Padano " ( 1 ), i n u n a lettera rivolta a S . E. l'on. Bot­ e non siamo massoni.
tai, d i rettore di ,. Critica Fascista ''. d ich iaravam o di nòn ri ­
sponder e, per l'i n u t i l i tà d i q ualsiasi d iscussio ne là dove i n A dir vero, sape n d o bene con c h i abbiamo da fare, già
c � n t ��sta �o imperi l ' i n teresse d i parte, l ' i n compren sione, l a n e l paragrafo ,. Mistificazioni cattoliche « 1 steso prima che
m1sttftca z10n e p � lese. Ind ifferenti e ca l m i , p e r tu tta ris posta l o » scandalo « scoppiasse, avevamo preven uto l'avversario,
a v remmo prefe ri to la s e m p l i ce riafferm azione d e l l e nostre d i ffidandogli i sofismi a cui poi ha p recisamente messo
tesi, costi tuita dal prese n te volume. mano contro il • teosofo e , i l ,. masso n e «, I'» adoratore d e l ·
L'Ed ito re, tuttavia, ha i n sistito s u l l 'opportu nità d i u n a l 'Asia « e v i a d i ce n d o. Tal i , d ifatti, sono stati i segnacoli
» c o d a « polemica ; c i ha fatto prese
nte che se fra persone d e l l 'a lzata d i scudi di parte gue lfa ; ma bisogna pur persua ­
m u n i te d e l l a necessa ria p reparazio ne non vi è certa me nte d e rsi c h e q uesti trucchi possono forse r i u sc i re con altri,
chi ��n si renda conto d e l l ' i nconsiste nza degli at tacchi non d i certo con n o i . Epperò non c'è c h e d a ripetere q uanto
moss1 c 1 , l a presente o pera però, a d i ffe renza delle al tre a vevamo già d ichi arato in proposito.
nostre, i n tende rivolgers i ad un pubblico p i ù vasto · sul 1 °) Non siamo • teosofi. •. A quel bel tipo - a n o n i mo,
q u a l e , p u rt roppo, il l uogo c o m u n e , la rettori c a s p i cci � la e natura l me n te - che è sal tato fuori a d e n u nciarci come t a l i
a u tori taria, l 'argomen to aa hominem hanno il loro effetto. sul l',. Osservatore Romano ", c h i e d i a m o formalmente d i d i mo ­
Ed effettivam ente i nostri a vv e rsari non h a n n o c reduto o p ­ strarce l o ; giacchè, q u a n to a noi, possiamo i n vece mostrare do­
portu no acc ? rge • si c h e la part ita la giuocava no . . a solo, ve, e ripetutamente, c i siamo schi erati contro la teosofia, contro
.
e con ve �a 1 m � u d enza sono a n dati d i c h iarando qua e là di Schuré, A n n i e Besa n t e compagn ia t u t ta gente, a d i r
.
aver l t q u 1 dato t i • caso Evola (( ' d i ave r most rata tutta l'as­

v e ro, assai p i ù v i c i n a a i r i fi u t i s e n t i m e n t a l eggi a n t i , super ­


s u r d i tà, la falsità, l ' i ncompat i b i l ità col vero (bon tà loro) fa . stiziosi o m i s t i camente estetizzanti che fre q u e n tano l e sacri­
scismo, d e l l e nostre tesi. stie e i cenacoli cattol ico cristiani, che non sia v i c i na, i n ­
I n verità, non ne è niente. E così, non per coloro che ci vece, a l l a fredda, positiva, d u ra scienza e pote nza d e l l a i n i ­
h a n n o seguito e che c i s e guono, ma per coloro che comun­ ziazione, della magi a , d e l l a realizzazione p agana, c h e n o i
q u e possono esser stati scossi dai sofismi di· parte guelfa, p rofessiamo e d i fe n d iamo. Le carte stanno cosi e al giuoco
oltre che per q u e l l i. che capiscono ma fa n no fi nta di n o n non si bara .
l'.apire, accontent ere m o l ' E d i tore c o n u n a regolare mise au Ciò, n e l presupposto che con teosofia si vogl ia d i re
point. » Th eosop h i cal Soci ety �. cioè teosojismo ; poichè se i n vece

si p re ndesse il senso che • teosofia « h a nelle nostre a n t i c h e


tradizion i , i ntendendovi l a s c i e n z a (soph ia) d e l d i v i n o (theos),
i n opposto ad ogn i vano » credere " in D i o, di certo n o n
esiteremmo a d i chiararci teosofi, non a v e n d o sicurame nte d a
( 1 ) la malafede del » Corriere Padano • è stata messa in ch iaro
v ergognarci, m a i n vece da i norgogii rci d i essere s u l l o stesso
dal lo stesso • Osservatore Romano • i l quale, i n un trafiletto dal titolo fronte di un Apo l l o n i o di Thiana, d i un Plotino, d i un Eck·
" Medi ce cura te i psum • , mostra che quel giornale che h a attaccato in hart, d i un Bohme e v i a d i cendo .
modo grossol a n o l e n ostre tesi a n t i catto l iche, e ra qui Ilo stesso che 2° Non siamo massoni. l i giuoco, c h e non si possa at­
pubbli cava - un articolo di fondo i n vocante tra l 'altro non solo lo
,. sfruttamento • politico della C h iesa C a ttolica , m a provvidi • 1 igori •
taccare il cattolicesi m o senza essere necessariamente mas­
contro di essa . Si valuti da ciò la • moralità • di ce r t i fascisti da so n i -'- ripetiamolo - è tro p po vecchio, e per fortuna nes­
ridere. su no, n e l fascismo, v i h a c reduto, nei nostri c o nfro nti. Pur-

) . EVOLA, lmperlallsmo Pa11ano 9


lmperlnÌ111mo Pa1rano
,\ 1•pendice t :u

tuttavia, sentendoci d a tutte l e parti l'accusa d i massoneria


ci è propri � � ispiaciu�o di n � n. esserlo davvero per assu� chiedono allo Stato fascista i n omaggio a l l a " Tradizione «

mere l a posmone, e rifare tutti 1 conti che gli asserviti alla e a l " Dio • della loro superstizione.
Compa � nia d i Ge � ù.' agitando i l ,. tabi1 « : massoneria, pen­ Quel che è poi di verte nte, è che per cotesti signori si
.
sano dt avere def1 mttvamente saldato dinn anzi al fascismo è necessariamente massoni non pure q uando si attacchi i l
Già, citando il R egh ini, abbiamo mostrato che J'accus � cattolicesimo, m a non appena s i parli d i in iziazione, di M i ­
d i società segreta e i nternazionale lanciato contro la mas­ steri, d i scienza occulta, epperò anche qui si tenta i l solito
S? n eria, rim ? alza a �meno .con uguai forza contro chi ha prin­ giuoco, q i.;asi che tutto ciò avesse una qualunque relazione
c i palmente aizzato 11 fascismo contro l a massoneria e cioè col campo politico . Non si crederà, ma un certo Catholi­ »

contro l a a nzidetta Compagnia d i Gesù. E non v i ' è biso­ cus «, autore, su » Fede e Ragione «, di u n aspro attaco con ­
gno di essere �hibell ini e pagani per rendersi conto di que­ tro di noi, q uali • uno dei capi della setta teosofica, uno
sta .cosa, perche a suo tempo già i l » Mezzogiorno "• ,, Vita dei grandi i niziati ai m isteri delle scienze occulte, della ma­
ltalrana « e ,. la Tribuna e hanno rinfacciato ai Gesuiti i l gia • , non appena, in certe pratiche ti betane e tantriche da
loro i nternazionalismo antifascista, c o n argomenti e dati d i noi descritte, vede entrare in ballo un » triangolo « , esclama
fatto, che la • Civiltà Cattolica e è stata impotente a ri ­ trionfante : Ecco il simbolo massonico ! Massoneria, dunque,
battere. nell'Oriente arcaico, massoneria nella m isteriosofia greca,
Ma, p i ù che altro, è da rilevare preziosamente che I'> Os­ nel pitagorismo, nell'ermetismo, e perchè non anche nella . . .
se:vatore Romano "• n ell'annuale resurrezione della ,. Que ­ geometria euclidea ? E perchè non massoni anche quegl i
stione Romana • nel 1 92 7, fortunamente finita con uno imperatori romani che, come si sa, ricevano consacrazione
scacco di parte guelfa, h a d ichiarato testualmente che lo da una iniziazione ?
Stato fascista, nella sua liberalità verso la Chiesa ' anzichè Ma l a verità è q uesta . Le scienze esoteriche e iniziatiche
i � credito, resta i n debito, ,. non ricostruendo che in parte si rifanno ad una tradizione identica (quindi non specifica­
cw, che lo Stato massone aveva distrutto «. E questo » Stato mente orientale o occidentale ( 1 )) le origi ni della quale, ri­
massone e q uale sarebbe ? E' chiaro : l'Italia del '70 !'Ita­ petiamolo, si confondono con quelle stesse della storia. At­
l i � che, v i ndice dei propri diritti, si i n sediava in R � ma e traverso l'ermetismo, e u n simbolismo i n parte evangelico
dt � orna affermava l'italianità, reintegrando l'antico i n vio­ (quello della ,, edificazione •), i n parte romano (Collegia Fa­
lab1le retaggio della stirpe latina. Donde la logica conse­ brorum), la tradizione esoterica in una sua forma partico
lare - che peraltro ne lascia possibili e distinti molte a l ­
�u enza, che lo Stato " non massone « sarebbe quello che tre - è stata assunta d a l l a massoneria, la q uale, s i n o a
i n vece una .tale rein �e g;razione riconoscesse come colpa ed
errore da nparare, undendo, fra l'altro al sangue e alla tutto il periodo anteriore alla Rivoluzione francese, ebbe ca­
fede di c h i� n : lla 9 uerra Europea, ca d de per quella p i ù rattere di i stituzione spiritual e , ermetica, affatto 'estrapolitica .
grande Ital1 1, ti c u t centro stesso, i • non massoni " d o ­ Contro una tale massoneria, è cosa da ridere che i l fasci ­
v �e bbero umilmente alienare i n dono a quell'Ente interna­ smo sia spinto a combattere, e che su essà possano avere
zwnale che, per sua dichiarazione, è la Chiesa stessa.
Ecco i . conti come stanno . Ogni fascista, riCordandosi di (1) Sembra del resto, da recenti studi e da ciò che p r rsonalmente
essere, pn ma di tutto, italiano, ci risponda : se, q uesto es­ ci d iceva sir j o h n Wood roffe, uno dei più profo n d i stu d i osi della ma­
sendo secondo una logica deduzione dal concetto alluso dal- teria, che l'Oriente stesso debba gli aspetti attivistico-magici della
1'• Osservatore Romano « , il senso d i uno Stato Massone sua tradi zione (A tharva- Veia, Samkhya, Tantra), d i cui più che altro

nel l'ess: re, ovvero nel non essere, massone, debba sentirs i ci potrebbero venire i mputati i riferimenti, ad una influenza non ariana
e pre-ariana, venuta dall'Est e q n i n d i , con grande probabilità, medi­
u n traditore � i sè stesso e della propria patria. Questo, e terranea. Il che conferma i l concetto, a noi comuni catoci per altra v i a ,
non altro, è 11 senso della » ricostruzion e • che i Guelfi a ppunto di u n a arcaica tradizione iniziatico-magica mediterranea e
quindi essenzialmente occidentale.
-
tH lmperlallsmo Pagano A.ppendlce ua
aFY- ------· · --- --- -- -- ·

efficienza gli argomenti d i parte messi i n giro fin dal pue­ opposizione. Per qu esto, an cor più che con tro i l teoso ­
rile ordine del giorno Bod rero. M a q uando la massone­ fismo anglo-i nd iano, ci siamo schierati contro l'antropo­
ria prese carattere di associazione poli tica, infetta - guar­ sofia stein eriana e contro le correnti inarti nistiche, tenta
date che caso ! - da ideologie social-cristiane e giacobine, tivi, appunto, d i una cristianizzazio ne del l'occulti smo. I l
essa cominciò a perde re gradual mente i l suo lato i nizia­ q uale, i n vece, deve rifarsi e mantenersi a l l a sua . origi n e e
tico. E tale essendo q u e l l a contro cui il fascismo si è volto, tradizione prima, pagana, anticristiz na ; a quella trad izione
è ch iaro che i l rife rire a massoneria tutto ciò che è scienza che, come d i cemmo, si mantenne e si mantiene occulta­
occu lta per a llarmare i l fascismo e servirsene, è n u l l 'a ltro mente presso all'apparent e trionfo del cristianesim o nel
che un trucco, che noi denu nciamo e d i ffidiamo. mondo moderno, pronta a risorgere non appena l a nebbia
Nell a loro mal afede, o, al meno, n e l l a loro incu l tu ra, i e l a febbre contagiata dalla semi tica Palestina acce nni a
n ostri avversari hanno poi l'aria di ign orare quanti simbol i , ritrarsi. ( 1 )
e d anche formu l e e r i t i , d i carattere primitivamente iniziatico Abbandona re a s è stesso ciò che s i è tagliato fuori dalla
e m isterico, l o stesso cattol icesimo conservi. Persin o l'abor­ vita, non permetterne i llusorie resu rrezioni. Per q uesto l'in­
rita squadra col com passo si ritrova n e l l a figura dei q uat· transigenza della Chiesa d i n n anzi al l 'occul tismo - come an­
tro Santi coronati, che fanno bella mostra di sè in Or San­ che dinnanzi al modernismo e a quanto al tro tenti l'in nesto
m i chele a Firenze. In scienza delle religioni, questo è un di forze nuove -- ci fa molto piacere ; e ogni vero occu l­
purn luogo comune . M a d'a ltra parte saremmo piuttosto cu­ ti sta corrisponde rà con una analoga, moltiplicata i ntransi­
riosi d i sapere come è che i cattolici, i quali d i n nanzi al genza.
lato i n iz iatico delle nostre tesi non hanno trovato d i meglio
che ricorrere agli �pauracchi della ,. teosofia e , della • mas ­
son e ria « e d e l !'• Asia " • diano poi u n regolare > i m prima­ L a n o stra " orto d os5la • .
tur e ad u n'opera, come q ue l l a del gesui ta G. Bilchmair
( Okkultismus und Seelsorge, Innsbruck 1 926) nella quale, Un a ltro p un to, d a mettere bene in chiaro, è q u e l l o del­
dopo aver d i c h L rato che non é più nè serio nè prudente per
l'• ortodossia fascista « . La reazione guelfa, più che d a l l e
l'apologetica cattolica trascurare le correnti occultistiche mo­
nostre tesi in sè stesse, è stata provocata dal fatto della
derne, si . afferma che, come reatti vo, il sacerdote cattolico
deve tornare consapevole d e l carattere esoterico (sic) dei
suoi riti e d e i suoi s i mboli {pag . 1 27) ; come è, i n secondo
l uogo, che l a rivista gesuita " Ref?navit " pubbl ica regolar­ (1) Q11I è i nteressante un riferimento alle recenti ricerche d i
• Fedeli d 'Amore e , Roma,
mente da anni articoli d i u n noto occultista, R. Guénon L. VALLI, ( Dante e i l linguaggio se_[!reto dei
1 928), d a cui risulta l'esistenza i n sospettata d i centri i n i ziatici post­
che si sforza appunto d i svelare u n ta l e contenuto esoteric� t e m p lari, i quali n e l l a C h iesa non si peritavano d i scorgere una
e i n iziati � o ; non dicendo poi n u l l a di sacerdoti cattol'ici, Morte.
che a n o i p e rsonalmente sono venuti a chiedere istruzioni La scoperta del l ' appartenenza di Dante a questi centri, cade a
i n ord i n e a d u n m a rgine magico d e l l e loro pratiche. E' evi­ p u nto nei riguardi di coloro che in Dante, gh i b e l l i n o . h a n n o tentato
d i m o strarci un t i p o d i i m nerial ista • perfettamente conc i l i � to col cat­
dente che q u i entra i n giuoco l'evangelico : " non sappia la tolicesi m o • - Quel che il Val l i non ha messo in chiaro, è che l ' o ppo­
d estra ciò che fa sin istra "· sizione di quesk correnti contro la Chies a non d i pendeva dalla • cor
D i ciamolo di passaggio : si tratta della sol i ta tattica as­ ruzione • d i q u esta e dal suo • cl e ro indegno « ; m a invece. dal fatto
sorbitrice che la Chiesa assume ogni volta che si trova d i n ­ che la Chiesa, come m e ra gerarchia di • credenti «, usurpava ed usur­
pa i l posto della gerarchia effettiva, iniziatica, sacra e i m periale ad
nanzi a qualche i m portante corrente spirituale c h e essa non · u n temro.
riesce a d a b batte re, ed è l'occultismo che deve rendersi con­ A�pettiamoc l, ad ogni modo, che anche Dante sia tacciato di . . •

to del pericolo. La contaminazione è molto peggiore d e l l a massoneria.


184 Imperl•ll•mo Palfa110 .
A.ppendlee 1as

loro pubblicazi one su organ i autorevoli del Fascismo, se


pure con riserve, postume o meno, d i cui non vi è persona eur�pea, qui o· altrove, sia o no ancora possib.ile l a resta1,1-
i ntelligente che non abbia compreso i l senso e l a portata. razione, la l iberazione, la reintegrazione . . .

La manovra è stata questa : non tanto discutere, quanto


. Si badi : nel n ostro antili beralismo, siamo b,e n lungi d �.1
dchiamarsi al fatto : fatto, che consistereb be nell'attuale po­ dire che ogni gregario sia autor �zzato a ' d i re. I� sua su c10
litica religiosa del fascismo e nella dichiarazio ne dell'iden­ che, per lui, debbono essere semphceme nt � ordmt. Ma qua�do
tità d i tradizione romana e t(adizione cattolica fatta dallo si risale ai Capi, le cose cambiano, e �·ò çhe è se � p_l lce�
stesso on. Mussoli n i . Sulla base di ci{>, o si p rotesta, o ci mente disciplina dà l uogo alla deliberazion e, · c;il_l a rev1s10ne,
si dichiara ,. e retici e , e .. i maginario e e ,. falso « i l nostro all'indagine oggettiva e f{edda affinchè la maggior co �renza
fascismo. e l a maggior forza siano raggiunte . Co � � nel' pre �e nte vo­
lume cosi nell 'articolo-sca ndalo d i ,. CrtNca Fascista • co­
m i nc Ì avamo col dichiarare di amar troppo Màcchiave � l � , per
Ma anche qui, le cose vanno messe al loro posto . Ri­
cordiamo a nzitutto quel che abbiamo già detto nel modo
più esplicito, ossia che l a nostra • ortodossia " è ben altra non dire al fascismo d i sfruttare l a Chiesa in tutto ciò che
che q uella di un q ualsiasi partito pol itico, e che, quanto a gli riesce ; esortavamo soltanto a rifletter bene si l e jeu vaut
noi stessi, i l fatto c h e le n ostre tesi siano o no · accettate, l a chandelle, e a rendersi conto se, per avventura, la parte
e da chi, non ci aggiunge o toglie nulla e non ci interessa di colui che giuoca, auspici le sottil i m � ne della C_ompa:
che mediocrem ente. Senonchè, in linea di m assima, noR gnia di Gesù, non si fosse tra ?for � ata t n � uella dt � olu1
certo riconoscer emo p er vero, e appro veremo, un principio che è giuocato. In u na ,. rivoluz10ne in marcia • come t i _ f� ­
per il fatto che questa o quella persona l'abbia sostenuto, scismo dichiara d i essere, vi è posto sia ' per una poss1b1-
ovvero per i l suo essere l'idea dominante d i u n certo stato lità guelfo-vati cana, sia per una possibilità ghibellina . e ro­
di cose, ma viceversa, giudicherem o della coerenza delle mana e lasciando stare come le cose sono a ndate sinora,
persone e della consistenz a dei movimenti , che l'hanno af­ è da ' vedere come è meglio agire per il fut_uro : .Che l ' a � ­
fermato, sulla base delle giustificaz ioni intrinsech e che d etto cordo fra cattolicesim o e fascismo si possa g111st1f1care u n i - .
camente sulla base di convenien za pratica, non v i sono che
principio può rivendicare .
Indubbiam ente ai simboli si possono dare signi ficati di­
gli ingenui che possono n�n ac.co_rge r� ene. Il nostro orto,
_

sembra, è di dire ciò che glt altn s1 l imitano a _P � nsare ? · e lo
versi, e d anche o pposti a quelli che hanno sem pre avuto .
Ma se ciò non è, e se deve avere u n q u alche senso e leg­ abbiamo detto non certo per lo scandalo degli . i ngenui, m �
per coloro - più n umerosi . di quel c�e non s1 creda -:-- a1
gere l'Aquila e il Fascio e non le due chiavi e la mitria,
q uali oggi gli dei giuocano t i br � tto tiro occorso a cht, co­
a simboli della rivoluzione fascista, si sono, con questo,
m i nciando col fingere di essere i n namorato p er possedere
accettate delle premesse, per cui lo sconfessarc i non è troppo
una donna, finisce con l'innamora rsene sul seno, senza . ne 11_1-
meno - q uesto è il bello .- _ giun � ere � I p�s� esso: � 1acc1a
facile. I guelfi possono gridare finchè vogliono all'eresia e
all'antifas cisnw : checchè n e pensino, noi che, senza atte·
o non piaccia ai guelfi, dei sinto � t gh1bel_ltm oggi st, fan n o
nuazioni e senza comprome ssi, riprendiam o le concezion i
largo qua e l à , nel fascismo, p e r 11 semplice fatto c h e que
imperiali e i niziatiche della antica tradizione romana e me­
diterranea , restiamo i veri ortodossi, gl i i ntransigen ti, i re­ sta è la più congeniale aspirazion e del nucleo p rofondo del
stauratori ; e gli altri non saranno » o rtunossi « che nella fascismo stesso che i nazional isti hanno tentato, e ten! ano,
di piegare ed Ìmborghesir e nelle più viete acquiesc1en ze
misura i n cui le nostre idee saranno anche le loro. A meno
che non ci si avverta che le premesse sono a ltre, altro il tradizional i cosi da farne davvero una rivoluzione da ridere.
Il fascismo', vero " è q uello per cui, anche nel momento che
senso dei simboli, nel q ual caso confesser emo di avere equi­ M ilizia • , come al ­
scri viamo, i l Duce, rivolgendo si alla »

vocato, e avendoci reso conto preciso a quale giuoco si


l'esponent e della nuova Italia, per si mbolo della sua • tra­
giuoca, resteremo senza fretta a vedere se nella decadenz a
dizione « dà la formula : ,. Pugnale fra i denti, bombe nelle
. .. L' errore demoeratleo A.ppendlee 137

m a n i , e u n sovrano disprezzo del pericolo nei cuori c. Si è il migliore argomento di fronte alla marmaglia comuni­
provino, coloro che ci tacciano d i » e retici • , d i mostrare l a stica. La trascuranza di tutto ciò che i n fatto d i critica sto­
perfetta conciliaziont: d i q uesta formula (e m i l l e altre, de!lo rico religiosa, filosofica e fi lologica è patri monio d ella cul ­
stesso spirito, potre m m o citarne), con l a morale cattolica , e tura moderna, q u i è metodica e sorprendente. Per l i mi tarci
special mente con l'evangelico : ,. Se sei battuto sulla guan­ ad un solo esempio, noi davvero ci siamo chi esti se si
cia destra, porgi l a s i nistra • . E poi parli n o ( 1 ). scherzasse o se si facesse s u l serio quando, s u l ,, Popolo
Del pari, per q u e l che riguarda l e affermazioni i deali, il d'Italia .. , come premessa ovvia, indiscutibile, i ntrinseca­
Iatto stesso dell'ospitalità data d a autorevoli periodici del mente evidente nei riguardi della discussione della " Q u e ­
Regime a i nostri scritti, prova che anche l'esigenza d i una stione Romana •, abbiamo visto ammettere tra n q u i llamente
critica e d i una cultura fascista è presente fra i Capi. Na­ che " la Ch iesa Cattolica è l a d epositaria d e l l a rivelazione
tura l me nte, il gusto e il metodo cattol ici sarebbero diversi, assoluta di Dio sul l a terra " · Che conseguenze possano se­
e cioè usare Il fascismo per i ntrodurre nel campo dello spi­ guire da simili premesse, ognuno può vedere. Epperò lo
rito e d e l l'ed ucazione q uel l'intolleranza dogmatica e pseudo­ stesso giorn a l e non esclude la possibilità che, dop0 l'Inse­
autoritaria, che, come già lo ricordammo, mai R o m a pagana, gnamento obbligatorio della dottrin a cattol ica nelle scuole
pur cosi i ntransigente in fatto d i civismo, conobbe. Questa, i nferiori , si passi a l l 'insegnamento obbligatorio della teolo­
per loro, è l a » tradizione • e l a ,. gerarchia • . gia cattolica in q uelle su periori, e cosi via, fino a rendere
Il m a l e si è, che questa loro ,. moralità • un po' si ri­ la coscienza italiana ,. perfettamente cattolica «, ci oè perfet­
flette n e l l o stile d i un certo giornalismo fascista. Sembra tamente abbrutita. Il bello si è che presso a q ueste dich i a ­
q uasi che si creda che i n fatto di q u i stioni religiose, cul­ razioni, si ha la v e l l eità di preten dere c h e la Chiesa debba
tura l i e fi l osofiche, per esser fascisti sia necessaria l'im­ pur riconoscere l a dignità d e l l o Stato, e i l suo d ebito verso
preparazione congiunta all'ipse d i x i t, alla frase fatta, alla di esso. E' naturale che q ui I'> Osservatore Romano « debba
parola grossa, q uasi nello stesso modo che il manganello sorridere ; e v i a I l a " civitas d e i « d ebitrice e riconoscente
verso la ,. civitas diaboli « I Chi d a l l a via dell'errore passa
a quella della verità, è solo naturale che faccia cosl, e l u i
stesso deve sentirsi d ebitore, invece, verso c h i gli permetta
(1) VI sono stati giornali c�ttollcl, d e l resto, che hanno fatto il la riconciliazione con la verità. L'autonomi a dello Stato, i n
nostro nome a proposito dell'a{faire D'A n n u n zio. O' A n n u n zio, si è
sim ile si t uazione, n o n è , e n o n p u ò essere, c h e q u e l l o d i
detto, è a ltrettant o » oagano • di Evola, e come è che voi fascisti, che
volete far cattolica l'Italia, ne esaltate l'opera, d i cui lo Stato stesso u n mero stru mento, di u n potere puramente e material me n te
cura la riedizione e di cu i i l ministro Fedele con circolare ai Pre · esecutivo sulla base dei dettami dei " d e positari d ella ve­
fetti, ai Rettori di Università e ai Capi di Istituto raccomanda la ri t à assol uta « ,
maggior diffusione, essendo dovere di ogni italiano onorare la pro­
duzione d el Po eta ? > D u n que ? Non è questo - domandano testual­
E l'identico a tteggiamento, l'identico s a l to a p i è pari d i
m e n te i Guelfi- un anacronismo, u n non senso in tempi in cui il t utta la s toria d el dogma, d i t u t t a l a critica biblica e con­
governo fascista dimostra tanto rispetto per la morale cattolica ? " c i l i are, di tutta la esegesi e l a scienza comparata d e l l e re­
Ma l 'anacronismo lo vedono soltanto gli ingenui - quelli che l igioni (per non parlare di ciò che può risultare, d i n nanzi
pensano che i l fascismo possa essere diverso da quello che è, epperò
rinunciare a quella radice guerrie rii, eroica, antidemocratica, antiu ·
a l l a moderna considerazione gnoseologico - speculativa, nei
manitaria, i mponitrice, per cui anche ora esso n o n esita ad assumere riguardi della categoria religiosa i n g e n era l e ) - con i den­
come sua prrmessa l'arditismo epperò esalta in O' Annunzio non tido i n gnllamento in sede d i verità certe i n sè stesse di
l 'esteta imaginifico dell'anteguerra, ma essenz i al m e nte i l soldato e il puri dogmi, v u ot i e piatti , pappagallescamente ripetuti con
disprezzatore d e l la » moralina e dei piccoli uom i n i . Invece di accor­
gersi che la condiscendenza per Fi cattolici è semplicemente un 'offa
u n a prosopopea ex tri pode e con u n 'autorità c h e fa sempli­
gittata affinchè si stia quieti e non si: d i sturbi, crede sul serio, que­ cemente cred ito a sè stèssa - n o i l o abbiamo ritrovato
sta gente, di poter dare la scalata al fascismo.
••• Appendlee tae

n ella risuonanza d estata , in certi fogli fascisti ' dall'ultima


· A l l a prima q ufstione non spetta a noi a rispondere, ma
E n ciclica d i Pio Xl. al fascismo : n o i possiamo soltanto chiarire i l senso delle pa­
Tutto q uesto modo d i fare, con assol u ta i n d i pendenza role, a fine che equivoci non ci siano. Alla seconda e alla
dalle n ostre tesi, non sapremmo non deplorarlo, e nel modo terza q uistione possiam o però rispondere noi, non trattan dosi
più e nergico . Tutto ciò non è nè bello, nè serio, nè fasci­ di decisioni personali, ma di fatti . E come abbiamo rispo­
sta . S i creda che spiace assai più a noi il d i rlo, che non sto cori un No, n uov·amente confermiamo q uesto ,. No « din­
ad a ltri l'udirlo : m a sta di fatto che se l'Italia v uol battere nanzi a l l a sofistica dei cattolici : preparando l e conclusioni
non la v i a dell'impero di Roma, ma q uella dell'impero d i a cui il fascismo è logicamente portato nel caso che rispon d a
Pulcinella, non c ' è che i n coraggia re, sul ritmo battuto d a con l'affermativa a l l a prima q uistione. Dichiariamo c h e le
parte guelfa, u n simile andazzo d i cose. E i l Fascismo sarà n ostre tesi non pretendono per n ul l a d i essere • novità • o
stab sul serio - per usare l'espression e d i A. Cappa - » scoperte •, anzi sono dei luoghi comuni che ci ve rgogne­
una • rivoluzione fallita " · remmo di ripetere se oggi la passione di parte e la mist i ·
ficazione n o n n e imped isse i l riconoscimento agli effetti pra­
tici, e n o n fomentasse una confusione che da parte guelfa,
C onferina dell' i n c o n c ilia bilità ad majorem Dei gloria, si ha tutto l'interesse di mantenere .
fra romanità e cristianesi m o .
1 ) E' o no, il fascismo, volontà d'impero ? Ci chiede, u n
n ostro avversario, i l sen . Filippo Crispolti , c h e g l i preci·
Senza d unque farci i mpressionare dalle frasi fatte e dalle siamo i l senso d i questa volontà . Ci d i ce : • Quella volontà
situazioni più o meno provv isariamente statuite, mentre dal d'i mpero, che voi date come carattere fondamenta l e del fa­
punto d i v ista pragmatico, di convenienza p ratica, siamo di scismo, che cosa vuole i n sostanza ? I mpero su chi ? sulle
sposti a d accettare quanto possa esser accettato nei ra p ­ terre e sulle genti ove l'Italia ha diritto (sic) e modo d i espan­
porti fra fascismo e Chiesa, dato e n o n concesso c h e ci s i dersi pacificamente (sic), oppure alla romana (sic), su tutto
d imostri c h e l'accordo s i a la più utile delle combinazioni ·
il mondo conosciuto ? "
i n sede ideale, e nei q ua�fri intern i del fascismo, · i l qual � Diamo subito la ris posta a q uesto signore : Impero, in
dovrà mantenersi come una realtà distinta e considerare l a primo luogo, su sè stessi, per u n a razza di Capi, su perbi do­
Chiesa da u n punto di vista puramente politico, per n u l la m i natori delle l oro a n i me, e non fem in uccie dagli occhi
spirituale - i n questa sede, a fi ne d i organ izzare veramente volti al cielo e prese dal semitico » timor di Dio e ; per
u n a coscienza sotto i simboli romani e i m periali, dobbiamo una razza di u o m i n i che sdegna l a contaminazione del fra­
riformulare, di con tro alla reazione guelfa, le n ostre tesi. ternalismo m istico preconizzato dalle ecclesie cristiane, forte
l ) E', o non è, il Fascismo, volontà di impero ? In par­ in quella virtus, che è irreducibile all'umiltà, alla • carità e ,
ticolare : deve considerarsi come pura rettorica, o deve cor­ a l l a rinuncia, alla » grazia � ; per u n a razz:> d i u o m i n i che
rispo ndere a qualcosa di effettivo le rievocazione, da parte sdegna la pace e dichiara : > La guerra è bene •, n e l l a guerra
del fascismo, della trad izione imperiale romana si mboleg­ n o n i nte ndendo odio, prepotenza o bruta violenza, ma q ual­
giata dati' Aquila e dal Fascio ? cosa di sacro, qualcosa d i trascendente, una via per i l su­
2) E' possibile considerare la concezione del mondo, la peramento, per la l iberazione, per i l possesso apicale del
morale, lo spirito del primo cristianesimo - evangelico e pao proprio essere, come nella consacrazione dell'eroismo fatto
lino - come compatibile con tale tradizione ? d a l l a Bhagavad gita, e risuonante n e l giuramento superbo
3) E' possibile idenfificare ciò a cui il cristianesimo ha dei soldati di Fabio : n o n di vincere o morire, ma di tor­
dato luogo quale cattolicesimo, all'imperialità e all'universa­ nare vi ncitori ; pur restan d o, la guerra, come portatrice di
lità romana ? un tale valore essenzialmente spirituale, il mezzo. per c u i , sl,
140 lmperlall•mo Pe1Jano ui
Appendice

r?maname nte - non i n nome del pallido fantasma del di­ • La politica di ,. pace mondiale • , la piccola borghes! zz�� io.ne
rttt_? • o per risibile espansio ne pacifica , colonial e o migra­ a base d i moralismo cattolico, di » rivendicazio ne dei d1r1tt1 e ,
toria, come vuole i l Crispolt i, ma per superior ità e di ­ di ruralizzazione e conciliazione fra le classi, e il resto, i n
gnità - una stirpe luminos amente e gloriosa mente si espanda c u i i l Crispolti e i pari s u o i vorrebbero, pe � iro � i � forse, ve­
su .terre e popoli, come una volontà profond a di org'ln iz­ dere la rivoluzione fascista, la volontà fascista d 1 i mpero, che
zaz1one. il Crispoltl se la tenga per sè. Noi romani e ghibelli n i non
Ecco che i ntendiam o per • -volontà d i i m pero • : ecco che sappiamo che farcene.
cosa portiam o, noi • eretici «, d innanzi al fascism o chieden ­ .
E domandand oci ancora i l Crispolti se ne ll'ordme mtern �
.

dogli � I sen �o della sua più pura e forte a::. pirazio � e . L' anti­ volontà di i mpero debba significare sopraffazion e delle class �
romamtà dei nostri avv � rsari è d ichiarata e i m pudente, nella dirigenti sopra la plebe degl i umili, d i cui �non s i curano, d 1
� o � anda stessa del Cnspolt i. Sl : quella pace, che non è contro a c h i , come i c ristiani, si preoccupi i nvece. dell� sal_ut �
1 1 fiore d � l ! a �uerra, d i una conquist a che dà l uogo ad as­ comune nel ricondurre tutti gli uomini, i disperati e gli affitti,
solu ta unifi cazione e a d assoluta organizz azione, come se­ ai piedi del Crocifisso (sic), noi rispondiam o : : no � salute,
con � o l a pax p �ofunda di Roma, esaltata d a Virgilio come ma inganno opera chi nasconde i l non-essere d1 chi non è,
colei che corse 11 mondo ,. per dettar leggi di pace ai vinti chi ad altri lo rimette, chi gli fomenta i l chiedere, lo sperare ,
� m orte . alle superbe gen ti • q uella pace contamin ata di l'anelare . Le forze si mettano, nude, d i fronte a forze : da que
111ternaz1 0naltsmo. -

antiroma no, d i ,. diri tto e d i associaz io­ sto rapporto, le differenze ; dalle d i fferenze . ! � _ gerarchia, � lo_
impero. Capi saranno coloro che possono d1 pt � ! �otto tu �l g_�1
nismo, i m belle utopia della p rotestant e " S dcietà delle Na­ _
zioni «, q u ella pace, signor Crispolt i, v e la lasciamo e la i r­ aspetti : che possono più dare, più resistere, p1u 1 m � ors1 . p � u
ridiamo, come cosa da donne e da borghese i m potenza, ,
esaltare ; q uelli che là dove gli aitri cadono, rest� n o m p1ed1 ;
non da uomini - taciamo da fascisti, taciamo da guerrieri. quelli che vedono, dove per altri è tenebra ; quelli che sono ca­
E come la guerra non si giustifica , nella nostra concezion e paci d i una assoluta responsabil ità, giusti fi cata nella I oro ste �­
in sè stessa, sl con i l valore spi rituale e sacro dell'erois mo ' .
sa persona. Non dobbiamo che ripetere quan !o abbiamo già
cosl I� conquist a e la pax romana, l ungi dal risolvers i i n op � chiaramente detto diffidando i l concetto uni laterale ed ar­
pressione e sfruttame nto, è a sua volta mezzo per cui la su­ tificiale di quel potere, che non si identifichi assol � tame � te
periore forma d i civilizzaz ione, e la stessa Sapienza che può alla superiorità e alla più alta individualità . 11 Cns p ol.t1 �
ir;� d ! are d,� i �� p � , q uali pontifices
- facitorl di ponti fra il gli altri debbono rendersi conto che i l mo � do a cui c1 rt
v1s1 �1le e I 1 11v1s1b1le - della razza dominan te, può espandersi feriamo non è il loro, inquantochè non accettiamo n ulla dello
e umvers almente domina re . stato barbarico del v ivere sociale di oggi . Epperò, quando
�I � ig: Crispolti che ha la presunzio ne di credere di po­ essi parlano, con lo stesso gergo dei socialisti, d i ,. classi
terci richiama re alla storia, alla storia è lui stesso rimanda to dirigenti e e della loro oppressione, in una qualunque re­
per prendere lezione dall'esem pio di Roma, attraverso la cui lazione co'n l'aristocrazia di cui d iciamo (è signi ficativo che
volontà d i impe ro la civilizzaz ione ellenica e i l diritto latino l'identica incomprensio ne, i n altre polemiche contro d i noi,
si trasfuse ed i mpresse sino ai l imiti del mondo conosciu to. l'ha mostrata i l protestante Oangale), sappiano che noi non
� se ci chiedesse d i q uale civiltà oggi u n popolo può farsi li i ntendiamo. ·

11 portatore sulla base di una volontà di conquista fra i po­ Noi ripetiamo solo questo : /a disuguaglianza esiste e
poli �iv! lizzati euro-a mericani , noi gli risponde remmo i n d ican­ deve esistere. Chi tende i n qualsiasi modo all'eguagli � nz�.'
dogli d1 n uovo - se pur non sperand o affatto che egli possa a l livellamento ad abbassar le vette a fine che le valli ptu
com p renderli - quei valori metafisic i, quel senso antico e non sappiano d i esser valli - e i l rovesciament ? c � istian �
mediterr aneo d i sè e del mondo, per cui la cosidetta • ci vi­ dei valori con l'ipocrita premura cattolica verso 1 d1sperat1
l izzazione • moderna appare come la peggiore delle barbarie. e gli abbietti ha soltanto questo senso - tende alla dege-
Ut lmperlell,.1no Pa;-nnn
X'

n �razione sociale. Non vogliamo chiacchiere : ci si prnvi a che questa impudenza da parte di chi vorrebbe dire • ere·
d imostrare formalmente che secondo i l cristianesimo non è tico « il nostro fascismo, non è soltanto il Crispolti a mo­
vero che l ' eguaglianza sia voluta come principio, l'affratel­ strarla : p . es. nella • Difesa del Popolo e di Padova, ci'·
lamento e l'identica sottomissione al Padre che umilia ed ab­ tando u n nostro passo che addita al fascismo • ù n a gerar­
batte i ,. ricchi « e i Sapienti del mondo, come condotta - c h i a di forti con capi e guerrieri eletti fra coloro che san no "
ed allora soltanto si potrà con testare l'affermazione nostra si dichiara il suo pieno contrasto con la fede e la mora! �

che tanto scandalo ha destato ; che dinnanzi alla Romanità i l cristiana che si insegna nel catechismo cattolico, i ntrodotto
cristianesimo ha rappresentato l 'a nalogo della rivoluzione come insegname nto obbligatorio nelle scuole comunali dal
francese d i ieri, del comunismo e del bolscevismo di oggi. governa fascista, appunto perchè serva da base all'educa­
Per contro, non si equivochi : nella nostra gerarchia i zione nazionale • . Qua nto romana, dunque, quanto virile ed
• supe � iori . "' non " opprimono " nè sfruttano gli » inferiori "•
imperiale possa essere cotesta educazione nazionale con ta·
. . mi nata dalla dottrina dei disertori (S. Sebastiano e legione
giacche cht h a btso�no d i sfruttare e di prendere , lui sarebbe
l'infer.iore ; m a gli i nferiori dipendono dai superiori, perchè teba na), di coloro che si riconoscevano de'l l'esser con Gesù
q uesti sono coloro che si sono determinati in u n esser da sè per l'esser " senza lettere e id ioti « (Fatti degli Apostoli,
I V , 1 3), degli adoratori delle ,. cose spregevoli ed ignob i l i
stes � i - i n q uella virtus romana e stoica d i autarchia, stig­
matizzata quale orgoglio luciferico dai cristiani - e ciò che del mondo • (S. Paolo, I Corint. I, 28), lo lasciamo giudi care
n o n è da sè stesso dipende naturalmente . da ciò che è da sè ad ogni lettore spassionato e ad ogni fascista degno d i que­
sto nome. L'incompatibilità fra fascismo e cattolicesimo, che
� te � so, i n cui trova appoggio, sicurezza, stabil ità, essere. Chi noi enunciavamo, è dunque i nequivocabil mente confermata
ti fme. degli alti g �adi siano i bassi gradi, anche ciò è inequi­
proprio dalle reazioni degli avversari alla nostra enuncia­
y oc�btlmente eres �a e perversione. L'inferiore non può essere zione (1) .
ti fi � e del St! pertore - i l centro di preoccupazione dei
Il ridicolo, che i guelfi , dall'ultimo martire cristiano
Capi , come nei quadri social-democratici ; m a viceversa : il
·- - Egilberto .. . M artire, deputato ex· popolare - sino agl i
superiore deve restare a sè, ed essere come tipo e modello
i l fin e dell'inferiore . Deve restare a sè � già dicemmo anato '. anonimi del • Corriere d'Italia "• dell'• Unità Cattolica " ecc.,
.
� rca �e � te � he c �rpo d i b �uto, non di essere spirituo, è quello
1 0 cui I amma sia semplicemente la voce del corpo e per i l
corpo - p e r le caste inferiori, p e r il • popolo " - v i v a ·
i nvece che i l corpo avere q uale mezzo, e sè stessa affer� . (1) Vi è, del resto, qualcosa d i anche p i ù e splicito. Per esempio
a b b i amo l etto d u e articoli in una rivis l a ufficiale della Com pagnia d l
mare in forma di vita e in Interessi trascendenti comuni ­ Ge � u. . (• Razon Y. Fe « , fas e . I e 2 del 1 928J d a l titolo : • La ideologia
.
p
c � �i ! i a� li altri non per » volgarizzazione "• ma er possi­ po!t11ca det tasc1smo, e es ca!olica ? • . e � la iqeol?gia .social de_! fa­

scismo •. L , autore pren e d � 1 passi d 1 d 1 scors1 d e i capi del fascismo,
b1llta d 1 elevazione e p artecipazione degli altri stessi.

e mostra, s u l l a ase d 1 essi , quale conce tto d i . stato ne si a la l ogica
E u n a volta p recisato cosi ciò che deve essere preci­ . . .
consegu e n z a . Poi sceg l i e altn passi d a encicliche e sil l ab i pontific i ,
sato, raccogliamo come preziosa la · dichiarazione del Cri­ � mostr� .che un tale eone.etto di st�to è incompatibile con quello che
spol.ti, che quando il fascismo non propugnasse q uesto per­ 11 cattol !c1smo può avere m proposito, e cosl l a possibilità di un di­
vertimento, per cui il mezzo d iviene fin e ; quando il suo saccordo e persino di un ronflitto futu ro, q u a n d o il tono-bas� sia m a n­

imperialismo sign i ficasse guerra, dominio » alla romana « .


te �ut ? . U n a .delle p_r i � c i pal i d iverge n z e per l 'a utore è a ppunto che il
pnnc1 p 1 0 dei cattohc1 può essere sol a m e n te quello di u n a coordina­
i n vece che infi l trazione a base migratoria e coloniale con zione (un sinonimo per l'i dea di una organ i z za z i one acefala e semico­
politica volta alla pace mondiale (sic) - esso sarebbe , effet m � nistica - «),
» la Comu n i t à d e i f � d d i
. . _
mentre il principio d e l fa­
tivamente incompati bile « con la sua religione cattolica, si s c; 1smo . al pan d 1 9 u e ! ,. ? d1 ? gni 1 m penal i smo e, come già d icevano,

badi : > con q uella che è vera, e non raffazzon ata « da noi.
,
'
d 1 ogm vera orgamzzazwne, e l a subordinazione la gerarchia lo Stato·
che i n sè stesso è un valore .
'
Più chi aramente non ci si potrebbe esprimere. E rileviamo
..... lmperlallsn10 Pagano À ppendlee U li

han n o cercato di far cader s u d i noi nei riguardi della no­ rialismo politico (Stato) e di una rel igiosità astratta e inter­
stra evocazione degli ,. esseri l uminosi, possenti, cosmici, nazionale (Chiesa) ; che d ignità inferiore, non superiore, a b ­
spenti [ e n on spinti, come, con malafede significativa, ci si b i a i l t i p o d i u n o Stato, i l cu i Capo n o n sia t a l e che come
è c i tati] alla passione, a ll'anelare e al bramare, preconiz­ po rtatore del più a l to grado di individualità e d i spiritual ità
zati dai Misteri •, ricade s u d i loro ; inquantochè con q ue ­ di una ra z z a, spiritua l i tà da testimoniarsi col potere trascen­
sto essi vogliono certamente far sapere che l e l oro prefe­ d ente d i domin are l'i nsieme dei d etermi nismi i nferiori e d el l e
renze e i loro ideali vanno . i nvece verso ,. esseri oscuri, forze avverse i n un'unico organismo vivente, q uasi adom­
i mpotenti e terrestri, spinti alla passione, a l l 'ane lare e al b rato d a u n a forza dall 'a l to : onde d i rettamente d a l l'Jmperiuin
bramare • - c o sa c h e del resto rientra perfettamente nei p romani l a sensazione d i presenza d i qua l cosa d i s uperiore,
· ·

quadri d e l cristianesimo ; onde anche d i q u esta espressi o n e di non u mano, di solare.


dei nostri a v versari pre n d iamo atto c o n p i e n a comprensione, Ma è chiaro che t u tto ciò richiederebbe al tra capacità,
e la passiamo al fascismo per congrua conoscenza . e , sovratutto, a l tra lealtà che non q u ella testimoniata da chi,
I n fi n e n e l chiamare • abberrazione «, " tentativo degno d i per bocca d e l l ' • Osservatore Romarto e , ci gratifica d i ,. ma ·
pietà p iù che d i d isprezzo " • ecc . , da parte del Crispolti, terialismo (!!!) fascista « o, come i l Martire, d i ,. e�tetismo . •
d e l l'• Osservatore Romano c. e compagnia, l 'esigenza nostra nello stesso tempo (a l l e conci liazioni, poi, pen serà certa mente
d e l l ' u n ificazio ne assoluta del potere sacro e del potere i m ­ l u i ) che d i > l aicismo razionalistico d i marca massonica 'c.
periale, essi testimoniano una sola cosa : a che rozzo ma­
terialismo si arresti la loro v isione politica, che as trazione La dichiaraz i one esplicita, e già i n d i cata, del Crispolti
risibile e piatta sia ciò che essi amano chiamare ,. sacro " e degli altri guelfi, ci d ispenserebbe dall'i nsistere ancora
o ,. spirituale «. O che pensano sul ser io, cotesti signori, sull'altra tesi, che egualmente s i è tentato di contestare a l ­
che n e lla persona di u 11 " onorevole « o anche che un ex · l'evidenza stessa dei fa tti e d e l l a storia, col chiamare • pa­
bibliotecario i n cui gli occhiali forse stanno a l posto d i q uel · radosso desol antemente vacuo « la n ostra affermazionè che,
l' " occhio sovraterreno • d i c u i parla l a nostra misterioso­ in sè stesso, l ' insegnamento di Gesù sia stato non solo l'anti­
fia e l a m etafisica orientale, pensano forse che in queste o Roma, ma l'anti-i m pero, l a contradizione d i quel tipo d i or­
s i m i l i persone noi vorremmo restau rare i l c u l to del Cesare ganizzazione sociale, di cui Rom a fu simbol o ; che i l suo
A ugusto, d e l Faraone, degl i • Imperatori i n v i s i b i l i« del­ spirito sia semi t i co, esotico, contrastante con l o spi rito d el l a
l ' Estremo Oriente ? Che essi non possano concepire altro, romanità capi to l i n a e a ugustea, d e l l a romanità dell'Aquila e
o al p iù riferirsi a l l e parate _ laiche tipo rivoluzione francese, del Fascio armoniosamente conci l i ata con l a c i v i l izzazione
sta bene, è p i ù che naturale ; ma che a s i m i l i orizzonti essi d e l l'Elleni smo.
pretendano ricondurre le nostre concezi oni, questo, più che Oi ustamen.t e scrive P. Negri (rivista ,. Ur «, n° 1 -2 d e l
sciocco, è comico. 1 928) : ,. N o n si può e non s i deve astrarre dalla eteroge
Invece d i schiamazzare, si dimostri che la cattol i ca tra ­ neità tra il cristianesimo e tutta la ci v iltà classica occiden ­
scendenza, l a cristiana um i l tà dei > figl i « e dei " servi d i tale, dal fatto che i romani e d i paga n i considerarono i l cri­
D i o • - e non l ' i mmanenza, n o n la dottri na c h e sente l'in­ stianesi.m o come una setta orientale, sorta a i margi ni dello
fi nito i n atto ne l l ' uomo, e nessun l i mite di diritto pone a l l e impero, a l d i fuori della vita, dei costu m i , della mentalità
possib i li tà d i q uesti - p u ò esaltare la forza, la l uce, l'eroi ­ greco - romana. Pur n o n d i menticando e non d isconoscendo
smo d i una stirpe, e servir da presu pposto . i deale all'lrrì ­ g l i ele menti paga n i i n nestatisi n e l cristianesimo e p i ù spe·
pero. cialmente n el cattolicismo, non si può fa re a me n o d i rico­
In ve c e d i schiamazzare, si dimostri che bene, non male, noscere i l carattere asiatico d i q uesto movimento, sorto ad
è che gli uomini- i d d i i oggi siano d ivenuti u n mito ; che ben e, o pera d i u n giudeo, nato, v i ssuto e morto in Palestina, e
e non male, è d a dirsi la polarità corre l ativa d i un mate- comunque non certamente el l enizzato. L ' intolleranza religio-

J . Evou., lmperia/,smo Paeano 10


lmperlaltsmo Pagano
A ppendice

sa, per c u i d i viene delitto pe rsegu i b i le lega l mente l 'etero­


dossia d e l pensi ero, non è s i curamente u n carattere greco­ sulle fronterie - arma ben p i ù letale d i disfattismo ( � el tutto
romano. I l santo zelo d e l la propaganda n e p pure ; la subor analoga allo spirito a n t i m i l i taristico, tolstiano � �om � rnsti_ co, e
d i nazione dei doveri d e l c i tta d i n o a quelli del cre d e n te, de­ alla tattica del Gand h i ), che non I aperta e v1rrle rivolta, che
gli i n teressi della patria terrena a q u e l l i della patria cele­ Tertu lliano si i l l use d i dic hiarare u n a possib i l ità; � I l a q ua l e
ste neppure ; la pretesa d i rinchiud ere la verità negli arti­ i cristiani rinunciarono ·0 sur u n a eondotta poggiata t u tta
coli di u n credo, il fare d ipen d e re la sal vezza d e lr a n i m a sull'unica gretta, i n d i v i d ualistica pre occupazione di > sal­
d a l l a professione d i u n a determi nata credenza e d a l l a os­ var la p ropria a n i m a «1 cro l l i tutto _rl resto. Questa m ? ral e
servanza di una determina ta mora l e neppure ; lo s p i rito d e i ,. nemici d e l l a v i ta e e d i ,. questo mondo e sappiamo
anarchico e democratico della fratellanza universale e d ob­ bene che i Cattolici amano metterla i l p i ù possibile � l l'om ­
b l i gatoria, della sim i l i t u d i n e del p rossimo e d e l l 'eguaglian­ bra, sfoderandola soltanto per i voli rettorici e i n nocui del! �
za n e p p u re. Gli stessi cristiani non esaltano forse l a ! 0 1 0 grand i occasi � ni ! e sappiamo �ene tutt� l a lo �o curi! d �
metter in vece m rr llevo _ quanto nei Vangeli possa i n v � ce con
rel igione perc h é la predicazioni! d e l l a d ottrina d i Gesù h a
sov vertito t u t t a la t a v o l a d e i valori d e l paganesimo, dando cil iarsi col ,. mondo "' : m a anche qu esto aspetto u m laterale
. .
ai poveri l a preferenza sui ricchi, agli ultimi i l post� dei e moralistico arbitrariamente separato dallo spmto, dalla
primi, alla fol l i a della croce l a v i t toria sopra la sapienza ,. Stimmung : del cristianesimo p ri m i t i vo, � i n u t i l e che · ce
.
d e i fi losofi , al sal vataggio d e l l e a n i m e l a massi ma i m por­ l o mettano din nanzi : l o conosciamo, ed abbiamo _1nd1c ato an·
tanze ed a l la d i fesa ed agli i nteressi d e l l ' i m p e r o la m i n i ma ? che a quale verità, dato che sia pensato a fon�o ! dr_ là dal
Quando g l i apostoli ed i d i scepoli con tra ppongono la loro com promesso e dall'ipocrisia moderata d e l Cattollc1smo, può
dottrina e l a loro visione a q u e l l a d e i gen t i l i , d egli etnici dar l uogo : ad una società democra tica e borghese e gret ta,
alla moralità del , servizio sociale e , del l'• abbraccrai _ ioct_ _<
come ess! l i ch iamano, non stabil iscono e riconoscono essi :
per i primi, non sol tan to la eteroge n e i tà, ma a d d i rittura i l e v i a v i a sino a l l'in ternazionale, ri tmata da opportuni pror ·
con trasto t ra cristianesimo e paga nesi mo, tra etnici e cri­ bizionismi e protezionismi e pacifismi - i n u na par�la : a
.
stiani, non si affermano d a s è stessi etn icamente stranieri al- tu tto ciò che vi può e!'lser d i meno ro mano, d r meno r !Yl pe-
l'Occidente ? •
·
r i ale, d i meno fascista. .
. . .
Così non ci stanchiamo d i porre d i n nanzi al fascismo t i
Nei riguardi sociali, non s i creda d i certo che qui, dando
fatto c h e i l Cristianesimo f u e d è l'anti·Roma. �on � fo�se
luogo ad u n manuale d i storia d i rel igione per scuole inferiori
il Martire stesso - nell'ospitalità tol l erante e mespllc ablle
(se pur non cattoliche, s'intende), ci curiamo di aprire gli occhi _
concessagli da una rivista fascista - a dich iarare ,. subi.ime "'
alla ceci tà di chi vede e non vuol vedere. Ma ai fascisti chie­ .
l'opposizione fra Chiesa e � orna, data dal ! e Apocalissi gut­
d iamo, di grazia, quale Stato - taciamo i mpero - si può edi·
daico · cristiane come fra Oro e Satana, Crrsto e Mam n:on � ?
ficare sulla base dell'ammaestramento evange l ico sui gigli _
E l'i ncarnazione del l'Impero n e l l a Prostituta d 1 Babr lonra,
della valle e sugli uccelli, che i l ,. Padre « pensa l u i a n u ·
fornicante e abbeverante le genti col v i no della s � a impu­
trire ; s u l l a p red i cazione della preeminenza degli u m i l i , de­
d i cizia ? non si vantarono forse i cristiani, o non s1 ral legra ·
rono, di aver abbattuto Roma ? A l Capo del Gover � o . pu �
gli abbietti, dei m i serab i l i , dei poveri nello spiri to e n e l
corpo, d i coloro c h e, c o m e secondo i l d e t to d e l l 'in terlocu ­
esser forse accaduto, nell'affacciarsi da P:Jl azzo Ch1g1, d 1
tore cristiano d i M i n ucio Felice, ,. considerano lo stesso pen
m irare l a statua d i S . Paolo c h e i cattolrct. sovrapposero
sare come u n peccato " • tacendo dunque d i ciò che può dirsi
alla gloriosa colonna d e d i ca ta ai trionfi dell'i m peratore
per l a scienza, il d i ritto e la fi losofia pagana o moderna;
filosofo Marco Aure l i o sui barbari. Orbene, ecco che cosa
sulle massime della non - resistenza, d e l l ' i n d i fferentismo e del .
si trova scritto sul basamento, proprio sul lat? ?t Pa l �zzo
Chigi : ,. Triumphalis et sacra nunc su m �hrtsh vere ptu �
non partecipazionismo politico, ca late con provvidenziale op·
portun i tà proprio nel momento i n cui i barbari premevano . .
discipulum ferens q u i per crucis praedtcahonem de Ro ma
Appendlee t49
t.fs irnperlnllsrno Par;nno

etrare
n i s b arbarisq u e triumphavit e ; e traducendo per comodo d i mo che l eggano coloro c h e vogl iono veram ente ·pe n
. prese n tò d i n na nzi a l l e é l i tes ro­
q u e l l i c h e n o n capiscono o n o n vogliono capire i l l a t i n o : ciò che il cristia nesimo rap
:
mane • Esiste u n a razza d i uom i n i nata ieri , senza patria nè
• O ra che porto i l p i o d iscepolo di Cristo che mediante l a se
pre d i cazione d e l l a croce trionfò s u i Romani e s u i barbari tradizione, stretti i n l ega contro t u t t e l e istituz ioni religio
ia, n i versa l m e n t e segna ti di
sono v era � e n te trionfa l e e sacra c. L'aver d istrutto l ' i m per� e civili, perseg uitati d a l l a giustiz u
. u r tacent esi gloria d e l l 'esacra zione u n i versal e :
rom a n o v i e n e d u n q u e con s i d erato dai cattolici come u n a i n fa m i a m a p
no
g � oria e u n a benem erenza del . cristianesimo, e i n particolare sono i cristiani... I n r i u n i o n i secrete ed illecite (I ) i n segna
più
d � S. Paol o ; e a schermo ? e l l a rom a n i tà la statua d e l ,. p i o e pratica no l e loro dottrin e. V i si l egano con un i m pegno
m e n to . . p e r cos p i rare contro l e leggi e re­
d iscepolo e fu mes�a e s t a I n vetta a l l a colonna del Fi losofo sacro d i u n giura .
p p l izi c h e l i m i­
e de l Conquistatore - proprio come oggi l a croce su l Cam ­ s istere p i ù agevo l m ente ai perico l i e ai s u
naccia no. l a loro dottrina viene da una fon te barbar a. I lo ro
pidoglio e i n mezzo a l Colosseo. fi losofi l i
E ' un vecchio trucco, q u e l l o di chi ci h a ritorto (p. es. precetti , in c i ò c h e h a n n o di m e g l i o , i [nostr i)
i rridon o ai [raostr i)
s u • Studtum .
e u n tal sig . G . Gon n e l la, il cui nome espri m e h a n n o insegn ati pri ma d i essi . .. Q u a n d o
. d e l l a plebe d i a ver a c h e fare
fe licemente c h e � �s� i g l i si confacciano p i ù c h e n o n q u e l l e idoli, non capisc ono al pari
... Non vogl iono n è dare, n è ascol­
d e l l a romana v .1 n l t ta), c h e l a Roma, contro cui l 'apostolo s i con s i m boli di i d ee eterne
o : · Non
volse, n o n s i g n i ficava c h e i m m ora l i t à , a d u lterio sch iavitù tare ragio n i di c i ò c h e essi hanno adotta to. Dicon
' e l a fede vi sa l verà ; e ancor a : La
(curioso : g l i i m p e ra tori cristiani furo n o · p roprio q u e l l i che pensa te, crede te soltan to,
v i ta è u n m a l e, l a fol l l a un bene •. Quest e,
a��ravaro n o l a schiavitù c h e g l i im peratori pagani avevano sagge zza d i q uesta
i l l i bro
m i t i gato, e . l ' i m poss i b i l ità della Chiesa d i a l i enare i suoi n o n a l tre, sono le parol e testua l i con cui comi ncia
E per mol t i pl icare le c i tazion i, non vi
b � n i .ne !e � e l ' u l t i m a c h e si trovò a possedere degli sch ia ­ di Celso sui cristia ni.
sartbb e che l'imba razzo d e l l a sce l ta.
v i !), po1 J te 1smo, e il resto che s i trova elencato n e l l a let­ e l a re, a co­
t � ra a i Rotn a n i . M a se qu esto signore p u ò chiamare devia­ Le v e l l eità polem iche d i parte gue lfa p e r v
. eh i l cristia n �simo a sua vol ta h a dato l uogo ano l a trad izio�i e ro mana e lat1 11a p resso
z10ne ·ciò � l oro c h e oggi rievoc
co , l'irred uci b i l e a n tiroma n i tà e a n t i ­
n e l l e abe �r az1001. s essu a l t gnost iche dei p r i m i seco l i ; a l l e al comp ro messo catto l i
icità ame ·
p ro m 1. sc u 1 ta. o n d e 1. paga n .i l o i n d icavano come l a setta d i latinità d e l tronco cristia no, di cui tuttav ia l a cattol
' , si riduco no d u nq u e a flatus vocis. E
coloro e h � • si chiamano fratel l o e sore l la p e r dare ai l oro rebbe essere l erede
nde ci è p roprio i n compr e•1 s i b i l e come i n u n orga n o
abbraccia m e n ti i l piccante d e l l ' i n cesto e · se l a ,. mora l i tà " d'altro
c h e ,. se
di q u e l l i che, come sembra risultare da Ì l e p i ù rece n t i i n d a ­ v i vo, q uale ,. Regim e Fascista � . s i giu nga a d i re
si riusci sse e d estirp arle ciò che I n essa vi è d i cristia no,
g i n i, furono proprio loro a dar fuoco a Roma s o t t o Nero n e e ndo nella p r i m i­
c � e, con cristiano a more, dettero l uogo a l ma ssacro di I p p � ­ l 'uman i t à i n dietre ggere bbe d i secoli , ricade ­
o, Cicer on e, Caton e, Mar.co Au
Z!a, e a tutte l e varie d istruzioni d i opere d i scienza e d 'arte t i v a barba ri e « . Barba rie Plotin
l ' E l l e d e e via dicen do ? Ma si scherz a ? E c he
pagana, gli piacc i a metterla a l l 'ombra · non cosl faremo n o i r e l io, bJrba rie
D i o stato e
'
d e l l a s p i r i t u a l i tà e d e l l a i n te l l e ttua l i tà pagana, che si ten n e ciò che noi propo rremm o i n sosti tuzio n e s i a i l ,
q uasi a l l a jacob i n a e a l l a hege l iana, e I' ,. uomo ridotto a d
p resente a l centro d e l l'Im pero, s i n o a l l a scuola d i Atene averle tratte , l 'ar -
m a i può
p u r m e n tre se rpeggia va e d i lagava l a marea cristiana. E s Ì un a cosa • - t a l i i dee da d o v e ·

p � ovi, il signore i n G o n n e l l a , di d i re qua lcosa s u l l a mora l i tà ticol ista ?


Naturalmen te i catto l i ci non sareb bero c a ttolici
se n o n so-
d 1 u n Marco A u r e l i o , di u n Senaca, d i q u e l l a s tessa d i . u n
P l o t i n o , d i . u n Porfiri o, d i � n Celso, d i u n G i u liano Im pera ­
tore, da c u i p u rtuttavia . partirono paro l e di fuoco con tro i cri
stian i. (1)
Chi, a m a n d o i v o l i storici , non vede che,
s e m a i , propri o
e il caso di . . • masso neria,?
Qu este parole, non le ricostruzioni a i propri usi, esigla- questo sarebb
uo lmperlnllamo Pairane Appendlee , Ht

stenessero che i l cattol icisi m o sia il cristianesimo. Ma ciò che precedette , risulta chi aro i l carattere sincretistico d e l l a > pianta
l oro credono è un conto, ciò che d a l l e nozioni p i ù e l e m e n ­ cattol i ca • , cosi che si ritorce contro gli a v ve rsari l 'accusa
t ari d i critica religiosa risulta , è u n aLro . N o i a b b i a m o i n d i · d i sincretism o che fra t e altre, essi hanno lan ciato con tro
il nostro paganesi � o e i l nostro on cetto di • Tradizion e m e
cato q u e l l o c h e è l o spi rito d e l cristianesimo pri mitivo, e l i c
l ascerem o d i re. La tesi d i Charles Maurras è anche · la n o­ d i terranea e.
-
stra : c h e la Roma pagana abbia creato il cattol icismo i n Che u n tale sincretis mo nostro s i a tutto apparent e, fa cile
q u a nto siste m a d i ord i n e i n opposto a l l ' a narchia cristiana. c i sarebbe d i mostrarlo a chi fosse capace d i segui rci s u l
Con pura fa n tasia m i stifi catrice, a l l o sèopo di sfon dare porte p i a n o d i ciò ch e è verament e metafisic ? e i n i.ziat ! co. � oi, .P e ­
aperte, il > Corriere d'Italia " e I '• Unità Cattolica • ci h a n n o raltro abbiamo avuto i l torto d i fare, t n artico l i ded1cat1 al
'
fatto d i re che l a Chiesa, n o n i l primo cristianesimo, a b b i a ' gran pubbl ico, troppo riferi mento ad u n tale piano per I�
m i nato Roma. Noi abbiamo i n vece riconosciuto n e l l a Chiesa consuetu d i n e stessa dei nostri studi, i n modo d a p restarci
il tentativo d i ricomporre . l'un i ve rsalità romana ; m a che i n in qualche aspetto a l giuoco d egl i a v v ersari d i n n anzi agli
q uesto tentativo essa s i a stata costretta a pagan izzarsi i n ingenui. Non possiamo q u i sofferma rci, p . es., a m � strare .che
u n a certa m isura, i n e l ementi ritual i , d i istituzion e, . d i ge­ � çi va, i l db terri b i l e che danza • , colto
a voto dai Guelfi ad
. _
rarch ia e di dottrina c h e in nessun modo si possono riscon­ uso d i scandalo se è u n d i o orientale , tutta v i a è essenzi a l ­
trare n e l l e for m e del primo cristi anesimo, q uesto è un fatto m e n te u n si m b �l o d e l l a esperien za me tafisica d e l d i venire
c h e p u ò piacere o m e n o ai cattolici, può esser da essi più cosmico come lo s vol gersi ritmico ed agi l e di u n a l i bera
o m e n o giustifi cato con l o > stori c i s m o • e la ,. p resenza di forza ; esperien za che, netta sua traduzio ne ritual e, equivale
Dio • i n seno alla_ Ch iesa storica, m a che in ogni modo n es­ perfetta m e n te a quella che sta a base dett.e . dan.ze sacr � : e �
s u n s tud ioso serio di critica rel igiosa e di esegetica pensa d i eroi che greche, come pure d e l l e forme or1g1na : 1 e del � 10 � 1 -
metter d i n u o vo s0tto d i scussione. Che !a tesi sia protest ante sismo 1 n o n n e l l e dege n e razioni dei baccana li che 1 Romam g1 u ­
o meno, ci i nteressa m e n o mamente e m e n o mamente d e v e s tame nte proscris sero. De l pari, l'esot i c i tà d i M.ithra , v i n 7 it ? re
del » Toro • , scompa re n e l l a faci l e traduz � o n e tn u n o dei s1 �
·
interessare a d ogn i fascista c h e n o n sia u n b u rattino : s e
essa è v e ra, non è certa m e n te i l fatto d i essere protestante boli contenu ti n e l m i to greco-ro mano dt Ercole ; e cosi via.
che l a farà falsa e d a rigettarsi, p e r amor d i. .. " tradizione "• Quel sig . R i n ieri d e Rocch i, nostro critico sur un � rivis '. a
e i n onore d i parte gue l fa ; la qual e è assai comica n e l che ' se intende p u b b l i care artico l i d e l genere, assai m egl io
prete n d ere d a g l i al tri che il suo p u nto d i v ista sia quello a s fare bbe a chiamar si " Galilea e o " Vaticana •, i n vece che
·
soluto, b a s e natura l e e prel i m i n a re d i ogn i d iscussione. ,, Augustea e , quel signore , d i ciamo, prima d i � ratifi care v
di
ebbe
L'imag i n e d e l Martire, che ,. i l seme cristiano è .Ja pian ta » i n estrica b i l e guazzab ugl i o • i l nostro paganes 1 mo, � �
.
cattol i ca e - 1c o n la riserva che esso è un seme che h a d ato fatto bene a studiare di più. L ' > autarch ia • degli Sto1c1 non
egua l m ente l uogo a varie a l tre piante, ciascu n a d e l l e q u a l i è cosa a·n tite tica ma con cordant e con la q u a l i tà stessa degli
·è naturale che tenterà d i rivend icare a sè l ' ortodossia - i m­ " Eroi e preconi z� ati dai Misteri, e dai M i steri co.� sacrati � p
p l ica �ssa stessa u n • terre n o •, senza i l q ua l e i l seme sa­ p u nto i n u n a • v i ta che è da sè stessa •, e p però netl 1 m mortalt tà
rebbe semplicemente morto ; terreno: costituito della paga n ità dal cristian esimo d e mocrati camente i n tesa come dote naturale
- dal suoi misteri, dalla sua fil osofia, delle sue istitu· d i ogn i u o m o ; e i l s u o sfo n d o naturale è una meta fi �i � a
zion i - su cui il cristianesi mo fece m a n bass a i n ventando . come q u e l l a dei neoplat onici, s u l l a cui base u n . Po � fm o
poi, come d i ce m m o, con caratteristica i m prontitudi ne, la • d ot­ e u n Pl utarco e bbero modo appunt o di svelare ti s 1 g n l
t r i n a del p lagio • per gi ustifi ca re q u esti a p porti rispetto alla ficato esoteric o dei m i ti e d e i r i t i i n appare nza p i ù v a r i
p retesa d i essere l 'asso l u ta, esclusiva rivelazione. e d esotici accolti d a l l a bassa romanit à, talvolta ai vertici
E s e si è v isto che i cri stia n i stessi tanto i nsistettero s u l stessi del l'Im pero, se nza che si. m a n i fe.stas.se . com.e c h e sia
carattere antitetico del loro m o n d o rispetto a q u e l l o c h e l i quella repulsi one genera le, che mvece 11 cnst1 an es1 mo d estò.
Imperialismo Pai;ane Appendlee

E' che l a v e r i tà è q uesta : di là da ogni tra d izione, p i ù


n e l p rofo n d o d i ciascuna d i esse, v i è la Tradizione - u n Nem meno l a tradi zione catt olica
corpo d i i n segnamenti d i carattere metafisico, q u i n d i d e l
è i dent ificab ile alla tradi zione RoDla na.
tu tto i n d i pe n dente d a l l e v a r i e con t i n genze u ma n e e tem po­
ra l i . Ri petiamo perciò che q u i fa r q u istione di Oriente o Oc·
cidente n o n ha senso, poichè, quando le form e a c u i essa Abbiam o d u n q u e conferm ato l a recisa a n tites_L del . cri­
t ra d i z i o n e ha dato l u t>go per .adatta m e n to in varia trascri­ stianesi mo pri m i tivo con l a rom a n i tà ; e, del pan, abbia m o
zione, vengo n o comprese, esse d icono l a stess a cosa. I m i � conferma ta l a distinzio ne d e l ,, seme c ri stiano « dal!', • ordine
s t e r i M i t h riaci sono t rad izional i ; egua l m ente t u t t i g l i a l tri cattol ico •, p u r ter:endo fermo a l carattere d i p u ro comp�o­
centri d i i n iziazione m e d i te rranea ; nella t ra d i zione resta an­ messo, oltre che di sincreti smo, proprio al l 'attitu d i n e . che ha
cora Platone e la scuola d i A l essa n d ria, e cosi p u re tutti g l i reso poss i b i l e q u e st'ordi n e. E già nei nostri articoli _ave�do
a l tri e l e m e n ti c h e possiamo aver sce l to a p p u nto a chiarimento d etto no alla soluzion e p rotestan te del comprom esso cattol ico,
d e l la » tra d izional i tà •. Per contro, il cristianesimo è fuori dalla avevam o deli neata l 'oppost a soluzion e i n senso dichiara tamen­
tradizione : n o n c h e esso sia d e l tutto s p rovvisto d i e l ementi te e . i n tegral mente paga n o e romano , superan do l a s.te �sa at- .
tradizionali (ma, ripetiamolo, sotto q uesta stregua non rap­ te nuazion e i n c u i i ndugia Charles Mau rras, ateo anhcnst la n o
p resenta n u l l a d i origi n a l e , e n essu n a r i voluzione a vrebbe e p u r esalta n t e i l cattol icismo c o m e forza ct i ordi �e.
avuto ragi ? n e di provocare n e l l 'ord i ne preesistente d i cose); Noi d i cevano : » L'imperialismo cattolico non .cl serve e ,
bensl per t i fatto che su tal i elementi h a n n o avuto schiac· non ci basta • . E q uesta stessa afferma zio n e essendo stata ·
ciante p re d o m i nanza a l tri elemen ti, asso l u ta m e n te p rofa n i e attaccat a, noi c h i e d iamo forma l me n te ai nostri ayvers.ari,'. c h e
·
u m a n i , i q u a l i cosi h a n no contaminato tutte le fo nti, con la n e m meno h a n n o i l coraggi o d i d i rsi guelfi (chè a l l a solu
» fede e , i l > senti mento e , il > peccato " e l a » d e vozi one « zion e gu elfa noi avremm o riconosc iuta l a sua coerenz a e l a .
sua ragi on d 'essere, rie l caso che sia capace d i_ esser.e),_ che
·
cance l l a n d o del tutto i l senso d e l m e ta fisi co, ed usu rpa n d o
l a d i g n i tà sacra portata d a l l e él i tes a n t i c h e - orientali, medi ­ essi d i mostrin o che l 'i m perialis mo cattol i co sia l'1 mpenah smo
terra nee e a n che, p i u recentemente, islàmiche . -- quo majus cogi tari n o n potest. Ci s i mostri, ad �gni modo, a
. Stia pur sicuro i l sig. R i n ieri de Rocchi che n o n l o s m e n­ che cosa i l catto l i c i smo abbia dato n ascita, che sta p a ragona ·
t i re m o q u a n d o d i ce d i noi c h e » l a Scienza sacra d e i m isteri e b i l e a l l 'antico i m pero d i Roma, c h e c i v i l tà i m p : riale esso a b ­
d e l l e i n iziazion i è ciò c h e ci sta spec i a l m e n te a cuore " ; m a bia i m prontat a. O l i amici d i > Regime Fascista e non d e b ·
te � ga per certo che, di tale scienza egli non sapendo n u l la, b o n o richiam arci l 'attenzi one s u i periodi regal i e i m perial i .
p n m a d i a vventarsi a parl a rn e d i n nanzi a c h i i n ve c e ne sa e d i S pagna e Venezi a, d om i natrici d e l l 'Orient e, d e l l 'I ngh i lterra, .
n � insegna, a vrebbe fatto assai bene a rifl ettere d i p i ù ; poichè d e l l 'Olanda e d e l l a Francia dei t e m pi passati. E' v e ro . c h e
d 1 fronte alla sua confusione fra magia, i p notismo, fachi rismo, t a l i nazioni si s o n o dichiara te cattolic he, m a bisogna p u r esa-
ecc. e a l l a sua relativa d i c h i a razione che il risul tato di tutto . m i n are se la loro gran dezza sia a p p u n to, e semplic emente, d e ·
q u esto n o n p u ò essere che la ,. segregazione d a l l o spirito rivata d a l fatto d e l l a l oro cattol icità o crist i a n ità, o s e i n vece
d e l l a verità « e il predom i n io s u l l 'Io d i fo rze oscure , corrotte l a cristian ità non sia stata, i n esse, una p u ra superst ruttura
e funeste, di fronte a ciò noi non potre m m o ave re che u n form ale lontana d a l giustific are l'im perialità stessa - c h e
' -
sorrisetto fin e fi ne, come per u n b ravo b a m b i n o c h e con i n esse a veva p i ù c h e a l tro caratter e e fon damento /aie.o
m i l i tare e commer ciale - a l l uogo d i esser radianz a di u n a
tutta serietà si sforza a. fare il ,. grande « ; e con sigliarlo a d
élite d i Sapienz a, e tanto m e n o dei c ri stia n i p r i ncipi di· ri­
a nd a re a giuoca re, o a passeggiare, o a fare u n sonn e l l i n o
- come meglio preferisce. nunzia, di frate l l a n za , di com passione .
D e l pari va rilevato che quell'as petto di stabilità e di
grandezza che, nel catto licismo , tanto fascino esercita sui fai-
. ... lmperlall11mo Pagftno A.ppendlee

l i ti d e l mondo moderno, n o n deve nascondere il v uoto i n­ nale della Chiesa stessa ; ma u n tale prestigio l a Chiesa lo
terno, i l carattere d i cieca adesione e d i passiva automatica detiene solamente sotto l a rigorosa condizione, c h e essa d i ­
acquiescienza trad izionale degli elementi che la compongono sti ngua i l p roprio i nteresse d a q uello d i q ualsiasi par�ico­
e p e r c u i la compagi n e s i tiene i nsieme. Più che a l tro, è una lare n azione. Da q u i il com promesso, ia doppia p arte, ! '� q ui­
forza di i n erzia, che tiene oggi in piedi la Chiesa Cattol i ca ; voco senza uscita : n e l frattempo, q u ale prezzo, 1 gesU 1 h cer­
e la sua i m m utab i l ità e stabil ità, l ungi dal l'esser segno d i cano d i abbrutire i l p i li possi b i l e la nuova gen e razi o n e a
u n e eternità e d i u n a t rascendenza i n atto n e l l a storia, è base dell'imposizio n e d i u n a e ducazione cattolica e a nt i ro ­
q ue l l a d e l tronco n i morti tagliatisi fuori dallo svilu ppo. mana.
L'• u n i versalità e sua, oggi, esprime semplicemente l ' u n iver ­ Per contro, da p i ù parti ci s i è detto c h e i l n ? stro •. P?;
salità d i u n .. credere e p i ù comodo d e l l'esaminare, d i un ganesimo e è u n a esperienza i m possib i l e <, ormai assai p 1 u

abba ndonars i più comodo dell' " essere e , d i u n adagiarsi esotica rispetto alla coscienza moderna d i quel c h e n o n fosse
preferibile allo svegliarsi e a l sorgere in piedi ; e, inoltre, è la c red enza gal ilea ri spetto a,lla romanità ; che i n particolare
• u n iversale «, l'adesione, perchè n e i moderni, polarizzati al­ il cri stianesimo permea i rlsci n d i b i l mente la coscienza di q uel­
trove, i l problema spi rituale n e l l a loro vita e n e l l a loro con ­ l'Italia d i' cui i l fascismo vuole essere I'• espressione ( 1 ) : •

dotta si è q uasi d e l tutto spento : i l loro essere ,. cattolici e e ch'e ' siamo degli i n gen u i se pensiamo eh.e oggi i n Italia
· o ,. cristian i e si mantiene sempli cemente per il fatto c h e, v i può esser qualcuno che ,. creda • agl i i d d i i roman i , a M i -
oltre u n a osservanza p i ù o meno formale, ciò a lo ro, prati­ thra, a çiva, e cc. .
camente, non impedisce n u lla, o quasi. Questo è il conte­ Ma anche q u i vi è, d ecisamente, e q u i voco. Le masse ita­
n uto e la portata effettiva d e l l ' • u n i versalità e che la Chiesa l i a n e o e u ropee possoho p u r " credere • al Cristo, e n o n a
Cattolica ha saputo r i v e n d i care al cristian esimo. . . Mithra, a çiva e . v i a dicen do. Ma a c h e cosa ,. credano •

Perciò non contestia m o affatto q u e l c h e l'on. Musso l i n i le masse, a. noi n o n i n te ressa 'prop rio n u l la, i n quantochè come
h a detto, e c h e gli avversari ci rinfacciano per farci appa - una cecità n o n è m igliore d i un'altra, cosi u n • c redere • n o n
rire ,. e retici • n e i confronti d e l fascismo ; ossia c h e se Roma è certa mente m igli ore d i u n altro, e n o i f�cclamo .essenzial :
oggi è a ncora centro di una i d ea u n i versale, essa lo è quale m e n te quistione delle é l i tes, per le q u a l i n o n s1 tratta d 1
R ò ma Cattolica . Senonchè ciò, p i ù c h e d i compiacimento, ,. credere • , ma d i sapere, di potere : d i esser� . Le credenze
ci è: motivo d i tristezza. Ri petiamo i n fatti c h e n ell'astratto popolari sono, e sono state, ad un d i presso d1 a naloga strut­
u n i versalismo cattol i co, i n ternazionalistico, i ncorporeo, i n d if­ t u ra · e chi h a fatto studi in p roposito sa b e n e q u ante cose
ferente rispetto alla molte p l i cità delle volon tà nazionali au­ l o st'esso passar dal paga nesimo al cristianesim o h a l asciate
tonome, i n n e15su n modo è ricon oscibile l ' u n i versa l ismo pro­ i ntatte n e l l e usanze e su perstizioni popolari.
prio a Roma antica, e al s i m bolo dan tesco e macchiavel l ico Ma 1 come l'abbiamo mostrato n e l nostro u l ti m o capitolo,
del Sacro I mpero. Ecco perchè n o n noi, m a la storia stessa, e già n ell'opera : ,. L' Uomo come Potenza e, i l fatto s i è che
con testa l'equazion e : Roma = Cattolicesimo ; e per q uesta tanto l a paga n ità q uanto l'Oriente m e n tre ricoposcev a n o la
stessa ra gione u n a stirpe di con quistatori n o n potrà mai ac­ funzione necessaria delle religi orti popolari, ed avevano la
conte n tarsi della vana parve nza di impero offerto dalla Roma massi ma tolJ eranza per esse, s e nza l a pueril ità d e l l a pree-
catto l i ca di oggi. Se a ben - p i ù alti d esti n i sia o no vocata
la forza p i ù p u ra della rivoluzione fascista, questo al fascismo
stesso l o lasceremo d i re . Ma a d ogn i modo b i sogna tener ( I ) Pur di passagg o, ril � viamo I� _P e! sistenza della » forma m e n ­

presente, nel caso d e l la suaccennata giustifi cazione p ura m e n­ t i s • d emocratica : d a i capi, concep1t1 : 1 i:i vece che c o m e d�termina:
.
te pratica della politica rel igiosa d e l fascismo, i l c i rcolo vi - tori e conquistato ri, come pure . espresstom della volontà · !1 az10nale, a1
meri » ra npresentanti • del regime parlamentare , n o n � 1 è che u �
zioso senza uscita : u n a tale giustificazione può v e n ire so­ .
pass 'l . Attraverso la maschera, l'antifascismo dei nostri avversari s1
l 11 mente dalla possibilità d i sfruttare i l prestigio i n ternazio- tradis.ce ad ogni piè sospinto.
••• ln1perlallsmo Pa5a110 A ppendice t li t

m inenza d i nessuna i n particolare, onde ogni i d d i o veniva pero e d i vera roman ità n o n impon � sse l i miti e· p r? vviso·
accolto ; rico noscevano t Httavia u n a dignità superiore ai fi­ rietà ad una simile tolleranza per dottrine che, come è risultato
l osofi, agli Eroi e agli Imperatori ; i quali a loro volta si d a l l e stesse d ichi arazioni d i parte guelfa, sono i ncompati-
inchi navano d innanzi a l l a Sapienza e a l l a consacrazio ne dei b i l i con gli ideali e l'edu cazione imperiale ( 1 ). .
Misteri. Cosl ripetiamo che n o i contro i l cristianesim o e Oltre che si deve rilevare ciò che si è rilevato già per
i l cattolicesim o non c i scagliamo, che i n quanto essi rappre ­ l'uni versalità cattolica in generale : ossia che se nessuno nega
sentano u n a pessima religione popolare e exoterica, l a quale quanti fra gli Italiani si " dicono • cristiani; bisognerebbe
pur pretende d i essere l ' ultima parola della spiritual ità e però sapere quanti, fra questi, poj l o siano effettivamente ;
rifiuta d i riconoscere l a gerarchia d i quei valori superi ori i n quanti cioè, i l cristianesimo sia u n a real tà v i v e n te, e n o n
che la trascendono e che di fatto essa ha corrotti : quei va­ abitudine ' e passivo i ngollamento d i dogm i e r i t i , d i cui n c n
lori, in cui siamo tutt'altro che i sol i a vedere la conditio compren dono n ul l a. D'al tra parte è curioso n otare come, i n
sine qua non per la risol uzione della crisi del mondo mo­ al tre occasioni, d a parte cattolica n o n s i facci a che d e p l o ­
derno. A t i tolo d i religione popolare - e a questo titolo rare la paganità, l'anti -cristianità dei cost u m i e d e l l a con ­
soltanto (1) - noi saremmo p u r disposti a tol l e rare i l catto l i ­ dotta nel mondo modern o, d imodochè l'obbiezione si ritor
cismo, secondo l a funzione attri buitagli d a l Maurras, q uando cerebbe, e gli avversari d ovrebbero i n vece concederci che
tuttavia l'esigenza non verso u n ordine puramente torgh ese quest'epoca, p i ù che ogni al tra, è propizia al ritorno del p a ­
e conservati vo, semi-democr atico, ma verso un ordine di im- ganesimo.
,
I l male si è che q uesto paganesi mo moderno, deplorato
dai cattolici, è tu tto i maginario, al l a stessa m isura di q u e l ­
(1) Non è affatto superfluo metter bene I n rilievo, che il carattere l'i mpasto d i c0rtuzione e d i abbiezione a cui g � à I' A post ? l o
di :semplice tolleranza per cattolicesifjlo, come per una forma i n fe r i ore
e popolare, si ritrova, se pur in una diversa tormulazione, a base
d e l l e g e n t i a v e v a a m a t o i dentificare R o m a . E t i bello st è
de lla concessione di Giovanni Gentile, già Min istro fasc ista, nei ri­ che come abbiamo d i mostrato, quale radice , di q uesto pa­
guardi dell'insegnam ento religioso. Infatti la forma o ggetti va del l a re­ gan'esimo moderno si trova, m i racolo (lei . mira : o l i , il �ri­
ligione, col dio trascendente e personale, nella dottrina del Gent ile
_
stia nesi mo, l a l ogica conseguenza della n vo l uztone gal t l ea
è considerata come una fase provvisoria, come u n • u n momento dia�
lettrico • necessario si, ma da superarsi ; e da supi>rarsi ilei senso della
i m manenza attuosa, la qua l e si porrà rispetto al mo mento anteriore
come verità di contro ed errore.
(1) Giustam ente a proposito del nostro articolo e reag_endo a l l o
schiamazzare d e i Guelfi Giocch i n o Contri rileva, su • CamlCla Rossa •,
I cattolici, naturalmente, di questa giustificazione nel l ' i nterno del
siste ma de l Gentile non si sono affatto curati ; andando al conc reto,

che • sta di fatto che t tto ciò che l a ch iesa è riuscita a rea l i zz a re
attraverso i secoli di b u o n o e di grande, non ha la sua ragione d i
essi sono stati soltanto pronti a carpire l'istruzione cattolica obbli­
essrre n e l l e affe r m a z i oni dottrinali del p r i mitivo Cristianesimo, m a
gatoria nelle scuole inf�riori, dopo di che attendono qualsiasi a l tro
semplicemente in q u e i gran d i p r i n c i pi r o m a n i e l a t i n i c h e essa i n
pretesto, teoria o persona che permetta loro di prosrgu i re la scalata. .
parte risuscitò e fece propri c . C h i n o n v e d e! p . es., c h e splendida
Ma, noi, restiamo fermi nell' indicare questo senso dell'attitudine , .
reçltd paf!ana fu quella Chiesa d e l l alto m e d 1 oevo, pe! cm a l? punto
del Gentile rispetto alla rel i gione trascendente e teistica, senso in parte .
oggi u n Berjajew invoca un • ritorno al med10evo • ? C i ò da cui, oltre
coincidente con la tolleranza dei Romani per le superstizioni popo­
una p u ra convenienza pratica, . il Fas � ismo può e ssere stato attratto
lari ; in modo da mettere al loro posto le cose e i s i gnificati delle . .
dal Cattol icesimo, è appunto ciò c h e m questo v1 è d1 pagano, non
cose per non far credere agli avversari d i pos�edere un terreno che
di c r istiano m a che tuttavia oggi si è depotenziato i n u na cosa esan­
essi non hanno ; cosa che, del resto, anche il Gentile ha comi nciato
gue, d i n a nzi al venir s n delle potenti � rganiz za zioni delle società p ro­
a sentire l'esigenza di fare, quando si è accorto - troppo tardi in­ _ .
testanti anglossassoni . e osi ìl Contn con '!' 1ene .e h� se ti Fascismo
vero ".""" del brutto tiro che la sua concessione, attraverso l'abilità dei . .
vuole davvero rin novare 1 fasti dell'anttco 1 m p er1altsmo non può fare
Gesuiti, gli stava e gli sta per giuocare. Da qui, oltre a D'Annunzio
a mtno di tornare allo spiri t o della roma nità precristiana. • Se l a
e a noi stessi, anche Genti l e presto comincierà ad essere depl orato
potenza e la gr andaza d e l l a Chiesa è tutta latina e romana - egli
dai Guelfi come ,. un anacronismo rispetto allo spirito del vero fa­
dice - noi dovremmo superarla ritornando proprio alla trad izione
sciamo •.
romana più viva e operante • .
168 Imperialismo Pagano - Àppendfee
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e antimperiale. Tuttavia l a presente considerazione vol gendo Tutto ciò non può avere senso che in una fase u l t.e riore,
I n un ordine piu relativo ed i m mediato che non quella da rispetto alla q uale quella preparatoria non è ancor. pronta.
c u i poteva risultare l a vera natura delle cause del male eu­ In q uesta fase preparatoria, chiediamo a l fasci smo di essere
ropeo, possiamo restringerci appunto a l cristianesimo stricto semplicemente sè stesso - di mantenere la sua p a rola d'or­
sensu, e q ui n d i constatare quanto poco v i sia ormai d i cri l di ne, che è : azione - e non fede, speranza o carità. Que­
stiano o d i cattolico sia nella speculazione, che nell' à rte, sto, prima d i t utto . Noi q u i lasciamo Mi thra, lasciamo çiva,
nella morale, n e l l o spirito gen_e rale del mondo moderno ; Plotino e Pitagora, richiamiamo soltanto al d isprezzo roman o
quanto i nvece si comincino a far largo tendenze i m mane n· per tutto ciò che non è concretezza attiva e dominativa, per
tistiche, attivistiche, antisentimental i e anti devozionali - a tutto ciò che è senti menta l i tà, pietà, misticis m o; i l l usa ascesi
'
parte d e i significativi accenni ad espl iciti ritorni a tradizioni - ed anche fi losofia. In q uesto piano - dichiariamo - que­
p recristiane e pagane, come nel caso Maurras e Rougier in sto è il valore. E q uesto valore, oggi è realizzabile. E ·se pur
Francia, e del movi mento della Deutschglaubiger Glaubens· q uesto piano chiede u n " mito e , noi ripetiamo, calmi e fred ·
gemeinschaft in Germania - e tacendo i nfine della diffu d i : " Nostro Dio può essere quello aristocratico· dei Romani,
_ sione delle scienze esoteriche e degii stud i orientali perchè il Dio dei patrizi che si prega in piedi e a fronte alta, e che si
in tutto ciò non si t ra tta, nella gran parte dei casi, che d i porta a lla testa delle legioni vittoriose - non i! patrono dei mi­
contaminazioni . - serabili e degli afflitti che si implora ai piedi del crocifisso,
Tutto ciò - l o dichiariamo senza riserva - continua nella disfatta di tutto il proprio animo " · Non parliamo agli
a d appartenere a l mondo della decadenza. Purtuttavia, vuole . asserviti al l a Compagnia d i Gesù : parliamo ad ogni fa­
u n principio della metafisica tàntrica che • la potenza che scista che sia degno di q u esto nome, e che veramente v i ­
ha condotto alla caduta è quella stessa a ttraverso cui si può bri alla volontà d i rigenerazione, d i dignità romana, d i po·
conseguire la liberazione •. Dette tendenze già in moto, por­ lenza, proclamata dal Duce.
tate a l l oro l i mite, i m pongono una soluzione. La soluzi9ne Per ora, q uesto soltanto. Quando la romanità s i comin·
positiva i n cui possono sboccare, capovolgendo la loro pri­ cerà a d assumerla integralmente e a permearne tutta l a co­
m i ti va natura, è appun to costituita dalla resurrezione del sciem:a nazionale, i l terreno sarà pronto per com prendere
senso romano, pagano e mediterraneo dell'uo mo e della v i ta e realizzare ciò che, nella gerarchia dei gradi di l u ce e nel l a
- d a l senso possed u to dai navigatori odisseici, dagli Eroi differenziazione della classi e degli esseri, sta p i ù su : pe(
misterici, dai conq uistatori romani. comprendere e realizzare i l lato sacro, spirituale, iniziatico
Nel fascismo stesso c i è sembrato d i scorgere alcune della Tradizione : per apri re nuovi occh i e nuove orecch ie,
possibili tà appunto su q uesta l i nea. Ta le la ragione, per cui, ed altre m embra d i potenza creare, l à dove non si stendeva
oltre l'opera da noi svolta in sede d i filosofia e d i scienza eso­ che la tenebra fi tta della » religiosità e , Realismo, scienza,
terica, si è creduto opport u n o che fosse ,, lanciata •, a titolo assoluta concretezza, cruda l uce, in alto come i n basso. Pa·
di p rova, u n a dottrina d e l l' Imperialism o Pagano. Le reazioni - role, sentimenti letteratura, > psicologia « - via. Un nuovo
e i p recipitati richiami da parte _ guelfa provano, più che classicismo. Epoca solare d i u n realismo attivo, d i u n reali­
a ltro, che g l i avversari si rendono conto del pericolo, e sen · smo magico, d i u n a assoluta compenetrazione d i fisico e me­
tono effettivamente q ueste possibil ità i n seno ai germi pri­ tafisico, di umano e non-umano.
m i ti vi della rivoluzione fascista. Ma, ripetiamo, fra i l i miti e i sistemi d i riferimento, che
R ivolgendoci al fascismo, al mondo pratico del fascismo, ancora regnano in contrastati, e fra l'allarmato starnazzar di
è di i mportanza essenziale che esso, nelle nostre tesi, per ora ·
oche t utt'al tro che capi toline, i n u t i l e, pericoloso anzi, anti ·
veda ciò che può vedere secondo q uesto punto d i ri ferimento, cipare questi orizzonti. Non potendo com prendere l a fine,
e niente a ltro. Faccia come se noi mai avessimo parlato di nemmeno i l principio, i mmed i ato, realizzabile, potrebbe es­
S cienza Sacra, di metafisica, d i lddii m isterici e pag�ni. sere inteso, dai più. Ma tuttavia resta l 'opportu n i tà di u n
1 60 lmperlallNmo Pagano

cenno, perchè q ualcuno i n travveda, che davanti, oltre, non v'è


il vuoto : ma che il vuoto c'è soltanto adesso.

Noi, ad ogni modo, abbiamo posto i term i n i del giuoco,


e ci ritiriamo. Non c'è nul la, in q uest'ordi n e di cose, che
per noi personalmente possa avere un qualunque i nteresse .
Abbiamo posto u n puro rapporto d i ,. con d i zionalità i po·
tetica « : se certe premesse sono accettate, allora si i mpon ­
. gono q ueste conseguenze. Il nostro • articolo-scandalo e su
• Critica Fascista e cominciava cosl :

Il presupposto è : che il fascismo, nella sua forza più pura,


. si identifichi a volontà di impero ; che la sua rievocazione del­


l'Aquila e del Fascio possa non esser soltanto rettorica ; che,
ad ogni modo questa è la condizione perchè esso rappresenti
qualcosa di nuovo, non una rivoluzione da ridere, ma una
resurrezione eroica c.

A chi, assumendo queste premesse, non volesse far vio­


lenza alla logica, ripetiamo, con assol u ta i n d ifferenza per ogn i
a l tro eventuale vociare d a parte cattolico-cristia11a, l a stessa
conc l usione di detto articolo :

- " Se il Fascismo è volontà di impero, esso tornando alla


tradizione pagana sarà veramente sè stesso, potrà ardere in
quell'anima di cui tuttora manca e che nessuna credenza cri
stiana gli potrà mai dare c .

FINE.

Pzsezao : Dieci Lire.

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