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la critica alla democrazia

alfredo cattabiani

BERNANOS

VOLPE EDITORE
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I l:rani di Bernanos compresi nell'antologia sono §tati tratti:

l)a la grande paura dei Benpensanti, @ Edizioni dell'Alberto, 1965t <La


rivoltrzionc e la borghesia>>; <<Definizione della borghesia moderna>>1 <<La scon-
littrr rlclla borghesia »; << La democrazia>>; « I preti e le natiche della marchesa >>1
« l,a societa moderna >>; <<Il mondo nuovo e la Chiesa >>.

l)a Riuoluzione c tibertà, @ Borla editore, 1963: «La crisi della civiltà»;
« I mondo moderno »;;
cristiani e il La meccanizzaziote del mondo >>>>
<< << Pro-
grcsso tccnico e libertà dcll'uomo >); La controciviltà delle macchine >>;
(< << Non
ìi tr,,ttr didistruggere le macchine >>; Le masse e la civiltà europea >>1
<< << Una
livolrrzione contro il sistema ».

l)t La France conte lcs robots, @ Robert LaIlont, 1947: <<La rivoluzione
rlcll'89 c la tradizionc francese»; <<L'uguaglianza contro la giustizia>>; «L'irnbe-
cillc e il mito moderno del numero >>'
1)'t Lcs enlants hwnitiés, @ Gallimard, 1949: « Il laicisrno e il cristianesimo »'

Da Lcrtre aur anglais, @ Gallimard, 1946: «Il borghese e la proprietà; «Il


(olrcc(to cristiano de1la proprietà)); «La crisi dell'Europa)); «L'Europa e la
civiltà ».

I)t Le chemin de la Croix-des-àmes, @ Gallimard, 1948: «La rivoluzione


frnncese c il denaro >>; << Tradizione e rivoluzione >>; << Tutto i1 mondo fa la coda alla

\ l)ortt (li una nuova guerra ».

1)r Llltimi scritti polìtici, @, Morcelliana, 1964: « Di democrazia in demo-


crilziu»1 «Il compleiso di colpa>>1 «Era cristiana o eta atomica>>; «Andare in
[rrttl nia andare dovel »; <<Di fronte a1 totalitarismo marxista ed ai suoi servi,
gli intcllcttuali di massa, siamo bene decisi a non sacrificare I'uomo >>'

I brani, tratti da La France contre les robots, Lettte aat anglais, Les enlants
hrrntilils, Le chenin de la croir-des-a.mes, sono stati tradotti da Anna Rosso
( httrbiani.

il

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I

I
I
II, I'IìNSIERO POLITICO DI GEORGES BERNANOS
T. Bernanos controriuoluzionario

Nel 1947 Georges Bernanos, che era tornato da poco da1


suo lungo esilio in Brasile; tenne una conterenza alla Sor-
bona. Scrittori, artisti, uomini politici erano intervenuti per
ascoltare il famoso romanziere cattolico, che durante gli an-
ni di guerra aveva dato il suo appoggio costante alla Resi-
stenza francese. Il vecchio Bernanos, quello dell'Action Fran'
gaise, il Bernanos monarchico e di destra pareva ormai lon-
tano, dimenticato. La polemica contro Franco, espressa ne
I grandi cirniteri sotto la luna, aveva entusiasrnato tutte le
sinistre. Era opinione comune che Bernanos fosse un demo-
cratico, anzi un democratico cristiano...
Ma quella sera molti ebbero una sorpresa spiacevole. Lo
scrittore aveva cominciato a parlare con la foga abituale,
con quel viso ormai stanco ed eroso dal male, dove però gli
occhi immensi e azztrri, i baffr da moschettiere e lo sguardo,
che passava improwisamente da un'espressione dolcissima
alla collera più violenta, rivelavano ancora il suo tempera-
mento.
A un certo punto si rivolse alla sala a braccio teso, urlan-
do quasi per provocarla: << La parola democrazia non signi-
fica assolutamente più niente per me, mi chiedo se non sia
la parola più sputtanata di tutte le lingue ».

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Vi fu un momento di stupore: non ci si aspettava mai monarchico. Penso che fosse necessario scrivere ciò proprio
più una simile afrermazione in bocca a uno scrittore che in un giornale di sinistra » 1.
aveva combattuto il nazismo.
L'indomani negli ambienti politici e culturali di Parigi si
commentò a lungo la conferenza. Alcuni cominciarono a Di famiglia borghese, legata però ancora alla propria ter-
sostenere che Bernanos non aveva una sua coerenza politica; ra d'origine, Bernanos t aveva trovato sin dall'adolescenza
era stato militante dell'Action Frangaise, poi amico dei rossi la sua strada: a diciassette anni, mentre frequentava il liceo,
spagnoli, contrario al regime di Vichy e adesso, tornato in leggeva Balzac, Barbey d'Aurevilly, Walter Scott, Hello,
patria, faceva il reazionario. Che credito poteva avere nei Drumont, Daudet, Maurras, Bainville. Di temperamento
confronti di quei giovani a cui lui si indirizzava così spesso ? generoso, cattolico convinto, sentiva una comunanza di idee
Ma i giudizi nascevano o dalla malafede o dall'ignoran- con gli uomini de||'Action Frangaise che combattevano.la
za; bastava leggere ciò che aveva scritto sino allora per III Repubblica per la restaurazione monarchica. Bernanos
comprendere che non era mai cambiato, che era sempre ri- si unì ben presto a loro manifestando ad Arras e nella regio-
masto fedele a se stesso, anzi alla parte più autentica di se ne circostante contro i preti progressisti, contro le conferen-
stesso. Poteva avere esagerato nei giudizi, avere sbagliato nel ze dei liberi pensatori e scontrandosi spesso con la poltzia.
valutare certi regimi o alcuni uomini, essersi lasciato traspor-
tare dalla polemica, ma non aveva mai rinunciato ai principi
<< Ammiro
- scriveva in una lettera del 1906 - con tutto il
cuore questi valorosi dell'Action Frangaise, questi veri figli
in cui credeva. della Gallia, pieni di buon senso e di fecle, che si impongono
Così lo aveva dipinto Albert Camus alcuni anni prima, con virulenza, che si definiscono senza frasi... Io sarò sempre
nel 1939, e così in realtà era sempre rimasto: <<Georges Ber- un dogmatico, disgustato dai compromessi e dai rinnega-
nanos è uno scrittore che è stato tradito due volte. Se gli menti, assolutamente persuaso che le sorti della Francia, an-
uomini di destra lo ripudiano perché ha scritto che gli assas- che da un punto di vista religioso, dipendono da una dottri-
sini compiuti da Franco lo avevano fatto fremere di collera, na tradizionale positiva che è la sola adatta al temperamento
i partiti di sinistra lo acclamano malgrado la profonda anti-
patia che egli nutre verso di loro. Infatti Bernanos è monar-
chico. Lo è come Péguy e come pochi altri uomini seppero Lln Algu-Républicain, 4 luglio 1939.
esserlo. Egli nutre in sé nello stesso tempo sia il vero amore 2Georges Bernanos nacque il 20 febbraio 1888 a Parigi. Dopo la maturità liceale,
venne a Parigi nel 1906. Si laureò in diritto e lettere. Iiece parte dell'Acti,on
per il popolo che il disgusto per le forme democratiche. È Franqaise. Diresse dal l9I3 al 1914 il settimanale L'aaant-Gardc de Norman'
che le due cose
- e noi dobbiamo credergli -
convinto /le. Partecipò alla grande Guerra. Si sposò nel t917 con Jcanne Talbert d'Arc,
da cui ebbe sei figli. Nel 1919 si staccò clalla Lega non condividendo la politica
siano concitiabili fra di loro. In ogni caso questo scrittore parlamentare e si impiegò come ispettore in un Istituto di Assicurazioni. Nel
dt razza merita il rispetto e la gratitudine di ogni uomo libe- 1926, rJopo il successo di Sotto il sole di Satana, lasciò l'impiego e riprese
la sua attività pubblicistica. Difese 1'Action Frangaise, non condividen<lo la
ro. Rispettare un uomo significa rispettarlo in tutta la sua condanna del 1926. Nel 1932 ruppe con Maurras per l'affare Coty. Nel 1933
integrità. E il primo atto di deferenza che possiamo fare nei ebbe un grave incidente motociclistico che lo rese infermo a una gamba. Dal
1934 al 1936 visse a Palma di Maiorca. Tornato in Francia ne ripartì nel
confronti di Bernanos consiste nel non annetterlo alla pro- 1938, andando in Sud-America e restandovi sino al 1945. Morì a Neuilly
pria fazione e nel sapere riconoscere il suo diritto acl essere il 5 luglio 1948.

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nazionale e alla razza, perché è la nostra ruzza che l'ha rcgime collaudato dai secoli, espressione profonda del tem-
fatta ». peramento e dei bisogni del popolo, una monarchia non [i-
Bernanos trovò nella dottrina dell'Action Frangaise quel'- berale, ma aristocratica, corporativa, decentrata in vaste auto-
le verità politiche che egli aveva intuito con il suo tempera- nomie regionali e professionali. Il suo era un discorso pura-
mento irrazionale, ma che non aveva ancora né sistematiz- mente politico, positivo; attraverso il famoso metodo del-
zato né chiarito. Maurras esercitò su di lui, come su molti |'empirismo organizzatore Maurras giungeva a cogliere quei
altri cattolici, un'opera di chiarificazione quanto mai neces- principi di diritto naturale che erano gli stessi del cattoli-
saria dopo un secolo di cultura ufficiale a sfondo progressista. cesimo. A causa di questa identità era nata una stretta colla-
In una Francia invasa dai « barbari >>, secondo la fa- borazione fra l'agnostico Maurras e molti cattolici, fra i quali
mosa definizione di Barrès, in cui il radicalesimo agnostico Léon Daudet. Un cattolico infatti, un vero cattolico fran-
stava distruggendo le tradizioni religiose e storiche, uom.ini cese trovava nella dottrina dell'Action Frangaise i principi
come Bernanos non potevano rimanere insensibili; ne era politici necessari per combattere un certo radicalesimo demo-
minacciata infatti la loro stessa integrità spirituale. I1 grido cratico e certe tentazioni moderniste, allora di moda. Lo
disperato di Edouard Drumont, l'autore della La France stesso Pontefice Pio X, riconobbe nel 1914 questi meriti di
jwiue (La Francia ebraica), aveva colpito gli animi di molti Maurras, definendolo difensore della fede >> e rifiutandosi
<<

giovani: era un grido di rivolta contro l'awilimento del po- di rendere pubblica la condanna del Sant'Ufrzio pronun-
polo francese, contro il progressismo senza anima, contro ciata contro l'agnosticismo dello scrittore provenzale'.
ilcapitalismo anonimo, contro uomini insomrna che stavano Così Bernanos divenne un militante dell'lclion Fran-
costruendo una civiltà disarmonica e priva di misura. << In- gaise, un camelot dw roi. Terminato il liceo, andò a Parigi
torno a Drumont c'erano i sogni un po' pazzi a frequentare I'università. Con i suoi amici partecipava a
Bernanos
- scriveva
ma così belli dell'adolescenza e della giovinez- tutte le manifestazioni e sommosse del Quartiere Latino.
- delle case paterne, ma anche la volontà di
za, c'era l'eco Complottò per il ristabilimento della monarchia in Portogal-
attaccare di petto un mondo meschino: il mondo che si di- lo, interruppe le lezioni dei professori progressisti, prese par-
ceva moderno ». te a manifestazioni e a scontri con la pohzia. Nel 1909 venne
Ma Drumont era stato sconfitto perché la sua azione po- arrestato e imprigionato alla Santé per le manifestazioni
litica si era rilevata troppo romantica, non organizzata scien- contro il professore Thalamas. Costui, durante una lezione
tificamente, perché le sue stesse idee erano più un grido di tenuta al liceo Condorcet, aveva espresso un giudizio nega-
protesta che un programma politico. tivo su Giovanna d'Arco, la patrona dei monarchici fran-
Il programma politico fu dato alcuni anni più tardi da cesi. Benché fosse stato trasferito immediatamente in provin-
Maurras, quello che giustamente viene chiamato il |oseph cia, Thalamas aveva continuato nei suoi atteggiamenti e nel
de Maistre laico. La critica lucidissima contro la democrazia 1909 era ritornato alla Sorbona, invitato a tenere alcune con-
parlamentare, contro I'inorganicità dello stato liberale, con- terenze. Era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
tro il capitalismo privo di freni conquistò i giovani che si
affacciavano alla vita pubblica nei primi anni del Novecento.
Maurras proponeva per la Francia una monarchia, cioè un 3Cfr.: InaN-Paur- BovEn, Les précilrscltrs, Au Fil d'Ariane, L962,Paris, pag, 146.

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I nazionahsti invasero l'università, picchiarono Thalamas e realista, fusione che sola è capace di costruire una Francia
e altri professori radicali, e gli impedirono di parlare. Gli solida, liberata e sciolta dalla mistifi cazione plutocratica del
incidenti continuarono per parecchi giorni in un'atmosfera suffragio universale >>.
eccitante: Bernanos, allora ventunenne, fu uno dei più de- È facile cogliere in questa impostazione atteggiamenti
cisi meritandosi pienamente la condanna del tribunale. prefascisti; anzi, a dire il vero, uno dei dirigenti dei Cercles,
Uscito di prigione cominciò a scrivere sul quotidiano Georges Valois, avrebbe fondato qualche anno più tardi
|'Action FranEaise e su altri periodici nazionalisti: era la il primo partito fascista francese, accusando Maurras di ave-
sua strada. I primi articoli, violenti e sanguigni, rivelavano re tradito lo spirito del 1911 e di essersi alleato con i conser-
per intero la personalità del futuro scrittore francese. Berna- vatori.
nos non trattava Ie idee come qualcosa di astratto, ma le L'originalità dell'impostazione, come i lettori possono
stringeva fra le mani, con forza, per vedere se sanguinassero cogliere, nasceva dal fatto che sul vecchio tronco del pen'
un po', se fossero vive. siero controrivoluzionario, quello di foseph de Maistre, di
Allora l'Action Frangaise viveva il suo periodo aureo: De Bonald e del cardinale Pie, veniva innestata la parte più
tutta la gioventù francese era affascinata dall'argomentare di autentica delle istanze popolari, depurate dai miti marxisti
Maurras, dalla foga di Daudet, dalle analisi storiche di Bain- del materialismo, del Progresso come termine risolutore di
ville, dalla violenza del movimento. Nelle campagne i sacer- tutti i mali e della società senza classi. I1 corporativismo di-
doti guardavano con simpatia a questi uomini che prende- venne la dottrina ufficiale della Lega; a un parlamento di in-
vano le difese della Chiesa, attaccavano la campagna antire- competenti si riaffermò la necessità di sostituire un parla-
ligiosa dei governi radicali e riaffermavano la loro fedeltà mento composto dai rappresentanti dei corpi reali della na-
alle tr adizioni cattoliche. zione.
Nel 1911 vennero fondati i Cercles Proudlton. Era un Bernanos si gettò a corpo morto in questa lotta, con la
fatto importantissimo: il nazionalismo di Maurras si univa sua abituale passionalità e violenza, senza un minuto di ri-
alla dottrina anticapitalista di Sorel. Sorel stesso collaborava poso, concedendosi solo una distrazione, quella di scrivere
con la Lega e dichiarava: «La difesa della cultura francese i primi racconti: la tentazione della letteratura stava già
è oggi diretta da Charles Maurras ». La critica antidemocra- stuzzicandolo.
tica, fatta in nome della tradizione controrivoluzionaria, si Nel 1913 si trasferì a Rouen per dirigere L'Auant-Garde
univa così alla critica del regime economico liberale. Ber- de Normandie, un settimanale monarchico in cui egli avreb-
nanos aderì subito. Quello era il suo posto; egli odiava infat- be per due anni di seguito attaccato con spirito caustico e
ti sia il progressismo razionalista che il conservatorismo li- con ironia Alain, il famoso scrittore patrono dei radicali, che
berale; li considerava anzi come fratelli gemelli. Credeva allora faceva il redattore di un quotidiano locale.
che una ver:a restaurazione monarchica e antidemocratica Erano gli ultimi mesi della Belle Epoque: né Bernanos
dovesse farsi con il popolo contro le élites capitaliste. Maxi- né i suoi awersari si aspettavano la catastrofe che di lì a po-
me Brienne, uno deì partecipanti ai Cercles'Prodhon, riaf- co si sarebbe abbattuta sull'Europa e che avrebbe segnato
fermava così il fine ultimo della loro azione: << La fusione la fine di una civiltà.
del sindacalismo laborioso e pratico con il nazionalismo vivo

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2. La guerra e la coscienza del dolore al merito. Sperava che da quella immensa carneficina na-
scesse qualcosa di nuovo) che gli uomini, i quali avevano
La guerra è stata per Bernanos, come per la maggior par- scoperto il profondo significato delle parole << amore, fra-
te degli scrittori della sua generazione, una presa di coscien- tellanza, generosità, pietà, sacrificio >>, le portassero poi nella
za netta e sconvolgente. La Grande Guerra ha segnato la vita di ogni giorno, le' incarnassero, dessero alla Francia una
fine di un'epoca e di molti miti. Qualcuno) come Drieu La nuova forza morale.
Rochelle e Montherlant, era partito per il fronte come per Fu l'illusione di molti combattenti anche in ltalia: ma
un'avventura, per liberarsi dalle spoglie della vita borghese. essi vedevano il mondo dalle trincee, dimenticandosi che
Altri, come Bernanos, per compiere il proprio dovere, per dietro, nelle città, esisteva il cosidetto << arrière >>, le retrovie,
tener fede alle idee che avevano sostenuto sino allora. La c'erano i borghesi.
guerra conservava per questi uomini, figli di un'epoca paci- Il ritorno dal fronte fu per tutti una delusione. I motivi
fica e ottimista, l'aspetto un po' romantico delle divise fran- dei combattenti non erano capiti; la gente aveva sfruttato
cesi rosse e blu. i morti per le sue feste patriottarde, per le coccarcle tricolori,
Poi, al contatto delle trincee e delle prime terribili bat- per le sfilate militari. Ma in realtà non credeva in niente. In
taglie, scoprirono il suo vero volto. Non era una guerra cuor suo voleva che questi giovani ritornassero alla vita di
umana, ma una guerfa anonima, nascosta, vergognosa: una tutti i giorni, al solito trailtran di compromessi, di viltà e di
guerra di fango, di acqua sporca, di malattie umilianti, di sottomissione, al mondo che era sopravvissuto intatto alla
massacri. Di colpo, inaspettatamente il volto del mondo guerra.
moderno, di quel mondo celebrato dal balletto Excelsior Ma né Bernanos né gli altri potevano accettare quelf im-
e dagli inni al Progresso, rivelava il suo vero aspetto: il pro- postura. Non c'era altra strada che la rivolta. Una rivolta pri-
gresso tecnico minacciava l'integrità dell'uomo, la sua liber- ma di tutto morale. Bernanos rifiutò ogni compromesso, rup-
tà. La << tempesta d'acciaio >), come la chiamò Erst fùnger, pe con molti vecchi amici. Voleva vedere chiaro, essere chiaro
non era solo una realtà bellica, la tragedia di una guerra do- con se stesso.
ve l'uomo era alla mercé del piombo e dei mortai, ma lo Inoltre la retorica nazionalista e patriottarda lo indispo-
scenario su cui si sarebbe dipinta la nuova pace e la vita del neva. Sentiva che il nazionaiisrno esasperato e l'odio contro
secolo ventesimo. i tecleschi erano cose assurde. Questo fu il primo motivo di
Bernanos sentì in tutta la sua tragicità questo nuovo rap- contrasto conl'Action Frangaise. In secondo luogo Bernanos
porto dell'uomo con la natura e con le cose, colse il dolore non condivideva la politica parlamentare della Lega che
del mondo nell'istante in cui sgorgava dalla terra e dall'es- l'aveva spinta nel dopoguerra ad allearsi con i conservatori,
sere umano, il dramma dell'innocenza colpita a morte, del- con i gruppi dei moderati benpensanti per combattere le
la gioventù francese che era partita cantando e che ora ve- sinistre. Infine, motivo forse più profondo, sentiva che il
niva decimata, giorno per giorno, in una lotta sempre più problema della nostra epoca non era più una semplice que-
assurda. stione politica, di cambiamento di strlrtture, ma un problema
Compì il suo dovere senza fiatare, perché lì era il suo metafisico: o I'uomo tornava a Dio, oppure la tragedia del-
posto: fu ferito parecchie volte meritandosi alcune citazioni l'ultima guerra sarebbe diventata il ritmo abituale della vita
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futura. L'uomo alienato da Dio » diventava belva, I'uo-
<< solitudine e della testimonianza personale. Il lavoro di ispet-
mo senza Dio non poteva fondare nulla di duraturo e di soli- tore assicurativo lo portava in giro per la Francia orientalel
do su questa terra. ma la febbre dello scrivere continuava ad ossessionarlo: sen-
Bernanos capiva che questo discorso non sarebbe stato tiva confusamente che quello era il suo vero lavoro. Solo
condiviso da Maurras; capiva quindi i limiti della battaglia così avrebbe potuto offrire agli altri qualcosa di valido, un
monarchica del capo dell'Action Frangaise, di colui che ave- aiuto spirituale.
va assunto come motto la famosa frase <, politique d'abord >> Si era messo a scrivere sui tavoli dei cafiè, in mezzo alla
(la politica rnnanzi tutto). gente, fra un appuntamento e l'altro o aspettando un treno,
Consigliato da Don Besse, il sacerdote che lo aveva spo- compiendo un grave s{orzo di fronte alla pagina bianca. Sen-
sato nel l9l7 e che gli sarebbe rimasto vicino nei momenti tiva il bisogno di scrivere, ma nello stesso tempo ne coglieva
più difficili della vita, lasclò \'Action Frangaise nel L9l9 tutta la difiicoltà. Scrivere per lui era un po' come sputare
rinunciando a una carriera giornalistica particolarmente bril- sangue. Da questo sforzo continuo nacque il suo primo ro-
lante e facile e impiegandosi in un istituto di assicurazioni manzo, Sotto il sole di Satana, che fu salutato entusiastica-
come ispettore per mantenere la famiglia. mente nel 1926 da Léon Daudet e che gli aprì la strada della
Ritorneremo ancora sul disaccordo fra Bernanos e Maur- carriera letteraria, liberandolo dal peso delle Assicurazioni.
ras; vorremmo però sottolineare già sin d'ora che Bernanos Non è qui il luogo per studiare Bernanos romanziere :
non rinnegò in quel momento le idee politiche in cui aveva basti dire che nella letteratura francese del Novecento era
creduto prima della guerra; era sempre vicino all'Action entrata una forza originale, che trattava alcuni temi consi-
Frangaise, cui riconosceva il merito di avere stroncato l'azio- derati dagli scrittori allora di moda, come ad esempio Gide,
ne culturale del progressismo laico e cattolico, di avere chia- privi di interesse : e cioè la dannazione e la salvezza, il dram-
rito le idee a molti giovani, di avere fatto capire quali erano ma dell'uomo di fronte alla morte, il dramma infine del
i principi di una giusta e ordinata vita sociale. Riconosceva prete nel suo animo e nel mondo. Bernanos ne riscoprì
che per la prima volta i francesi avevano sentito criticare tutta Ia bruciante attualità e ricchezza, sorprendendo la cri-
il liberismo e lo spirito borghese non da posizioni socialiste, tica francese.
ma da posizioni controrivoluzionarie, in nome di una socie- La prima opera fu quindi un romanzo. Ma l'ispirazione
tà aristocratica, qualitativa, gerarchica, basata sulla fedeltà dello scrittore, che avrebbe dato origine successivamente sia
ai veri principi del diritto naturale e alle tradizioni nazio- ad opere letterarie che saggistiche, era unitaria. Anche in
nali. Bernanos ammetteva tutto ciò. Aveva però scelto da un futuro non sarebbe stato possibile distinguere un Bernanos
lato una religiosità sempre più impegnata e dall'altro non letterato da un Bernanos politico. Il suo pensiero politico
poteva condividere un compromesso parlamentare con i infatti derivava, come logica conseguenza, dalla sua visione
<< moderati >> e una politica internazionale basata su un punto del mondo, dell'uomo, delle cose. Nei romanzi egli esprime-
di vista troppo nazionalistico, violentemente antitedesco, su va piuttosto gli aspetti costanti ed eterni dell'rtomo e della
un egoismo che rasentava, come si vide nel trattato di Ver- vita, limitando al massimo i riferimenti all'attualità contin-
sailles, f inumanità. gente. Tralasciava la vera e propria critica politica che in-
Così Bernanos scelse la strada più difficile, quella della vece sviluppava nei pamphlets e nei saggi.

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Dopo il successo dr Sotto il sole di Satana Bernanos si pendo a quali pericoli andava incontro. La Chiesa poteva
mise a lavorare con impegno; scrisse nel giro di alcuni anni infatti anche scomunicarlo. Ma Bernanos sentiva che la con-
parecchi romanzi e preparò il primo volume di una trilogia danna era nata non solo e non tanto da considerazioni di
che avrebbe voluto intitolare Le dirnissioni della Francia. natura dogmatica ma soprattutto da preoccupazioni politi-
I1 tema era la biografia di Edouard Drumont il famoso . che e che il cattolico, se era vincolato dal magistero della
scrittore antisemita di fine secolo: il libro si chiamò poi La Chiesa, era però libero di fare scelte nell'ordine squisitamen-
grande paura. dei Benpensanti. te temporale quando non fossero contrarie alla dottrina sta-
In questo periodo Bernanos fu coinvolto nell'afiare del- bilita. In questo caso la Chiesa si sbagliava identificando
l'Action Frangaise. Nel 1926, rn seguito a una manovra Maurras (anzi, la parte agnostica clel pensiero maurrassiano)
politica tendente a distruggere f infuenza della Lega sui cat- con l'Action Frangaise, che era formata da una stragrande
tolici e la supremazia fino allora incontrastata della cultura maggioranza di cattolici e che professava una dottrina poli-
tradizionalista, che si appoggiava agli ambienti dell'Action, tica perfettamente aderente al diritto naturale. E poi egli non
l'arcivescovo di Bordeaux condannò Maurras dicendo che la poteva abbandonare i vecchi amici, coloro che avevano fa-
sua dottrina era incompatibile con la religione cattolica. vorito la rinascita cattolica in Francia. Nel momento in cui
A questa presa di posizione seguì la pubblicazione della con- molta gente si allontanava dalla Lega, lui, che se ne era
danna del Sant'Uffizio, risalente al l9l4 e riguardante certi andato nel 1919 per alcune divergenze abbastanza importan-
punti dell'opera maurrasiana, e infine la proibizione ai cat- ti, ritornò al suo posto. Bisognava resistere, faire face >>, co-
<<

tolici di appartenere all'Action Frangaise. me diceva sempre. Far fronte. Comportarsi da veri francesi,
Bernanos insorse. << Le spiegazioni e r distingwo verranno discendenti di quella razza cristiana che aveva un unico
più tardi
- scrisse a Massis -; non abbiamo altra scelta da
fare, non abbiamo tempo. Ciò che ci è chiesto in questo mo-
motto, << Fors l'honneur nul souci ».
Nel frattempo però chiedeva a Maurras di abbandonare
mento è di comprometterci personalmente e completamente. la direzione ideologica del movimento, di mettersi da parte.
La causa nazionale esige la cauzione delle nostre coscienze L'Action FranEaise, pur non rinnegando nulla del suo pas-
e del nostro onore... Sapete molto bene che l'opera iniziata sato, doveva diventare cattolica e tradizionale, com'era d'al-
da voi e da Maritaina mi è sempre parsa indispensabile; ma tronde la maggior parte della sua base. << Questo avrebbe po-
essa diventerebbe impossibile, anzi inconcepibile, se Maurras tuto essere scrisse più tardi * il punto di partenza per un
venisse schiacciato »
5. -
rinnovamento spirifuale di cui l'Action Frangaise aveva sen-
Dietro l'affare dell'Action Frangaise Bernanos vedeva pro' z'altro bisogno perché mancava purtroppo di vita interio-
filarsi un connubio mostrtloso fra il cosidetto mondo pro- re»u.
gressista ed agnostico e la grancle visione religiosa e tragica Bernanos sapeva che certi rilievi mossi dalla Santa Sede a
dell'universo, il cattolicesimo. Reagì violentemente, pur sa- Maurras erano esatti. Ma era certo, come aveva già dichiarato
un tempo Pio X, che la sua dottrina politica fosse nelle sue
4 Bernanos si riferiva al Maritain che non aveva ancora assunto le posizi,oni
odierne"
5 HBNnv Massrs, Maurras ct notre temps, Plon, 1961, pag. 188. Bfarr.r de F"r.nrÈcurs, Bernanos tel qu'il €tdtit, M^me, 1963, pag, 91.

20- f)'l
linee generali perfettamente ortodossa. Si trattava adesso di che si dice un dottrinario. Sarebbe inutile cercare in lui si-
integrarla in una visione cristiana, di farle superare certe stemazioni ordinate, un discorso continuo e coerente. Tutto
posizioni troppo ideologiche e pragmatiche come il naziona- nei suoi scritti nasce allo stato dell'intuizione pura, della sco-
lismo acceso e la famosa frase dal sapore un po' tota- perta, dell'affermazione. Anzi, per essere più esatti, in lui
litario, « politique d'abord ». manca una dottrina politica: egli è soprattutto un testimone,
un critico e un profeta. Rencle la testimonianza che convie'
Bernanos si batté con impegno contro l'alleanza del-
na a un cattolico, critica gli aspetti aberranti del mondo mo-
l'opportunismo benpensante e del progressismo tesa a di-
derno e ta profezie sul futuro: profezie che si sono rivelate
struggere l'unica forza sana della Francia. Egli voleva sal-
per la maggior parte esatte.
vare una corrente di pensiero che, antecedente all'Action Fran-
gaise, si era in parte incarnata in essa e da essa traeva sosten-
In lui pottono essere colti alcuni temi ricorrenti, delle
linee di principio, delle aflermazioni generali, ma non una
tamento e forza politica e culturale. Ma Maurras non ascoltò
dottrina iotttpir.t", con capitoli, paragrafi e capoversi. È il
i suoi consigli e il Pontefice a sua volta mantenne ferma la suo limite da un lato e il suo pregio dall'altro.
condanna. Solo Pio XII, nel 1939, avrebbe tolto l'interdetto
Proprio ne La grande paura dei Benpensanti Bernanos
all'Actìon FranEaise, riconoscendo che la sua dottrina sociale
riassume e condensa tutto il suo pensiero. Dopo, nei succes-
era conforme a quella cristiana.
sivi pamphlrls, svilupperà queste idee, le maturerà, darà
più rilevanza all'una piuttosto che all'altra, ma rimarrà sem-
pre fedele ai temi qui delineati.
3. ll nucleo del pensiero politico di Bernanos Punto di partenza è il sentimento della crisi che travaglia
il mondo moderno, della decadenza della società europea
1913 Georges Bernanos pubblicò La grande Paura
Nel e in modo particolare di quella francese. Bernanos, che è un
dei Benpensanti, il primo saggio storico-politico, che rimane uomo sano, l'avverte in tutte le sue fibre. << Compatisco co-
incontestabilmente il suo capolavoro. Il libro si svolge su tre loro che non sentono sino all'angoscia scrive fino alla
- -
piani differenti. In primo luoqo racconta la storia cli Eclouard disperazione, la solitudine sempre maggiore della loro razza.
Drumont, 1o scrittore anticapitalista, antisemita e antipro- L'aìtivismo bestiale, di cui I'America ci fornisce il modello
gressista, che visse tra la fine del diciannovesimo secolo e più perfetto e che cerca grossolanamente di uniformare tutti
f inizio del ventesimor ne traccia uno stupendo ritratto che i costumi, avrà come ultima conseguenza di mantenere ogni
è nello stesso tempo psicologico e storico. Sul filo di questa generazione in uno stato di incertezza in modo da rendere
biografia Bernanos narra le vicencle della IIi Repubblica, clal- impossibile ogni specie di tradizione >>.
la sconfitta di Sedan sino all'inizio clella Grande Guerra, sot- Per Bernanos il mondo moclerno, nato dalla rivolta razio'
tolineanclo certi avvenimenti e presentandoci con una mae- nalistica contro Dio, dal mito dell'autosufficienza umana e
stria superba i personaggi di quegli anni. Infine, sottesi alla da quello del Progresso come risolutore di ogni male e di
narrazione, agli slanci polemici, alle invettive, ci indica i ogni ingiustizia, è alienato spiritualmente, privo di vita__o,
punti principali del suo pensiero politico. rneglio, p.rcorro da una vitalità superficiale, a fior di pelle,
Ma ed è bene sottolinearlo Bernanos non è quel puramente nervosa. È un mondo dominato dal Denaro e da
- -
/).)
-23
élites squalificate, un mondo egoista, quindi sconvolto cla Stato nelle assemblee nazionali. Infine Ia magistratura indi-
violente lotte di classe. pendente, perché ereditaria, aveva non solo una funzione
Ha perduto il ritmo della vita naturale, il senso clei veri giuririsdizionale, ma anche legislativa, in quanto poteva an-
principi. La rivoluzione, che lo ha originato, ha distorto il nullare quelle leggi contrarie alle consuetudini costi-
significato tradizionale della proprietà, intesa in epoca feu- tuzionali e bloccare certi provvedimenti del sovrano. Luigi
dale come servizio e dovere, ha frantumato una società ge- XV così si esprimeva nel 1770: << I nostri parlamentari (cioè
rarchica basata sui principi dell'onore, della fedeltà e del ser- i magistrati) elevano la loro autorità sopra la nostra; infatti
vrzio, per sostituirla con la società del Denaro e del Succes- ci danno la semplice facoltà di proporre loro le nostre volon-
so. FIa sconvolto, invece di rinnovare, la vecchia struttura tà, riservandosi di irnpedirne l'esecuzione >>. I francesi quindi
politica europea, che non era perfetta, ma nutriva nel non erano un popolo oppresso, anche se il regime, come
suo seno ingiustizie naturali, rapporti umani >>, sempre
<< tutte le istituzioni umane, aveva molti difetti e in primo
correggibili: ha creato al loro posto rapporti astratti, privi di luogo era minato dal cancro dell'assolutismo centralizza-
ogni dimensione umana e quindi pericolosi per una società tore. Era un regime da migliorare, non da distruggere. La
civile. Ha scatenato infine ed ha sfruttato la rivoluzione in- Chiesa inoltre insegnava ai francesi i principi di una vita
dustriale, che rischia nel prossimo futuro di limitare ancora legata al ciclo naturale delle cose, alla Divinità trascendente,
di più la nostra libertà e di asservirci a una tecnocrazia priva difendeva i poveri, nobilitava la povertà, conclannava I'usu-
di freni morali. ra e il culto clel denaro sino a mettere al bando della società
Bernanos contrappone a questa società astratta, mossa dai gli usurai.
miti della Produzione e del Consumo, I'antico ordine della La rivoluzione industriale e liberale ha distmtto le istitu-
civiltà europea e francese. Non vuole riproporci un ritorno
<< zioni consuetudinarie, ha sconvolto l'or:dine sociale, ha crea-
all'indietro >), ma un ritorno ai principi spirituali che rego- to le premesse per nuove e peggiori rivoluzioni. In nome
lano ogni vera civiltà e sono norme di diritto naturale, eter- di una libertà, che è anarchica, ha asservito la maggior parte
ne e immutabili. Spiega, sviluppando, le idee di un De Mai- del popolo, trasformandolo in proletariato.
stre e di un Maurras, che la monarchia dell'Ancien Régime L'élite borghese, che ha conquistato il potere, è diventata
non era certo quella mostruosirà politica dipintaci dai pro- poi logicamente conservatrice e ha cercato di allearsi con
gressisti, che, anche nel periodo dell'assolutismo, cioè nel la Chiesa, assumendo la difesa delle tradizioni che preceden-
periodo pir) illiberale, era Iimitata da leggi consueturlinarie temente aveva combattuto. Ma la sua è stata una falsa difesa
intoccabili, da privilegi regionali, comnnali, corporativi. Sot- perché la borghesia capitalista ha mirato solo a difendere
tolinea che essa era naturalmente spinta al bene dei sudcliti, i sr.roi interessi, pronta a cedere di fronte alle nuove forze
perché questo si identificava con la tranquillità e la perma- rivoluzionarie, raclicali e socialiste, che non facevano altro
nenza sul trono della famiglia reale; che infine fungeva da ar- che sviluppare i principi da lei posti precedentemente. cioè
bitra fra i contrasti che opponevano i vari corpi e stati fra di lo- i miti clella libertà, dell'eguaglianza, del Progresso, della rivo-
ro. Il popolo a sua volta era raccolto in corporazioni professio- luzione tecnica.
nali, le quali regolavano i rapporti di lavoro e tutelavano i La Grande paura dei Benpensanti ra.cconta appunto la
diritti di tutti gli ader:enti, ed era rapresenraro dal Terzo storia di qllesto cedimento progressivo. I Benpensanti sono

24* __25
per Bernanos coloro che pensano <, bene >> ma che, o per amare disinteressatamente, di compiere un'azione << non uti-
viltà oppure per tutelare i propri interessi, ,or. ,rrrno o Ie », di compierla per fede e per convinzione.
non vogliono riaflermare concretamente queste idee, sono
Questa riuoluzione non dovrebbe però essere un sempli-
sempre pronti al compromesso, a trn modws aiuendi con ce mutamento di istituzioni
l'avversario. - la monarchia al posto della
democrazia, il corporativismo al posto dell'atomismo econo-
Bernanos sa che i veri francesi cattolici non hanno nulla mico liberale ma" soprattutto una rivoluzione spirituale.
da spartire con quella destra conservatrice, e che la loro stra- -
« Rispirituahzzare l'uomo » è la frase che Bernanos ripete
da è con la borghesia produttrice e sana, con gli artigiani, instancabilmente. Ridare il senso dell'eternità, del tempo, di
con gli operai e i contadini, con il re per continuare la rivo- Dio, della vita terrena come prova. Restituire il significato
luzione dell'ottantanove, interrotta dai giacobini e dai demo- profondo clelle cose, dell'amore, del lavoro, della famiglia,
cratici, per continuare quel moto di rinnovamento contenuto delle gerarchie, dell'onore, del servizio. Solo così sarebbe pos-
nei limiti cielle leggi del Regno, quel moto che avrebbe resti- sibile frenare la corsa del mondo tecnocratico verso il suici-
tuito maggiori libertà politiche e civili al popolo, avrebbe dio, raclunare 7e forze sane, dare una misura umana alla ri
eliminato certi privilegi dell'aristocrazia senza però distrug- voluzione industriale.
gerla, ma avrebbe impedito l'assurda storia della democrazia La grande ?aura dei Benpertsanti si conclucle con un
progressista. enorme Pamplxlet triste e violento e pessimista, in cui Ber-
Bernanos chiede insomma il ritorno ai veri principi del nanos attacca di volta in volta i conservatori impotenti e in
diritto naturale cristiano e alle tradizioni più autentiche della malafede, il mito della demo crazia, il liberalesimo, i cedi-
Francia non per restaurare un passato ormai morto, ma per menti clella Chiesa e il suo moralismo ridotto ormai al cam-
ricostruire una società giusta sulle rovine di quella demo&a- po sessuale. Bernanos non è un cattolico svirllizzato; sa be-
tica-liberale.È il discorso insomma del primo Maurras, dei ne che le scelte politiche della Chiesa non sono vincolanti
sindacalisti nazionalisti, di Péguy. Un discorso che rifiuta per un cattolico, anzi che, se questa sbagiia, ailora tocca al
però il socialismo denunciandone il totalitarismo, l'utopia iemplice fedele laico muoversi, << faire face ,>, denunciare le
inumana, la mitologia assurda e pericolosa, I'egualitarismo ipocrisie, le illusioni e i compromessi.
astratto, ma nello stesso tempo respinge la società democra- È un grido tragico, una testimonranza profetica queila
ticaliberale. È una posizione chiaraÀente controrivoluzio- che lui ci dà nelle ultime pagine del libro. Fate attenzione,
naria, l'unica possibile per chi non voglia scivolare nel totali- ci dice, voi rischiate di perdere la libertà interiore senza ac-
tarismo di destra o di sinistra o nell'accettazione passiva del- corgervene, rischiate di cliventare degli automi. Il mondo
la tecnocrazia. moderno vi lusinga, vi attira. Resistete. << Rivoluzione, demo-
crazia,laicismo sòno le diverse espressioni di un individua-
La rloh:zione che Bernanos ci propone è una rivoluzio-
lismo anarchico in cui tante volte ha rischiato di oscurarsi il
ne per la vita, << per la gioia >>, contro I'alienazione del mondo
genio della nostra razza, le cui brusche impennate sembra-
moderno. Dovrà essere compiuta, secondo lui, da chi è rima-
no sottolineare nel corso della storia ogni grave cedimento
sto << enfant », da chi ha conservato nel cuore lo spirito del- del potere spirituale. Il Mondo ripete dopo i nostri rivolu-
I'infanzia, cioè l'autenticità dei sentimenti, la capacità di zionarr queste magiche parole, ma per lui non stanno che

26- n1
ad indicare le successive tappe di un'evoluzione il cui ter- sava Coty di essere un « plutocrate ». Bernanos aveva rispo-
tnine finale è appunto il totale asservimento dell'uomo, il sto duramente ai suoi vecchi amici e la polemica, nata così
suo annullamento >>. per caso, si era trasformata molto in fretta in una rottura cla-
Bernanos termina con un grido pessimista, quasi una morosa. Lo scrittore francese, che era un emotivo, andò sino
profezia colma di collera: << La Società. che si sta creando a in fondo, riassumendo tutti i motivi che lo dividevano ormai
poco a poco sotto i nostri occhi riuscirà, a realizzare perfet- dagli antichi compagni di strada. Ma, ed è bene sottolinear-
tamente, con una sorta di rigore matematico, l'ideale di una 1o ancora una volta, egli attaccò Maurras in nome del catto-
società senza Dio. Ma noi non vi soprawiveremo. L'aria sta licesimo e della tradizione monarchica francese, non certo
per mancare ai nostri polmoni. L'aria manca. Il Monrlo che in nome della mitologia democratica.
ci osserva con crescente diffidenza rimane stupito qtrando Le accuse fatte potrebbero esse riassunte in alcuni punti:
legge nei nostri occhi la stessa oscura angoscia. Alcuni di 1. Maurras era un positivista agnostico che ricluceva tutti
noi hanno già cessato di sorridere e valutano con lo sguardo i problemi politici in termini di realismo e di politica pura.
la difficoltà dell'ostacolo... Non ci avranno... Non ci avranno Era una visuale troppo limitata per cattolici come Bernanos.
vivi! ». 2. Il nazionalismo d,ell'Action Frangaise era gretto, chiu-
A queste idee generali Bernanos rimase fedele per tutta so, privo di prospettive europee, egoista.
la vita. E lo vedremo.
3. Maurras nutriva contro la Germania un odio viscerale
e razzista, negando rla un lato I'apporto dei popoli germa-
4. La polemica con l'<< Action Francaise >> e i fascismi nici alia civiltà europea e dall'altro la loro possibilità di esi-
stere come stato unitario.
Si sono dette molte inesattezze sui rapporti fra Bernanos
el'Action Frangaise. Si è giunti persino à sostenere che Ber- 4. L'Action Frangaise si comportava sul piano pratico con
nanos aveva rinnegato le idee in cui aveva creduto preceden- un machiavellismo e un realistno degni solo di quella demo-
temente e, come Maritain, era passato dall'altra parte. A ri- crazia che condannava.
prova di ciò qualcuno ha parlato clel suo feroce antifasci- 5. Infine si era alleata con i benpensanti e i conservatori,
smo. Fascisti e antifascisti hanno fatto a gara per mantenere e aveva tradito le impostazioni dell'anteguerra, divenendo in-
in vita questo equivoco, per dipingere un Bernanos demo- sensibile ai problemi di giustizia sociale.
cratico e di sinistra. « Chi è veramente cambiato fra lui e me I
- scriveva -.
Maurras, dal tempo che chiamava Drumont il suo maestro,
La realtà è un po' diversa e, come ogni realtà, un po' più
complessa. ne ha fatta di strada... Ha fatto suo l'egoismo del partito
La rottura con l'Aclion FranEaise avvenne a causa di conservatore, la fobia per la legislazione sociale, l'immora-
una violenta polemica fra il profumiere Frangois Coty che, lità delle coalizioni manovrate dai capitalisti » 7.
proprietario di una catena di giornali, si era impegnato in Infine Maurras, a parer suo, aveva strumentalizzato tl
una battaglia di destra e aveva preso al suo fianco Bernanos,
e l'Action Frangaise. Tutto era nato da un articolo del gior-
nale monarchico in cui, a proposito di un'elezione, si accu- 7 Da Les cnJants humiliér, cap. III.

28* -_29
suo monarchismo sino a dividere la Francia, a creare una e la sua meditazione sul mondo contemporaneo. Per adesso
contrapposizione fra paese reale e paese legale, sino a sperare scriveva faticosamente, assillato clai figli, che a fine giornata
in una distruzione della Francia per realizzare sulle sue ro-
vine la restaurazione monarchica.
chiedevano:
gine l).
- Papà, tu as fait tes pages (hai fatto le tue pa-
Erano accuse molto dure, ma per tanti aspetti esatte ; anche Ma proprio a Palma di Maiorca era destino che Berna-
altri, più giovani, le stavano facendo in quel periodo alla nos assumesse un atteggiamento violentemente antifascista.
politica dell'Action Frangaise. Ricordiamo ad esempio Drieu Quali ne furono le cause e i motivi I È irnportante sottoli-
T a Rochelle, che partiva da presupposti ideologici molto nearli perché spiegano le sue prese di posizione successive e
diversi dai suoi. anche certi errori di giudizio.
Bernanos concludeva però clicendo: « La dignità della Bernanos drsprezzava la democrazia raclicalsocialista, di
vita privata di Maurras è fuori discussione, onoia qualun- cui I'anarchia e la corruzione erano le componenti princi-
que francese che faccia della penna la propria professione, pali. « Ho vissuto e visto in Spagna il periodo prerivoluzio-
- scrisse ne I grandi cimiteri sotto la luna -. L'ho
così come la parte imperitura della sua opera, la critica del- nario
1'errore clemocratico, appartiene ormai al patrimonio na- vissuto con un pugno di giovani falangisti, ricchi cl'onore e
zionale >> *. di coraggio, di cui non approvavo tutto il programma, ma
È necessario sottolineare però un fatto, che cioè Berna- che erano animati, come il loro capo, da un violento senti-
nos, benché avesse ragionc, non proponeva nulla di nuovo. mento di giustizia sociale. Affermo che il disprezzo che
La sua era una pura protesta, una testimonianza, non un nutrivano per I'esercito repubblicano e i suoi stati maggiori,
programma politico. Ancora una volta si rivelava più un ler traditori del re e del giuramento, era eguale alla giusta cliffi-
reliato che un dottrinario. denza nei confronti di un clero esperto in mercanteggia-
Intanto le delusioni, le ristrettezze frnanziarie e un grave menti e in combinazioni elettorali, effettuate sotto la sigla
inciclente motociclistico, che lo aveva reso invalic-lo a Llna dell'Accion Popular e con la mecliazione dell'incomparabile
gamba. 1o costrinsero nel 1934 a trasferirsi corì tutta la faini- Gil Robles >>. Bernanos quindi era contrario al regime repub-
glia nell'isola di Maiorca, dove la vita costava molto meno blicano spagnolo così come 1o erano i monarchici e i falan-
che in Francia e clove avrebbe potuto lavorare con maggiore gisti. « Noi non speravamo nulla né dai militari né dai cle-
tranquillità. Con l'editore Plon aveva fatto un contratto per ricali. Fino all'ultimo giorno I'Accion Popular, che rag-
cui si impegnava a consegnare ogni settimana un nllfiìero gruppava i nove decimi dei vecchi partiti moclerati, si era
fisso di pagine di un romanzo in cambio di un compenso. mostrata furiosamente democratica, appassionatamente par-
Così si era messo a lavorare di buona lena ogni giorno a lamentare. Il suo odio per la monarchia era pari a quello che
quello che sarebbe diventato rl Diario di un curato dì cam- provava per la Falange... Il celebre gesuita Laburu faceva il
pagna, il suo capolavoro, dove avrebbe espresso in un lin- processo ai monarchici e agli aristocratici davanti a un
guaggio misurato, moderno, tutta ia sua visione cristiana pubblico numeroso dove gli operai comunisti non erano cer--
to gli ultimi ad applaudire,> o.

s Ibidem. tl Les grands cimitières sous la lutte, Plon, I partc, cap. III.

30- -31
piere gli stessi atti della rivoluzione giacobina, proprio per-
Così, quando nel '36 scoppiò l'insurrezione dei militari
ché partiva da concetti cristiani e aveva il senso del rispetto
contro il governo, Bernanos si schierò con i primi. << Io non
rlell'uomo. La violenza necessaria sì, l'assassinio inutile e
avevo
- scrisse sempre ne I grandi cimiteri sotto la luna -
nessuna obiezione di principio contro un colpo di stato falan-
sistematico, no. La guerra sì, la carneficina della popolazione
inerme, no. Il suo sdegno si tramutò, per un processo psico-
gista o carlista. Conoscevo e conosco la parte legittima ed
logicamente comprensibile in un temperamento molto emo-
esemplare delle rivoluzioni fascista, nazista o staliniana. Hi-
tivo, in un odio senza limiti contro il fascismo italiano, odio
tler, Stalin e Mussolini hanno compreso perfettamente che so-
pari solo a quello che nutrì più tardi nei confronti di Hitler
lo la dittatura è capace di vincere l'avarizia delle classi bor-
ghesi. Io non condanno l'uso della forza ma la sua mistica:
e del nazismo.
Con 1 grandi cimiteri sotto la luna, Les enfants humiliés,
cioè la religione della forza messa al servizio dello Stato tota-
Scandale de la uérité, Nous oah'es frangais, Le chemin de
litario e clella dittatura di Salute Pubblica, consiclerata non
come un mezzo ma come un fine... Se devo essere sincero
la Croix-des-dmes, Bernanos continuò dal 1938 al 1945 in
questa violenta polemica pur sottolineando continuamente
ho accolto i primi aerei italiani senza dispiacere...,>to.
Bernanos approvò anche la decisione del figlio che aveva
il suo disprezzo per le società democratiche occidentali: a
questo proposito la famosa Lettre aux anglais è un docu-
indossato l'uniforme della Falange. In essa probabilmente lo
mento estremamente significativo. Bernanos condanna a chia-
scrittore francese vedeva rivivere i sogni della grovinezza,
re lettere la società americana in pagine roventi e torrenziali.
le discussioni ai Cercles Prowdhon, \a voce appassionata di
Per Bernanos il fascismo si identificava con il nazismo,
Charles Péguy, la volontà di costruire una società cristiana
era sinonimo di totalitarismo. Certe manifestazioni del regi-
che rendesse agli operai una giusta clignità e li liberasse dai
me italiano awaloravano giustamente Ia sua opinione. Ma
miti marxisti. << Certo
- scrisse più tardi - io giudico la
vecchia Falange onorevole, e mai e poi mai paragonerò un
egli lo giudicava troppo dall'esterno, in base agli atteggia-
menti ufficiali, alla dottrina del fascismo che Mussolini e
capo magnifico come f. A. de Rivera ai generali astuti
Gentile avevano tracciato a grandi linee sull'Enciclopedia
che sguazzano da diciotto mesi a questa parte con i loro
italiana. Bernanos non era mai venuto in ltalia e quindi non
stivaloni nei più schifosi carnai della storia » ".
aveva potuto cogliere la complessa realtà politica-sociale del-
Ma i massacri in massa della popolaziote di Maiorca,
la penisola, dove la monarchia, le tradizioni cattoliche e certi
molto spesso ingiustificati, pari in ferocia a quelli compiuti
costumi tradizionali cli vita erano elementi fondamentali.
dai rossi, disgustarono Bernanos. <<1-'epurazione a Palma è
Del fascismo si era fatta un'immagine sanguinosa e nessuno
stata un'operazione preventiva, uno sterminio sistematico
sarebbe riuscito a convincerlo del contrario. Probabilmente
dei sospetti >>. Lo scrittore francese non poteva ammettere un
Terrore controrivoluzianario perché per lui, come per De
gli sarebbe parso inconcepibile che cattolici come Papini e
Maistre, la controrivoluzione non poteva né doveva com-
Giuliotti non fossero antifascisti...
Il suo antifascismo assunse un aspetto irrazionale, visce-
rale, accomunandosi così a quello di certi uomini che in
1o Ibidem.
realtà erano suoi awersari e di cui non poteva certo condivi-
LL ll, lI. dere le idee. Che cosa c'era infatti di comune fra lui ed Ara-
Lcs grands cimitièrcs,

-JJ
gon, {ra lui e i radicali e i cattolici progressisti t Egli infatti Un altro motivo che lo spinse ad essere violentemente
iontinuava ad essere monarchico e su posizioni sociali simili .rtifascista fu la guerra del 1939: Bernanos aveva lasciato
a quelle dei padri spirituali del fascisrno spagnolo ed ita- ll Francia nel 1938, disgusrato dai governi di sinistra, dalia
liano: basti pensare che i suoi maestri erano Drumont e corruzione, dalla decadenza clella nazione. Era andato in
Péguy. Citiamo due frasi tratte da I grandi cimiteri e che -Sr-rcl-America, prima in Paraguay, poi in Brasile, per allevare
illustrano meglio di ogni commento la sua posizione: <<Il bcstiame e vivere in campagna, lontano da un iegime che
democratico, e in modo particolare l'intellettuale, mi sembra scntiva estraneo e ostile.
il tipo di borghese più odioso ». E più oltre: << La democra- Laggiù aveva appreso la notizia della sconfitta francese,
zia sociale ha sfruttato f idea di giustizia e non ha mante- «lcll'invasione tedesca e infine della costituzione del governo
nuto nessuna delle promesse fatte, salvo quella del servizio rli Pétain. L'ultimo episodio lo aveva fatto adirare iÀ modo
nrilitare obbligatorio e della nazione armata. La democrazia incredibile. La sua polemica contro le destre divenne violen-
parlamentare ha sfruttato I'idea del diritto. La democrazia tissima: rimproverò loro l'alleanza con il nemico, con il na-
guerriera mobilita r ragazzi di sette anni, prostituisce l'eroi- zismo ed il fascismo.
Jmo e I'onore. Le democrazie autoritarie clistruggeranno con La figura di De Gaulle invece gli fu subito simpatica per-
loro anche il ricordo di ciò che fu la libera Monarchia cri- ché aveva rifiutato di arrenclersi e non aveva rinunciato lll,
1'.
stiana >> réuanclte. Bernanos non si smentiva: era sempre un nazic-
In queste parole è facile cogliere, al di 1à della polemica rralista. Per cinque lunghi anni scrisse pampltlets, incitando
contingente, il rifiuto di Bernanos di lasciarsi strumentaliz' i francesi alla Resistenza, alla ribellione.
zare dalla dialettica degli opposti, cioè dalla contrapposizio- II suo antifascismo quindi esprimeva in parte la sua
ne <, democrazia-totalitarismo >>, che è una contrapposizione passione nazionalista e in parte il suo antitotalitarismo per
solo apparente. Infatti il totalitarismo moderno si esprime sia i motivi che abbiamo spiegato prececlentemente. Era, , *odo
attravèiso le democrazie ài massa che attraverso le dittature suo, fedeltà alle idee in cui aveva sempre creduto.
di destra e di sinistra. Nelle prime la mancanza di libertà Ma la polemica fu talvolta ingiusta, oltrepassò i limiti;
dell'uomo viene mascherata da un'apparente libertà di pen- Rernanos era un uomo sanguigno, senza misure, irrazionale" I
siero e di movimento, orientata però dalle élites che control- libri scritti fra il 1938 e 111944 rivelano gravi limitazioni for-
lano i mezzi di persuasione occulta, nelle seconde appare in- mali proprio a causa di questa passionalità non frenata, non
vece alla luce del sole e viene assunta come sistema ideolo- arginata. Sono torrenti di parole, di invettive, spesso stan-
gico francamente dichiarato. canti.
Bernanos era antidemocratico e antitotalitario perché au- Qualcuno non ha perdonato a Bernanos l'atteggiamento
spicava una società organica e gerarchica, legata alle- tradi- assunto al momento della Liberazione, quando dall'America
iioni nazionali, diretta da w'élite quahficata e fedele ai incitava le forze della R.esistenza a fare giustiza dei << tra-
principi del diritto naturale cristiano. tlitori >> e quando, davanti agli sforzi fatti da Mauriac e da
altri intellettuali francesi per salvare dalla morte Robert
Iìrasillac, il giovane poeta condannato dai tribunali della Li-
12Les grands cimitières sous la lune, III, I e, per la seconda citazione, II, I'
berazione, non spese una sola parola in suo favore. Se il giu-

34-_- _.35
rc, la sua libertà più autentica, di essere asservito a una so-
dizio sull'uomo Bernanos, su quell'uomo che nel 1936 si
r:ictà alienata non solo da Dio ma anche dalla semplice na-
era sdegnato per i massacri compiuti dai fascisti e nel 1944
tLlra umana.
era rim-asto insensibile di fronte alle purghe fatte dai socia-
Gli ultimi scritti sono tutti modulati su questo tema prin-
listi e dai gollisti, può essere in questo caso severo ", non dob-
cipale, la difesa della libertà umana; ma non della libertà
biamo p.à .orrfot dere un errore, grave senza dubbio, con
tlei liberali e dei democratici, la libertà cioè clel disordine,
le sue iàee che erano ben lontane da quelle dei suoi momen-
rlella speculazione senza freno. Bernanos parlava della li-
tanei compagni di strada.
bertà intesa come atteggiamento interiore, come strumento
<li elevazione spirituale, come capacità di aderire e di cono-
scere la verità, di fare il bene: era il concetto cristiano di li-
5. Bernanos contro il rnondo tecnocratico
bertà, non dimentichiarnocelo. Bernanos continuava insom-
ma il discorso iniziato con La grande paura dei Benpensanti;
Nell'estate del 1945 Bernanos, invitato espressamente clal ma) mentre allora aveva attaccato soprattutto i radicali, qui
generale De Gaulle, rientrò in Francia, acclamato dai gior- si rivolgeva contro il marxismo, il comunismo, il progres-
iali della sinistra laica e cattolica e attaccato cluramente da sismo cristiano, la tecnocrazia agnostica.
quelli di destra. « Si chiami capitalista o socialista
Ma dopo qualche tempo tutti rimasero sorpresl e scan- mondo è fondato su una precisa concezione - scriveva - questo
dell'uomo, co-
dabzzati. B.rrrrto, non era pitì quello che credevano' Era mune sia agli economisti inglesi del diciottesimo secolo che
un altro... O semPre lo stesso ? a Marx e a Lenin. Una volta si diceva che I'uomo era un ani-
I suoi articoll poi raccolti postumi in Frangais, si uous male religioso. Il sistema odierno I'ha definito una volta per
sauiez,le confereirie riunite in-Riaoluzione e liber'à (che è, tutte come un animale econornico, non soltanto come schia-
dopo'La grande paura d.ei Benltensantl il saggio più signl vo ma come oggetto, materia pressoché inerte, responsabile
ficàtivo, .a è forràrrrentale per comprendere gli ultimi suo-i del determinismo economico, senza alcuna speranza di libe-
atteggiamenti), e infine il pamphlet I'-a Francia contro gli rarsi, non conoscendo altra certezza che l'interesse e il pro-
dut;;i con estremo vigore la polemica di. Berna-
"rpr.rr.ro fitto » 1n.
,ro, .orrtrà gli aspetti aberranti del mondo tecnocratico mo- Bernanos coglie, al di 1à delle differenze ideologiche, la
derno e delle democrazie di massa. profonda unità della nostra epoca. Vede che anche in Occi-
Egli sapeva che il totalitarismo non era morto' Erano dente la società moderna si è ormai allontanata dal cristiane-
*or,i i ,.gtmi dittatoriali, cioè un'espressione di esso' Ma esi-
"florido simo, anzi è diventata fondamentalmente anticristiana. Il
steva più che mai il totalitarismo democratico e tec-
processo di scristianizzazione è giunto a tal punto che la po-
,.o.rrii.o. L'uomo rischiava di perclere la sua libertà interio- lemica antireligiosa, così viva alcuni decenni orsono, è oggi
sostituita da un atteggiamento di neutralità benevola nei

Dall'alua partc della barricata un collaborazionista come Pierrc Drieu La


13 Ro-
Àelle difese, durante I'Occupazione, molti intellettuali antifascisti, facendo usci- 14 La Francia contro gli automi, cap. L.
;; di p;ù";., fra gli altri, i"r,r. . Paulhan, 1'attuale direttore della N'R'F'

36- -37
confronti della Chiesa. Lo Stato << è ben contento scrive Bernanos capiva però che la debolezza e le dimissioni delle
- llites cattoliche di fronte al marxismo era il loro abitua-
Bernanos
- che voi formiate dei parrocchiani inquadrati,
disciplinati, docili alle vostre istruzioni, a ogni mutamelìto lc comportamento, il costante cedimento di fronte alle forze
di fronte, con una filosofia molto generale della politica, ra- rivoluzionarie, un tempo liberali e capitaliste, e oggi comu-
ramente applicabile ai casi concreti e capace di giustificare niste. I benpensanti cattolici continuavano ad arretrare, co-
qualsiasi concessione fatta in nome del male minore : asso- lne avevano sempre fatto, cercando di compromesso in com-
luta nei principi, opportunista nella pratica ». promesso di difendere quel poco di spazio che restava anco-
Il dramma della nostra epoca è che molti cattolici abbia- ra loro. Gente vinta, priva di vera fede, destinata a soccom-
no accettato un simile compromesso destinato prirna o poi bere di fronte al totalitarismo moderno.
ad annr"rllare ogni loro influetva in campo culturale e so- Bernanos afferma a chiare lettere che non tutti i cattolici
ciale. Per qtÌesta ragione Bernanos attacca i democristiani sono così, che vi è una minoranza che non si arrende, a cui
progressisti francesi con una durezza che oggi risuona in i giovani clevono guardare, a cui clevono unirsi per compiere
tutta la sua attualità: << Non intendo lasciarmi classificare una rivoluzione contro il << sistema >>, contro il mondo tec-
come democristiano... L'ultimo graclo di corruzione per una nocratico, contro il pericolo incombente di un asservimento
parola è di poter servire a tutti indistintamente; e questa spirituale e materiale dell'uomo. « La civiltà delle macchine
sarà la fine della parola demacratico, lo temo. Ford tiene a è la civiltà dei tecnocrati, e nel sistema della so-
questo pseudonimo quanto Stalin. Maritain lo rivendica in
-cietàscrive -
tecnocratica un imbecille può giungere ai più alti gradi
nome di San Tommaso e, al tempo della mia partenza dal- gerarchici senza cessare di essere un imbecille: un imbecil-
l'America, alcuni gesuiti spagnoli, fino allora così favorevoli le più o meno decorato. La civiltà delle Macchine è una ci-
al franchismo [... 1, cominciavano, pur ancora timidamente, viltà della Quantità opposta a quella della Qualità. Gli im-
a rivendicarlo. Io preferisco da parte mia rifiutarlo t..]. becilli dominano per il numero, essi sono il numero. L'ho
Non pensate cl'altronde che << cristiano democratico >> suo- già detto, lo dirò ancora, lo ripeterò fino a quando il carne-
nerebbe meglio di << democratico cristiano ,>, anche se nel se- fice non avrà annodato sotto il mio mento una cravatta di
condo caso il primo nome serve di copertura al secondo ? Ma canapa: un mondo dominato dalla Forza è un mondo abo-
a che serviranno domani queste malizie ? Stalin non è più minevole, ma il mondo dominato dal numero è ignobile » '0.
democratico né cristiano, e voi sarete epurati sia come demo- II monclo tecnocratico, diretto dai miti della produzione,
cratici che come cristiani. Io preferisco essere epurato come del consumo e dell'effi cienza, privo di un tessuto spirituale,
cristiano, sarà una cosa più semplice e piìr chiara. E, poiché aliena I'uomo, lo distrugge; e nello stesso tempo distrugge
parliamo di aggettivi qualificativi, con che cliritto viene usa- le libertà civili e politiche. « Imbecilli ! scrive in un passo
to il termine di cattolico d'avanguardia I I cattolici di sini' famoso
-
Avete voluto una società senza gerarchia né prr-
stra... mi sono sempre parsi come l'estrema sinistra reazio'
-.
vilegi, perché ai vostri occhi ogni tradizione era un freno,
naria, per non dire ritarclataria, della tribù marxista in mar- un ostacolo al Progresso, un pregiudizio. Ma non vi è nem-
tu.
cia verso la terra promessa ,>

15 Dall'articolo Les c'atholìques d'arrière garde, ne << La bataille » del 3-4-48' lB La Francia cofitto gl; aarami, cap, Yll,

38* *39
meno passata per la mente f idea che la tradizione fosse una spiega Bernanos, non sono un fatto abnorme, da dimenti-
difesa contro l'attività del potere. Con il pretesto di non op- carsi. Riguarclano tutti noi perché sono la prima manifesta-
porre nessuna limitazione al Progresso, voi avete sognato di zione di un'alienazione che diventerà normale nei decenni
costruire una società disponibile per qualsiasi esperienza so- futuri, se non sapremo reagire su un piano spirituale.
- trottola montata su un cuscinetto
ciale, una Società a sfere Egli, che aveva sperato nella Liberazione francese come
chiamato sufiragio universale e così sensibile che qualche mi- nel primo atto di una rivolnzione contro il mondo moderno,
gliaio di voti è capace di cambiarne l'orientamento. Eh, sì, come in una rivolta della Francia contro la società totalitaria
la teoria scritta sulla carta bianca faceva un bell'effetto! Ma
per la costruzione di un mondo nuovo. in cui l'uomo fosse
I'astrazione rimane un'astrazione, e questa società ha oggi
perduto volume e peso >> ".
restituito alla sua misura più naturale, si dichiara deluso. Ma
Ma ormai anche la parola democrazia, è diventata senza spera ancora. Spera nelle nuove qenerazioni. <, Giovani fran-
senso, perché una nuova élite tecnocratica ha preso in mano cesi, tenete duro, siate saldi, fate fronte! Sappiate opporvi an-
il potere e 1o mantiene servendosi di vecchie ideologie bat- cora per un po' di tempo finché qlreste generazioni fallite
tezzate nell'Ottocento e che ormai servono solo più come giu- non siano ridiventate polvere » 18.
stificazione agli occhi rlelle masse. Sono gli trltimi mesi di vita. Sofferente. Bernanos scrive
Il mondo del futuro che Bernanos dipinge è un mondo qrrell\-rltimo stro capolavoro che è Il dialosrt rlelle carmeli-
sterllizzato, programmato in tutti i particolari, il mondo do- tdne, ttttto modulato sui temi della morte. della reversibilità
ve ogni cora saià valutata con due sole coppie di aggettivi: dei meriti, del sacrificio e della stlvezza eterna. Vorrebbe
« utile-inutile >> e << divertente-noiosa »; il monclo dove non
scrivere ancora rrna vita di Gestr. Ma la morte lo stronca nel-
ci sarà più tempo per pensare perché la televisione, la radio,
la primavera del 1948.
il cinema, i giornali penseranno per noi, il mondo dei rap-
porti umani iemplificati, resi facili, dove tutto sarà solo più Poco prima aveva detto del resime della IV Reoubhlica:
irn u problema >> da risolvere, dove non esisterà pir) il « mi- << f,a Francia non ha mai conoscittto un regime niù mediocre

stero » né Dio. Il grido di Bernanos si fa sempre più vio- di quello che nel 1945 si è imoosto a lei come liheratore e
lento, più acuto, più straziante. Si unisce a quello di altri non ha smesso di prostituire o. Dittttosto. di ridicoliz,zare in
scrittoii francesi, a Simone Weil, a Saint-Exupéry, a Céline, suo favore il termine di Liberazione. Mai prima d'ora la più
a Drieu La Rochelle. È un grido di rivolta contro una so- bassa e volgare corruzione era giunta a un tal grarlo non tanto
cietà priva ormai cli una misura naturale. È un grido di ri- di cinismo (...), m" di incoscienza quasi ptrerile" nel com-
volta contro un mondo dominato dalla Superbia, contro una mercio delle cariche, nel sofiocamento degli scandali e nella
società che viene costruita su leggi puramente astratte, rica- mostra oscena delle mediocrità socldisfatte >>
10.

vate da operazioni << cerebrali >>. Le camere a gas, i massacri


di Stalin, i bombardamenti a tappeto degli americani, ci
LaDa Les cahiers de la Pléiades, giugno 1948, << Aussi tenu qu'un fil de soie >>.

l9Da «L'Intransigeant», 13-3-1948, L'assouuinent des consciences.


17 Da << Carrefov », 16-7-1947, Notts sotnmcs cn giletre.

40-_ -41
6. ÌJernanos e noi portare cento altri. Ma il lettore intelligente non ne avrà
bisogno. Coglierà sin dalle prime pagine dei suoi scritti
questo amore per la vita in nome del quale egli denunciò
A distanza di anni Ia voce di Bernanos, spentesi le pole- I'infelicità e l'alienazione del mondo contemporaneo.
miche contingenti, è rimasta viva e attuale.
Come accennavo prima, Bernanos non è mai stato un
Il cristianesimo di Bernanos non è però solo un fatto
privato senza conseguenze sul piano pubblico; ma si espri-
dottrinario politico, un teorico. È stato qualcosa di diverso:
me in ben precise convinzioni di ordine politico e sociale,
il testimone di un'epoca e il maggiore iomanziere francese che rifiutano le false contrapposizioni ideologiche di oggi.
di ispirazione cattolica, quello che meglio ha saputo espri-
mere la ricchezza e la profondità della vita cristiana. << Io Lo scrittore francese, che aveva attaccato nei suoi primi
non sono che un testimone aveva scritto in Riuoluzione libri ìa società Iiberale perché fondamentalmente anticri-
-. stiana, non era certo tentato dal marxismo. Anzi, come ab-
e libertà
-, rendo testimonianza a ciò che vedo. Vedo co-
struire un monclo in cui biamo accennato prima, sentiva che esso era degno figlio
- e non esagero, crecletemi
- l'uomo
non riuscirà a vivere: o, meglio, ci potrà vivere a patto di spirituale del liberalismo economico perché ne assumeva gli
essere sempre meno un uomo >>. stessi miti del Progresso, della fede in una società organiz-
Ecco quali sono i due temi fondamentali della sua opera: zata da un punto di vista puramente materiale, del paneco-
la denuncia dell'enorme << imposftrra » del mondo moderno nomicismo, perché odiava allo stesso modo le gerarchie na-
e il richiamo al vero cristianesimo, a un cristianesimo non turali in nome di un egualitarismo astratto.
da donniciole, non falsamente putibondo e moralistico, ma Bernanos si irritava moltissimo quando certi cattolici pro-
virile. gressisti mascheravano in un linguaggio cristiano le tema-
tiche del marxismo sulla povertà. << Credo
Basterebbe a questo proposito rileggere quel libro incom- - diceva - che
Cristo sia venuto al mondo per salvare le nostre anime e non
parabile che è il Diario di wn cwrato di campagna per coglie-
re appieno la sua visione della vita. I temi della caduta ori- per estirpare la povertà dalla terra come se fosse la nemica
ginale, clel peccato, della Grezia, della clannazione, della numero uno del genere umano e il peggiore dei fagelli. Che
salvezza e della preghiera, per citare i più significativi, sono Hervé mi accusi di voler perpetuare la povertà per il gusto
presentati sotto una luce viva, neila loro più autentica verità. rlel pittoresco o per sadismo religioso, poco importa! Io con-
tinuo a credere che il modo migliore, per non dire l'unico,
Qualcuno ha sostenuto che il cattolicesimo di Bernancs
era inquinato da una punta di giansenismo, che era un cattoli- di liberare realrnente il povero, è di diventare volontaria-
cesimo nero, in cui veniva esaltato il rifiuto di questa vita per mente poveri al posto suo e di servirlo. I cristiani degenerati
la vita eterna. Ma l'accusa si è rivelata infondata cli fronte alle trovano molto meno costosa la formula marxista. Se l'uomo
pagine in cui egli, sia clirettamente che per bocca dei personag- ò ciò che pensa Hervé, la formula marxista è senz'altro la
gi, esprime il suo amore per la vita, per la natllra) per le perso- rnigliore. Ma se l'uomo è realmente quel che penso io, mi
pcrmetto di augurare nulla di buono a questa premura uni-
ne. << Ho amato molto gli uomini
pagna prima di morire
- dice il curato di cam-
ed oggi capisco che questa terra vcrsale per il povero, che coincicle misteriosamente, pericolo-
-
dei vivi mi era dolce e cara >>. È un esempio; ne potremmo samentente o troppo chiaramente * con un rinnegamento
-
42* -43
non meno universale del Povero dei Poveri, in cui tutta la tanìente le macchine o il progresso tecnico. Egli denunciava
20
povertà si divinizza >> . una certa despiritualizzazione dell'uomo che aveva permesso
' I' questa frase c'è tutto Bernanos e il nucleo del cattoli- uno sviluppo abnorme della tecnica e un asservimento psico-
cesimo. O lo si accetta o se ne è fuori' I1 regno di Dio non
po- logico dell'uomo all'organizzaziore tecnocratica. In sé la
trà mai essere c1i questa terra. La società perfetta non--è né macchina, precisava, è uno strumento. È buona o cattiva se-
potrà mai essere di questo mondo'-Chi corre incontro all'uto- condo il valore che le si dà. « Non si tratta di distruggere
ii, aat" società perfetta rischia di rrasformare i continenti - scriveva - ma di fronteggiare un immenso
le macchine
in immensi campi di concentramento' rischio, cioè I'asservimento dell'umanità non tanto alle mac-
Bernanos ci mostra costantemente i nostri iimiti di
uo- chine, come vorrebbero farrni dire gli imbecilli, quasi che
ci aspettassimo un giorno di essere portati a spasso da un pic-
mini, ci invita a non peccare di superbia' Se fosse ancora
colo robot a rotelle, come oche
vivo, è facile immaginàrci f ironia con cui attaccherebbe - e, tuttavia, dopo tutto, chis-
le
f""oscientifiJhe di padre Teilhard de Chardin' il suo sà1...
-, non l'asservimento alie macchine, rna l'asservimen-
"i.pi.
ideàlismo evoluzionistico ìfruttato osgi c1al1a cultura
pro- to alla collettività proprietaria delle macchine r, ".
gi.ttiti, per teorizzare la convergenza fra comunismo e Questo è stato l'ultimo suo grido pessimista * lui giudi-
cava gli ottimisti degli imbecilli ma colmo di speranza
cristianesimo.
nella nobiltà dell'uomo, nella sua - forza. Ha denunciato a
Bernanos ci ha insegnato invece a comprendere--le
sem-
realtà naùrali, senza le quali- n-ulla di.buono tinte fosche il futuro per spaventarci, per farci toccare con
pfia .
"-ili
può esistere su questa terra: la famiglia, il lavoro' la
pre- mano l'enorme pericolo che stiamo correndo. Ha chiesto
politica intesa come gerarchia ai francesi, che egli considerava in una visione ingenuamente
;;i; 1; òrri.tr, la comunità nazionalista come il popolo eletto, come quello che aveva
di élites,basata ,ton ,rt rnito dtll' democrazia di massa ma
mag- dato all'Europa un esempio di civiltà e che in awenire pote-
ì"1i" gi"to scelta dei migliori, cioè <li quelli che danno
del diritto na- va salvarla dalla dittatura tecnocratica, ha chiesto loro di
;il ?;.;; zie di riman.i' fedeli alle norme muoversi, di agire.
iurrl.- cristiano.
Ha sempre rifiutato cli lasciarsi inquaclrare, di farsi an-
Infine ha denunciato a chiare lettere l',alienazione spiri-
foga e nettere dalle fazioni. Giunto alla fine ciella vita ha ribadito
tuale della nostra epoca. Spinto clalla sua abituale
ancora una volta ciò che aveva scritto nel 1935 sulla rivista
clalla delusion. prourta aliindomani della Liberazione'
è

condannare il nostro tempo' quasi Marianne: << Non sono democratico né repubblicano, né uo-
;i"*. in alcune prgit g a di mo cli sinistra né uomo cli clestra; ma allora direte voi
i negargli .rn, pàrribilità salvezza' Aveva torto? Tocche- chi sei I Sono un cristiano. Se non 1o fossi di- nascita (come
-
rà a noi risPondere.
Ma è necessario sottolineare ancora una volta che il suo
lo sono, malgrado tutto, la maggior parte dei francesi) lo di-
quello venterei di corsa, oggi stesso. Perché ? Mio Dio, per una ra-
non era un atteggiamento c1a reazionario ingenuo'-.di
indiscrimina- gione molto semplice, alla portata di chiunque, che questo
che loda il u buon tempo antico '> e conclanna

2L Ctr.: Riuoluzione e libertà, Borla eriitore, 1963.


20 f)a una « Lettre a Temps Présent >> nella rivista omonima del 29'3'1946'

44* -45
rnondo sta per saltare in aria. Nessuno può essere certo do-
po l'esplosione, sempre che sopravviva, ài avere ancora uno
stato civile, una famiglia o una patria. Io avrò invece un
no_
me: quello di cristiano. Perché quando il fumo dell,esplo_
sione si sarà diradato, noi potremo raccogliere ad unal ad
una nelle ceneri tutte le verità, e non saràìna cosa compli-
cata, ne sono sicuro. Con queste ricostruirerno il mondà ».

ANTOLOCIA

46-
TRADIZIONE E RIVOLUZIONE FRANCESE

La riuoluzione dell'\9 e la tradizione francese

Per capire qualcosa del grande movimento dell'89, che


fu soprattutto un grande movimento di speranze immature,
una specie di illuminazione profetica, bisogna cercare di
comprendere l'uomo di quel tempo. L'uomo del diciottesimo
secolo è vissuto in un paese vibrante di idee di libertà. Gli
stranieri non s'ingannavano, soprattutto I'inglese Dallington,
che de6nì la Francia del 1772 una grande democrazia ».
<<

« Ogni città da noi, diceva amaramente duecento anni pri-


ma Richelielr, non meno centralizzatore di Robespierre, è
una capitale. Ogni comunità francese, infatti, sembra una
famiglia che si governi da sé; iI più piccolo villaggio elegge
i suoi sindaci, i suoi consiglieri, il suo maestro di scuola, de-
cide la costruzione dei ponti, I'apertura di strade, litiga con
il nobile, con il curato, con il villaggio vicino >> (i nostri con-
tadini sono sempre stati terribilmente litigiosi). Anche le
città eleggevano il loro governatore, i loro giudici popolari,
mantenevano le loro milizie, decidevano sovranamente sul-
le questioni municipali. Nel 1670, sotto il regno di Luigi
XIV, il principe di Condè, Governatore di Borgogna, con-
vocava in assemblea generale gli abitanti di Chalon+ur-
Sadne e, prendendo la parola, chiedeva per i Gesuiti il per-
messo di stabilirsi in città. Dopo di che si ritirava per lascia-

--.49
re all'assemblea libertà di discussione. La sua richiesta non lcrlc e nell'entusiasmo, perché non fu un'esplosione di col-
veniva accettata dalla grande maggioranza: gli abitanti di lcra, ma un'immensa speranza accumulata. pèrché tentare cli
Chalon-sur-Sa6ne non volevano gesuiti. [.rci credere che è uscita dagli inferni della miseria I Il tecle-
sco Wahl conclude così il suo libro: « I cinquant'anni che
Ripeto che, difendendo I'uomo del passato, io difendo precedettero la rivoluzione furono un'epoca ài formiclabi]i
la nostra tradizione rivoluzionaria. È possibile che quest'uo-
lrrogressi ». Nelle sue Ricerclte sulla popolazione francese
mo sia sempre stato un burattino, ammaestrato da secoli a Menancie scrive, nel 1788: << Da quarant'anni tl prezzo d,el
coricarsi ai piedi di padroni implacabili e a leccar loro le grano diminuisce e i salari aumenrano ». Dal lBf al tlgg le
mani ? È possibile che la famosa pagina di La Bruyère, la cifre del commercio sono raddoppiate. Dal 1737 al lZgZ ven-
quale esprime soprattutto I'orrore e il disgusto di un abitan- goro .costruiti cinquantamila chilometri di stracle ; « si può
te raffinato della città per i contadini grossolani, abbia sem- rlire, diceva Necker, che il prodotto di tutti i diritti di consu-
pre maggior risonanza dei tanti lavori e delle ricerche disin- mo aumenti di due milioni I'anno ». La Francia ha degli
teressate di storici importanti ? C'è una tradizione francese scienziati come Lavoisier, Guyton, Morveau, Berthollet, Mù-
della rivoluzione, una tradizione Universale, una rivoluzione ge, Laplace, Lagrande, Daubeton, Lamarck, )ussieu; il bat-
della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, che si distingue tello a vapore di /ofiroi d'Abans naviga sul Doubs, Filippo
in maniera assoluta -- ideologicamente e storicamente - Lebon scopre ii gas illuminante, i fratelli Montgolfier l,".io-
dalla tradizione tedesca. Non è questo il momento di dire yg1o. Turgot decreta il libero commercio dei grani nel 1274.
qual è la migliore fra queste due tradizioni; chiedo soltanto Nel 1777 è proclamata la libertà di culto, neI-LZT6 si crea il
di non confonderle, di non diffamare il popolo francese sino monte di Pietà per il prestito su pegno, al tasso moderatissi-
a fare di questa comunione eroica di tutta una nazione, in mo del 3%.Più tardi il Re riorganizza interamente il servi-
piena lorza. in piena gloria, una specie di insurrezione sen- zio postale e decide che sarà rispettato il segreto epistolare
za catattere proprio, un'insurrezione di servi stagnanti da anche dagli ufficiali giudiziari
secoli nelf ignoranza, nella sporcizia, nella miseria, un'in- - riforma che
Nazionale non poté né osò mantenere...
ia Convenzione
Inoltre, il francese
surrezione di servi profittatori che colgono qualsiasi occa- del diciottesimo secolo non è un cane che spezza la sua cate-
sione favorevole per annullare mille anni di storia, come un na, un montone divenuto rabbioso, ma un uomo fiero del
mendicante che di notte incendia la cascina dove gli è stata lavoro dei suoi avi, cosciente della grandezza della sua storia
rifiutata l'elemosina. Ripeto che la rivoluzione dell'89 è stata e che si crede alle soglie di una nùov, civiltà, sorra dal suo
la rivoluzione dell'uomo, mentre la rivoluzione tedesca, di slririto e dalle sue mani, fatta a sua immagine e somiglianza,
tipo marxista, è la rivoluzione delle masse, ispirata non dalla una nuova età dell'oro. Non fu in questo momento cÈe l'Ac-
fede nell'uomo, ma dal determinismo inflessibile delle leggi cademia di Berlino scelse come soggetto di concorso: << Ra-
economiche che regolano la sua attività, anch'essa orientata gioni della superiorità della lingua francese >> I
al suo interesse.
Ancora una volta non oppongo qui due ideologie, ma le Da La France contre lcs robots, ca"p. IV, l9+1.
distinguo. Se la rivoluzione de11'89 è diventata subito una
delle pir) belle leggende utnane è perché incominciò nella

50-
-51
si riallaccia a San Luigi, mentre quella del '9.3 a Filippo il
La riuoluzione francese e il denaro Ilello. Gli uomini dell'89, anche se repubblicani, si sarebbero
intesi alla perfezione con Enrico IV; erano gli uornini della
La rivoluzione avrebbe dovuto e avrel:be potuto unire i monarchia popolare. Benché siano stati regicidi, gli uomini
francesi. E per un certo periodo di tempo ci è anche riuscita'
del '93 appartengono invece alla traclizione della monarchia
Ma è durato po.o, perché la rivoluzione è stata stroncata [..'].
assoluta, quella di Carlo V, di Filippo II, di Luigi XIV stes-
I francesi p.tò h"nro conservato il ricordo di quella co- so, influenzato così fortemente dal sangue spagnolo che ave-
munione eroica, comunione nel fervore, nella speranza e
va per parte di madre. Gli uomini dell'S9 non hanno lasciato
nel sacrificio, che fece delle famose feste della Fédération delle vere eredità, la loro opera è da riprendere. Ma gli uo-
Nationale una delle manifestazioni più straordinarie della
mini del '93, gli uomini infessibili della Convenzione Na-
storia. Un secolo dopo, poco prima di morire, I'ultimo dei
nostri re borbonici, il conte di Chambord, parlando agli ope-
zionale
- sul tipo di Robespierre -, hanno dei figli che non
potrebbero rinnegare se vivessero ancora: sono i capi degli
rai parigini, fece quella famosa dichiarazione che scandaliz- stati totalitari e i loro complici. Per spiegarmi meglio, l'89 è
,ò itotir.*ente i benpensanti dell'epoca, i quali non gliela impersonato da Péguy, il '93 da Lenin.
perdonarono mai: u Inìieme a voi, quando vorrete, gridò il
Se non si tiene conto di questo fattore capitale, ci si con-
pronipote di Enrico IV, riprenderemo il grande movimento
danna a non capire niente del fallimento della più generosa
dell'89 ».
di sopra dei par- impresa della storia. Nello stesso momento in cui il popolo
Sì, quella grandiosa esperienza è stata al
di non poterla francese, ebbro di speranze, so[Jnava di essere il fautore della
titi; sono stati i partiti òhe, avendo capito
felicità umana (« per merito vostro, diceva splendidamente
sfruttare per le proprie ambizioni, per i propri pregiudizi e
da noi, Saint-Just, la felicità sarà domani un'idea nuova in Europa »),
per i propri odt l'hanno soffocata o, come si dice
cominciava in Inghilterra un'altra rivoluzione, lenta, segreta,
l'hanno boicottata.
ma irresistibile, come lo straripamento di un fiume. Era una
Il grande movimento dell'89 non è stato né essenzial- rivoluzione economica da cui doveva uscire il capitalismo e
ma l'esperienza è sta-
-.rrt.-roorrarchico né antimonarchico, con lui questo mondo che vediamo dibattersi oggi nei colos-
ta fatta naturalmente nel quadro delle istituzioni riformate
sali carnai della guerra. Rivoluzione economica, e, prima di
e rinnovate della monarchia. L'esperienza dell'89 non è stata
tutto, rivoluzione industriale. L'inglese fohn Hay, inventan-
né clericale né anticlericale - non dico religiosa o antireli-
do la spola volante, aveva raddoppiato il rendimento della
giosa, essendo la sua ispirazione profondamente religiosa -
produzione tessile, Haergreaves e Wyatt, inventando la mac-
ta è stata fatta nel q.,àdto della cristianità francese' L'espe- china per la filatura del cotone, << potevano permettere ad
rienza dell,89 ha infàni le sue radici nella vecchia cultura
un'operaia di far funzionare simultaneamente 80 fusi e di
cristiana, è in linea con la nostra tradizione medioevale; un
filare così in un giorno 30.000 braccia di cotone contro le
uomo del tredicesimo secolo si sarebbe perfettamente inserito.
,93 2000 o 3000 del vecchio sistema r.
L'esperienz a del invece ha le sue radici in una tradizione
Proprio in questo periodo, per un'aberrazione senza pre-
.orrr-p1.t"*.nte opposta: quelia dei legisti del quindicesimo
cedenti, il nostro ministro Vergennes firmava con l'Inghil-
,..o[o e del Rinaicimento, d'ispirazione romana' Per i lettori terra un trattato commerciale disastroso e consegnava il mer-
che conoscono la nostra storia, dirò che I'esperienza dell'89
r-)
52* -
cato francese alle manifatture britanniche. L'introduzione zioni, chiuse la Borsa, fece calare di cento lire le azioni della
dei filati inglesi portò nei prezzi un tale calo che le filatrici llanque d'Escompte
normanne videro il loro salario, consiclerevole a quell'epoca, - che allora era la banca di Francia -
c scatenò il panico fra i possidenti annunciando una prossima
che si aggirava sui 15 - 18 soldi al giorno, calare fino a 3 soldi. bltrcarotta. E il re dovette finalmente cedere. Ma gli uomini
Vi furono nel regno circa 200.000 disoccupati, che dovettero es- rl'affari non gli perclonarono mai la paura provata. Scatenan-
sere aiutati con i fondi del tesoro reale. tlo l'opinione contro la monarchia, riuscirono a rompere la
Ho detto che il regime capitalista cominciava ad organiz- unità morale dei francesi, spezzando nello stesso tempo il
zarsi. Ebbene, nello stesso tempo veniva organizzato il suo tnovimento clell'89. << Qualche banchiere, sessantamila capita-
necessario complemento, l'lnternazionale delle banche, l'In- listi e il formicolio degli aggiotarori, scrisse Rivarol, hanno
ternazionale del denaro. L'Internazionale delle banche era rleciso la caduta della monarchia, la guerra civile e il Terro-
rappresentata a Parigi clai grandi banchieri protestanti, re >>. Rivarol allora non poteva giudicare gli avvenimenti con
quasi tutti svizzeri: i Lessert, gli Honinguer, i Thélusson, i il necessario distacco. Ma ai nostri giorni lo storico di Robe-
Perregaux. Nel 1936 tutti questi uornini si trovavano in qua- spierre, M. Mathiez, uomo di estrema sinistra, condivide la
si tutti i consigli d'amministraziane e soprattutto nel consi- sua opinione che è anche quella di Taine. « È facile com-
glio di trggrrr^ clella Banca di Francia. Questa élites della prenclere il motivo della caduta del regno. Un governo non
Banca protestante, nata nel 1720 dal fallimento di Law, ha può più far niente quando ha conrro di sé il denaro ».
superato da noi, tlurante clue secoli, tutte le crisi, tutte le rivo- Da. Lc chcmin dc la Croix-des-àmes, parte quinta, 1944.
luzioni, tutte le clistruzioni. Nel 1936 il governo del Fronte
popolare ha creduto di poterla spezzarq ma è stato il Fronte
Tradizione e riuoluzione
àd .rr.r" frantumato da questa. Nel 1940 è stata al servizio di
Pétain. Tempo fa ho scritto che la parola rivolta esprime soltan-
Alla vigilia clell'89 questi banchieri questi << raggrup- to una parte e senz'altro la meno importante dell'idea di rivo-
patori
- nel cliciottesimo
di solcli >> come venivano chiamati luzione. Effettivamente non è giusto sostenere che la rivolu-
secolo avevano un loro uomo politico, Necker. Necker zione abbia sempre un carattere anarchico, che sia una spe-
-
era uno di loro, essendo stato l'agente per molti anni dei cie di esplosione della coscienza individuale. Quasi tume in-
Thélusson di Londra. Necker era stato imposto a Luigi vece hanno mirato ad un rafrorzamento dello Stato, e I'indi-
XIV dalla Banca che era manovrata dai finanzieri di Wall- viduo ne è sempre uscito indebolito. Quindi questi moti non
Street. La Banca non era soltanto resa potente dal dena- dovrebbero chiamarsi rivoluzioni ma più propriamente di-
ro ma anche dall'opinione pubblica; cinque o seicentomi- tnissioni.
la benestanti su trecentomila parigini seguivano ciecamen- La nostra rivoluzione del L793 per esempio ha creato o
te i suoi consigli. I1 re cercò per due volte di licenziare que- per lo meno, ha segnato la prima tappa, la tappa decisiva per
sto suo ministro: nel 1776 e nel 1788. Nel 1789 cercò di 1o Stato moderno e per la sua prodigiosa ascensione. Ha mes-
licenziarlo per la terza volta ordinandogli di lasciare il regno. so fine brutalmente alle vecchie rivalità dei re e dei parla-
La potentissima oligarchia finanziaria prese subito gravi san- tnentari, dell'amministrazione centrale e delle provincie, dei
zioni contro la monarchia. Bloccò bruscamente le transa- funzionari e dei giudici; ha fatto del giudice un funzionario.

54- _55
Sopprimendo le consuetudini, ha messo la legge al servizio lcggi. Gli stranieri, i francesi stessi, che conoscono la storia
dello Stato; e questa formidabile vittoria della comunità rlcl mio paese solo attraverso i manuali, non riescono facil-
sul cittadino si è presto trasformata in una misura radicale, mente a capire fino a che punto i nostri antenati rivoluzio-
assolutamente opposta al diritto nazionale come al diritto rrari fossero vittime del mito giuridico. Il vecchio diritto
cristiano: la leva obbligatoria. I nostri antenati non avreb- francese, costituito di secolo in secolo, sembra oggi una mate-
bero mai previsto il ritorno all'inflessibile concezione roma- ria terribilmente confusa, un labirinto. Ma è proprio questa
na del servizio personale, non avrebbero mai pensato che un complessità che ha offerto all'individuo la piùr sicura garan-
esorbitante potere venisse di colpo restitttito allo stato in no- zia contro il potere sempre crescente dello Stato. I parla-
me dei Dirini dell'Uomo. E non si è trattato di una dichia- menti, le provincie, i mestieri hanno opposto senza sosta al
razione di principio, d'una semplice formalità. Quindici anni regolamento le consuetudini; e la monarchia, arbitra fra i
dopo la leva obbligatoria ci è costata quasi due milioni di cittadini e i funzionari, non ha osato tentare niente di serio
uomini, più di quanto sono costate le guerre della monarchia contro la consuetudine, perché è stata essa stes§a consuetu-
in molti secoli. La stessa generazione, che nel 1789 ha preso dinaria, e la minima frattura di equilibrio in un insieme
la Bastiglia per liberare qualche prigioniero colpevole di così complesso avrebbe rischiato di metterla in pericolo. La
reati comuni, è morta dopo aver pagato il suo diritto al voto costituzione francese, come il Codice di Napoleone, sono evi-
con questo enorme, con questo immenso peso di carne dentemente delle ammirevoli costruzioni logiche, un capo-
umana. lavoro cartesiano, ma i cittadini si trovano davanti allo Stato
La leva obbligatoria era per lo Stato un beneficio reale e disarmati come un paziente in una sala operatoria, fra quat-
concreto, mentrJ il diritto di voto non era che un'illusione tro muri nudi e bianchi, sotto il fascio convergente dei riflet-
nelle mani dell'individuo destituito, diventato proprietà della tori. Hanno abbattuto la foresta, abbattuto i privilegi senza
nazione come i resti del materiale di guerra; il diritto al voto- pensare che le radici mantengono l'umidità della terra e i
non contava assolutamente nulla, era solo un'illusione. E di' privilegi conservano le abitudini e lo spirito della libertà. I1
cendo questo non credo di essere ingiusto verso il grande nostro popolo diceva che questi privilegi erano le sue fran-
movimento dell'89; l'ultimo dei nostri re borbonici, il conte chigie. Ma le franchigie non erano nate dalla legge, erano
di Chamborcl, sosteneva che il primo dovere clella monarchia nate dalla tradizione ed era la tradizione ad imporle alla
era di riprenderlo e di portarlo a termine. I francesi vole- legge, perché, come diceva il fiero parlamentare Monbosier:
vano la libertà, la volevano con tutto il cuore e per tutti. Cre- << i secoli son più forti dei re >>.

devano che, eleggendo il loro capo, sarebbero diventati anch'es- So bene che parlando così urto contro molti pregitdizi,
si capi di Statoiche, fortificando lo Stato, si sarebbero fortifi- ma la verità è la verità, che cosa posso farci ? Se domani per
cati anche loro; che crudele illusione! I voti finiscono sempre miracolo la Francia del diciottesimo secolo resuscitasse tutta
con I'equilibrarsi secondo la legge delle grandi maggioranze intera, con le sue istituzioni e i suoi costumi, Luigi XIV po-
e il-sufiìagio universale rende liberi gli uomini come una lot- trebbe dire come un tempo e con più ragione del signor
tfil'b-ùò farli diventar ricchi. Ciò che rende libero un popolo Roosevelt stesso: « I1 mio popolo è il più libero dell'Uni-
è lo spirito di libertà. verso )).
Un popolo è libero per i suoi costumi, non per le sue Da Lc chemin de la Croix'dcs-àmes, pure seconda, 1941'

56__ -57
L'uguaglianza. contro la giustixia rrtl un processo infallibile: ignoravano la legge promulgata
colltro la loro volontà, non ne tenevano conto nelle loro or-
L'uguaglianza assoluta dei cittaclini davanti alla legge è rlinanze, o addirittura sospendevano I'amministrazione della
un'iclea romana e a questa eguautrianza assoluta viene a gir-rstizia; il che rischiava di getrare il Regno nel caos.
corrisponclere, presto o tardi, l'autorità assoluta e senza con- Se i Parlamenti disponevano di un tale potere di resisten-
trollo clello Stato sui cittadini. Infatti lo Stato è capace cli 'rn allo stato, i magistrati che li componevano, non erano
imporre l'eguaglianza assoluta dei cittadini davanti alla legge, tlipendenti da alcuno, avendo la proprietà della loro carica,
fino al punto di arrivare a prendere tutto ciò che loro appar- c potevano sembrare privilegiati. Ma ogni cittaclino traeva
tiene, tutto ciò che permette di distinguerli gli uni dagli vantaggi da questo privilegio senza per questo essere costretto
altri. Chi difenderà la legge dall'usurpazione clello Stato ? I sostenere il Parlamento contro il Re, o il Re contro il Par-
Un tempo questo era compito dei Parlamenti. C'erano tredi- lamento: questa rivalità infatti dava di per se stessa alle
ci parlamenti nel Regno, anzi diciassette se contiamo i quat- istituzioni ciò che i meccanici chiarnano << gioco >>. L'uo-
tro Consigli Superiori: Parigi, Tolosa, Grenoble, Bordeaux, rno cli una volta non somigliava a quello di oggi. Non avreb-
Digione, Rouen, Aix, Rennes, Pau, Metz, BesanEon, Douai, be mai fatto parte di quel bestiame che le democrazie pluto-
Nancy, Roussillon, Artois, Alsazia e Corsica. Il potere cli cratiche marxiste e razziste nutrono per la fucina e per il
ciascuno di questi Parlamenti era uguale a quello dei re. carnaio. Non avrebbe mai fatto parte delle mandrie che
Essi giudicavano in ultima istanza e in appello per tutte le vediamo avafizate tristernente, strette le une alle altre, in
giurisdizioni reali, municipali, signorili, ecclesiastiche. Ave- masse enormi, dietro alle loro macchine, ognuna con le sue
vano il diritto di esame, di emendamento e di rimostranza consegne, la sua ideologia, i suoi slogans, decise ad uccidere,
in tutti gli atti pubblici. I trattati, fatti con le potenze stra- rassegnate a morire, ripetendo fino alla fine, con la stessa
niere, erano loro sottoposti. << Questa è la legge del Regno, rassegnazione imbecille, la stessa convinzione meccanica:
scrisse La-Roche Falvin, presidente clel parlamento di Tolo- « È per il mio bene... è per il mio bene... >>. L'uomo di un
tempo non pensava di fare
sa: nessun editto o ordinanza reale sono considerati tali se non
- come invece capita a noi -
clello stato la sua nutrice, il suo tutore, la sua fonte di sicu-
venÉJono sottoposti prima per la deliberazione alle Corti So-
vrane >). Nel suo editto del 1770 Lugt XV si esprime in que- rezzL anzi lo considerava quasi come un awersario contro
sti termini: << I nostri parlamenti elevano la loro autorità sc- il quale qualunque mezzo di difesa era buono, perché si sa
pra la nostra; infatti ci danno la semplice facoltà di propor che inganna sempre. Per questo i privilegi non urtavano per
loro le nostre volontà, riservandosi di impedirne l'esecuzic- nulla il suo senso cli giustizia: li considerava invece come
ne ». II Governo doveva trasmettere al Parlamento le nomi- altrettanti ostacoli alla tirannia; per quanto umile fosse il
ne della maggior parte dei funzionari e si videro più volte suo stato, egli 1o considerava, non senza ragione, solidale
queste assemblee rifiutarne la registrazione, cioè bocciare le con i pir) grandi, con i più illustri. So bene che questo punto
promozioni del Re. Per piegare questa magistratura indipen- di vista ci è diventato estraneo, perché ci hanno per6da-
dente, lo stato disponeva soltanto di un piccolo numero di mente rndlrtzzatr a confondere la giustizia coo I'eguaglian-
mezzi così complicati da non ricorrervi mai o raramente, za. Questo pregiudizio si è radicato in noi così profonda-
ed anche allora i Magistrati potevano ricorrere, a loro volta, mente da farci sopportare volentieri anche la schiavituì, a

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patto però che nessuno possa vantarsi di subirne una minore.
vr concezione deldiritto di proprietà atta a scoraggiare gli
I privilegi ci fanno paura perché non sono tutti eguali. Ma tntichi legittimi possessori, conferendo al furto protetto dal-
l'uomo di una volta li avrebbe paragonati volentieri agli abiti
lu legge una specie di sacra sanzione.
che ci riparano dal freddo. Ogni privilegio era una protezio-
ne contro lo stato. Un abito più o mer-ro elegante, più o me- degli altimi atti della Conaenzione lu l'abolì-
<<(Jno
no caldo. Ma egli, giustamente, preferiva essere vestito di xione delle confische. [Jna uolta, quando an ttonl.o ueniua
stracci che andare in giro nudo mentre il cittadino moder-
meno ai suoi doueri, era indegno di esercitare la funzione
no, appena i suoi privilegi saranno stati confiscati fino all'ul-
di ricco, era degradato, dichiarato in disgrazia. Nel Siste-
timo, compreso il più basso, il più volgare, il meno utile di
ma di politica positiva è spiegato molto bene il significato
tutti, quello del denaro, camminerà completamente nuclo che aueua la confisca dal punto di uista sociale. Ma la Bor'
davanti ai padroni.
gh.esia teneaa a. sottolineare, al contrario, il ca.ra.ttere assolu'
Da La France con*e les lobots, cap. lll, 1944,
io, imprescrittibile, indelebile che doaeua auere la proprie'
tà dat rnornento in cui era. Passata nelle sue mani. Era il suo
m.odo di chiudere la Riuoluzione: Clawdite iant ripas, pueri,
LA RIVOLUZIONE E LA BORGHESIA sat prata biberunt...
Òhirdttt le barriere! I prati dei nobili, dei religiosi, degli
Drumont non è ancora cristiano, ma è di vecchia stirpe
antichi ricchi sono stati swfficienternente irrorati, grazie a
francese, ha visto da vicino i notabili del suo paese... per
noi, con il sangue dei loro proprietari; ora. so?lo in nostro
quanto sia rimasto repubblicano, la messa in scena rivoluzio-
possesso; è inutile tornare sulla questione. Abbiamo solen'
naria gli pare realmente troppo studiata: vi fiuta un'enor-
nemente bruciato, in odio al fanatismo e all'aristocrazia, i
me impostura. I miserabili (della Comune), che vede morti
libri degli antichi proprietari; i soli ueri libri sono quelli che
ai suoi piedi, hanno creduto ciecamente ai tiranni, alla li- teniamo noi, in uirtù del nuoao codice, Presso i nuoai no'
berazione della classe operaia ad opera dei Robespierre e
lai >>.
dei Danton. Altrimenti avrebbero forse abhandonaio I'offi-
cina e imbracciato i fucili ? In fondo, dice fra di sé il futuro
E all'improwiso questo raggio di luce che coglie il punto
autore de La fin d'un monde,lisciandosi la barba con la lun-
fondamentale: <<La borgltesia non ha fatto pesare sulla
ga e affilata mano da schermitore in un gesto familiare, quel-,
collettiuità tutte le tasse di cui un tenxpo erano graaate le
la rivoluzione famosa dell'89, ha ottenuto un solo risuitato proprietà che essa a'aeaa. a.cqrtistato con qwalche pezzo di
sicuro: il consolidamento dei beni acquisiti fraudolente-
carta? ll mantenimento del clero, la pubblica assistenza, la
mente grazie a qualche manciata di assegnati. Sul prosce-
istruzione primaria, tutti seruizi cui prouuedeuano una uolta
nio si recitava una commedia con il piccolo esercito terrori-
sta, i soldati armati di picca, le guardie di sezione e quei
i nobili e gli ordini religiosi Pro7rietari dei terreni aendati
durante la-Riaoluzione, ricadeuano sulla massa dei cittadini,
poveruomini delle Halles vestiti da donna e reclutati da Cho-
ed i corupratori di beni nazionali aueaano la proprietà, nTen'
derlos de Laclos, mentre i furbi si assicuravano le spoglie
tre lo Stato prendeaa per sé le obbligaziorti, le addossaua
del regime, rimaneggiavano le leggi per introdurvi una nuo-
cioè a tanti i cittadini>>.
60*
-61
Non è certo un errore far risalire alle passeggiate di Dru- tuo lauoro non soltanto il pane, tna i piaceri, le gozzoui.glie,
mont attraverso la Parigi deile barricate e della Comune la il lusso, le carrozze, i corredi da caccia per gli Schneider,
prima concezione di un'opera che, dopo Maistre e prima di gli Halplten, i Mayer >>. Disse all'uonto: << Suderai >>, cosa
Maurras, fu un reale tentativo di controrivoluzione. Ma l'ipo- dopo tutto sopportabìle, ma non disse: <<Viurai immer-
tesi presenta un altro vantaggio: spiega a meraviglia una so in un'almost'era uenefica, consunterai le 't'orze del tuo cor-
sfumatura del genio cli I)rumont, quella specie di bonomia po, auoterai le tue midolla e brucerai il tuo sangue, per pro-
feroce con cui affronta alcuni problemi e che eleva impercet- durre xur'che ro o colouina >>.
tibilmente il tono del discorso sino all'ironia della tragedia.
Solo il ricordo di una guerra civile poteva segnare così pro- E subito dopo questa tirata alla Prouclhorì, ecco una pa-
fondamente la sensibilità di un grande scrittore. gina colma di umile nra saggia poesia, simile al chiaro di
luna sulla parete di un campanile, in mezzo a un villaggio
Dopo auere istituito la ltroprietà su basi completamente addormentato:
nuoae la Borghesia organizzò il laaoro a modo suo. Non
era a?zcora stala inuentata quella concorrenza insensata che <<La nostra buona e sa.nta tnadre Cltiesa, incaricata da
spinge le persone ad agitarsì coTne se aaessero it balto di N. S. Gesù Cristo di essere la Prouuidenza uisibile sulla ter.-
San Vito; la Borghesia cambiò tutto ciò, ogni imprenditore ra, e di organizzare ogni cosa nel modo migliore, aueua
uolle fare piìr. del concorrente ed auere più scltiaui bianchi di nei lìmiti rÌel possibile addolcito nella pratica l'esecuzione
lui. Il capo dello Stato aeniua di tanto in tanto a ukitare gli della legge di Dio. Soaue guida delle anime e uigìlante cu-
impianti e lu.i gli mostr(rua i cantpioni. stode delle cose temporali, non aurebbe mai perntesso che
il lauoro assumesse il carattere che ha assunto oggi. Non
- Quanti ne aaete di questi?
Tremila, sire. cercaaa che occasioni per offrire feste, riposi; aaeaa in primo
- E li ienete alla catena tutto l'anno? luogo le cinquantadue domeniche, poi le feste di precetto,
- Tutto I'afino, maestà. poì i pellegrinaggi .Secondo i paesi si andaua al sepoluo di
- Ecco I'emblema dei prodi. Saint Germain, di Saint Loup, di Saint Habert; si beueua
- sull'altare il uino di Saint-Rémy che rende le donne feconde
Qamndo la concorrenza aumentaua il ritrno, gli stati-
stici gridauano sgome?ìti: << Doue stiamo andand.o? L'Inghil- e poi, come si fa ancora oggi, si ballaua alla locanda o nei
terra ha fabbricato lo scorso anno 375 rnilioni di bottoni prati, dopo il pellegrinaggio. Il marito al ritorno faceua I'a-
per pantaloni e noi ne abbiarto prodotto solo 374>>. more on€stamente con sua ntoglie offrendole dei bei figlioli.
La Chiesa diceua: <<Sono tutti saggi i miei figlì? Sono
A questa nuova forrna di proprietà si è dato il nome di felici? >> e pensaa(t non senza ragione che ciò era l'essenziale
proprietarialo, <<proprietà ampia, egoista, gaudente, che non e clte ui sarebbero sempre state brache sufficienti per coprire
riconosce alcun dovere >>. le pudenda del poaeraccio, cappucci sufficientì per riparare
le stesse, pentolesufficienti per cuocere la minestra...>>.
Dio disse all'aonto: << Guadagnerai il pane col sudore
della tua fronte>>. Non disse all'uomo: <<Guadagnerai col In un tempo in cui il pensiero di Maistre o di un Bonald

62- -63
che un insanguinato del terrore ed ha afiermato che è stato lui a
era così ben soffocato dal liberalesimo accademico'
dalla mag- compiere i massacri!».
.r",. ai Chambord non era riconosciuto persino Grido di collera in cui le persone in malafede vogliono
oior oarte dei suoi amici, quel figlio di un padre rep.ubb,ll-
delle le- cogliere solo l'eco delle guerre civili, grido che è stato come
3rrro,'.du.rto fuori della Chiesa, aveva fatto
tesoro
E sareb- una profezia, come un supremo appello alla razza...
zioni di un Veuillot, ai "" Le Play, di un Coquille"'
L'amabile cinismo di alcuni gentiluomini di corte era
f. ,."r" dubbio ingi"to "o" iito"oscere f influenza
della sua
che
esi- stato sufficiente un tempo a comprornettere la nobiltà inte-
hanno potuto ,u.r. ,i, di lui in quel momento
di Notre Darne di ra e a perderla. Ma la classe rivale si è disonorata agli occhi
stenza l'abate di H,i,t oppure iautore
si deve tuttavia dimentl del mondo rivale per la sua avidità, per l'avarizia, per quel-
Lourd.es, Henry L"*."t;'*' 'orr quel gusto la deplorabile ostinazione nel deplorare gli sciupii clelle rivo-
*r. q".ff, p"rrio.. f.r la verità, ltt,t-f^dt1:
queste rlghe cosl luzioni senza considerarne i vantaggi.
ri.ercà .he gll fecero scrivere un giorno
fiere: l)t La grande pa,ra dci Bcnpcnsunti, cap. III, Nel rcgime della rurne crrtda, 1931.

essere fedele alla- ae'


<<Veclo d'a parte mia la aolontà di
rità, d.i oltrag§arla il meno possibile' tli serairla
secondo le
*;, alla f'ne la bontà di Dio>>'
f:orrc in'kodo d'a meritarmi
la Comu-
L'uomo, che a rischio della vita ha combattuto
alla. sorte degli
ne e solo con la fuga è riuscito a scampare
crollato il a
ort"ggi, che nessun i.g,*t llitt:.'l ttgtPt 1t;
sono con I
;;B;.; i cui gusti, lJ cui abitudini ed olyosrtll,*tl::;
interessi
,.ffiÈii*"i dlveisailles e la manciata di I trlstl.restl
tico corpo legislativo, avrebbe p9tut9 contemplare
la gioia egoistica' quasi. inco-
dell'insurreziorr. ,.orrfitta con
la vita al punto ln cul
sciente, del convalescente che ritrova
l'aveva lasciata un giorno da febbricitante
e ricomincia a
Ma qual è..i1 lega-
godere serenamente ? mattini e le serate'
?r. ,.gr.. fra quella insurrezione fallita' pl:"irit1l.1.:::"
quella che tutta do-
insang"uinata, la tocca piena di fango'
e
un bastone di quer-
;;;;; i; ;i, zza della Bastiglia,.bri'.'dl": si onora l'una
cia in cima alla colonna"di luglio ? Perché prima
allora alla
.- ti^aiqpt.r r^ t'^t ,^t "'D'umoit ripensa
a cui si sareb-
Rivoluzione dell'S% alla rivoluzione-modello
bero ispirate tutte i" altte"' e I'eviclenza
gli strappa.]l gtt-
ao, ,.i" borgh.ri, h; imbrattatato il popoio con il fango

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IL NUOVO ORDINE BORGHESE llìcnte, ingenuamente, nell'ineluttabile trionfo delle idee
chc essi odiano. Si potrebbe definirla con un nome che le fu
crro un tempo, ma che non osa più rivendicare per tema clel
ridicolo: il partito delle persone oneste. Ma è piuttosto il par-
tito delle persone che stanno a guardare, degli spettatori,
simili a coloro che si awenturano talvolta in un crocchio
rli allocchi, le mani in tasca, il bavero del soprabito alzato,
poi si eclissano come per magia al primo pericolo di dover
prestare
-una testimonianza, di dover assumere nna respon-
sabilità. È giusto dare a queste persone passive il nome cornu-
ne di borghesi?
Definizione della borghesia moderna Giusto o ingiusto, la parola è entrata nel linguaggio co-
mune. D'altra parte, chi osa negare che gli eleÀenti meno
Mettiamoci innanzi tutto d'accordo sul senso della paro- scrupolosi, più attivi di questa classe così sfrondata della sua
la borghesia, ora così fuori moda' puerile. È troppo risaputo parte migliore, tenuta fuori dal potere, abituata ad obbedire
che, cònsiderata per esempio nel senso balzachiano di classe a leggi che non ha fatto, e che la stampa al suo servizio con-
rivale della nobiltà, è terribilmente invecchiata per l'abuso danna ogni mattino, di cui tutta la filosofia politica si rias-
che ne è stato fatto, più invecchiata forse di quanto fosse sta- sume nella confessione della propria impotenza, nella rasse-
to necessario poiché, malgrado il disordine e f instabilità guazione a scomparire, a cedere il posto in un universo evo-
dei costumi, esiste ancora un ambiente omogeneo, in cui i luto, chi può dunque negare che questi elementi tengono una
comici ch grande razza saprebbero facilmente trovare i buona- parte dei grandi ruoli nell'amministrazione e nel go-
loro personaggi eterni. verno I Ma questi prodighi ragazzi della borghesia si sono
È chiaro, trttrui", che cla mezzo secolo la borghesia sem- eclissati da soli, abbracciando la maggior parte almeno
bra aver cessato cli esistere come classe - purché con ciò partiti e dottrine estreme in- orrore allo spirito borghese. -
non si intenda il gruppo sociale cosciente de suoi diritti e Ciò che rimane di una classe così indebolita non può essere
clei suoi doveri, chè ha conservato la sua caratteristica tradi- evidentemente che mediocre; e la nostra comune disgrazia,
zione, ciò che i militari chiamano con un nome magistrale: la sfortuna della Francia ha fatto sì che questi resti abbiano
lo spirito di corpo. Eppure la parola sussiste, trova applica- incarnato per cinquant'anni, agli occhi del popolo operaio,
zione ogni giorno, definisce meravigliosamente una certa la proprietà, l'orcline sociale, la religione ; che questi deboli
specie di uomini ancora identificabili, anche se si sforzano abbiano a lungo servito un pensiero forte, chiamandosi con
di dissimularsi nella massa; questa specie è composta da in- modestia le << persone benpensanti ». Più ingiustamente an-
dividui, che personalmente possono essere generosi e persi- cora si dicevano i << moderati ».
no audaci, mà che sono facili da intimidire nel loro insieme, Moderato infatti è una parola che fu sempre in auge
resi ancora più paurosi dall'ossessione del pericolo della rivo- nei suoi ambienti, poiché nel periodo precedente, in cui
luzione, da cui nulla li preserva, poiché credono disperata- aveva un gran numero di cariche, reggendo buona parte clel-

66- -67
le sorti francesi, quando si sforzava di non lasciare alla no- llivoluzione Integrale la garanzia della sua firma e del suo
biltà che i costosi privilegi dell'onore militare, Ia borghesia crcclito.
aveva scaltramente fatto della virtù della moderazione il h-rfatti gli stessi uomini, che condannano il minimo atto
primo articolo del codice dell'onore borghe se: ammire- rli violenza, ritrovano, in caso di necessità, la loro abituale
vole pretesto per giustificare in anticipo dei vantaggiosi ab- indulgenza quando questo è commesso in nome del diritto
bandoni di amor proprio. È fuori dubbio, è notorio che, du- c dell'onore. Chi non avrà avuto una parola di pietà per il
rante la sua lotta contro i partiti di sinistra questa classe
<< giovane assassino del generale Obrégon, per esempio, tirerà
agiata >>, che ha oggi finito ion I'assorbire urì gran numero il suo cappello in aria in onore di un nuovo duca d'Otranto.
di elementi molto diversi fra loro e la quasi totalità dell'anti- Forse non si aspetterà nemmeno che sia duca...
ca aristocrazia, non è stata troppo avara in quelle abdicazio-
ni. È stata soltanto avara del suo clenaro e dei suoi uomini. Si l)e, La grande paura dei Bcnpcnsanti, cap. III, Nel regime della carne cruda, 1931.
pensi o non si pensi bene della moderazione, indispensabile al-
Ia vita in società, è difficile evitare di sorridere allo spettacolo
dei moderati per abitudine che, con le loro diligenti mani, Il borgltese e la proprietà
spostano ed indietreggiano senza sosta il famoso palo di rife-
rimento che deve segnare il confine delle concessioni possibili Il borghese ha fatto della proprietà un diritto sacro, un
- conservatori l'altro ieri, ieri opportunisti, poi liberali, pro- Diritto Divino, mentre il cristianesimo l'aveva semplicemen-
gressisti, repubblicani di sinistra [...]. Ma la sorpresa ces- te definito come un onore e come un dovere. Fondando la
sa allorché si considera che quei saggi, il cui naturale ri- sua potenza sul controllo quasi assoluto del Lavoro per mtez-
flesso politico non è nemmeno quello dell'uomo d'affari ma zo del Capitale, ha fatto del lavoro una religione. I nostri
del semplice commerciante, non desideravano in fondo che antenati consideravano il lavoro bonariamente, quasi come
garantire i propri interessi nei confronti del governo, qualun- un obbligo dovuto ad una punizione, un'espiazione del pec-
que esso sia, con una specie di assicurazione, dopo averne cato originale. Il Borghese I'ha messo devotamente sugli
pagato 1l prezzo : tanto per la tassa d'esercizio, tanto per la altari, di fianco alla proprietà; Lavorare è pregare », rispon-
<<

libertà di coscienza, tanto per la tassa di successione, tanto deva sentenziando agli umili, al tessitore di tela che recla-
per il diritto di condurre la moglie a messa, di mandare i fi- mava timidamente la libertà del riposo domenicale. Infine,
gli dai Padri' Se questa smania di conciliazione si ferma mo- preoccupato di mantenere i salari il più basso possibile, ma
mentaneamente di fronte al partito comunista, di cui i pove- anche di rassicurare ogni volta la propria coscienza dando
ri uomini credono di bloccarne l'offensiva con una campa- agli operai una possibilità di arricchirsi senza rischiare però
gna di manifesti illustrati, di grafici, sul modello dei più di diminuire i propri benefici, ha fatto del Risparmio la ter-
stupidi annunci di specialità farmaceutiche, ciò awiene per- za persona della Santa Trinità: Proprietà, Lavoro, Risparmio.
ché l'esempio della Russia dimostra a sufficienza che il co-
munismo non fa onore ai suoi impegni commerciali e non Ammettete, inglesi, che una tale mistica doveva per torza
rispetta le regole del gioco. Insomma attendono solo un uo- apparire un po' misera al popolo che fin dal dodicesimo se-
mo politico serio, cli orìesta reputazione, che voglia dare alla colo si era così definito in un'immortale preghiera, che con
68- -69
il qui: Oh Dio, che auete stabilito
vostro permesso riporto << impostori, si mise a ghigliottinarli con piacere, come cinque'
I'Impero dei Franchi affinché diuentasse lo strumento della ccrrto anni prima aveva bruciato le streghe e gli eretici. Così,
Vostra diuina aolontà nel Mondo intero, il Porta-Spada, il mentre duravano le formalità legali dell'espropriazione, la
Baluardo della Vostra Santa Chiesa, noi Vi supplichiamo borghesia non poté naturalmente dar libero sfogo ai suoi
affinché il Vostro lume celeste mantenga riuolti uerso di Voi sentimenti umanitari; ma, appena compiute le formalità,
dap?ertutto e sempre i fgli dei Franclti, affinché aedano ciò cominciò subito a ghigliottinare i ghigliottinatori, che invece
clte si deue fare per ristabilire il Vostro Regno in questo credevano di ricevere la medaglia al valor civile per aver così
mondo ed abbiano il coraggio di compierlo con un'energia ben vendicato contro i ciarlatani il sanculotto Gesù Cristo.
ed una carità clte niente potrà stroncare. Così sia! >>. Purtrop-
Dà l-etlrc aur attglais, maggio 1941.
po i francesi del diciannovesimo secolo non sembravano af-
fatto preoccupati, almeno in apparenza, del regno di Dio.
Ma ciò era dovuto al fatto che gli avevano dato un altro nomel
Liberté, Egalité, Fraternité. È il motto che si trovava sc.ritto Il concetto cristiano della proprietà
sui loro stendardi; ma è chiaro, e voi lo capite molto bene,
che i volontari dell'anno secondo non si sarebbero messi in Nel suo concetto di proprietà Ia società moderna non si
marcia attraverso l'Europa al suono della Marsigliese in ono- ispira certo al diritto cristiano, ma ha invece ripreso la defi-
re della Proprietà, del Lavoro e del Risparmio. Vi ho mo- nizione tradizionale dell'implacabile diritto romano. Secon-
strato un aspetto della rivoluzione, anzi un aspetto dello do il diritto cristiano in efletti, il proprietario è l'amministra-
sfruttamento dell'idealismo rivoluzionario. Chi vuol vedere tore di ciò che possiede; I'amministra a suo profitto, senza
nella nostra rivoluzione un'esplosione del fanatismo anti- dubbio, ma anche per il bene della comunità, e ne è respon-
sociale e antireligioso, commette una grande ingiustizia ver- sahile di fronte ad essa. Il diritto cristiano non ha mai rico-
so il nostro popolo. Perché in fondo sono stati gli intellettuali nosciuto il « jus abutendi >>, che perlnette agli speculatori
borghesi dell'Enciclopedia, quasi tutti istruiti dai reverendi piccoli e grandi la distruzione volontaria di derrate preziose,
padri Gesuiti, che hanno scatenato contro il Cristianesimo indispensabile al fine di mantenere i prezzi a un certo livel-
la campagna di difiamazione che ha preparato l'espropria- lo. Il principio, il famoso principio degno della gente per'
zione dei beni della Chiesa. Tutta questa gente era contro bene i dei cosidetti galantuomini,ll principio, che avete fie-
i beni della Chiesa e contro la morale del Vangelo che consi- ramente scritto sugli stendardi della crociata, non è però
derava, come Hitler, veramente troppo idealista, in disac- quello della proprietà cristiana. << Lo sappiamo - rispondo-
cordo profondo con il loro senso pratico e positivo della vita. solo per evitare il peggio >>. Certa-
Ma questo punto di vista difficilmente sarebbe stato accet-
no
- ma lo difendiamo
mente! Lo considerate come una verità relativa, se ho ben
tato dal popolo francese. Non potendo sollevare l'opinione capito! Il guaio è che non trattate con indulgenza que-lli-che
popolare contro il Vangelo e contro la Curia contempora- lo-discutoÀo o che lo negano! Anzi, siete pronti a farli fuci-
neamente, fece finta di esaltare il Vangelo per meglio abbat- lare e, quando occorre lo fate voi stessi. Farisei! Vendicate
tere i ministri convinti di tradire il suo spirito. Disgraziata- a colpi di mitragliatrice i crimini contro I'ordine - cristia-
mente, appena il popolo fu convinto che i preti erano degli no o no e vt accontentate di denunciare i crimini contro
-
70- -71
la giustizia con manifesti redatti in linguaggio filosofico che spossato conduce oggi di parrocchia in parrocchia, sotto gli
le vittime non riescono a capire. Difendete i proprietari con occhi di curati commossi ma beffardi. Senza clubbio tale
il piombo e le vittime con la carta. Ipocriti. Un tempo non fallimento ha molte cause, ma il suo carattere umiliante, grot-
ho avuto il coraggio di parlare come adesso perché temevo tesco, denuncia infallibilmente che fra queste vi è qualche
non tanto le vostre rappresaglie, quanto le vostre calunnie; profonda mancanza morale. Una classe, come un uomo, può
et a aerbo aspero. Oggi sono un uomo vecchio, ho compiuto essere vittima dei suoi errori, ma non è realmente disonora-
la mia missione, nemmeno un imbecille potrebbe credere ta che dal suo cuore. Questa maficanza ha d'altronde Lln no-
clre I'autore de La gioia e del Diario di un arato di campa- me: il disprezzo del rischio. Non diciarno la paura del ri-
gna si prepari ad una carriera di demagogo. Cristiani senza schio, poiché ogni nuova guerra rivela che la bravura è fra
cuore e senza cervello, vi ho sempre guardati in faccia sin noi la cosa più diffusa: un così lungo uso ne ha fatto una
dalla mia giovinezza con una specie di curiosità disperata qualità completamente spirituale, la pir) alta e la più pate-
perché, ora posso dirlo, siete stati per la mia infanzia uno tica espressione del gusto francese. Resta però il fatto che la
scandalo intollerabile al quale sono sfuggito, pur cercando classe, di cui ci occupiamo, ha portato nel'esercizio del potere
di capirvi. Siete lo scandalo della Chiesa, ma bisogna che que- solo quell'applicazione coscienziosa che un onest'uomo può
sto scandalo ci sia; il Cristo si vuol celare alla nostra ragio- mettere nel lavoro per cui non si sente nato. Per meglio in-
ne, al nostro giudizio, alla nostra coscienza; solo il cuore può tenderci, ha desiderato soltanto esercitarlo per il tempo stret-
cercarlo e trovarlo: voi siete le specie sacramentali clel Sa- tamente necessario alla salvaguardia dei propri interessi, con
cramento della divina e permanente Umiliazione' il secondo fine di lasciarlo agli altri appena allontanato il
pericolo, e sino al successivo intervento. È riuscita ad avere
Da, Lette at.x Anglais, agosto, 1941.
quella concezione dell'onore, propria agli uomini di gover-
no come i Richelieu, i Bismarck, i Cavour I Non sembra. Solo
l'onore o, se si vuole, un'alta opinione della propria respon-
La sconfitta della borghesia sabilità e di se stessi ispira, al momento opportuno, clecisioni
intrepicle che gli spettatori trovano pazzesche, ma in cui la
A prima vista può sembrare incredibile l'awentura di posterità vedrà solo \a forza e il presentimento del genio, la
una classe così solidamente costituita come la borghesia, sua prudenza sovrllmana. Insomma essa ha screditato il ri-
così formidabilmente difesa dal codice, dal proprio lavoro, schio in politica per paura di essere obbligata a correrne
rinforzata d'altra parte alla sua origine dai migliori elemen- qualcuno, e ha dato il nome cli saggezza a una tattica pue-
ti degli altri gruppi sociali annientati o dispersi, ricca delle rile e disonesta: puerile per le srle provocazioni verbali, di-
sue preziose conquiste, ma ancora arricchita dal lavoro, dal sonesta per le sue trattative ec1 alleanze se€Jrete, che sono
risparmio, dai colpi di fortuna delle Miniere, delle Ferrovie, d'altronde la favola ed il ludibrio dei suoi awersari.
dall'inaudito sviluppo degli affari e che, padrona del potere,
dopo una Eluerra disastrosa, sotto il nome di Repubblica conser- <<È inutile discutere a qx4esto rigttardo; uoi trouerete nel-
vatrice, perde tutto in pochi anni, diventa quell'accozzaglia la maggior parte dei Conseruatori influenti soltanto dei bu-
di povera gente, quell'esercito di ombrelli che un generale giardi, dei 't'urfanti, delle persone cternamente alla ricerca

72- -73
di uie oblique... Metteteli sulla strada maestra di Versailles, LA DEMOCRAZIA DI MASSA
su quella strada larga, che si chiama il Paué du Roi, doue
può sfilare tutta ana diuisione di fronte; dite loro; <<Ecco,
è tutta dritta, non c'è che da camminare, di qui potete uede-
re il palazzo>>. Dopo qualche rninuto li ritrouerete in infami
uiuzze, sperduti, infangati, impantanati, gementi, speranzosi
che l'abilità di Macftau li tiri fuori di là>>.

Da La grande paura dci Benpcnsanti, cap. IV, Il maresciallo Gribouille, 1931.

La democrazia

Come scriveva assai giustamente Georges Clemenceau,


la democrazia dev'essere, come il trattato di Versailles che
è la sua opera, il reale frutto delle sue viscere una
- crea-
-
zione continua. Il segreto della sua prodigiosa fortuna pres-
so le masse mentre un tem-
- così oggi le chiama Kérillis,
po venivano chiamate gli « umili » è giustamente di saper
-
trarre partito, di realizzare finanziariamente, di trasformare
in oro ed in divise, di gettare insomma sul mercato delle
banche I'immensa riserva d'illusioni, di speranze confuse, di
desideri non formulati, di cui nessuna tirannia era stata in
grado di iniziare 1o sfruttamento razionale, tutto il tesoro
dei miserabili insomma. D'altra parte il suo sbaglio è di cre-
dere che queste riserve siano inesauribili, mentre la sua filo-
sofia del Progresso, il suo materialismo sommario, rischiano
di disseccare a poco a poco negli animi, insieme al senso reli-
giosq la capacità di sognare alla stessa sorgente della speran-
za' Non importa! Dovrà obbedire sino alla fine alla sua leg-
ge fondamentale: sfuggire ad ogni definizione che ponga
dei limiti, essere soltanto un grido di fede nell'avvenire 1...].
[...] L" sua forza consiste appunto nel discutere dalle origi-
ni ogni motivo di dubbio che si venga a creare, persino la
natura delle cose.

74- -75
Ma questo non è, e tutti se ne accorrrono, che f inizio ciel- guaglianza, la magnifica scommessa! Protetta da questa spes-
la sua procligiosa opera spcculativa. Un cinico disprezzo clel- sa imbottitura, la Repubblica può governare, continuare cioè
la realtà, un'ideologia contemporaneamente leziosa e feroce, il ciclo delle sue esperienze demagogiche, almeno sino al
riassunta in poche immagini sommarie che attanagliano I'uo- momento in cui la dura legge economica abbia riclotto in
mo semplice alle viscere, portano alla luce la sua parte mi- miseria, anzi tn uno stato proletario, una classe media im-
gliore e peggiore, ora esaltano il suo sentimento cli giustizia, poverita. Poiché è certamente su questa strada che finirà per
ora fanno ribollire la sua invidia: una specie di vangelo in- essere condotta clall'inflessibile natura delle cose: a lungo
somma è evidentemente sempre capace di sconvolgere la andare le stesse promesse costano care. La democrazia pre-
terra, di scavarvi nuovi e più profondi ossari. Per traiforma- tende di far sostenere la parte più grossa delle sue spese pub-
re il Discorso della Montagna in un ardente inno alla ferocia blicitarie alla borghesia diventata repubblicana. In questo
basta scambiare i termini con quella diabolica inversione, di modo rischia di distruggere, e sicuramente distrugge l'unica
cui il vecchio Gide sembra inseguire il segreto a quattro zam- garanzia che le rimane per trovarsi assai presto a mani vuote,
pe strisciando per terra il suo naso carnivoro. Le difiìcoltà fra il capitale ed il lavoro parimenti ingordi, nella doppia
cominciano nel momento in cui si deve adoperare l'esplc- anarchia dell'oro e del numero.
sivo.
Dt La grandc pdnrd dei Benpensanti, cap. X, Gli ingenui idaalisti ouucro i cada-
Un Gambetta, un Constans, un Rouvier, che di fronte acri nella scarpata, 1931.
all'elettore si proclamano i figli legittimi della Rivoluzione,
lo sono in effetti, ma nello stesso modo che un mercante
di ex-voto di Lourdes è erede della Santa Vergine. Per questi Di democrazia in democrazia
allegri impresari politici organizzare la clemocrazia signi-
fica mantenere in vita una quantità di fanatismo egualitario FIo sotto gli occhi un giornaletto di provincia: pubblica
sufficiente a non lasciar spegnere la lotta dei partiti; cioè de- in prima pagina questo strano annuncio pubblicitario che
vono creare un clima rivoluzionario continuo, una specie di mi ha lasciato perplesso: Volete ùna aerd. demacrazia? La
<<

calore malsano in cui i ministri crescono in una notte come otterrete soltanto con il M.R.P. Il M.R.P.' senza il vostro
le piante di bambr) nel Ceylon. L'anarchia negli animi, l'or- aiuto non l'otterrà ».
dine nelle vie. Tre milioni di piccoli borghesi rossi, senza Siamo dunque ancora invitati a continuare le nostre ri-
Dio né padrone, inneggianti ai più abbietti ribelli della sto- cerche a costo di bruciare nelle prossime esperienze i mobili
ria, che battezzano volentieri con il nome di Spartaco e di ed i pavimenti, come Bernard Palissy. D'altronde la formu-
Marat la rara progenie miracolosamente sfuggita al loro fu- la di una uera democrazia non sarà facile da trouare.Il guaio
rore maltusiano, peraltro docili cittadini, contribuenti inge- è che quella della bomba atomica è stata scoperta prima.
nui, sottoscrittori di ogni prestito, insomma come li vorrei Gli esperimenti sulla disintegrazione dell'atomo sono co- I

veder scolpiti nel marmo, con la loro buona faccia tondeg- stati milioni di dollari, ma quelli per cercare di scoprire la
giante alzata verso il cielo, quasi per sfidare il fulmine con vera democrazia sono già costati molto pir) cari. E costeran-
lo sguardo, ma attenti a non urtare con la gamba il secchio
dell'impiegato del fisco impegnato a mungerli oh! l'ine- 1 Equivale in Italia a1 partito democristiano.
-
76- -77
no sempre di più. È logico quindi chiederci se il monclo sta questo fiome, si rifuta di giocare con i dadi truccati.I demo-
per impegnare in questa impresa tutte le sue risorse; clopo cratici americani paragonano pubblicamente la democrazia
di che non gli resterà che farsi saltare le cervella, .o-. i, russa alla Germania hitleriana e i democratici di Mosca
, qualsiasi giocatore che ha perso tutto. È una bella seccatura fanno 1o stesso complimento alla democrazia americana.
dover salvare la Democrazia ogni vent'anni a prezzo cli Ebbene noi ci rifiutiamo di arbitrare il dibattito e d'altron-
sacrifici mostruosi, unici nella Storia, e di sentirci clire ogni de nessuno ce lo chiede. Quella che vincerà avrà certamente
volta che non si è morti per la vera... Se ancora, di esperiln- i mezzi necessari per farsi riconoscere come unica, autentica
za in esperienza, si avesse l'impressione di intravedere la so- e legittima. Le probabilità dell'una e dell'altra ci paiono fi-
]uzione del problemal. Inuece pare che questo sia lontano nora pressapoco uguali, la sola ipotesi che possiamo fare e
da noi piìi che mai. Lo stesso Marc Sangnier ammetterà sen_ che i sogni generosi dei vecchi seminaristi del Sillon vinca-
z'altro che ]e false democrazie rassomilliano sempre meno no queste dure realtà. I giornali parlano già dell'era atomica,
ai sogni carezzati un tempo dai giovani seminarisii del Sz7_ come si parla ancora per abitudine dell'era cristiana. Non
lon, mq come tutti gli inventori non si scoragterà per così credo possibile un accordo fra la democrazia cristiana e la
poco. democrazia atomica. Quindi, perché le due democrazie met-
Purtroppo vi sono tante illusioni quante donne. tono in comune il loro vocabolario quando la democrazia cri-
un uomo normale non saprebbe farne a meno, sia in stiana ha senz'altro sull'altra un diritto di precedenza i
gioventr) che in età matura. Ma nessuno è tenuto acl ammi_ Non sono democratico, cristiano o no. Oggi sarei comu-
rarlo o soltanto a compiangerlo se finisce i suoi giorni fra nista se potessi ancora credere nel popolo come ui ho credu-
le gonne di una vecchia amànte che l'ha ingannatJper tutta to un tempo. Perché, nell'estremo awillimento del mondo
la vita e che 1o farà cornuto fino alla mortè. La peggior c1i- moderno, un uomo come me, da qualche anno, non può più
lgrazia che possa capitare ad un Llorno è quella di-morire sperare che in una dittatura di poveri. Ho atteso questa dit-
beffato. tatura come l'hanno attesa prima di me uomini come La-
.. Mi clispiace parlare in questo modo di un vecchio degno mennais, Proudhon o Blanqui. Non l'ho attesa candicla-
di stima, ma la verità è più importante, e il tempo per dirla mente, come potrebbero supporre i piccoli cafoni di destra
è breve. Insomma, ai francesi come me, non imporia molto e di sinistra. Non ho avuto certo un'immagine idillica del po-
sapere di che cosa sarebbero capaci le vere demoirazie; oggi polo. Il popolo è stato soltanto, dal mio punto di vista, per
possiamo contare solo sulle false per tener testa , ,r-, rnorrlo la Francia quel che la Francia è stata per le altre nazioni,
pieno di violenze e di imposture. euindi il meno che si pos- un'ultima riserva di umanità, di sostanza umana in un mon-
sa dire è che ci si sente mal difesi. do disumanizzato'Ora non credo più alla dittatura del po-
Non possiamo far niente, o per 1o, meno non rnolto, con_ polo.' I.'ra non molto un operaio francese somiglierà come
tro la violenza; ma rifiutiamo I'impostura, la rifiuteremo fi_ una goccia d'acqua ad un operaio americano del signor Ford.
no alla morte) ci rifiuteremo di crepare nell,impostura come Naturalmente di questo tipo sociale si può pensar ciò che si
un malato di colera nei suoi escrementi. Non'siarno demo- vuole, ma sarà veramente ridicolo paragonare tali persone al-
cratici né antidemocratici per la semplice ragione che questa l'immagine del vecchio operaio idealista del 1848, come oggi
parola si presta a tutti gli usi e perché un atotno, degno di è ridicolo attardarsi sulle virtù bucoliche del contadino del

78- *79
1945. La democrazia borghese non ha liberato il povero, lo che I'imbecille non è mai un semplice e molto raramente
ha corrotto, non l'ha arricchito che corrompendolo, I'ha ar- un ignorante. Aliora è un intellertuale per definizione ? Cer-
ricchito della sua propria corruzione. Nella disintegrazione to. Per intellettuale io intendo I'uomo che si dà sé questo
di tutte le élites, il popolo probabilmente era il solo capace titolo motivandolo con le conoscenze che possiede ed i diplc-
di rinnovare una civiltà estenuata, ma la clemocrazia bor:ghe- mi. Non parlo evidentemente dei sapiente, dell'artista o del-
se l'ha distolto da questa strada invitandolo a dividere i be- lo scrittore, 7a crti vocazione è di creare, e per i quali l'intel-
nefici della liquidazione generale. ligenza non né una professione ma una vocazione. [...] L'in-
E ora, dopo un breve pasto, non gli lascia altre risorse che tellettuale è così spesso un imbecille che noi dovremmo con-
quella di affrdarsi allo Stato, cioè al Trwst dei Trust, al Trust siderarlo sempre tale, finché non ci abbia dimostrato il con-
unico, con le sue armate di funzionari e la sua Polizia ato- trario [...].
mica. [...] L" civiltà delle macchine è la civiltà dei tecnici, e
Tutti se ne infischiano del povero Herriot quando, la nell'ordine della tecnica un imbecille può raggiungere i più
mano sul cuore) si proclama un vecchio repubblicano. Però alti gradi senza cessare cli essere un imbecill. r .rn i-b..ìll.
Péguy stesso parlava così. Ma qui non si tratta né di Herriot più o meno clecorato. La civiltà delle macchine è una civiltà
né di Péguy né di faurès. La parola repubblicano non è più della quantità opposta alia qualità. Gli imbecilli clominano
di moda perché ricorda una specie particolare di uomo oggi per il numero. L'ho già detto, lo clirò ancora, lo ripeterò fin-
scomparsa e il paragone sarebbe troppo umiliante per i de- ché il carnefice non avrà annodato sotto il niio mento il suo
mocratici. Montesquieu non ha forse scritto che la risorsa cappio: il mondo dominato dalla Forza è un mondo abo-
delle democrazie è l'onore e quella della repubblica la vir- minevole, ma il mondo dominato dal numero è ignobile.
tù 1... Ma la parola democrazia ha il vantaggio di risvegliare La forza crea, presto o tardi, dei rivoltosi, genera lo spirito
nello spirito solo un'idea vaga, quella deli'organizzazione di rivolta, crea eroi e martiri. La tirannia abbietta del nu-
universale della comodttà, realizzata miracolosamente dallo mero ha creato una società a sua immagine, una società di
stato, cioè a spese di tutti per il vantaggio di ognuno. Quan- esseri non uguali ma simili, riconoscibili soltanto dalle loro
do si propone un simile ideale al cuore, cioè alla pancia del- impronte digitali. È follia confidare al numero la conserva-
le nuove generazioni, è meglio non farlo in nome dei grandi zione della Libertà. È follia opporre il numero al Denaro,
ricordi della repubblica romana. perché il Denaro vince sempre il Numero. È più facile e
Ineno costoso comperare all'ingrosso che al minuto, e l'elet-
Da La
<< Bataillc >>, 20-12-1945, raccolto in tlltinti suitti politici. Titolo ari-
ginale: << De rlémocratie en démocratie >>, tore si compra alf ingrosso, non avendo i politici altro scopo
che prendersi la percentuale sull'affare. Con una radio, con
due o tre cinema e un giornale il primo venuto può racco-
L'imbecille e il mito moderno del nwmero gliere in poche settimane 100.000 simpatizzanti ben inquadrati
da alcuni tecnici, esperti in questo tipo d'industria.
Coloro che mi hanno già fatto lonore di leggermi sanno Che cosa potrebbero desiderare di meglio gli imbecilli
che quando dico imbecille non intendo parlare degli igno- <let trwst? E ancora, qual è il regime più favorevole allo sta-
ranti o dei semplici. Al contrario, l'esperienza mi insegna bilirsi di una dittatura I Le Potenze de ll'oro sanno ltiltzzare

80- -81
a meraviglia il suffragio universale, ma questo strumento LA CONTROCIVILTÀ N,TOPBNNE
rassomiglia agli altri, si consuma, a forza di servire. Sfrut-
tando il sufiragio universale, 1o degradano. l,'opposizione
tra il suffragio universale corrotto e le masse finisce per as-
sumere il carattere d'una crisi acuta. Per liberarsi del Denaro
o per lo meno per illudersi di essere liberi - le masse si
-scelgono un capo, Mario o Hitler. Oso appena scrivere Ia
prrol, capo. Il dittatore non è un capo. È un'emanazione,
in^ ,rr iione delle masse. È la massa Incarnata, la massa al
suo più alto grado di malvagità, col suo più alto potere di
distruzione. Così il mondo andrà con un ritmo sempre cre-
scente dalla demo crazia alla dittatura, dalla dittatura alla
La società moderna
democrazia ["']'
Da r.a France contre les robots, cap. vII, 1944. A prima vista, in effetti, la società moderna... non asso-
miglia a nessuna di quelle che l'hanno preceduta ed ha il
potere di sconcertare un essere giovane, uno spirito ingenuo
e sincero. Innanzitutto essa si proclama rivoluzionaria, cioè
essenzialmente prowisoria, una transizione, un compromes-
so. Il suo scopo non è, come quelio delle società che l'hanno
preceduta, il mantenimento o Ia conservazione di beni rite-
nuti superiori all'individuo, cioè indispensabili alla specie,
ma il semplice godimento del presente per affrettare l'avven-
to del futuro, poiché l'awenire prevale sempre sul passato
e la perfezione sta al termine delle cose. Perciò bisogna
considerare il tipo di ordine, che essa si scusa di dover anco-
ra garantire, come un minimo di disciplina necessaria a un
pronto soddisfacimento dei bisogni del pianeta, lo stesso che
può mantenere un capo fra le sue truppe vittoriose tn mezzo
alla città incendiata. D'altra parte questa disciplina stessa de-
ve cedere continuamente, man rnano che si awicina il giorno
atteso, inesorabile, della liberazione assoluta dell'uomo, non
dell'Homo sapiens dell'antica filosofia, ma dell'uomo uni-
versale, che non riconosce né Dio né padrone poiché egli è
di per se stesso il proprio fine...
Solo una consorteria di preti scarlatti o di maestre bisbe-

82- -83
tiche potrebbero prendere sul serio questa pedanteria con- unico, e determinante: I'alterazione, ormai senza rimedio,
vulsa. In realtà la società attuale, società di transizione, non che ha subito il senso religioso nell'uomo moderno e che
ha alcun piano, nessuno scopo determinato all'infuori di falsa tutto l'equilibrio dela vita sociale, cominciando a gene-
quello di durare il più a lungo possibile grazie al metodo rare smisurate passioni collettive il cui contagio minaccia di
di cui si è servita sino ad oggi, quello di un disgusroso em- estendersi da un capo all'altro del pianeta. La prodigiosa
pirismo. esperienza russa non le ha insegnato nulla di nuovo. Ad ogni
Dopo un secolo e mezzo essa soffre ancora e sempre sof- nuova scossa, aggrappata alla sua meccanica secolare, ai suoi
frirà della sua tara originale, di essere stata concepita all'ori- volanti, alle sue leve, essa ordina con voce strozzata dalla
gine da donne quadragenarie e da pedanti fra due piroette
paura di dare un giro di vite e poi un altro, ed un altro anco-
amorose. Filosofi con parrucca e, giarrettiere, opulente rna-
ra, all'ordinamento amministrativo formulato un tempo dal
trone borghesi, march.ese vulcaniche, forti e pelose come uo-
Primo Console.
mini, capaci di divorare ogni giorno un maestro pedante
come dessert, tttta questa canaglia dorata del 1740, marcia Anche se una società simile ptrò ispirare compassione o
sino all'osso, mangiata viva dalla febbre della mondanità, disprezzo, è chiaro che non dà a nessuno l'illusione della si-
che lascia nella storia un odore di mutande sospette e di seni curezza. Nei suoi confronti la gioventir prova il sentimento
grassi, ha combattuto seriamente pur sotto nomi diversi, per che noi stessi provavamo una volta per qrielle trincee pura-
una sola cosa, per liberarsi delle mutande. La società moderna mente rlecorative fatte con quattro pioli di legno ed tn pezzo
è nata dai loro amplessi non ancora completamente guarita da di lamiera ondulata. Prevede il bombardamento e preferisce
questa illusione. Non riesce a capire che un cittadino può andare a dormire da un'altra oarte [...1
avere desideri diversi dall'ispirazione di abbassare liberamen- [...] Sostituendo I'uomo a Dio, noi abbiamo contempora-
te 1e sue mutande, a dispetto della guardia campestre e del neamente distrutto la nozione di Legge e abbiamo trascinato
curato. Dopo tante esperienze e sangue versato, appare evi- nella stessa distruzione le funzioni
dente che la società moderna non conosce molto dell'uomo... - oggi diventate frivole
che da essa e da essa soltanto assumevano il loro carattere
Tutta la storia del diciannovesimo secolo è testimone delle -sacro. La legge democratica non ha nulla di augusto: è la
sue disfatte, dei suoi furori panici, delle sue lunghe sonnolen- espressione della volontà della maqgioranza, il che sienifica
ze inframmezzate da accessi sanguinari, da cui ogni volta che è l'esoressione di una necessità.
I'abbiamo vista uscire estenuata, disfatta, inondata di lacri-
Quindi, a che servono questi formalismi, questi riti, que-
me. Nessun altro periodo della storia fu pir) essenzialmente, sta specie di culto in cui vogliono imbrigliarci ? Se il mondo
nel pieno significato della parola, così conservatore. L'avver- che noi vediamo nascere ha qualche possibilità di soprawi-
sione per i problemi spirituali che abitualmente la ispira, vere, la deve all'accordo sempre più stretto tra il Capitale e
questa passione, in cui vien voglia di cogliere il segno di la Scienza, tra il Plutocrate e il Tecnocrate. da cui scaturirà
una grandezza selvaggia e demoniaca, non è altro che la una sorta di determinismo economico, una legge ferrea, I'uni-
somma dei suoi rancori, delle sue ignoranze, delle sue invi- ca che sarà capace di rimettere la massa in ginocchio. Ma
die. Essa ha preso le precauzioni possibili contro tutto ciò che è
che questa legge sia dural Che stringa forte! Affrancare f in-
divinq trascendente. Assiste senza capire a un Ienomeno telligenza infatti è stato un gioco da bambini: cento anni
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di rngegnosa propaganda sono stati sufficienti per cacciare gesto, le dita ingiallte dagli acidi e disse senza guardarmi,
il divino dalla società. La brusca sconfitra del potere spi- con una specie dt dolcezza terribile: << La Scienza sconfiggerà
rituale sembra avere sprigionato all'improvviso e liberato del- la morte, non ci sono più dubbi, signore, è una cosa sicura.
le prodigiose forze cli speranza, momentaneamente senza Ma quandol ».
oggetto. Un eminente professore dell'Università di Digione Sarebbe vano pretendere da tali uomini un'eterna rive-
parlava l'altro giorno in tono scherzoso dei tempi più o meno renza dt fronte a un certo numero di cittadini travestiti da
vicini in cui la stella Sirio sarà soltanto più il primo scalo giudici o da militari, il cui solo merito è cli perpetuare peri-
degli aerei intersiderali. Migliaia di uomini ricevono questa colosamente, con queste bizzarrie negli abiti, il ricordo dei
pesante ironia senza coglierne la crudeltà. Migliaia e migliaia sacerdozi aboliti. Dal momento in ctri lo scienziato, dal quale
di uomini, in apparenza del tutto simili a quelli dei tempi dipende ormai ogni cosa, gira in pantofole in mezzo ai suoi
passati, dediti ai loro mestieri, preoccupati per gli stessi affan- microscopi e alle sue provette, si ha il diritto di rirlere in fac-
ni, nutrono in cuor loro, quasi a loro insaputa, questa terri- cia ai funzionari che, per applicare semplici regolamenti
bile fede nel destino clella loro specie, nel suo illimitato po- provvisori, che l'incalzante progresso renderà domani ca-
tere sopra le cose. Ciò è sufficiente per trasformarli in esseri duchi, provano il bisogno di parlare solennemente della Leg-
completamente nuovi ,del tutto diversi dall'uomo conosciuto ge e di coprirsi con pellicce di animali, come lapponi od
attraverso i millenni, dall'animale religioso di cui Blaise Pa- esquimesi. Non importa! I pochi soprawissuti dell'antica
scal esprime il tipo perfetto. Io ho visto al fonclo di un tene- cristianità, in alta uniforme, continuano religiosamente a
broso mezzanino di via Patourel, nel quartiere clel Marais un montare Ia guardia alla soglia di un mondo in cui si consu-
operaio parigino, non come quelli che si incontrano negli ma metodicamente la rovina di tutto ciò che essi pretendono
uffici della Camera del lavoro, contadini travestiti che conser- servire. Non si accorgono nemmeno più dell'enorme inge-
vano l'accento virile, che si nutrono di aglio e di vino nero, nuità della loro awentura[...]
ma il legittimo erede degli antichi rivoluzionari del sobbor- [...] Così, col pretesto della disciplina, gli ufficiali cari al
go, con i fianchi sottili, il petto scavato, le braccia gracili e cuore di Père de Lac, che erano usciti verso il 1875 dai tur-
prive di muscoli, da donna o cla adolescente, con il volto gidi genitali della Compagnia di Gesù, si sono lasciati rico-
da apprendista quinquagenario, dallo sguardo duro, con prire di passamanerie dal primo politicante radicale incontra-
una strana smorfia di rassegnazione indomita, impenetra- to, mentre la scuola repubblicana s'impadroniva delle coscien'
bile... A dodici anni questi figli umiliati cli una grande ze e vi distruggeva tranquillamente l'idea di patria, esatta-
razza cominciano a splttare i polmoni, e li sputano ancora a mente allo stesso modo in cui oggi allontana il buon Dio
sessanta insieme alla loro eterna sigaretta, intestarcliti nel vi- dal cuore dei rossi curati, divenuti sensali di concime, assi-
vere, indistruttibili. L'operaio aveva perso da poco tempo la curatori, mutualisti, campioni di calcio e che domani saran-
moglie. Aveva portato il letto al centro clella stanzetta, che no professori di biliardo od ostetrici. L'uomo del popolo sen-
gli serviva da laboratorio, sotto una lugubre finestra acl ab- te forse confusamente, ma con forza, lo svilimento di quei
baino su cui batteva la pioggia di novembre. Il volto della disgraziati, che si credono sempre magistrati o militari e
vecchia, originaria dell'Alvernia, morta da clue giorni, aveva invece molto presto si trasformeranno in semplici comparse...
la durezza della pietra. Egli vi passò sopra! con uno strano Egli preferisce abtrancionarsi nelle mani dello scienziato che
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ormai considera corxe il vero prete. Tremenda avventura! quillamente anche nel mezzo di una città in fiamme, aspet-
Infatti la scienza esalta ecl eleva solo un piccolo numero di tando placidi, di ora in ora, la vittoria del partito clell'ordine.
animi fatti per essa, preclestinati; ecl asservisce gli altri. La Aspettino clunque! Nessuna persona pietosa avrà il triste
complessità dei suoi immensi ingranagei esige sacrifici sem- coraggio di nascondere ai giovani del nostro paese una veri-
pre maggiori, una disciplina sempre più rigida, il totale as- tà onnai più che evidente, dritta di fronte ai nostri occhi,
servimento delI'operaio al meraviglioso utensile di cui non puntata come Ia nera bocca di un ftrcile: la gnerra è lo stato
conosce altro che una leva o un dado 1...1 normale, naturale, necessario di una società che si vanta di
[...] L'élite tecnocratica, a cui saranno affidati i destini non dover nulla alle esperienze del passato, e si organizza per
del nostro piccolo universo, rivelerà presto la sua vera natu- seguire passo a passo la scienza nelle sue perpetue trasfor-
ra, la più inumana e chiusa cli tutte... Verrà il giorno in cui mazioni. La legse cli tale mondo sarà la più dura delle leggi
la ripugnanza che proviamo, quando sacrifichiamo vittime biologiche: quella della lotta per l'esistenza. Esso si con-
umane per produrre il risultato assurdo di pagare l'uomo danna a distrugger:e senza tregua. sotto pena cli immobilismo,
venti, cento, mille volte il sLto prezz,o, aprlarirà non meno cioè di morte. D'altronde ogni distruzione è lesittima perché
ingenua delIo scrupolo che provavano i chirtrrshi del tredi- apre la via al progresso, vieta all'umanità in marcia il cam-
cesimo secolo nel sezionare i morti. È evidente che una mino della ritirata. Non dispiaccia ai romanzieri della scuola
società degna di questo nome, una società che non abbia di Durkeim o anche a quei devoti astuti che ci ripe-
falsi pregiu dizi di ordine morale, è la sola capace di trion- tono a sazietà gli orrori della clecadenza romana; ma sinora
fare strl piir tenace dei f agelli, la miseria, grazie ad una non si era vista una società così radicalmente e pratica-
rigorosa igiene sociale, Iinritando cioè le nascite e sopprimen- mente atea. Sono stati necessari i successi fulminanti della
do gli infermi e gli inetti. Allora I'idea democratica si libe- Scienza sperimentale per spezzare in qualche modo il ritmo
rerà definitivamente di un vocabolario religioso o sentimen- normale della vita interiore, per scuotere nei più umili, in-
tale inutile e potrà rivelarsi per quella che è realmente, come sieme allo spirito di sottommissione alle legei di natura, la
una concezione completamente nuova e universale della vita. credenza atavica nel carattere assoluto di alcune leqgi fonda-
Queste previsioni, temo, faranno schiattare dalle risa un mentali, normative per I'uomo, la famiglia, la patria.
certo numero di persone obese. le quali sostenqono con pro- Il filosofo può anche scrollare le spalle di fronte al grossolano
fonclo convincimento che l'ultirna slrerra è stata opera di un miracolo della radio, ma l'altoparlante continuerà a portare
pugno di nobili originari della Pomerania, alleati contro le a menti più docili della sua un favoloso messaggio, il grido
virtuose nazioni anglosassoni, e vedono le rivoluzioni attra- di adunata di una specie già vittoriosa, il vertiginoso richia-
verso Ie lenti deformanti di un ingenuo operaio dalle hrache mo nel cuore della notte.
di velluto, finalmente tolto di mezzo da una guardia muni- Ogni nuova scoperta pare far scattare la morsa di un de-
cipale su richiesta di un signore in stiffelius decorato con la terminismo, che un animo semplice e superficiale confonde
legion cl'onore. L'incoscienza veramente incredibile di questi con Dio stesso. Perché, pensa, lo stesso qenio, che sta trion-
poltroni rammolliti finisce per esuagliarli ai pirì corassiosi: fando sulla legge di gravità, non può affrancarci anche dalla
finché potranno travestire uno dei loro cani cla gendarme, legge morale I Lo spirito di rivolta per:de così il suo carattere
l'altro da giudice, il terza da agente del fisco, vivranno tran- di negazione impotente e risplende colmo di entusiasmo e di

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speranza. La seconda virtù teologale, con la bocca spalancata, ognuno si cala le brache e si abbandona alla corrente. Alcuni
sembra ritorcersi ruggente contro le altre due. Il principe si mettono in mezzo al fiume che scorre inesorabilmente
delle ienebre ha ripreso il suo posto cli fronte ai cieli. verso l'oceano concentrazionario e totalitario e così vanno
I)a La grandc paura dcì Bcnpcnsanti, Conchrsione, 1931. più svelti e arriveranno per primi. Altri, come i democratici
cristiani, per esempio, si tengono il più possibile vicino alla
riva, dove la corrente è meno rapicla, si lasciano di proposito
La crisi della ciailtà attorcigliare dalle erbe, gtrazzano in ogni pozzanghera e
fanno sempre finta d'aver perduto qualcosa per ottenere dai
Sì, il semplice esercizio del pensiero diventa ogni giorno compagni marxisti il permesso cli ritornare a cercarla.
sempre più difficile, perché il monclo concentarzionario in Non sono tipo cla seguire la corrente. Sarà perché non so
formazione nel quale viviamo ci impone sià di pensare con nuotare come Bidault! Non importa. Credo che le civiltà
la massa, grazie all'enorme sviluppo di quella propaeanda siano fatte per gli uomini e non gli uomini per le civiltà. Devo
di fronte alla quale il libero pensiero si trova in una situa- ancora scusarmi cli usare la parola civiltà, in mancanza di
zione analoga a quella del piìr modesto artigiano davanti altra perché mi pare di un significato troppo vasto, troppo
alla grande industria. universale per indicare un'esperienzt di cui non si osa an-
Sì, se non teniamo gli occhi aperti, verrà un giorno in cui cora clire che è fallita semplicemente perché il suo fallimento
la pretesa di un uomo di pensare liberamente sembrerà non completo sarebbe una catastrofe senza scampo.
meno assurda dell'illusione di un bravo meccanico che si Questa pretesa civiltà non pretende di essere un rifugio
sforza di fabbricare automobili per far concorrenza a Ford. per l'uomo; essa rischia l'uomo, si serve di lui come di una
D'altronde il libero pensiero costa già troppo caro, e in certi posta. Non sono io a dirlo, ma uno scienziato come Einstein,
paesi è anche senza prezzo perché costa la vita. abituato a pensare le parole. In tutto I'universo c'è contro di
Questa duplice presa di possesso del pensiero libero e del essa un immenso movimento di difficlenza e quasi di stupore.
lavoro libero da parte della collettività è oggi un fenomeno Da dove viene I Dove va I Dove ci porta i
universale. Non abbiamo davanti una crisi politica ma una Milioni e milioni cli uomini si chiedono angosciosamente
crisi di civiltà [...]. quale sarà domani la sorte della civiltà nteccanica, che di
[...] Questa espressione può avere due significati. Ci tro- meccanismo in meccanismo porterà alla sbalorditiva inven-
viamo di fronte a una nuova civiltà in crisi di crescenza ? zione di un meccanismo che distruggerà tutti i meccanismi;
Oppure si tratta di una crisi della civiltà umana, cioè di una di una civiltà di massa che possiede adesso, con la bomba
vera malattia della civiltà I Tra queste due ipotesi gli imbe- atomica, il più formidabiie ffrczzo cli clistruzione clelle masse
cilli sono d'accordo nello scegliere la prima. Non clico che che la mente Llmana abbia mai osato immaginare. Una de-
tutti quelli che la scelgono sono degli imbecilli, clico invece che mocrazia atomica! C«:sa cla riclere! Perché non si consegna
tutti gli imbecilli la scelgono: c'è una legeera differenza. una bomba atomica a ogni elettore, insieme con la scheda
Gli imbecilli la scelgono perché è la più facile, voglio dire del voto?
la più accidiosa.
Dal momento che non si può andare contro corrente, Da La Francìa dauanti al mondo di dornani, tn Riuohtzione e lìbertà, 7953.

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Tutto il mondo fa Ia coda alle porte di una naoad gilerrd I'Austria I E la Polonia, con i suoi militari politicanti P Come
e perché le democrazie sono diventate così rabbiose ? Sono
Non so come Ia storia chiamerà domani l'orrline in cui state morsicate o hanno sempre portato in sé il germe di
io sono nato, in cui sono vissuto, ma dove spero di non mo- questa terribile malattia I Questi sono problemi che la gente
rire. Potrà chiamarlo come vuole, una cosa però è certa: non ama porsi, lo so bene. Ma io ripeto che nel 1939 non era
quest'ordine è costato caro. Otto milioni di uomini nel 1918, possibile suddividere il mondo in democrazie sane e demo-
quindici milioni nel 1944, senza parlare delle città distrutte crazie malate; le prime erano solo sane in apparenza e pre-
e come scomparse dalla terra. Gli ingenui vi diranno che la sentavano già i sintomi, attenuati ma certi, clella stessa infe-
colpa è del militarismo, del fascismo, del comunismo. Ma zione. Ciò che mi preoccupa è che la malattia sembra conti-
sono degli imbecilli. D'altronde noi chiediamo ad un ordine nuare la sua inesorabile evoluzione nell'intimo di questi or-
sociale di impedire la nascita, o per lo meno lo sviluppo ganismi complicati e fragili. Mentre si avvicina la scadenza
delle crisi sociali, economiche e politiche capaci di mettere della guerra per la libertà, le democrazie, invece di diventare
in pericolo la civiltà. Che cosa si può pensare di un tal pre- sempre pitr liberali, deventano sempre più autoritarie: que-
teso ordine che in qualsiasi momento ci può porre di fronte sto è un sintomo inquietante.
a continue crisi I Quest'ordine si è dato da sé il nome di or- Non sarebbe giusto però aclclossare tutta la responsabilità
dine democratico, di democrazia. Oggi però ci dicono che all'istituzione democratica. Le istituzioni valgono quanto va-
non era una vera democrazia. E va bene. Ma nel 1900 i de- le l'ordine che le sostiene e quest'ordine oggi non vale niente.
mocratici affermavano il contrario e noi li abbiamo creduti. L'ordine attuale o per: lo meno ciò che chiamiamo così
-
Forse il totalitarismo e queste ultime guerre infernali non
-
è fondato su un errore assoluto: il primato dell'economia.In
sono incluse nella definizione di democrazia.l...l un ordine fondato sulla preminenza dell'economia è natu-
[...] Abbiamo visto, in questi anni, trasformarsi in fasci- rale che miiioni di uomini vengano sacrificati all'equilibrio in-
smo sia Ia democrazia tedesca che quella italiana, spagnola stabile dei mercati, per la conquista det pozzi di petrolio o del-
e portoghese, e il contagio continua. Alla vigilia della guerra, le miniere di carbone. Mi si rimprovera cli non riconoscere
nel 1937,la democrazia francese era minacciata da una guer- quest'ordine. Non soltanto non 1o riconosco Ina, per liberare
ra civile e, se questa fosse avvenuta, il cosidetto Fronte no- gli uomini, non veclo altro sistema cl'rc spezzarlo. È rivoltante,
zionale probabilmente avrebbe vinto grazie all'oro delle baq- è scandaloso sentire i cattolici invitarmi a difenderlo con
che, alla viltà della borghesia terrorizzata dal comunismo, loro. Nel nome di chi I A nome di chi I E, d'altronde, che
grazie alla venalità della stampa, alla corruzione dell'ani- cosa m'importa dell'opinione dei disgraziati che, dopo aver
biente parlamentare, all'ambizione senile di Pétain e d.i sacrificato a compromessi impossibili le tradizioni umane
Weygand. E l'Inghilterra, di fronte alla democrazia fran- più degne di rispetto, si aggrappano ora a semplici abitudini,
cese sacrificata, si sarebbe certamente accontentata di dichia- come un naufrago al relitto ! Ho detto ad abitudini e non ad
rare il non intervento >>, come aveva fatto due anni prima
<< illusioni. Le riviste e i giornali, in America e altrove, parlano
con Ia democrazia spagnola. Forse anche l'Inghilterra era già apertamente di una nuova guerra. E la guerra sembra così
.già pericolosamente contaminata dal virus, come cl'altrontle prossima che, per ritarclarne I'inevitabile scadenza, si sogna
la Grecia, antenata di rutte le democrazie della storia. E di mettere il mondo sotto il controllo di tre potenze protet-

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trici, si prepara per lui un consiglio giudiziario, come si fa I CATTOLIGI E IL MONDO MODERNO
per un pazzo o per un prodigo. Perché allora mi si rim-
provera di calunniare un ordine, che simbolizza a meraviglia
questa fila di gente rassegnata che aspetta il proprio turno
pazientemente I Il mondo fa la coda alla porta di una nuova
guerra.

Da Le.monde fait la qaese a là porte d'wne nouaelle gwerre, in Le chemin da


la Croix-des-àme.r, novembre 1944.

Il mondo nuoao e la Chiesa

Ebbene, la Chiesa è stata tradita, ecco tutto. Il grido di


un candore così straziante, quasi infantile, che Drumont
gettò morendo, << I ricchi occupano ora il posto principale
nella Chiesa, che è stata fondata per i poveri », non è in-
giusto come si potrebbe pensare. Le potenti democrazie capi-
taliste di domani, organizzate per lo sfruttamento razio-
nale dell'uomo a vantaggio della specie, con la loro forsen-
nata statolatria, con I'inestricabile rete di istituzioni di previ-
denza e di assicurazioni, finiranno per ergere fra l'indivi-
duo e la Chiesa una barriera amministrativa che nessun San
Vincenzo da Paola sarà più capace di abbattere. In quel mo-
mento ci potrà ancora essere da qualche parte un Papa, una
gerarchia, insomma ciò che occorre perché il verbo di Dio sia
custodito sino alla fine, e forse ci saranno anche alcuni fun-
zionari ecclesiastici tollerati o addirittura protetti dallo stato,
i quali fungeranno da ausiliari del medico psichiatra ed aspi-
reranno unicamente ad essere chiamati un giorno << caro
maestro » dall'importante collega... Ma la Cristianità sarà
morta. O forse è già ora un'illusione I Tutto ciò che la Cat-
.tedrale aveva un tempo raccolto attorno ai suoi fianchi gigan-
j teschi, prima di innalzare al cielo come un grido trionfale
il suo campanile vertiginoso, in una parola, il gregge delle
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grandezze umane, si sta disperdendo. Ma al prete mediocre volto pallido e ostinato, la bocca tremante e la pura mano
non spiace vederle partire. L'innocente crede di poterle sosti- appoggiata sul petto. Naturalmente ciascuno può volgere lo
tuire tutte. Che importanza ha una grandezza tn più o in sguardo altrove, fissare attentamente il soffitto, o fischiettare
menol 1...1 fra i denti con un'aria distratta. Ma esso rimane là. E lo sap-
[...] Ora la bottega è vuota. Lo striscione di stofia, su cui piamo. Le stesse persone, che credono nel futuro miracolo
la democrazia cristiana trionfante aveva scritto una volta della Scienza, si accorgono ormai che il siorno in cui si av-
a lettere cubitali, sotto lo sguardo benigno dei rnonsignori, vererà è sempre più lontano, e si chiedono ansiosamente a
« Liquidazione Generale », sventola ormai sopra la porta, che prezzo dovrà essere pagato [...].
sotto la sferza del temporale. Ma anche se si continua Insomma, ormai è evidente a tutti che sul cammino su
per salvare la forma a mercanteggiare sul marciapiedi con
- cui si è messa la nostra specie il minimo passo falso può essere
-
le scarpe immerse nel fango, a proporre scambi illusori, a fatale, può mettere I'umanità in pericolo di morte. E voglio
calcolare benefici inesistenti, ciascuno sa che l'anarchia cleri- aggiungere che sarebbe inutile prendere pretesto da certe ana-
cale non ha più nessun conto in banca: può solo più impe- logie per paragonare le nostre democrazie moderne ai regimi
gnare i beni che non le appartelÌgono e che non apparten- popolari il cui modello ci è stato fornito nell'antichità. Forse
gono a nessuno, la parte sacra, indivisibile, l'eredità stessa finora lo spirito di rivolta non era riuscito a costruire nulla
dei Santi. Invano offrirà come garanzia delle sue supreme di durevole perché disponeva di mezzi ridicolmente insuffi-
speculazioni i sette Sacramenti o le tre virtù teologali: i suoi cienti contro le inevitabili conseguenze delle rivoluzioni, cioè
compagni abituali non ignorano che simili valori sono im- il disorcline e la miseria.
possibili da negoziare. Per loro è sufficiente che il prete me- La Scienza I'ha reso ormai sufficientemente potente per
diocre abbia mantenuto per un secolo o due, a vantaggio contenere il primo, ed abbastanza ricco per offrire yacafize
dell'ideologia nascente, il fondamentale equivoco di un evan- e piaceri all'uomo awilito, degradato, privato dell'anima. I
gelismo ambiguo. Grazie a lui e secondo la frase veramente begli spiriti, nauseati dal profetismo di Joseph de Maistre
profetica di Chesterton, le «iclee cristiane divenute pazze>> e che sostengono seriamente che l'animale umano ha da lun-
sono state abbandonate per il tempo necessario a soffocare gli go tempo espresso tutta Ia sua malvagità, si espongono a ter-
eredi della razza antica, troppo vivaci e ribelli. L'immagina- ribili sorprese. Al ritmo con cui cammina il mondo, allor-
zione popolare, stufa di metamorfosi incoerenti, ha finito ché degli enormi aerei lasceranno cadere corne un fiore una
per rifiutarle il biocco, e nor tollera più che la nozione sem- bomba da mille chili, quando al primo albeggiare gli abitan-
plicistica del Progresso, trionfalmente vittoriosa sulla mille- ti della piccola e tranquilla sottoprefettura finiranno di vo-
naria concezione di un riscatto, di una Redenzione, di un mitare i loro polmoni nelle bacinelle scarlatte, si dirà della
misterioso paradiso perduto, di cui il dolore umano conserva nostra guerra, della nostra famosa Grande Guerra: < Allora
le chiavi... sì che erano tempi belli ». E dopo la bomba di una o di due
Il Dolore... Chi non sogna di gettare come una sfida sulla tonnellate, ne vedrete, ragazzi, ancora delle belle, ne vedrete
faccia dei nuovi padroni clel mondo questa parola prodi- ancora delle peggiori. Conoscerete che cos'è una certa Pace,
giosa ! Che lo vogliano o no, che 1o odino o addirittura lo non quella che prevedeva Lenin in agonia sul letto di morte,
neghino, lo vediamo in piedi sulla soglia col suo affilato nel buio della sua laida soffitta del Cremlino, con un occhio

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aperto e l'altro chiuso, ma quella cui forse in questo istante Il monclo non vi perdonerà mai di averlo cleluso, il mondo
sta pensando sgranocchiando le sue noccioline zuccherate ha visibilmente rinunciato a capirvi. Ormai non si tratta
qualche piccolo lustrascarpe yankee, marmotta dalla testa più di una definizione puramente speculativa della vita, sulla
di topo, mezzo sassone e mezzo ebreo, che conserva le tracce quale si può sempre discutere. Come i vostri antenati rivo-
del suo antenato negro nel fondo delle midolla arrabbiate, luzionari, che proclamavano un tempo: « La libertà o la mor-
futuro re dell'Acciaio, del Caucciù, del Petrolio, monopoliz- te », oggi tutto il mondo ci gricla: << La nostra disciplina o
zatore dei Trust, futuro padrone di un pianeta standardiz- la morte >>, e crede di dire esattamente la stessa cosa. Inutile
zato, tl dio che l'universo attende, il dio dell'universo senza tentare di fargli capire ciò che anche molti di voi non riesco-
Dio. no a concepire, che Dio ha rimesso nelle vostre mani, nelle
vostre mani ribelli, nelle vostre mani impure, la suprema
[...] Ebbene, non ho finito, voglio ancora dirvi una cosa speranza della Cristianità, la sorte clell'uomo cristiano. Il
importante, cari ragazzi: voi non vivrete a lungo. Noi non mondo moderno non ha il senso dell'ironia. A malapena
vivremo a lungo, giovani francesi! Fra il futuro imperatore incomincia a capire vagamente che la nostra esistenza si
yankee, il dio dagli occhiali di tartaruga e i denti d'oro e la trova legata ad una certa concezione religiosa della persona
sua preda da troppo tempo avidamente desiderata, l'immen- umana. Riuoluzione, democrazia, laicismo sono le cliverse
so e fragile universo, vi sono solo più i vostri petti, ultimo espressioni di un individualismo anarchico in cui tante volte
baluardo. Che lo sappiate o meno, non ha importanza. Gli ha rischiato di oscurarsi il genio della nostra razza, le cui
altri continueranno ad arrovellarsi sopra i loro meccanismi brusche impennate sembrano sottolineare nel corso della
impazziti,li faranno scoppiare a migliaia. Ad ogni svolta del storia ogni grave cedimento del potere spirituale. Il Mondo
cammino noi perderemo un po' del nostro ardore, uniti, me- ripete dopo i nostri rivoluzionari queste magiche parole, ma
scolati nella polvere della nostra stracla, con le gambe inguai- per lui non stanno che ad indicare le successive tappe di una
nate di cuoio, a disagio nei nostri poveri pantaloni rabber- evoluzione il cui termine finale è appunto il totale asservi-
ciati, sotto un sudario di ghiaccio. E certamente, come amava mento dell'uomo, il suo annullamento. Sino a quando spe-
dire il vecchio Drumont, voi avete tutto il diritto di scoppia- riamo di prolungare ancora questo equivoco fondamentale ?
re a ridere in faccia a persone che vi fanno simili profezie. Dopo aver così a lungo assillato col nostro preteso ateismo le
Ma nulla riuscirà ormai ad arrestare la macchina che uccide ; pie nazioni anglosassoni, a chi riusciremo a far credere che
il suo passo fa già tremare la terra. I1 mondo non ci capisce la nostra nazione, prirnogenita della Cristianità, vuol divi-
più, ecco la disgrazia. Noi siamo cli troppo... Il mondo ha dere sino in fondo il suo destino, vivere con Essa o non vive-
paura di voi. Il Mondo non vi risparmierà... È impossibile re, salvarla o morire I
sacrificarvi senza sporcarsi le mani, dovranno rimboccarsi le Eppure siamo arrivati a questo punto. I decreti dei coniili,
maniche... Essi vi spiano, misurano le vostre forze, poi si le note episcopali e le encicliche, le predicaziont e i miracoli
guardano fra di loro con quel sorriso livido, mezzo ingenuo non potrebbero insegnarci nulla più dell'umile verità che an-
e mezzo crudele, che ostentano davanti alle nostre donne, nuncio qui tranquillamente: << La Società che si sta creando
alle vostre donne, oh, sacri francesi! [...]. a poco a poco sotto i nostri occhi riuscirà. a realizzare perfet-
[...] No, no, noi non vivremo a lungo, giovani francesi! tamente, con una sorta di rigore matematico ,l'ideale di una

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società senza Dio. Ma noi non vi soprawiveremo' L'aria sta sciuto da tutti. La centralizzazione estrema della Chiesa di
per mancare ai nostri polmoni. L'aria manca. Il Mondo che oggi, I'assoluta docilità dell'opinione cattolica facilitano enor-
ci osserva con crescente diffidenza rimane stupito quando memente le transazioni fra potenza e potenza [...]. Lo Stato
legge nei nostri occhi la stessa oscltra angoscia. Alcuni di noi spera di aver eliminato per sempre tutte le forze non control-
hanno già cessato di sorridere e valutano con lo sguardo la labili. Ha scristianizzato il popolo francese. purtroppo non
difficoltà dell'ostacolo... Non ci avranno... Non ci avranno si può dcristianizzare un popolo in dieci anni e n.Àmeno
vivi! in un secolo, non si ricristianizza rtn popolo con i libriccini
Da, La grunde pauru dci Benpcnsanti, Conclusionc, 193i sui santi e con la buona stampa. Prima di ricristianizzarlobi-
sogna istruirlo, dargli dal di fuori ciò che gli manca: ma lo
Stato controlla le entrate e sa bene che cosa entra. euel che
dico non è un paradosso, anche se lo sembra [...1.
ll laicisruo e il uistianesimo
[...] Lo stato moderno comprende molto bene il cattolico
delle opere di.beneficienza e di patronato, il cattolico della
Il mondo ha paura non certo di voi, né delle vostre << idee >>, azione cattolica e quello di pura formazione clericale. Ma
ma della santa carità di Cristo. In futuro sarà persino capace non ha mai capito il cattolico francese tradizionale, I'uomo
di concedervi tutto il prestigio che gli domandate ; d'altronde francese di tradizione cattolica, e nemmeno l'eroe degene-
ha un mucchio di prestigio da vendere, non sa più che far- rato dell'antica cristianità francese. Finché è esistito questo
sene dei suoi prestigi 1...]. fenomeno, anche sotto le spoglie del più semplice e sprowe-
1...1 È assurdo pensare che il laicismo si presenterà eterna- duto contadino, 1o stato non è riuscito a dormire tranquillo.
mente sotto le spoglie, ormai centenarie, del persecutore an- Ha speso miliardi e miliardi per isolarlo dal resto della na-
ticlericale. Lo stato moderno, che si incammina lentamente zione [...]. Ha allontanato da lui le nuove generazioni, ha
verso il totalitarismo, si trovava allora in piena crescita, in fatto vergognare i giovani delle superstizioni o dei pregiu-
pieno sviluppo. Ogni compromesso gli pareva pericoloso fin- dizi talvolta imbecilli che il povero diavolo, incapace di di-
ché il nostro popolo, diviso da una tradizione storica che più stinguere l'essenziale dal superfluo, difendeva a spada tratta
niente incarnava ai suoi occhi, avesse conservato il senso cri- con la testardaggine incrollabile degli antenati. Ma e que-
stiano dell'onore, della giustizia, della povertà, del potere le- ste parole voglio dirle in faccia agli impudenti che - hanno
gittimo. La democrazia capitalista appena nata temeva una sempre in bocca le frasi prese in prestito alle encicliche so-
improvvisa coalizione del popolo, che era stato schiacciato ciali
da lei, e del basso clero di origine plebea, Iegati ambedue
- questo difensore non è stato difeso e aiutato da nes-
suno. Mentre il maestro di quell'epoca vergognosa, reso si-
con radici solide all'antico mondo cristiano, all'antica cristia- curo dal prestigio esercitato dalla Scienza, coffompeva la
nità francese e che, malgrado l'attaccamento al Pontefice, gioventù contadina, un clero onesto ma intellettualmente
non avrebbe mai accettato di essere uno strumento docile pigro, avvelenato da un curioso complesso di inferiorità, si
in mano alla diplomazia vaticana. Che questa relativa indi- limitava a conservare i suoi parrocchiani impedendo loro di
pendenza fosse un bene o un male, non lo so, non tocca a veclere e di sentire, euasi che l'abbandono del più ridicolo
me decidere. Io ho il diritto però di constatare un fatto cono- e insignificante atto di devozione avesse potuto condurlo alla

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perdita clella fede. Non turbate Ie anime semplicil » ripe-
<<
derci se dobbiamo dubitare di noi oppure dubitare di una
tevano continuamente i preti pieni di buona volontà. civiltà di tecnici, di cui gli stessi tecnici, riuniti in congressi
e conferenze, ogni giorno devono confessare di aver perduto
L)a Les cnlants humiliés, pag. 150, 151, 152, 153, 154. Scritto ncl 1939. il controllo. Difatti basta aprire i giornali per convincersi
che essi non s'accordano su niente f ...].
[...] Chi pensa che i cristiani riusciranno presto o tardi
I cristiani e il mondo moderno ad adattarsi al mondo moderno, non tiene conto di un fatto
schiacciante per lo spirito: il mondo moderno è essenzial-
Non ho vergogna di dire che sono uno dei rari cattolici mente un mondo senza libertà. Per convincersene, basta pen-
che osano parlare così, pubblicamente. Tutti, e anche i cat- sare all'esperienza di guerra.
tolici, sanno benissimo che l'esperienza che stiamo facendo La libertà è un lusso che la collettività non può permet- ,

tra I'angoscia e 1o spavento delle nazioni e alla quale la bom- tersi quando si propone cli impegnare tutte le proprie risor- ,

ba atomica ha dato un nome e un simbolo, tutti, dico, sanno se per il massimo rendimento. Una collettività libera, nel
che quest'esperienza è irreversibile, che l'umanità gioca I'ul- mondo moderno, è in uno stato d'inferiorità rispetto a un'al-
tima carta, la sua libertà, il suo onore, la sua stessa vita, su tra, e questa inferiorità è tanto più grave quanto più la col-
un'ipotesi di Carlo Marx. lettività è libera. Supponete che invece di produrre macchi-
Tutti sanno che questa esperienza unica e decisiva si ispi- ne in modo sbalorditivo, il mondo moderno si dia alle ope-
ra a una certa concezione dell'uomo assolutamente opposta re disinteressate dell'arte, si metta a ordinare città armoniose,
alla concezione dell'uomo cristiano, perché non tiene conto a costruire palazzi e cattedrali: in questo caso sarebbe indi-
del peccato originale. Noi crediamo al peccato originale, e spensabile per lei formare un tipo d'uomo libero... Il mondo
perciò siamo accusati di disperare clell'uomo. Ma-ciò che moderno non ammette altra regola che l'efficienza. Per que-
rende impossibile l'organizzazione di un paradiso meccani- sto le democrazie stesse hanno steso attorno al loro materiale
co non è la parte degradata dell'uomo ma. al contrario, tuttcr umano una rete rli fiscalità spietata. Nel nome di questa fi-
ciò che c'è di libero, cioè di divir-ro in lui. scalità le vediamo rafrorzare ogni giorno più ipocritamente
Il marxismo nega o trascura il divino nell'uomo. Per con- il potere dello stato.
servare e preservare ciò che l'uomo ha di clivino, noi faremo I dittatori si facevano offrire la libertà dai cittadini e,
qualsiasi sacrificio. A che pro parliamo insieme di giustizia, all'occasione, se le prendevano a forza. L'atteggiamento delle
quasi che questa parola significasse per ognuno la stessa cosa I democrazie farebbe pensare piuttosto all'atteggiamento del-
La giustizia, secondo il marxista schiavo clelle fatalità econo- l'usuraio ebreo che, nella vecchia Russia, essendo anche oste,
miche, non può essere la giustizia dell'uomo divinizzato. A faceva firmare al mugift, per ogni sbornia, una piccola cam-
che pro, per esempio suonare le stesse arie cli cornamusa sui biale con interessi. Un bel giorno il mugift veniva a sapere
temi del povero e della povertàt t...1. che la sua terra, le sue bestie, la sua casa e anche la casacca
1...] A dispetto di tutti i predicatori cl'ottimismo, tra i di montone che portava addosso appartenevano al suo be-
quali mi vergogno di veclere tanti cattolici partigiani di ciò nefattore. Per il cittadino delle democrazie I'equivalente del-
che chiamiamo il rninor male, lr:i abbiamo il diritto di cliie- la sbornia è la guerra. A ogni gLlerra per la libertà ci vien
fi2* * 103
tolto ilventicinque per cento delle libertà che ci restano. to indifferentemente alla verità e alla falsità è maturo per
Quando le democrazie avranno fatto trionfare clecisamente una tirannia. La passione per la verità va cli pari passo con
la libertà nel mondo, mi chiedo che cosa ne resterà di noi... la passione per la libertà. Non per nulla la libertà di pensare
La scristianizzazione dell'Europa è avvenuta a poco a po- è stata sempre considerata come la cosa più preziosa, da cui
co. L'Europa s'è scristianizzata come si devitaminizza utt dipendono le altre. Qui non parlo unicamente della libertà
organismo. IJn uomo che si devitaminizza può conservare a di esprimere il proprio pensiero.
lungo le apparenze di una salute normale. Poi d'un tratto Nel mondo milioni e milioni di uomini, da vent'anni
manifesta i più gravi, i piìr impressionanti sintomi. Allora non solo si sono lasciati strappare con la forza la libertà di
non basta dargli quel che gli manca per guarirlo tutto d'un pensare, ma l'hanno abbandonata e l'abbandonerano, come
tratto. Alcune forme di anemia spirituale appaiono tanto gra- in Russia, volontariamente. Per loro non è un sacrificio ma
vi quanto l'anemia profonda che nonostante tutte le cure, un'abitudine che semplifica la vita. E la semplifica terribil-
finiva col far morire, due mesi dopo la loro liberazione, i de- mente. Semplifica terribilmente 1'uomo. Gli assassini nei
portati di Buchenwald o di Dachau. paesi totalitari vengono reclutati tra questi uomini terribil-
Se mi chiedete qual è il sintorno più generale di questa mente semplificati.
anemia spirituale, rispondo: certamente l'indifferenza verso Nelle democrazie esiste ancora la libertà di pensiero; sta
la verità e verso la menzogna. Oggi la propaganda dimostra nei loro programmi. Ma bisognerebbe essere pazzi per non
quel che vuole, e la gente accetta piùr o meno quel che le vedere che il cittadino delle democrazie ne usa sempre di me-
viene proposto. Certo, questa inclifferenza maschera piutto- no. Guardate per esempio in Francia l'attuale resime dei par-
sto una fatica e quasi uno scoraggiamento delle facoltà di titi. Grazie all'organizzazione dei trusts elettorali molto Ii-
giudizio. Ma la facoltà di giudizio non potrebbe esercitarsi mitati di numero, il cittadino delle democrazie s'abitua a
senza un certo impegno interiore. Chi giuclica si impegna. pensare non più individualmente ma collettivamente. Me-
L'uomo moderno non si impegna pir) perché non ha più glio, il suo partito pensa per lui, nell'attesa che lo stato na-
niente da impegnare. zionalizzi questa inclustria come le altre e finisca col pensare
Chiamato a scegliere per la verità o per Ia falsità, per il per tutti.
bene o per il male, il cristiano impegnava immerliatamente Ancora una volta pensare significa per me giudicare. Il
la sua anima, cioè rischiava la salvezza. La creclenza metafi- partito giudica al posto di ciascun membro del partito. il
sica era in lui una fonte inesauribile di energia. L'uomo mo- partito decide, per esempio, delle ingiustizic che devono in-
clerno è sempre capace di giudicare, poiché è sempre capace dignare e di quelle che devono lasciare indifferenti; le co-
«li ragionare. Ma la sua facoltà di giudicare non funziona scienze si rivoltano a bacchetta contro coloro che uccidono
pir), come un motore senza benzina. Al motore non manca atrocemente donne e bambini. Tutto questo è disgraziata-
nessun pezzo; però non c'è benzina cli riserva. mente vero, sia per i cristiani che per gli altri. T democri-
Per molti questa incliflerenza verso la verità e la menzo- stiani ieri s'inclignavano contro certi eccessi, veri o falsi, com-
gna è più comica che tragica. Ma io la trovo tragica. Essa messi in Indocina dai soldati dell'armata Leclerc, ma la
implica una terribile disponibilità non soltanto clello spirito loro sensibilità non veniva affatto scalfita da qtrelli commes-
ma di tutta Ia persona, anche della persona fisica. Chi è aper- si tutti i giorni nell'Europa Centrale e in Polonia.

104 * 105
-
E ancora non perdono nessuna occasione per infangare, ta. Dobbiamo guarire I'umanità. Innanzitutto e soprattutto
con un ritardo di cento anni, i miserabili che nel 1840, nel bisogna spirìtualizzare l'uomo.
nome delle leggi economiche, giustificavano la miseria che
decimava la classe operaia; però accettano, senza protestare Da A che scrae questa libertà? in Riuohrzìonc e libcrtà, 1953.

troppo, nel nome di quelle stesse leggi, l'annientamento pro-


gressivo, mediante il freddo e la fame, della piccola bor-
I preti e le naticlte della marcltesa
ghesia
- moc{esti funzionari a riposo; modesti proprietari
spogliati vergognosamente dallo stato delle loro pensioni e
delle loro rendite -_. Ah, le natiche della marchesa! Non solo quelle, ma tutte
Un secolo fa si proclamava il diritto divino del proprie- le altre, giovani o vecchie, fresche o avvizzite, riunite in una
tariato nel nome dell'ordine. Oggi si proclama il diritto di- sola colossale natica vagamente fosforescente, immobile sul-
vino del proletariato nel nome della giustizia sociale. La propa- l'orizzonte, come una sfera vermiglia insolentemente dondo-
ganda è causa di tutto. Con la propaganda si forma I'uomo to- lante, inaccessibile, verso la quale il buon abate Bethléem emet-
talitario. Latormazione dell'uomo totalitario precede la forma- te stricla furiose, che terminano clecrescendo con un gemito
zione del regime totalitario. Eviclentemente la specie di cittacli- così lugubre da strappare un lamento alla beghina acldor-
no di cui vi parlo è più maneggevole delle altre, e Ie democra- mentata... Avventura diabolica! Da più di cento anni questo
zie trovano che è un materiale umano che facilita di molto le oggetto, benché già familiare ai nostri padri, riesce a cala-
loro più assurde, per non dire più disperate esperienze di diri- mitare su di sé, come uno scudiero fedele, tutto lo sforzo
gismo. Le democrazie con leggi contradditorie stanno per della cristianità' Tutto il mondo sta sistematicamente, cini-
creare lentamente un tipo d'uomo perfettamente adatto alle camente cercando di fare a meno di Dio, e prepara con una
dittature. energia selvaggia, la cui fonte resta sconosciuta, l'avvento di
Un cristiano non può disperare dell'uomo... Che cosa una nuova forma di barbarie. Essa sarà probabilmente senza
spero io I Una mobilitazione generale e universale cli tutte le rimedio perché avrà una legge e clegli ordini propri, dispor-
forze dello spirito per restituire all'uomo la coscienza della rà, dt mezzi sufficientemente potenti per imporre a migliaia
sua dignità. di schiavi la disciplina strettamente biologica dell'alveare o
Da questo punto di vista la Chiesa ha una parte immen- del termitaio. Ma questa trasformazione veramente prodi-
sa da svolgere; e presto o tardi dovrà assumersela. Perché la giosa di una società, .ot, ieri impregnata sino alle midolla
"t essere passata quasi inosservata agli
Chiesa cattolica ha già condannato il mondo moderno in di cristianesimo, sembra
un tempo in cui era difficile capire le ragioni di una condan- occhi di una parte considerevole di quel clero un tempo glo'
na che oggi i fatti giustificano ogni giorno. Il famoso Sillabo, rioso, oggi rovinato da un secolo di politica ambigua, fatta
per esempio, di cui i democratici cristiani oggi per viltà non di clamorosi abbancloni e cli subdole rivincite, la cui credula
osano parlare, fu consiclerato a suo tempo come una specie vanità continua ad aumentare in proporzrone alle umiliazio-
di manifestazione puramente reazionaria. Oggi appare profe- ni subite. Questo fatto immenso, che molto tempo prima di
tico. La tirannia non sta dietro di noi, sta tlavanti a noi, e Drumont non era sfuggito a Balza.c, la progressiva spoliazio-
dobbiamo affrontarla adess«: o mai. Tutta l'umanità è mala- ne degli stati a vantasJgio delle forze anonime dell'industria

106 -- * 107
e della banca, questo trionfale avvento del denaro, che rove- no i primi peli sul mento. D'altra parte questo è il ruolo che
scia I'orcline clei valori umani e mette in pericolo tutta l'essen- nella società americana sembrano assumere i pastori presbi-
zatlella nostra civiltà, è avvenuto sotto i nostri occhi ed i preti teriani e metodisti, ben vestiti, ben nutriti, col loro conto
hanno gravemente scosso Ia testa o cambiato cliscorso. La in banca e la Buick alla porta, in attesa che una pit\ efficien-
stessa guerra, grazie al loro intervento, è stata riclotta alle te organizzazione dei servizi di profilassi venerea e di igiene
proporzioni di un'epidemia di vaiolo o cli colera di cui i mentale renda inutile il loro ministero. Quest'ultima con-
servizi competenti stanno ancora cercando le cause. statazione sembrerà forse rassicurante ai disgraziati che di
Essendo passati nel giro di un secolo sotto tutti i regimi, notte non riescono a clormire per il timore di passare per rea-
tutti i partiti, tutte le classi sociali con la borsa dell'elemo- zionart e per la speranza di entrare un giorno nel prestigio-
sina in mano, si trovano ormai nell'impossibilità di uscire so stato maggiore dei tecnicì. Viene voglia di porre fine a
dalla banalità senza tirare pericolosamenre in ballo l'ultima tutte queste frasi declamatorie e, parodiando una celebre sen-
Potenza arrivata, questa democrazia, che essi continuano a tefiz4, di gridare ad un universo saturo di menzogne a tal
definire piamente << il governo del popolo per mezzo del po- punto clie la stessa Povertà francescara ne esce contamina-
polo », traendo ispirazione dai manuali di San Sulpizio editi ta: <<Attenzione laggiìrl Lo Spirito abbandona il campo».
verso il 1848 dalle rispettabili edizioni Mame. Al che l'Osseruatore roma?to risponclerà sicuramente cou. una
Per. questi miserabili, che sono disgustati da certe azioni nota agroclolce informanclomi che il potere spirituale risiede
troppo vili di un preteso apostolato sociale, il grande. l'unico sempre neila casa della Nunziatura, in viale presiclente Wilson
affare è ancora rappresentato dalla lotta contro l'amore, la n. 10, e che esso ha cenato il giorlo prima in casa della baro-
sorveglianza assidua dei babbei e delle sempliciotte, ed in- nessa Tralalà al fianco del nostro eminente lvlinistro degli Af-
fine le amorevoli cure dedicate all'enorme scimunito dal fari esteri.
collo ài pollo e gli occhi di maiolica, conosciuto sotto il nome
di ragazzo perbene, da cui la stessa Venere non avrebbe nul- Dtt Lu grunda paura dei Bcnpcilsililti, Conclusionc, 1931.
la da sperare.
Tutti sappiamo ormai che non vi sono più, grazie a Dio,
che delle sante collere, delle veniali avarizie e delle innocenti Il complesso di colpa
golosità. A malapena l'invidia si distingue dal sentimento di
emulazione legittima. In quanto alle menzo[Jne. se ne sen- Un tempo la Chicsa ha avuto torto, lo so, a scambiare i
tono di utili e persino di pie. Resta il deretano simbolico, cau- benpensanti per uomini cl'ordine
sa di tutti i mali. I secoli cristiani non hanno conosciuto quc-
- ci'orcline cristiano -
mentre non erano che uomini d'ordine e basta; i'ordine clella
sta ossessione della lussuria. Aggiungiamo che una crociata guardia o del controllore del tram. E penso che fra non mol-
così furiosa non sembra aver iiformato afiatto i costumi, to pagherà a caro ptezzo I'illusione di aver scambiato per
forse invece ha contribuito, più di quanto non si pensi, a uomini cl'avanguardia alcune brave persone, per metà inge-
divulgare I'assurda immagine del prete esclusivamente de- nue per metà astute, che non trovano disclicevole giocare ai
dito alla tutela della verginità, clell'orco nero, sul cui naso rivoiuzionari, che giocano forse in buona fede, poiché la
il giovane cittadino scoppia a ridere non appena gli spunta- loro vanità non chiede che di lasciarsi convincere, ma che

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- -
digraziatamente possono sostenere un sìmile ruolo soltanto ci importa dei loro rimorsi a scoppio ritardato, che, invece
a scapito della verità, cioè a spese delle loro e altrui coscienze. di porre rimedio ai crimini degli avi, li aggravàno ancora di
È facile cogliere i motivi cli questa << conversione >>. Cin- più I Siccome l'egoismo della borghesia liberale ha finito per
quant'anni fa la Chiesa distogliere il popolo dal culto della libertà, essi ora lo abban-
- sconvolta dai primi sintomi
una crisi di cui lei sola presentiva il carattere totale
di
si cli- clonano e non osano sbarrare la strada a questa folla scate-
ceva: <<Cerchiamo di conservare tutto ciò che d'essenziale - nata, perché hanno paura di essere schiacciati sotto il suo
può esser conservato ,>, e affidava cose diversamente prezio- peso. Ebbene, se il brutale crollo di tutti i valori tradizionali
se a persone capaci cli conservare qualsiasi cosa, che conser- nell'impostura di Vichy ha fatto sì che tali persone diventas-
vavano per conservare come altri clistruggono per il solo gusto sero gli amministratori provvisori della coscienza cattolica
di distruggere, e oltretutto ben resoiu'e nel voler conservare francese, non bisognerebbe permettere che diventino in fu-
se stesse prima di ogni altra cosa. Quindi non c'è da stupirsi turo i suoi liquidatori.
se oggi la Chiesa abbia la tentazione di gettar via ciò che
non sta più in piedi, piuttosto che conservare ciò che può es- L)a I.e conplèxc de culpabilité, in « La Ilataillc >> <|el 22-5-1916, raccolto in
Ultimi strìtti politici.
ser conservato.
Disgraziatamente i « rivoluzionari r>, che devono svolgere
questo incarico, sono rivoluzionari come gli altri erano con-
Era cristiana o era atomica
servatori, e un tale malinteso potrà avere per la Chiesa clelle
conseguenze incalcolabili.
La rivista Esprit, che ha la falsa ambizione di risolvere
Questi uomini, che hanno sempre in bocca la parola av- tutti i problemi con il metodo un tempo inaugurato nei labo-
venire, appartengono interamente al passato. Appartengo- ratori cli Edison, cioè pretende di risolverli facendo lavorare
no al passato a causa dei loro complessi d'inferiorità e di col- in équipes alcune centinaia di giovani pensatori con gli oc-
pa di fronte al mondo operaio, e che essi scarnbiano per amo-
chiali, ha pubblicato recentemente le risposte alla sua in-
re. Appartengono ancora al passato per quella specie di maso-
chiesta sulla « frattura » fra il mondo cristiano e il mondo
chismo espiator io con cui giustificano la loro scarsa inventiva,
attuale. << Credete, chiede Mounier, che questa separazione
la loro pigrizia mentale di fronte all'occhio vigile dei realisti sia definitiva e porti prima o poi alla fine clell'era cristiana,
marxisti. Scno «lelle vittime e noi rischiamo cli essere vittime
oppure pensate che sia solo accitlentale, che corrisponda cioè
corne loro cli scrupoli che sono appartenuti a parecchie gene- alla crisi di una cristianità storica particolare, da cui il cri-
razioni, come certe malattie ereditarie. Sotto la minaccia di un stianesimo uscirà con un volto nuovol >>.
clirigisco totale, cioè
- come è sempre più probabile
- di una Ma, caro signor Mounier, il cristianesimo ha sempre avu-
guerra totale, organrzzata e permanente, agiscono come avreb- to un solo volto, non siete d'accordo con me su questo punto I
bero dovuto agire ai tempi clel liberalismo totale, e tendono Non c'è che un volto del cristianesimo, quello di Cristo, e
a Stalin quella mano che i loro bisnonni avrebbero dovuto voi ed io ritroviamo questo volto ogni volta che leggiamo il
invece tendere a Prouclhon o a Blanqui per risparmiare al Vangelo.
monclo attuale l'azzardo cli un'avventura clisperata. Ma che Oh, senz'altro, capisco il vostro pensiero, ora capisco dove

110 - 711,
-
volete arrivare ! Voi sapete bene che, dopo avere eseguito forma di bomba atomica o, se preferite, sotto le spoglie dei
il loro numero da circo, ognuno clei vostri allievi dichiàrerà cristalli del dottor Went, di cui sono sufficienti venti grammi
in pubblico, in un moclo o in un altro, che la legge del mon- per provocare la morte di tutti gli esseri umani dagli Stati
do moderno è l'efficacia, che la Chiesa non è .fficr.., *.rr- Uniti al Canada. Siete solo degli idioti! Volete un mondo
tre i vostri amici comunisti faranno cenni d'assenso con un efficace, ebbene, l'avrete. Creperete soddisfatti !
sorriso cia esperti... Ma per la Chiesa qual è la legge dell,ef- Quando parlo così, il signor Mauriac smette per un atti-
ficacia ? Ecco, caro signore, il punto sul quale p.imi dovrem- mo di leccare il suo orso democristiano per darmi del pessi-
mo intenclerci. Secondo i vostri amici comunisti quest,effi- mista. Dio sa però chi è il pessimista fra noi due! Infatri non
cacia si dovrebbe misurare dai clati staristici, come quella di è la mia disperazione, ma tutta la mia speranza a rifiutare il
una società di beneficie nza. Ma non avete mai pensato che la mondo moderno. Sì, io spero con tutto il cuore che I'uomo
funzione di una certa efficacia soprannaturale consiste pro- non si lasci vincere dal mondo moderno, cioè dallo stato mo-
prio nel cleludere coloro che la giudicano con il metro .o*,_" derno, dal robot immenso e planetario, al quale la scienza
ne I I vostri brutti, piccoli imbecilli sapienti, tormentati dal- offre ogni giorno armi adatte alla sua misura gigantesca. È
I'acaro clella clialettica marxista, chieclono alla Chiesa ciò che chiaro che il Mendicante Divino, appeso ai suoi chiodi, fa
i dottori e gli scribi esigevano dal Cristo. Anche gli ebrei una figura meschina di fronte a questa prowidenza mecca-
attendevano un Messia efhcace ed hanno visto apparire inve- nica, che a parer vostro dovrebbe offrire la giustizia sociale
ce Lln uomo povero, così come lo descrive Daniel-Rops in un (e perché non l'amore, imbecilli ?)... Ed ora eccovi qui, siete rut-
libro che ho letto e rilctto con il cuore flagellato clall'ango- ti intorno alla Chiesa, come un tempo gli ebrei attorno al Sup-
scia. Un pover'uomo, incapace persino di portare da solo la pliziato: <<Andiamo! Se tu sei Dio, provalo, salvati! Salva-
sua croce tra gli schiamazzi del popolaccio. La Chiesa è ci!». La Chiesa, come il Cristo, non si degnerà di rispondere
altrettanto sconcertante, d'accorclo; ma perché Dio dovreb- alla sfida del cattivo ladrone.
be rendercela più attraente I C'è uno scandalo della Chiesa,
è vero. Ma vorrà Dio farla finita con questo scandalo, oppure Da Ere chréticnne ou àrc athonìqtu, in « Lr llataillc>>, 2-10-1916, raccolto in
U lrint i scritti politici.
darà sino alla fine clei tempi agli uomini rli buona volontà
ciò che occorre loro per entrare nella vita eterna I Il volto
clella Chiesa oggi non attira, anzi respinge, anche voi lo in-
tuite; ma non ci respinge forse perché siamo noi acl allon-
tanarci, perché non osiamo più guarciarla in faccia, perché
la nosrra fede e ii nostro amore non si rifletiono più sul suo
volto I È la Ci-riesa che ha bisogno delle rnasse oppure sono
le masse ad avere bisogno c1ella Chiesa? Imbecilli! Avete
permesso che si fonnasse una civiltà nemica clell'uomo ed
ora come potete pretenclere che il Figlio dell'Uorno vi aiuti
a cotrtinuare quest'espericnza sino alla finel Vi eravate già
scordati del peccato originale, ecl eccolo, è ritornato sotto

11,2 *_
- 11,3
LA SOCIET,A, TECNOCRATICA Del resto questo mondo non si costruisce ; mi si vorrcb-
E IL MITO DEL PROGRESSO be far credere che si costruisce. No! dà l'illusione di costrlrir-
si perché in esso viene troncato, mutilato, tagliato, tutto
quello che una volta apparteneva all'uomo libero, tutto quel-
lo che era stato fatto per suo uso e che domani potrebbè ri-
cordare al robot totalitario la dignità perdnta e che non ritro-
verà mai più.
A furia di macchine demolitrici, perforatrici, scavatrici
e a furia di esplosivi pefiezionati, i demolirori mascherari,
che portano il nome di costruttori sul loro berretto, stanno
per organizzare un mondo per un uomo che non esiste. GIi
La meccanizzazione del rnondo impostori non mi chiedono di credere che quest'uomo esi-
ste ma di credere che esisterà un giorno; e me lo chiedono in
La meccanizzazione del mondo potremmo dire la sua una maniera così incalzante che mi par già di sentire la
totalizzazione, che è lo stesso
-corrisponde al desiderio
- canna della loro pistola dietro la nuca. Oh, certo, non pro-
dell'uomo moderno, un desiderio segreto, inconfessabile, un mettono quest'uomo per domani, non ci promettono la feli-
desiderio di degradazione, di rinuncia. Nel mondo le mac- cità, non oserebbero Éngere di non vedere quel che si pro-
chine si sono moltiplicate proporzionalmente alla rinuncia frla all'orizzonte.
che l'uomo faceva a se stesso; e l'uomo ha quasi rinunciato Concedono volentieri che il loro uomo non sta per na-
a se stesso in esse. Presto o tardi la storia dirà se in quel scere e che non rassomiglierà ad essi, e che possono darci di
-
momento ci sarà ancora un essere pensante per scrivere la lui soltanto un'idea poetica. Lo annunziano, ecco tutto; ne
storia
- che il macchinario non ha trasformato tanto il pia-
neta quanto il padrone del pianeta. L'uomo ha fatto la mac-
sono gli araldi pitì ché i precursori. Prima che egli esisra, pii*"
che siamo sicuri che possa esistere, milioni e milioni di uo-
china e la macchina è diventata uomo per una specie di in- mini, innumerevoli generazioni di uomini creperanno in un
versione diabolica del mstero cleli'incarnazione... mondo fatto per un altro essere. Non importa. L'importan-
Già avete sentito dire che sono un demolitore e non un te è far sì che l'esperienza diventi irreversibile, distruggendo
costruttore. Mi rifiuto di chiamare costruttori, nonostante l'uomo cristiano. Si tratta di rendere il mondo di domani
una vaga assonanza, i fabbricanti di costituzioni. Quando inabitabile per I'uomo cristiano come lo era quello dell'età
avrò trovato un costruttore, mi impegno a venirvelo a dire glaciale per i mammuth [....|.
qui, ma probabilmente si sarà già fatto conoscere lui stesso. [...] L" civiltà europea è in rovina e non viene sostituita
Quanto a me, non sono che un testimone; rendo testimo- con nulla: ecco la verità. Al posto di quegli immensi rispar-
lianza a ciò che vedo. Vedo costruirsi un mondo nel quale, mi accumulati dalla civiltà, dalle culture, dalla spiritualità,
purtroppo, non è un'esagerazione affermare che I'uomo non dalla santità, viene depositato un assegno senza copertura,
vi può viverel vi potrà vivere, ma a conclizione che sia sem- firmato da un nome ignoto che è quello di una creatura che
pre meno uomo. deve ancora nascere. Noi ci rifiutiamo di consegnare I'Eu-

714
- - 175
ropa. D'altronde non ci viene chiesto di consegnarla, ci vien Progresso tecnico e libertà dell'uom.o
chiesto di liquidarla. Noi ci rifiutiamo di liquidare I'Europa.
Il tempo di liquidare l'Europa non è ancora venuto, se mai La loro idea possiamo rlire l'unica idea che resta lo-
-
è che il mondo segua la sua strada come un locomoto-
dovrà venire. Sappiamo che il destino dell'Europa non data ro
-
da ieri; ma sappiamo pure che il declino dell'Europa ha se- re lanciato sui binari; e non appena si chiede loro di cam-
gnato il declino deila civiltà universale. L'Europa è tramon- biare qualcosa di ciò che esiste, parlano di marcia indietro.
tata nel momento stesso in cui ha dubitato di sé, della sua Se, per ipotesi dal momento che siamo nelle supposizioni,
yocazione e del suo diritto. restiamoci pure
- domani le radiazioni emesse su tutti i
-
punti del globo dai laboratori di clisintegrazione modificas-
Non si può negare che questo momento ha coinciso con
I'avvento del capitalismo totalitario. Ancora una volta parlo sero tanto profondamente il loro equilibrio vitale e le secre-
del « capitalismo totalitario >> perché il liberalesimo ne è zioni delle loro glandole da farne dei mostri, essi si rasse-
stato solo una tappa, \n mezzo per porre dovunque dei pro- gnerebbero a nascere gobbi, storcignati o coperti di un folto
blemi che solo il dirigismo può risolvere. I1 capitalisrno e il pelame come i porci di Bikini, e ancora una volta ripetereb-
totalitarismo non sono che due aspetti del primato dell'eco- bero che non possiamo opporci al progresso.
nomia. Lo stato totalitario non si oppone al denaro, ma si La parola progresso sarà l'ultima che uscirà dalle loro
sostituisce ad esso. Confiscando a proprio vantaggio tutto il Iabbra nel momento in cui il pianeta andrà in frantumi nel-
potere del denaro, mette nello stesso tempo la sua mano su lo spazio. La loro sottomissione al progresso non ha uguali
tutte le organizzazioni della corruzione, non già per sop- se non nella sottomissione allo stato, e ha assolutamente lo
primerle ma per servirsene. stesso carattere. Il progresso li dispensa dall'allontanarsi di
La grande drsgrazia, o piuttosto l'estrema miseria di que- un solo passo dalla strada seguita da tutti. Lo stato li sgrava
sta società che, come ci si dice, sta per morire, quasi che ogni giorno più dalla cura di disporre della loro vita, nella
attesa del giorno vicino per milioni di uomini
realmente fosse esistita nel senso preciso della parola, non - diventato
in cui li dispenserà dal pensare.
è che il Cenaro vi sia padrone ma che sia stato considerato in questo momento
- <<A che serve questa libertàl » la
un padrone legittimo, potente e onorato. I1 denaro aveva Infatti la domanda:
a poco a poco guadagnato tutto quello che aveva perduto pone lo stato moderno ai suoi contribuenti, perché quasi
l'onore. I1 denaro con le sue innumerevoli ventose ha lenta- dovunque il contribuente ha sostituito il cittadino: A che
<<

mente succhiato giorno per giorno tutto quello che aveva serve questa libertà ? A che serve, imbecilli che siete ? Datemi
un certo onore nel mondo, e adesso la gigantesca piovra è ancora un po' di tempo, lavorate sodo, e tra poco mi pren-
gonfia a tal punto che il più lieve movimento potrebbe farla derò cura di voi ih tutto, vi assicurerò contro tutti i rischi
scoppiare. Di fronte al mostro, quasi ridotto all'impotenza, (salvo la perdita della libertà, beninteso); io vi farò sposare,
lo stato totalitario distende la sua gola enorme per inghiot- alleverò i vostri figli; che altro volete di piùl A che serve
tire con una sola boccata l'onore e il denaro. Sappiamo che questa libertà ? Poiché sarò io a sobbarcarmi la fatica di pen-
non ci restituirà né l'uno né l'altro. sare per voi, potrò benissimo essere libero al posto vostro >>.
<<A che serve la libertàl». È proprio questa la domanda
Da Lo spirito europco e il mondo delle macchine, in Riuoluzionc c tibcrtà, 7946. che il mondo moderno sta per porre alla nostra specie. Per-

1,76 * - 777
ché sono sempre più convito che questo è un mondo totali-
collettività e la cui esistenza nella futura società sarà forse in-
tario e concentrazionario in formazione, il quale preme ogni
solita come la presenza attuale del mammuth sulle rive del
giorno cli più sull'individuo libero come artorno a una nave
lago Lernano.
il ghiaccio che comincia a rassodarsi fino a spaccarne lo Non crecliate che parlando così faccia allusione soltanto
scafo.
al comunismo. Il comunismo potrebbe scomparire domani
In questi giorni leggevo l'articolo di un collega pieno di com'è scomparso il nazismo, ma il mondo moderno conti-
-
talento il quale opponeva il capitalismo al comunìr-à . d"u" nuerebbe nella sua evoluzione verso quel regime di dirigi-
a questa opposizione il significato di una lctta fra le forze smo universale al quale sembrano aspirare le stesse democra-
della dittatura e 1o spirito della libertà. una simile idea se- zie. Nessun uomo ragionevole potrebbe farsi illusioni su que-
duce molta gente, perché somiglia a un'idea semplice men- sto punto.
tre è soltanto un'idea semplicistica. L'annientamento delle dittature hitleriana e fascista è pa-
dittatura mi pare piuttosto una corruzione clel capita_ ragonabile a quella che i chirurgi chiamano un'operazione
lislo; ma- il capitalismo non era chiamato a corrompersi
facilmente I Non è conforme alla logica delle cose ch. le
a caldo, vale a dire in pieno processo infettivo. Simili inter-
venti rischiano, come sapete, di portare alla setticemia. È
migliaia e migliaia di imprese del capitalismo nascente si chiaro che ci sono nel mondo, dappertutto, dei focolai di in-
siano a poco a poco ridotte di numero, mentre crescevano di fezione totalitaria. Il totalitarismo è stato battuto con i suoi
potenza e di efficacia ? stessi metodi, totalitari. Non poteva essere diversamente, sia
Così sono nati i trusts e i trusts stessi cliventano sempre pure!
meno numerosi, fino al giorno in cui lo stato si sostituirà Però, dicendo così, si condanna nel medesimo tempo,
agli ultimi per diventare i7 trust dei trusts, il trust unico, una civiltà di libertà che s'era lasciata invadere così profon-
uno e indivisibile. damente dal male e che, per salvare la propria vita, ha dovu-
È forse venllto il tempo di chiederci se tutte le nostre di- to tagliare nel vivo della propria carne. Oso dirvi il mio
sgrazie non abbiamo una causa in comune; se questa forma intimo pensiero: lo stato attuale dell'Europa è indubbia-
di civiltà, che chiamiamo civiltà delle macchine, non sia mente una terribile accusa per le dittature, ma condanna
un--accidente, una specie di fenomeno patologico nella storia egualmente un mondo in cui le dittature hanno avuto la par-
dell'umanità, se deve essere chiamata non §ià .iuiltà d.ll. te di uno di quegli accessi che drenano tutti i veleni dell'or-
macchine ma invasione della civiltà da parte delle macchine, ganismo. Le dittature sono state il sintomo di un male uni-
la cui conseguenza pitì grave non è sòltanto di modificaré versale, del quale soffre tutta l'umanità.
profondamente I'ambiente nel quale vive l'uomo, ma I'uomo La civiltà delle macchine ha considerevolmente rimpic-
stesso. Non lasciamoci ingannare... ciolito nell'uomo il senso della libertà. Le discipline imposte
dalla tecnica hanno a poco a poco, se non rovinato, per lo
La minaccia che grava sul mondo è la minaccia di una
meno considerevolmente indebolito i riflessi di difesa dell'in-
organizzazione totalitaria e concentrazionaria universale che
dividuo contro la collettività. Per convincersene basta notare
presto o tardi, sotto un nome qualunque, farà dell,uomo
questo fatto considerevole, al quale ci siamo abituati così
libero una specie di mostro ritenuto pericoloso per l,intera
tanto che passa quasi inosservato: la maggior parte delle
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- * 179
clemocrazie, comincianclo dalla nostra, esercitano una vera sposizione della collettività per costringere f individuo o per
dittatura economica. Sono vere dittature economiche. tenerlo almeno in una rigorosa dipendenza. Quando le mac-
La dittatura economica sopravvive quasi dappertutto alle chine clistribuiscono a tutti la luce e il calore, chi controlla
necessità della guerra, con le quali alcuni pretendono di giu- le macchine è padrone clel freddo e del calclo, della luce e
stificarla. Sarebbe difficile negare che il quadro dell'attività delle tenebre. Indubbiamente tutto questo vi sembra molto
economica oggi è talmente vasto che è indispensabile un or- naturale. Voi alzate le spalle dicendo che voglio ritornare
ganismo coordinatore. Certo, possiamo chiederci fino a che alla candela. No! Non voglio ritornare alla candela; desidero
punto lo stato deve intervenire, ma è certissimo che l'abuso solo dimostrarvi che le macchine sono un'arma spaventosa
clella regolamentazione porta in molti casi a molestie ammi- tra le mani dell'uomo collettivo; hanno una potenza incal-
nistrative che esasperano quelli che le subiscono. colabile. Non si tratta di ritornare alla candela, ma di difen-
Da A che tcrue qucsta liltertà?, in Riroluzione e libcrtà, 1953, dere l'individuo contro un potere mille volte più efficace e
più schiacciante di quello che un tempo avevano a disposi-
zione i più famosi tiranni.
La controciuiltà delle maccltine Vi prego, non fatevi trarre in inganno clai facili arzigoga-
lamenti sulla candela sostituita alla luce elettrica. Ancora
Credo bene che la mia clescrizione della civiltà delle una volta non si tratta di clistruggere le macchine e di tes-
macchine urti qualcuno di voi e sono sicuro che essa ne sere noi stessi i nostri indumenti come Gandhi, benché forse
soddisfi un gran numero; ma il piacere che l'uomo d'oggi abbiamo torto a trattare tanto alla leggera una nuova mistica
prova a sentir criticare le macchine forse non è un senti- che è abbastanza forte cla sollevare una folla immensa e su-
mento assai nobile. Gli schiavi hanno sempre amato ridere scitare tanti martiri. È facile mettere in ridicolo coloro che
dei loro pradroni, e i tedeschi di Hitler come gli italiani di non condividono la nostra concezione della felicità e della
Mussolini non erano gli ultimi a diffondere storielle che ur- vita, benché al postutto e senza voler dir male di alcuno,
tavano l'amor proprio dei dittatori... quella di un minatore americano non sia forse la più umana
Il pericolo che ci minaccia non si presta affatto all'ironia. e la più raffinata. Non importa! Ripeto, non si tratta di di-
Ma l'idea che se ne fanno i migliori struggere le macchine ma di fronteggiare un immenso ri-
come dire I
- per lo meno lo temo
un po' astratta. Ed è assai difficile
- resta
- - schio qual è l'asservimento dell'umanità, non proprio alle
dare un nome a questo pericolo! Il termine di civiltà delle macchine, come vorrebbero farmi dire gli imbecilli, quasi
macchine si presta a tanti equivoci. Pare che renda respon- che ci aspettassimo un giorno di essere portati a spasso da
sabili le macchine di un certo avvilimento della persona uma- un piccolo robot a rotelle, come oche e, tuttavia, clopo tut-
na, mentre l'invasione della civiltà da parte delle macchine - macchine, ma I'asser-
non è che la conseguenza di quella specie di spersonalizza-
to chissà1...
- non l'asservimento alle
vimento alla collettività proprietaria delle macchine.
zione, un sintomo analogo e di significato identico a qua-
lunque altra vittoria della collettività sull'individuo. Gli imbecilli In tutta la mia vita ho fatto
possono ridere,
Perché la macchina è essenzialmente strumento della a meno della loro approvazione. Non nego che le macchine
collettività, 1l mezzo pitì efficace che si possa mettere a di- siano capaci di rendere più facile la vita. Niente però sta a

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- - 121
dimostrare_che la possano renclere più felice. Certo, se la pa- zione faceva pensare ai fucili e alle baionctte, e ogni fucile
ragonate alla vita cli un uomo dclla civiltà dclla pictra, llr- aveva bisogno di un uorno per essere imbracciato.
gomento è comoclo. Non si può paragonare un civile se non
a un altro civile. Mi chieclo se un civi,c d'oggi susciterebbe Dt A che s€t'ac quesla libotà? in Rit,oluzìone c libertà, 1953,
I'ammirazione di un civile di Roma, di Atene o di Firenze.

Oh, indubbiamente l'uomo moderno si serve delle mac- ANDARE IN FRL:TTA MA ANDARE DOVE?
chine. Ma una climostrazione che l'abitucline clelle macchine
non rende I'uomo civile è data dal fatto che è estremamente Non ci è servita a niente l'esperienza del 1914, non ci
facile trasformare un bravo negro in autista e, molto prima servirà molto nemmeno quella del 1940. Cento milioni cli
di essere autista, voi gli insegnate a radersi con il rasoio elet- morti non ci hanno fatto cambiar idea, la nostra idea fissa
trico o ad anclare in bicicletta: il che in fondo è molto più di andar più in fretta, di correre più in fretta. Anclare in
facile che salire su un albero cli cocco. Ma ci vorrà certarnen- fretta ma andare dove? Ah! poco vi importa cli sapere dove
te più di una vita d'uomo, ci vorranno parecchie generazioni andate, imbecillil Appena leggete queste due parole, queste
per fare dei suoi discendenti un tipo umano paràgonabile a
un qualunque cittadino d'una città del Rinascimento italiano.
due parole, queste clue parole magiche
- anrlare in fretta -
ho un bel trattarvi cla imbecilli, norr mi ascoltate più. I1 vo-
stro sguarclo comincia a vacillare. ad assumere quell'espres-
I miei avversari hanno tutto il diritto di porre la questio- sione vaga e testarcla, propria del bambino vizioso che ha
ne diversamente da me. Ma io chiedo loro: << Come potete premura di ritornare al suo sogno solitario. << Colazione a
pretendere di riuscire domani a vivere liberi in un mondo Parigi, aperitivo a Chanclemagor e pranzo a San Francisco,
così perfettamente meccanizzato che lo stato, disponendo di te ne rendi conto?... >>. Oh, nella prossima inevitabile guerra
quattro leve di comando, potrà dirsi assolutamente padrone i lanciafiamme potranno scasliare i loro tiri a cluemila metri,
di tutta l'attività umanal ». Se gli imbecilli chiamano civiltà bruciare istantaneamente il viso dei vostri figli, i cui occhi
tutto questo, non voglio contraddirli. Alle cose si dà il nome usciranno sibilando dalle orbite; venuta la pace, voi rico-
che si vuole. mincerete subito a felicitarvi per il progresso tecnico.
Ma, per lo meno storicamente, una civiltà è sempre stata «Parigi-Marsiglia in un quarto d'ora, è formiclabile!».
una specie di compromesso tra il potere dello stato e la li- Possono ben morire i vostri figli e le vostre figliole, per voi
bertà delf individuo. GIi stessi imbecilli dovrebbero capire il grande problema da risolvere sarà sempre quello di traspor-
che l'avvento delle macchine ha rotto I'equilibrio. Essi pos- tare la carne alle velocità del fulmine. Ma da che cosa fug-
sono a loro volta trattarmi da imbecille, ma non potrebbero gite? Purtroppo da voi stessi; ognuno di voi fugge cla se
impedirmi di ammettere che il probiema della civiltà moder- stesso, speranclo forse di correre tanto in fretta da riuscire
na deve essere riproposto di nuovo. Quando i vecchi socia- alla fine acl uscire clalla propria pelle... Non si può capire Ia
listi parlavano della socializzazione dei mezzi di produzione, civiltà moderna se prima non si ammette che essa è una co-
non pensavano abbastanza alla socializzazione dei mezzi dr spirazione universale contro tutte Ie specie di vita interiore.
distruzione, per il semplice fatto che allora la parola distru- Eppure la libertà si trova clentro di voi, imbecilli!...

1,22
- - 123
Quelli che veclono nella civiltà delle macchine una nor- Di fronte al totalirarismo .marxista e ai suoi serui, gli intel-
male tappa dell'umanità in marcia vcrso il suo ineluttabile lettuali di massa, siamo ben decisi a non sacrificare |Uanto
destino, dovrebbero comunque rifettere sul carattere sospetto
d'una civiltà che pare non sia stata né prevista né desiclerata, La controciviltà della materia può essere salvata solo clal
che si è sviluppata con una rapidità impressionante, simile marxismo. Ma la sua sarà unà salvezza provvisoria, una pro-
più allo sviluppo cli un cancro che alla crescita di un essere roga, perché il marxismo sarà solo la sua penultima esperien-
organizzato. Ancora una volta, ripeto, non è forse da rite- za. L'ultima sarà quella della bomba atomica.
nersi valida f ipotesi di una crisi profoncla, di una deviazionc, Gli imbecilli hanno tutto il diritto di credere che il capi-
di una perversione dell'energia umana ? talismo e il marxismo siano due cose contraclditorie; per
Se scrivo che, in pochi anni, il ritmo della vita è aumen- tutti gli uomini di buon senso questi clue termini sono solo
tato in modo prodigioso, mi si potrà rispondere che questo i «]ue aspetti della stessa cosa. La società capitalistica__è stata
è un luogo comune, che tutti 1o sanno. Tutto ciò non è sfug- fondata, un tempo, su una particolare concezione dell'uomo
gito nemmeno a quelli che ne furono i primi testimoni. La e del destino deil'uomo, cioè del progresso o più esattamente
società, che li accoglie dalla loro nascita, è passata, quasi tlel progresso meccanico. Gli economisti liberali di allora, co-
senza transizione, dalla velocità di una placida diligenza a *. i Àrt"isti di oggi, trovavano naturale dover sacrificare
quella di un rapido; quando hanno finalrnente gettato uno l'uomo a questo prigt.tto. Pensavano, che, dopo aver -bru-
sguardo dal finestrino, era ormai troppo tardi: non si salta ciato ciò Àe rimaneva della società cristiana e gli ultimi
da un treno lanciato a centoventi chilometri l'ora sll un ostacoli capaci di impedire il gioco delle forze economiche,
rettilineo. bastasse lascinr girare il
macchinario per fabbricare una nuo-
Penso che tutto ciò costituisca un fatto unico nella storia. va umanità, .&rr. il leggendario maiale delle officine di
La civiltà delle macchine ha colto l'uomo alla sprovvista. Si Chicago. Ma per loro la libertà era soltanto un mezzor non
è servita di un materiale umano non adatto a lei. La tragedia ,n firie. Esaltàvano Ia libertà, ma non amavano, e non ri-
dell'uomo consiste nel suo inadattamento a questo ritmo di spettavano l'uomo; anzi, nutrivano nei suoi confronti una
vita, che non si misura più con il battito del proprio cuore ma profonda indifferenza, consideravano questo mammifero in-
con Ia progressiva vertiginosa rotazione delle turbine. L'uo- iufficientemente evoluto, abbozzo quasi informe dell'uomo
mo del diciannovesimo secolo non si è adattato al ritmo futuro. L'uomo libero, per il marxista di oggi, è l'uomo disar-
della civiltà delle macchine, come non si adatta quello del mato, consegnato alla §cienza dell'Economia, come una cavia
ventesimo secolo. Infatti le macchine non smettono di girare, di laborator-io .on i peli del ventre rasati per facilitare -il
anzi girano sempre più in fretta e su questa palla rabbiosa, lavoro. Quando la cav-ia si mostra recalcitrante, bisogna farla
I'uomo moderno, anche a costo di inclicibili contorsioni, non entrare f,r, forr^ nella via del progresso' Il liberalismo di
riesce più a mantenersi in equilibrio. Per me è l'esperienza allora si aspettava, con crudeltà, da una selezione naturale
fatta. e spietata, quel che il marxismo si aspetta oggi, ancor. più
cruàelment., d"ll'.prr. aztone che è soprattutto una selezione
Aller tite, mois aller où? da Le
diretta... pei it libèrale come per il marxista vi è un solo
Da, << Beraillc >>, 31-l-1946, raccokct in IJltinti
scritti politici.
nemico: I'uomo cristiano, cioè l'uomo che si crede libero e
1.24 125
- -
zuperiore alle cose; e la società fatta a misura di un E domani saranno ancor meglio sistemate.
tale tipo
d'uomo è solo un ostacolo al progresso. il liberaleri*o Quei poveri diavoli delle Lettres Frangaises possono tlur-
..1_
nomico e politico ha liquidato qr.it, società, ,..u..r,lori mi del rivoluzionario >> e prenclermi in giro, ma non nri
d.lL <<

democrazia che_ opponéva l,eguagli anza alla lrb.rà; toccano'. Io tengo al titolo di « rivoluzionario >>, come non
;ir;G:
gendo la seconda a vantaggio della prima. Basta ,ror, m'importa del titolo d'accademico o della Legion d'Onore.
.rr.i.
l'ultimo degli stupidi per- iapire .lrà ra democrazia Dico soltanto che i piccoli borghesi intellettuali comunisteg-
taria ha continuato a rinforiare, più o meno apertamente, "À"rii- gianti del1947 rassomigliano come fratelli ai piccoli borghesi
la potenza dello stato: questo è ir fatto fondaÀentare. La liberali del 1830. Hanno la stessa concezione dell'uomo. La
democrazia nascente, il totalitarismo bambi"", .h. stessa idea del progresso. Lo stesso disprezzo per questa
,;;prt
meva con un tratto di penna tutta I'orga nizzazione materia umana che è il cemento della Storia. La stessa fede
.orpo_
rativa operaia delT'Ancien Régime, brucìanc1o ir, ,r* uolta sciocca e cieca nella tecnica, sottospecie clella scienza, e nella
sola quell'antica vita economica, << sottomessa alla regola_ intelligenza pratica paurosamente sviluppata a scapito di tutta
mentazione di una gi,stizia impeccabile e cl'una carità'tru- la vita interiore. Quindi, che importanza hanno certe diver-
ciante e straripante», secondo Ia testimonianza non certo genze che non toccano assolutamente l'essenziale I Assorbire
sospetta di Louis Blanc, era già una forma del totalitarismo il capitalismo nello Stato, facendolo diventare così il trust
marxista di oggi. Il totalitarismo in fasce, mentre aspettava dei trust, il trust unico, significa semplicemente mettere un
che il totalitarismo adulto cliventasse abbasranza ror'i. punto all'impresa cominciata centocinquant'anni fa. L'espe-
assorbire il sindacalismo, aveva cominciato , ,oppri-"ilo.
f.,
rienza disperata cli una civiltà della materia non poteva finire
Infatti l'assorbimenro da parte clello Stato ,ro., É alfto, in diversamente.
fondo, che.una soppressione definitiva e senza appello.
Que_
sta specie di società, che un tempo ha proletariràio Da Facc dtt totttlitarisme nturxiste ct ù scs ralcts, lcs intllt'cntcls-dc-nÌttsse, nous
l, .Èrr. somne décidés ù nc pas sacrilicr l'lt'cmnrc. Da << Carrefour ,>, 2-4-1947, it
operaia, è la copia di quella che oggi proletarizza la borghe_ Ultìnti sc'ritti politici.
sia. Si vanta di emancipare il proletàriato operaio,
ne fa solo uno strumento che lo ,trto totaliàrio ,aop.r.rl -."ntr.
per vincere le ultirne resistenze contro ra sua tirannia .h., Non si tratta di distruggere le macchine
a vittoria ottenuta) rinnegherà. Bisogna essere stupidi " pei
non vedere che la dittatura delle maise è assolutamente 'in-
:

Si dimentica sempre, si vuole sempre dimenticare che l'in-


compatibile con la dittatura tecnica; e il mondo moclerno va vasione della civiltà umana da parte delle macchine è stato
verso questa dittatura. un fenomeno inaspettato. È stata la speculazione a imporre
. Se il semplice abbassamento di una leva può togliere le macchine. La speculazione si è trovata tutto d'un tratto
istantaneamente la luce ad una città cli cinque mil;oii
di in possesso di questo strumento formidabile, di cui appena
abitanti, o può lanciare nello spazio rn y2, che trasporterà
a
dodici rnilioni di chilometri Ji distanza una bomba .rpr..
I Le
di annie,tare la stessa cinà i' quinciici secondi, è eviclffi (( Lettre franEaiscs » dcl 14 fcbbraio
confcrcnza fatta tla Bernanos ncl grandc an6teatro
1947 parlava anonimamente della
tlclla Sorbona, il 7 feb-
se mi permettete di dirlo, che le masse sono sistemate. braio, daf titolo Uu grani rcuoltLtionnaire,

126 127
- -
appena capiva la potenza. La speculazione ha una sua idea civiltà ma Lrna controciviltà, non già una civiltà fatta per
dell'uomo. Non vede in lui che un clienre da soddisfarc, delle
l'uomo ma una civiltà che pretende di asservire I'uomo, fare
mani da occupare, dei ventri da riempire, dei clienti nei
l'uomo per lei, a sua immagine e somiglianza, e usurpare
quali imprimere certe immagini favorevoli alla vendita dei
prodoni. La speculazione disponeva delle macchine e grazie
così Ia potenza di Dio.
Oh, so che per molti di voi queste sono soltanto delle im-
alle macchine disponeva della potenza.
magini. Pazienzal Avete letto nei giornali l'incredibile rac-
Così, in un tempo straordinariamente breve, col solo mira-
conto delle esperienze fatte dai meclici tedeschi in anima uili,
colo della tecnica, di tutte le tecniche, compresa quella che
cioè sui deportati messi a disposizione della tecnica. Se non
permette non solo di controllare l'opinione universale ma di
farla, ha creato una civiltà a immagine di un uomo prodi- aprite gli occhi, verrà giorno in cui i metodi attuali della
propaganda appariranno ridicolmente desueti, inefficaci. La
giosamente. minorato, rimpicciolito, fatto non più a imma-
gine di Diri ma a immagine dello speculatore, vale a dire di biologia permetterà di agire direttamente sui cervelli, e non
si tratterà più di confiscare la libertà dell'uomo ma di distrug
un uomo ridotto al duplice stato, ugualmente miserabile, di
gere in lui anche gli ultimi riflessi della libertà.
consumatore e di contribuente.
Oh, non si tratta di distruggere le macchine, si tratta di
So benissimo che queste verità urtano, soprattutto perché
rialzare l'uomo, cioè di restituirgli la fede nella libertà del
sono troppo semplici; infatti 1o sono ma, per essere realmente
suo spirito, insieme alla coscienza della sua dignità.
comprese, esigono non solo uno sforzo dell'intelligenza ma
uno sforzo dell'immaginazione sensibile.
Voi credete fatale, ineluttabile, questa civiltà, la credete
Le civiltà d'un tempo s'erano formate a poco a poco, nel più forte di voi. Alzate le spalle al pensiero di una possibile
distruzione del macchinario, d'un universale sabotaggio del-
corso dei secoli, mediante 7o sforzo più o meno cosciente di
le officine. Niente di tutto questo vi è stato proposto. L'inva-
tutti gli uomini. Questa invece si è quasi imposta dal di fuori.
sione del mondo da parte delle macchine, lo ripeto, non è
Possiede mezzi ogni giorno sempre più potenti per conser-
varsi contro la stessa volontà dell'uomo, perché è capace o che il sintomo d'una specie di malattia spirituale.
domani sarà capace di agire su questa volontà, di domi- Non si tratta di distruggere le macchine come se si trat-
tasse di distruggere a una a una le pustole d'un malato di
narla, di dirigerla secondo il proprio arbitrio. Non lo fa già
con la sua propagandal vaiolo. Quando si è arrivati a dominare l'infezione, le pustole
scompaiono da sé. Sarebbe bello distruggere le dittature, ma
L'immensa maggioranza degli uomini, quelli che non
senza motivo vengono chiamati uomini medi, non sono ca-
per distruggerne due voi avete già cli tutto una parte enorme
paci di ricevere molte idee insieme. Un tempo, per un natu- del patrimonio dell'umanità. Per distruggerne una terza, fi-
rale riflesso di difesa, ne accettavano solo un piccolo numero, schiate di far saltare il pianeta, e se il pianeta la scampa, i
indispensabile alla conservazione della loro vita e all'eserci- vincitori forse si troveranno contaminati a loro volta.
zio del loro mestiere. La civiltà delle macchine scardina gior- Tutta l'umanità è malata. Innanzitutto e soprattutto biso-
no e notte questa umile difesa. gna rispirittahzzare l'uomo. Per fare questo, è tempo orm-ai
Ebbene, proprio qui la civiltà, che sto cercando di descri-
di mobilitare in fretta, a qualunque costo, tutte le forze dello
vere, si rivela per quella che realmente è: cioè non già una spirito. Volesse il cielo che questa parola d'ordine partisse
dal mio paese oggi umiliato! I1 diritto che il nostro popolo
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- - 129
ha meritato nella sua lunga storia è forse quello di ripren- L'EUROPA E LA CIVILTÀ
dere oggi le idee, che una volta erano diffuse nel mondo ab-
bondantemente, e che l'interesse, f ignoranza e la stupidità
hanno sfruttato, deformato, usurato fino al punto che neanche
Iui le riconosce. Deve riprenderle, come un tempo si riman-
dava alla fusione le monete dloro e d'argento.
Qual era la nostra concezione della libertà, prima delle
nostre discordie civili, quando la Francia prendeva più chia-
ramente o per lo meno appassionatamente coscienza di se
stessa I Bisogna riprendere quest'idea. Perché la crediamo
ancora capace di riconciliare tutti gli uomini.
Le masse e la ciailtà europea
Da A che scrae questd libertà?, in lliuoluzione e Libcrtà, 1953.

La civiltà europea non è una civiltà di masse. So quale


significato mistico e quasi religioso si dà oggi a questo ter-
mine. Non importa! La civiltà esiste proprio perché non ci
sono masse, ma uomini abbastanza coscienti da non costi-
tuire mai le masse, anche se sono associati tra loro. Non che
essa vi riesca, dico che vi deve tendere.
Il mondo moderno non si è mai proposto di creare altro
che questo mostro, e si vanta di fare di sua volontà ciò che
fa per necessità o, diciamo meglio per irnpotenza. Il mondo
moderno onora le masse, non è lungi dall'adorarle. Adoran-
dole, adora e divinizza se stesso, perché si riconosce in esse.
Nelle masse lavoratrici, per sempio, esso non glorifica af-
fatto la miseria o il lavoro ma la massa, il totale, il totale
sacro, di cui la civiltà totalitaria porta il nome tre volte santo.
Il mondo moderno ha permesso che si formasse un tipo
d'uomini nei quali il più grossolano istinto sociale si è svilup-
pato patologicamente a spese del senso sociale, del genio
sociale : uomini che si agglutinano per una specie di necessità
fisica, sia per uccidersi tra loro, sia per godere insieme, e così
sono costretti a mettere in comune quel che resta loro di
odio e di amore.
Le masse sono sempre più composte non già da uomini uni-

130
- - 131,
ti dalla coscienza dei loro dirini e dalla volontà di difenderli, La crisi dell'Europa
ma da uomini di massa fatti per sussistere in massa, in una
civiltà di massa, in cui il più piccolo gruppo dissidente di Diffidate dell'Europa, americani! Siete un po' troppo pro-
uomini liberi verrebbe considerato come una grave rottura pensi a credere che alla fine di questo orribile incubo la
d'equilibrio, una minaccia di catastrofe, una specie di lesione, vecchia Europa respingerà tutte le riserve spirituali, e che
una fessura, capace di trascinare ben presto nella rovina tutto voi le manderete il vostro stock morale così come la rifornite di
I'edificio. grano e di patate. Toglietevi ogni illusione, cari fratelli! La
La dittatura delle masse non è affatto la liberazione di vecchia Europa non è così anziana, voi vi lasciate infuenzare
esse. Al contrario, immaginiamo benissimo una dittatura dal giudizio di pochi secoli, una miseria. I paragoni provano
delle masse asservite, e questa dittatura sarà tanto più pesante ben poco, siamo d'accordo, ma chiarirò meglio il mio pensiero
quanto più queste saranno << masse », cioè più asservite. Forse pregandovi di considerare che la catteclrale di Chartres, per
questo non è il luogo e il momento di dire queste cose, ma esempio, è molto giovane, cioè molto più adatta ai cuori giova-
tuttavia le dico. Mi affretto a dirle perché c'è poco tempo a ni di altri monumenti che cinquant'anni fa parevano ai giova'
disposizione e, una volta dette, non verranno più soffocate ni miliardari l'ultimo grido in fatto di modernismo. L'Europa
perché sono verità di buon senso; continueranno a parlare non è vecchia; sono le sue istituzioni ad esser troppo vecchie
quando le nostre bocche saranno piene di terra, e quelli che per lei. I popoli d'Europa non sono vecchi, sono le élites ewo-
pee che dovrebbero rinnovarsi e invece si rifiutano, ingombran-
verranno dopo di noi le vedranno ancora allorché le nostre
orbite saranno da tempo vuote. doci con i loro rifiuti. Diffidate dell'Europa uomini d'Ame-
rica ! Voi siete giovani, ma lei forse è più giovane di voi,
No, non sono vittima di quella preoccupazione che le
permettetemi di dirlo; lo è certamente più di quanto voi non
nuove élites rinunziatarie hanno per le masse... Oggi tutti
costoro proclamano l'awento delle masse, ma lo fanno per
lo foste all'epoca dei trusts. È ridicolo credere che le na-
zioni passino clalla giovinezza alla vecchiaia come gli ani-
non confessare che rinunciano ai loro più gravi doveri. Pro-
clamano I'awento delle masse perché non hanno la forza e
mali, attraverso un processo spietato. Lo spirito della vec-
il coraggio di far altro che formare delle masse. Proclamano chiaia e lo spirito della giovinezza possono dominare a turno
l'avvento delle masse con lo stesso spirito con cui si scariche- e, se 1o spirito della vecchiaia, cioè lo spirito d'avarizia, regna
ranno ben presto dell'impero, col pretesto di riparare così per troppo tempo, che cosa conta questo tempo di fronte al
alle colpe o i delitti del << colonialismo >), 13 in realtà perché calendario della storia ? Niente, svanisce ; i fiotti di sangue
non sanno che farne delf impero; f impero è troppo grande versati troppo tardi non ridaranno la linfa ai tronchi dissec-
per loro. La vera generosità si misura da quel che si dà e non cati. Diffidate dell'Europa, americani! La crisi attuale non
da quello che si permette di prendere. Quando si pretende ha le caratteristiche di una crisi senile. Ciò che caratterrzza
capitolare nel nome della giustizia, quasi sempre capitola la la vecchiaia è prima di tutto il decadimento nervoso. Il po-
giustizia. tenziale nervoso dell'Europa è sempre enorme. Non crediate
che tutta questa gente resterà tranquilla domani, perché
Da Lo spirito curopco c il mondo dellc macchinc, confcrcnza tenuta nel settem-
bre 1946 ai llencontrcs di Gineura rlccolta in llìaoluziortc e lihcrtà. potrà avere degli alti salari o un alloggio conveniente con la

1,33
732
- -
cucina elettrica, il riscaldamento centrale e un aplr:rrr.,,lrr,, Errtrr igi,rvrttri prcti e i giovani nobili francesi del diciotte-
radio. L'Europa è stata un centro spirituale senzu r.grr.rlr, tifrrrr r,trrrl,r cltc si entusiasmavano per il Contratto Sociale
non lascerà mai ad altri il diritto che si ricorroscc,;l lor lrr e lr r f r',rrr f :rcrlttcs Rousseau. È in nome di |ean-|acqtles Rous-
o a ragione, sul destino spirituale del mondo. Parlo.lci 1,,, §Frtt! r lrc i riv«rlr.tzionari tagliarono le teste ai giovani preti
poli, non dei governanti o delle élites. Le élites ha.nr,o si,l É él Hr',v;rtri trobili entusiasti; è in nome di Carlo Max che la
ramente una nozione molto più chiara di questi cliritri. S,,l rlitlirtrri,r sl:rlinirtna ha già fatto colare torrenti di sangue
tanto non ci tengono e ve li venderebbero volentieri lx.r rn rpFrirlo, I)ttrtr«rp1to i nostri popoli credono cli vedere ancora
piatto di lenticchie. Le élites hanno mantenuto il tir«rl,r nr.r tir,l qr.ilrtttrt lrolitico e sociale più duro, più astratto e più pura-
hanno perso le tradizioni. I popoli hanno la tradizionc rììr rr( )n ln.ritr irrlcllcttuale - ispirato però da una concezione fran-
hanno il titolo. Non mettetevi in testa che sia la nris<'ri.r lÉlrlr=!!l(' pcssitnista dell'uomo e dell'umanità - il modello
a renderli pazzil. Qualcuno lo ha detto e i popoli lo ri1,,. rir!!'r rrligiorrc umanitaria, il Vangelo di una nuova frater-
tono, e hanno evidentemente finito col crederci pcrclr( n,,r, lllltì. (ì;rro signor Roosevelt, ci sono alcune cose che con
hanno l'abitudine ad analizzarsi cla soli. I nostri popoli l,,r Irrtlrr rl vosl r«r genio non potete facilmente capire da questa
se non sanno bene ciò che vogliono, rna vogliono scnz.'rrlrr,, lrÉulr. (lcll'Atlentico; d'altronde nessuno
ve lo ha mai detto'
qualcosa di più di una certa concezione della vita chc t\ liirr i.1,,,,,',1. volctc informarvi, per esempio, sulla crisi religiosa
sto chiamare <<borghese». I popoli vogliono qualcosa tli 1,iir Itr l',ttt,rprt, voi vedete accorrere degli incapaci e dei chlac-
di un materialismo camuffato, di un materialismo clr,. 1,,, ,lrit'r,,rri, ol)l)ure dei bravi preti troppo occupati a far del be-
definirsi e giustificarsi sfrutta il vocabolario della M«rnrl," ,' Irr, tr,,1,1ro' umili per avere un'opinione personale, the yi
dello Spirituale, con la complicità di molti cristiani. l)r'r'l, rr tllrrl,rtro ingcnuamènte ciò che viene scritto da bugiardi-e da
' scono la miseria
I e la morte all'insidiosa mediocrità clr«' rr Irrr,rlr;rt i str giornali clericali. Tutta questa gente vi dichiara
, copre a poco a poco Ia nostra civiltà come una muffr, ;rll;r rlr,- i 1,,,1roli cl'Europa stanno diventando pagani. Calma!
mediocrità tecnocratica, all'orribile nulla del confort. [ 1rr;,,, I lirlrrr;ri«i,,to signor Roosevelt, I nostri popoli cadono per carr-
li d'Europa preferiscono crepare. Senza dubbio simili vt'rit,r r,l tioslr,t in una specie di anarchia religiosa e morale, che
fanno scandalo, poiché siamo abituati a considerare lu ll,,r purlr(,1)lx) li rende disponibili per qualsiasi rivoluzione, co'
ghesia come una classe idealista- il colmo del para<loss,, i,,,,,,i,'ii,i o totalitaria. Ma il paganesimo non è un'anarchia,
e i molti popoli come un branco di bruti incoscienti, clrt' 1,, r, i! 1,,rg;rnt'sitno è un Ordine, un Ordine molto rigido, anzi
sano solo alla pancia e al sesso. Caro signor Roosevclt, v,,i , u1,,,'t,ìi,,, c che ha fatto il suo tirocinio per secoli' Fb!:lt,
il vostro amico W. Churchill, che è troppo signore pcr ('ss( r(' r r-, lrlcnri, sono le élites che si pagantzzarìo, sono le élites
stato vittima di una così grossolana impostura, sepctt' tlrr' r lr,'. ;,rrrclrttnandosi pir) cristiane che mai si awicinano adagio
non è vero. I nostri popoli non sono mediocri. I nostri 1,,, all'ordine prgrtto, detto oggi totalitario' E poi l'Or-
'rrl,rgio
poli non scelgono mai le soluzioni mediocri, né nel nrrlt rr,' ,1,,,,'l',,g,,,.ln ru.ur ritr rr" giustizia. Il loro invece è molto
putridi
-chetitolati
o
nel bene. Se diventeranno comunisti, sarà per colpa n()slr,r, 1,rir oirrrìi. a Machiavelli e ai gangsters
perché non sanno assolutamente che il marxismo è rrrl,r ,l.r ,,,r, r,rilrie italiano, alle Le'
una concezione materialista della storial se ne infischilrr. ,l, l - dell'antico Rinascimento
gc't ()rtrttt:liae, alle Leges luliae o agli stessi Antonini e Se'
materialismo storico, sono diventati comunisti esattlnrcrrt,' i"ri, (ìrrr«r signor Roosevelt, le élites irltop.e rischiano di pa-
135
1,34
- -
gare molto caro ildisegno, che avevano ideato, di legare alla sorio, una civiltà il cui destino credevate che si compiesse lon-
causa della chiesa quella della Borghesia. per riusciici si so- tano dalle vostre frontiere. Ora però avete dovuto abbanclonare
no subdolamente sforzare cli ridurre il più possibile il ruolo questa consolante illusione, perché finalmente vi siete accorti
sociale del cristianesimo a una semplice questione di clisci- che la pozza d'acqua che vi separa cla noi non vi permetterà
plina interiore, a una morale, un, ,rorrle privata che regoli di continuare tranquillamente le vostre esperienze.
"
soltanto i rapporti fra ogni borghese d.voto e il suo .orÌ.r_ Caro signor Roosevelt, l'Europa si deve rifare un'unità
sore. Una morale così privata cla ammettere votrentieri spirittrale; è una frase di moda e tutti la ripetono senza ca-
almeno tacitamente - o
di non essere fatta per l'uomo politico pirla. Se non volete che la ritrovi nel comunismo, non c'è
-
e,nemmeno per il commerciante; la politica è la politica, e molto tempo da perdere, ve l'assicuro. Vi vantate, voialtri
gli affari sono affari... I nostri popoli, caro signor iìoos.velt, anglosassoni, di essere più o meno refrattari al comunismo.
son rimasti alla tradizione, più o meno offuscata, dell,antica Credete, inoltre, che esso sia una semplice reazione contro certi
cristianità. Cosa volete che capiscano di queste società di fenomeni economici, probabilmente evitabili, e che una poli-
temperanza, di questi clubs pii, di queste cooperative di de- tica di alti salari potrebbe facilmente averne ragione. Mi
vozione, di queste accademie I I popoli non capiscono bene chiedo se non vi sbagliate. Gli intellettuali comunisti sfrut-
che cosa manchi loro, ma manca loro qualcosa. Manca loro tano evidentemente gli sbagli e le contraddizioni di una so-
il sogno, che hanno fatto i paclri, di una grande avventura, cietà in declino, ma gli intellettuali comunisti sono una cosa
sia spirituale che temporale, di un'immenso pellegrinag- e il comunismo un'altra [...1.
gio dell'Umanità verso I'età d'oro delle Beatitrdir-ri-Evan- Voi non potete facilmente capire il bisogno d'unità che
geliche. Come si fa a convincerli adesso che il Buon Dio è travaglia i nostri popoli europei e certamente mi risponde-
venuto sulla terra per impedire loro di bere un sorso di trop rete che l'Europa è da molti secoli travagliata cla lotte fra-
-
po alla clomenica o tli far ballare le ragazzet tricide. Avete ragione, sono lotte fratricide quelle che ci tor-
mentano, delle orribili lotte familiari, qualchevolta sordide
Dt Lettre aux lnglais, novembre 1941.
e qualchevolta tragiche, spesso ridicole come tutte le liti di
questo genere. Peggio per voi se non riuscite a vedervi che
delle rivalità territoriali o economiche. Ragionate sempre
L'Europa e la ciuiltà come se noi, popoli europei, fossimo nati ieri, come se la
Storia ci avesse lasciato in eredità nient'altro che agenzie di
Caro signor Roosevelt se l'Europa non salva la civiltà, la cambio o altre cose del ÉJenere. Certamente, noi ci siamo
perderà e perderà voi con essa; i vostri cittadini si mettano odiati per questioni territoriali o di confini, come dei coeredi
bene in testa questo: l'Europa riuscirà a salvare la civiltà contadini. Ma ci siamo combattuti anche per ragioni ben
soltanto con il rinnovamento. Esiste in America, in questo diverse, dottrinali e sentimentali, morali o religiose. Eviden-
momento, un tipo nuovo o rinnovato clella civiltà occiden- temente non sono i films storici di Hollywood a poter inse-
talel No. Voi siete perfettamente orgarlizzati per ottenere gnare al pubblico americano che il nazionalismo è una piaga
il maggior benessere e il maggior profitto da una civiltà, che del monclo moderno, che la Nazione è una caricatura eco-
ingenuamente supponete capace di rendere eterno il provvi- nomica delle nostre antiche patrie, che il tredicesimo secolo

1,36 * r.1 I
-
è stato sul punto di realizzare I'Unità spirituale, la Federa- zione superficiale domani potremmo vederne di peggiori.
zione delle Patrie. Chi fra voi ha la Àinima idea cli che Chesterton, tempo
-fa, scrisse che il mondo era pieno di idee
cos'era in quell'epoca I'autorità di un'organtzzazione interna- cristiane diventate folli. Oggi forse mi sarà permesso di dire
zionale, come l'Università di Parigi, mille volte più porente, che il fascismo, l'hitlerismo, il comunismo sembreranno un
credetemi, della vostra Società delle Nazioni ? giorno, alla luce della Storia, nient'altro che mostruose
Caro signor Roosevelt, si sa che I'occasione mancata non deformazioni dell'antica idea clella Cristianità' Milioni di
è più ritornata perché, purtroppo, un secolo pit\ tardi il fat- uomini credono di trovare nel totalitarismo una reiigione
tore Economico prevaleva già sul fattore Sociale; la schifosa con la sua mistica, la sua morale e i suoi dogmi; nel Par-
Italia simoniaca aveva gettato le basi del regime capitalista tito organizzato una Chiesa; nel Dittatore onniscente e
stabilendo la dittatura dell'Usura, il cui scettro sarebbe passa- onnipotente un Papa, o anche un Dio. Sarebbe una follia
to alla Spagna e quindi all'Inghilterra, che glielo avrebbe credere di poter rimettere questi milioni di uomini sulla buo-
strappato di mano. Se a sua volta l'America non desidera che na strada invitandoli a non preoccuparsi più delle sorti del-
questo, allora, d'accordo, facciamo così. Voi avete, nei vostri l'umanità, ma di pensare soltanto ai loro piccoli affari, con
sotterranei, oro sufficiente per far durare uno o due secoli una l'aggiunta d'un prestito a interesse moderato. No, caro si-
Società bastarda che non può dirsi né cristiana né pagana e gnòr Roosevelt, chiamiamo le cose con il loro nome. Senza
che, come tutti gli esseri senza origini e senza razza, ha una un'idea comune non esistono vere unità fra gli uomini come
enorme capacità di resistenza, una vitalità simile a quella clei fra i popoli, e bisogna che quest'idea comune sia il più in
gatti dei tetti. Questa società non morirà nel senso esatto del- alto possibile perché si possa vedere da molto lontano. Po-
la parola. Non si decomporrà come Ia società pagana che ha nendàla t.oppò in basso, con il pretesto di renderla più ac-
fatto come il chicco di grano seminato: cioè è imputridita cessibile, si avviliscono i migliori e non si fa che confermare
per far crescere un nuovo germoglio. La perfezione della i mediocri nella loro mediocrità. Un'alta idea non ha biso-
sua tecnica può prolungarsi alf infinito, prolungarsi a spese gno di essere capita da ogni singolo cittadino, basta che sia
dei popoli, poi degli individui di cui esaurirà la sostanza, pri- Àell'aria, che agisca diretiamente o indirettamente sulle co-
ma di pietrificarsi. Man mano che aumenteranno le cause scienze. Ogni Inglese non avrà la pretesa di possedere il
di disordine, la tecnica decuplicherà, i mezzi di difesa e di senso dell'Impero, però in qualche moclo ce l'ha 1...1.
repressione. L'ordine sarà mantenlrto, ma sarà l'ordine dei Caro signàr Roosevelt, i popoli europei non crederanno
cimiteri. Sarà mantenuto in nome di una società di cui non alla fine della povertà netnmeno quando i democratici avran-
rimarranno che le strutture amministrative e politiche no vinto. Forsè il vostro popolo potrà credere acl una simile
-
uno scheletro. La società umana, nel vero senso della parola, cosa, ma il nostro no... I popoli europei non perdoneranno
non esisterà più. Ma nessuno potrà pitì dirlo, perché la tec- alle democr azie dr averli difesi così tardi o, meglio, di non
nica, da molto tempo, avrà già avuto ragione della libertà averli difesi. Alla fine di questa guerra capiranno di esser
e della dignità degli uomini. stati loro a difendere e salvare le democrazie, le loro demo-
Caro signor Roosevelt, non si tratta soltanto di liberare crazie che han tentato di mantenerli nell'illusione che ancor
I'Europa da Hitler. Bisogna che siano strappate le radici di oggi domina I'opinione americana. Le democrazie hanno
un cancrq di cui il signor Hitler non è che una manifesta- ,rp-.rto creare Monaco, i popoli stanno costruenclo la vittoria'

138 139
- -

i
Sarà difficile guidare un'Europa vittoriosa. Non illudetevi, vrosi sono generalmente causate da quelli che gli psiclriltri
non basterà chiederle di riposarsi pcr le latiche fattc, mentre chiamano istinti repressi. La nostra civiltà esiste semprc, sol«r
le democrazie si occuperanno ancora una volta della sua che è come murata in un sistema che non le permette tli cslrri-
sorte. Sarebbe ridicolo dire a un mondo che per clue volte è mersi. L'Europa è migliore, vale molto di più di questa civiltì,
stato sull'orlo della catastrofe: << Siete liberi di rifarvi la vo- detta a torto o a ragione capitalista, nella quale è caduta quasi
stra fortuna; cosa volete di piirl >>, quando sappiamo invece per caso, perché la civiltà di cui parlo non è che una civiltà
che in una società dominata dal Denaro la libertà è un'illu- nata per combinazione, è una civiltà di compromesso. Il
sione. Il gioco delle vecchie democrazie favorirà la coali- mondo tecnocratico si è sviluppato in modo così frenetico,
zi,rne degli interessi frnanziari, dei partiti legati a questi in- con una tale rapidità, che si è dovuta trovare in tutta fretta
teressi, a meno che questo gioco non sia falsato cla quei par- una soluzione provvisoria adatta al nuovo problema. At-
titi che non hanno finanziamenti. tenzione: io non sostengo che non sia possibile un'altra so-
Caro signor Roosevelt, qllesta guerra clisonorerà i regi- luzione, ma dico che la si può cercare, che l'Europa non ac-
mi basati sulla forza, ma non servirà a ristabilire i regimi cetterà mai o accetterà a malincuore la dittatura più o meno
basati sui compromessi. I popoli perderanno altre illusionì, ipocrita del denaro; dico che i nobili, vecchi popoli d'Euro-
ma in cambio non acquisteranno una fede. Il nostro dram- pa meritano altro, che non si rassegneranno mai, per esem-
ma odierno, la storia ce lo dirà, non è che lò scontro frontale pio, a dare il nome di proprietà, a onorare cioè nello stesso
di grandi uomini e di grancli popoli, posti l'uno di fronte al- modo il diritto di una famiglia, composta da persone oneste,
l'altro; di uomini crudeli, di geni distruttori che hanno su una terra coltivata e migliorata da loro di generazione in
continuato a distruggere anche quando credevano cli costrui- generazione, e quello di un qualsiasi aggiotatore sugli utili
re, e di grandi uomini che, se avessero voluto, avrebbero della sua truffa.
potuto essere rapaci e crudeli quanto i primi ma che hanno A coloro che credono di impormi il silenzio, domandan-
preferito mettere la loro audacia e la loro forza al servizio domi ironicamente quali sono le mie proposte, io dirò che
della libertà. Churchill e voi ne siete un esempio. Questo non credo assolutamente di avere la capacità di un riforma-
è tutto I No. Perché da questi avvenimenti caotici e contrad- tore. Cerco di parlare nel modo più chiaro possibile, in
dito si può dedurre che tutto ciò è stato fatto, sia in bene che nome di milioni di persone, che non hanno i mezzi per farsi
in male, dai Capi e dal popolo, contro la volontà del Denaro, intendere. Diciamo quel che dobbiamo patire, dove sofiria-
contro la potenza del Denaro respinte a colpi di frusta nelle mo, dove abbiamo male ; clopo di che è il medico che ci deve
loro gabbie d'oro... La plutocrazia, che è nata in Europa ed guarire. Ma se ancora una volta ci accorgeremo che il medico
ha le sue radici in Europa, dev'essere sradicata perché questa se l'intende con il chirurgo e con il farmacista per rovinarci
è la nostra ultima occasione. Se riusciamo a spezzare le sue con operazioni e medicine inutili, gli spezzeremo il collo.
radici, questa mostruosa vegetazione che cresce in quasi tutto Così almeno non creperemo soli.
il mondo appassirà e 6nirà per imputridire. Vedete, caro signor Roosevelt, da voi con i soldi si è fatto
Caro signor Roosevelt, l'Europa è pronta, potete contare tnolto e in fretta; perciò il denaro ha ancora un certo presti-
sul mio paese. L'Europa non soffriva di una crisi di depres- gio. Vi è stato permesso di bruciare le tappe, e oggi - per
sione, ma di una crisi d'angoscia e voi sapete che queste ne- un po' di tempo ancora e per I'ultima volta - è il denaro

141,
1,40 - -
che risparmia i vostri uomini. Ma, caro signor Roosevelt, il traddizioni, che fra poco si abbandoneranno all'odio in
t{enaro, nonostante tutto, non ispira pitì ris*petto . ,r.-*éro nome del capitale; non sanno che, così facendo, riusciranno
paura; sì, è sempre orgoglioso e feroce, ma si è reso ridicolo. solo a cadere dal capitalismo ilei capitalisti nel capitalismo
Noi lo accusiamo di organizzare le guerre. Le organizza dello Stato. Si lasceranno murare in questo blocco di calce-
e ne rimane vittima. I profitti che ne ricava ,orro ,rlrll, i, strùzzo per rabbia, per disperazione, per desiderio di cam-
confronto ai rischi immensi che Ia guerra gli fa correre. As- biare, costi quel che costi. Con l'istinto della prorietà per-
somiglia ad un imbecille che bruci tutta la città nella speran- deranno quello della libertà. Ed è a questo che noi vogliamo
za di favorire la sua vendita di estintori. Invano gli uomini arrivare ? Oh, lo so bene, la menzogna in questi tempi è
del denaro hanno creduto di riaffermare il loro poÉr., facen- universale e diventa veramente pericoloso ristabilire la veri-
dosi scudo del principio di Proprietà, come l'innamorato di tà. Cosa volete che ci faccia ?
Salambò con il mantello di Tanit. Invano il diritto di pro- Quando si abita una casa in rovina si rischia di ricevere
prietà ha preso, a poco a poco, per merito loro, un valore as- il tetto in testa. Ma allora si deve lasciar andare la casa in
soluto, un carattere sacro, quasi magico... Rendendolo così pezzi? La maggior imprudenza sarebbe quella di andar a
indiscutibile, intangibile, gli uomini del Denaro speravano tentoni, a destra e a sinistra. Riparare qui un pezzo di muro,
di diventare anch'essi intangibili. Sforrunaramente, ion i lo- là rimuovere una trave. Bisogna invece occuparsi di tutto, in
ro calcoli, hanno compromesso il principio stesso della pro- una volta sola, bisogna gettare i popoli d'Europa in una gran-
prietà. de impresa, in un'impresa totale, degna di essi; oppure la-
.Il_
disordine spirituale è tale che, soltanro perché parlo sciare ll bolscevismo fare al posto nostro, come ho già avu-
così del denaro, mi accuseranno di attentare al principio ,-t.rro, to I'onore di dirvi. Se il primo scopo da raggiungere, può es-
mentre invece io 1o difendo. Sarebbe come dire che, condan- sere chiaramente definito, la speranza tisvegTiata nel cuore
nando il traffico delle indulgenze e la vendita dei sacramenri, degli uomini deve essere uguale alla loro attuale disperazione.
il Concilio di Trento ha ofieso il buon Diol Mi pare assurdo So bene che è di moda, fra i borghesi e anche fra i cristiani,
dover continuare a scandalizzare i popoli per garantire il purtroppo, (chi lo avrebbe detto l) schernire quelli che promet-
profitto degli speculatori, in nome clel comanclamento che iorro li lrrra. È sffano sentire questo ghigno in bocca a certi
dice di non rubare i beni del prossimo. Non mi rallegra, an- preti, la stessa bocca sacrilega che il giorno di Natale deve ripe-
zi deploro la decadenza del diritto di proprietà. Il nazio- ier la promessa - mille volte più incredibile della promessa
nalismo politico ed economico ha degradato l'idea di patria, della luna quella che assicura la Pace fra gli uomini di buo-
1l razzismo l'idea di Razza; la dittatura della Forza il prin- -
na volontà. Nòi non ci accontenteremo di promettere la luna,
cipio d'autorità, la dittatura del denaro quello di proprietà; noi prometteremo la giustizia.
la stessa religione esce indebolita cla tanti equivoci... Chì cosa Noi prometteremo la giustizia e cominceremo con il
potrete offrire domani alla venerazione dei popoli I cosa dia- ristabilirà la verità 1à dov'è più misconosciuta. Ciò che fa ri-
volo darete loro da amare I voltare i popoli, nel nostro sistema sociale, non è - coTe
Caro signor Roosevelt, l'unico errore che si può ancora si fa dir Ètò o come forse credono la potenza materiale
commettere è quello cli abbandonare la proprietà al proprio del Denaro; è che il Denaro invece
-
ha l'aria, non di un ti-
destino. I popoli sono talmente sfiniti da quèste ciniclìe ion- ranno, ma di un padrone e di un padrone legittimo, onorato

1,42 1,43
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e benedetto. Ciò che ferisce crudelmente le loro coscienze, loro signore, forse, ma non sempre davanti a quello del vi-
non è il vedere i vigliacchi tremare davanti a lui ma è il ve- cino, perché il dovere del signore era precisamente quello
dere tremare i veri capi
- i vecchi capi decaduti e asserviti, di sostenere i suoi, per un motivo d'orgoglio, se non altro.
la cui onta viene condivisa dai popoli che li riconoscono co- Per puntiglio. se volete. D'altronde il prestigio del nobile era
me legittimi. È il vedere infine il Denaro prendere a poco bilanciato da quello del prete; anche quello del magistrato
a poco I'aspetto di una potenza morale e spirituale, dopo o quello delle innumerevoli istituzioni, corporazioni, confra-
tutte le sue usurpazioni ipocrite e ciniche. t.rrrit., e comunità, ciascuna con le proprie carte in regola,
Perché infine, caro signor Roosevelt, io non sono un uto- non era certo minore. Un proverbio del mio paese dice: se
pista e capisco benissimo che una società umana nutrirà non c'è il gatto, i topi ballano. La nostra monarchia è quasi
sempre in sé ingiustizie 1...]. sempre riuicita a trovare una soluzione popolare, ispirata al
1...] Noi non chiediamo la giustizia assoluta, ma un'or- sentimento popolare, per risolvere l'antagonismo dei prestigi
ganizzazione dell'ingiustizia molto umana, perché, pur es- e dei privilegi, il loro sviluppo inestricabile ed i loro conflitti
sendo sempre umiliante per la carne e per il sangue, essa sia dando così, a questo povero mondo, un bel po' di sollievo...
almeno toilerabile alle coscienze. Noi non chiediamo l'egua- Questi prestigi e questi privilegi avevano un arbitro: il Re.
glranza, ma un'organizzaztone delle ineguaglianze affinché Quindi, non potendo essere solidali, diventavano rivali. La
opponendosi le une alle altre, si compensino per quanto sia solidarietà dei privilegi economici, a dispetto delle apparenze,
possibile. Sostenere di aver liberato i popoli, perché si è la- è infessibile come l'inferno.
Caro signor Roosevelt, i borghesi democratici americani
sciato sussistere un solo privilegio
quello del denaro
- il più umiliante di tutti,
è un'enorme impostura. Quest'unico pri- non facciano 6nta di credere che io voglia loro imporre
-
vilegio è diventato pir) pesante di tutti gli altri e, siccome non l'antico regime del mio paese. Essi lo hanno reso piuttosto ri-
non ha più rivali, continua acl aumentare senza misura. Ve- dicolo .ot d"i films idioti, ed io perciò voglio prendermi
dete, caro signor Roosevelt, le nostre antiche società d'Euro- qui una modesta rivincita, dicendo loro francamente che
pa, anche se oggi sembrano fuori moda, sono riuscite a fare non li credo capaci di vivere a proprio agio in un qualsiasi
una cosa importantissima. Sono riuscite a separare il pre- grande secolo francese resuscitato: si troverebbero fuori posto'
stigio dal profitto. Non è vero dunque che siano due cose I,Io, ."ro signor Roosevelt, non chiedo né per voi né per la
inseparabili. Dov'era nel tredicesimo secolo quasi tutto l'oro Francia la restaurazione del passato, che sarebbe artificiale
d'Europa ? In quali mani ? in quelle degli ebrei. Quando le come un'esposizione retrospettiva. Cercate di capirmi bene :
potenti monarchie ne avevano bisogno, dovevano chiederlo in qualsiasi società, sotto qualsiasi regime, nel momento in
in prestito agli ebrei. Ma nessuno oggi oserebbe sostenere cui verrà spezzata l'assurda dittatura del profitto, la natura
che a quel tempo gli Ebrei fossero onorati. Che importanza delle cose e I'esperienza degli uomini rifarà un sistema quai-
ha I siasi, ispirato agli stessi principi della cristianità europea'
- direte voi -. Ebbene) per me l'essere dispensati dal
riverire l'usuraio che vi ha preso tutte le vostre sostanze, è Ne ho abbastanza, caro signor Roosevelt, di sentire op-
già una bella cosa. « Ma i poveri diavoli, che correvano dietro porre, anche dallo stesso Maritain, le democrazie alle ditta-
all'ebreo milionario, scaglianclogli addosso i rifiuti, doveva- iure. La democrazia non ha difese contro i dittatori, ecco
no inchinarsi davanti ai signori... rr. No, signori! Davanti al la verità. Tutte le democtazie possono avere da un momento

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all'altro una crisi dittatoriale, come si ha una crisi d'appen- rrrbili avvelenati dall'oste dei « paria >>, questa società cam-
dicite, e la colpa non è del temperamento nazionale. Per trrirra alla rovescia. Vorremmo proprio aiutarla a difendersi,
esempio, il popolo italiano è un popolo diversissimo da lnu non possiamo fare le crociate per una società che ha
quello tedesco; eppure, se il secondo è nato lupo, il primo si costumi così vergognosi. Ricordiamoci che l'Impero Romano
è facilmente trasformato in iena e in sciacallo. Arrivati a r\ crollato per aver voluto sfidare l'equilibrio naturale del]a
questo punto della dimostrazione ne ho abbastanza, caro s«rcietà umana. È veramente un grosso errore credere che
signor Roosevelt, di sentirmi rispondere che, rinnegando i l'lmpero Romano si sia disinteressato della giustizia sociale.
dernocratici, faccio il gioco dei totalitari. Se devo scegliere Sfortunatamente, come le democrazie moderne, ha interes-
solo fra queste due creazioni del mondo moderno, la colpa sato a questo problema solo i suoi uffici e i suoi funzionari.
è di quest'ultimo, non rnia. Non ci sono americani più attac- Nel secondo secolo aveva dato alcuni privilegi alle corpora-
cati di me alla farnosa Dichiarazione dei Diritti, e che meglio zioni e aveva moltiplicato le istituzioni assistenziali pweri
mam.maea.ni, pwellae mammaeanae. Prestava gratuitamente
-
ne comprendano il senso, per la semplice ragione che l'hanno
fatta uomini come me. Ma la democrazia non è la Dichia' ai poveri il denaro per acquistare terreni, distribuiva borse
razione dei Diritti, così come la dittatura clericale del gene- di studio ai loro figli. Gli imperatori illirici hanno abbondan-
rale Franco non è il Vangelo. La democrazra è la forma temente legiferato sulla vedova e l'orfano e più tardi, sotto
politica del capitalismo, come l'anima è la forma dei corpi, la dinastia valentiniana, 1o Stato ha continuato in quest'ope-
secondo Aristotele, e la sua Idea, secondo Spinoza. II capi- ra: tutto ciò non aveva nessuna importanza. Nella lotta del-
talismo, che è nato, si è ingrandito e si è modificato, l'ha le leggi contro i costumi, i costumi sono sempre i vincitori
a poco a poco trasformata secondo i suoi bisogni. Si avrà un ed i costumi, ieri come oggi, favorivano il profitto. Di fronte
bell'assicurarmi che la democrazia di domani non rassomi- alla colossale amministrazione imperiale, alla sua pignola
glierà all'antica. Anche se cambia il nome, cosa volete che e schiacciante sollecitudine, il cristianesimo nascente poteva
vi dica ? Montesquieu ha scritto che la risorsa della Monar- offrire solo una speranza. Quale speranza I Certamente non
chia è l'onore, quella delia demo crazia la virtù. Mi chiedo se quella di una dittatura del proletariato. Ma quella di una so-
è bene incoraggiare i poveri diavoli ad essere virtuosi, cioè cietà dove i poveri sarebbero stati onorati perché Dio stesso
dar loro il diritto di voto e niente pane, perché il loro voto si era fatto povero, e in questo modo aveva beatificato, non
è, in fin dei conti, la sola cosa che possono vendere per ave- solo come lasciano credere qualche volta certi teologi simo-
re del pane. niaci, la disposizione morale della povertà, la povertà in spi-
Tutii parlano di restaurare i valori spirituali, la frase è rito, ma la condizione sociale del povero. L'impero invano
di moda. Non si restaureranno mai i valori spirituali se si moltiplicò le leggi, i funzionari e le sovvenziom. Fra il cri-
continuerà ad onorare il profitto, che dovrebbe invece esse- stianesimo e f impero le masse cliseredate diedero fiducia al
re soltanto tollerato e controllato. Caro signor Roosevelt, una Cristianesimo, perché rendeva loro l'onore.
società che considera un qualsiasi oste, arricchitosi con la Caro signor Roosevelt, me ne infischio se i realisti ridono
vendita delle sue pietanze mezze avvelenate agli aflamati, di tutto ciò. Se fossi nato nel secondo secolo, non solo avreb-
un borghese degno di stima ai tempi di Caracalla costoro bero riso di cuore, ma mi avrebbero fatto mangiare dai leoni:
venivano chiamati honestiores
- e che considera quei mise- il che, in fondo, a parer mio, è meno brutto che I'essere di-
-
1.46 74t
- -
l(,ro, oppure, persa l'occasione, mancato il miracolo, si op-
sperso nell'aria da una bomba di mille chili. I profitti, che i Mem-
ltnore assicura alla società, non sono così trascurabili come lx)r';uìlìo le une alle altre, in un disordine di cui
credono questi signori. È il principio dell'onore, ad sempio,
irri .lcl Congresso di Washington non si fanno disgrazia-
lirnìcnte che una vaga idea. Gli economisti credono che i
che crea i soldati, uomini generalmente mal pagati e mal
p«r1nli allamati non siano capaci né di sognare né di capire'
nutriti, che si vantano di morire per difendere i beni dei ric-
chi, e che credono di essere ricompensati generosamente se
i)li. ..rot. madornale! Sono i popoli sazi che dormono ven-
trc r terra, senza sogni.
sulla loro tomba ci sarà uno squillo di tromba o una croce
La situazione attuale dell'Europa non è molto diversa da
da venticinque franchi.
Cercare di ditt.rrggere il prestigio del denaro non è una
tluclla dell'undicesimo secolo. Mi farebbe proprio piacere
chc un tale accostamento non venisse scambiato per una
impresa facile, se fossi anarchico i rischi non mi spavente-
scmplice spiritosaggine dagli uomini di buona fede che mi
,.bb.ro. Ma non lo sono. Criticando il profitto direttamente,
lcggono. App.tr-qrarantbnni ci separano da quei tempi
si rischia di mettere in pericolo, contemporaneamente i beni
ltciici che, .ot l'ittu..tzione del dirigibile, dell'automobile e
reali e i mali necessari, che sono poi una specie di bene' Una
rlcll'aereo, sembravano annunciare la fine di tutte le guerre.
cieca rivolta contro il denaro rischia di far crollare infatti la
L'invenzione dei vaccini e dei sieri ci faceva sperare nella
civiltà alla quale si è incorporato, e gli uomini cl'afiari lo san-
soppressione delle malattie... Eravamo allora così contenti
no. Sperano di metterci in un dilemma senza via d'uscita:
o .orr^r.rurre le istituzioni liberali, che sono condannate a di-noi stessi, così ingenuamente sicuri di sbalordire il passato
che avremmo voluto avere come ospiti Ramsete II, Alessan-
corrompersi, come è sempre successo, oppure rassegnarci
dro il Grande, Cesare, Maometto, Carlo V, e Luigi XIV per
alla ditìatura,7a sola capace di ridurla all'impotenza' <<Se
poter mostrare loro l'Esposizione Universale del 1900, come
volete abbatterci dovete rinunciare alla vostra libertà », ci
dicono. Ma gli uomini d'affari dimenticano una cosa, cioè ii f, .on i parenti che abitano in provincia! La verità invece
che una tirannia è sconfitta nel momento in cui cessa di esse-
è che oggf siamo molto più vicini ad un uomo dell'anno
re rispettata, cioè nel momento in cui la sua caduta comin- mille chè-ad un contemporaneo di Napoleone III.
ci" aà apparire possibile. La tirannia del denaro sarà scon- La nostra angoscia assomiglia alla sua per lo stesso ca-
rattere inclefinito- Come lui ci domandiarno: dove andiamol
frtt" dalÉ forze ipirituali che libereranno le coscienze, racl-
Perché, come lui, pcnsiamo di non ritrovare più ciò che ab-
drizzeranno le coicienze di fronte a questi maestri, come di
biamo perduto, o di ritrovarlo sotto un'altra forma, una forma
fronte a turti gli altri. Allora veramente sarà costituito il
irriconàscibile; come lui siamo convinti di assistere alla fine
fronte della Libertà [.'.:1.
di un mond o sefiza sapere nulla di preciso su quello che Io
[...] Caro signor Root.v.lt, non date retta agli economisti sostituirà, sempre che possa essere sostituito!
ch"'.on le loÀ tesi cercano probabilmente di persuadervi
Caro signor Roosevelt, i popoli dell'Anno mille sono so-
che l,Europa è allo stremo delle forze spirituali. Pensate piut-
pravvissuti ad un duplice crollo, quello clell'Impero clei Cesa-
tosto che fErrop, non si fa più illusioni, che una semplice
rottura d'equilibiio può gettarla nel bene o nel male. Caro si- ri e quello dell'Impero di Carlomagno. Sono stati decimati
gnor Roosévelt,'1.o queste fotze che I'agitano sordamente .e dalla peste e dalla guerra. I pretlicatori cli quei tempi li in-
i"rno tremare ,ùe fondamenta, si combineranno fra di colpaiano dei disastri: dicevano che i ricchi erano cliventati

149
148
- -
più insolenti, gli ebrei più usurai, i rari commercianti più mato la coscienza degli uni e degli altri, è stato trasmesso a
ladri, i grandi più avidi, i miserabili pitì miserabili. Sì, il tutti e due.
mondo doveva apparire a tutti più vecchio di quanto ci ap- Che poi, a proposito di questa rivolta, io parli della Caval-
pare il mondo odierno. Un francese del 1940 è separato sol- leria, può sembrare una sfida al buon senso. Non al buon sen-
tanto da due o tre secoli da un'epoca di un umanesimo raffi- so, signor Roosevelt ma all'opinione degli imbecilli. E offro
nato e di squisiti costumi. Fra un uomo dell'anno mille e gli qui a loro, a poco prezzo un soggetto di scherno, un'ultima
splendori dell'Ordine Romano, che abisso di tempo invece ! occasione di ridere prima che gli uomini che annuncio tor-
Ebbene, signor Roosevelt, in quel mondo così vecchio, così cano loro il collo. Voi pensate, e giustamente, che io non chie-
disperato che i saggi definivano disperato e i monaci dice- da il ritorno all'antico rituale, la veglia d'armi, la parata, gli
vano votato al demonio, è stata creata la Cavalleria. Oh, non speroni d'oro; non sono un archivista né un antiquario. Ado-
aspettatevi da me un panegirico di una tale istituzione, que- pero la parola cavaliere perché suona male alle orecchie dei
sto libro stampato può cadere in tante mani. Con l'età, pur- realisti. Ma quando quel giorno verrà
toppo, diventano poche le cose di cui non si possa parlare derlo
- chissà se potrò ve-
ci sarà un altro termine per qualificarlo. Quando il
con il primo venuto, ma veramente non ho il coraggio di -
passo di questi coraggiosi risuonerà sulla terra e, se sarò
spiegare ciò che fu la Cavalleria a certi vostri avversari, per lassù, lo sentirò vorrei che si dicesse agli
-
impostori di tutti
esempio, che voi vedete più da vicino, caro signor Roosevelt, -
i regimi, di tutti i sistemi, di tutti i partiti, ai maestri dell'usu-
ma di cui io conosco il viso. Voglio soltanto dirvi che la ca- ra come ai maestri della forza, ai dottrinari realisti e agli
valleria non è nata da una crisi di ottimismo, ma è fiorita idealisti simoniaci: << Ecco, ecco quelli a cui avete menti-
sull'egoismq sulla ferocia e sulla disperazione del mondo. E to!».
domani forse... [...]. Caro signor Roosevelg forse questo non è che un sogno.
[...] Non so assolutamente come sarà la nuova incarna- GIi sconfitti possono facilmente trasformarsi in anarchici.
zione dell'Onore cristiano, cioè dell'Onore ereditario degli Possono divorarsi fra di loro. Possono, per disperazione, ten-
uomini d'Europa. So che gli elementi necessari sono pronti, tare Ia suprema esperienza della dittatura clel proletariato,
ecco tutto, che son presenti
- come dicono i chimici -
e, perché possono credere che sia la loro, senza capire che una
se non riescono a combinarsi fra loro, vi dico che l'ultima dittatura, qualunque essa sia, è sempre, in 6n dei conti, quel-
possibilità del mondo andrà perduta. Quando parlo di una Ia dei funzionari e dei poliziotti. La querra atfuale presenta
restaurazione dell'Onore cristiano, non intendo una restaura- un carattere molto cliverso da quelle che l'hanno preceduta:
zione religiosa, nel vero senso della parola. È dubbio che i voi avete qualche dubbio, voi altri americani ? Migliaia di
popoli, dopo questa atroce delusione, ritornino subito ai dogmi uomini sono diventati dei fuori legge, si son messi cioè fuori
della nostra fede. Quelli che non credono più ad una giustl della legge di una società che non vogliono più o alla quale
zia in questo mondo non sono certo pronti a sperarla in un hanno smesso di credere. State attento alla sfumatura, caro
altro, come pensa un certo numero di devoti o di devoti che signor Roosevelt. I primi non Ia vogliono e hanno cercato
probabilmente s'immaginano che si possa tornare a Dio per di distruggerla, gli altri non ci credono pitì e non hanno fat-
ripiego. Parlo invece di una rivolta dell'onore cristiano, sia to nulla per difenderla. Toglietevi dalla testa che fra questi
presso i credenti che presso gli increduli, perché esso ha for- ci siano solo dei vili. I martiri cristiani dei primi secoli, pri-
150
- - 151
ma della loro conversione, non sarebbero certo morti per c\ una civiltà ma un'organizzazione totalitaria e concentra-
gli dei che non onoravano o che onoravano per abitudine. z,i<tnaria del monclo, che ha preso quasi di sorpresa la civiltà
Queste persone di cui vi ho parlato, le chiamerei, se non ave- utnana, grazie alla più grancle crisi che la storia abbia mai
te nulla in contrario, signor Roosevelt, dei disoccupati. Nùn conosciuto e il cui duplice aspetto, materiale e spirituale, può
sanno più, o presto non sapranno più a chi ofirire le loro cssere definito così: la despiritualizzazione dell'uomo è coin-
braccia, il loro cuore, permettetemi questa metafora roman- cisa con l'invasione della civiltà da parte delle macchine, e
tica. Gli economisti del vostro Servizio Economico dichiare- questa invasione delle macchine ha preso alla sprowista una
ranno che lo sciopero del cuore non li riguarda, ma che la- Europa scristianizzata, un'Europa despirittalizzata, capace
voro per le braccia ce n'è, fosse anche solo per la ricostru- di sacrificare, quasi senza lottare, alf intelligeaza pratica e al-
zione. Gli economisti del vostro Servizio Economico mi fan- la sua brutale efi,cienza, all'intelligenza pratica mostruosa-
no ridere. Prima ancora di ricominciare la ricostruzione ve- mente ipertrofrzzata tutte le altre forme superiori all'attività
dranno nascere la Speculazione sulla ricostruz.ione, e questa dello spirito.
ultima sarà divorata da quella, come il maschio della man- Dico che questa organizzazione è stata totalitaria e con-
tide religiosa dalla sua femmina; ma non ha importanza! centrazionaria fin dal principio, anche quando assumeva la
Vi sono delusioni e rancori che non possono essere cancel- maschera e il nome della libertà, poiché il liberalesimo asser-
lati nemmeno dal lavoro delle braccia. Ripeto ancora Lrna viva I'uomo all'economia, affinché lo stato o la specie di
parassita a cui si osa dare questo nome
-
volta che non tutto può essere regolato dalla smilitarizzazio-
ne delle dittature. Affermo che un giovane borghese o un
- potesse imposses-
sarsi, al momento opportuno, clell'uomo e dell'economia in-
giovane operaio francese, che un'infame propaganda ha fatto sieme, mentre il capitalismo dei trust apriva la strada al trast
esitare nel momento decisivo fra il rlovere di classe e il do- dei trust, al trust supremo, al trust unico: 1o stato tecnico
vere nazionale, e che ora acquista Ia coscienza di aver tra- divinizzato, il Dio di un universo senza Dio, come già scri-
dito sia la sua classe che Ia sua nazione, non sarà certamente vevo nel 1930 in quella Grande pail'ra dei benpensanti, il cui
più facile da riadattare di quanto lo siano coloro che stanno ultimo atto è stato rappresentato a Vichy.
per uscire dall'esperienza dittatoriale. E così il liberalesimo ha aperto la strada al marxismo. I
grandi tecnici liberali, che sacrificavano fredclamente milioni
Da Lctlrc aux Anglaìs, novembre 1941. di vite umane alla tecnica liberale, oggi non sacrifichereb-
bero meno freddamente altri milioni di vite a una tecnica
diversa, ma nel nome dello stesso mito.
Una riuolwzione contro il sistema Sì, credo fermamente che i tecnici liberali del 1830 sa-
rebbero oggi tecnici marxisti, e per riuscirvi avrebbero biso-
La rivoluzione è un assoluto. gno di una modifica del vocabolario. Potrebbero rimanere
Quella che noi attencliamo sarà fatta contro tutto quanto sempre fedeli aIla stessa concezione dell'uomo: I'uomo ani-
il sistema, o non si farà. Dico sistema per non dire civiltà, male, in progressiva evoluzione.
perché è sempre più evidente clie il sistema che si presenta Infatti io pongo il problema come deve porlo un roman-
a noi (anzi dal quale siamo a poco a poco assorbiti) non ziere: me ne infischio dei tecnici, io vedn I'u«:mo. Per esem-

152 * 153
-

I
pio, vedo benissimo il proletario del 1830, ma non 1o cerco Guardate un po' come, per esempio, la letteratura dell'Ame-
nelle statistiche. Non sono disposto a credere che questo pro- rica che è la sua Roma, la sua Mecca, il suo santuario più
-
letario abbia subito Ia spaventosa dittatura della legge dell'of- sacro
- è essenzialmente clisperata.
ferta e della domancla semplicemente per ignoranza o per So bene adesso quel che pensate. Pensate che non si torna
viltà. indietro. Non ho indovinato ? Perché questa civiltà ha una
L'uomo del 1830 non era più vile del servo del secolo sua filosofia, e il primo assioma di questa filosofia è di
dodicesimo, che gli intellettuali da .quattro soldi vorrebbero negare la libertà dell'uomo, di affermare il suo asservimento
presentarci col cappello in mano mentre offre sua moslie e alla storia, che è a sua volta asservita all'economia.
sua figlia al signore, con la paura (donne, mettetevi nei suoi Giovani cristiani che mi ascoltate, voi non ragionate co-
panni!) che potrebbe rifiutarle e che sarebbe costretto ad an- me i marxisti, ma alcuni vostri rifessi mentali sono marxisti.
darci lui stesso. Voi concepite naturalmente la società umana come una loco-
motiva lanciata sui binari, mentre fareste meglio a parago-
Quando l'operaio del 1830 si rassegnava a morire di fame,
narla a un'opera d'arte che la fantasia dell'artista al lavoro
ciò era dovuto al fatto che gli era stato fatto capire che mo-
ricompone continuamente. Se egli ritorna a una prima idea,
riva per il progresso. È morto per il progresso meccanico,
quest'idea non potrà essere esattamente la stessa. Non è lui
per il paradiso meccanico; e in nome di questo paradiso è
a cercarla indietro. È lei che torna a lui arricchita, rinnovata
pronto adesso ad uccidere gli altri. Forse non si suona lo
dalle esperienze fatte nell'intervallo.
stesso strumento, ma si canta la stessa canzone. [...1
L'umanità non può dimenticare ciò che una volta ap-
[...] Prima di ottenere dagli uomini di oggi di adoperarsi prese. << Quel che la scienza ha una volta acquisito resta
coraggiosamente a rifare una civiltà umana, bisognerebbe acquisito». Per ridere, fate f ipotesi assurda di una distru'
aiutarli a superare il complesso d'inferiorità che li lega con zione generale delle macchine. In questo modo semplifiche-
una specie di inibizione clel giudizio e della volontà di fronte rete il problema fino all'assurdo, e non avrete la difficoltà di
a questa civiltà. ta sua potenza materiale ha sbalordito le risolverlo. Notate che la vostra ipotesi è logicamente ma non
vostre immaginazioni fin dall'infanzia. La sua propaganda storicamente assurda. Al contrario, è molto facile concepire
colossale vi pasce di lei giorno e notte. Tra poco non arrive- una simile notte di San Bartolomeo di macchinari e anche di
rete a concepirne u.n'altra. Non siete più voi a f.are questa tecnici consumata da masse esasperate dalla collera e dalla
civiltà, a mantenerla; è essa che a poco a poco vi forma, che disperazione, dopo una disgraziata esperienza che avesse
fa di voi una cosa sua. decimata l'umanità.
Vi chiedo, vi supolico di fare frattanto lo sforzo necessa- È senz'altro un segno della profonda degradazione del-
rio, Io sforzo doloroso di immaginarvi questo mondo senza I'uomo moderno scandalizzarsi all'idea della clistruzione delle
di lei. Forse questo vi è già tanto difficile quanto l'immagi- sue preziose macchine, delle sue macchine adorate, mentre
nare mentalmente, per esempio, Ia quarta dimensione dello osserva con tanta freddezza il massacro di milioni d'uomini
spazio. Per lo meno, cercate di convincervi che essa può pe- fatto da queste macchine...
rire, e perire con le sue stesse mani. Perché, sia detto di pas- Per me voi ponete il problema alla rovescia, perché il
saggio, questa civiltà dell'ottimismo non genera ottimismo. male non sta nelle macchine, ma sta e starà nell'uomo nel

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- -- 155
tempo stesso che accresce il suo potere. C'è in questo una colì- 1... 1 O giovatri clrc rtti :tscoltltlt', lltlvolt:r l)('llslll(' cltt' ttt'tt
traddizione che fa fremere. c'c\ nicntc tla [arc. Lo volctc crctlcrc 1)cr lìolì ltgirc. [,c riv«r-
Proprio all'uomo scristianizzato, più che mai incline a cre- Iuzioni si preparano nelle coscicnze. È l'itlea rivoluzionaria
dersi un animale irresponsabile, sta per essere consegnato il chc fa le rivoluzioni. La rivoluzione comiucia nel momento
segreto della fissione del plutonio e il mezzo di distruggere in cui è desiderata.
tutta quanta la specie. [...]
Questa specie d'ordine inumano, cla cui siamo minacciati,
[...] L, civiltà delle macchine ce ne prometteva un numero comincerà a venir meno appena non crederete più in lui.
sempre maggiore, ed ecco apparire d'un tratto la macchina
QLrelli che pretendono di imporlo al mondo sono, alla fin fine,
delle macchine, quella che rinserrerà nei suoi fianchi d'acciaio appena un gruppetto. [...]
più di quanta ce n'è voluta per mettere in moto tutte le mac-
chine da quando sono state inventate; insomma la macchina [...] L'uomo moderno si dice realista, pratico. materiali-
sta, smanioso di conquistare i beni di questo mondo. Siamo
per distruggere in un colpo d'occhio tutte le macchine...
lontani dal sospettare la natura del male che lo divora, per-
Accettare questo mondo significa accettare di essere og-
ché osserviamo soltanto la sua attività delirante, senza pensa-
getto passivo di una terribile, irreversibile esperienza, e io vi
re che essa è proprio la forma deteriore, avvilita della sua
ho già detto abbastanza che cos'è quest'esperienza, di cui angoscia metaÉsica. Ha l'aria di voler correre dietro alla
niente, assolutamente niente può farcene prevedere la finc,
fortuna, ma invece di rincorrerla fugge se stesso. 1...1
perché fino ad oggi ha portato a catastrofi sempre più ter-
f...1 L'uomo delle macchine è un anormale. Quando
si
ribili.
parla di squilibrio tra le necessità spirituali e la moltiplica-
Alcuni di voi vanno ripetendo che la macchina li libe-
ra. Li libera provvisoriamente, in una maniera, in una so- lione delle macchine, si ragiona come se, per porre rimedio
la maniera, ma che colpisce l'immaginazione: Ii libera in ai mali generati da questo squilibrio, bastasse imporre all'uo-
un certo modo dal tempo. fa guadagnare tempo. Questo mo un Ligliot., un pitì razionale uso del tempo, secondo
è tutto. Guadagnare tempo non è sempre un vantaggio. le regole délla pedagogia: ricreazione pir-\ breve, lezioni più
lunghe. [...]
Quando si va al patibolo, per esempio, è preferibile andarci
a piedi. Ttrtta la potenza tecnica del mondo è destinata, presto
Il possesso individuale di alcune macchine, il cui uso ap- o tardi, a passare tra le mani dell'organizzazione economica
partiene soltanto a voi, può ancora farvi illudere, ma queste più potente e meglio attrezzataz allora la civiltà totalitaria
macchine dipendono già, dipenderanno sicuramente sempre e concentrazionaria si sarà richiusa sopra di voi.
più dalla macchina totalitaria e concentrazionaria posta nel- Bisogna afirettarsi a salvare l'uomo, perché domani non
le mani dei tecnici dello stato. Voi potete possedere in casa sarà suscettibile di esserlo, per il semplice fatto che non vorrà
mille apparecchi elettrici per l'illuminazione uno più inge- pir.\ essere salvato. Perché, se questa civiltà è folle, essa fa
gnoso e anche più costoso clell'altro. Se la centrale vi rifiuta anche dei folli.
la corrente siete allo scuro e, se la centrale ha anche proibito O giovani che m'ascoltate, voi vi credete liberi di fronte
la vendita di candele, non avrete da far altro che andare a a lei. ùon è vero ! Voi vivete come me nella sua aria, voi la
letto senza luce. Domani potrà anche rifiutarvi il calore. [...] respirate, essa entra in voi per tutti i pori' Vi si dice : « La

156 -_ t57
-
libertà non può morire >>. Invece può morire nei cuori degli BIBLIOGRAFIA POLITICA
uomini. [...,1
[....1 So che la Germania era forse più di ogni altra nazio-
ne predisposta a queste deviazioni. Péguy, lo sapete, la chia-
mava una « cristianità mancata ». Ma non dirò mai che il
male sia venuto soltanto da essa, soltanto dalla sua sostanza;
esso intaccava non meno gravemente anche gli altri popoli,
e ancora li minaccia. La Germania è stata corrotta dalla ci-
viltà che ho denunciato, e nessuno di noi può essere sicuro
di non essere stato corrotto a sua volta.
Non si tratta solo di maledire quei traviati, i cui cadaveri 1) Opere politiche di Bernanos
adesso rendono trabocchevoli tutti i carnai di guerra, di que-
La grande peur dcs Bien-Pcnsants, Grasset, 1931.
sta guerra che loro avevano desiderato. Si tratta di formare
Les grands cimitièrcs sous la lunc, Plon, 1938.
uomini capaci di dare per la libertà rutto quello che quei Scandale de la uérité, Gallimard 1939.
disgraziati avevano impegnato contro di lei, di dare ad es- Lettle aux anglaìs, in « Dublin Review >>; ripubblicato da Gallimard, 1945.
sa tutta la forza delle loro braccia, tutto I'entusiasmo dei Nous autres JranEais, Gallimard, 1939,
loro cuori, un'implacabile lucidità, una volontà inflessibile. Le Chemin dc la Croix-dcs-àmes, }dtio de faneiro, 1942; nuova edizione am'
pliata, Gallimard. 1948.
Si tratta di ricominciare da domani, da oggi stesso, questa La Frunce contrc lcs robots,Piio de Janeiro, 1944; riedizione franccse Lafront,1947.
rivoluzione della libertà, che sarà anche, che sarà essenzial- Les enfants humiliés, Gallimard, 1949.
mente un'esplosione delle forze spirituali del mondo, ana- La liberté pourquoi laire?, Gallimard, 1953.
Lc Crépuscule des tieux, Gallimard, 1956.
loga a quella di duemila anni fa; anzi la stessa.
FranEais, si aous sauiez, Gallimard, 1961.
Voglia Dio che la parola d'ordine parta dal mio paese
oggi umiliato! Voglia Dio che venga da lui il messaggio
atteso dal mondo e che darà dovunque il segnale dell'insur-
2) Opere politiche tradotte in italiano
rezione dello spirito. La grandc pdLLrd dei Benpensdnt;, Eclizioni dell'Albero, Torino, 1965.
IJltinti scritti politicì, Morcclliana, Brcscia, 1964.
Da Riuoluzione e libertà, conferenza tenuta nel febbraio del 1947 nell'aula Riuoluzionc c lìbertà, Borla, Torino, 1963.
Magna della Sorbona, raccolta in Riaoluzione e libcrtà, I grandi cimìtcri sotto la hrna, Mondadori, Milano, 1953.

3) Principali saggi sul pensiero di Bernanos

Von Brr-r'nas,rn (Flers Uns), Lc chréticn Bernanos, Er[. du Seuil, 1956.


Dr F^snÈcurs (lrrN), Bernanos tcl qu'il était, Ma.nq 1963.
Massrs (Hrxnt), Chailes Maurras ct notrc tcmps, Plon, 1961.
MorNan (Tuouas), Bernanos, his political thougt and prophecy, Sheed and Ward,
Inc., 1960.
Roussnaux (ANonÉ), Arnes et uisagcs du XX siècle, Grasset, 1932.

158 * - 159
INDICE

h, r,rNsrrno poLITICo or Gnoncrs BrnN,tNos


1. Bernanos controrivoluzionario . . pag. 9
, ?. La guerra e la coscienza del dolore . >> 16
3. I1 nucleo del pensiero poiitico di Bernanos . .
,, .).,
4. La polemica con << L'Action Franqaise >> e i fascismi . >28
5. Bernanos contro il mondo tecnocratico . >> 36
6, Bernanos e noi >> 42

ANrolocre

Tradizione e riuolwzione francese


La rivoluzione de11'89 e la tradizione francese . >> 49
La rivolùzione francese e il denaro . >. 52
Tradizione e rivoluzione . »55
L'uguaglianza contro la giustizia >> 58
II concetto cristiano di proprietà . >> 7l
»60
. La rivoluzione e la borghesia
ll nuouo ordine borghese
Definizione della borghesia moderna . >> 66
Ilborghese e la ProPrietà »69
» lL
La scofitta della borghesia .
La democrazia di nxd.ssa

L, d.rrro.."ri" >> 75

Di democr azia in democrazia ' )> 77


,1. L'imbecille e il mito del numero . - » 80
it',:i

'Ìi'l 161
i..i"'1'

ill: t
-
La controciuiltà moderna
La società moderna .. . pag. 83
La crisi della civiltà . »90
Tutto il mondo fa la coda alle porte di una nuova geerra »92
I cattolici e il mondo rnoderno
Il mondo nuovo e la Chiesa 95
Il laicismo e il cristianesimo 100
I cristiani e il mondo moderno . 102
I preti e le natiche della marchesa . 107
Il complesso e la colpa 109
Era cristiana o era atomica . 111

In società tecnocratica e il mito del progresso


La meccanizzazione del mondo .' » 114
Progresso tecnico e libertà dell,uomo » 117
La controciviltà delle macchine . » 120
Andare in fretta ma andare dovel » 123
Di fronte al totalitarismo marxista e ai suoi servi, gli
intellettuali di massa, siamo bene decisi a non sacrificare
l'uomo 125
Non si tratta di distruggere le rnacchine 127

L'Europa e la ciuiltà
Le masse e la civiltà europea . » 131
La crisi dell'Europa . » 133
L'Europa e la civiltà » 136
Una rivoluzione contro il sistema 152

Brnr.rocnaEra por-lTrca . . t59

162
-
Collana
La critica alla democrazia
Adrlrno Fomualdi Platone L, 1.200
Prlmo Siena Gentile L. 1.200
§lndo Gatlgbianl Bernanos L. 1.200
lrtnco Pintore Maurras L. r.200
Olovannl Allegra De Maeztu L. 1,200

Seguiranno saggi su:


Donoso CoÉes, Nietzsche, Molca, Prntrbonl'
Longanesi, Dostoievskll'
Giuliotti, Mussolini, Treltechkr

CALDE RI N I
Giugno 1965 BOLOGNA
Officine Grafiche Calderini - Bologna, Via Emilia Leyffite 3ll2
Libri
delle edizioni Volpe
per lettori
non succubi del mito
democratico:
Ernst Jiinger Al muro del tempo . L. 2.000
Pierrc Drieu la Bochelle Socialismo Fascismo Europa L. 2.500
J. Evola ll fascismo L. 1.500
Paul Sérant Salazar e il suo tempo . L. 1.700
Maurlcc Bardèche Ghe cosa è il fascismo . L. 1.700
Piero Opertl Lettere aperte L, 2.000
J, Thiriart Europa, impero di 400 milioni di uomini L. 2.000
W. Wefers Lo Stato spagnolo di oggi . L. 1.500
Benato Mells I sindacalisti italiani L. 2.500
Glanfranco Legitlmo Sociologi cattolici italiani L. 2.500
Panfilo Gentile Polemica contro il mio tempo L. 1.500

Di prossima
pubblicazione:
B. Nellessen La rivoluzione proibita (Ascesa e tramonto della Falange)
J. Ploncard d'Aseac I nazionalismi
J. Schoeps Questa era la Prussia
J. P. de Rlvera Antologia politica

Prezzo L. 1200

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