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Reazionario anticonformista
Così era Guareschi, e così dava vita ai suoi personaggi di Mondo Piccolo, che
conobbero ben più di sei lettori, a ragione di quelle storie intense, vere,
grondanti umanità concreta, umorale, pulsante. Guareschi dovette subire
fino alla morte l’ostracismo della critica “ufficiale”, della cultura progressista.
“Un uomo di difficili costumi”: di se stesso aveva dato questa
appropriatissima definizione. Un uomo cioè di forte moralità, intransigente,
ma - è quasi superfluo dirlo - di una moralità che nulla ha a che fare con la
rigidità puritana, in quanto ricca della misericordia. Questa virtù Guareschi
la coltiva in tutti i suoi anni e in tutte le circostanze: dal lager di Hitler alla
galera di De Gasperi. Mai lo scrittore fece trapelare la minima parvenza di
odio, di rancore, di rabbia. Al più provava e manifestava sacrosanta
indignazione nel vedere offesa la giustizia. Quella misericordia che non è mai
negata a nessuno dei numerosi episodi di Mondo Piccolo, sia che venga
manifestata dal Crocifisso, sia che venga praticata - ringhiando a denti
stretti - dal sindaco e dal parroco, fu dunque la matrice delle profonde virtù
di Guareschi. La sua sfida beffarda e insieme carica di bontà rivolta ai
conformismi di ogni genere è ben riassunta nelle parole che seguono,
apparse sul numero di Candido del 25 maggio 1946: “Proprio così, postero
diretto, quando vedrai sulla terra che coprirà lo chassis di tuo padre il
marmo recante inciso ‘Fu un uomo probo’ cancella e scrivi ‘Fu un
reazionario’. Non lasciare che si calunni la memoria di tuo padre”.
Tratto da : Paolo Gulisano, "Candido. Non con le mani pulite!", in TEMPI, n. 34 del 15
settembre 1999.