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Biologia

Trascrizione e traduzione nei procarioti


I processi di trascrizione e traduzione nei procarioti sono quasi del tutto sovrapponibili a quelli degli
eucarioti, con la differenza che nei batteri questi due processi si verificano simultaneamente a livello del
citoplasma; quelli che cambiano notevolmente però, sono i meccanismi che regolano l’espressione dei
geni (e quindi la trascrizione).

La regolazione trascrizionale nei procarioti è affidata a delle unità funzionali che prendono il nome di
operoni, segmenti di dna costituiti dalle seguenti regioni:
Promotore=>regione che permette il legame con la RNA polimerasi
Operatore=> regione localizzata tra il promotore e i geni strutturali e che lega il repressore, una
proteina codificata da un gene detto regolare
Geni strutturali=> geni che codificano per le proteine del batterio

Un classico esempio riguarda il funzionamento dell’operone Lac di Escherichia coli, un batterio che vive
in simbiosi con l‘uomo all’interno dell’ intestino e che è capace di metabolizzare il lattosio mediante
l’enzima beta-galattosidasi. L’espressione di questo enzima è regolata proprio dall’ opero e Lac, il quale
risponde alla presenza e all’assenza del lattosio in due modi differenti:
Assenza di lattosio: il repressore si trova in forma attiva ed è capace di legarsi all’operatore; tale
legame rende impossibile l’avvio della trascrizione dei geni strutturali da parte della RNA
polimerasi. In questo modo, non vengono sintetizzate le proteine codificate dai geni strutturali, tra
le quali si trova la beta-galattosdasi;
Presenza di lattosio: il lattosio si lega al repressore inattivandola, fungendo così da induttore della
trascrizione; in questo modo infatti, la RNA polimerasi può legarsi liberamente al promotore,
trascrivere i geni strutturali e determinando la sintesi degli enzimi adibiti al metabolismo del
lattosio.

Virus
I virus sono assemblaggi organizzati di proteine, acidi nucleici e altre macromolecole (proteine, lipidi,
carboidrati). Che hanno la peculiare caratteristica di non essere capaci di riprodursi autonomamente;
essi infatti sfruttano l’apparato biosintentico della cellula infettata (cellula ospite) per riprodurre il
proprio materiale genetico e le proprie strutture proteiche e per tale motivo i virus vengono definiti come
parassiti enodoellulari obbligati.

Successivamente all’infrazione di una cellula procariote da parte di un batterio fato (virus che infetta i
batteri), il batterio potrà andare incontro a due destini:
Ciclo litico: il materiale genetico del virus viene incluso nel DNA batterico per poi essere trascritto e
tradotto assieme ad esso. Si avrà così la produzione delle proteine del capisce e la proliferazione di
nuovi elementi virali, i quali raggiungeranno un numero così elevato da causare lo scoppio (lisi) e
quindi la morte della cellula infetta
Ciclo lisogeno: il materiale genetico del virus viene incluso nel DNA batterico ma non viene né
trascritto né traduttore. Questo meccanismo permette di replicare il materiale genetico virale
assieme a quello della cellula infetta per poi trascriverlo e tradurlo secondariamente in risposta
determinanti stimoli attivanti.
Retrovirus
I retrovirus rappresentano un tipo particolare di virioni caratterizzati dalla presenza di un enzima
chiamato trascrittasi inversa.il genoma di questi virus si presenta sottoforma di RNA, il quale, grazie la
trascritta ASI inversa, viene trascritto in una molecola di DNA complementare cDNA. Successivamente, il
DNA virale così prodotto si integra nel genoma della cellula ospite e viene sottoposto ai processi di
trascrizione e traduzione. In questo modo verranno prodotte replicazione del virus.uno dei retrovirus più
famosi è il Human immunodeficienti virus HIV, il quale, una volta infettati linfociti T CD4 +, provoca
l’insorgenza della sindrome da immunodeficienza acquisita AIDS.

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