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CAPACITA’ PRECOCI

concetto di regolazione, intesa come la capacità che il bambino possiede fin dalla nascita di regolare i
propri stati emotivi e organizzare l’esperienza e le risposte comportamentali adeguate

Il processo di regolazione si sviluppa a partire dall’intreccio continuo tra le capacità innate del bambino
(che organizzano la miriade di sensazioni tattili, visive, acustiche e propriocettive provenienti dal mondo
esterno) e le ripetute interazioni della diade bambino-caregiver intorno al raggiungimento dell’omeostasi
(Sroufe, 1995). Le strategie per la regolazione di stato sono inizialmente fornite dal caregiver e
successivamente interiorizzate dal bambino e si generalizzano nel tempo per includere la regolazione
degli stati affettivi, l’arousal, l’attenzione e l’organizzazione di comportamenti complessi che
comprendono le interazioni sociali

All’interno di questo processo è possibile riscontrare, fin dai primi mesi di vita, la presenza di differenze
individuali nelle capacità di autoregolazione che possono riflettere variazioni costituzionali e maturative.
In alcuni casi, tali variazioni compromettono le abilità del bambino di regolare i processi fisiologici,
sensoriali, attentivi, motori o affettivi e di organizzare gli stati di calma e di vigilanza o gli stati affettivi
positivi: disturbi della regolazione (l’estremo atipico delle normali variazioni nel
temperamento o nella reattività del SNC)

Disturbi della regolazione:

1 e 2. Iper- o iporeattività a rumori forti o dal tono grave o acuto / a luci


abbaglianti o a forme visive nuove e singolari;
3. Iper-reattività alle sensazioni tattili e/o ipersensibilità orale;
4. Difficoltà motoria orale o mancanza di coordinazione a causa del basso tono
muscolare; difficoltà di pianificazione motoria;
5. Iporeattività al tatto o al dolore;

6. Insicurezza gravitazionale;
7. Ipo o iper-reattività agli odori;
8. Ipo o iper-reattività alla temperatura;
9. Tono e stabilità muscolare bassi (ipotonia, ipertonia, fissazione posturale,
movimento poco armonico);
10. Deficit qualitativo nelle abilità di pianificazione motoria (giusta sequenza di
movimenti della mano per esplorare un gioco);
11. Deficit qualitativi nella capacità di modulare l’attività motoria;

12. Deficit qualitativi della motricità fine;


13. Deficit qualitativi nella capacità di articolazione;
14. Deficit qualitativi nella capacità di elaborazione visuospaziale;
15. Deficit qualitativi nelle capacità attentive e di concentrazione, evidenti problemi
nell’elaborazione di informazione uditivo-verbali o visuospaziali.
Diagnosi differenziale (disturbi d’ansia, problemi interattivi, disturbi
dell’attaccamento, etc.)

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