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Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca DEFR

Commissione svizzera di maturità CSM

Esame svizzero di maturità Svizzera italiana Sessione estiva 2021

Filosoa/pedagogia/psicologia
Opzione specica

Nome e cognome: Numero:

Durata parte interdisciplinare: 1 ora

Durata parte pedagogia/psicologia: 2 ore

Sussidi ammessi: nessuno

Indicazioni: le risposte devono essere chiare e accompagnate da un'argomentazione cor-


retta e completa, facendo riferimenti precisi ai testi proposti così come agli altri con-
tenuti del programma. Per ognuna delle due parti, si prega di iniziare a rispondere
su un foglio nuovo.

Parte interdisciplinare max. 10 punti punti

Parte pedagogia/psicologia max. 20 punti punti


Punteggio:

Totale max. 30 punti punti

Nota:

I docenti esaminatori (rma):


1 Parte interdisciplinare
Il celebre dialogo di Platone intitolato Menone aronta anche il tema della conoscenza.
Dopo una discussione preliminare, Socrate manda a chiamare un servo di Menone (un
giovane, privo di qualsiasi educazione di tipo scolastico). Sollecitandolo con domande
precise, riesce a fargli risolvere un problema di geometria. Queste le considerazioni al
termine della vicenda:

SOCRATE: Che ne pensi, Menone? C'è qualche opinione che costui non espresse, nelle sue risposte,
come sua?
MENONE: No, sono opinioni sue.
SOCRATE: E tuttavia non sapeva, come dicevamo poco fa.
5 MENONE: Quel che dici è vero.
SOCRATE: Dunque queste opinioni si trovavano in lui: o no?
MENONE: Sì.
SOCRATE: Ma in chi non sa possono essere presenti, sulle cose che non sa, opinioni vere?
MENONE: È evidente.
10 SOCRATE: E adesso in lui queste opinioni sono emerse, come in un sogno; ma se uno gli chiederà
più volte queste stesse cose e in molti modi, puoi star certo che alla ne avrà di questi argomenti una
conoscenza puntuale non meno di chiunque altro.
MENONE: È probabile.
SOCRATE: Dunque avrà una conoscenza senza che nessuno gli abbia insegnato, ma grazie a delle
15 semplici domande, avendo recuperato lui da se stesso la conoscenza?
MENONE: Sì.
SOCRATE: Il recuperare da se stessi all'interno di sé una conoscenza non signica ricordarsi?
MENONE: Certamente.
SOCRATE: Ebbene, questa conoscenza che egli adesso possiede, l'acquisì in un certo tempo o la
20 possedeva da sempre?
MENONE: Sì.
SOCRATE: Ma se la possedeva da sempre, è sempre stato anche sapiente; se invece l'acquisì in un
certo momento, l'ha acquisita sicuramente non in questa vita. O forse qualcuno ha insegnato a costui
la geometria? Egli infatti farà le stesse cose in tutta la geometria e in tutte quante le altre discipline.
25 C'è dunque qualcuno che abbia insegnato a costui tutto? E infatti è certo giusto che tu lo sappia,
soprattutto dal momento che è nato ed è stato allevato nella tua casa.
MENONE: Ebbene, sono ben certo che non gli insegnò mai nessuno.
SOCRATE: Ma ha queste opinioni oppure no?
MENONE: Necessariamente, o Socrate, sembra.
30 SOCRATE: Se dunque non le ha acquisite in questa vita, non è ormai chiaro che le aveva e le aveva
apprese in un altro tempo?
MENONE: È evidente.
SOCRATE: E questo tempo non è appunto quello in cui non era uomo?
MENONE: Sì.
35 SOCRATE: Se dunque nel tempo in cui è e nel tempo in cui non è un uomo avrà insite in sé opinioni
vere, che, ridestate da una interrogazione, diventano conoscenze, non è forse vero che la sua anima
le avrà apprese da sempre? è chiaro infatti che è o non è uomo per tutto il tempo.
MENONE: È evidente.
SOCRATE: Se la verità delle cose che sono l'abbiamo sempre nell'anima, non dovrebbe dunque essere
40 immortale l'anima, per cui tu con coraggio ciò che ora ti trovi a non sapere - vale a dire ciò che non
ricordi - devi accingerti a cercarlo e a ricordarlo?
MENONE: Mi sembra che tu abbia ragione, Socrate, non so come.
1.1 Quesiti di losoa
Dopo aver denito il concetto platonico di conoscenza, sintetizzare la tesi espressa da 3 p.
Platone in questo brano. Come si ricollega alla sua teoria dell'anima e in generale alla
sua metasica?

1.2 Quesiti di pedagogia/psicologia


Dopo aver denito la proposta pedagogica di Maria Montessori, confrontarla con il dialogo 3 p.
riportato nel brano.

1.3 Quesiti interdisciplinari


Dopo aver denito i concetti di innatismo e empirismo, confrontarli con quanto viene 4 p.
esposto nel brano e evidenziarne le implicazioni nello studio dell'essere umano e della sua
educazione.
2 Parte di pedagogia/psicologia
Perché la guerra? è il titolo di una celebre lettera che Albert Einstein indirizzò a Sigmund
Freud nel 1932. Il noto sico esordisce il suo scritto con le seguenti parole: Caro signor
Freud, la proposta, fattami dalla Società delle Nazioni e dal suo Istituto internazionale di
cooperazione intellettuale di Parigi, di invitare una persona di mio gradimento a un franco
scambio d'opinioni su un problema qualsiasi da me scelto, mi ore la gradita occasione di
dialogare con Lei circa una domanda che appare, nella presente condizione del mondo, la
più urgente fra tutte quelle che si pongono alla civiltà. La domanda è: C'è un modo per
liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?
Di seguito viene riportato un estratto della risposta di Sigumund Freud.

Ho qualche scrupolo ad abusare del Suo interesse, che si rivolge alla prevenzione della guerra e non alle
nostre teorie. Tuttavia vorrei intrattenermi ancora un attimo sulla nostra pulsione distruttiva, meno
nota di quanto richiederebbe la sua importanza. Con un po' di speculazione ci siamo convinti che essa
opera in ogni essere vivente e che la sua aspirazione è di portarlo alla rovina, di ricondurre la vita allo
5 stato della materia inanimata. Con tutta serietà le si addice il nome di pulsione di morte, mentre le
pulsioni erotiche stanno a rappresentare gli sforzi verso la vita. La pulsione di morte diventa pulsione
distruttiva allorquando, con l'aiuto di certi organi, si rivolge all'esterno, verso gli oggetti. L'essere
vivente protegge, per così dire, la propria vita distruggendone una estranea. Una parte della pulsione
di morte, tuttavia, rimane attiva all'interno dell'essere vivente e noi abbiamo tentato di derivare
10 tutta una serie di fenomeni normali e patologici da questa interiorizzazione della pulsione distruttiva.
Siamo perno giunti all'eresia di spiegare l'origine della nostra coscienza morale con questo rivolgersi
dell'aggressività verso l'interno. Noti che non è aatto indierente se questo processo è spinto troppo
oltre in modo diretto; in questo caso è certamente malsano. Invece il volgersi di queste forze pulsionali
alla distruzione nel mondo esterno scarica l'essere vivente e non può non avere un eetto beneco. Ciò
15 serve come scusa biologica a tutti gli impulsi esecrabili e pericolosi contro i quali noi combattiamo. Si
deve ammettere che essi sono più vicini alla natura di quanto lo sia la resistenza con cui li contrastiamo
e di cui ancora dobbiamo trovare una spiegazione. Forse Lei ha l'impressione che le nostre teorie siano
una specie di mitologia, in questo caso neppure festosa. Ma non approda forse ogni scienza naturale
in una sorta di mitologia? Non è così oggi anche per Lei, nel campo della sica?
20 Per gli scopi immediati che ci siamo proposti da quanto precede ricaviamo la conclusione che non
c'è speranza di poter sopprimere le tendenze aggressive degli uomini. Si dice che in contrade felici,
dove la natura ore a profusione tutto ciò di cui l'uomo ha bisogno, ci sono popoli la cui vita
scorre nella mitezza, presso cui la coercizione e l'aggressione sono sconosciute. Posso a malapena
crederci; mi piacerebbe saperne di più, su questi popoli felici. Anche i bolscevichi sperano di riuscire a
25 far scomparire l'aggressività umana, garantendo il soddisfacimento dei bisogni materiali e stabilendo
l'uguaglianza sotto tutti gli altri aspetti tra i membri della comunità. Io la ritengo un'illusione.
Intanto, essi sono diligentemente armati, e fra i modi con cui tengono uniti i loro seguaci non ultimo
è il ricorso all'odio contro tutti gli stranieri. D'altronde non si tratta, come Lei stesso osserva, di
abolire completamente l'aggressività umana; si può cercare di deviarla al punto che non debba trovare
30 espressione nella guerra.
Partendo dalla nostra dottrina mitologica delle pulsioni, giungiamo facilmente a una formula per
denire le vie indirette di lotta alla guerra. Se la propensione alla guerra è un prodotto della pulsione
distruttiva, contro di essa è ovvio ricorrere all'antagonista di questa pulsione: l'Eros. Tutto ciò che
fa sorgere legami emotivi tra gli uomini deve agire contro la guerra. Questi legami possono essere di
35 due tipi. In primo luogo relazioni che pur essendo prive di meta sessuale assomiglino a quelle che si
hanno con un oggetto d'amore. La psicoanalisi non ha bisogno di vergognarsi se qui parla di amore,
perché la religione dice la stessa cosa: ama il prossimo tuo come te stesso.
Ora, questo è un precetto facile da esigere, ma dicile da attuare. L'altro tipo di legame emotivo
è quello per identicazione. Tutto ciò che provoca solidarietà signicative tra gli uomini risveglia
40 sentimenti comuni di questo genere, le identicazioni. Su di esse riposa in buona parte l'assetto della
società umana.
2.1
Nel testo Freud parla genericamente di nostre teorie (riga 1). A quale approccio psi- 3 p.
cologico sta facendo riferimento? Indicarne il contesto, le principali basi e la visione che
propone della personalità umana.

2.2
Nel corso della storia diversi approcci psicologici hanno proposto delle teorie della per- 5 p.
sonalità umana. Indicare i concetti principali e la loro visione della personalità umana
mettendo in evidenza gli aspetti che maggiormente le distinguono.

2.3
Nel testo è riportata la seguente aermazione non c'è speranza di poter sopprimere le 2 p.
tendenze aggressive degli uomini (riga 21). Argomentare questa aermazione sulla base
di quanto esposto nel testo e più in generale in riferimento alla teoria freudiana.

2.4
Non tutti gli psicologi concordano con la posizione freudiana. Descrivere un'altra teoria 4 p.
dell'aggressività e ipotizzare come potrebbe rispondere alla domanda iniziale Perché la
guerra?.

2.5
Quale strada indica Freud nel testo, e più in generale nella sua teoria, per deviare 2 p.
l'aggressività umana in modo che non trovi espressione nella guerra?

2.6
Presentare una proposta pedagogica che a vostro giudizio contribuisce a ridurre l'aggres- 4 p.
sività umana e argomentarne la scelta.

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