Cinematica:
Onde: Scheda 6
Scheda 1 spa
z io ia
ete
mp erg
o Fisica en
en
e
rz
er
Dinamica: Termodinamica:
fo
gi
a
Scheda 2 Scheda 5
en
er
g ia
Calorimetria:
Energia: Scheda 3
Scheda 4
Cinematica Scheda 1
In questa scheda ci occupiamo di descrivere come si muovono gli oggetti. Per Legge di composizione delle velocità
cominciare elenchiamo le grandezze fisiche che utilizzeremo; poi parliamo dei
Visto che la descrizione della posizione di un oggetto dispende dal sistema di rife-
singoli tipi di movimenti.
rimento, anche la descrizione della velocità di un oggetto dipende dal sistema di
riferimento. Se una persona osserva due auto che si inseguono, egli potrà dire per
1.1 Grandezze sinematiche esempio:
4
5 Scheda1. Cinematica
L’unica formula da utilizzare per analizzare il moto è verticale. un qualunque oggetto lanciato per aria si muove di moto parabolico in
quanto, trascurando l’effetto dell’aria, subisce solo l’accelerazione di gravità che è
∆S = V · ∆t
sempre verticale.
dove ∆S è la distanza percorsa dall’oggetto in moto, V è la sua velocità, δt è
l’intervallo di tempo trascorso.
~a = cost
L’oggetto nel muoversi cambia sia la posizione che la sua velocità per cui le uniche
formule da utilizzare sono
1
∆S = · a · ∆t2 + Vi · ∆t
2
∆V = a · ∆t
Dove Vi è la velocità iniziale dell’oggetto. Un oggetto in caduta (trascurando gli
effetti dell’attrito con l’aria) è un buon esempio di moto uniformemente accelerato.
Che l’effetto di una forza sia un’accelerazione lo abbiamo appena visto... il FArc = ρf · Vf s · g
secondo principio introduce il concetto di massa. Applicando una certa foza
La forza di Archimede si applica nel baricentro del fluido spostato (che nella mag-
su di un oggetto con una certa massa, se la massa è grande l’accelerazione
gor parte dei casi coincide con il centro della parte dell’oggetto immersa nel flui-
che ne consegue sarà piccola e viceversa.
do).
3. Terzo Principio:
F~ab = −F~ba 2.2.3 La forza elastica
Prendiamo due corpi che per comodità chiameremo a e b. Se a fa una for- Alcuni oggetti, se deformati (non eccessivamente) e poi rilasciati, ritornano della
za su b, allora come diretta conseguenza b farà su di a una forza uguale forma iniziale: per esempio le molle, gli archi, gli elastici di gomma, i rami degli
6
7 Scheda2. Dinamica
alberi, ecc. Tali oggetti sono detti oggetti elastici. Se deformati, essi fanno una forza
che dipende dalle loro caratteristiche e da quanto vengono deformati. La forza
elastica esercitata da una molla la calcolo
F = k · ∆l b F~
dove k è la costante elastica della molla e dipende da come la molla è stata costrui-
ta,
∆l
è la variazione di lunghezza della molla.
F~tot = 0
2.3 I momenti delle forze
per cui ci troviamo esattamente nella situazione del primo principio della dinami-
Ogni forza ha la capacità di far ruotare gli oggetti. Tale capacità, che si chiama Mo- ca: si muove con velocità costante o è fermo.
mento di una forza, dipende da due fattori: l’intensità della forza e la sua distanza
dal punto di rotazione. Il momento di una forza si calcola moltiplicando la forza Equilibrio rotazionale Un oggetto è in equilibrio rotazionale quanto la somma
per il braccio della forza di tutti i momenti su di lui è zero
M =F ·b
~ tot = 0
M
dove il braccio è la distanza tra il punto di rotazione dell’oggetto e la linea della
forza. per cui ruota con velocità angolare costante o non ruota.
2.4 L’equilibrio
Visto lo scopo del corso, nella maggior parte dei casi vi verranno presentati esercizi
Autore: Andrea de Capoa 17 Feb 2016
sui concetti di equilibrio: equilibrio rotazionale ed equilibrio traslazionale.
Energia Scheda 3
In questa scheda parliamo della legge di conservazione dell’energia. L’energia 3.1.4 Calore
è una grandezza fisica importante proprio perchè vale la legge di conservazione
Il calore è una forma di energia. In questa scheda ci limitiamo a dire che il calore
dell’energia.
viene prodotto ogni volta che avviamo a che fare con delle forze di attrito.
8
9 Scheda3. Energia
Il tipo di energia di cui si parla dipende dalla situazione fisica che stiamo ana-
lizzando. una certa apparecchiatura sarà molto potente se fornirà molta energia
in poco tempo. Se parliamo del motore di un’auto, l’energia fornita sarà il lavoro
L
fatto dal motore P = . Se parliamo della potenza di una stufa allora l’energia
∆t
fornita sarà sotto forma di calore P = ∆Q ∆t
10
11 Scheda4. Calorimetria
12
13 Scheda5. Termodinamica
2
P
1.5
2
1 P
1.8
1.6
0.5
1.4 a
V 1.2
0.5 1 1.5 2
1
Figura 5.1: Trasformazioni termodinamiche rappresentate nel piano di Clapeyron: isocora (blu), isobara d
(rosso), isoterma (verde) e adiabatica (nera). 0.8
0.6 b
δQa
δL
δQc
Figura 5.3: In un ciclo termodinamico viene prelevato dall’esterno del calore ad una alta temperatura,
trasformato una parte di esso in lavoro disperdendo come conseguenza del calore ad una temperatura più bassa.
Onde Scheda 6
In questa scheda parliamo di fenomeni ondulatori a libello base, dando solo i λ
concetti fondamentali che dovranno poi essere approfonditi utilizzando le schede A ~
V
specifiche.
• V : la velocità dell’onda è il numero di metri percorsi ogni secondo. 6.2.2 Riflessione e rifrazione
• I: l’intensità dell’onda è la quantità di energia che ogni secondo incide su un Quando un’onda prova a passare da un materiale ad un’alto, essa si divide in due:
metro quadrato di superficie I = S·∆t∆E un’onda riflessa ed un’onda rifratta. L’onda riflessa torna indietro con lo stesso
angolo di incidenza; l’onda rifratta entra nel nuovo materiale e cambia direzione
15
16 Scheda6. Onde
in quanto cambia la sua velocità. il raggio incidente, il raggio rifratto ed il raggio un’onda di frequenza minore rispetto alla frequenza percepita da un osservatore
riflesso si trovano tutti sullo stesso piano. fermo rispetto alla sorgente.
6.2.3 Interferenza
Quando due onde si trovano nello stesso luogo si sommano algebricamente. Pos-
siamo avere interferenza costruttiva, per cui le due onde danno un’ondas di am-
piezza maggiore. possiamo avere interferenza distruttiva, per cui le due onde si
sottraggono e tendono a cancellarsi.
6.2.4 Diffrazione
La diffrazione è un fenomeno per cui un’onda, nel passare da una fenditura pic-
cola, cambia la forma del fronte d’onda che diventa circolare.
6.2.5 Risonanza
Quando un’onda incide su di un oggetto, tale oggetto può cominciare ad oscillare.
• L’oggetto oscilla con una frequenza uguale alla frequenza dell’onda inciden-
te
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