Abbiamo visto che le equazioni di trasformazione di Galileo devono essere
sostituite da delle nuove che siano consistenti con lesperienza. Le giuste equazioni furono proposte inizialmente da Lorentz con una diversa interpretazione e furono poi ricavate da Einstein coerentemente con i principi da lui formulati. Per semplicit supponiamo che il sistema S sia in moto rispetto a S con velocit costante v lungo lasse comune x-x, le trasformazioni di coordinate sono le seguenti:
che si ottengono le une dalle altre scambiando v in v. Si noti inoltre che
se v/c 1 le trasformazioni di Lorentz si riducono a quelle di Galileo. Come conseguenza delle trasformazioni di Lorentz la lunghezza misurata di un corpo quando esso si muove con velocit v rispetto allosservatore si contrae nella direzione del moto rispetto alla sua lunghezza a riposo, mentre le sue dimensioni perpendicolari alla direzione del moto non vengono alterate. (Contrazione delle lunghezze). Per dimostrare tale affermazione calcoliamo la posizione degli estremi di un asta x1 e x2 a riposo nel sistema S.
La lunghezza dellasta in S la distanza fra gli estremi quando t1 = t2 quindi
perci la lunghezza dellasta in movimento si contrae di un fattore
nella direzione del moto. Una seconda conseguenza e la seguente: quando un orologio si muove con velocit v rispetto allosservatore, il suo ritmo subisce un rallentamento rispetto al suo ritmo a riposo. (Dilatazione dei tempi). Per dimostrare tale affermazione supponiamo che un orologio sia in quiete in S nella posizione fissa x e che ad un giro della lancetta lorologio segni i tempi t1 e t2. Losservatore S, con i suoi orologi registra i tempi
Tali tempi sono segnati da due diversi orologi nel sistema S ma
risultano tuttavia sincronizzati, quindi
dal punto di vista dellosservatore S lorologio in movimento S
sembra rallentato, cio batte ad un ritmo pi lento del fattore Una terza conseguenza la seguente: sebbene gli orologi in movimento sembrino tutti egualmente rallentati quando osservati da un riferimento rispetto al quale essi sono in movimento, gli orologi mobili appaiono sfasati luno dallaltro nelle loro letture di una fase costante che dipende dalle loro posizioni, cio essi appaiono essere non sincronizzati. Questo fatto deriva subito dallequazione
Consideriamo un dato valore di t nel riferimento S. Allora, affinch t sia
costante significa che pi grande e x (cio, tanto pi lontano un orologio di S) pi piccolo t (cio, tanto pi indietro appare questo orologio). Questa unaltra manifestazione del fatto che due eventi simultanei in S non sono, in generale, simultanei quando sono osservati nel riferimento S, e viceversa. Nella relativit si parla comunemente del riferimento in cui il corpo osservato a riposo come del riferimento proprio. La lunghezza di un asta in tale riferimento si chiama lunghezza propria. Analogamente lintervallo di tempo proprio lintervallo di tempo registrato da un orologio solidale con il corpo osservato o lintervallo di tempo fra due eventi che avvengono nello stesso luogo in S oppure come lintervallo di tempo misurato da un unico orologio in un certo luogo. Esse sono quantit invarianti nella teoria della relativit. Un intervallo di tempo non proprio (o improprio) un intervallo di tempo misurato da due differenti orologi in due luoghi differenti. Dalla precedente discussione
essendo e rappresenta un intervallo di tempo proprio.
Tutti i risultati ottenuti si possono rovesciare. Indipendentemente da quale riferimento prendiamo come proprio, losservatore nellaltro riferimento misura una lunghezza contratta e un intervallo di tempo dilatato e trova che gli orologi in movimento non sono sincronizzati. Composizione relativistica delle velocit Supponiamo che un passeggero si muova con velocit u rispetto al treno che, a sua volta, si muove con velocit v rispetto alla terra. Nella fisica classica la velocit u del passeggero rispetto alla terra semplicemente u = u+v. Vediamo che cosa cambia nella relativit ristretta. Come al solito supponiamo che tutte le velocit sia dirette lungo lasse comune x-x. Nel riferimento S del treno x = u t. Usando le trasformazioni di Lorentz, si ha
per cui
Nel riferimento S della terra x = ut, da cui segue che
Notiamo che se u e v sono piccole rispetto a c si ottiene laddizione classica
della relativit, e che se u = c si ottiene ancora u = c, indipendentemente dal valore di v, in accordo con i postulati della relativit. Segue inoltre che sommando due velocit pi piccole di c si ottiene sempre una velocit minore di c. Nel caso che il moto nel sistema S avvenga in una qualunque direzione le formule di trasformazione sono le seguenti
Possono essere semplicemente ricavate tenendo conto che
e che
Le trasformazioni inverse si ottengono scambiando u con u e v con v.
Notiamo che anche se il moto avviene lungo la direzione perpendicolare al moto degli osservatori le velocit non sono le stesse. Il motivo che, anche se le lunghezze rimangono le stesse nella direzione perpendicolare al moto, la velocit un rapporto fra lunghezza e tempo, per cui implicata la dilatazione del tempo. Possiamo anche ottenere le trasformazioni relativistiche delle accelerazioni, derivando rispetto al tempo le equazioni di trasformazioni per le velocit. Dette si ottiene
Laccelerazione di una particella dipende dal sistema di riferimento