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forma delle leggi della fisica debba essere invariante al cambiamento del sistema di riferimento.
Il primo principio di relatività fu formulato da Galileo riguardo all'invarianza delle leggi della
meccanica classica fra sistemi di riferimento inerziali in moto relativo tra loro, principio esteso da
Einstein alle leggi dell'elettromagnetismo con la teoria della relatività ristretta. Lo sviluppo della
relatività generale permise di estendere il principio di relatività anche ai sistemi di riferimento non
inerziali.
In fisica, la relatività galileiana afferma che le leggi della meccanica hanno sempre la stessa
forma nei sistemi di riferimento inerziali. Da ciò consegue che nessun esperimento può
consentire di distinguere due sistemi di riferimento in moto rettilineo uniforme fra loro. È il primo
esempio storico esplicito del principio di relatività.
Galileo descrisse il principio nel 1632 nel suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
utilizzando l'esempio di una nave in viaggio a velocità costante, senza scosse, su un mare
perfettamente calmo: in tale situazione, un osservatore che faccia esperimenti con oggetti in
moto sotto coperta senza poter vedere l'ambiente esterno non riesce a determinare se la nave
sia in moto o ferma ed ottiene gli stessi risultati in entrambe le situazioni.
Galileo per primo parla di relatività dicendo che se si effettua un qualsiasi esperimento di
meccanica su un sistema inerziale, non è possibile stabilire se questo sia in movimento o in stato
di quiete.
↳ Il moto è relativo: posso affermare che un sistema è in movimento solo analizzandolo in
relazione ad un secondo sistema
↳ Le leggi fisiche sono assolute: valgono indipendentemente dallo stato di quiete o moto del
sistema
I POSTULATI
Per superare i problemi di incompatibilità tra principio di relatività ed elettromagnetismo si arriva
al principio della relatività ristretta
Abbiamo due postulati
Principio di relatività cioè le leggi fisiche sono le stesse in tutti sistemi di riferimento inerziali
Principio di in varianza della velocità della luce secondo cui la luce alla stessa velocità nel
vuoto in tutti i sistemi inerziale indipendentemente dalla velocità della sorgente della luce stessa.
la velocità della luce rimane invariante rispetto a qualsiasi sistema di riferimento inerziale,
dunque devono necessariamente essere lo spazio e il tempo a cambiare affinché c rimanga
sempre costante.
Con la proprietà di invarianza della velocità della luce, si abbandona anche il concetto di tempo
assoluto. Le conseguenze sono sorprendenti. Infatti la misura del tempo, inteso come ritmo degli
orologi, e la misura della lunghezza dipendono dall’osservatore, ovvero dallo stato di moto
relativo tra l’osservatore e gli elementi misurati.
Inoltre a causa del fatto che la velocità di propagazione della luce è finita ed è sempre costante
ed invariante in qualsiasi sistema di riferimento inerziale si assisterà ad una dilatazione dei tempi
misurati tra diversi sistemi.
Se due eventi separati dal tempo proprio (cioè il tempo misurato da un orologio fisso in un punto
dello spazio nel proprio sistema) avvengono in un sistema di riferimento che si muove con
velocità V rispetto a un osservatore l’intervallo di tempo dilatato misurato dall’osservatore
La redditività del tempo in accordo con le leggi della relatività ristretta fa sì che il concetto di
simultaneità degli eventi non si assoluto
Infatti due eventi possono essere simultaneo non sistema di riferimento ma non in un altro
sistema inerziale rispetto ad esso
sistema inerziale rispetto ad esso
Considerando due sistemi di riferimento inerziale S ed S’ in moto rettilineo uniforme con una
velocità (V) supponiamo che due eventi siano simultanei nel sistema S cioè avvengono nello
stesso istante ma in diversi punti (x1,x2) ,nel sistema S’ i tempi dei due eventi saranno secondo
le trasformazioni di Lorenz
I due eventi in questo sistema il moto relativo uniforme saranno separati da un intervallo di tempo
uguale a