A. Einstein
La teoria esposta nel seguito
ostituis
e l'estensione piu vasta pensabile della teoria indi
ata in generale al giorno d'oggi
ome \teoria della relativita"; quest'ultima
la
hiamo nel seguito \relativita spe
iale" per distinguerla dalla prima, e la assumo
per nota. La generalizzazione della teoria della relativita e assai fa
ilitata dalla
forma
he e stata data alla teoria della relativita spe
iale da Minkowski, il matemati
o
he ha per primo ri
onos
iuto
hiaramente l'equivalenza formale delle
oordinate spaziali e di quella temporale, e l'ha resa utilizzabile per la
ostruzione della
teoria. Lo strumento matemati
o ne
essario per la teoria della relativita generale
stava l bell'e pronto nel \
al
olo dierenziale assoluto"
he deriva dalle ri
er
he
di Gauss, Riemann e Christoel sulle varieta non eu
lidee,
he e stato portato in
un sistema da Ri
i e Levi-Civita, ed e gia stato appli
ato ai problemi della si
a
teori
a. Nella sezione B della presente dissertazione ho sviluppato nel modo piu
fa
ile e diretto possibile tutti gli strumenti matemati
i per noi ne
essari,
he non
si possano presumere noti al si
o, di modo
he per la
omprensione della presente
dissertazione non e ne
essario uno studio della letteratura matemati
a. Un pensiero
ri
onos
ente va inne a questo punto al mio ami
o, il matemati
o Grossmann, il
quale
on il suo aiuto non solo mi ha risparmiato lo studio della letteratura matemati
a relativa, ma mi ha an
he sostenuto nelle ri
er
he sulle equazioni di
ampo
della gravitazione.
Grundlage der allgemeinen Relativitatstheorie, Annalen der Physik 49, 769 (1916).
1
relative di
orpi rigidi (a riposo), piu in generale le leggi della
inemati
a
ome leggi
he des
rivono il
omportamento di regoli e orologi. A due punti materiali pressati
di un
orpo (rigido) a riposo
orrisponde per
io sempre un segmento di lunghezza
ompletamente determinata, indipendente dalla posizione e dall'orientamento del
orpo,
ome pure dal tempo; a due pressate posizioni delle lan
ette di un orologio
a riposo rispetto ad un sistema di riferimento (
onsentito)
orrisponde sempre un
intervallo temporale di lunghezza determinata, indipendente dalla posizione e dal
tempo. Si mostrera subito
he la teoria della relativita generale non puo attenersi
a questa sempli
e interpretazione si
a dello spazio e del tempo.
La me
ani
a
lassi
a e non meno la teoria della relativita spe
iale
ontengono
un difetto epistemologi
o,
he forse per la prima volta e stato esposto
hiaramente
da E. Ma
h. Lo spieghiamo
on l'esempio seguente. Due
orpi
uidi di uguale
grandezza e tipo sono liberamente sospesi nello spazio vuoto a
os grande distanza
l'uno dall'altro (e da tutte le restanti masse)
he si deve tener
onto soltanto di
quelle forze gravitazionali
he le parti di uno per volta di questi
orpi eser
itano
l'una sull'altra. La separazione dei
orpi sia invariabile. Non
ompariranno moti
relativi delle parti di uno dei
orpi l'una rispetto all'altra. Cias
una delle masse,
pero - giudi
ata da un osservatore a riposo relativamente all'altra massa - potra
ruotare
on velo
ita angolare
ostante attorno alla linea
ongiungente delle masse (si
tratta di un moto relativo
onstatabile delle due masse). Pensiamo ora di misurare
le super
i dei due
orpi S1 ed S2 per mezzo di un regolo (relativamente a riposo);
risulta
he la super
ie di S1 e una sfera, quella di S2 un ellissoide di rotazione.
Chiediamo ora: per quale ragione i
orpi S1 ed S2 si
omportano diversamente?
Una risposta a questa domanda puo essere epistemologi
amente soddisfa
ente2
quando il fatto indi
ato
ome
ausa sia una fatto sperimentale osservabile ; la legge
di
ausalita ha il signi
ato di un'asserzione riguardo al mondo dell'esperienza solo
quando
ome
ause ed eetti si hanno in ultima analisi soltanto fatti osservabili.
La me
ani
a di Newton non da a questa domanda al
una risposta soddisfa
ente.
Essa di
e infatti quanto segue. Le leggi della me
ani
a valgono ben per uno spazio
R1 , rispetto al quale il
orpo S1 e a riposo, ma non rispetto ad uno spazio R2 ,
rispetto al quale S2 e a riposo. Il legittimo spazio galileiano R1 ,
he viene
os
introdotto, e tuttavia una
ausa del tutto ttizia, non una
osa osservabile. E'
quindi
hiaro
he la me
ani
a di Newton nel
aso
onsiderato soddisfa il requisito
della
ausalita non realmente, ma solo in modo apparente, poi
he rende responsabile
la
ausa puramente ttizia R1 per i
omportamenti osservabili distinti dei
orpi S1
ed S2 .
Una risposta soddisfa
ente alla domanda su enun
iata puo soltanto suonare
os:
il sistema si
o
ostituito da S1 e S2 non mostra di per se solo al
una
ausa pensabile, alla quale si possa ri
ondurre il diverso
omportamento di S1 ed S2 . La
ausa deve quindi stare fuori da questo sistema. Si arriva all'idea
he le leggi del
moto generali,
he determinano in parti
olare le forme di S1 ed S2 , devono essere
di tipo tale
he il
omportamento me
ani
o di S1 ed S2 dev'essere
ondizionato
2 Una
siatta risposta epistemologi
amente soddisfa
ente puo sempre naturalmente rivelarsi
si
amente infondata, nel
aso
he essa sia in
ontraddizione
on altre esperienze.
in modo del tutto essenziale dalle masse lontane, delle quali non abbiamo tenuto
onto nel sistema trattato. Queste masse lontane (ed i loro moti relativi rispetto ai
orpi
onsiderati) vanno quindi viste
ome portatri
i di
ause in linea di prin
ipio
osservabili per il
omportamento diverso dei
orpi da noi trattati; esse assumono il
ruolo della
ausa ttizia R1 . Di tutti gli spazi pensabili in moto relativo arbitrario
R1 , R2 e
etera, non se ne deve
onsiderare al
uno
ome privilegiato, per non far
rinas
ere la suddetta obiezione epistemologi
a. Le leggi della si
a devono essere
di natura tale da valere rispetto ad un sistema di riferimento in moto arbitrario.
Giungiamo per questa via ad un allargamento del postulato della relativita.
Ma oltre a questo grave argomento epistemologi
o an
he un ben noto fatto si
o
parla a favore di un'estensione della teoria della relativita. Sia K un sistema di
riferimento galileiano,
ioe tale
he rispetto ad esso (per lo meno nella regione
tetradimensionale
onsiderata) una massa abbastanza lontana dalle altre si muova
di moto rettilineo ed uniforme. Sia K 0 un se
ondo sistema di
oordinate,
he sia
rispetto a K in moto di traslazione uniformemente a
elerato. Relativamente a K 0
una massa su
ientemente separata dalle altre esegue un moto a
elerato in modo
tale
he la sua a
elerazione, e la direzione dell'a
elerazione, sono indipendenti
dalla sua
ostituzione materiale e dal suo stato si
o.
Puo un osservatore in quiete rispetto a K 0 trarre da qui la
on
lusione
he egli
si trova in un sistema di riferimento \realmente" a
elerato? A questa domanda si
deve rispondere negativamente; infatti il suddetto
omportamento di una massa in
moto libero relativamente a K 0 si puo interpretare an
he nel modo seguente. Il sistema di riferimento K 0 e non a
elerato; nella regione spaziotemporale
onsiderata
regna tuttavia un
ampo di gravitazione,
he provo
a il moto a
elerato del
orpo
relativamente a K 0 .
Quest'idea e resa possibile dal fatto
he l'esperienza
i ha insegnato l'esistenza
di un
ampo di forze (ossia del
ampo gravitazionale) il quale possiede la proprieta
notevole di impartire a tutti i
orpi la stessa a
elerazione3 . Il
omportamento
me
ani
o del
orpo relativamente a K 0 e identi
o a
ome si presenta l'esperienza
rispetto a sistemi,
he siamo abituati a
onsiderare
ome \in quiete" ovvero
ome
\legittimi"; per
io an
he dal punto di vista si
o e naturale assumere
he i due
sistemi K e K 0 si possono
onsiderare entrambi
on lo stesso diritto
ome \a riposo", ossia
he essi sono ugualmente legittimi
ome sistemi di riferimento per la
des
rizione si
a dei pro
essi.
Da queste ri
essioni si vede
he l'introduzione della relativita generale deve
ondurre parimenti ad una teoria della gravitazione; si puo infatti \generare" un
ampo
di gravitazione
on il puro
ambiamento del sistema di
oordinate. E si vede an
he
immediatamente
he il prin
ipio della
ostanza della velo
ita della lu
e nel vuoto
deve subire una modi
azione. Si ri
onos
e infatti fa
ilmente
he il
ammino di un
raggio di lu
e rispetto a K 0 in generale dev'essere
urvo, mentre la lu
e si propaga
rispetto a K in linea retta e
on velo
ita
ostante determinata.
Nella me
ani
a
lassi
a e an
he nella teoria della relativita spe
iale le
oordinate dello spazio e del tempo hanno un signi
ato si
o immediato. Che un
3 Che
il
ampo gravitazionale possieda questa proprieta
on grande pre
isione, l'ha dimostrato
sperimentalmente Eotvos.
5 Di
Non e mio s
opo in questa dissertazione presentare la teoria della relativita generale
on un minimo di assiomi
ome un sistema logi
o il piu sempli
e possibile.
E inve
e mio s
opo prin
ipale sviluppare questa teoria in modo tale
he il lettore
avverta la naturalezza psi
ologi
a della via intrapresa, e
he i postulati s
elti a
fondamento appaiano il piu possibile
onfermati dall'esperienza. In questo senso si
introdu
e ora il postulato:
Per regioni tetradimensionali innitamente pi
ole la teoria della relativita nel
senso ristretto dev'esser vera in un opportuno sistema di
oordinate.
Lo stato di a
elerazione del sistema di
oordinate innitamente pi
olo (\lo
ale") va s
elto in modo tale
he non
ompaia un
ampo di gravitazione;
io e
possibile per una regione innitamente pi
ola. Siano X1; X2 ; X3 le
oordinate
spaziali; sia X4 la
orrispondente
oordinata temporale misurata
on un opportuno
ampione6 . Per una determinata orientazione del sistema di
oordinate queste
oordinate hanno, quando si pensi dato un pi
olo regolo rigido
ome regolo di misura
unitario, un signi
ato si
o immediato nel senso della teoria della relativita spe
iale. L'espressione
(1)
dX32 + dX42
ha allora se
ondo la teoria della relativita spe
iale un valore, a
ertabile mediante misura dello spazio e del tempo, indipendente dall'orientazione del sistema
di
oordinate lo
ali. Chiamiamo ds la lunghezza dell'elemento di linea
he appartiene a due punti innitamente vi
ini dello spazio tetradimensionale. Se il ds2
he
orrisponde all'elemento (dX1 : : : :dX4 ) e positivo,
hiamiamo quest'ultimo
on
Minkowski temporale, nel
aso
ontrario spaziale.
All'\elemento di linea"
onsiderato, ovvero ai due eventi puntuali innitamente
vi
ini
orrispondono an
he determinati dierenziali dx1 : : : :dx4 delle
oordinate
tetradimensionali del sistema di riferimento s
elto. Se a questo, nella posizione
onsiderata, si asso
ia an
he un sistema \lo
ale" del tipo di
ui sopra, i dX si
potranno rappresentare
on
erte espressioni lineari omogenee dei dx :
(2)
dX =
dx :
ds2 =
dove le g saranno funzioni delle x ,
he non possono piu dipendere dall'orientazione e dallo stato di moto del sistema di
oordinate \lo
ale"; dunque ds2 e una
quantita denita indipendentemente da ogni s
elta parti
olare delle
oordinate,
a
ertabile mediante misure
on regoli e orologi,
he appartiene agli eventi puntuali
6 L'unit
a
temporale va s
elta in modo tale
he la velo
ita della lu
e nel vuoto - misurata nel
sistema di
oordinate \lo
ale" - sia uguale ad 1.
(4)
B
1
0
0
0
0
1
0
0
0
0
1
0
01
0C:
0A
1
(6)
A B = invariante:
si sostituis e
B
A0 B 0 =
A B
x 0
0 B ;
x
risulta
X
x
A
=
B 0 A0 :
0
x
0
Poi
he in questa equazione i B si possono s
egliere liberamente in modo indipendente l'uno dall'altro, da qui risulta la legge di trasformazione
(7)
B0
A0 =
x
A:
x0
A = A B ;
A 0 =
x0 x0
A :
x x
10
(10)
A = A B ;
A0 =
x x
A :
x0 x0
Il tensore
ovariante di rango se
ondo e denito da questa legge di trasformazione. Tutte le osservazioni
he sono state fatte pre
edentemente sui tensori
ontrovarianti valgono an
he per i tensori
ovarianti.
onveniente trattare lo s
alare (invariante)
ome un tensore di
Osservazione. E
rango zero sia
ontrovariante
he
ovariante.
Tensore misto. Si puo an
he denire un tensore di rango se
ondo del tipo
(12)
A = A B ;
A 0 =
x0 x
A :
x x0
A = A ;
ovvero
(14a)
A = A :
11
per s
ambio di due indi
i qualsiansi, siano uguali ed opposte. Il tensore A o A
e quindi antisimmetri
o, se si ha sempre
A = A ;
(15)
ovvero
A = A :
(15a)
Delle 16
omponenti A le quattro
omponenti A sono nulle; le rimanenti sono
a
oppie uguali ed opposte, si
he solo 6
omponenti sono numeri
amente diverse
(esavettore). Si vede parimenti
he il tensore antisimmetri
o A (rango terzo)
ha solo quattro
omponenti numeri
amente distinte, e
he il tensore antisimmetri
o
A ne ha una sola. Tensori antisimmetri
i di rango superiore al quarto non
esistono in un
ontinuo
on quattro dimensioni.
T = A B ;
T
= A B
;
= A B
:
T
La dimostrazione del
arattere tensoriale di T si ottiene immediatamente dalle
rappresentazioni (8), (10), (12) ovvero dalle regole di trasformazione (9), (11), (13).
Le equazioni (8), (10), (12) sono loro stesse esempi di moltipli
azione esterna (di
tensori di rango primo).
\Contrazione " di un tensore misto. Da ogni tensore misto si puo formare un
tensore d'un rango di due piu pi
olo, se si pongono uguali un indi
e
ovariante ed
un indi
e
ontrovariante e si somma su questo indi
e (\
ontrazione"). Per esempio
dal tensore misto di rango quarto A
si ottiene il tensore misto di rango se
ondo
A
= A
12
x x 0
B :
x0 x0
Questa, sostituita nell'equazione pre
edente, da
B =
A0
x x
A B 0 = 0:
0
0
x x
Per una s
elta arbitraria di B 0 questa equazione puo essere soddisfatta solo se la
parentesi e uguale a zero, e da qui tenendo
onto della (11) segue l'asserto.
Questo teorema vale analogamente per tensori di rango e
arattere arbitrari; la
dimostrazione si esegue sempre in modo analogo.
Il teorema si puo dimostrare an
he nella forma: se B e C sono vettori arbitrari,
e se per ogni s
elta di questi il prodotto interno
A B C
e uno s
alare, A e un tensore
ovariante. Quest'ultimo teorema vale an
he quando
si ha a
he fare
on l'enun
iato parti
olare,
he per s
elta arbitraria del tetravettore
B il prodotto s
alare
A B B
e uno s
alare, pur
he si sappia
he A soddis la
ondizione di simmetria A =
A . Infatti per la via data prima si dimostra il
arattere tensoriale di (A + A ),
e da qui per la proprieta di simmetria dis
ende il
arattere tensoriale dello stesso
A . An
he questo teorema si generalizza agevolmente al
aso di tensori
ovarianti
e
ontrovarianti di rango arbitrario.
Dis
ende inne da quanto provato prima il teorema parimenti estendibile a tensori arbitrari: se la quantita A B per s
elta arbitraria del tetravettore B e
un tensore di rango primo, A e un tensore di rango se
ondo. Se infatti C e
un tetravettore arbitrario, per il
arattere tensoriale di A B il prodotto interno
13
A C B e uno s
alare per s
elta arbitraria dei due tetravettori C e B , e da qui
segue l'asserto.
dx gio
a il ruolo di un vettore
ontrovariante arbitrario. Poi
he inoltre g = g ,
dalle
onsiderazioni dell'ultimo paragrafo dis
ende
he g e un tensore
ovariante
di rango se
ondo. Lo
hiamiamo \tensore fondamentale". Nel seguito deriviamo
al
une proprieta di questo tensore,
he sono proprie di ogni tensore di rango se
ondo;
tuttavia il ruolo parti
olare del tensore fondamentale nella nostra teoria,
he ha
la sua base si
a nella pe
uliarita delle azioni gravitazionali, porta
on se
he le
relazioni
he s'otterranno siano per noi signi
ative solo per il tensore fondamentale.
Il tensore fondamentale
ontrovariante. Se nello s
hema del determinante dei
g si forma il minore
orrispondente ad ogni g e lo si divide per il determinante
g = jg j dei g , si ottengono
erte quantita g (= g ), riguardo alle quali
dimostreremo
he
ostituis
ono un tensore
ontrovariante.
Per una nota proprieta dei determinanti si ha
(16)
g g = ;
14
jg g j = j j = 1:
Ne dis
ende quindi
jg jjg j = 1:
(17)
x x
g0 = 0 0 g :
x x
Da qui appli
ando due volte la regola di moltipli
azione dei determinanti s'ottiene
x x
x 2
g0 = 0 0 jg j = 0 g;
x x
x
ovvero
x p
g0 = 0 g:
x
D'altra parte la legge di trasformazione dell'elemento di volume
p
d 0 =
e
0
x
0
d = d
x
per il noto teorema di Ja
obi. Moltipli
ando le ultime due equazioni si ottiene
p
p
g0 d 0 = gd:
(18)
d0 =
p gd:
Se
g si annullasse in un punto del
ontinuo tetradimensionale,
io signi
herebbe
he l ad un volume nito in
oordinate
orrisponderebbe un volume
\naturale" innitamente pi
olo. Cio non puo mai a
adere. Infatti g non puo
ambiare di segno; assumeremo in
onformita alla relativita spe
iale
he g ha sempre un valore nito negativo. Questa e un'ipotesi sulla natura si
a del
ontinuo
onsiderato ed insieme una
ondizione sulla s
elta delle
oordinate.
15
d 0 = d;
e quindi, tenendo
onto del teorema di Ja
obi, risulta
(19)
0
x
x
= 1:
Con questa s
elta delle
oordinate sono ammissibili solo sostituzioni delle
oordinate
di determinante 1.
Sarebbe tuttavia sbagliato
redere
he questa pres
rizione signi
hi una parziale
rinun
ia al postulato della relativita generale. Noi non
hiediamo: \Come sono le
leggi di natura
he siano
ovarianti rispetto a tutte le trasformazioni di determinante
1?". Chiediamo inve
e: \Come sono le leggi di natura a
ovarianza generale "? Solo
dopo
he queste sono state enun
iate sempli
hiamo la nostra espressione mediante
una s
elta parti
olare del sistema di riferimento.
Formazione di nuovi tensori
on il tensore fondamentale. Per moltipli
azione
interna, esterna e mista di un tensore per il tensore fondamentale si ottengono
tensori di
arattere e rango diversi. Esempio:
A = g A ;
A = g A :
In parti
olare si a
ennera alle seguenti formazioni:
A = g g A ;
A = g g A
(\
omplemento" del tensore
ovariante, o
ontrovariante), e
B = g g A :
Chiamiamo B il tensore ridotto appartenente ad A . Analogamente
B = g g A
Si noti
he g non e altro
he il
omplemento di g . Si ha infatti
g g g = g = g :
16
x9. Equazione della linea geodeti
a (ovvero del moto del punto).
Poi
he l'\elemento di linea" ds e una quantita denita in modo indipendente
dalla s
elta delle
oordinate, an
he la linea
tra
iata tra due punti P1 e P2 del
R
ontinuo tetradimensionale, per la quale ds e un estremo (linea geodeti
a) ha un
signi
ato indipendente dalla s
elta delle
oordinate. La sua equazione e
(20)
(Z
P2
P1
ds = 0:
Da questa equazione si trovano in modo noto eseguendo la variazione quattro equazioni dierenziali totali,
he determinano questa linea geodeti
a; questa
derivazione trovera posto qui per
ompletezza. Sia una funzione delle
oordinate
x ; questa denis
a una famiglia di super
i, attraversate dalla linea geodeti
a
er
ata e da tutte le linee ad essa innitamente vi
ine, tra
iate tra i punti P1 e
P2 . Ognuna di queste
urve si puo quindi pensare denita in modo tale
he le sue
oordinate x siano espresse in funzione di . Il simbolo
orrisponda al passaggio
da un punto della
urva geodeti
a
er
ata a quel punto di una
urva vi
ina,
he
orrisponde allo stesso . Allora la (20) si puo sostituire
on
Z 2
(20a)
1
Poi he
wd = 0; w2 = g
dx dx
:
d d
dx
dx
=
;
d
d
si ottiene
on integrazione per parti
(20b)
Z 2
d g dx
d x = 0; =
d w d
1
Poi
he x puo esser s
elto in modo arbitrario, da qui dis
ende l'annullarsi di .
Quindi
(20
)
= 0
sono le equazioni della linea geodeti
a. Se sulla linea geodeti
a
onsiderata non si ha
ds = 0, possiamo utilizzare
ome parametro la \lunghezza dell'ar
o" s misurata
lungo la linea geodeti
a. Allora sara w = 1, e al posto della (20
) si ottiene
g
17
d2 x
dx dx
g 2 +
= 0;
ds
ds ds
(20d)
= 1 g + g
2 x
x
g
:
x
d2 x
dx dx
+
= 0:
2
ds
ds ds
= g :
' dx
x ds
e un invariante, e
io per tutte le
urve
he es
ono da un punto del
ontinuo,
ioe
per s
elta arbitraria del vettore dx . Da qui dis
ende immediatamente
he
(24)
A =
'
x
=
d
ds
18
e un invariante. Sostituendo
otteniamo immediatamente
=
'2
=
x x
'
x
dx dx
:
ds ds
2'
A =
x x
'
x
'
x
possiamo
ostruire per derivazione un tensore
ovariante di rango se
ondo
A =
(26)
A
A =
x
A:
'
x
e un tetravettore
ovariante se e ' sono s
alari. Cio e vero an
he per la somma
he
onsiste di quattro termini siatti
S =
(1)
'(1)
+:+:+
x
(4)
'(4)
;
x
nel
aso
he (1) '(1) : : : : (4) '(4) siano degli s
alari. Ma ora e
hiaro
he ogni
tetravettore
ovariante si puo rappresentare nella forma S . Se infatti A e un
19
tetravettore, le
omponenti del quale siano funzioni di x date a pia
ere, basta
porre (rispetto al sistema di
oordinate s
elto)
(1)
= A1 ; '(1) = x1 ;
= A2 ; '(2) = x2 ;
(3)
= A3 ; '(3) = x3 ;
(4)
= A4 ; '(4) = x4 ;
per ottenere
he S sia uguale ad A .
Per dimostrare
he A e un tensore an
he se al se
ondo membro si sostituis
e
al posto di A un tetravettore
ovariante arbitrario
i basta ora dimostrare
he
io a
ade per il tetravettore S . Ma per quest'ultimo basta,
ome
'insegna uno
sguardo al se
ondo membro della (26), eseguire la dimostrazione per il
aso
'
A =
:
x
(2)
2'
x x
ha
arattere tensoriale. Parimenti
'
x
'
x x
e un tensore (prodotto esterno di due tetravettori). Per addizione dis
ende il
arattere tensoriale di
'
'
:
x
x
x
Pertanto,
ome insegna uno sguardo alla (26), si e ottenuta la dimostrazione ri
hiesta per il tetravettore
'
;
x
e quindi per quanto mostrato prima per ogni tetravettore A . - Per mezzo dell'estensione del tetravettore si puo ottenere fa
ilmente l'\estensione" di un tensore
ovariante di rango arbitrario; questa forma e una generalizzazione dell'estensione del
tetravettore. Ci limitiamo ad esporre l'estensione del tensore di rango se
ondo,
poi
he la legge di formazione di questa si puo gia
omprendere
hiaramente.
Come gia osservato, ogni tensore
ovariante di rango se
ondo si puo rappresentare7
ome una somma di tensori del tipo A B . Sara quindi su
iente derivare
7 Per moltipli
azione esterna di vettori
on le
omponenti (s
elte arbitrariamente) A , A ,
11
12
A13 , A14 e 1, 0, 0, 0 si ottiene il tensore
on le
omponenti
20
l'espressione dell'estensione per un siatto tensore spe
iale. Per la (26) le espressioni
A
A;
x
B
B
x
hanno
arattere tensoriale. Per moltipli
azione esterna della prima per B e della
se
onda per A si ottiene ogni volta un tensore di rango terzo; la loro somma da il
tensore di rango terzo
(27)
A =
A
x
A
A ;
ove si e posto A = A B . Poi
he il se
ondo membro della (27) e lineare ed
omogeneo rispetto ad A ed alle sue derivate prime, una tale legge di formazione
non porta ad un tensore solo per un tensore del tipo A B ma an
he per una somma
di tensori siatti, e quindi per un tensore
ovariante arbitrario di se
ondo rango.
Chiamiamo A l'estensione del tensore A .
E'
hiaro
he la (26) e la (24) sono solo
asi parti
olari della (27) (estensione del
tensore di rango primo e di rango zero). Tutte le leggi di formazione parti
olari si
possono riassumere nella (27) unita a moltipli
azioni tensoriali.
(28)
1 g
p1 g x g = 12 lgx( g) = 12 g g
= g
:
x
2
x
Da
g g =
dis
ende inoltre per derivazione
(30)
g
g
= g :
x
x
21
Per moltipli
azione mista
on g ovvero g si ottiene da qui (
on
ambiamento
di nome di indi
i)
(31)
dg = g g dg ;
g
g
= g g
x
x
ovvero
(32)
g
g
dg = g g dg ; = g g
:
x
x
La relazione (31)
onsente una trasformazione della quale dobbiamo fare un uso
an
he piu frequente. Per la (21) si ha
(33)
g
= + :
x
Se questa si sostituis
e nella se
onda delle formule (31), si ottiene tenendo
onto
della (23)
(34)
g
=
x
g
+ g
Per sostituzione del se
ondo membro della (34) nella (29) si ottiene
(29a)
p1 g x g = :
g
(g A ) A
x
x
1 g g
g
+
2
x
x
g
g A :
x
L'ultimo termine di questa espressione se
ondo la (31) e la (29) si puo portare nella
forma
p
1 g
1 g
1 g
A +
A +p
g A :
2 x 2 x
g x
Poi
he il nome degli indi
i non
onta, i primi due termini di questa espressione si elidono
on il se
ondo della pre
edente; l'ultimo si puo unire al primo dell'espressione
pre
edente. Si ponga ora
g A = A ;
dove A
ome A e un vettore arbitrario, e si ottiene inne
(35)
=
p1 g x p gA :
22
\Rotazione " del tetravettore (
ovariante). Il se
ondo termine nella (26) e simmetri
o negli indi
i e . Pertanto A A e un tensore (antisimmetri
o)
parti
olarmente fa
ile a
ostruirsi. Si ottiene
B =
(36)
A
x
A
:
x
g
g g A g
A
x
x
g
g
A :
x
Se si sostituis
ono g g A
on A
, g g A
on A , e si sostituis
ono
nello sviluppo del primo termine
g g
e
x x
on la (34), risulta al se
ondo membro della (27) un'espressione di sette termini,
dei quali quattro si elidono. Rimane
(38)
A
A
=
+ A + A :
x
A
A
=
x
A + A :
Per
ontrazione della (38) rispetto agli indi
i e (moltipli
azione interna per )
si ottiene il tetravettore
ovariante
A
=
+ A + A :
x
23
1
=p
g
p gA
:
x
p gA = p gA
x
p gA :
p gA = p gA 1 g p gA
x
2 x
p gA = p gA + 1 g p gA
x
2 x
24
fondamentale. Si veri
a tuttavia fa
ilmente
he quest'ultimo s'annulla identi
amente. Si giunge tuttavia allo s
opo nel modo seguente. Nella (27) si ponga
A
A ;
A =
x
ioe l'estensione del tetravettore A . Si ottiene allora il tensore di rango terzo
2 A
A =
x x
A
A
A
x
x
x
+
+
+
A :
x
Quest'espressione invita a formare il tensore A A . Allora i seguenti termini
dell'espressione di A si elidono
on quelli di A : il primo termine, il quarto,
ed an
he l'ultimo termine entro le parentesi quadre; essi sono infatti simmetri
i in
e . Altrettanto vale per la somma del se
ondo e del terzo termine. Otteniamo
quindi
A
(42)
(43)
=
B
A ;
A = B
+
:
+
x
x
Essenziale per questo risultato e il fatto
he al se
ondo membro della (42)
ompaia
soltanto A e non le sue derivate. Dal
arattere tensoriale di A A assieme
al fatto
he A e un tetravettore arbitrario dis
ende, per i risultati del x7,
he B
e un tensore (il tensore di Riemann-Christoel).
Il signi
ato matemati
o di questo risultato e il seguente. Quando il
ontinuo e
os fatto
he vi e un sistema di
oordinate rispetto al quale le g siano
ostanti,
sono nulle. Se inve
e del sistema di
oordinate originario se ne s
eglie
tutte le R
uno nuovo a pia
ere, le g riferite a quest'ultimo non saranno
ostanti. Tuttavia
porta
on se
he queste
omponenti si annullino
il
arattere tensoriale di R
tutte an
he nel sistema di riferimento s
elto a pia
ere. L'annullarsi del tensore di
Riemann e quindi una
ondizione ne
essaria per provo
are la
ostanza delle g
on
una s
elta opportuna del sistema di riferimento8 .
Nel nostro problema
io
orrisponde al
aso
he per opportuna s
elta del sistema
di
oordinate valga la teoria della relativita spe
iale in una regione nita. Per
ontrazione della (43) relativamente agli indi
i e si ottiene il tensore
ovariante
di rango se
ondo
B = R + S ;
+
;
R =
(44)
x
p
p
lg g
lg g
S =
:
x x
x
8I
25
all'equazione (18a)
o aggiustare vantaggiosamente la s
elta delle
oordinate
p
heg =si pu
1. Un'o
hiata alle equazioni ottenute nei due paragra
in modo
he sia
pre
edenti mostra
he
on una s
elta siatta le regole di formazione dei tensori
onseguono una sempli
azione signi
ativa. Cio vale in parti
olare per il tensore
B or ora sviluppato,
he gio
a un ruolo fondamentale nella teoria
he esporremo.
La spe
ializzazione della s
elta delle
oordinate
onsiderata porta infatti
on se
l'annullarsi di S , si
he il tensore B si ridu
e ad R .
Nel seguito daro tutte le relazioni nella forma sempli
ata
he la suddetta spe
ializzazione della s
elta delle
oordinate produ
e. E fa
ile infatti ri
ondursi alle
equazioni generalmente
ovarianti, se
io appare ri
hiesto in un
aso parti
olare.
di gravitazione.
Espressione per le
omponenti di
ampo della gravitazione.
Un
orpo in moto libero, non soggetto a forze esterne, se
ondo la teoria della
relativita spe
iale si muove di moto rettilineo ed uniforme. Cio vale an
he nella
teoria della relativita generale per una parte dello spazio tetradimensionale nella
quale il sistema di
oordinate K0 si possa s
egliere e venga s
elto in modo
he le
g abbiano i valori
ostanti parti
olari dati nella (4).
Consideriamo ora proprio questo moto da un sistema di
oordinate K1 s
elto a
pia
ere. Il moto in K1 viene giudi
ato, se
ondo le
onsiderazioni del x2, avvenire in
un
ampo gravitazionale. La legge del moto rispetto a K1 si ottiene fa
ilmente
on
l'argomento
he segue. Riferita a K0 la legge del moto e una retta tetradimensionale,
quindi una linea geodeti
a. Poi
he la linea geodeti
a e denita indipendentemente
dal sistema di riferimento, la sua equazione sara an
he l'equazione del moto del
punto materiale riferita a K1 . Se poniamo
(45)
;
d2 x
dx dx
= :
2
ds
ds ds
= 0.
il x12, solo tra le derivate se
onde (e prime) sussistono le relazioni B
26
Z
Hd = 0; H = g ;
p g = 1:
io puo essere sostenuto soltanto per il tensore B + g (g B ), dove
e una
ostante. Ma se si pone questo tensore uguale a zero si ritorna alle equazioni B = 0.
10 Propriamente
27
g
x
g =
Si ha
H = g + 2g =
Ma
g
+ 2 g :
1 g g g
g g
+
:
2
x x
x
I termini
he originano dai due ultimi addendi della parentesi tonda sono di segno
opposto e vanno l'uno nell'altro (poi
he il nome degli indi
i di somma e irrilevante)
per s
ambio degli indi
i e . Essi si
an
ellano tra loro nell'espressione per H ,
poi
he essi sono moltipli
ati per la quantita simmetri
a rispetto agli indi
i
e . Rimane da
onsiderare soltanto il primo termine della parentesi tonda, si
he
tenendo
onto della (31) si ottiene
g =
g
H =
g :
Si ha quindi
H
=
g
(48)
;
H
= :
g
H
x g
(47b)
H
= 0;
g
H
H
H g
=
g
;
x g
x
g
g x
si ottiene l'equazione
H
H
g
=0
x
g
x
ossia11
t
H
(49)
= 0; 2t = g H;
x
g
g
11 La
28
(50)
g :
d
dx4
Z
t dV =
4
dove 1 , 2 , 3 indi
ano i
oseni direttori della normale interna di un elemento della
super
ie di
ontorno di area dS (nel senso della geometria eu
lidea). Si ri
onos
e
qui l'espressione delle leggi di
onservazione nella forma
onsueta. Chiamiamo le
quantita t le \
omponenti dell'energia" del
ampo gravitazionale.
Daro le equazioni (47) an
ora in una terza forma,
he si presta parti
olarmente
ad una
omprensione vivida del nostro oggetto. Per moltipli
azione delle equazioni
di
ampo (47)
on g queste si ottengono nella forma \mista". Si osservi
he
g
=
g
x x
g
;
x
g g
x
g
g g
x
g :
g = t
x
p g = 1:
1
t ;
2
29
g = t + T
x
1
(t + T ) ;
2
p g = 1;
dove si e posto T = T (s
alare di Laue). Queste sono, in forma mista, le equazioni
di
ampo generali della gravitazione
he si
er
avano. Al posto della (47) risulta a
ritroso il sistema
(53)
+ = T
x
1
g T ;
2
p g = 1:
Si deve aggiungere
he questa introduzione del tensore d'energia della materia non
e giusti
ata mediante il solo postulato della relativita; infatti l'abbiamo ri
avata
dal requisito
he l'energia del
ampo gravitazionale abbia un'azione gravitazionale,
ome ogni energia di tipo diverso. Ma il fondamento piu solido per la s
elta delle
equazioni di
ui sopra sta nel fatto
he esse hanno per
onseguenza
he per le
omponenti dell'energia totale valgono delle equazioni di
onservazione (dell'impulso e
dell'energia),
he sono in tutto analoghe alle (49) e (49a). Questo sara dimostrato
nel seguito.
12 g
30
g
x
1
g = t + T :
2
2
1 2
g g
g =
g g
+
x x
2 x x
x
x
g
x
Il primo ed il terzo termine delle parentesi tonde danno
ontributi
he si
an
ellano,
ome si ri
onos
e se nel
ontributo del terzo termine si s
ambiano tra loro sia
gli indi
i di somma e ,
he e . Il se
ondo termine si puo trasformare
on la
(31) e si ottiene
(54)
1 3 g
2
g =
:
x x
2 x x x
ovvero
g g g
1 2
g g
+
:
4 x x
x x x
Il termine
he deriva dall'ultimo addendo delle parentesi tonde si annulla per
la (29)
on la s
elta delle
oordinate da noi adottata. Gli altri due si possono
ra
ogliere e insieme danno per la (31)
1 3 g
;
2 x x x
si
he tenendo
onto della (54) vale l'identita
(55)
2
g
x x
1
g
2
0:
(56)
t + T
= 0:
x
31
Se si moltipli
a la (53) per g =x si ottiene per la via intrapresa nel x15,
tenendo
onto dell'annullarsi di
g
g
x
l'equazione
t 1 g
+
T = 0;
x 2 x
ovvero tenendo
onto della (56)
(57)
T 1 g
+
T = 0:
x 2 x
T
=
x
T :
Il se
ondo membro esprime l'azione energeti
a del
ampo gravitazionale sulla materia.
Le equazioni di
ampo della gravitazione impli
ano quindi quattro equazioni
he
il pro
esso materiale deve soddisfare. Esse produ
ono interamente le equazioni
del pro
esso materiale quando quest'ultimo sia
aratterizzabile mediante quattro
equazioni dierenziali mutuamente indipendenti13.
32
a
onos
ere esattamente l'in
uenza del
ampo gravitazionale su tutti i pro
essi,
senza
he si debba introdurre al
una nuova ipotesi di qual
he tipo.
Questo stato di
ose porta
on se
he sulla natura si
a della materia (in senso
stretto) non debbano introdursi ipotesi ne
essariamente denite. In parti
olare
puo restare aperta la questione, se le teorie del
ampo elettromagneti
o e del
ampo
gravitazionale
ostituis
ano o no insieme una base su
iente per la teoria della materia. Il postulato della relativita generale in proposito non puo in linea di prin
ipio
insegnare nulla. Deve risultare dallo sviluppo della teoria se l'elettromagnetismo
e la gravitazione insieme possano produrre
io
he prima da soli non potevano
ottenere.
T = p + g
dx dx
:
ds ds
dx dx
=1
ds ds
bastano, per g dato, a determinare le 6 in
ognite
g
33
F =
'
x
'
:
x
Allora al posto delle (60a) si puo porre, nella
onsueta notazione dell'analisi vettoriale tridimensionale
(60b)
h
+ rot e = 0; div h = 0:
t
F = g g F
34
F
= J :
x
(63)
Se infatti poniamo
(64)
0 ; F 24 =
0 ; F 34 =
ex
ey
0;
ez
quantita
he nel
aso parti
olare della teoria della relativita spe
iale sono uguali ad
: : : :ez , ed inoltre
hx
J 1 = ix ; J 2 = iy ; J 3 = iz ; J 4 = ;
si ottiene al posto della (63)
rot h0
(63a)
e0
= i; div e0 = :
t
= F J :
(65)
(65a)
F
F
=
(F F ) F :
x
x
x
F
F
1
F
1
F
= F = g g F ;
x
2
x
2
x
1
F
F
g g F + g g F :
4
x
x
35
1
(F F ) ;
4 x
eseguendo la derivazione,
on qual
he trasformazione, il se
ondo da
1
g
F F g :
2
x
Se si ra
olgono insieme i tre termini
al
olati si ottiene la relazione
=
(66)
T
x
1 g
g
T ;
2
x
dove si e posto
(66a)
1
T = F F + F F :
4
Quando e nullo l'equazione (66) per la (30) e equivalente alla (57) ovvero (57a).
Le T sono quindi le
omponenti d'energia del
ampo elettromagneti
o. Per mezzo
delle (61) e (64) si mostra fa
ilmente
he queste
omponenti dell'energia del
ampo
elettromagneti
o nel
aso della teoria della relativita spe
iale danno le ben note
espressioni di Maxwell-Poynting.
Abbiamo ora derivato le leggi piu generali
he soddisfano il
ampo gravitazionale
epla materia, se si utilizza in modo
oerente un sistema di
oordinate per il quale
g = 1. Otteniamo in tal modo una sempli
azione
onsistente delle formule
e dei
al
oli, senza dover rinun
iare al requisito della
ovarianza generale: infatti
troviamo le nostre equazioni spe
ializzando il sistema di
oordinate a partire da
equazioni generalmente
ovarianti.
E' pur sempre non priva d'interesse formale la questione, se se
ondo la denizione
generalizzata delle
omponenti dell'energia del
ampo gravitazionale e della materia
valgano an
he senza spe
ializzazione del sistema di
oordinate delle leggi di
onservazione della forma dell'equazione (56) e an
he equazioni di
ampo della forma
(52) ovvero (52a), di modo
he a primo membro vi sia una divergenza (nel senso
onsueto), a se
ondo membro la somma delle
omponenti dell'energia della materia
e della gravitazione. Ho trovato
he su
edono tutte e due le
ose. Credo tuttavia
he non valga la pena di
omuni
are la mia trattazione abbastanza ponderosa su
questo fatto, poi
he non ne viene nulla di sostanzialmente nuovo.
36
aso
he le g si dis
ostino dai valori (4) solo per quantita pi
ole (rispetto ad 1),
mentre tras
uriamo le quantita pi
ole di ordine se
ondo e piu alto. (Primo punto
di vista dell'approssimazione).
Assumeremo inoltre
he nella regione spaziotemporale
onsiderata le g
on
opportuna s
elta delle
oordinate tendano all'innito spaziale verso i valori (4);
trattiamo
ioe
ampi gravitazionali
he possono essere trattati
ome generati es
lusivamente da materia
he si trovi al nito.
Si potrebbe assumere
he queste approssimazioni debbano
ondurre alla teoria
di Newton. Si ha tuttavia bisogno an
ora della trattazione approssimata delle
equazioni fondamentali da un se
ondo punto di vista. Prendiamo in
onsiderazione
il moto di un punto materiale se
ondo le equazioni (46). Nel
aso della teoria della
relativita spe
iale le
omponenti
dx1 dx2 dx3
;
;
ds ds ds
possono assumere valori arbitrari;
io signi
a
he si possono avere velo
ita arbitrarie
"
#1=2
dx1 2
dx2 2
dx3 2
+
+
;
v=
dx4
dx4
dx4
he devono essere inferiori alla velo
ita della lu
e nel vuoto (v < 1) . Se
i si restringe
al
aso
he quasi es
lusivamente si veri
a nell'esperienza,
he v sia pi
ola rispetto
alla velo
ita della lu
e,
io signi
a
he le
omponenti
dx1 dx2 dx3
;
;
ds ds ds
si devono trattare
ome quantita pi
ole, mentre dx4 =ds e uguale ad 1 a meno di
quantita del se
ond'ordine (se
ondo punto di vista dell'approssimazione).
Osserviamo ora
he se
ondo il primo punto di vista dell'approssimazione le quantita sono tutte quantita pi
ole almeno del prim'ordine. Un'o
hiata alla (46)
rivela quindi
he in questa equazione per il se
ondo punto di vista dell'approssimazione si devono
ondiderare solo termini per i quali sia = = 4. Limitandosi
ai termini di ordine piu basso al posto della (46) si ottengono le equazioni
d2 x
= 44 ;
dt2
dove si e posto ds = dx4 = dt, ovvero limitandosi ai termini
he per il primo punto
di vista dell'approssimazione sono del prim'ordine:
d2 x
d2 x
4 4 :
= 4 4 ( = 1; 2; 3) ; 24 =
2
4
dt
dt
Se si presuppone inoltre
he il
ampo gravitazionale sia quasi stati
o, per
he
i si restringe al
aso
he la materia
he genera il
ampo gravitazionale si muova
solo lentamente (in
onfronto alla velo
ita di propagazione della lu
e), si possono
tras
urare al se
ondo membro le derivate rispetto al tempo se
onfrontate
on quelle
rispetto alle
oordinate spaziali, e si ottiene quindi
(67)
d2 x
1 g44
=
( = 1; 2; 3) :
dt2
2 x
37
Questa e la legge del moto del punto materiale se
ondo la teoria di Newton, pur
he
g44 gio
hi il ruolo del potenziale gravitazionale. E notevole in questo risultato
he in
prima approssimazione solo la
omponente g44 del tensore fondamentale determini
il moto del punto materiale.
Utilizziamo ora le equazioni di
ampo (53). Va osservato in proposito
he il tensore d'energia della \materia" sara quasi es
lusivamente determinato dalla densita
della materia in senso stretto,
ioe dal se
ondo termine al se
ondo membro della
(58) [ rispettivamente (58a) o (58b) . Se si forma l'approssimazione
he
i interessa,
tutte le
omponenti si annullano, meno la
omponente
T44 = = T:
Al primo membro della (53) il se
ondo termine e pi
olo del se
ond'ordine; il primo
da nell'approssimazione
he
'interessa
+
+
+
1
2
x1
x2
x3 3
:
x4 4
(68)
Le equazioni (67) e (68) insieme sono equivalenti alla legge della gravitazione di
Newton.
Per il potenziale gravitazionale risulta per le (67) e (68) l'espressione
8
(68a)
d
;
r
K
2
dove K e la
ostante 6; 7:10
onfronto si ha
(69)
d
;
r
=
8K
= 1; 87:10
2
27
Per ottenere la teoria di Newton ome prima approssimazione, delle 10 omponenti g del potenziale gravitazionale i basta al olare g44 , poi he solo questa
38
xx
3 ( e tra 1 e 3)
r
g4 = g4 = 0 ( tra 1 e 3)
:
g44 = 1
r
g =
(70)
M
;
8
1 = g11 dx21 :
g11 =
1+ :
r
dx1 = 1
:
2r
Per la presenza del
ampo gravitazionale il regolo
ampione appare quindi a
or
iato dell'ammontare trovato rispetto al sistema di
oordinate, quando esso sia
disposto radialmente.
39
Analogamente si ottiene la sua lunghezza in oordinate nella direzione tangenziale, ponendo per esempio
(71a)
Per gia
itura tangenziale il
ampo gravitazionale del punto materiale non ha quindi
in
uenza sulla lunghezza del regolo.
Pertanto la geometria eu
lidea non vale neppure in prima approssimazione, se si
assume un
erto regolo
ome realizzazione dello stesso intervallo indipendentemente
dalla sua posizione e dal suo orientamento. Un'o
hiata alle (70a) e (69) mostra
altres
ome le deviazioni attese siano troppo pi
ole per poterle rendere osservabili
nella misura della super
ie terrestre.
Studiamo poi la velo
ita di avanzamento rispetto alla
oordinata temporale di
un orologio
ampione,
he sia posto a riposo in un
ampo stati
o. Per un periodo
dell'orologio si ha
ds = 1; dx1 = dx2 = dx3 = 0:
Si ha quindi
1
g
1
1
= 1 44
dx4 = p = p
g44
2
1 + (g44 1)
ovvero
Z
d
(72)
dx4 = 1 +
:
8
r
L'orologio
ammina piu lentamente quando e posto in prossimita di masse ponderabili. Ne
onsegue
he le righe spettrali della lu
e
he
i arriva dalla super
ie
di stelle grandi
i devono apparire spostate verso l'estremo rosso dello spettro16 .
Studiamo inoltre il
ammino dei raggi luminosi in un
ampo gravitazionale
stati
o. Se
ondo la teoria della relativita spe
iale la velo
ita della lu
e e data
dall'equazione
dx21 dx22 dx23 + dx24 = 0;
e quindi nella teoria delle relativita generale dall'equazione
(73)
Se la direzione,
ioe il rapporto dx1 : dx2 : dx3 e dato, l'equazione (73) fornis
e le
quantita
dx1 dx2 dx3
;
;
dx4 dx4 dx4
e quindi la velo
ita
s
16 A
dx1
dx4
2
dx2
+
dx4
2
dx3
+
dx4
2
= ;
favore dell'esistenza di un eetto di questo tipo depongono se ondo E. Freundli h le osservazioni su stelle sse d'un erto tipo. Si attende una onferma denitiva di questo risultato.
40
B=
1
dx2 ;
1 x1
g44
=1
g22
x2
1 + 22 :
2r
r
Il
al
olo da
(74)
B=
2 M
=
:
4
" = 243
a2
T 2
2 (1 e2 )
per rivoluzione. In questa formula a indi
a il semiasse maggiore,
la velo
ita della
lu
e nelle
onsuete unita, e l'e
entri
ita, T il periodo orbitale in se
ondi17 .
Il
al
olo da per il pianeta Mer
urio una rotazione dell'orbita di 43" per se
olo,
he
orrisponde esattamente alla
onstatazione degli astronomi (Leverrier); essi
trovano infatti nel moto del perielio di questo pianeta un residuo della suddetta
entita, non spiegabile
on le perturbazioni dovute agli altri pianeti.
(Ri
evuto il 20 marzo 1916.)