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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

Corso di Farmacia

Modulo di
Farmacoterapia e Fitoterapia
Dott. Daniele Lecca

AA 2020/21
Piante Medicinali utilizzate nel trattamento
complementare dei disturbi del FEGATO

Cynara scolymus (Carciofo)


Silybum marianum (Cardo mariano)
Cynara scolymus (Carciofo)

Pianta erbacea perenne,


originaria dell’Europa,
probabilmente ottenuta per
selezione dal cardo selvatico
(Cynara cardunculus L.).

DROGA: Foglie basali essiccate


(titolata in cinaroside)

Famiglia: Asteracee (Composite)


COMPOSIZIONE CHIMICA La droga contiene:

- Frazione fenolica (derivati dell’ac. Caffeico):


1) esteri degli acidi caffeico e chinico (Es, acido clorogenico)
2) acidi dicaffeilchinici (Es, cinarina).

- Lattoni sesquiterpenici (principi amari), tra cui la cinaropicrina


- Acidi organici (acido glicolico, acido glicerico, acido malico, acido lattico, acido
idrossimetilacrilico);

-Eterosidi flavonoidi: scolimoside, cinaroside, cinaratrioside (derivati


eterosidici del luteolo), apigenina, luteolina, scopoletina, esperitina,
esperidoside.

- Mucillagini
- Pectine
- Tannini
- Inulina

Carciofo
ATTIVITÀ FARMACOLOGICA

La droga ha azione:
 Digestiva (principi amari)
 Ipocolesterolemizzante e Ipolipidemizzante (Luteolina,
Cinaroside)

 Coleretica ed Epatoprotettiva (Cinarina e gli atri composti fenolici)


 Antiossidante e Antiaterogenica (Ac. Clorogenico e gli altri
componenti della frazione fenolica)

Azioni minori: Leggermente lassativa e diuretica

Carciofo
Azione digestiva del Carciofo: stimolazione della secrezione
gastrica (principi amari: cinaropicrina) e della secrezione biliare
(cinarina,…).

Trattamento delle dispepsie e dei disturbi digestivi

Esempio di stimolazione gastrica indotta


dalla somministrazione di un estratto di
Carciofo nel ratto
Carciofo
AZIONE COLERITICA
E COLOGOGA

Tradizionalmente, l’azione coleretica del Carciofo è


attribuita alla CINARINA, considerato il principio attivo
dell'attività coleretica della droga, come dimostrato da
studi a partire dagli anni '80, anche se gli studi successivi
dimostrano il contributo degli altri composti fenolici e dei
flavonoidi Luteolina e la Luteolina-7-glucoside (cinaroside)
(Saénz Rodriguez et al., 2002).

NB: Questi composti sono anche dotati di attività antiossidante e proteggono le


lipoproteine a bassa densità (LDL) dai processi ossidativi in vitro (Brown and Rice-
Evans, 1998) (Azione antiossidante e antiateratogenica).

Carciofo
STUDI CLINICI- Azione digestiva (Carciofo)
[Fintelmann et al. (1998)]

Campione: 203 pazienti


Patologia: disturbi digestivi ricorrenti (dispepsia, nausea, vomito,
flatulenza, dolore addominale, meteorismo);
Durata: 21 settimane di trattamento con un estratto secco acquoso
di carciofo;
Effetti: diminuzione dei sintomi nell'87,5% dei casi.

Su un'alta percentuale di pazienti è stata inoltre osservata una


diminuzione del colesterolo LDL e dei trigliceridi, con un leggero
aumento del colesterolo HDL (azione ipocolesterolemizzante).

Carciofo
Azione ipocolesterolemizzante
La luteolina ed il cinaroside, inibiscono la biosintesi del colesterolo.

Inibizione dell’enzima idrossimetilglutaril-CoA reduttasi (HMG-CoA


reduttasi), enzima limitante la sintesi epatica del colesterolo.

NB. E’ L’unico enzima inibito


dal carciofo.

La Cynara scolymus è in grado di inibire la


sintesi del colesterolo interagendo sullo stesso
substrato enzimatico sul quale agiscono le [ndr: vedi anche riso rosso fermentato. Monacolina K
statine (sinvastatina, pravastatina, (Lovastatina).
torvastatina,…) (inibizione competitiva)
Carciofo
Azione ipocolesterolemizzante

Azione inibitoria dell’attività del HMG-CoA


1)
reduttasi, valutata attraverso l’inibizione
dell’incorporazione di 14C-acetato.
NB: la curva di inibizione è bifasica:
1) A concentrazioni comprese fra 7 e 100
2) μg/ml (concentrazioni corrispondenti al
dosaggio terapeutico) l’estratto acquoso di
foglie di carciofo determina una inibizione
del 20%.
2) Alla dose di 1 mg/ml (concentrazione
raggiunta a dosaggi maggiori di quelli
terapeutici) la riduzione è del 60%
(Gebhardt et al, 1998).

Carciofo
Azione ipocolesterolemizzante

Profilo dei componenti sterolici prodotti nella


coltura di epatociti in assenza (A) o in
presenza di estratti acquosi di Carciofo (AE)
alle dosi di 0,05 mg/ml (B) e di 0,2 mg/ml (C).
La concentrazione di colesterolo è funzione
della radioattività misurata nell’eluato (DPM).

Carciofo
Azione ipocolesterolemizzante

L’inibizione si manifesta rapidamente:


l’inibizione delll’incorporazione del 14C-
acetato in lipidi non saponificabili si osserva
dopo pochi minuti, si completa in 30-40 min e
dura per diverse ore. Alle conc. maggiori
l’inibizione è completamente reversibile dopo
circa 20-h.
L’azione inibitoria si osserva per molte ore
anche dopo l’eliminazione degli estratti di
Carciofo dal medium.

Carciofo
STUDI CLINICI- Azione ipocolesterolemizzante (Carciofo vs
placebo) [Englisch et al. (2000)]
Studio in doppio cieco, randomizzato e placebo controllato
Campione: 143 pazienti affetti da ipercolesterolemia
Trattamento: estratto acquoso di carciofo vs placebo
Durata: 6 settimane
Risultati:
Gruppo trattati: riduzione del colesterolo totale del 18% e del
colesterolo LDL del 23%;
Gruppo di controllo (placebo) la riduzione è stata non significativa
(rispettivamente 9% e 6%).

Carciofo
STUDI CLINICI (Azione ipolipidemizzante e ipocolesterolemizzante)
Estratti di carciofo vs fibrati.

Studio condotto su 84 pazienti con iperlipidemia secondaria, divisi in 4 gruppi


diversi e trattati con 3 diverse dosi di estratto di carciofo rispetto al gruppo
trattato con fibrati.
Dopo 6 settimane di trattamento i livelli di colesterolo totale, colesterolo
LDL e trigliceridi tendevano a diminuire e il colesterolo HDL ad aumentare.

Alla dose più alta il carciofo ha determinato una riduzione dei trigliceridi
simile a quella indotta dai fibrati (10-15%). Questo dimostra la validità dell’uso
del prodotto nel trattamento dell’iperlipidemia (Dorn, 1995)

Lo screening di diversi costituenti della Cynara scolymus nelle stesse


condizioni sperimentali, ha dimostrato che i responsabili dell’inibizione sono il
CINAROSIDE e l’aglicone LUTEOLINA.

Carciofo
Azione ipocolesterolemizzante: luteolina e cinaroside

Inibizione della sintesi di lipidi neutri non-saponificabili da


parte dei componenti del carciofo

Carciofo
Riso rosso fermentato
Il riso rosso fermentato si ottiene dalla fermentazione del
comune riso su cui è stato fatto crescere un particolare ceppo
di lievito (monascus purpureus).

Durante la fermentazione si formano le monacoline, dotate di


proprietà ipocolesterolemizzanti. La più importante è la
monacolina K, che ha la stessa struttura chimica della
lovastatina, molecola della famiglia delle statine (Liu et al., 2006;
Klimek et al., 2009).
Tratto da:
Lovastatina INFORMAZIONI sui FARMACI
10/2005
Proprietà farmacologiche

Negli Usa la lovastatina è in commercio dalla seconda metà del 1987.


Si tratta di un pro-farmaco che, trasformatosi nella forma attiva (beta-
idrossi-lovastatina), inibisce la 3-idrossi-3-metilglutaril-coenzima A
(HMGCo-A) reduttasi.
Dopo somministrazione per via orale, la lovastatina viene assorbita
per il 30% dal tratto gastrointestinale ed estratta dal fegato…
Come effetto di primo passaggio epatico viene idrolizzata nel
principale metabolita attivo, la beta-idrossi-lovastatina, e in parte
ossidata dal citocromo P-450 in altri metaboliti1. La lovastatina
immodificata e i metaboliti vengono eliminati prevalentemente per
via biliare1. Solo una piccola percentuale di una dose orale raggiunge
il circolo generale. L'emivita della beta-idrossi-lovastatina è di 1-2
ore.
Tratto da:
Lovastatina INFORMAZIONI sui FARMACI
10/2005
Efficacia clinica

Ipercolesterolemia
Studio multicentrico, in doppio cieco, condotto su 8.245 pazienti con ipercolesterolemia
moderata. I pazienti di entrambi i sessi con valori di colesterolo totale compresi tra 240
e 300 mg/dl e colesterolo LDL >160 mg/dl sono stati randomizzati a placebo o a
lovastatina al dosaggio di 20 o 40 mg, una o due volte al giorno2.
Dopo 48 settimane di trattamento, la lovastatina ha prodotto una diminuzione
statisticamente significativa verso placebo, dose-dipendente, del colesterolo totale, del
colesterolo LDL, dei trigliceridi e un aumento del colesterolo HDL .
Lovastatina

Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati della lovastatina, generalmente lievi e transitori, sono gli
stessi delle altre statine e interessano principalmente l'apparato gastrointestinale:
nausea (2%), dispepsia (2%), dolori addominali (2%), diarrea (3%), stitichezza
(3%), flatulenza (4%). Altri eventi avversi possibili sono rappresentati da cefalea
(2%), rash cutanei (2%), vertigini (1%), visione alterata (1%) e disturbi del sonno.
In numerosi studi, spesso entro 6 settimane dall'inizio del trattamento, sono stati
osservati frequenti, lievi, aumenti delle transaminasi (soprattutto ALT) dose-
dipendenti, privi di significato clinico; nello studio EXCEL della durata di 48
settimane, un innalzamento delle transaminasi oltre 3 volte la norma, protratto nel
tempo, ha interessato lo 0,1% dei pazienti con 20 mg/die di lovastatina, lo 0,9%
con 40 mg/die e l'1,5% con 80 mg/die2. Sono stati segnalati alcuni casi di epatite
acuta sintomatica9,10.
Come con le altre statine, la terapia con lovastatina si accompagna ad un
accertato, anche se modesto, rischio di miopatia dose-dipendente.
Il rischio di miopatia grave aumenta nei pazienti con insufficienza renale e in
seguito alla somministrazione contemporanea di fibrati e di farmaci inibitori del
citocromo P-4502.
Lovastatina
Bibliografia
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Data di redazione 10/2005

Carciofo
Carciofo
Statine Fitosteroli
Monacolina
Fibrati

Carciofo
AZIONE EPATOPROTETTIVA:
La frazione fenolica esplica azione di
svavanger dei radicali liberi
A) Controlli:
Normale Microstruttura del fegato.
B) Effetti epatici indotti dal CCl4.

Ratti trattati con estratti di Carciofo


alla dose di:
C) 1 mg/kg (sono ancora presenti
danni tissutali);
D) 2 mg/kg (assenza di steatosi).

Carciofo
Azione gastroprotettiva del Carciofo

Modello murino di gastrite acuta.


La somministrazione di un estratto alcolico (45%) di Carciofo
contenente cinaropicrina (1%) e ac. clorogenico (0,8%) ha determinato
gastroprotezione per aumento della secrezione di muco nonostante
l’aumentata secrezione dei succhi gastrici.

Modello sperimentale: gastrite acuta indotta da:


1) Alcool
2) Stress

Componenti dell’estratto alcolico utilizzato nello studio


Carciofo
Azione gastroprotettiva del Carciofo

Effetti gastroprotettivi dell’estratto La cinaropicrina, ma non l’acido clorogenico,


previene il danno acuto

Mucosa gastrica:
A: mucosa normale;
B: gastrite acuta da alcool
C: effetto della somministrazione
di cinaropicrina

Carciofo
Azione gastroprotettiva del Carciofo

ratti sani
ratti lesionati

Muco gastrico in ratti sani, trattati con Muco gastrico in ratti trattati con alcool:
estratti di Carciofo e con cinaropicrina effetto degli estratti di Carciofo e della
cinaropicrina
Carciofo
Azione gastroprotettiva del Carciofo

Effetto degli estratti di Carciofo, della cinaropicrina e dell’Omeprazolo sulla secrezione


gastrica. A: Volume dei succhi gastrici; B: Acidi gastrici

Carciofo
Azione gastroprotettiva del Carciofo

Risultati:
la somministrazione di estratti di carciofo previene i danni gastrici
acuti (modello da alcool e da stress) almeno in parte attraverso la
stimolazione della produzione del muco gastrico;
l’azione gastroprotettiva è dovuta fondamentalmente alla presenza
della cinaropicrina anziché all’ac. Clorogenico.

Gli autori suggeriscono l’efficacia dell’estratto di carciofo nel


trattamento della gastrite acuta emorragica.

Carciofo
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
1) La droga è indicata nell'ipercolesterolemia,
nell’ipertrigliceridemia, nei disturbi digestivi (gonfiore e dolore
gastrico, flatulenza, senso di sazietà, nausea, vomito), e per
regolare la funzionalità intestinale nelle stipsi di lieve entità.
2) La droga è indicata nei programmi dietetici nel trattamento
complementare del controllo del peso, per la sua azione favorente la
digestione, la funzionalità intestinale e ipolipidemizzante a livello
epatico.

Carciofo
POSOLOGIA E MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE
Estratto idroalcolico: 20 gtt in poca acqua 1-2 volte al dì prima o
dopo i pasti.
Estratto secco: 120 mg, 1-2 volte al dì.

INTERAZIONI
Non è stata segnalata alcuna interazione con i farmaci.

CONTROINDICAZIONI E PRECAUZIONI D'IMPIEGO

La droga è controindicata nell'ostruzione dei dotti biliari e del


coledoco.
Da usare con cautela, come per tutte le sostanze amare, nell'ulcera
gastrica, nel reflusso gastro-esofageo e nelle gastriti croniche.
È controindicata nell'infanzia.
In gravidanza e durante l'allattamento è consigliabile utilizzare la
droga sotto controllo medico.
La droga può dare reazioni di ipersensibilità e di allergia nei soggetti
sensibili.

Carciofo
Silybum marianum (Cardo mariano)
Silybum marianum (Cardo mariano)

DROGA: Frutti maturi essiccati


(titolati in silimarina, min 1%)
Farmacopea Italiana X

Pianta erbacea biennale, originaria


dell'area mediterranea.
Famiglia: Asteracee (Composite)
COMPOSIZIONE CHIMICA
FLAVONOLIGNANI: isolati sottoforma di miscela di prodotti di
condensazione chiamata silimarina (1-3%), contenenti almeno 3 componenti:
silibina, silicristina, silidialina (3:1:1). In percentuale minore gli isomeri
(es., isosilibina, isosilicristina e silandrina).

La Silimarina:
1. antiossidante (riduce la
produzione di radicali
liberi e la perossidazione
lipidica).
2. Antifibrotica
3. Antitossica (inibisce
l’azione delle tossine a
carico degli epatociti
Silibina: azione
antitumorale???

Cardo mariano
COMPOSIZIONE CHIMICA
Flavonolignani: isolati sottoforma di miscela di prodotti di condensazione
chiamata silimarina (1-3%), contenenti almeno 3 componenti: silibina,
silicristina, silidialina (3:1:1). In percentuale minore gli isomeri isosilibina,
isosilicristina e silandrina.

Flavonoidi (apigenina, taxifolina)

Taxifolina: 2,3-diidroflavonolo, analogo


flavonoide dei composti della silimarina

Cardo mariano
COMPOSIZIONE CHIMICA
Flavonolignani: isolati sottoforma di miscela di prodotti di condensazione
chiamata silimarina (1-3%), contenenti almeno 3 componenti: silibilina,
silicristina, silidialina (3:1:1). In percentuale minore gli isomeri isosilbilina,
isosilicristina e silandrina.

Flavonoidi (apigenina, taxifolina)

Lipidi (Ac. Grassi polinsaturi 20-30%): oleico, linoleico, miristico,


sterarico, palmitico

Steroli (b-sitosterolo)

Cardo mariano
COMPOSIZIONE CHIMICA
Flavonolignani: isolati sottoforma di miscela di prodotti di condensazione
chiamata silimarina (1-3%), contenenti almeno 3 componenti: silibilina,
silicristina, silidialina (3:1:1). In percentuale minore gli isomeri isosilbilina,
isosilicristina e silandrina.

Flavonoidi (apigenina, taxifolina)

Lipidi (Ac. Grassi polinsaturi 20-30%): oleico, linoleico, miristico,


sterarico, palmitico

Steroli (b-sitosterolo)

Cardo mariano
AZIONE FARMACOLOGICA

Attività della droga:

1) Epatoprotettiva/antiepatotossica,
2) Antiossidante (effetto "scavenger" di radicali liberi) con azione
di protezione della membrana degli epatociti dalla
lipoperossidazione indotta dai radicali liberi.
3) Azione antinfiammatoria.

Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA

Gli studi in vitro dimostrano la capacità della droga di contrastare


efficacemente l’epatotossicità indotta da diverse sostanze chimiche:
-Tetracloruro di carbonio
-Tioacetamide
- Alcool
- Falloidina (Amanita phalloydes)
- Virus dell'epatite
- Farmaci

NB: L’azione epatoprotettiva è svolta in maniera concentrazione-


dipendente

Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA

Sia nei diversi modelli animali che nei pazienti con epatopatia da
alcool o danno epatico causato da epatite virale tipo A, tipo B o tipo
C, l'estratto di cardo mariano determina un miglioramento degli
indici di funzionalità epatica, con riduzione delle transaminasi, della
gGT, della lattico deidrogenasi (LDH) e della bilirubina.

Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA

In questo lavoro sono studiati gli effetti antiossidanti, antinfiammatori ed antitumorali


della Silimarina presente negli estratti 1: standard, 2: etilacetato, 3: etanolico di
Cardo mariano (tratt.10 gg) nella prevenzione dello sviluppo di fibrosi epatica e
necrosi indotta da CCl4 (singola somministrazione).

Gruppi sperimentali:
1) Controllo normale (trattato solo con salina)
2) Controllo positivo (trattato con CCl4)
3) Trattato con CCl4 + Silimarina
4) Trattato con CCl4 + estratto etilacetato
5) Trattato con CCl4 + estratto etanolico

Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA
Il rilascio degli enzimi intracellulari, quali le
transaminasi, e l’aumento della fosfatasi
alcalina, per effetto della perdità delle
proprietà funzionali della membrana degli
epatociti costituisce uno degli indicatori più
sensibili del danno epatocitario indotto dal
trattamento con CCl4

Effetto del CCl4 e dei trattamenti sulle transaminasi e sulla fosfatasi alcalina

SGOT: aspartato
transaminasi;
SGPT: alanina
CCl4
transaminasi,
ALP: fosfatasi
alcalina.

I tre estratti riducono l’aumento delle transaminasi, ma solo gli estratti etil-acetato e
etanolico prevengono l’aumento della fosfatasi alcalina. La stabilizzazione di questi
enzimi è un’indicazione del miglioramento del funzionamento del fegato.
Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA

La riduzione dei livelli di glutatione (GSH)


(antiossidante), e l’aumento dei livelli di
malondialdeide (MDA) (prodotto ultimo
della perossidazione lipidica) sono un
indice dei danni mediati dai radicali liberi.

Effetto del CCl4 e dei trattamenti sui livelli di glutatione (GSH) e di malondialdeide (MDA)

glutatione (GSH)

CCl4 malondialdeide
(MDA)

Il trattamento con CCl4 ha determinato una riduzione dei livelli di GSH, non contrastati
dal trattamento con gli estratti di C., ma i benefici sono correlati alla riduzione
significativa dei livelli di MDA.
Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA

Il marker tumorale fucopiranosidasi AFU è


considerato un utile marker
dell’epatocarcinoma (HCC).

Effetto del CCl4 e dei trattamenti sui livelli di fucosidasi (FS)

CCl4

Nonostante il trattamento con CCl4 non abbia indotto un aumento del marker di
sviluppo tumorale, è interessante osservare come il trattamento con estratto standard
di CM abbia determinato una riduzione della fucosidasi, in accordo con l’efficacia
antitumorale della silimarina, e soprattutto della silibina negli esperimenti in vitro e in
vivo. Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA

Il trattamento con CCl4 ha aumentato


significativamente i livelli di TG, ChL,
LDL ed il rapporto LDL:HDL.

Effetto del CCl4 e dei trattamenti sui livelli di trigliceridi (TG), colesterolo (Chl), HDL e LDL

Gli estratti di CM. hanno


determinato:
1 riduzione dei trigliceridi,
2 aumento dei livelli di HDL
3 riduzione del rapporto
LDL/HDL.

Questo è in accordo con la


capacità della silimarina di
ridurre l’assorbimento del
colesterolo nei ratti alimentati
con con una dieta ricca di
colesterolo (Sobolova et al., 2006).

Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA
Azione epatoprotettiva nella fibrosi
epatica indotta dal metotrexato nel
ratto (agente chemioterapico che può
indurre alterazione della funzionalità
epatica)

Valutazione biochimica: campioni di sangue prelevati 0, 15, 30 and 45 gg dopo il trattamento.


Sono stati valutati: alanina aminotransferasi (ALT), aspartato aminotransferasi (AST), fosfatasi
alcalina (ALP), creatinina (Cr), bilirubina (Bil), albumina (Alb).

I campioni sono stati valutati attribuendo


un punteggio semi-quantitativo (SSS):
• < 2: normale;
C • 2–6: leggera fibrosi;
• 6–10: moderata fibrosi;
• > 10: grave fibrosi;

Gruppo A: salina (600 mg/kg);


Gruppo B: MTX (100 μg/ kg), i.p. + silimarina
(600 mg/kg), os;
A B
Gruppo C: MTX (100 μg/kg), i.p.
Cardo mariano
AZIONE ANTIOSSIDANTE ED ANTINFIAMMATORIA

L’estratto di Cardo mariano

1) Esercita un’azione antiossidante/antiradicalica diretta


(reagendo con i radicali liberi dell’ossigeno)
2) Esercita un’azione antiossidante indiretta, attraverso l’aumento
dei livelli di glutatione e di stabilizzazione della superossido
dismutasi e della glutatione perossidasi  inibizione della
perossidazione lipidica e stimolazione dei sistemi di
detossificazione epatica
3) Inibisce l’infiammazione
(la silibina esplica un effetto antinfiammatorio attraverso
l’inibizione della sintesi dei leucotrieni, prostaglandine e di
interleuchine, stabilizzazione dei mastociti ed inattivazione dei
neutrofili).

Cardo mariano
AZIONE EPATOPROTETTIVA/ANTIEPATOTOSSICA DA VIRUS

Meccanismo d’azione:

La silimarina stimola l'RNA polimerasi A e la sintesi proteica


ribosomiale, promuovendo la rigenerazione delle cellule epatiche.
Gli studi nell’uomo confermano il miglioramento della funzionalità
epatica e riduzione delle transaminasi nel caso di epatite indotta da
alcool e nelle epatiti virali

Cardo mariano
CARDO MARIANO

AUMENTO SINTESI EFFETTO DETOSSIFICAZIONE


PROTEICA ANTINFIAMMATORIO

RIGENERAZIONE
EPATICA

EFFETTO EPATOPROTETTIVO

Cardo mariano
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
La droga è indicata nel trattamento complementare delle epatiti e nelle
dispepsie.

POSOLOGIA E MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE


Estratto secco: 180-200 mg, 2-3 volte al giorno (lontano dai pasti).

INTERAZIONI
Non si sono state messe in evidenza interazioni con i farmaci.

Cardo mariano
CONTROINDICAZIONI E PRECAUZIONI D'IMPIEGO
Come per tutte le droghe amare si sconsiglia di utilizzare la droga in
gravidanza, durante l'allattamento e nell'infanzia. Controindicata
nell'ulcera gastrica, gastriti, esofagiti, reflusso gastro-esofageo.

CONSIGLI NELLA PRATICA CLINICA


La droga è indicata nelle tisane composte in associazione a Tarassaco,
Melissa, Ribes nigrum e Rosmarino. Nelle epatiti si consiglia il Cardo
mariano in estratto secco, da assumere prima dei pasti principali per
cicli di 6 mesi.

Cardo mariano
Altre piante ad azione epatoprotettiva

Glycyrrhiza glabra (Liquirizia)


vedi Diap 19

Erythraea centaureum (centaurea)


vedi Diap 19

Cardo mariano

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