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SEPARAZIONI NON CROMATOGRAFICHE: ACIDO-BASE; IDROFILO-

LIPOFILO; DISTILLAZIONE FRAZIONATA; CRISTALLIZZAZIONE

Ci sono dei casi in cui la separazione di una miscela di composti può essere condotta più
vantaggiosamente con metodi non cromatografici che non ricorrendo alla cromatografia. Questo
accade quando nella miscela abbiamo molecole basiche o acide insieme a molecole neutre: in questi
casi, variando il pH della soluzione, possiamo estrarre il composto acido o quello basico, mentre
quello neutro rimane in soluzione.

Oppure se la nostra miscela è composta da molecole aventi caratteristiche di idrofilia/lipofilia molto


diverse tra loro: in questi casi si può fare una partizione tra liquidi immiscibili.

Se non si può ricorrere ad uno di questi due metodi, allora può darsi che abbiamo tra le mani una
miscela di due liquidi a punto di ebollizione (pe) molto differente: in questo caso, si può ricorrere
alla distillazione frazionata.

Per ultimo se un componente tende a cristallizzare bene, la cristallizzazione (semplice o frazionata)


è un metodo molto vantaggioso, che spesso dà rese di purificazione superiori a quelle della
cromatografia liquida.

- Separazioni acido-base. Queste separazioni si possono effettuare quando i componenti di


una miscela possono essere protonati o deprotonati facilmente, dando luogo ad una struttura
ionica, avente cioè una carica positiva o negativa netta. A questo punto si sfrutta il fatto che
le sostanze cariche si sciolgono quasi esclusivamente in acqua, mentre quelle neutre
rimangono in soluzione organica. Quindi, utilizzando un solvente insolubile in acqua, si può
separare la parte neutra da quella carica. Se il composto ionico vuole essere recuperato in
forma neutra, allora la soluzione acquosa separata viene poi deprotonata o riprotonata,
operando al contrario dello step precedente.
Le sostanze acide che possono essere trattate in questa maniera sono, in chimica organica,
essenzialmente gli acidi carbossilici e i fenoli; quelle basiche quasi esclusivamente le
ammine. Per protonare/deprotonare, è sufficiente usare delle soluzioni acquose acide (HCl,
H2SO4) o basiche (NaOH, Na2CO3).
- Separazioni idrofilo-lipofilo. In questi casi si può utilizzare una coppia di solventi
immiscibili tra loro, e ripartire la miscela tra i due solventi. Come solvente idrofilo, il
principale è l’acqua, ma si può usare anche il metanolo o l’acetonitrile. Il solvente lipofilo
dovrà essere insolubile in quello idrofilo: in genere si usa il petrolio, o altri idrocarburi, ma
anche il diclorometano, l’etere etilico o l’acetato di etile. La miscela da separare viene posta
in un imbuto separatore con i due solventi, e il tutto viene sbattuto energicamente; si fanno
poi equilibrare le due fasi, le quali vengono semplicemente separate. L’unico inconveniente
che si può manifestare in questo trattamento, è la formazione di emulsioni o schiume.
- Distillazione frazionata. Questa tecnica è utile quando la miscela è composta da due liquidi
aventi punti di ebollizione (pe) sensibilmente differenti, diciamo di almeno 20 gradi. La
miscela viene posta in un apparecchio di distillazione, e la temperatura portata nelle
vicinanze del pe della sostanza più bassobollente. Si dovrebbe aspettare finchè non passa
tutta la prima sostanza (casomai posizionandosi 3-4 °C al di sopra del pe del bassobollente),
per poi lentamente avvicinarsi al pe della sostanza altobollente. La parte che distilla in
questo momento può essere tenuta a parte perché si tratta probabilmente della più “sporca”.
Una volta superato leggermente il pe dell’altobollente, si raccolga quello che condensa ora.
- Cristallizzazione. Sia la cristallizzazione semplice (quando cioè il composto da
cristallizzare è essenzialmente uno), che quella frazionata (quando abbiamo due componenti
cristallizzabili), sono tecniche molto utili per la purificazione, che danno spesso purezze
superiori a quelle cromatografiche. La cosa importante è capire quali sono le molecole che
possono cristallizzare facilmente: il primo requisito, evidentemente, deve essere quello di
essere solide a ta. Poi, come regola generale, le molecole più adatte alla cristallizzazione
sono quelle che possono dare legami idrogeno inter-molecolari. Gli acidi carbossilici, i
fenoli, e le ammidi non terziarie sono tra i migliori candidati. Vanno benissimo anche tutte
le sostanze ioniche, come i sali di ammonio o i carbossilati. Gli alcoli cristallizzano solo se
ad alto peso molecolare, o se più funzioni alcoliche sono presenti, come negli zuccheri; le
ammine hanno legami idrogeno troppo deboli per favorire la cristallizzazione, così per loro
si può ricorrere alla protonazione. Eteri, esteri, ammine semplici, chetoni ed aldeidi, solfuri,
idrocarburi non funzionalizzati, tendono ad essere particolarmente riluttanti alla
cristallizzazione. In linea di principio tendono a cristallizzare meglio le molecole a peso
molecolare relativamente alto, anche se sprovviste di funzionalità protiche.
Altra cosa importante è il solvente di cristallizzazione, che potrà essere puro o in miscela. Se
puro, sarebbe meglio evitare i solventi in cui la molecola sia troppo solubile: il massimo
sarebbe una maggiore solubilità a caldo ed una solubilità a freddo assai minore. Oppure nel
caso di miscele di solventi, si deve preferire la coppia solvente – non solvente.

OPERATIVITÀ
- Acido-base. La miscela in esame viene addizionata alla soluzione basica o acida; non tutto
si dovrebbe sciogliere in fase acquosa, se solido; se liquido si avrà o un intorbidimento, o già
una prima separazione di fasi. Controllare bene il pH della soluzione acquosa (non di quella
organica!!), e assicurarsi che sia 1-2 per quella acida, e 9-10 per quella basica. Mettere in un
imbuto separatore ed aggiungere il solvente organico. Volumi: la parte acquosa e quella
organica andranno messe in quantità approx. uguale, e ognuna delle due in volume pari a ca.
il doppio del volume della miscela iniziale. Non usare solventi clorurati con soluzione
alcaline. Per quanto riguarda il solvente organico, la sua scelta dipende dalla polarità della
sostanza neutra, ma anche dal pe del solvente stesso (si evitino i solventi troppo
altobollenti).
A questo punto, si agiti bene l’imbuto, e si lasci poi depositare (casomai dopo avere
sfiatato). Densità relative: l’acqua è più densa di tutti i solventi organici comuni, eccetto i
clorurati (diclorometano e cloroformio), quindi in genere la fase acquosa rimarrà in basso.
Riestrarre la fase acquosa con una seconda aliquota di solvente organico (volume pari a
quello dell’acqua). Unire le fasi organiche, e asciugarle su Na2SO4. Filtrare e portare a
secco. La fase acquosa andrà neutralizzata (a meno che non si decida di cristallizzare il
sale), e lasciata asciugare all’aria in un cristallizzatore.
- Idrofilo-lipofilo. L’operatività è molto simile al caso precedente, ed infatti la separazione
idrofilo-lipofilo non è che un caso più generale dell’acido-base (nel caso precedente, infatti,
la molecola viene protonata/deprotonata proprio per essere resa più idrofila). Per effettuare
questo tipo di separazioni, l’unica condizione è quella di avere due solventi immiscibili, e
avere una solubilità differente dei componenti della miscela nei due solventi. Come solventi
può bastare una coppia di solventi, ma è anche possibile utilizzare miscele ternarie, cosa che
consente di regolare la solubilità, e quindi la ripartizione dei vari componenti della miscela.
Questo è per l’appunto il meccanismo alla base delle cromatografie di ripartizione, come la
reversed-phase (RP) e la CCC (countercurrent chromatography).
Miscibilità dei solventi organici. Tutti i solventi organici comuni sono miscibili tra loro,
eccetto il metanolo e l’acetonitrile, che sono immiscibili con la maggior parte dei
solventi idrocarburici, come l’esano, l’eptano, il petrolio (etere di petrolio), il cicloesano, ma
non con gli aromatici a basso peso molecolare (benzene e toluene). L’acqua è miscibile solo
con gli alcoli a basso PM, come metanolo, etanolo, 1- e 2- propanolo; con l’acetone, con
l’acetonitrile, con il THF (tetraidrofurano) e il diossano, con la DMF (N,N-
dimetilformammide) e il DMSO (dimetilsolfossido); con tutti gli altri solventi comuni è
immiscibile o poco miscibile, e quindi separa due fasi. Se si vuole aumentare l’immiscibilità
dell’acqua con solventi in cui questa è parzialmente solubile (tipicamente etere etilico,
MTBE (metil-terbutil etere), acetato di etile, 2-butanone), si può aggiungere una soluzione
salina concentrata (brine) all’acqua.
Quindi, nella scelta della coppia di solventi immiscibili si può utilizzare il caso più drastico,
acqua e petrolio, se i due componenti della nostra miscela sono uno molto idrofilo ed uno
molto lipofilo; altrimenti, invece dell’acqua si può usare il metanolo e l’altro componente
sarà il petrolio. Oppure si può tenere l’acqua come solvente massimamente idrofilo, e
utilizzare come secondo solvente il diclorometano, l’etere etilico o l’acetato di etile, già
sensibilmente più polari degli idrocarburi. Ma questo sistema si presta a infinite variazioni:
p.es., il metanolo ed il diclorometano sono miscibili, ma se si aggiunge una quantità
sufficiente di acqua, questi tornano immiscibili, e così via.
Per quanto riguarda la manualità, si usa un imbuto separatore, proprio come nel caso
precedente; l’ordine in cui vengono messi i due solventi è indifferente; i volumi dei due
solventi saranno sempre ca. uguali. Dopo la separazione delle due fasi, per il recupero dei
componenti della miscela si può discutere con il docente. I solventi bassobollenti possono
essere vantaggiosamente eliminati al rotavapor, altrimenti si può ricorrere alla distillazione o
alla cristallizzazione.
- Per quanto riguarda la cristallizzazione, i solventi che noi utilizzeremo sono gli alcoli,
l’acetato di etile, il petrolio, talvolta l’acetone. L’acqua da sola può andare bene utilizzando
il metodo caldo-freddo: infatti l’acqua bollente riesce a sciogliere molto meglio i composti
lipofili di quanto non faccia l’acqua fredda. Le miscele solvente – non solvente sono molto
utilizzate, p. es. acqua-alcoli.

Quantità – Per la distillazione, prelevare 25 ml di liquido. Per gli altri casi: se soluzione
senza EtOH, prelevare 10 ml. Se con EtOH: 20 ml. Se miscela solida, prelevare 2 g.
Miscele a due componenti, da separare

1. Aldeide butirrica – 2-metil-2-butanolo


2. Lisina – Anisolo
3. Xylene – Benzaldeide
4. Acetato di butile – Benzilammina
5. Dibromometano – 2-naftolo
6. Cicloesilammina – 2-esanolo
7. Naftalene – p-cresolo
8. Acetanilide – Acido esanoico
9. Linaliil acetato – 1-decene
10. Isovaleraldeide – 2-metil-2-butanolo
11. Dietanolammina – difeniletere
12. Acido benzoico – naftalene
13. 2-pentanone – cicloesanone
14. Etil-p-idrossibenzoato – acetofenone
15. Diisopropiletere – 3-pentanone
16. Mannitolo – benzofenone
17. b-pinene – acido esanoico
18. Acetanilide – acido fenilacetico
19. p-cresolo – benzofenone
20. 1-ottano – aldeide butirrica
21. vanillina – metil propionato
22. valina – p-dicloro benzene
23. Etilcicloesano – 1-propanolo
24. Mentone – 3-nitrobenzil alcol
25. Acido salicilico – difenil etere
26. 2-esanolo – 2-metil-2-butanolo
27. 3-metil cicloesanone – ottano
Pe (in °C) di tutte le sostanze che utilizziamo (pf se indicato)

Acido salicilico 159 (pf) 2-esanolo 136


Acido esanoico 205 Ftalimmide 238 (pf)
Acido benzoico 122 (pf) Isovaleraldeide 92
Acido fenilacetico 76 (pf) Lisina 215 (pf, dec)
Acetanilide 114 (pf) Linaliil acetato 115
Anisolo 155 Mannitolo 164 (pf)
Aldeide butirrica 75 2-metil-2-butanolo 101
Acetato di butile 126 3-metil cicloesanone 168
Acetato di etile 77 Mentone 207
Acetato di metile 57 Metil propionato 79
Benzaldeide 178 Naftalene 80 (pf)
Benzofenone 48 (pf) 2-naftolo 121 (pf)
Benzilammina 185 3-nitro benzil alcol 178
p-Cresolo 35 (pf) Ottano 125
Cicloesano 81 2-pentanone 100
Cicloesanone 155 3-pentanone 102
Cicloesanolo 161 b-pinene 163
Cicloesilammina 133 Toluene 111
1-decene 168 Valina 298 (pf. dec)
p-Diclorobenzene 53 (pf) Vanillina 81 (pf)
Diisopropil etere 69 (p)-Xylene 138
Dibromometano 97 Metanolo 65
Difenil etere 259; 28 (pf) Etanolo 78
Dietanolammina 269 Acetone 56
Diossano 101 Etere etilico 35
Etil cicloesano 129 MTBE 55
Etil p-idrossibenzoato 117 (pf) Diclorometano 40
Esano 69 Acetonitrile 81

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