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INTERPRETATION.
CAPITOLO 2
IL CAMPIONAMENTO: INTRODUZIONE
Capisaldi della ricerca sociolinguistica degli anni settanta:
- Analisi della lingua realmente prodotta dai parlanti (l'uso vs competenza).
- Confronto con la variabilità inerente della lingua
Prima allo sviluppo dei metodi della sociolinguistica moderna: inadeguatezza e di difficoltà nei confronti della
variazione, anche da parte di chi vi riconosceva l'interesse.
- Attenzione verso le comunità urbane complesse.
- Studio della variabilità interpersonale e intrapersonale delle comunità urbane.
- Necessità di concepire strumenti e metodi di analisi radicalmente diversi rispetto a quelli utilizzati negli studi linguistici
precedenti.
Labov (1966): modello teorico e metodologico tarato sullo studio della variazione nelle comunità urbane, utilizzato e
adattato successivamente a diverse comunità linguistiche sparse in tutto il mondo.
- Centrale l'idea della imprescindibile funzionalità sociale e linguistica della variazione.
- Il fine della ricerca sociolinguistica è scoprire i pattern sociolinguistici della variazione.
- Indispensabile acquisire la tipologia e la quantità di dati linguistici sufficienti, ovvero stili diversi di lingua (registri) usati
dallo stesso parlante e da tipologie diverse di parlanti.
La sfida più importante per la ricerca sociolinguistica è ottenere dati linguistici appropriati da analizzare: good data
Il primo obiettivo per il sociolinguista è disegnare un campione che rifletta "la relazione tra il progetto di ricerca e gli
obiettivi della ricerca" (Milroy 1987: 18, Milroy and Gordon 2003: 24).
- La relazione tra il campione della ricerca e le finalità della ricerca è strettissima
«At the ouset, a sociolinguistic project must have (at least):
1) a (socio)linguistic problem
2) appropriate data to address it» (Tagliamonte 2006: 17)
Un progetto sociolinguistico deve avere: un problema (socio) linguistico e dati idonei, appropriati per affrontarlo.
LA RAPPRESENTATIVITÀ
Ovviamente l'obiettivo che si vuole colpire con un campionamento casuale è la rappresentatività: ma assicurare la
rappresentatività non è semplice.
- Qualsiasi studio scientifico che studia un piccolo gruppo selezionato all'interno di un grande gruppo di individui non
può essere considerato rappresentativo di quest'ultimo.
Es. il parlato di un gruppo di giovani lavoratori professionisti in città non è rappresentativo né dell'intera città, ma
nemmeno di tutti i giovani professionisti in città.
Allo stesso modo il parlato in un determinato contesto di enunciazione (conversazione con bambini, lettura ad alta
voce) non può essere generalizzato ad altri contesti.
Se l'obiettivo è la rappresentatività è indispensabile evitare i seguenti problemi (Milroy 1987: 24).
a) Selezione degli informatori influenzata, consciamente o inconsciamente, dalla scelta umana.
b) Copertura inadeguata della popolazione.
c) Incapacità di raggiungere alcune sezioni della popolazione.
d) Mancanza di cooperazione da parte di alcune sottosezioni.
Non è semplice…
Ottenere la rappresentatività è la sfida più ardua quando si studiano popolazioni altamente diversificate come quelle in
contesto urbano.
- Descrivere la popolazione di una determinata comunità attraverso un particolare sottogruppo di parlanti è all'origine di
una fonte di distorsione, di un bias.
Esempio, se per descrivere gli usi linguistici degli adolescenti di una scuola, ci si avvale, per individuare il campione,
dell'aiuto del dirigente scolastico o degli insegnanti, si corre il rischio che siano selezionati solo gli studenti migliori.
Impredittibilità dei bias: gli usi linguistici variano su più dimensioni sociali ognuna delle quali può introdurre una fonte di
distorsione nel campione, ovvero un bias.
I campioni selezionati per le ricerche linguistiche sono di solito troppo limitati per assicurare la rappresentatività
statistica: estendere i risultati relativi ad un campione ristretto ad una popolazione più ampia è dal punto di vista
statistico scorretto.
Labov a New York City (Lower East Side):
- campione casuale per garantire la rappresentatività.
- progetto iniziale circa 380 parlanti, ne saranno poi intervistati solo 84 per cause naturali (morti, malattie ecc.)
- il campione definitivo non è più casuale in termini statistici.
Il principio guida del campionamento casuale è che chiunque può avere la stessa possibilità di essere selezionato.
Il campione di Labov non era rappresentativo da un punto di vista statistico, ma presentava indubbi vantaggi:
- non si concentrava su un particolare gruppo di parlanti.
- non tentava di ottenere un particolare tipo parlato (considerato tipico di New York).
Ma anche qualche problema:
- La sostituzione di informatori inizialmente selezionati non disponibili introduce una distorsione.
L'investigatore deve assicurarsi di sostituire i membri non disponibili con soggetti di caratteristiche simili in modo da
preservare la rappresentatività del campione rimasto.
LA RAPPRESENTATIVITÀ IN SENSO FORTE E IN SENSO DEBOLE
A questo punto si pone la necessità di distinguere tra rappresentatività in senso stretto e rappresentatività in senso
debole.
- La rappresentatività in senso stretto può fornire un'enorme quantità di indizi sulla struttura sociolinguistica di una
comunità.
I benefici non paiono tuttavia giustificare i suoi costi
Preferibile una forma di campionamento strutturato non statistico, a scelta ragionata, rappresentativo in senso debole.
- Nella sociolinguistica degli ultimi trenta anni si preferisce infatti questo tipo di campionamento.
LA RICERCA SOCIOLINGUISTICA OGGI: SELEZIONARE IL CAMPIONE
A proposito di un campionamento strutturato non statistico a scelta ragionata...
- La selezione di un campione di questo tipo è comunque un'operazione complessa.
Sankoff 1980 individua tre ambiti di scelte che il ricercatore deve affrontare nella selezione del campione:
1. Definire l'universo di riferimento, ovvero designare anche in maniera grossolana i confini del gruppo o della comunità
alla quale si è interessati.
2. Individuare le dimensioni di variazione rilevanti per la comunità in oggetto e quindi costruire un campione stratificato
(per etnia, genere, classe sociale del parlante).
3. Determinare l'ampiezza del campione.
- Ciascuno di questi obiettivi costituisce una sfida metodologica considerevole.
DEFINIRE L'UNIVERSO DI RIFERIMENTO
1. Definire i confini della comunità alla quale si è interessati in genere non è considerato un problema.
- Ma attenzione:
I. la definizione dei confini della comunità condiziona i risultati della ricerca.
Es. Labov sceglie di escludere dal suo campione un ampio numero di persone selezionate casualmente perché non
parlanti nativi.
- Scelta densa di conseguenze, sia per l'alto numero di migranti residenti a New York, sia per la problematicità del
concetto stesso di parlante nativo (in particolare in un'ottica sociolinguistica).
Per esempio Trudgil nella sua ricerca a Norwich osserva che si può essere parlante nativo di una varietà pur non
mostrando le caratteristiche strutturali (l'accento) di tale varietà qualora i genitori provengano da gruppi dialettali
diversi.
I campioni proporzionali si basano sul giudizio del ricercatore nel determinare la struttura del campione e nel
selezionare i soggetti: per questo sono definiti campionamenti 'per quota' e 'a scelta ragionata'.
Un buon campionamento proporzionale e ragionato deve essere basato su una chiara impostazione teorica in base
alla quale le scelte del ricercatore devono risultare razionali e motivate.
Attenzione: non sempre le categorie sociali sono facilmente individuabili grazie a criteri demografici
- quando le categorie sociali non sono individuabili grazie a criteri demografici, 'investigatore si assume una
responsabilità maggiore.
- necessaria è una profonda conoscenza della comunità che può scaturire o dall'osservazione partecipante di lungo
periodo o da altri metodi di tipo etnografico.
"Rather than testing hypotheses against predetermined categories, ethnography is, among other things, a search for
local categories. Thus while survey fieldwork focuses on filling in a sample, ethnographic fieldwork focuses on finding
out what is worth sampling." (Eckert (2000: 69)
Piuttosto che testare ipotesi utilizzando categorie predeterminate, 'etnografia e, tra le altre cose, una ricerca di
categorie locali. Pertanto, mentre solitamente la ricerca sul campo è concentrata sul tentativo di riempire un
campione, l'etnografia cerca di stabilire quello che vale la pena campionare.
- Esempio: Eckert (2000) due anni in una scuola superiore di Detroit per inquadrare la struttura sociale della scuola e
stabilire una relazione di vicinanza con gli studenti che le consentisse di selezionare il campione in base a categorie
locali'.
Nel campionamento per quota e a scelta ragionata il ricercatore può adottare la tecnica del campionamento a
valanga: gli stessi partecipanti aggregano nuovi partecipanti.
Questo approccio è molto efficace:
- riduce la possibilità di rifiuto da parte dei partecipanti 'investigatore avvicina l’informatore non da outsider, ma nel ruolo
di amico di un amico.
CAMPIONAMENTO A VALANGA E NETWORK SOCIALE
La tecnica del campionamento a valanga è stata efficacemente adottata nelle inchieste sui network sociali.
Nello studio del network il campionamento avviene rispetto agli studi sociolinguistici tradizionali in un modo diverso:
- negli studi tradizionali il punto di partenza è la selezione di individui isolati che appartengono ad una particolare classe
sociale vs lo studio del network esamina un gruppo sociale preesistente.
Sistema pratico che fornisce un insieme di procedure per studiare i gruppi piccoli in cui i soggetti non sono discriminati
in base a nessun indice sociale.
- Esempi:
Labov (1972a) a Harlem un gruppo di ragazzi neri del quartiere.
Cheshire (1982) a Reading un gruppo di adolescenti che si incontrano in un parco giochi.
CAMPIONAMENTO E ETÀ
Dopo i lavori di Labov (1963, 1966) lo studio del cambiamento linguistico è uno degli ambiti in cui l'applicazione del
paradigma variazionistico è stato più fruttuoso.
Usando i metodi variazionistici è stato possibile identificare ed esaminare i cambiamenti linguistici in atto.
Questa linea di ricerca ha prodotto importanti indizi per comprendere i meccanismi del cambiamento linguistico grazie
all'esplorazione del ruolo giocato dai fattori sociali e tra questi in particolare l'età.
- Differenze tra le generazioni di parlanti sono interpretate come prove di cambiamento linguistico in accordo all'ipotesi
del tempo apparente, secondo cui parlanti di età diverse sono rappresentativi di diversi stadi di lingua.
In realtà maneggiare la varabile classe sociale è molto più complicato di quanto possa apparire inizialmente.
La definizione di classe sociale è controversa anche nell'ambito delle scienze sociali.
Molto criticato in una fase recente degli studi variazionistici è l'uso non riflesso criticamente del concetto di classe
sociale che caratterizza i primi lavori sociolinguistici.
Giddens (1989): nell'ambito di un’ampia discussione sulle strutture della inegualità, considera la classe (connessa
all'accesso alle risorse economiche in USA) uno dei principali sistemi stratificati che hanno promosso ineguaglianza
(gli altri sono: la schiavitù del mondo antico, la casta della società indiana, il ceto della società europea).
In linea di principio la stratificazione attraverso la classe è spesso accompagnata da un certo grado di mobilità: la
posizione di classe di un individuo può essere raggiunta, non ereditata.
In realtà 'Classe' significa cose diverse in contesti sociali e economici differenti: la mobilità è maggiore negli Stati Uniti
e nel Nuovo Mondo mentre è minore in Europa dove il concetto di classe è meno saliente.
Cannadine (1998) evidenzia notevoli differenze nella concezione di classe tra USA e Gran Bretagna:
La società priva di classe prototipica rimane la società degli Stati Uniti. Indubbiamente ci sono grandi inuguaglianze di
benessere e potere in USA ma queste non si traducono in corrispondenti ineguaglianze di prestigio sociale o di
percezione sociale. Diversamente dagli inglesi, qli americani non concepiscono la loro società gerarchicamente
organizzata e percepiscono loro stessi nella maggioranza dei casi come appartenenti alla classe media. A differenza
degli inglesi, ali americani non sono interessati alla lingua di classe e ai modelli di società classista che quella lingua
esprime. La differenza tra USA e GB è che in USA la sola differenza tra ricchi e poveri è che i primi hanno più soldi.
- Differenza di consapevolezza di classe.
- Distinzione tra la classe come sistema per promuovere la ineguaglianza nella società e la percezione sociale del
prestigio che ne scaturisce.
La rilevanza del binomio classe/status è particolarmente rilevante nell'analisi della variazione linguistica.
Ma in concreto come si definisce la classe?
- Thompson (1963): classe = gruppo di persone che condividono gli stessi interessi, esperienze sociali, tradizioni e
sistema di valori, che tendono a comportarsi come classe e a percepire e definire se stessi, in relazione agli altri, in
termini di classe.
- Chambers (1995): definizione di classe basata su una gerarchia di occupazioni.
Es. Macaulay a Glasgow: l'occupazione funziona bene come indicatore di classe.
Nel mondo arabo: l'indicatore di classe più efficace da un punto di vista sociolinguistico è la scolarizzazione poiché
l'accesso alla lingua di élite è garantito direttamente dal livello educativo (Al-er 1997, AbdEl-Jawad 1987).
Labov a New York usa tre indicatori la scolarizzazione, l'occupazione e il reddito.
Trudgil a Norwich usa un indice molto complicato basato su occupazione, reddito, scolarizzazione, tipo di abitazione,
quartiere di residenza e occupazione del genitore. In base a tali indicatori individua le cinque classi sociali.
Fondamentale è la distinzione di Halsey tra classe (concetto economico) e status (concetto valutativo: il prestigio
attribuito alle diverse classi sociali).
Nella sociolinguistica variazionistica è sempre stato dato un grosso spazio ai giudizi dei parlanti Labov (1972 e oltre).
- Bell (1984, 1989) ha incorporato la ricerca sociale e psicologica sulle attitudini linguistiche nel suo studio sulla
variazione.
- Milroy e Preston (1991) presentano un lavoro variazionistico sulle attitudini linguistiche.
Nella misura in cui i gruppi occupazionali si sovrappongono ai gruppi di status e condividono prestigio e stili di vita
simili, essi possono essere visti come coestensivi e la distinzione tra loro può non essere problematica. In questo caso
il termine classe è usato per indicare entrambi.
1. In alcune comunità invece la relazione tra status e classe può non coincidere, quindi la scala stratificata di New York o
di Norwich non può essere automaticamente estesa.
- In Gran Bretagna la proporzione di popolazione che ricade in una data classe può variare da una comunità all'altra.
Differenze nord e sud della GB: nel sud dell'Inghilterra una maggiore fetta della popolazione occupa la classe
economica alta.
La conseguenza è la differenza del prestigio accordato ai diversi gruppi economici: una élite più ristretta gode di un
maggiore prestigio.
2. Un altro problema è la mobilità fra le classi: in USA e in Australia la mobilità è maggiore che in GB.
- Questo aspetto condiziona le relazioni tra status e classe: la mobilità sociale può risultare in una mancata coincidenza
tra la classe cui appartiene l'individuo e lo status attuale che un individuo detiene nella comunità.
- Nelle città moderne in via di sviluppo con un alto tasso di migrazione, l'interazione tra le variabili di stato, classe e
eticità può creare ulteriori problemi.
Horvath (1985): ricerca sul dialetto urbano di Sydney in Australia condotta da:
- L'intenzione era di adattare la procedura utilizzata da Labov a New York per esaminare il modello di variazione
linguistica in un campione stratificato per età, genere, classe e etnia.
- A differenza di Labov la studiosa ha incluso parlanti non nativi nel suo campione e poiché i gruppi etnici a Sydney
erano distribuiti non casualmente sia da un punto di vista sociale che geografico ha preferito un campione ragionato in
modo da assicurarsi una ragionevole diffusione di tutti i tipi di parlanti piuttosto che un campionamento casuale.
- Attraverso un campionamento a valanga la studiosa ha intervistato un campione stratificato per età, genere, classe
sociale e etnia (5 parlanti per ciascuna tipologia).
- Problema:
- la società estremamente mobile multietnica di Sidney è caratterizzata da mancanza di coincidenza tra classe sociale e
status connesso al ruolo della etnia:
Es. proprietari di latteria-bar: due persone appartenenti a due diversi gruppi etnici ma con simili e occupazioni possono
godere di un prestigio diverso.
- gli individui possono molto facilmente passare da una classe ad un'altra da uno status all'altro.
In definitiva:
la discussione sul campionamento ha messo in evidenza la strettissima interconnessione tra teoria e metodi:
- le scelte di campionamento dipendono da decisioni metodologiche che devono essere dettate da principi teorici.
Oggi gli studiosi sono più rilassati rispetto alla rappresentatività e preferiscono metodi di campionamento difendibili da
un punto di vista teorico che consentono di raggiungere gli obiettivi che si sono proposti.
CAPITOLO 3
LA RACCOLTA DEI DATI
QUESTIONI GENERALI
Una volta selezionato il campione di parlanti il passo successivo è ottenere dati utili.
Come?
- La scelta dipende dagli obiettivi della ricerca.
- Le scelte sul piano delle tecniche di licitazione sono cruciali.
gli usi linguistici sono seriamente influenzati dai fattori contestuali.
le modalità di approccio e di interazione con l'informatore condizionano fortemente i dati per l'analisi.
Obiettivo primario per uno studio sociolinguistico è ottenere il parlato spontaneo informale: il vernacolo.
La condizione di outsider del ricercatore rappresenta un limite per riuscire ad ottenere il vernacolo.
Il paradosso dell'osservatore: il ricercatore vuole osservare gli individui quando non sono osservati.
Il problema si acuisce se si registra il parlato:
- molti informatori si allontanano dagli usi linguistici informali se registrati da uno sconosciuto.
Sono state sviluppate molte tecniche e strategie per tentare di superare il paradosso dell'osservatore o perlomeno
ridurne gli effetti.
Ritorniamo al vernacolo:
- Labov: la varietà acquisita in preadolescenza, la varietà adottata dai parlanti quando non monitorano il loro parlato.
- Eckert: la lingua connotata diatopicamente in opposizione con la varietà standard sovralocale.
- Per entrambi il vernacolo rappresenta 'osservatorio migliore per analizzare i processi e i meccanismi di cambiamento
linguistico e le caratteristiche strutturali di una particolare varietà.
l'uso dello stile 'corretto' formale, è caratterizzato da una ricerca di tratti spesso ipercorretti in direzione dello standard.
Il vernacolo è 'più originale' più regolare.
Ma è proprio così?
- In realtà qualsiasi varietà linguistica, anche di parlato, è sempre condizionata dal contesto situazionale in cui è
prodotto.
Per certi versi il vernacolo è un oggetto astratto come la sua controparte la lingua standard.
La nozione di vernacolo di Labov è strettamente connessa alla sua concezione della variazione stilistica in termini di
maggiore o minore attenzione rivolta alla propria produzione.
- Questo approccio pone delle difficoltà: nei suoi stessi studi alcuni degli usi linguistici descritti presuppongono una
certa consapevolezza che non si accorda con l'idea del vernacolo come varietà non monitorata dal parlante.
In passato la dimensione della variazione stilistica era messa in relazione solo al destinatario e all'argomento di
discorso, oggi c'è una maggiore consapevolezza della complessità della variazione stilistica: lo shifting può essere
utilizzato strategicamente dal parlante per adempiere a bisogni comunicativi diversi.
La consapevolezza da parte dei sociolinguisti della complessità del concetto di variazione stilistica ha generato un
interesse sempre maggiore per l'esame di dati caratterizzati dal punto di vista stilistico in maniera diversificata.
- I dati di parlato spontaneo della conversazione quotidiana possono essere utili per rispondere a una serie di domande
sociolinguistiche, ma le procedure per ottenerli sono piuttosto laboriose e dispendiose in termini di tempo e non
sempre ci consentono di ottenere quello che vogliamo.
- Peraltro i dati di parlato spontaneo non sono l'ideale per qualsiasi tipo di studio.
- Talvolta si rende necessario utilizzare dati diversi, ottenuti registrando discorsi pubblici come testi scritti o dei media.
QUESTIONARI SCRITTI
Procediamo ad un overview di sistemi di licitazione dati a partire da quelli in cui il ricercatore ha un maggiore controllo.
L'uso delle ricerche con questionario scritto nelle indagini sociolinguistiche
- Wenker nel 19esimo secolo nella sua ricerca sui dialetti del nord della Germania utilizzò il questionario scritto per la
prima volta nella geografia dialettale.
- I sociolinguisti però usano i questionari scritti in maniera diversa in particolare riguardo alla selezione degli informatori:
l'obiettivo è avere un campione più rappresentativo della diversità sociale di una determinata popolazione.
- Un esempio è lo studio di Chambers in Canada (The Golden Horseshoe).
I dati sono stati raccolti con un questionario postale che presentava 76 domande riguardo a diverse variabili su livelli di
analisi (morfosintassi, lessico e fonologia), cui se ne aggiungevano 11 che riguardavano informazioni demografiche
circa età, sesso, occupazione e scolarizzazione.
L'impianto della ricerca ha messo in evidenza modelli di co-variazione di variabili sociali e linguistiche che
sottintendono numerosi cambiamenti linguistici.
The Golden Horseshoe study è stato emulato da altri studiosi.
In definitiva le ricerche tramite questionario scritto sono utili per rispondere ad alcune domande, ma non ad altre.
Chambers definisce questo approccio 'topografia dialettale':
Esso produce una descrizione di tratti superficiali e può essere considerato un primo passo per delimitare aree in cui
successivamente gli studi micro- sociolinguistici andranno ad approfondire l'analisi.
APPROCCI DI INDAGINE ALLA RACCOLTA DEI DATI: QUESTIONARI SOMMINISTRATI DAL
RICERCATORE
Tecnica di licitazione dati alternativa: gli informatori rispondono ad un questionario in presenza del ricercatore.
- Metodo preferito dalla tradizionale dialettologia per ragioni pratiche: l'informatore tipico della dialettologia tradizionale
era di solito analfabeta.
Vantaggi del questionario somministrato dal ricercatore nelle società moderne con una scolarizzazione di massa:
- Consente la diretta osservazione del linguaggio in uso.
- Permette di indagare le variabili fonetiche utilizzando parole diagnostiche o liste di parole.
Ma quello che si ottiene attraverso l'uso del questionario somministrato dal ricercatore è la osservazione diretta degli
usi linguistici degli informatori?
- No piuttosto il loro giudizio sul proprio uso linguistico.
- Si tratta quindi un compito metalinguistico che fa affidamento sulla capacità dell'informatore di riportare i suoi
comportamenti linguistici.
La capacità degli informatori di riportare i loro usi linguistici in maniera realistica è dubbia.
- Numerosi i casi in cui gli informatori dopo aver categoricamente affermato di non usare una determinata variante
linguistica, poi nel corso dell'intervista nel parlato semi-spontaneo ne hanno fatto uso.
Ciò nonostante non si può ritenere che i test di autovalutazione siano inutili o meno accurati dei dati raccolti attraverso
l'osservazione dell'uso.
- Tillery, Bailey 1998:
Confronto tra dati ottenuti da test di autovalutazione e dati ottenuti tramite osservazione diretta in alcuni studi (in
Texas e in Okaloma).
i dati ottenuti attraverso i giudizi di autovalutazione sono altrettanto utili di quelli ottenuti tramite osservazione diretta,
ma dicono cose diverse.
Il questionario diretto consente di ottenere un quadro più accurato degli usi di alcune variabili, specialmente nel caso
di item.
- che appaiono infrequentemente nella conversazione che sono difficili da elicitare attraverso un questionario indiretto.
Inoltre in alcuni casi l'approccio indiretto può accompagnarsi a problemi di interpretazione: difficoltà di elicitare più
sottili differenze grammaticali.
L'inchiesta con questionario somministrato dal ricercatore è tuttavia anti- economica dal punto di vista del tempo
impiegato.
INTERVISTA SOCIOLINGUISTICA
LA STRUTTURA E LA PROGETTAZIONE DELL'INTERVISTA
Alternativa: intervista sociolinguistica
L'intervista è il metodo più comune per raccogliere dati in sociolinguistica.
- Consiste in uno scambio one to one condotto di persona (solo raramente a telefono).
L'intervista sociolinguistica solitamente differisce dall'indagine con questionario.
- è meno strutturata: mentre l'indagine con questionario ha un ordine predeterminato di domande, l'intervista ha un
protocollo più flessibile.
- consente di ottenere una fotografia degli usi linguistici più naturali e rilassati: mentre l'indagine con questionario
prevede risposte brevi a domande dirette, l'intervista vuole ottenere lunghi pezzi di parlato spontaneo.
In realtà l'informatore può muoversi da uno stile all'altro nel corso dell'intervista per diverse ragioni:
non si può assumere in maniera rigida che il parlante adotterà o manterrà un particolare stile in base al periodo di
durata dell'intervista.
Cruciale è anche la variabile in oggetto:
- Cheshire a Reading: sulle variabili sintattiche è necessario raccogliere molti più dati.
ci sono alcune variabili che non sono frequenti come gli elementi fonologici e la cui occorrenza non è predicibile.
in casi del genere possono essere necessari approcci più diretti, per esempio un questionario.
Oltre alle domande tese ad ottenere lunghe risposte gli intervistatori devono anche pensare a domande che
consentano di ottenere informazioni demografiche (età, genere, posizione socio-economica) in modo che queste
informazioni siano registrate per poter poi analizzare successivamente l'interazione tra variabili sociali e variabili
linguistiche.
L'intervista può produrre dati qualitativi utili che vanno ad integrare i dati quantitativi.
- Es. Gordon:
In una delle comunità esaminate gruppi di ragazzine adolescenti presentano pattern linguistici quantitativi diversi in
funzione dei network sociali nel tempo libero, dunque delle loro frequentazioni.
Ciò è emerso grazie ad una serie di domande volte ad ottenere informazioni su gestione del tempo libero, reti amicali
ecc. ecc. (seguendo il modello della Eckert).
- D'altronde gli intervistatori che si allontanino dal classico format dell'intervista creano confusione.
Esempio Gordon (2001): il barista in Michigan.
- Labov suggerisce di invertire gli equilibri di potere tra intervistatore e informatore:
l'intervistatore deve porsi nella posizione di inferiorità di chi apprende da una fonte autorevole: l'informatore.
Briggs: un falegname dopo aver accettato l'intervista esordisce «allora che cosa vuoi sapere».
Un altro tipo di sfida posta dall'intervista sociolinguistica è il tipo di dati che consente di elicitare:
- Limitazioni sulle caratteristiche strutturali dei dati ottenuti: alcuni fenomeni di parlato possono risultare difficili da
ottenere; variabili sintattiche sono difficili da elicitare specialmente a fini quantitativi.
- in alcuni casi il limite è costituito dai vincoli strutturali posti dall'intervista da un punto di vista pragmatico: basti pensare
alle costruzioni interrogative che sono così comuni nel parlato spontaneo, ma molto rare invece nelle interviste.
L'esempio dello studio sulle tag question a Reading Cheshire (She is already here. Isn't she?).
Ulteriore limite è connesso alla difficoltà di ottenere tratti fortemente stigmatizzati:
- Belfast project: presenza di numerosi tratti stigmatizzati sia da un punto di vista fonetico (meat vs mate) che sintattico
(la doppia negazione).
Problematico è il ruolo dell'autocorrezione di tratti socialmente stigmatizzati:
Es. una donna di mezza età articola queue [ku] invece di [kju:] che significa?
- A Belfast cap con intacco palatale [kjap] stigmatizzato e recessivo è usato da uomini di mezza età o anziani.
- [ku] è dunque una realizzazione ipercorretta per evitare iltratto stigmatizzato dell'intacco palatale.
Interviste di gruppo:
- Problemi: confusione.
- Vantaggi: controllo stilistico reciproco tra informatori in accordo con le norme della rete, specialmente se chiusa.
In definitiva
- Nessun tipo di intervista è lo strumento ideale per ottenere i dati di parlato informale.
- Utile è che tecniche diverse siano usate in sinergia in funzione del contesto in cui la ricerca viene condotta e dei
vincoli locali.
CAMPIONAMENTO E ETÀ
La maggioranza dei casi di age-grading si verifica però nell'infanzia o nell'adolescenza e riguarda quei tratti che
implicano un alto livello di consapevolezza e possono facilmente essere manipolati.
Alcuni studi hanno tentato di testare il concetto di tempo apparente attraverso la comparazione delle tendenze emerse
da un punto di vista sincronico con l'osservazione di dati in tempo reale.
- Baley 1991 verifica dopo 15 anni i dati emersi da una ricerca telefonica condotta in Texas precedentemente (Linguistic
Atlas of the Gulf States).
- Trudgil 1988 ritorna dopo 15 anni a Norwich per confermare i dati da lui raccolti 15 anni prima: emergono numerosi
tratti ben stabiliti nel parlato dei ragazzi nonostante la loro bassa frequenza o totale assenza nel corpus precedente.
Questo risultato evidenzia la rapidità con la quale cambiamento linguistico si può diffondere in una comunità (es.
centralizzazione di ɛ in bell).
Il metodo del tempo apparente non deve essere sostituito, ma serve come stimolo per interpretare criticamente le
differenze di età.
- Il problema è la nostra limitata comprensione delle relazioni tra età e variazione.
- L'età è una variabile sociale che permette una classificazione netta dei parlanti (vs altre variabili come lo status socio-
economico).
- L'età è facile da misurare, ma assegnare un valore numerico ad un soggetto è solo un passo preliminare per
interpretare la variazione connessa all'età.
- L'età è simile al genere: sebbene i parlanti sono facilmente classificati come uomini e donne, questa semplice
dicotomia nasconde un'enorme complessità di relazioni.
- Allo stesso modo la sfida di esaminare gli effetti dell'età risiede nell'individuare modi significativi di comparare e
raggruppare soggetti.
Eckert a Detroit:
- divisione in tre stadi che distinguono l'infanzia, l'adolescenza e l'età adulta, e separazione tra gli adulti che lavorano e
quelli in pensione.
Hazen (2000) nelle tre comunità etniche in Nord Carolina:
- in base alle diverse fasi di vita si individuano tre categorie definite localmente in relazione alla storia della comunità, in
particolare al processo dell'integrazione nelle scuole pubbliche.
Gli adolescenti spesso conducono il cambiamento, usano molte forme innovative: questo trend è connesso al loro
essere coinvolti nella costruzione della loro identità in opposizione agli adulti.
Di contro il parlato degli adulti di mezza età tende ad essere altamente conservativo, spesso più conservativo degli
adulti più anziani:
- molte variabili mostrano una distribuzione ad U in base alla quale i giovani e gli anziani si comportano in maniera
simile e si distinguono dai parlanti di mezza età.
La spiegazione sembra risiedere nella pressione conservativa del mercato linguistico che subiscono gli adulti di mezza
età.
OSSERVAZIONE PARTECIPANTE
Per ottenere un parlato il più spontaneo possibile la strategia migliore è l'approccio etnografico.
- Nella maggioranza dei casi i ricercatori investigano comunità delle quali non sono membri, il loro ruolo di outsider
rappresenta un impedimento per superare il paradosso dell'osservatore.
- Un modo di cambiare questa situazione e adottare il ruolo di osservatore partecipante.
L'approccio etnografico richiede un coinvolgimento di lungo termine in una comunità ed è fondamentalmente un modo
per raggiungere una profonda conoscenza della cultura locale.
I principali benefici della osservazione partecipante sono:
1. la quantità e la qualità dei dati raccolti.
2. la familiarità dell'investigatore con la comunità.
I benefici di questo tipo di approccio sono illustrati dal lavoro della Eckert nella scuola superiore dell'area di Detroit.
Eckert (2000):
- 2 anni in una scuola superiore trascorsi in aree pubbliche, fuori le classi, in biblioteca, nella caffetteria, nell'atrio, pure
avendo l'autorizzazione dalla dirigenza scolastica, E. ha evitato intenzionalmente di rivestire un qualsiasi ruolo ufficiale
nella scuola che le avrebbe impedito di parlare con i ragazzi in maniera franca.
- In questo modo ha osservato ha il comportamento degli studenti, ha interagito in maniera casuale con loro, dopodiché
ha fatto interviste a circa 200 studenti in gruppo o da soli.
- Ha raccolto ore di parlato informale da una notevole quantità di studenti: il livello di confidenza raggiunto ha fatto sì
che essi parlassero con lei di argomenti tabù come sesso, droga, crimine e che condividessero con lei anche fatti
personali.
- Per molti di loro ha raccolto più ore di intervista. Infatti i testi analizzati non sono mai quelli raccolti nelle prime
interazioni.
- La familiarità della studiosa con la comunità le ha dato alla non solo l'accesso agli usi linguistici, ma gli indizi per
interpretare i comportamenti linguistici osservati, il significato degli usi linguistici.
- La profondità di analisi consente la distinzione tra due categorie di studenti jocks e burnout che gioca un ruolo centrale
nella struttura sociale della scuola.
- Attraverso questa distinzione la popolazione adolescente della scuola si divide in classe media e classe operaia: i
jocks sono la classe media e burnout la classe operaia.
- Queste categorie sociali potrebbero essere esplorate in uno studio meno orientato etnograficamente, ma la Eckert
invece propone una prospettiva più profonda ottenuta grazie alla osservazione partecipante di lungo termine.
- Il significato di appartenere all'una o all'altra categoria si esplica nei comportamenti di tutti i giorni: le due categorie
sono basate in pratica in una serie di attività giornaliere di interazioni e azioni.
- Guardare ai Jocks o ai Bournouts come membri o rappresentanti di categorie sociali significherebbe non soltanto
ridurre le storie individuali, l'incertezza la complessità, la molteplicità che costituisce questa affiliazione sociale, ma
anche mascherare il fatto che essa esiste solo in pratica e che può essere compresa soltanto attraverso
l'osservazione diretta e non ascoltata attraverso le interviste.
Trascorrere due anni in una scuola come la Eckert (il primo anno regolarmente il secondo in maniera occasionale) è
un lusso.
Fortunatamente i benefici dell'osservazione partecipante possono anche essere raggiunti senza uno sforzo in termini
di tempo così oneroso.
Cukor-Avila a Springville in Texas
- Due mesi facendo gite di un giorno e raccogliendo i dati in un negozio che rappresentava un punto di incontro centrale
per la comunità, frequentato da tutti i residenti della comunità.
- Ogni giorno ha condotto alcune interviste ai clienti di questo negozio e poi ha cominciato a includere nel suo campione
una serie di interazioni non sollecitate che comprendevano giochi, litigi ecc.
- Il suo approccio si è rivelato fruttuoso, le ha consentito di ottenere molti dati di parlato in situazioni naturali:
Il fatto che gli informatori abbiano condiviso anche pettegolezzi dà la misura del tipo di complicità e di familiarità
raggiunto.
- L' esperimento ha trasformato in ruolo dell'intervistatore normalmente destinatario delle interazioni in spettatore.
L'osservazione partecipante è particolarmente utile per studiare la variazione in contesto bilingue dove la sola
presenza dell'osservatore potrebbe innescare la selezione di una varietà o di un'altra.
- Shin (1998): fenomeni di bilinguismo e di contatto in bambini coreani inglesi a New York.
- Per non condizionare l'interazione linguistica ha frequentato la loro classe nelle vesti di assistente.
In definitiva l'osservazione partecipante può essere un metodo particolarmente fruttuoso per l'analisi sociolinguistica:
- produce un'enorme quantità di dati di alta qualità e indizi cruciali per capire le dinamiche comunitarie.
Svantaggi:
- il tempo necessario per l'inchiesta l'energia e il coinvolgimento emotivo.
- ridondanza di dati: spesso si ottiene una quantità di dati di parlato molto superiori a quello che sarà analizzato (un'ora
si ottiene attraverso 10 ore).
- difficoltà di collocare i risultati di uno studio focalizzato, etnografico di una particolare comunità in un contesto
sociolinguistico più ampio:
Es. l'analisi di una scuola superiore o una piccola città non ci può dire nulla su come quella micro realtà si va ad
inserire nella variazione sociolinguistica della città o della regione come un tutto.
Gli investigatori che conducono ricerche con l'osservazione partecipante spesso integrano i loro studi con ulteriori
indagini in altre comunità simili per allargare la prospettiva.
Il confronto tra due ricerche sul Northern City Shift in zone diverse illustra bene questo punto.
- Il progetto Telsur di Labov studia il NCS nel Canada e negli USA e ha una estensione geografica molto ampia. Indica
quali sono le località investite dal Northern City Shift nell'ampia aerea considerata, ma poiché per ogni località sono
scelti due (o massimo 6 informatori nelle grandi città), il Telsur non dice nulla rispetto a quanto profondamente il NCS
ha penetrato la singola comunità
- La ricerca della Eckert nella scuola superiore di Detroit studia il NCS. Ma si concentra in un singolo punto e garantisce
una copertura capillare di tale località grazie a circa 200 interviste a studenti liceali. Questo tipo di ricerca non dà
informazioni sull'estensione geografica del fenomeno in oggetto, ma fornisce informazioni dettagliate sulla
distribuzione sociale di tale tratto.
IL PROGETTO DI BELFAST
Le scelte a proposito della raccolta di dati sono influenzate dalla necessità di trovare un equilibrio tra estensione e
profondità.
Progetti che coprono una popolazione target e la lingua di quella popolazione devono necessariamente affrontare il
problema delle scelte in termini di profondità e estensione della ricerca e a sacrificare o l'una o l'altra dimensione.
- Ricerche basate su un gran numero di informatori generalmente sono limitate riguardo al numero di tratti che possono
investigare.
- D'altro canto approcci che mirano a fornire una prospettiva olistica di una varietà prendono in considerazione solo
pochi parlanti.
È cruciale la consapevolezza dei limiti che ogni approccio impone.
- alcune difficoltà possono essere superate utilizzando all'interno della stessa ricerca diversi approcci con benefici e
limiti complementari.
La ricerca, che è stata portata avanti dal 1975-1981 nella città di Belfast, nel nord dell’Irlanda, da James e Leslie
Mirloy, ha utilizzato tre tipi di strategie:
- Osservazione partecipante in 5 quartieri di Belfast.
- Ricerca porta a porta con un campione casuale di residenti.
- Osservazione partecipante in comunità rurali intorno a Belfast.
Le comunità:
Un totale di 5 comunità all’interno della città è stato selezionato per uno studio in profondità.
Per la scelta delle comunità gli investigatori hanno preso in considerazione lo status geografico e sociale e le divisioni
etniche e religiose che caratterizzavano i diversi quartieri della città.
- Le prime tre, Ballymacarett (protestante), Clonard e Hammer (cattoliche) sono all’interno della città e hanno uno status
piuttosto basso.
La prima Ballymacarrett è a est le altre due Clonard e Hammer a ovest del fiume che divide la città.
- Le altre due Braniel e Andersonstown sono all’esterno della città e hanno uno status sociale di tipo medio-alto (upper-
working e middle class).
Braniel è a est e protestante mentre Andersonstown è a ovest ed è cattolica.
Ballymacarrett e Clonard appaiono connesse a Braniel e Andersonstown. Una discreta fetta della popolazione di
Braniel proviene da Ballymacarrett, entrambe protestanti, e molti residenti a Andersonstown sono originari di Clonard,
entrambe cattoliche.
Queste relazioni tra le aree sono piuttosto strette se non rigide poiché quando la popolazione di Belfast si sposta
seleziona il nuovo quartiere di residenza in base a criteri religiosi e etnici.
Per i Milroy a motivare la scelta di selezionare comunità che fossero collegate in questo modo dal punto di vista etnico
e dello status c'era l'idea di comparare dati linguistici dalle quattro aree in modo da ottenere informazioni dettagliate
sulle strategie linguistiche che la popolazione di Belfast metteva in atto nel momento in cui si muoveva dal vernacolo
urbano ad un pattern di parlato di status più alto.
I ricercatori hanno perseguito l'obiettivo in ciascuna località di entrare in contatto, di entrare a 'fare parte' del network
centrale della comunità in modo da ottenere il parlato spontaneo: il vernacolo.
A tal fine i contatti non erano individui con uno status istituzionale per evitare di ottenere un parlato standard.
A Andersontown il ricercatore, un laureato in antropologia, poiché era un residente non ha avuto difficoltà a
raccogliere i dati mediante la tecnica dell'osservazione partecipante.
- Questa località è quella nella quale si è riuscito ad utilizzare, meglio che in qualsiasi altra, la tecnica dell'osservazione
partecipante.
Anche nelle altre comunità il ricercatore si è presentato non in maniera formale come studioso, ma come amico di un
amico attraverso un insider con cui era precedentemente entrato in contatto.
Il contatto tramite un insider ha avuto l'effetto di garantire al ricercatore la fiducia di tutti e di essere recepito a sua
volta come insider.
In tutte le comunità, ma particolarmente in quelle con uno status più basso all'interno della città, i ricercatori sono
passati da una famiglia all'altra accolti da amicizia, calore e fiducia.
La ricerca è stata presentata come un'indagine sul modo in cui 'la vita è la lingua della comunità è cambiata'.
Si è chiesto ad inizio intervista il permesso di registrare le interazioni in presenza del ricercatore, permesso che non è
mai stato rifiutato.
Spesso le interviste hanno visto la partecipazione di due o tre persone oltre il ricercatore.
Con il sistema del campionamento a valanga sono stati selezionati 16 individui in ciascuna comunità.
La quantità e la qualità dei dati raccolti durante questi studi nelle comunità è eccellente (molte sezioni di gruppo sono
caratterizzate da una minima partecipazione del ricercatore).
A differenza della ricerca di Labov a Philadelphia in questo caso i ricercatori non avevano un protocollo preciso di
domande da porre agli informatori, ma semplicemente erano precedentemente informati sull'occupazione, il
background di scolarizzazione, le connessioni familiari, la residenza precedente dell'informatore.
Il sistema di Belfast di raccogliere i dati è stato sviluppato in comunità molto affiatate e quindi è adatto a comunità
urbane e rurali, ma è stato però anche esteso a comunità molto diverse in società molto diverse da quelle analizzate
inizialmente.
Ma cosa hanno i linguisti da offrire? Come si può applicare la conoscenza specialistica dei linguisti a beneficio della
comunità?
Le aree più rilevanti per la sociolinguistica possono riguardare:
- politica linguistica nelle società multilingue e sforzi per preservare lingue e dialetti moribondi.
- problemi nell'ambito dell'educazione.
Labov (1982b) il "processo di Ann Arbor" come esempio del contributo che i sociolinguisti possono dare a questioni
educative.
Il caso riguarda una causa del 1977 contro i funzionari scolastici in Ann Arbor in Michigan.
I genitori di bambini afroamericani hanno sostenuto che il sistema scolastico non aveva "preso in considerazione i
fattori culturali, sociali ed economici che impedirebbero [agli studenti] di fare progressi normali nella scuola "(1982:
168).
La lingua ha assunto un ruolo centrale nella causa: i querelanti sostenevano che il dialetto dei bambini, una varietà di
African American Vernacular English (AAVE), ha posto una barriera al loro successo educativo e la scuola non ha
preso provvedimenti adeguati ad aiutare i bambini a superarli.
Queste argomentazioni hanno ottenuto il sostegno dei linguisti che hanno testimoniato sulla struttura e la storia di
AAVE.
Alla fine i querelanti hanno vinto e il giudice ha forzato il distretto scolastico a condurre seminari per sensibilizzare gli
insegnanti sulla natura della variazione sociolinguistica.
Gli esempi discussi finora sono casi in cui i linguisti si sono fatti avanti per offrire la loro assistenza in risposta a
situazioni di bisogno in virtù del principio del debito contratto.
Tuttavia, Wolfram ha sostenuto che le responsabilità del linguista si estendono oltre tale "difesa reattiva" e che i
ricercatori dovrebbero prendere l'iniziativa a servire le comunità che investigano (1993a, 1998b).
Seguendo il modello di Labov, egli formula un principio di gratuità linguistica:
- Investigatori che hanno ottenuto dati linguistici da membri di una comunità dovrebbe perseguire attivamente le
strategie per restituire favori linguistici alla comunità. (Wolfram 1993a: 227)
Guidati da questo principio, Wolfram e il suo gruppo di ricerca hanno sviluppato una serie di programmi di
consapevolezza della lingua che sono progettati per comunicare fatti di base sui dialetti regionali e sociali e, in ultima
analisi, per promuovere una maggiore tolleranza e persino apprezzamento della diversità linguistica.
Il lavoro di Wolfram su Ocracoke, una comunità insulare al largo della costa del Nord Carolina, fornisce diversi modelli
per i programmi di sensibilizzazione linguistica all'esterno del contesto delle scuole.
Perché molte delle caratteristiche del dialetto locale sembrano sbiadire nell'uso, gran parte del lavoro su Ocracoke ha
avuto un sapore conservazionista, documentale.
- Wolfram e i suoi colleghi hanno stabilito una mostra permanente sul dialetto al museo storico locale.
- Essi ha anche prodotto un documentario video che descrive il dialetto e pubblicato un libro per non specialisti (vedi
Wolfram 1998b: 272 per citazioni).
- I profitti dalla vendita di questi oggetti, nonché dalla vendita del testo sul dialetto e dalle magliette che hanno disegnato
sono condivise con la Ocracoke Preservation Society.
Come indicano tali esempi, i linguisti possono essere creativi nel perseguire strade per restituire "favori linguistici" alla
comunità.
La discussione finora si è concentrata sul valore positivo delle iniziative intraprese in conformità con il principio della
gratuità linguistica. Nella maggior parte casi, questi sforzi sembrano abbastanza incontrovertibili.
È importante però tenere a mente alcuni dei problemi che potrebbero sorgere da tali sforzi, nonostante le buone
intenzioni del ricercatore.
Wolfram (1993a, 1998b) descrive alcune considerazioni etiche relative alle iniziative di programmi di consapevolezza
della lingua.
- Elemento di paternalismo da parte dei linguisti che percepiscono un bisogno, senza "rispondere esplicitamente" alle
esigenze dichiarate di una comunità (1993a: 233).
- Problemi relativi alla rappresentazione di varietà non standard. La necessità di descrivere un dialetto in termini che un
pubblico non specializzato può comprendere comporta una semplificazione eccessiva dei fatti sociolinguistici.
"The bottom line is that linguists need to be sensitive to community needs and tread lightly as they work to meet those
needs"
CAPITOLO 4
INTRODUZIONE
Obiettivo del sociolinguista è individuare, in un corpus di dati linguistici registrati e trascritti, due tipi di regolarità:
- Pattern di distribuzione delle varianti linguistiche che riflettono vincoli fonologici, morfologici e sintattici (variazione
interna).
- Pattern di distribuzione delle varianti extralinguistiche che riflettono le preferenze di tipologie diverse di parlanti in
termini di classe, genere, età ecc. (variazione esterna).
La metodologia della geografia dialettale non era finalizzata a investigare la variazione all'interno di un'area geografica
tra parlanti diversi per status, genere, fasce generazionali, gruppo etnico o differenze di registro per uno stesso
parlante.
I metodi di campionamento dei parlanti e di raccolta dei dati inaugurati da Labov hanno consentito per la prima volta di
indagare la variazione in tutte queste dimensioni.
La chiave per comparare una grande quantità di dati differenziati da un punto di vista sociale, stilistico ecc. è il
concetto di variabile (socio)linguistica.
- Caratteristiche della variabile (socio)linguistica:
- le varianti di una variabile non codificano diversi significati referenziali, ma co-variano con altre unità del sistema o con
le categorie sociali.
- I pattern di co-variazione possono essere quantificati.
- Per esemplificare le modalità con cui le variabili linguistiche possono co-variare con le variabili sociali: tre case
studies:
- Bradford e Norwich in Inghilterra (in Chambers, Trudgill 1998):
variabile (h) nella prima sillaba accentata di hammer, heart ecc.
2 varianti [ᴓ] e [h],
cinque fasce sociali.
- New Castle sul Tyne nel nord dell'Inghilterra (Milroy 1999):
variabile (o) in parole come home e boat.
4 varianti [œ] (centralizzata e arrotondata), [o:], [œ], [ou],
Variabili extralinguistiche: genere, fascia sociale e età.
- Cajun community di St. Laundry in Luisiana (Dubois, Horvath 1998):
Variabile (th) (dh) in parole cme that e think,
2 varianti [t] [d] occlusiva e [th] [dh] fricativa,
Variabili extralinguistiche: genere e network.
Bradford e Norwich: la variabile (h) nella prima sillaba accentata di hammer, heart ecc. corpus di parlanti appartenenti
a cinque classi sociali (c. media, medio bassa, operaia alta, operaia media e operaia bassa).
- La variante [ᴓ] in Inghilterra fin dalla metà del XIX è associata ad uno status sociale basso (Milroy 1992).
- Sebbene le due città siano a centinaia di miglia di distanza l'una dall'altra e appartengano a aree dialettali diverse, in
entrambe, più elevato è lo stato sociale del parlante maggiore è la tendenza a conservare la h.
- Ciò nonostante i livelli di uso delle due varianti sono piuttosto differenti nelle due località: tutti i gruppi sociali di
Bradford usano più varianti [ᴓ] del gruppo corrispondente di Norwich.
- La classe media di Bradford presenta valori della variante stigmatizzata simili alla classe medio bassa di Norwich
(12% vs 14%): valori intorno al 14% di [ᴓ] a Bradford caratterizzano uno status sociale alto (c. media), a Norwich più
basso (c. medio-bassa).
- La differenza tra le due comunità solleva questioni di portata generale:
i significati sociali di una variabile linguistica, anche quando fortemente ideologizzati, non sono costanti in comunità
diverse.
le categorie sociali come la classe non operano allo stesso modo in comunità diverse.
- Necessità di interpretare le categorie sociali in maniera locale e non globale.
New Castle sul Tyne: variabile (o), 4 varianti linguistiche, variabili extralinguistiche (genere, fascia sociale (classe
media, classe operaia), età (16-24, 45-65).
- 4 varianti linguistiche:
[œ] (centralizzata e arrotondata) area intorno a New Castle (variante locale),
[o:] nord dell'Inghilterra, Scozia e Irlanda (variante diffusa, sovralocale),
[a] molto più a nord dell'Inghilterra (variante localizzata),
[ou] centro e sud dell'Inghilterra (variante di prestigio).
- Drammatica differenza di genere:
le donne preteriscono ampiamente la variante sovralocale del Nord [o:], ma le più giovani sporadicamente selezionano
alche la variante standard;
gli uomini giovani di entrambe le classi sociali solo occasionalmente usano la variante di prestigio [ou]: variante
standard marginale nella comunità;
anche gli uomini preferiscono la variante sovralocale del Nord [o:], ma usano estensivamente anche la variante locale
[œ], tranne gli adulti (45-65) della classe media che selezionano meno;
l'altra variante localizzata a nord dell'Inghilterra [a] (assente nel campione femminile) è usata rarissimamente dagli
uomini più vecchi (45-65 della classe operala.
- Conclusioni:
Con le due varianti più usate la variante sovralocale [o:] e la variante locale [œ], la variabile extralinguistica che correla
in maniera più significativa è il genere, ma la classe e l'età interagiscono con il genere in modo complesso.
Dubois e Horvath (1999): Cajun community St. Laundry Luisiana, variabile (th) (dh):
- 2 varianti [t] [d] occlusiva e [th] [dh]fricativa;
- Variabili extralinguistiche: genere e network.
Variante occlusiva fortemente ideologizzata, stereotipata, considerata tipica della varietà della comunità di Cajun.
La comunità bilingue francese-inglese di minoranza è sottoposta ad un processo di language shift/sostituzione di
lingua ed è consapevole dei tratti distintivi della etnia Cajun.
La variabile network, insieme al genere, sembra giocare un ruolo nel mantenimento dei tratti distintivi della varietà di
minoranza, essa distingue orientamenti diversi rispetto alla comunità Cajun.
Risultati:
- Differenze di genere:
gli uomini usano tutte e due le varianti occlusive molto più delle donne.
- Rilevanti differenze in relazione al network del parlante e al genere:
la variabile network per gli uomini e meno rilevante che per le donne.
forte distinzione tra uomini e donne all'interno di network: le donne in network chiusi usano le varianti occlusive
(sempre meno degli uomini) molto di più delle donne in network aperti.
- Età:
Le donne di fascia di età media prediligono le varianti fricative uomini giovani in network aperti picco di uso delle
occlusive.
Una prova meno evidente è fornita dalle irregolarità nei pattern di variazione che ci aspetteremmo in relazione allo
stile di parlato, al sesso, alla classe sociale del parlante.
Un noto esempio è rappresentato dalla variabile (r) a New York City che evidenzia il ruolo dalla classe sociale nelle
dinamiche di cambiamento:
- Pattern di variazione stratificato in base alla classe sociale piuttosto regolare, tranne che per la classe medio-bassa
che usa nello stile formale la variante di prestigio di più che la classe sociale di stato più elevato.
- Evidenza del ruolo che la classe medio-bassa gioca nel diffondere un cambiamento nella comunità linguistica
adottando e emulando pattern linguistici innovativi introdotti dalla classe di status superiore, classe medio alta.
Anche il genere nella traiettoria sociale del cambiamento linguistico ha un ruolo centrale ed ha ricevuto molta
attenzione in bibliografia.
- New Castle: grazie al vantaggio di avere delle testimonianze di parlanti più anziani e di fasi più arcaiche di lingua
possiamo dedurre che la variante monottongata [o:] (Nord dell'Inghilterra, Scozia e Irlanda) si sta diffondendo a spese
della variante più locale [œ], con le donne che giocano un ruolo leader in questo cambiamento.
- Cajun: più complesso il caso della comunità di Cajun dove gli uomini facenti parte di reti sociali aperte sembrano
consolidare l'uso della variante fortemente associata alla etnia Cajun di minoranza.
Labov ha proposto due principi generali che regolano il ruolo del genere nel cambiamento linguistico.
- Principio I: nelle variabili stabili sociolinguistiche che non coinvolgono cambiamento gli uomini mostrano una
frequenza più alta delle forme non standard rispetto alle donne.
- Principio la: nei cambiamenti “from above”, cioè che hanno luogo sopra il livello della consapevolezza, le donne
favoriscono la variante di prestigio più degli uomini.
- Principio Il: nei cambiamenti al di sotto della soglia di consapevolezza,”from below”, le donne sono spesso
innovatrici.
Nella ricerca variazionistica e i dati spesso non confermano i principi individuati da Labov.
- il Principio I attribuisce al prestigio un ruolo cruciale per interpretare le preferenze delle donne.
In realtà:
- I dati relativi a Newcastle indicano che la varietà sovralocale [o:] preferita dalle donne non è quella prestigiosa di
Londra dello standard [ou], mentre gli uomini continuano ad usare la variante locale [œ].
- Lo studio della Eckert a Detroit mostra una complessa interazione tra il genere e le categorie sociali locali (jock e
burnout) che influenza le direzioni del cambiamento.
le ragazze segnalano l'appartenenza a una categoria sociale attraverso mezzi linguistici in maniera molto più estrema
dei ragazzi.
il genere deve essere considerato in connessione all'ideologia e alle pratiche sociali associate alle categorie locali
(jock e burnout) e non come categoria globale.
Molte delle ricerche sociolinguistiche nel paradigma laboviano adottano implicitamente un modello di classe sociale
basato sul consenso.
Il modello di classe basato sul consenso informa non solo le procedure analitiche ma anche la teoria variazionistica:
- il concetto chiave di comunità linguistica di Labov con la sua enfasi sulle norme condivise e sulla valutazione delle
variabili linguistiche comunemente condivisa dai parlanti implica una visione della comunità come fondamentalmente
coesa e autoregolata.
- in realtà la vitalità e la persistenza di varietà e varianti non standard è molto più facilmente interpretabile come prova di
conflitto e divisione nella società che non di consenso.
Woolard (1985): l'opposizione standard/vernacolo di molte ricerche sociolinguistiche è meglio interpretabile in termini
di mercati linguistici alternativi, piuttosto che in termini di un singolo mercato linguistico dominante secondo la
proposta di Bourdieu.
Le proposte di Bourdieu e Woolard in realtà non sono alternative, sono complementari.
Milrov: il modello di classe sociale basato sul conflitto, sulla divisione e l'ineguaglianza rende meglio conto di molti
pattern ricorrenti di variazione linguistica.
- la struttura del vernacolo di Belfast può essere meglio descritta solo se analizzata come sistematicamente variabile e
internamente consistente piuttosto che come tentativo di mancato avvicinamento allo standard.
tuttavia questa interpretazione è quella richiesta da un modello basato sul consenso.
INTERPRETARE LE CORRELAZIONI TRA LINGUA E CLASSE SOCIALE
Ma che cosa si intende per classe sociale?
Un'ampia gamma di caratteristiche personali e di comportamento co-variano con la classe sociale.
- l'appartenenza ad una determinata classe sociale è determinata principalmente dall'occupazione del padre e
condiziona gli eventi fondamentali nella vita degli individui: dalle possibilità di sopravvivere nel primo anno di vita fino
al matrimonio, il numero di figli, le malattie.
- la classe sociale influenza in maniera pervasiva l'educazione.
- In quanto categoria globale implica distinzioni di stili di vita, attitudini, credenze, così come l'accesso differenziale alla
ricchezza, al potere e al prestigio.
Tuttavia senza un'analisi dettagliata delle pratiche sociali locali non è chiaro in che modo lo stile di vita di un individuo,
il suo comportamento (linguistico e non e le opportunità che ha sono così condizionate dall'occupazione del padre.
Eckert sugli adolescenti a Detroit mostra le pratiche sociali sottostanti le differenze di classe sociale e la loro relazione
con la variazione linguistica.
- non c'è una diretta correlazione tra classe operaia e burnout da una parte e classe media e jock da un'altra.
- pattern contrastanti di variabilità linguistica nella High School di Belten riflettono le caratteristiche socio-economiche
dei genitori solo limitatamente.
- la relazione tra la categoria degli adolescenti e la classe è sottile: l'orientamento dei jocks verso le istituzioni come la
scuola, il college, verso i dintorni residenziali esterni all'area urbana, piuttosto che verso la rete urbana, verso luoghi
sopralocali piuttosto che locali, è caratteristico della classe media.
- questi orientamenti contrastanti emergono nelle pratiche sociali di tutti i giorni come l'abbigliamento, gli accessori, il
tempo libero, i luoghi di intrattenimento.
- gli adolescenti fanno uso delle risorse linguistiche della variazione, vi attribuiscono funzioni simboliche e in questo
modo costruiscono stili che permettono loro di posizionarsi socialmente all'interno della scuola fra i valori dei due poli
dei jocks e bournout.
- le scelte che gli adolescenti compiono creano una serie di pattern sociolinguistici in mutua opposizione che
costituiranno le fondamenta del sistema di stratificazione in classe degli adulti.
Questo tipo di ricerca connette le tipiche correlazioni tra lingua e classe delle ricerche sociolinguistiche alle pratiche
sociali concrete.
- In Gran Bretagna e in Nord America l'occupazione è il fattore che ci si aspetta correli in maniera più stretta con la
variazione linguistica.
- la Eckert suggerisce che se l'occupazione è un indicatore della forma di partecipazione degli adulti al mercato della
lingua standard, l'educazione rappresenta una preparazione a questa partecipazione.
Quest'analisi offre una spiegazione orientata verso le pratiche sociali del perché nei paesi arabi l'educazione è un
buon indicatore di classe e di come la classe è legata alla variazione linguistica.
Questo ha ripercussioni anche sulla nozione di standard nei paesi arabi.
In generale la questione è che cosa si intende con standard, termine generalmente usato per indicare la varietà usata
dai parlanti di status alto.
Nel mondo arabo è la varietà sovralocale, piuttosto che la norma prescrittiva dell'arabo classico, ad avere tale
distribuzione, ad essere parlato da parlanti di status alto.
SESSO E GENERE
Il genere è spesso usato come sinonimo di sesso, ma è necessario distinguerli.
- il sesso è un attributo biologico dell'individuo.
- il genere è un costrutto sociale che non sempre coincide con il sesso biologico.
Pertanto:
- Nella fase del campionamento può avere senso che si selezionino i parlanti in relazione al sesso.
- Nella fase di interpretazione del significato sociale della variazione la categoria sociale rilevante è il genere.
Secondo Eckert il genere non dovrebbe essere trattato con una variabile binaria, ma piuttosto come un continuum
all'interno del quale i parlanti si collocano tra due punti di riferimento.
- Le generalizzazioni sul ruolo del genere nel cambiamento linguistico hanno senso solo in riferimento al suo significato
in comunità specifiche e in relazione ad altre categorie sociali locali.
- Il genere non ha un effetto costante sulla lingua poiché le variabili linguistiche legate al genere si comportano in tanti
modo diversi.
SESSO E GENERE: CLASSE SOCIALE E GENERE
Molti lavori sulle relazioni tra genere e variazione linguistica evidenziano la necessità di una più cauta
concettualizzazione del genere.
La ricerca variazionistica di prima fase privilegiava la classe sociale: la variazione legata al genere era spiegata in
riferimento e in dipendenza alla classe sociale.
- le donne si diceva che si approssimavano alla norma di prestigio di più degli uomini dello stesso stato sociale (i
principi di Labov si basavano su una relazione tra classe sociale e genere di questo tipo).
Questa prospettiva in realtà presentava numerosi problemi:
- Non si davano spiegazioni soddisfacenti del perché le donne dovrebbero orientarsi più spesso degli uomini verso la
norma di prestigio.
- Lo statuto della norma di prestigio verso la quale le donne dovrebbero orientarsi è ambiguo.
Il prestigio linguistico cambia in continuazione (esempio in Nuova Zelanda a Edimburgo, in Irlanda si individuano
diversi movimenti e più norme di prestigio): la norma di prestigio, così come qualsiasi altra norma, è un obiettivo in
continuo movimento.
D'altronde un'ulteriore difficoltà nel modo tradizionale di concepire l'interazione tra classe sociale e genere è che la
classe nella maggior parte dei casi non è la variabile che rende conto della variazione.
- Nel caso della variabile (o) a New Castle:
l'effetto del genere è sovrastante;
la classe e l'età hanno un effetto statisticamente significativo, ma neanche lontanamente vicino a quello del genere.
- Il tentativo da parte di Horwath di riorganizzare i dati di New York City di Labov d'altronde evidenzia anche in quel
caso il ruolo cruciale del genere più che della classe sociale.
Questi sviluppi suggeriscono che lo stabilirsi dell’occlusiva glottale come forma della classe media in Gran Bretagna e
Nuova Zelanda è legato ad un pattern di genere, ma in maniera diversa da quello che ci attenderemmo.
L'associazione della occlusiva glottale alla lingua delle donne determina una rivalutazione sociale della variante.
Pertanto la generalizzazione che meglio rende conto degli effetti dell'interazione tra la classe sociale e il genere è, non
che le donne preferiscono le varianti di prestigio, ma che le creano:
- le varianti che le donne preferiscono vengono ideologizzate come varianti di prestigio.
Questa generalizzazione rende conto di alcuni dati difficili da interpretare
- Le donne sembrano generalmente preferire le varianti sopra locali che possono o non possono essere identificate
come prestigiose.
- Gli uomini sembrano invece favorire le varianti locali che sono spesso stigmatizzate.
GENERE E VARIAZIONE LINGUISTICA: ULTERIORI QUESTIONI
Sugli effetti della variazione linguistica legati al genere vale la pena approfondire due ampi ambiti di indagine che
talvolta si sovrappongono:
- i pattern che emergono dall'interazione del genere con le altre categorie sociali.
- l'inadeguatezza della visione tradizionale del genere come variabile binaria.
Jabeur (1987) e Walters (1991): pattern di variazioni legati all'età e al genere in due differenti città tunisine, il cui
significato sociale inizialmente sembra simile, ma in realtà è molto diverso.
Jabeur a Rades in periferia di Tunisi: interazione degli effetti del genere e dell'età.
- Una delle variabili dell'arabo tunisino esaminate riguarda l'alternanza tra una variante monottongata [i:] e [u:] e una
variante dittongata [aj] e [aw] delle variabili /aj/ e /aw/ in una serie di items.
- le varianti dittongate sono tipiche del parlato urbano delle donne anziane.
- il pattern è fortemente ideologizzato: le donne anziane sono piuttosto orgogliose delle varianti dittongate, mentre le
giovani donne le stigmatizzano.
Walters recentemente ha arricchito la ricerca di Jabeur osservando che:
- le varianti dittongate costituiscono un relitto associato storicamente alle famiglie di status alto che vivevano nella
Medina di Tunisi.
- Inoltre le varianti dittongate sono anche tipiche dell'arabo standard moderno, una varietà alta prescrittiva descritta
come meno rilevante per le traiettorie del cambiamento.
Walters (1985) riporta per Korba pattern di variazione legati all'età che a prima vista sembrano simili a quelli descritti.
- Innalzamento della variabile vocalica (E:) generalmente stigmatizzata da tutti i parlanti.
- A Korba come a Rades:
le donne anziane, si differenziano dalle giovani, utilizzando con un'alta frequenza la variante innalzata.
la variante innalzata rappresenta un relitto.
- Nonostante la similarità superficiale della sua distribuzione il significato di questo tratto differisce nelle due città in
maniera sostanziale.
- A Korba:
il tratto stigmatizzato è associato all'isolamento della comunità ed è stigmatizzato al di fuori del gruppo.
diversamente dal dittongo di Rades, la forma innalzata a Korba implica un movimento di allontanamento dalla varietà
dell'arabo standard moderno.
al tempo della ricerca a Korba non c'era una donna di 45 anni che potesse leggere o scrivere, solo alcune giovani
donne avevano ricevuto un’educazione universitaria.
In definitiva:
- Sia a Korba che a Rades le donne anziane formano un gruppo sociale a sé che, in entrambi i luoghi, conserva e fa
uso di un tratto linguistico conservativo: un relitto.
- Le varianti dittongate usate dalle donne anziane di Rades sono associate però a una varietà alta di arabo e al gruppo
sociale di status più elevato di un'era passata vs le varianti innalzate usate dalle donne anziane di Korba sono
associate all'isolamento geografico e all'appartenenza a un gruppo non elitario, esse sono infatti stigmatizzate sia
nell'arabo tunisino che nella varietà alta.
- Trattare i due gruppi di donne come simili significa non capire la storia locale e i fattori sociali in gioco.
- L'aspetto in comune di entrambi i casi è che le donne in una particolare fascia d'età e in una particolare fase della
storia della Tunisia conservano un tratto arcaico, un relitto cui attribuiscono un particolare significato sociale.
Dubois e Horvath (1999): Cajun community St. Laundry Luisiana, variabile (th) (dh)
- 2 varianti [t] [d] occlusiva e [th] [dh] fricativa;
- Variabili extralinguistiche: genere e network.
Variante occlusiva fortemente ideologizzata, stereotipata, considerata tipica della varietà della comunità di Cajun.
La comunità bilingue francese-inglese di minoranza è sottoposta ad un processo di language shift/sostituzione di
lingua ed è consapevole dei tratti distintivi della etnia Cajun.
La variabile network sembra giocare un ruolo nel mantenimento dei tratti distintivi della varietà di minoranza, essa
distingue orientamenti diversi rispetto alla comunità Cajun: i parlanti con un network più chiuso si caratterizzano per
aver sempre vissuto in citta.
Risultati:
- Differenze di genere:
81 uomini usano tutte e due le varianti occlusive molto più delle donne.
- Rilevanti differenze in relazione al network del parlante e al genere
la variabile network per gli uomini è meno rilevante che per le donne.
forte distinzione tra uomini e donne all'interno di network aperti: le donne in network chiusi usano le varianti occlusive
(sempre meno degli uomini) molto di più delle donne in network aperti.
- Età:
Donne di fascia di età media prediligono le varianti fricative.
uomini giovani in network aperti picco di uso delle occlusive.
Il gruppo più anziano è bilingue sia in inglese che in francese e quindi è capace di usare le lingue come risorsa per
indicizzare il genere e altri significati sociali.
- nel loro inglese c'erano già i tratti che successivamente sarebbero stati coinvolti nel cambiamento linguistico e che
sarebbero stati interpretati successivamente come connotati etnicamente e riciclati dai parlanti giovani.
I parlanti di mezza età hanno subito la pressione di imparare l'inglese e sia gli uomini che le donne appaiono orientati
verso una norma esterna alla comunità: questo gruppo non presenta grosse differenze di genere.
I parlanti più giovani hanno vissuto il Rinascimento di Cajun che ha generato una mercificazione della francesità tipica
della Luisiana.
- poiché loro utilizzano il francese solo quando parlano con i membri più anziani della comunità, la dimensione etnica è
indicizzata da loro nei fenomeni di variazione dell'inglese.
Il Rinascimento con le sue implicazioni di mercato ha condizionato in maniera forte le attività tradizionali maschili.
La preferenza maschile per i tratti locali come le occlusive (th) e (dh) va attribuita non solo al desiderio di mostrare la
appartenenza alla comunità, ma anche ad un cambiamento del ruolo del genere associato alla perdita del francese
come lingua della comunità.
il cambiamento dal francese all'inglese che ha avuto luogo all'interno della generazione di mezza età ha fatto sì che le
giovani donne non sentano più la responsabilità di trasmettere il francese ai bambini, il loro ruolo come fari, guide
dell'etnia Cajun è stato assunto dai giovani uomini.
Le donne non sentono l'esigenza di utilizzare i tratti dell'inglese locale per mostrare la loro appartenenza al gruppo
etnico. L'identità Cajun è oramai associata agli uomini.
Eckert osserva:
- Necessaria una visione del genere come costrutto in relazione della pratica sociale reale dipendente da altre categorie
sociali.
- Le pratiche linguistiche di genere differiscono considerevolmente da cultura a cultura, da luogo a luogo, da gruppo a
gruppo e sono in intersezione con altri aspetti dell'identità sociale.
- Gli uomini e le donne negli Stati Uniti, sia nella fascia degli adulti che degli adolescenti, si relazionano in maniera
molto diversa al 'mercato':
così come i valori e le azioni degli uomini in relazione al mondo del lavoro per gli adulti, le azioni dei ragazzi nello sport
(per esempio il loro essere atleti o bikers) definiscono le categorie adolescenziali opposte dei jock e dei burnout.
A Detroit le ragazze sono escluse dall'avere un ruolo centrale nel mercato linguistico e reagiscono alla
marginalizzazione usando mezzi simbolici più estremi per sottolineare l'appartenenza alle categorie polarizzate dei
jocks e dei burnout attraverso gli usi linguistici e i comportamenti sociali, il modo di vestirsi e le attività sociali.
- Poiché l'appartenenza al locale è un valore burnout le ragazze burnout fanno uso in maniera rilevante di varianti locali;
le ragazze jock d'altro canto fanno un uso molto forte di varianti sovralocali.
- i ragazzi in entrambi i gruppi occupano una posizione meno estrema rispetto alle ragazze.
Nei loro pattern di uso linguistico i parlanti dimostrano una relazione complessa tra genere, categoria sociale e
orientamento urbano o sovralocale.
Schilling-Estes (1999) isola di Okracoke nella costa sud degli Stati Uniti:
- varianti locali dei dittonghi /aj/ (innalzamento) e /aw/ (avanzamento) in high, tide e house, sound.
- I pattern di variazione sono analizzati in riferimento a tre generazioni di uomini e donne e fra i membri dello stesso
gruppo sessuale, la cui identità di genere non è meramente il prodotto del sesso biologico.
- Per quanto concerne in particolare gli uomini:
1. Gruppo di uomini che giocano a poker e costituiscono un network
- si identificano con i tratti identitari dell'essere isolani, pescatori uomini.
- escludono le donne esplicitamente dai loro appuntamenti di gioco settimanali.
- proiettano un'immagine stereotipicamente maschile, macho.
- indicizzano la mascolinità nei comportamenti ci si aspetta dunque che lo facciano anche negli usi linguistici.
2. Gruppo di uomini gay.
3. Uomini etero che non fanno parte del network del poker.
La tradizionale variante locale /ai/ innalzata è recessiva sia nella generazione anziana che in quella giovane delle
donne più che negli uomini.
Per quanto riguarda la generazione intermedia il pattern è più complesso:
- il modello che prevede che le donne prediligano lo standard e gli uomini il vernacolo non funziona.
- esso funziona esclusivamente se compariamo le donne con gli uomini che fanno parte del gruppo del poker.
- se invece compariamo le donne con gli altri gruppi di uomini emerge che le donne presentano valori più elevati della
variante innalzata locale rispetto agli altri sottogruppi con i gay che mostrano la più bassa frequenza d'uso.
Questioni legate all'identità di genere giocano un ruolo cruciale nella delimitazione dei tre gruppi di uomini.
Gli uomini del gruppo del poker proiettano un'immagine macho che li distingue da tutte e due gli altri gruppi (non ci
sono gay dichiarati in questo gruppo).
Questa chiave interpretativa ovviamente richiede una grande conoscenza della storia locale, dell'ideologia e delle
pratiche sociali.
Il genere condiziona la lingua in maniera differente nelle diverse generazioni poiché le esperienze di vita diverse e le
differenze linguistiche di genere indicizzano in maniera diversa le categorie sociali salienti all'interno della comunità.
Le categorie sociali, così come le modalità con cui esse vengono indicizzate linguisticamente, sono un punto di arrivo
per i ricercatori non possono essere date per scontate, per acquisite.
ETNICITÀ E RAZZA:
INTRODUZIONE
Etnicità e razza.
Giddens (1989): etnia e razza sono sistemi che insieme alla classe richiamano la distribuzione di potere e
l'ineguaglianza all'interno della società.
I gruppi etnici sono costituiti da persone che condividono o credono di condividere caratteristiche culturali e di solito
implicano un senso di appartenenza ad un luogo, una storia, un destino, una religione, un'ideologia comune, una
lingua o un set di consuetudini comunicative condivise.
Le distinzioni etniche sono raramente neutre, di solito sono associate a una marcata ineguaglianza sia in termini di
ricchezza che di potere.
- molte discussioni sulle eticità coinvolgono gruppi minoritari i cui membri sono discriminati dalla popolazione di
maggioranza.
Rampton (1996): i confini etnici, come i confini di classe, sono duttili e permeabili.
Le differenze etniche sono costruite socialmente non corrispondono a una qualsiasi differenza verificabile in termini di
storia, di cultura o di origine.
Allo stesso modo le distinzioni etnolinguistiche possono non corrispondere a nessuna grande differenza strutturale tra
lingue.
- Per esempio le varietà parlate di Urdu e Hindi sono identiche da un punto di vista strutturale, ma sono comunemente
trattate come diverse per la loro forte associazione all'etnia musulmana e all'etnia Indù.
- Queste percezioni sono soggette a cambiare non appena cambiano le condizioni politico-sociali.
Per esempio a New Castle le donne della comunità del sud-est asiatico percepiscono l'Hindi e l'Urdu come una stessa
lingua. Questo cambiamento nell'ideologia linguistica è conseguenza di un cambiamento sociale:
- in GB l'opposizione rilevante è tra gli inglesi e la comunità del sud est asiatico come un tutto.
Considerato lo stretto legame con 'ineguaglianza, l'etnicità si associa alla classe sociale.
- Poiché i migranti sono frequentemente impegnati in lavori mal pagati, nella maggior parte dei paesi tendono a
concentrarsi e vivere all'interno della città in aree povere vicino ai luoghi di lavoro con occupazioni di basso livello.
Anche i membri delle minoranze etniche relativamente prospere nei loro paesi d'origine tendono ad essere declassati
da un punto di vista occupazionale nei paesi di arrivo.
Labov e Harris (1986) documentano uno stato di fatto di segregazione etnica nella maggioranza degli Stati Uniti.
Danzinger e Holzer (2000) osservano che anche Detroit è una città particolarmente polarizzata da un punto di vista
razziale come risultato di un numero diverso di fattori storici locali.
- pattern discriminatori di segregazione residenziale e occupazionale, atteggiamenti discriminatori nei luoghi di lavoro e
attitudini negative verso le minoranze e le lingue di minoranza.
Come le categorie di classe sociale e genere, anche quella dell'etnicità assume significati diversi in comunità differenti
e il suo impatto sui diversi pattern di variazione linguistica può essere interpretato solo in riferimento alle condizioni
locali e alle pratiche sociali locali.
Il forte senso di distintività raziale che risulta dagli eventi storici e dalle condizioni sociali contemporanee negli States
si associa a una distintività linguistica saliente.
LINGUA, RAZZA E ETNIA NEGLI USA
Non sorprendentemente la maggioranza del dibattito sulla razza, sulla lingua e sull'etnia negli Stati Uniti si focalizza
sulla varietà dell'inglese parlato dagli afro-americani.
I lavori sull' African American English (AAE) sono 5 volte più frequenti che su qualsiasi altro gruppo regionale o etnico.
AAE è una varietà contraddistinta a tutti i livelli linguistici da un certo numero di tratti, alcuni dei quali sono condivisi
con altre varietà parlate nel Sud degli Stati Uniti.
Gli afroamericani, che fin dalle origini hanno conservato alcuni tratti di distintività etnolinguistica, con il tempo hanno
sviluppato delle norme sempre più distanti dai gruppi bianchi corrispondenti.
- Dopo 4 generazioni gli afroamericani nel Nord Carolina si sono allontanati dal dialetto rurale periferico simile a quello
parlato dai residenti bianchi a favore di una norma sovralocale di inglese afroamericano.
Alcune caratteristiche fonologiche, grammaticali, stilistiche dell’inglese afro-americano sono state descritte e discusse
[Wolfram e Shilling-Estes (1998), Rickford (1999), Mufwenw et ali (1998), Poplack (2000)].
In generale però la ricerca sull’inglese afroamericano si è concentrata su un limitato numero di questioni: le relazioni
tra questa varietà e varietà comparabili, la sua storia, lo sviluppo e i cambiamenti al suo interno.
Inoltre nonostante la mole di lavoro condotto sull’inglese afroamericano la varietà è stata trattata tendenzialmente
come invariante: è stata ignorata la dimensione della variazione regionale, generazionale e sociale interna all’inglese
afroamericano.
- Eccezione Wolfram (1996): studio della stratificazione sociale all’interno di una varietà urbana di inglese
afroamericano.
I ricercatori hanno enfatizzato la distintività dell’afroamericano, ma pochi studi hanno esaminato l’effetto del contatto
tra l’inglese afroamericano e le varietà adiacenti: il carattere preciso del confine etnolinguistico non è chiaro.
Rispetto alla grande quantità di ricerca sull’inglese afroamericano molto poco invece è stato fatto su altre varietà
etniche.
- Un’eccezione è rappresentata dai lavori di Dubois e Horvath sull’inglese di Cajun in Luisiana.
La distintività etnica è mantenuta spesso attraverso le risorse dialettali esistenti in una maniera sottile e localizzata.
Un esempio di ricerca sulla varietà etnica dei nativi americani è la descrizione dell’inglese parlato dal gruppo dei
nativi americani di Lumbee in Nord Carolina:
Forma del verbo BE distingue questa varietà da altre varietà usata dai nativi americani e dalla popolazione bianca.
Esempio: la terza persona BES, in passato caratteristica delle varietà locali bianche ora obsolescente in quelle varietà,
è usata dai parlanti di Lumbee e di inglese afroamericano con restrizioni grammaticali diverse e serve a distinguerli da
altre varietà.
Mendoza-Denton (1999) si è occupato delle comunità di parlanti latino-americani: la situazione varia molto a
seconda del paese di origine.
I latini americani per esprimere significati sociali utilizzano le risorse del repertorio bilingue e una varietà di inglese con
caratteristiche distintive etniche.
Mendoza- Denton (1997): studia in un gruppo di ragazze chicane in una scuola superiore del Nord California i
processi di costruzione di identità mediante la scelta linguistica tra spagnolo e inglese e nella variazione monolingue a
livello fonologico e stilistico.
Knack (1991): la comunità ebrea in Michigan presenta pattern fonologici relativi all’altezza e all’ampiezza di variazione
nella (ɔ) e nella sonorizzazione della fricativa alveolare (s).
La realizzazione di queste variabili nella comunità ebrea interagisce in maniera complessa anche con status e genere.
In definitiva sembra che generalmente la distintività etnica si manifesta in una maniera “sottile” micro e spesso nella
limitata partecipazione ai cambiamenti macro cui le varietà non marcate etnicamente sono sottoposte.
LINGUA E ETNIA IN NORD IRLANDA
Un contesto in cui l’etnia è indirizzata linguisticamente in un modo molto differente: l’Irlanda.
Il conflitto politico in Nord Irlanda tra cattolici e protestanti, di orientamento politico rispettivamente irlandese e
britannico, risale all’insediamento nell’Ulster nel XVII secolo di scozzesi e inglesi.
Protestanti e cattolici si percepiscono come diversi l’uno dall’altro, in gran parte mantengono tradizioni culturali diverse
in domini cruciali come l’educazione, la religione e le attività del tempo libero.
Sebbene tutto il Nord Irlanda ha tradizionalmente sofferto di un alto livello di disoccupazione e altri tipi di malessere
sociale, i cattolici hanno sofferto in maniera spropositata.
La fase moderna del conflitto risale agli anni 60 quando i cattolici iniziarono a protestare per le discriminazioni subite
sul lungo periodo.
Le condizioni storico-politiche del nord Irlanda hanno fatto sì che si sia mantenuta nel tempo una forte distintività
etnica connotata da un punto di vista culturale.
Lo studio di Milroy e Milroy è stato condotto a Belfast negli anni ’70 in un momento particolarmente intenso del
conflitto:
In quella fase i cattolici e i protestanti occupavano settori urbani differenti, i protestanti risiedevano nella zona est di
Belfast e i cattolici nella zona ovest.
I risultati di uno studio pilota avevano visto emergere:
Una differenza molto forte dal punto di vista linguistico tra l’est protestante e l’ovest cattolico.
Poiché la comunità protestante e la comunità cattolica sono fortemente ostili l’una all’altra, presentano un elevato
grado di segregazione.
Per questa ragione le differenze emerse tra i gruppi cattolici e protestanti a Belfast vengono trattate come differenze
regionali, aspetto questo sorprendente considerata l’intensità del conflitto etnico.
I membri della comunità riferiscono di accenti distintivi dell’est e dell’ovest di Belfast e non delle comunità protestanti o
cattoliche.
L’etnicità negli anni ’70 a Belfast, diversamente da altre comunità di minoranza caratterizzate da pattern di variazione
sistematica a livello fonologico e morfosintattico, era ritenuta indicizzata linguisticamente grazie alla variazione di
pronuncia per nomi di lettere dell’alfabeto.
Shiboleth come per esempio la pronuncia cattolica delle lettere h [hetʃ] vs quella protestante [etʃ] sono probabilmente il
prodotto di sistemi educativi di comunità segregate.
La dimensione principale di variazioni a Belfast è dunque associata con la variazione diatopica urbana e con network
costituiti localmente e di conseguenza una distinzione chiara tra differenze locali e etniche negli usi linguistici è, in
pratica, difficile da tracciare in una città con una segregazione residenziale così elevata.
Di conseguenza in termini di etnicità, un accento della zona est di Belfast è in linea di massima associato con la
comunità protestante e l’accento della zona ovest di Belfast con quella cattolica.
I confini etnolinguistici e l’interazione tra etnicità e le altre variabili sociali differiscono notevolmente nel nord
dell’Irlanda e negli Stati Uniti.
- Negli Stati Uniti dove ha senso parlare di varietà etniche distintive, le marche etniche sono più visibili nella lingua dei
parlanti di status più basso.
- Nel Nord Irlanda le marche etniche si manifestano attraverso norme differenti verso le quali si orientano anche i
parlanti con alto livello di scolarizzazione.
- Inoltre una traiettoria di cambiamento linguistico associato ad un’interazione tra confini regionali e etnici del tipo di
quello descritto per Belfast e Derry non è riportato per gli Stati Uniti.
Il caso della divisione cattolici/protestanti nel Nord Irlanda ha importanti implicazioni metodologiche per qualsiasi
ricerca che consideri l’etnicità come variabile del parlante.
- L’etnicità è una categoria creata culturalmente e non ha senso considerata come data oggettivamente: è possibile nel
Nord Irlanda per un cattolico di etnia essere non credente o inversamente per un migrante inglese o scozzese
cattolico essere classificato come un protestante.
Conclusioni:
Le categorie sociali di classe, genere, età e etnicità sono importanti nella ricerca variazionistica in particolare per
illuminare i pattern globali di variazione linguistica in popolazioni ampie.
Tuttavia il modo in cui queste variabili si correlano con la variazione linguistica è determinata da norme e pratiche
locali.
La classe sociale non significa la stessa cosa all’interno di comunità diverse.
Il genere non ha un effetto uniforme sulla lingua in comunità diverse e non è una categoria binaria che
automaticamente si connette al sesso biologico.
Similmente gli effetti linguistici dell’etnicità variano in maniera drammatica da comunità a comunità.
CAPITOLO 5
RELAZIONI SOCIALI E PRATICHE SOCIALI.
INTRODUZIONE
Categorie come classe, genere etnicità sono costrutti analitici di macro livello molto utili per fare emergere interessanti
correlazioni sistematiche tra variabili linguistiche e extralinguistiche.
Esse sono tuttavia in relazione solo indiretta con le procedure tramite le quali i parlanti costruiscono e categorizzano i
mondi sociali che si riflettono sugli usi linguistici.
per esempio la distribuzione delle varianti linguistiche della (o) a Newcastle influenzata dal genere, della (h) a
Nordwich e a Bradford influenzata dalla classe, delle fricative in Louisiana influenzate dall’etnicità, suggerisce che
queste varianti sono usate in misura rilevante nella vita di tutti i giorni dagli uomini e dalle donne, diversamente
caratterizzati, che le prediligono, ma non ci dice nulla su cosa queste varianti significhino.
Per interpretare le correlazioni tra la lingua e le categorie sociali abbiamo bisogno di modelli che ci consentano di
esaminare le condizioni micro-, le pratiche locali, le categorie sociali locali e i legami contratti localmente dai parlanti
nella vita di tutti i giorni.
Nella sezione seguente il fuoco sarà su reti sociali e comunità di pratica al fine di esaminare le modalità con cui le
pratiche locali danno origine a pattern sociolinguistici.
L’estensione di una rete sociale non è facile da determinare in maniera netta, essa è costituita da una sorta di struttura
a cipolla, da zone o strati:
- Una zona detta cella personale è quella del centro della rete formata in genere da parenti stretti ed amici intimi
dell’ego di riferimento;
- Una zona confidenziale di parenti ed amici a cui si è legati emozionalmente;
- Una zona utilitaristica di amicizie strumentali, persone con cui si intrattengono legami utili;
- Una zona nominale di persone che si conoscono, ma che hanno poca importanza sia affettiva che strumentale;
- Una zona allargata formata da persone solo parzialmente conosciute.
Tutti questi strati formano quella che viene detta rete di primo ordine.
all’interno di questa zona di primo livello è importante distinguere tra legami deboli e legami forti della vita di tutti i
giorni.
Accanto a questa si rintracciano le reti di secondo ordine, costituite da persone che sono conosciute dai membri della
rete di primo ordine, ma non dall’ego, amici degli amici.
Sul concetto di rete sociale è basato il lavoro di Dubois e Horvath nella minoranza Cajun in Luisiana:
- i parlanti con reti sociali chiuse usano le risorse della variabilità linguistica disponibili nella comunità di Cajun in una
maniera differente da quelli con un orientamento sociale meno locale.
L’analisi di rete sociale del tipo generalmente adottato dai variazionisti fu sviluppata dagli antropologi sociali tra gli anni
’60 e ’70.
Non c’è una procedura corretta per analizzare le reti sociali: gli studiosi appartenenti a discipline diverse utilizzano il
concetto per una ampia gamma di finalità teoretiche e pratiche.
Il modello della rete sociale alle macro categorie sociali tradizionali è vincente perché meno astratto e capace di
rendere conto in maniera più immediata dei comportamenti sociolinguistici variabili osservati.
Un postulato dell’analisi di rete è che gli individui creano comunità personali per provvedere e risolvere i problemi
giornalieri.
- Le comunità personali sono costruite attraverso legami interpersonali di tipo diverso e di diversa forza.
- Le persone a cui un individuo è legato possono essere connesse, legate tra di loro a gradi diversi.
Un ulteriore postulato che ha una certa rilevanza per il cambiamento linguistico e che differenze strutturali tra le reti
incidono direttamente sulla vita dell’individuo.
- Una rete personale consiste principalmente di legami forti, numerosi e multi collegati.
- Se una rete è relativamente densa il network avrà la capacità di sostenere i suoi membri in modi pratici e simbolici.
un network denso di contro può imporre ai suoi membri vincoli forti e stressanti.
- Le reti dense costituite principalmente da legami forti e molteplici appaiono sostenere norme linguistiche localizzate e
resistono alla pressione di norme esterne in competizione.
- Un indebolimento o un rafforzamento di questi legami produce condizioni favorevoli ad un particolare tipo di
cambiamento linguistico.
l’analisi del network può aiutare a spiegare perché una determinata comunità sostiene un sistema linguistico in
opposizione a quello maggioritario, alla norma imperante, e perché un altro sistema può essere più sensitivo
all’influenza esterna.
RETE SOCIALE E COMUNITÀ DI PRATICA
Oltre al concetto di rete sociale, un altro concetto che permette di rendere conto e comprendere il significato di
comportamenti sociolinguistici variabili degli individui è quello di comunità in pratica.
Gli individui sono coinvolti in una varietà di faccende quotidiane in comunità personali multiple.
- Le persone coinvolte nelle comunità personali cambiano come cambiano i problemi che si pongono quotidianamente e
che tali comunità aiutano a risolvere.
Eckert sviluppa il concetto di comunità di pratica per individuare i luoghi di interazione all’interno dei quali il significato
sociale è più chiaramente indicizzato linguisticamente e dove quindi variazione linguistica e significato sociale sono
costruiti insieme.
La comunità di pratica può essere definita come un aggregato di persone coinvolte in una stessa impresa
particolare.
Nella sua analisi sulle dinamiche sociali della variazione linguistica tra gli adolescenti di Detroit, la Eckert si focalizza
su grappoli di individui intersecantisi coinvolti in imprese socialmente rilevanti.
I grappoli costituiscono sottogruppi di individui connotati per il genere che nelle pratiche linguistiche e sociali mostrano
un orientamento verso l’uno o l’altro dei due gruppi di adolescenti (jocks e bournot), gruppi che loro stessi con i loro
stessi comportamenti linguistici e sociali contribuiscono a creare
Alcuni aspetti dello stile linguistico sono negoziati consapevolmente.
Esempio: discussioni esplicite sui modi cool di dire cose, generalmente imitando persone cool.
Altri aspetti dello stile si manifestano senza commento esplicito e negoziazione
Si tratta di meccanismi sociali molto generali attraverso cui sono create convenzioni e norme, come vestiti, religioni,
comportamenti.
La norma linguistica non fa eccezione.
Gli individui che sono ben integrati in network locali accedono a molteplici comunità di pratica.
Reti sociali compatte dense all’interno delle quali sono negoziate convenzioni e norme sono spesso contratte
nell’adolescenza
- Si tratta di gruppi di pari, linguisticamente molto influenti, che rivestono un interesse notevole per capire i cambiamenti
linguistici associati alle varie fasi della vita.
Le reti che costruiscono e sostengono la norma locale si originano facilmente anche in comunità di status più basso in
assenza di mobilità sociale e geografica.
- Esse adottano l’etica della solidarietà e si associano alla sopravvivenza di lungo termine di lingue e dialetti
socialmente sfavorite.
Il concetto in rete sociale e di comunità di pratica sono strettamente collegati: la differenza fra di loro è principalmente
di metodo, di focus.
Network:
- L’analisi della rete tipicamente si occupa delle caratteristiche strutturali delle reti personali egocentriche e cerca di
individuare i legami importanti per un individuo piuttosto che focalizzarsi su particolari grappoli di rete
indipendentemente dagli individui.
- Essa quindi non si concentra sui luoghi in cui le varianti linguistiche sono impiegate per costruire i significati sociali
locali.
- Si occupa di come i gruppi sociali informali si costituiscono per poi sostenere le norme locali o al contrario facilitare il
cambiamento linguistico.
Comunità di pratica:
- Indentifica i grappoli che rappresentano i luoghi cruciali per la pratica linguistica e sociale, nei quali sono costruiti le
norme linguistiche e i significati sociali (vedi la ricerca della Eckert nella scuola superiore di Detroit).
RETE SOCIALE E VARIAZIONE LINGUISTICA
Gli effetti delle relazioni interpersonali sulle scelte linguistiche sono state esplorate in sociolinguistica da tempo:
- Gauchat (1905): variazione della varietà parlata locale in una piccola comunità svizzera Charmes (Charmes 1995).
- Labov: le analisi delle relazioni tra l’uso linguistico e la posizione individuale nel gruppo sembrano richiamare il lavoro
della Eckert sulle comunità di pratica in quanto luoghi nei quali sono costruiti le norme linguistiche e i significati sociali.
- Cheshire (1982): trattamento della variazione linguistica in un gruppo di pari di adolescenti a Reading.
- Gumperz (1982): all’interno di una tradizione di ricerca non quantitativa e etnografica, fortemente influenzata dai
metodi variazionistici, si discutono gli effetti del cambiamento di struttura di rete sulla scelta linguistica in comunità di
bilingui in Norvegia.
L’approccio della rete è potenzialmente attraente per i variazionisti per diverse ragioni:
1. Innanzitutto mette a disposizione un insieme di procedure per studiare gruppi piccoli di individui in cui i parlanti non
sono discriminati in termini di categorie sociali.
2. L’analisi di rete offre una procedura per affrontare la variazione fra gli individui, piuttosto che all’interno di gruppi
individuati mediante categorie sociali predeterminate.
3. La rete sociale è un concetto intrinsecamente e strettamente connesso alle pratiche sociali che ha il potenziale per
spiegare le dinamiche sociali che guidano la variazione linguistica e il cambiamento.
Per queste ragioni è stato impiegato in molti studi degli anni ’80-’90 condotti su numerose comunità.
Nello studio di Belfast è stata condotta un’analisi quantitativa delle relazioni tra variazione linguistica e struttura della
rete sociale.
Sono stati adottati metodi di lavoro etnograficamente orientati e una grande attenzione alle pratiche locali
nell’interpretare i modelli di variazione sociolinguistica (modello di Gumperz).
Milroy e Milroy 1978:
- Pattern linguistici di 46 parlanti appartenenti a 3 comunità operaie di status sociale basso Ballymacarrett, Hammer,
Clonard.
- 8 variabili fonologiche, tutte diatopicamente connotate come locali, ovvero della comunità urbana di Belfast, analizzate
in relazione alla struttura del network dei parlanti.
- Tutte le reti erano relativamente dense, molteplici e basate su legami stretti, corrispondenti a quelle descritte come
tipiche di comunità tradizionali storiche minimamente coinvolte da mobilità sociale e geografica.
- La frequenza d’uso delle varianti vernacolari degli individui è risultato essere strettamente influenzata dal livello di
integrazione individuale all’interno delle reti.
- I tipi di legami di rete rilevanti erano quelli familiari, professionali, amicali e di vicinato.
- Alcuni dei partecipanti della ricerca di Belfast lavoravano fuori il quartiere e non avevano legami familiari e amicali
locali, mentre altri erano localmente inseriti in tutti e quattro i tipi di reti.
- Queste differenze nella struttura della rete personale sono risultate associate ad un’ampia gamma di fattori sociali e
psicologici.
La sfida più difficile per i ricercatori è individuare una procedura per misurare le differenze nella struttura delle reti che
riflettano le pratiche sociali e linguistiche locali.
Gli studi misurano pertanto le strutture sociali di rete in modi diversi.
- Lo studio di Belfast ha sviluppato per esempio una scala di densità del network (con valori da 0 a 5) che “pesa” per le
reti dei parlanti in riferimento ad alcune relazioni all’interno di avvicinato, famiglia, lavoro e amicizia, emerse nel corso
del lavoro sul campo.
I parlanti ottenevano un punto qualora una delle seguenti condizioni fosse soddisfatta:
- Membro di gruppi territorialmente radicati ad alta densità di legami familiari con più di due famiglie del vicinato.
- Lavoro nello stesso luogo con almeno due altri individui del vicinato.
- Lavoro nello stesso luogo con almeno due altri individui dello stesso sesso del vicinato.
- Associato volontariamente con i colleghi nelle ore libere.
Una serie di analisi statistiche hanno rilevato che i parlanti con un vernacolo più forte erano generalmente quelli i
cui legami di rete con il vicinato erano più stretti.
Questo pattern era complicato dall’interazione con le altre variabili sociali, come l’età e il genere.
Labov 2001:
- Rianalizza i dati di Belfast e conferma i pattern riportati da Milroy.
- Discute in dettaglio l’interazione tra rete sociale e genere a Belfast e a Philadelphia.
Edwards (1992): quartieri afro-americani nel centro di Detroit.
- La relativa omogeneità socio-economica dei quartieri studiati ha reso l’analisi di rete sociale una procedura attraente
per trattare la variazione linguistica all’interno della comunità.
- Mentre il principale fattore associato con la scelta delle varianti era l’età, il più importante fattore distintivo all’interno
dei gruppi di pari, di comparabile background sociale e scolastico, era la partecipazione alla cultura del vicinato.
- Questa partecipazione è stata interpretata come indicativa dell’integrazione nei social network locali.
- L’integrazione è stata misurata attraverso un indice di cultura vernacolare.
All’interno di una scala sono stati individuati 5 gradi in base al livello di condivisione di alcune affermazioni del tipo
“tutti i miei amici vivono nel quartieri”, “mi piacerebbe rimanere a vivere in questo quartiere”, “non ho amici bianchi con
quali interagisco normalmente”.
Lippi- Green (1989): rilevante nello studio sul cambiamento linguistico in progress in un villaggio Alpino in Austria è
stato un set diverso di indicatori di integrazione per localizzare la posizione nei network.
- È stato esaminato il network personale strutturale di un campione di individui, utilizzando una scala di 16 indicatori
alcuni di questi erano associati ai domini di lavoro, di amicizia e famiglia, mentre altri trattavano condizioni locali come
il numero dei nonni con un ruolo centrale nel villaggio, il coinvolgimento del parlante all’interno dell’industria del
turismo.
- Particolarmente importante si sono rivelati indicatori dei legami dei parlanti alle reti familiari con ruolo centrale nella
comunità, all’interno del villaggio.
- Il miglior correlato ad un comportamento linguistico conservativo è risultato l’integrazione in alcuni importanti network
(famiglia, amicizia).
- Questa impostazione della ricerca ha consentito alla studiosa di esaminare le correlazioni tra network, il genere e i
pattern di variazione sociale e cambiamento.
Bortoni- Riccardo:
- Molto diverso il trattamento del concetto di rete sociale in uno studio sul cambiamento linguistico di individui mobili in
una comunità migrante rurale di una cittadina satellite di Brasilia.
- Anche in questo caso il concetto di classe sociale non era una categoria particolarmente utile poiché non consentiva
di distinguere gli individui selezionati che erano tutti relativamente poveri.
- Lo studioso si è posto l’obiettivo di descrivere l’ampiezza con la quale i parlanti si erano allontanati dal loro dialetto
stigmatizzato.
- La sua ipotesi è che il cambiamento nella struttura sociale legato a una migrazione da contesto rurale a contesto
urbano sia associato ad un movimento da un network isolato, consistente in legami familiari e di vicinato, ad un
network urbano con legami meno numerosi, ma contratti in un contesto sociale più ampio.
Bortoni- Ricardo:
- Vengono costruiti due indici di rete per misurare i cambiamenti di pattern delle relazioni sociali dei migranti:
Un indice di integrazione e un indice di urbanizzazione.
L’indice di integrazione rileva le caratteristiche rilevanti di 3 persone con le quali ciascun migrante interagisce più
frequentemente per esempio se si tratta di parenti o meno, se i legami tra di loro sono precedenti alla migrazione.
L’indice di urbanizzazione si focalizza sulle caratteristiche dei membri della rete sociale del migrante, come il livello di
scolarizzazione e la mobilità.
Sono inoltre selezionati indicatori per misurare l’ampiezza con la quale i contatti del migrante sono integrati nella vita
urbana.
In questo modo si estende l’applicazione del concetto di rete sociale oltre l’analisi di piccoli gruppi del tipo descritto
finora per considerare l’ampiezza con cui gli individui si allontanano da tali piccoli gruppi e analizzare le conseguenze
linguistiche di tale allontanamento.
o C'è un'ampia letteratura sociologica sull'individuo mobile, marginale straniero, tipico abitante delle città moderne.
o Questa percezione certamente riflette importanti caratteristiche della vita urbana contemporanea, come la mobilità
sociale e geografica e gli alti redditi.
o Ma non racconta tutta la storia!
o Giddens (1989): i quartieri caratterizzati da legami familiari e personali stretti sembrano essere incoraggiati più che
scoraggiati dalla vita nelle metropoli.
- coloro che appartengono a comunità urbane distinte etnicamente tendono a creare legami stretti e spesso a vivere
insieme a persone che hanno lo stesso background linguistico e culturale.
o Non solo comunità migranti recenti, ma anche minoranze marginalizzate e stigmatizzate da lungo tempo costruiscono
comunità personali che servono come potenti sistemi di sostegno in contesti ostili, come i portoricani di New York.
o Gal (1978) e Li Wei (1994) hanno messo in correlazione pattern di usi linguistici con pattern di reti sociali in maniera
analoga a quanto fatto nella ricerca su comunità monolingui.
- La comparazione del modello di cambiamento linguistico con il modello variazionistico di language shift ha messo in
evidenza per entrambi interessanti pattern sincronici di variazione linguistica.
- Gal adotta una prospettiva variazionistica ampia e come Gumperz usa il concetto di rete sociale in maniera informale
e non quantitativo.
o Gumperz 1982: comunità bilingue tedesca-slovena in una remota zona della valle del Gail in Austria:
- I cambiamenti di relazioni tra lingua, struttura del network e struttura sociale e politica di larga scala si associano a un
percorso verso il monolinguismo e a cambiamenti economici.
- I membri della comunità rurale fortemente stimati dal punto di vista sociale hanno creato dei network di mutuo
sostegno con legami molto stretti.
- Questi comportamenti sono cambiati non appena la comunità è passata dall'essere basata su un'economia rurale di
sussistenza ad una basata sui servizi.
- Il miglioramento nel sistema stradale ha originato cambiamenti notevoli che hanno condizionato la struttura delle reti
sociali, delle pratiche sociali di tutti i giorni, inclusi i comportamenti linguistici.
- Con l'incremento delle interazioni da parte dei membri della comunità di minoranza con individui esterni, il radicamento
delle reti sociali locali è diminuito.
- Questo modello descrive quello che con alcune varianti appare un pattern molto generale e diffuso in Europa
occidentale e non solo.
o Gal (1978): analisi del language shift in una comunità bilingue tedesco- ungherese in Austria ha evidenziato analoghi
elementi d'innesco del cambiamento.
- gli individui sono stati misurati in termini della dimensione 'paesana' contadina dei loro network.
- sebbene operi in maniera diversa per gli uomini e le donne, la variabile di rete correla in maniera molto più stretta, che
non lo status individuale di contadino, paesano, con i pattern di scelta linguistica.
o Li Wei (1994) Li Wei e Milroy (1995): New Castle sul Tyne si distinguono tre gruppi migranti cinesi: nonno, genitore e
figlio.
- ciascun gruppo contrae differenti tipi di legami all'interno delle reti sociali:
il primo associato alla famiglia, il secondo ad altri cinesi inglesi e il terzo più estensivamente a pari non cinesi.
Pattern di reti sociali sono correlati con differenti pattern di scelta linguistica dove l'inglese e il cinese sono usati o
come codice monolingue o in combinazione a dominanza variabile.
- Da un punto di vista metodologico:
poiché i cinesi sul Tyne non vivono all'interno di un quartiere, per misurare la forza di un network non ci si può basare
sulla forza dei legami ristretti territorialmente.
un'analisi comparativa delle reti sociali di scambi individuali è basata su una lista di 20 persone che costituiscono i
contatti significativi e regolari per ciascun individuo.
Tra le dimensioni rilevanti caratterizzanti le reti quella della composizione etnica differente.
- Non sorprendentemente le reti sociali cinesi etnicamente più forti sono associate con la generazione più anziana e un
uso più esteso del cinese, quelle più deboli con la generazione nata in Inghilterra con l'uso più estensivo dell'inglese.
RETE SOCIALE DEBOLE E TEORIE DEL CAMBIAMENTO LINGUISTICO
o L'analisi sulle reti sociali si è concentrata principalmente su comunità in cui i legami tra i parlanti sono piuttosto forti. In
questi tipi di comunità l'analisi delle reti sociali ha funzionato piuttosto bene.
o Molto meno chiaro come i ricercatori dovrebbero affrontare lo studio delle reti sociali di parlanti mobili dal punto di vista
sociale e geografico i cui legami all'interno dei network non sono densi e molteplici.
- Gli studi su questo tipo di reti sono piuttosto rari: come in dialettologia anche in variazionistica ci si è concentrati su
parlanti non mobili in comunità isolate (Chambers 1992).
o Mendoza-Danton: critica la tendenza a trattare i gruppi di minoranza come se fossero isolati.
- la mobilità sociale e geografica, i contatti tra comunità sono la regola piuttosto che l'eccezione nelle città
contemporanee.
o Difficoltà di lavorare con reti a maglia larga:
- l'analisi delle reti a maglia larga implica la comparazione di parlanti che differiscono l'uno dall'altro per diversi fattori,
come la molteplicità dei legami contratti sul luogo di lavoro, ma che sono simili in misura sufficiente da rendere
significativa la comparazione.
- difficoltà anche di comparate strutture di reti a maglia larga di individui che differiscono l'uno dall'altro rispetto a vari
fattori, come il livello di scolarizzazione, l'occupazione, la regione di origine, la mobilità.
- a Belfast le procedure per analizzare le reti a maglia stretta non poterono essere utilizzate per studiare le reti a maglia
larga.
o Nonostante ciò lo studio delle reti a maglia larga è considerato di un enorme interesse teorico
- Se una struttura a maglia stretta sostiene norme linguistiche locali e resiste ai cambiamenti originati
dall'esterno del network, le comunità costituite da legami deboli sono invece più facilmente soggette a subire
tali cambiamenti.
o Granovetter (1973, 1982): legami interpersonali deboli ed apparentemente insignificanti sono importanti canali
attraverso quali l'innovazione passa da un gruppo a maglia stretta ad un altro.
o Milroy, Milroy (1985):
- Gli innovatori linguistici sono quegli individui che hanno molteplici legami deboli.
- Poiché tali legami deboli collegano diversi gruppi a maglia larga tra di loro e alle comunità nazionali e regionali, essi
giocano un ruolo preminente nell'ambito di studi socialmente fondati sul cambiamento linguistico e sulla sua diffusione.
- Un tipo di organizzazione sociale basata sul sovrapporsi di reti a maglia stretta inibisce il cambiamento, mentre una
organizzazione caratterizzata dalla mobilità con una conseguente indebolimento dei legami lo facilita.
- Gli innovatori saltano di città in città mancando alcuni territori.
o Questo è evidente nel Northern Cities Shift che essendo un indice saliente della classe lavoratrice londinese è un
cambiamento indotto per contatto piuttosto che essere originato dall'interno della comunità.
o Trudgill: relativa recente adozione da parte dei giovani inglesi nella città di Norwich della fusione di una serie di suoni.
o L'uso di queste variabili fuse è documentato nei parlanti giovani in numerose città del Nord.
o Considerato che questi tratti sono tipici del parlato della classe operaia londinese questo cambiamento appare indotto
dal contatto linguistico.
o È difficile tuttavia spiegare il meccanismo preciso di diffusione di questi tratti in termini di contatti stretti tra londinesi e
altri parlanti.
o un modello basato sui legami deboli predice la diffusione di un cambiamento da una comunità all'altra attraverso la
molteplicità di legami deboli.
o Milroy Milroy (1992): I parlanti della classe media sono particolarmente propensi a contrarre legami deboli e quindi
sono importanti agenti di cambiamento, questa proposta è consistente con il principio di Labov che i gruppi innovatori
sono localizzati centralmente in quella fascia della gerarchia sociale.
o Kerswill Williams (1992):
- indagine sulla relazione tra classe sociale, mobilità e disponibilità al cambiamento attraverso la comparazione del
comportamento linguistico dei parlanti altamente mobili o poco mobili appartenenti a diversi strati sociali a Reading.
- La struttura della rete sociale ha un effetto predittivo cioè effettivamente le reti a maglia stretta consolidano la norma
locale, le reti a maglia larga facilitano il cambiamento.
- E in base alla comparazione di comportamenti tra parlanti mobili di status alto e di status basso si giunge alla
conclusione che la variabile di classe e il network devono essere considerati separatamente.
LIVELLAMENTO DIALETTALE
o Il modello di cambiamento dei legami deboli può illuminare le dinamiche di livellamento dialettale ovvero la scomparsa
di varianti marcate localmente e socialmente per effetto di migrazioni, industrializzazione e urbanizzazione che
distruggono i network o chiusi e affiatati.
o Watt e Milroy (1999):
- La convergenza sulla variante sopra-locale diretta dalle donne a Newcastle e l'abbandono progressivo delle varianti
altamente localizzate sono un esempio di livellamento dialettale.
- Gli standard regionali, ovvero varietà livellate in direzione sovralocale, sono il risultato di processi di livellamento.
- Milroy 1982 definisce questo processo normativizzazione, un fenomeno che si distingue dalla standardizzazione che
prevede invece un intervento istituzionale.
o Sebbene il livellamento rappresenti la manifestazione di una pressione verso la convergenza linguistica, le comunità
che sottostanno a questo processo non perdono la distintività linguistica.
o Shilling-Estes 2002: sottolinea la tensione che si genera tra la pressione verso il sovra localismo e l'omogeneizzazione
da una parte e il desiderio della comunità linguistica di mantenere un'identità sociale e linguistica distintiva dall'altra.
o La studiosa compara due piccole comunità rurali Smith Island in Maryland e Lumbee in North Carolina mostrando che
ciascuna risponde diversamente a queste forze in competizione.
- Smith Island: indici linguistici di distintività più elaborati.
- Lumbee: distintività linguistica marcata in maniera minimale, ma uso estensivo di materiali simbolici della cultura
americana nativa.
o Grazie alla ricerca sulle attitudini linguistiche i sociolinguisti comunemente individuano una motivazione ideologica alla
base del mantenimento sulla lunga gittata della distintiva e spesso stigmatizzata norma locale a dispetto della
pressione della comunità di parlanti di maggioranza, più potente sia numericamente che socialmente.
o Tuttavia le motivazioni da sole appaiono insufficienti a conservare i pattern linguistici non standard poiché le varietà
sovralocali spesso fagocitano i dialetti minoritari a dispetto del desiderio dei loro parlanti di conservare la distintività.
o In assenza di rete la motivazione per mantenere la distintività linguistica diventa insufficiente: non solo la distintività
diventa ridondante nel momento in cui legami del network si indeboliscono, ma ai parlanti manca l'input regolare ed
estensivo di cui hanno bisogno per mantenere la norma locale.
o Sebbene network chiusi possano essere visti come un meccanismo sociale che sostiene la costruzione, il
mantenimento e la elaborazione della distintività linguistica locale, dal punto di vista dell'apprendente essi
garantiscono inoltre anche l'input intensivo necessario per acquisire il controllo di strutture linguistiche localizzate
complesse in assenza del sostegno istituzionale.
o L'età dell'apprendente è importante nel determinare se la complessità strutturale sopravvive in una situazione di
contatto linguistico o meno.
- Talvolta è il periodo critico ipotizzato dalla ricerca linguistica sull'acquisizione a determinare la traiettoria
dell'acquisizione di una seconda lingua.
o Chambers (1992) e Trudgill (1989): i post adolescenti non acquisiscono tratti strutturalmente complessi e giocano un
ruolo nei processi di semplificazione e livellamento linguistico.
o Kerswill e Williams (2000): diverso contributo alla formazione delle varietà miste da parte di ragazzi grandi abbastanza
per essere orientati verso i pari piuttosto che verso la famiglia.
o L'orientamento del ragazzo/a verso il gruppo dei pari e cruciale nel determinare se lui o lei adottano i tratti del nuovo
dialetto piuttosto che mantenere le norme di distintive della famiglia.
o Prospettiva variazionistica tradizionale: inadeguatezza del concetto di comunità linguistica tradizionale in contesto
migratorio.
o Walters (1996): comunità linguistica (o forse comunità di pratica) costituita da mogli, anglofone di nascita, espatriate,
multilingui che vivono con i loro mariti in Tunisia la cui identità deriva dalla pratica contemporanea piuttosto che dalla
loro comunità di origine e dunque non è più unica.
o La loro comunità linguistica è molto diversa da quelli che i variazionisti immaginano.
o Johnstone: la dinamica sociale sottostante la variazione a livello individuale suggerisce che la mobilità e la
globalizzazione a livello più generale hanno reso disponibile per il parlante informazioni circa i comportamenti e le
caratteristiche di varietà linguistiche locali numerose diverse da quelle nelle quali loro vivono.
o Una concezione dello spazio come entità culturale piuttosto che geografica si adatta meglio a queste condizioni: es
donne texane che 'si spendono' l'accento del sud nel loro lavoro.
CAPITOLO 6
INVESTIGARE LA VARIAZIONE FONOLOGICA.
INTRODUZIONE
o I variazionisti cercano di individuare le relazioni tra variabili sociali e variabili linguistiche.
o Dopo aver discusso la dimensione sociale della variazione ora ci si concentrerà sulla dimensione linguistica.
o La variazione fonologica sarà trattata separatamente da quella morfologica e sintattica anche se molti dei problemi
sollevati riguardano lo studio di qualsiasi tipo di variabile linguistica.
o Nell'esaminare i dati sociolinguistici presentati in forma sintetica finora nelle tabelle, è facile dimenticare che i numeri
riportati rappresentano il prodotto di un lungo processo di analisi.
- La ricerca sul campo fornisce la materia prima per l'analisi, ma dare forma a quel materiale per trasformarlo in dati utili
in genere prende molto tempo.
Esempio: la variabile (o) a Newcastle, le tabelle 4.2 e 4.3 descrivono l'utilizzo di quattro varianti di (o) tra 32 informatori
registrati in libera conversazione e lettura di elenchi di parole (Milroy 1999; Watt e Milroy 1999).
o Come hanno fatto gli investigatori a New Castle a trasformare ore e ore di parlato registrato nei numeri delle tabelle?
2. In molti casi la fase più lunga del processo è contare gli usi della variabile.
- Nel caso di (o) ciò significava contare il numero di volte in cui un parlante aveva utilizzato ciascuna delle quattro
varianti.
- In questo caso l'identificazione di quale forma di (o) occorreva in un determinato caso è stata fatta in modo uditivo,
cioè ascoltando la registrazione.
In alcuni casi, misurare le variabili può comportare l'ausilio di strumentazione acustica.
- Indipendentemente da come vengono misurate le varianti, il conteggio deve procedere in accordo con il principio di
responsabilità, che in sostanza afferma che gli analisti non devono selezionare da un testo quelle varianti di una
variabile che tendono a confermare la loro tesi e ignorano gli altri che non lo fanno.
- Labov: "per la sezione di parlato esaminata è necessario contare tutte le occorrenze di una determinata variante
incluso le mancate occorrenze in contesti pertinenti i potenziali contesti di occorrenze), definendo tutte le variabili
come un insieme chiuso di varianti "(1982a: 30).
- Esistono tuttavia numerosi problemi alla base di questa affermazione apparentemente semplice.
Come vedremo, spesso è difficile specificare gli "ambienti rilevanti", a volte potrebbe non esserci la possibilità di
definire le variabili come un insieme chiuso di varianti (per esempio vedi la variazione sintattica).
3. Una volta contate le occorrenze inizia la ricerca dei vincoli linguistici, ovvero dei contesti di variazione.
- Comprendere i vincoli linguistici interni è fondamentale al fine di stabilire i set di dati comparabili all'interno del
campione di parlanti.
- A Newcastle (o), per esempio, i ricercatori hanno notato che alcune parole come old e know erano prodotte con un
[ao] da alcuni anziani. Questo uso rappresentava una pronuncia arcaica piuttosto rara; di conseguenza tali elementi
sono stati omessi dall'analisi di (o).
- Un'altra preoccupazione è il condizionamento fonologico sulla variazione.
Se una determinata variante appare frequentemente solo in un particolare contesto fonologico, è importante tenerne
conto nell'analisi.
4. Lo stadio finale del processo analitico è quello di inserire i risultati linguistici nel contesto della loro distribuzione
sociale.
- I dati a questo punto possono essere presentati in tabelle organizzate in base alle variabili esterne prese in
considerazione.
- Molto spesso modelli di co-variazione tra le variabili linguistiche sociali emergono grazie all'applicazione di test
statistici.
o La discussione riguarderà a questo punto la serie di problemi pratici e teorici associati all'uso della variabile linguistica
come strumento analitico nell'esame della variazione fonologica.
o Essa sarà organizzata in accordo al processo sopra descritto:
1) l'identificazione delle variabili e delle varianti;
2) la misurazione delle occorrenze delle varianti grazie a tecniche uditive e/o strumentali;
3) l'individuazione del pattern linguistico;
4) l'analisi di alcuni aspetti problematici sul piano interpretativo.
o Analizzando corpus di parlato non è raro trovare tratti che non sono mai stati descritti in associazione con la comunità
sotto analisi.
o In quest'ottica i ricercatori devono individuare le variabili rispetto al loro significato locale.
- Esempio: la variabile (r) a New York, in Inghilterra, in Scozia sembra non essere la stessa variabile.
A New York l'assenza della vocale r post-vocalica è associata ad un parlato di basso status, presenta variazione
stilistica ed è sottoposta ad un processo di cambiamento linguistico.
In Inghilterra la caduta di r è invece caratteristica di un parlato di status alto ed è presente categoricamente in alcune
aree ad Ovest.
In Irlanda e in Scozia la fotografia tradizionale suggerisce che la maggioranza dei parlanti pronuncia in maniera
categorica la r post vocalica.
Romaine descrive un cambiamento in questo pattern per la Scozia:
» i parlanti uomini sembrano adottare la caduta della r come reazione al prestigio della norma del parlato scozzese.
» Nonostante nel promuovere la caduta della r sembrino andare nella direzione dell'Inghilterra, in realtà questo appare
essere uno sviluppo locale e non sembra seguire la norma di prestigio dell'Inghilterra del Sud.
o Particolarmente importante è che, poiché il pattern di variabilità è differente in luoghi differenti, anche l'identificazione
iniziale di una variabile ben nota non può essere automatica.
- Identificare le variabili fonologiche implica specificare la variazione formale associata.
o Quando le varianti sono discrete e la scelta sembra binaria come la (h) nel sud della Gran Bretagna questo può non
essere un problema, ma in molti casi le variabili binarie implicano alcune forme intermedie.
- è il caso a Detroit della monottongazione di (ai) in cui il fenomeno presenta stadi intermedi, la semivocale può ridursi,
piuttosto che essere completamente eliminata (Anderson 2002).
o Ricerche precedenti possono certamente essere d'aiuto nello specificare la variazione associata con una variabile
data, ma i ricercatori non devono limitarsi alle descrizioni precedenti.
- Variabili con un'ampia di distribuzione geografica possono mostrare uno sviluppo distinto a livello locale.
IDENTIFICARE E SELEZIONARE LE VARIABILI: STUDI PILOTA
o Studi pilota sono in genere un utile strumento preliminare per grandi progetti di ricerca: aiutano a identificare difficoltà
inaspettate di vario tipo e a impostare le linee guida di un progetto.
o Esempio di Belfast:
- Interviste libere, liste di parole, brani di lettura sono stati somministrati a 20 parlanti di entrambi i sessi, di diverse età e
gruppi etnici in città.
- Questo ha consentito di identificare anomalie inaspettate.
- Il valore generale degli studi pilota è emerso a proposito della variabile (a) a Belfast.
- Prima impressione: /a/ di bag è sottoposta ad un processo di innalzamento, allungamento e leggero dittongamento e
tale pronuncia è tipica di Belfast.
- Analisi successive: in realtà la /a/ è invece sottoposta ad arretramento, tale movimento è guidato da i giovani uomini.
- Ricerche in tempo apparente hanno mostrato che 'innalzamento /a/>[ɛ] è un tratto recessivo, confinato nel vernacolo
contemporaneo di Belfast in sillaba chiusa da una consonante velare: mamma [kɛp], figlio 18enne [kap].
- L'arretramento si sta diffondendo invece in parole che prima presentavano la a innalzata e non ha ancora coinvolto
sillabe chiuse con una consonante velare.
Per questa ragione parole con la a in sillaba chiusa seguita da una consonante velare sono state eliminate dal corpus.
o Cautela nell'utilizzare le osservazioni estemporanee come base per identificare le variabili: le impressioni sono fallaci
(anche dei parlanti nativi).
o Un altro punto metodologico di importanza considerevole riguarda la trascrizione negli studi pilota.
o Qualsiasi tipo di trascrizione è un processo selettivo che riflette obiettivi teorici e assunzioni teoriche soggiacenti.
o Nel momento in cui gli obiettivi dell'analisi sono chiari, una trascrizione selettiva sarà molto più utile di una trascrizione
dettagliata che fornisce moltissime informazioni non volute.
o Una trascrizione fonemica tuttavia spesso non è adatta per gli studi pilota.
- L'esperienza di Belfast ha mostrato che una trascrizione stretta talvolta è necessaria per individuare, identificare il
range di variazione vocalica associata a contesti fonetici diversi.
o Un'analisi generale del sistema fonologico quindi è un prerequisito per l'analisi quantitativa.
MISURARE LA VARIAZIONE
o La grande sfida nell'analizzare i dati di lingua naturale, sia nello scritto che nel parlato, è:
- Come arrivano i ricercatori a misurare quantitativamente gli usi linguistici di un individuo per esempio nel parlato
conversazionale?
o Questo processo richiede una attenta identificazione e definizione delle variabili linguistiche.
o Oltre alla domanda cosa misurare vi è la domanda come misurare la variazione.
o Attraverso l'ascolto ripetuto i ricercatori identificano e addestrano sé stessi a riconoscere le varianti di una data
variabile linguistica.
- Ascoltano il corpus di parlato più ampio e codificano le forme rilevanti della variabile in base alla variante che hanno
sentito.
- Questa tecnica è definita impressionistica poiché implica la percezione, le impressioni del ricercatore.
o Le categorie usate per codificare i dati dipendono dalla natura della variabile e dagli obiettivi della ricerca:
- alcune variabili presentano varianti relativamente discrete che possono essere codificate in termini binari come scelta
tra due possibilità.
In alcuni casi la variabile implica la presenza o l'assenza di un suono.
In altri la scelta tra varianti può implicare l'alternanza tra due foni, oppure la scelta può riguardare l'alternanza
nell'ordine di suoni.
- Talvolta una variabile discreta può riguardare una scelta più ampia, non solo binaria.
- Le variabili discrete tendono ad essere comunque facilmente distinguibili e di facile codificazione.
o La situazione è più complicata con variabili che presentano più varianti poste su un continuum. In questi casi per
individuare le varianti 'investigatore deve imporre un sistema classificatorio e stabilire confini tra le forme osservate.
o Il numero di varianti individuate può dipendere dalla distanza fonetica tra i due punti estremi del continuum.
o I dati raccolti mediante tecniche uditive possono essere facilmente quantificati semplicemente contando gli usi, le
occorrenze di ciascuna delle varianti.
- Nel caso delle varianti binarie i risultati sono presentati direttamente in termini di percentuale d'uso di ciascuna forma.
- Nel caso di variabili continue è pratica diffusa assegnare valori relativi a ciascuna variante a secondo del posto
occupato nel continuum.
ANALISI STRUMENTALI
o Un approccio completamente diverso per misurare la variazione fonologica implica l'esame di segnali acustici, usando
tecniche e strumenti adottati dai laboratori di fonetica.
o Non si tratta di un metodo nuovo per i sociolinguisti, sebbene esso si sia diffuso in maniera incrementale grazie agli
avanzamenti tecnologici che consentono di fare l'analisi spettrografica al computer.
o Senza entrare nel dettaglio basti dire che la fondamentale differenza tra la misurazione acustica e la misurazione
uditiva è che la prima implica la traslazione del segnale di parlato in una rappresentazione visiva.
o La rappresentazione più usata è lo spettrogramma del suono.
o Uno spettrogramma mostra la variazione di energia acustica contenuta in un segnale di parlato.
- Una 'macchia' più chiara o più scura corrisponde alla maggiore o minore intensità di energia.
UNA VALUTAZIONE DELLE TECNICHE DI MISURAZIONE
o La rappresentazione visiva dello spettrogramma consente al ricercatore di esaminare particolari componenti del
segnale di parlato più in dettaglio rispetto alle tecniche uditive.
o L'uso più comune dell'analisi acustica in sociolinguistica si è avuto nello studio delle vocali.
o Per i sociolinguisti interessati alla variazione fonologica la fonetica strumentale ha aperto nuove strade.
o Il beneficio di questi nuovi approcci è stato mostrato da numerosi studi e la sua popolarità continua a crescere.
o I sociolinguisti nordamericani hanno mostrato di preferire i metodi strumentali ai metodi uditivi per diverse ragioni.
- Tra i vantaggi delle tecniche strumentali c'è l'oggettività che il processo di misurazione implica.
- I giudizi su un segnale di parlato sono verificati da strumenti piuttosto che dall'orecchio umano soltanto: mentre due
ascoltatori possono sentire un particolare suono in maniera diversa, in linea di massima essi dovrebbero giungere ad
una misurazione strumentale analoga se usano la stessa tecnica.
- Un altro beneficio di usare tecniche strumentali è il livello di dettaglio che si raggiunge.
- Problemi:
Talvolta il livello di dettaglio non è un vantaggio.
La precisione della misurazione può rendere l'analisi più difficile: i valori della frequenza formantica associati con una
particolare vocale variano tremendamente a secondo delle corde vocaliche che la producono. Esempio: variazione
basata sul sesso.
- Un approccio per rimediare a questo problema è applicare alcuni tipi di routine normalizzanti, ovvero convertire i valori
di frequenze usando una formula matematica in modo da normalizzare la variabilità interspeaker risultante da fattori
come l'ampiezza delle corde vocali.
- La sfida sta nell'adottare una procedura capace di normalizzare la variazione non interessante, ma preservare la
variazione sociolinguisticamente rilevante.
- L'assenza di normalizzazione costringe l'analista a considerare il sistema vocalico di ciascun parlante di per sé stesso,
prendendo in considerazione per esempio la posizione relativa delle vocali, e comparando le relazioni tra le vocali.
o Le misurazioni precise prodotte da tecniche strumentali possono dare l'impressione di offrire una rappresentazione più
accurata della variazione fonologica studiata.
- Una difficoltà tuttavia è rappresentata dal fatto che i valori di F1 e F2 rappresentano la struttura formantica di una
vocale in un particolare punto nel tempo. È dunque possibile fare più misurazioni nel tempo per mostrare la traiettoria
di una vocale. Di solito la rappresentazione di una vocale è un'istantanea della sua struttura nel tempo.
o Un ulteriore problema è quello delle relazioni tra F1 e F2 e la qualità della vocale percepita. La percezione della vocale
è un processo complesso che appare basarsi su un ampio range di elementi di cui la frequenza di F1 e F2
rappresenta solo una parte dell'informazione acustica veicolata dal segnale
- Le consonanti adiacenti sono molto più determinanti nella percezione vocalica.
o L'origine di un'altra serie difficoltà sta nell'interpretazione di F1 e F2 come correlati dell'altezza e dell'arretratezza
vocalica.
- Le frequenze formantiche sono certamente determinate dalla posizione della lingua, ma altri tratti articolatori possono
influenzare F1 e F2, per esempio 'arrotondamento delle labbra.
o Infine:
- Attraverso l'analisi uditiva il ricercatore emette giudizi circa la qualità della vocale basandosi sul segnale di parlato a
disposizione cioè usando lo stesso input disponibile ai membri della comunità investigata.
- Certamente i ricercatori non sono capaci di fare distinzioni così fini come è possibile fare con la strumentazione.
Nondimeno il fatto che tali distinzioni siano disponibili nel segnale non significa che esse giochino un ruolo nella
percezione dell'ascoltatore.
o In tutti questi esempi il compito di definire il range della variazione è piuttosto semplice, l'input per ciascuna variabile, il
set di item coinvolti dalla variazione si identifica con una particolare parola, o una particolare classe di parole, oppure
un sottoinsieme di classi fonologiche.
o In alcuni casi tuttavia il range della variabile non è identificabile con un set di parole, non è equivalente ad un fonema,
non può essere predicibile fonologicamente.
- È il caso della (u) di Belfast che alterna con [ʌ] (vocale posteriore medio-bassa non arrotondata) e [ʉ] (vocale alta
centrale arrotondata).
- Nella varietà urbana di Belfast, come in molte varietà di inglese, c'è una classe di parole con /ʌ/ come cut, mud, fun e
una classe di parole con /ʉ/ come good, cook.
- C'è poi un piccolo set di item lessicali che alterna [ʌ] e [ʉ].
L'appartenenza a questa terza classe non può essere stabilità in base a fattori fonologici, ma è specificata sulla base
dell'intuizione del parlante nativo per esempio foot, took, shook alternano [ʌ] e [ʉ] mentre cook, book, hook presentano
solo [ʉ].
L'alternanza è sociolinguisticamente molto saliente, varia in base alla classe, al sesso e allo stile: la pronuncia in [ʌ] è
stereotipicamente vernacolare con un forte valore simbolico.
Poiché la composizione di questo set fonetico-lessicale non può essere specificata su un piano fonologico è difficile
trovare un modo per specificare tutti gli input lessicale della variabile (u) a Belfast.
o Problemi di questo tipo sono piuttosto comuni in aree dialettali divergenti, laddove fonologie radicalmente differenti e
facilmente identificabili che nel passato si sono influenzate a vicenda, recentemente sono diventate parte integrante
delle risorse linguistiche a disposizioni della comunità di parlanti.
o Difficoltà di questo tipo generale che sembrano originarsi per l'apparente comportamento idiosincratico degli item
lessicali sono riportate anche negli Stati Uniti.
- Esempio a New York e Philadelphia la (æ) è innalzata in condizioni che sono solo parzialmente predicibili da un punto
di vista fonologico (normalmente la vocale si comporta diversamente a seconda se precede una consonante nasale o
occlusiva).
- si individuano un numero notevole di eccezioni lessicali alla regola fonologica: normalmente 'innalzamento non si
verifica prima di fricative ma la parola avenue ce lo ha.
o Le difficoltà nello specificare l’input lessicale sono probabilmente molto più diffuse e pongono più grandi problemi
metodologici di quanto le osservazioni estemporanee in letteratura suggeriscano.
o Questi casi sono di un'importanza teorica notevole nella discussione su modelli di cambiamento e di variazione basati
sulla diffusione lessicale.
FATTORI CONDIZIONANTI
o Il cuore dell'analisi linguistica di una variabile è scoprire i fattori che favoriscono o favoriscono la selezione delle
varianti di una variabile.
- L'obiettivo è descrivere la forza relativa dei diversi fattori nel condizionare la variazione in termini di probabilità.
o Le variabili fonologiche sono molto spesso influenzate dal contesto fonetico immediato.
o Oltre i segmenti adiacenti elementi condizionanti possono essere:
- la struttura sillabica aperta o chiusa;
- fenomeni fonetici come la cancellazione o la assimilazione di suoni caratteristici di un parlato allegro.
o Questi fenomeni nonostante la loro apparente naturalezza sono in realtà spesso varietà-specifici.
o I fattori fonologici non sono l'unico tipo di condizionamento linguistico sulle variabili, alcuni pattern possono essere
infatti definiti in termini lessicali.
- Per esempio la caduta della conclusiva finale è sicuramente influenzata da un punto di vista lessicale. In questo caso
includere nel campione un termine altamente ricorrente come and ovviamente altera i dati. Fenomeno simile è stato
messo in evidenza da Fasold nel 1978 a proposito di kept che spesso presenta la caduta della occlusiva finale.
o La letteratura sulla caduta della occlusiva finale evidenzia l'influenza di un altro tipo di fattore: il contesto morfologico.
- Guy (1980) dimostra che la caduta è più probabile in parole monomorfemiche quando il nesso consonantico è creato
dall'aggiunta di un morfema flessivo.
o In definitiva spesso non è facile determinare la natura dell'influenza dei diversi fattori linguistici su una particolare
variabile.
o In molti casi il problema è legato alle poche occorrenze analizzate, ovvero all'infrequenza di una particolare
combinazione fonologica nel parlato di tutti i giorni. La soluzione dunque può essere trovata analizzando più dati.
o Il carattere multidimensionale della variazione sociolinguistica è stato esemplificato nel caso della o a Newcastle, dove
erano state individuate quattro varianti che presentavano differenze in termini di lunghezza, avanzamento e
dittongazione e pertanto si collocavano su dimensioni diverse da un punto di vista fonetico così come da un punto di
vista sociale.
- In questo caso il modello del continuum non funziona sia da un punto di vista linguistico che da un punto di vista
sociale.
o In generale il modo in cui gli investigatori concepiscono le relazioni tra le varianti può avere un profondo impatto
sull'intera analisi
- La stessa cosa può essere detta a proposito delle relazioni tra le variabili.
o Alcune variabili fonologiche sembrano operare indipendentemente mentre altre sembrano interconnesse.
- È il caso dei cambiamenti a catena che implicano una serie di mutamenti di suono legati tra di loro.
- Le connessioni tra i cambiamenti possono essere di due tipi: nel primo il meccanismo fondamentale e a spinta l'altro è
a trascinamento.
Nel primo caso una vocale si sposta nel territorio di un'altra costringendola a liberare lo spazio.
Nel secondo caso una vocale libera il suo spazio originale creando uno spazio libero che un'altra vocale può riempire.
o Secondo Labov la cronologia del NCS è che la (ɛ) era originariamente più bassa ed innalzandosi ha trascinato (i)
(meccanismo del trascinamento), successivamente si è abbassata innescando il meccanismo a catena con (ʌ) (a
spinta).
o Il ricercatore che indaga il Northen City Shift in una data comunità naturalmente tende a cercare le varianti aspettate,
cosa fa quando le forme non corrispondono al modello, per esempio, se trova varianti arretrate di (i) e abbassate di
(ʌ)?
- Una possibilità è che trascuri ed ignori tutti i casi che non corrispondono al modello.
Sottovalutare il significato di traiettorie del cambiamento inaspettate chiaramente però è pericoloso.
- L'approccio raccomandato e registrare tutta la variazione in modo da avere una fotografia completa e ottenere un
quadro accurato delle relazioni tra le variabili.
- Talvolta l'immagine che emerge può mettere in discussione l'interpretazione consueta del cambiamento a catena.
(Gordon 2001): movimenti di (ɛ) (i) e (ʌ) sono connessi, non da una catena ma da cambiamenti paralleli.
o Una relazione tra variabili di tipo differente è illustrata dal caso delle fusioni.
o Le fusioni implicano la perdita di un contrasto fonemico.
o Le fusioni non condizionate risultano nella perdita del contrasto di due o più fonemi che diventano uno.
- Esempio: le vocali basse arretrate caught e cot in Scozia e in Nord America.
o In altri casi la perdita occorre solo in particolari contesti fonologici.
o Per i ricercatori che studiano le fusioni in fieri la situazione è più complicata.
- La perdita del contrasto condiziona la produzione e la percezione quindi il ricercatore deve fare attenzione alle 2
dimensioni separatamente.
- Questa linea di ricerca ha prodotto dei risultati assolutamente inaspettati.
- Labov: talvolta i parlanti percepiscono due suoni come fusi ma regolarmente li producono come distinti. Come sia
possibile è una questione che rimane irrisolta.
o Durante la codificazione inoltre sono state formulate un gran numero di eccezioni collegate a items lessicali individuali:
- L'alternanza tra [i] e [ɛ] che è caratteristica del NCS talvolta negli Stati Uniti si presenta anche in contesti indipendenti
dal NCS.
- Alcuni items pertanto sono stati omessi poiché non era facile capire che tipo di fonema variabile essi presentassero.
o Wolfram: Importante prendere decisioni in anticipo e registrarle in modo da fare scelte coerenti in fase procedurale.
o Un problema comune da affrontare nel corso dell'analisi della variazione fonologica è quanti token esaminare di un
particolare item per evitare di inserire bias che alterino i valori per i diversi parlanti e non consentano di ottenere dati
comparabili per i diversi parlanti.
o I bias possono essere fondati su basi fonologiche o lessicali.
- Esempio: l'arretramento di (ɛ) nel NCS favorito quando segue /I/. Se un parlante presentasse molte occorrenze di una
parola come bell ed un altro nessuna, la differenza di distribuzione per parlante sarebbe un riflesso del pattern
fonologico che non ha niente a che vedere con la variazione individuale in sé.
o In accordo al principio dell'affidabilità il ricercatore deve considerare tutte le potenziali occorrenze della variabile senza
privilegiare quelle che confermano la sua ipotesi quindi ridurre il pericolo di ottenere dati devianti.
o Nonostante ciò il pericolo è sempre dietro l'angolo:
- Ci sono diverse ragioni per le quali una particolare parola potrebbe essere particolarmente comune nella sezione di
parlato analizzato.
- Per affrontare questo problema i ricercatori spesso impongono dei limiti sul numero di occorrenze di una parola o di un
morfema che si possono contare.
Esempio: Gordon limita a un massimo di 3 tokens per item la sua analisi degli usi linguistici di un parlante.
o Imporre questi limiti significa:
- assicurarsi che la descrizione del parlato di ciascun informatore sia basata su un campione lessicalmente diversificato
e di conseguenza su una grande quantità di contesti fonologici.
- Far sì che i parlanti possano essere comparati utilmente in base alle loro caratteristiche sociali.
QUANTI TOKENS?
o Di quanti tokens c'è bisogno?
o Per rispondere a questa domanda bisogna chiedersi se la variazione osservata nei dati riflette la norma del parlante
piuttosto che una fluttuazione casuale.
o Labov: contare tutte le occorrenze delle varianti senza considerare la dimensioni complessive della sezione di parlato
esaminato è forviante.
- Esempio: in un piccolo testo con 5 tokens di (h) di cui 4 realizzate come [h] e una come zero, dire che il parlante
presenta 20% di occorrenze della variante zero non è significativo, meglio considerare altri 5 tokens in un contesto
sociale simile (per esempio: linguaggio di tutti i giorni).
o Guy in uno studio sulla caduta dell’occlusiva finale per esemplificare un principio più generale suggerisce che 30
tokens per variabile sono oggettivamente ragionevoli, se il numero dei token è più basso di 10 è molto probabile che ci
troveremo di fronte a una fluttuazione casuale.
o Spesso i sociolinguisti si avvalgono di tecniche di analisi statistica.
- L'approccio tradizionale nell'analisi statistica consiste nell'usare test di significatività statistica che indicano se
un'ipotesi può essere esplicitamente formulata o meno, ovvero se corroborata dai dati.
CAPITOLO 7
OLTRE LA FONOLOGIA. ANALIZZARE E INTERPRETARE I LIVELLI ALTI DI VARIAZIONE.
INTRODUZIONE
o Il saggio di Labov del 1969 sulla contrazione e la cancellazione della copula in inglese estese il metodo variazionistico
alla variazione morfologica.
- Il fuoco era stabilire una gerarchia di incidenza tra i vincoli interni alla variazione, per esempio emerse che alcuni tipi di
predicato favorivano più di altri la cancellazione della copula (NP vs Aggettivi).
o Questo articolo ha inaugurato la tradizione variazionistica di studiare le variabili morfologiche nell'inglese
afroamericano.
o Altri lavori sulla variazione grammaticale dei diversi livelli di analisi hanno seguito il modello di Labov focalizzandosi
sulla gerarchia dei vincoli piuttosto che sulla frequenza relativa di particolari varianti.
o Diversamente da quanto accade nella prassi dell'analisi della variazione fonologica in cui è attribuita minore attenzione
ai vincoli interni della variazione e frequenze di variabili fonologiche sono comparate tra gruppi di parlanti (maggiore
attenzione ai vincoli esterni della variazione).
o L'estensione dei metodi quantitativi ai livelli più alti della grammatica solleva diverse questioni metodologiche e
teoriche.
o Romaine (1984) ritiene che il concetto di variabile non può essere applicato utilmente oltre la variazione morfologica.
o È largamente ritenuto che le considerazioni di tipo pragmatico e semantico, strettamente connesse ai vincoli di
occorrenza delle varianti sintattiche, creano problemi metodologici all'analisi quantitativa.
o Una differenza intrinseca tra il sistema fonologico e quello sintattico, che ha una ricaduta sull'analisi variazionistica, è
peraltro legata al fatto che l'inventario fonologico è chiuso e dunque le varianti sono molto più frequenti.
o La difficoltà è parzialmente una conseguenza della natura non finita e permeabile del sistema sintattico e al fatto che
alle scelte sintattiche siano associate di volta in volta vincoli pragmatici e semantici.
o Poiché non c'è l’isomorfismo forma/funzione le domande possono non essere realizzate sintatticamente come
interrogative e le forme interrogative possono realizzare anche altre funzioni.
o Coveney discute in dettaglio le implicazioni della disgiunzione forma-funzione per l'analisi della distribuzione
sociolinguistica dei differenti tipi di interrogative in francese.
o Egli sottolinea che al fine di stabilire il range delle varianti potenziali tra le quali un parlante può aver selezionato una
particolare struttura è necessario prima identificare la funzione comunicativa degli enunciati nel suo corpus.
o Successivamente è necessario stabilire il range preciso delle varianti disponibili per una particolare funzione
considerato che le varianti interrogative coprono funzioni diverse (richiesta di informazione, richiesta di azione, offerta,
domande eco ecc.).
- «s'il vous plait» nel francese canadese può essere usato solo per richiesta di azione e non di informazione
diversamente dal francese europeo come nell’esempio seguente.
Est-ce que vous savez où sont les épuisettes s'il vous plait? Do you know where the (shrimp) nets are, please?
o Lo studioso dunque, per identificare le varianti potenziali di un determinato enunciato in un dato contesto discorsivo,
assegna una funzione comunicativa a ciascun token di interrogativa del corpus.
o In questo modo egli distingue innanzitutto tra Yes/No-questions (YNQ) e Wh-questions (WHQ).
o Egli individua tre varianti per le YNQ e uno per le WHQ.
o A proposito delle YNQ osserva che la selezione del tipo spesso è vincolata da fattori pragmatici: in questi casi il
parlante, considerata la funzione comunicativa realizzata dalle varianti, sembra non avere scelta.
o Cheshire 1999: a causa della loro bassa frequenza le variabili sintattiche sono meno disponibili rispetto alle variabili
fonologiche a veicolare significato sociale.
o Questa sarebbe la ragione per la quale chi studia la variazione sintattica tende a focalizzarsi meno sui vincoli sociali e
più sui vincoli linguistici interni.
o Le variabili morfologiche che sono relativamente frequenti e per le quali le questioni connesse alle funzioni
pragmatiche e semantiche sono meno problematiche non paiono veicolare la stessa funzione sociolinguistica della
variazione fonologica.
o Interessante a questo proposito il contrasto osservato spesso tra il pattern tagliente della variazione morfologica e i
pattern a gradiente della variazione fonologica.
- Esempio: I don't want nothing/I don't want anything.
Distribuzione per genere e classe sociale (vedi tabella 7.1)
- Confronto tabella sulla negazione multipla con quelle della variazione fonologica (4.1, 4.4): la distribuzione del tipo o
tutto o niente della negazione multipla, con i parlanti della classe media che evitano completamente la variante sub
standard.
- la variante sub standard segue il classico pattern con i ragazzi che la usano più frequentemente
LA RACCOLTA DATI
A proposito dei problemi connessi alla raccolta dei dati per lo studio della variazione sintattica.
o Sembra intuitivamente probabile che enunciati contenenti i marker negativi not e never occorrano frequentemente nel
parlato, in realtà in un lavoro di Cheshire del 1999 la studiosa registra 144 occorrenze di frasi negative in 32 interviste
etnografiche individuali.
o Nei casi in cui la variabile occorre meno frequentemente della negazione è ancora più difficile ottenere un corpus di
dati del parlato spontaneo sufficiente.
o Il caso di BIN/bin in AAE: la forma accentata ha il significato del passato remoto for long time o a long time ago a
seconda del tipo di verbo, mentre la forma non accentata ha il tipico significato aspettale perfettivo.
1. She ain't tell me that today, you know. She BIN tell me that (she told me that a long time ago).
2. He been doing it ever since we was teenagers, and he still doing it.
o Considerata la sottile differenza di significato semantico e pragmatico veicolata da BIN è risultato molto difficile
elicitare dati che mostrassero tale differenza in un’intervista regolare.
o Rickford per integrare il materiale ottenuto tramite audio-registrazione:
1. Estesi periodi di osservazione di parlato della comunità di parlanti.
2. Esempi da corpora di vario tipo (lezioni universitarie, programmi televisivi, libri, riviste, quotidiani, e-mail).
o Analogamente Rickford (1995): combinazione di tali metodi nello studio sulla assenza del verbo in strutture
topicalizzanti (be concerned or go) as far as:
- As far as the organized resistance is concerned, that's pretty much taken care off.
- As far as misunderstanding goes, l'd like to focus...
- As far as the white servants Ø, it isn't clear.
o Un'altra procedura utile per ottenere tokens di alcuni tipi di variabili sintattiche è incoraggiare attraverso domande
mirate o un protocollo di inchiesta mirato l'emergere di particolari strutture.
o Conveney utilizza questa strategia nello studio sulla variazione nel parlato francese di alcune regioni della Piccardia,
usando domande su giochi, attività manuali, ricette per ottenere descrizioni di processi e quindi un largo numero di
pronomi soggetto indefiniti o di seconda persona singolare e plurale.
o Un ulteriore tipo di dati utile per l'analisi variazioni di tipo sintattico sono i giudizi dei parlanti sulla accettabilità di
particolari varianti grammaticali.
o Labov 1975 ha usato per primo questo metodo, sebbene fosse consapevole dei problemi associati con i giudizi di
grammaticalità del tipo usato normalmente dai linguisti formali.
o Uno dei tratti grammaticali investigati era la tendenza di alcuni dialetti dell'inglese ad usare la negazione con diversi
tipi di quantificatore.
all the man that didn't arrive;
every man didn't arrive;
each of the man didn't arrive;
anybody didn't arrive.
- Lo studioso ha chiesto ai suoi informatori di associare a queste strutture uno dei quattro seguenti giudizi di
accettabilità:
nessun nativo parlante lo direbbe;
alcuni parlanti nativi potrebbero plausibilmente dirlo;
è strano ma si potrebbe dirlo;
potrebbe essere detto senza problemi.
o L'ipotesi è che si possa concepire un gradiente di attrazione negativa al quantificatore: più forte per any più debole per
each ed every e debolissimo per all.
o Labov è stato capace di confermare la predizione iniziale del gradiente di accettabilità.
o In generale la risposta a domanda diretta e indiretta sull'accettabilità di varianti sintattiche è fortemente condizionata
dalla consapevolezza del parlante dello standard normativo.
o Labov documenta numerosi esempi di mancanza di concordanza tra le intuizioni e il comportamento del parlante.
o Rickford1977 è sostenitore più ottimista dell'affidabilità delle intenzioni del parlante sebbene sottolinei che essi
debbano essere interpretati e in maniera congiunta ai dati di comportamento.
o Romaine (1982) conferma una simile stabilità nel tempo a proposito del sistema dei pronomi relativi nello scozzese
medievale: i vincoli stilistici e sintattici nella scelta del pronome relativo è cambiata solo minimamente dal 450.
- la variante zero in posizione di soggetto era preferita nello scritto scozzese negli stili meno formali e continua ad
essere caratteristico del dialetto contemporaneo.
o Il campo ibrido della sociolinguistica storica si focalizza su traiettorie di cambiamento che si sono verificate in stadi
precedenti di lingue e impiega i metodi variazionisti per investigare questi cambiamenti.
o Romaine (1982) indica gli strumenti metodologici per affrontare questa impresa: i linguisti e storici lavorano in base al
principio dell'uniformità secondo il quale i pattern di variazione del passato sono simili a quelli osservati nelle comunità
di parlanti contemporanei.
o La grande sfida metodologica che gli studi variazionistici storici devono affrontare ha condotto Labov a descrivere la
linguistica storica come «l'arte di fare il miglior uso di dati cattivi».
o Bad data, perché?
- I dati sono spesso irregolari come conseguenza della preservazione casuale di alcuni testi e della perdita, sempre
casuale, di altri.
- la relazione fra i dati derivati da fonti scritte e le interazioni di parlato che formano la base del lavoro sociolinguistico
contemporaneo non è chiara.
- la ricostruzione delle informazioni sociali di cui si ha bisogno per interpretare i modelli di variazione nei testi scritti non
è sempre possibile.
o L'affermazione pessimistica di Labov è probabilmente in relazione alle difficoltà di studiare il cambiamento fonologico
di stadi precedenti di lingue.
o Diverso è il caso della variazione morfologica e sintattica: le difficoltà di recuperare tokens di variabili grammaticali
presenti anche nel parlato contemporanee si riduce nello studio del cambiamento morfologico e grammaticale del
passato poiché spesso ci si avvale di corpora scritti computerizzati.
o Neveleinen 1999 mostra che i mondi sociali precedenti possono essere ricostruiti grazie a dettagliati ricostruzioni degli
storici sociali alcuni delle quali sono di considerevole rilevanza sociolinguistica.
o la studiosa è stata capace di descrivere le traiettorie sociali di alcuni cambiamenti grammaticali del 16° e 179 secolo,
periodo di particolare e rapido cambiamento sociale.
o Il suo gruppo ha utilizzato le risorse di ampi corpora storici raccolti all'università di Helsinki che hanno messo a
disposizione diversi tipi di testi all'interno di un ampio periodo che va dall'850 al 1740.
- Esempio: la forma della terza persona singolare del verbo -ETH vs -ES nel 1600 Elisabetta I di Inghilterra:
He knoweth not the pryse of my bloude, wiche shuld be spilt by the bloudy hande of a murtherar... I am assured he
knowes and therefor I hope he wil not dare deny you a truthe. (Nevalainen 2000a: 48)
o Confronto tra le tabelle 7.1 uso di -(E)S (%) vs -(E)TH e 7.2 uso della negazione multipla.
o 7.1 Mostra la traiettoria sociale del cambiamento negli scrittori maschili tra il 1540 e il 1559 e si può facilmente vedere
che la forma emergente e preferita dagli uomini della classe sociale bassa.
o 7.2 mostra l'effetto della classe e del genere sulla scelta di varianti e dimostra la traiettoria sociale nel periodo che va
dal 1520 al 1681 e il pattern caratteristico dell'inglese contemporaneo.
- è evidente il declino della negazione multipla nella scrittura delle classi sociali alte e medie vs scritture di ranco più
basso che appaiono più resistenti al cambiamento.
o gli usi scrittori degli uomini e delle donne sono considerati per il ranco sociale alto: possiamo osservare che per questa
classe sociale le donne seguono gli uomini nel promuovere il cambiamento.
- Questo pattern potrebbe essere In relazione alla scolarizzazione delle donne tendenzialmente di livello più basso
rispetto a quello degli uomini anche nella stessa classe sociale.
o I modelli sociolinguistiche stanno suscitando un interesse sempre maggiore tra gli storici della lingua che
precedentemente si concentravano esclusivamente sulle spiegazioni di linguistica interna del cambiamento.
o Il lavoro del gruppo di Helsinki costituisce solo una parte del lavoro socio- storico sulla variazione grammaticale.
o Un altro gruppo è quello rappresentato dal gruppo di Kroch che combina metodi variazionisti con modelli di analisi
generativa in particolare occupandosi dell'ordine delle parole dei cambiamenti tipologici nell'inglese antico.
o Questi studi forniscono una prova del valore dei corpora computerizzati nell'affrontare la dimensione pragmatica e
discorsiva della variazione sintattica.
o L'analisi di Sankoff della variazione degli ausiliari essere e avere nel francese di Montreal del 1977 è un importante
contributo del volume.
o Questo capitolo affronta importanti questioni metodologiche come:
- la definizione dei contesti rilevanti della variabile sintattica e i problemi associati con la bassa frequenza di particolari
verbi.
- I problemi connessi alla decisione relativa al fatto che la variazione possa essere considerata tra forme equivalenti da
un punto di vista semantico che veicolano significato sociale oppure che codificano una distensione aspettuale.
Questa questione e affrontata qui in una chiave qualitativa
- La possibilità o meno di usare il concetto di regola variabile alla variazione sintattica.
o L'ipotesi di estendere la nozione di variabile linguistica dalla fonologia ai diversi livelli della sintassi e della morfologia
non è priva di controversie.
o Nella parte seguente del capitolo ci si concentrerà su due aspetti:
- l'applicazione del principio dell'affidabilità allo studio della variazione sintattica.
- Il limite entro cui le varianti di una variabile sintattica possono essere considerate semanticamente equivalenti.
IL PRINCIPIO DELL'ATTENDIBILITÀ
o Prima formulazione del Principio di Attendibilità:
"all occurrences of a given variant are noted, and where it has been possible to define the variable as a closed set of
variants, all non-occurrences of the variant in the relevant circumstances" (Labov 1982: 30).
o Nella consapevolezza della difficoltà a definire il set delle scelte possibili Labov lo riformula in maniera meno rigida:
"There are a number of variables that can be studied now by noting only each occurrence, but not each non-
occurrence, since it has not yet been possible to close the possible set of variants [our emphasis]. Studies of the
aspect markers of the Black English Vernacular, like invariant be are still at this stage.
The same is true for the distribution of relative clauses, where we can't yet define the set of possible choices that the
relative is selected from. Here, quantitative work is confined to tracing the relative frequency of occurrence in some
globally defined section of speech, controlled for length by an independent measure like number of sentences, pages,
or hours of speech" (Labov 1982: 87).
- Alcuni studi dunque riporteranno solo le semplici frequenze di occorrenze delle diverse strutture.
o Wolfram e Christian nel 76 riportano soltanto le frequenze della forma done in alcuni contesti invece di metterle in
relazione ai contesti di occorrenza potenziali.
- We thought he was done gone.
- The doctor done give him up.
- I done forgot when it opened.
o La variante BIN di Rickford è trattata allo stesso modo.
o Una difficoltà leggermente diversa può emergere nel definire il set chiuso possibile di scelte in un sistema variabile
quando non è chiaro cosa contare come variante.
- Come per l'analisi della variazione fonetica anche per la variazione grammaticale la strategia è non contare forme che
possono presentare problemi di tipo pratico teorico, per esempio i contesti che rendono una variante difficile da
individuare in maniera affidabile nel continuum di parlato.
Conveney 1996: Particella negativa ne nei casi di difficile riconoscimento:
- Quando il soggetto era on e la parola seguente era una vocale: l'occorrenza della liason e di una forma ridotta di ne
erano realizzati analogamente: mais on (n'?) avait pas faim? "But we weren't hungry?"
- Quando la parola precedente e finiva con la n
- » rien (n'?) est ouvert quoi "Nothing is opened up, like" (a comment on letters received by teenagers at the vacation
camp).
o Le ragioni per non contare alcune varianti possono essere anche più complesse.
o Tottie, Harvie (2000):
- Le varianti in esame sono that what e zero in funzione di soggetto in un’ampia gamma delle costruzioni di differente
tipo che sottostanno a vincoli di probabilità di occorrenza diversi.
- Dopo l'esame del corpus gli studiosi decidono di limitare la loro analisi ai contesti di frasi relative non avverbiali con
valore restrittivo perché in questo contesto c'è una maggiore probabilità di occorrenza della variabilità e perché questo
è il contesto preferito per le relative con un soggetto zero.
- La seguente era esclusa poiché non restrittiva.
Anderson who was then you know [incomprehensible] a old president…
- Esclusi anche i casi di cancellazione sia del relativo che dell'ausiliare.
And there's a lot of people Ø [who are] gonna be hungry this winter
- O anche enunciati ambigui non facilmente analizzabili come frasi relative per esempio
I don't want no crow Ø come around telling me...
"I don't want any crow who/that/ Ø comes around and tells me" (relative clause interpretation).
"I don't want anv crow to come around and te me (non-finite subordinate cause interoretation).
o La specifica di quali forme non contare era stata dettagliata prima dell'analisi.
o Rickford (1995): strutture topicalizzanti del tipo di as far as e le relative varianti be concerned e go.
o Emerge che alcuni enunciati avevano una forma superficiale analoga ma una funzione semantica diversa: as far as,
piuttosto che restringere il topic dell'enunciato indicandolo nel SN che segue il costrutto, si riferisce al punto di vista del
referente del sintagma nominale.
- As far as I'm concerned. We’ve won.
- As far as the faculty was concerned, reaccreditation was beyond question.
o Questo tipo di strutture sono invarianti:
- richiedono un verbo che è sempre be concerned non può essere do.
- Il referente del sintagma nominale deve essere sempre caratterizzato dal tratto umano.
o Questo tipo di strutture furono escluse dal corpus.
o Un campo in cui è evidente come non ci sia stato accordo tra cosa contare e cosa non contare in studi diversi
rendendo difficile tra l'altro la comparazione è quello della variazione della contrazione e della cancellazione della
copula in varietà diverse per esempio nella AA o in altre varietà di inglese americano o africano o caraibico.
- Blake 1997: Nota che ci sono alcuni contesti che sono invarianti cioè la copula non può mal essere contratta o
cancellata in posizione finale di enunciato.
That's what he is /*he's /*he Ø
o Cheshire 1999: affronta la questione di cosa contare come varianti di una variabile da una prospettiva diversa.
- la prima osservazione è che alcune variabili sintattiche sono state analizzate ripetutamente da diversi sociolinguisti.
- la ragione di ciò è la salienza di queste forme che ha condotto linguisti e grammatici a considerarle il target di
commenti di tipo prescrittivo.
o Spesso le varianti selezionate per uno studio sulla variazione grammaticale sono individuate in base all'alternanza tra
forme non standard e forme standard.
o La studiosa osserva che l'attenzione all'alternanza derivata da ideologie prescrittive piuttosto che alla grammatica del
parlato può condurre a ignorare o trascurare alcune importanti tratti del linguaggio parlato oltre che anche a gravi
problemi di interpretazione.
o Es costrutti con there in cui si registra mancanza di accordo tra SN e il verbo essere.
There was no roads.
You was only away a bit.
All their belongings was taken to the cattle market.
o La mancanza di accordo tra il verbo essere e il SN seguente ha motivato alcuni studiosi a trattare queste costruzioni
come variante non standard.
o In realtà la distribuzione sociale mostra che i parlanti non trattano le costruzioni esistenziali del primo tipo allo stesso
modo delle varianti prive di concordanza del secondo e del terzo.
o Tagliamonte e Hudson a York in Inghilterra: Le donne e giovani usano la seconda e la terza struttura molto meno che
le donne di altri gruppi inoltre l'uso di costruzioni non standard di tipo esistenziale è invece molto più frequente.
o La tendenza per forme singolari ad apparire in costruzioni esistenziali è stata notata anche in altre zone per esempio a
Ocracoke dove Schilling-Estes Wolfram suggeriscono che there was funziona come un'unità lessicale.
o Analogamente Cheshire nei dati di Milton Keynes a proposito di there is e there was.
- I costrutti esistenziali sono usati dagli uomini e dalle donne in tutti e due i gruppi sociali considerati piuttosto
categoricamente.
o Strutture simili sono invarianti anche in francese e in tedesco (il y a e es gibt).
o La studiosa decide di escludere le varianti di tipo esistenziale dal computo della mancanza di accordo soggetto verbo
e propone che esse abbiano piuttosto una funzione di introdurre il topic nel parlato informale e quindi e debbano
essere considerate come varianti di strutture topicalizzanti.
o Lavandera (1978, 1982, 1984) grande attenzione a questioni legate a equivalenza semantica e contesto discorsivo.
o Esempio: cocoliche (spagnolo parlato da immigranti italiani in Argentina) e spagnolo parlato a Buenos Aires.
- Nello spagnolo di Buenos Aires per "If I have time, I'Il go”.
Si tuviera tempo, iria (congiuntivo imperfetto).
Si tendria tiempo, iria (condizionale).
Si tengo tempo, iria (presente indicativo).
Si tenia tempo, iria (impertetto Indicativo).
- Un'analisi quantitativa di queste varianti basata su 30 ore di interviste di 15 uomini e 15 donne ha rilevato la
preferenza per l'indicativo e il condizionale in parlanti di status sociale basso in stili poco monitorati, il congiuntivo era
poco rappresentato.
- Nel cocoliche il congiuntivo era ancora meno presente.
- La bassa frequenza di congiuntivo non era dovuta ad una scarsa competenza dei migranti italiani dello spagnolo, ma
alla bassa frequenza nel corpus di contesti discorsivi del congiuntivo.
- La studiosa osserva che i parlanti di cocoliche nel corpus evitano il discorso indiretto, contesto obbligatorio per il
congiuntivo e lo sostituiscono con il discorso diretto «dico..», «dice...».
- Qui dunque il punto è una preferenza stilistica e discorsiva specifica di un gruppo.
- La studiosa nota che le analisi variazionista che tipicamente prende le mosse non dai contesti discorsivi nei quali una
forma è usata ma dalle forme stesse è fallimentare.
- Le frequenze del congiuntivo imperfetto con questa procedura sono calcolate in relazione a tutti i contesti dove la sua
occorrenza è possibile. Nel caso dei parlanti di cocoliche questo ciò non consentirebbe di elicitare i contesti nei quali
la variabile potrebbe essere studiate, non cogliendo il fatto che i parlanti utilizzano un range di scelte diverse a fini
stilistici.
o La soluzione standard in casi del genere è quella adottata dal Lavandera 1975, e cioè strutturare delle domande
all'interno di un'intervista che incoraggino l'occorrenza dei contesti linguistici che richiedono il congiuntivo nel
cocoliche.
o Ancora la proposta di Lavandera è di esaminare le funzioni discorsive piuttosto che le forme grammaticali superficiali e
solo successivamente considerare come tali funzioni sono coperte da particolari forme.
o Un approccio del genere dimostrerebbe come la funzione solitamente coperta in spagnolo dal congiuntivo è realizzata
in cocoliche attraverso altri mezzi grammaticali formali.
o Lavandera: il caso di like.