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questo tratto di prototicipita’ è stato ulteriormente analizzato da geeraerts, il quale propone 4

proprietà tipiche di una categoria prototipica:

1) avere un confine sfumato


2) avere gradi diversi di rappresentatività (ad esempio “mela” è più rappresentativo della
categoria frutta rispetto a “pomodoro”)
3) non c’è un insieme di proprietà condivise da tutti i membri della categoria
4) la categoria presenta Polis e mia referenziale, ma è semanticamente univoca/ unitaria: la
categoria rinvia a tipi diversi di referenti (Polis e mia referenziale, ma è un’Italia
semanticamente perché ha un suo centro semantico chiaramente individuabile e condiviso tra
i parlanti

vantaggi e svantaggi

la semantica dei prototipi supera la rigidità di un approccio comprensione e offre un’alternativa a


un approccio strettamente cognitivista, pur legandosi a processi mentali condivisi.

rimangono tuttavia dei problemi:


- la nozione stessa di prototipo è ancora imprecisa
- critica generale: si riduce la lingua alla sola dimensione cognitiva

# LEZIONE 20, 2 NOVEMBRE

(INIZIO MODULO 3)

la sociolinguistica

che cos’è la sociolinguistica?

ci sono diverse definizioni —> una delle piu comuni è “lo studio della lingua in rapporto con la
società”

def. di berruto e cerroni “una linguistica che tiene conto dei fatti sociali”

quindi, sociolinguistica studia la lingua nei termini dei suoi usi presso una comunità sociale.

tre oggetti di studio della sociolinguistica:

1) correlazione tra fenomeni linguistici e i fattori sociali


2) influenza che società e fattori sociali hanno sulla lingua
3) la funzione sociale che la lingua puo avere

esiste quindi una sociolinguistica?


poniamoci un’altra domanda: esiste una linguistica non sociale?

secondo berruto, due punti di vista:

a) la lingua come struttura si tiene per se stessa, e la variazione sociale e solo un “rumore” non
determinante per la lingua come sistema. in questocaso la SL è vista come arginale.
b) non si puo fare nessuno studio senza che non si considerasse che gli studiosi siano
comunque uomini inseriti in una società.

il riconoscimento della SL come disciplina vera e propria ha attraversato una fase, in cui era detta
socio-linguistica (trudgill)

si hanno comunque difficoltà nella definizione di assiomi all’interno della sociolinguistica (es è
difficile stabilire cosa sia una classe sociale o una lingua standard). inoltre la sociolinguistica si
basa su dati di campo.
l’interesse di base della sociolinguistica è la variazione. il riconoscimento che tutto il parlato si
basa su una variazione graduale che il parlante produce, e che l’ascoltatore è in grado di
interpretare.

la sociolinguistica nasce in opposizione al generativismo:

generativismo diceva che linguaggio è facolta innata + esiste grammatica universale.

negli anni 50 attestatio il primo termine di sociolinguistica, anche se in realta il vero padre è
william labov, e i suoi studi condotti negli anni 60 —> (1972) sociolinguistic patterns volume
fondamentale.

da questa opposizione tra forma e funzione della lingua si cono creaste prospettive “forti’ (tutto
deve essere calato nella società per avere un senso, non esiste linguistica pura) e prospettive
“deboli” (SL non ha valore linguistico).

quante sociolinguistiche?

“l’individuo non esiste come unità di analisi linguistica.” —> bisogna considerare gli individui
come facenti parte di una certa categoria sociale.

possiamo riconoscere 3 ondate della SL:

1) sociolinguistica variazionista (labov): una correlazione tra variabili indipendenti (di tipo sociali)
e variabili dipendenti (di tipo linguistico)
2) etnografia del parlato: si è legata all’antropologia. non variabili sociali come esterne e
predefinite, ma andare a vedere nello specifico di ogni comunità quali sono le variabili sociali
significative per spiegare la variazione.
3) identità linguistica: studia le variabili linguistiche as livello di struttura dei repertori linguistici, e
di come i parlanti rappresentano la propria identità sociale attraverso la lingua.

altri approcci definiti della SL:

- quantitativa vs qualitativa
- in senso largo vs in senso stretto
- correzionale vs interpretativa
martha’s vineyard

isola di 600 abitanti. divisa in up-island, rurale, e down-island, zona turistica. labov raccolse dei
dati da parte dei residenti, differenziate per età, etnia, soon di residenza ..

variabili linguistiche:

domanda: la centralizzazione dei dittonghi può essere ascrivibile a un ordinatamente positivo o


negativo nei confronti della vita sull’isola?

egli dimostra che la centralizzazione sia un tratto sentito come prestigioso, che parte da un
gruppo di parlanti, estendendosi anche agli altri. le persone che volevano lasciare l’orso la non
centralizzavano —> in quanto avvertita come variante di scarso prestigio, e molto contadina.
labov conduce delle interviste generali, introducendo una domanda sul “pericolo di vita” (il
parlante, dovendo parlare di qualcosa molto attaccato alla propria vita, non pone piu attenzione a
come sta parlando) e sul “valore libertà”.

altro studio di labov, esperimento di new york.

2 variabili: quando la r viene pronunciata o meno.

ipotesi: vedere se la pronuncia con o senza r è dotata di maggior o minore prestigio a new york.
egli va in 3 grandi magazzini dell’epoca, sak’s, macy’s, klein —> ogni magazzino per una
categoria sociale diversa (piu o meno facoltosa).

egli individua oggetti al 4 piano (fourth floor), poi scende di un piano e chiede ai commessi dove
si tore a un oggetto al 4 piano. lo chiede due volte (seconda volta ci sono i tratti piu standard, piu
accettati, la prima volta si dice in modo informale tendenzialmente). poi si appunta eta, sesso, e il
o parlante ha pronunciato la r o meno.

la pronuncia di r è vista come


prestigiosa nel ceto alto, non in
quello basso. il ceto medio lo
considera prestigioso solo in
“fourth”. c’è cambiamento
linguistico in atto che considera
r come prestigiosa.

dopo gli studi di labov, vi furono altri studi con lo stesso metodo in europa, anni 80.

esp milroy: a causa


della disoccupazione, le
persone nei
quartieri protestanti
si spostano in altri
quartieri per lavoro, ampliando le reti sociali. la densità della rete sociale fu messa in relazione con
uso di forme piu o meno standard.

importanti gli studi di coupland nel galles. esperimento noto come sue, impiegata di un’agenzia di
viaggi.

vedere come lei adattava la propria pronuncia rispetto al proprio interlocutore.

teoria del recipient-design: adattamento (fonetico) verso il proprio interlocutore allo scoperto di
risultare più simpatico.
questa teoria viene formalizzata in un modello, detto modello CAT (communication
accommodation theory): accomodamento può essere convergente vs divergente. si definiscono
quindi tre dimensioni principali:

1) simmetrico vs asimmetrico —> ruoli sociali attanti


2) totale vs locale —> anche solo una variabile
3) upward vs downward —> verso forme di prestigio aperto o nascosto

infine, studi di penelope eckert a detroit, studio alla scuola superiore di belten high —>
applicando il metodo dell’osservazione partecipante.

domanda di ricerca: quali sono le strutture sociali rilevanti per la lingua di quella comunità? divise
gli studenti in 3 gruppi: jocks, burnouts, in-between.

era la volontà degli studenti di appartenenti ad una certa categoria a definire le variabili
linguistiche. eckert introduce la nozione teorica della comunità di pratica: un gruppo id individui
caratterizzati da tre parametri, impegno reciproco, impresa comune, repertorio comune.

le interfacce della sociolinguistica

schema di berruto: identifica tutte le discipline che sono a contatto con la SL per diversi motivi.
egli identiifvcsa una SL in senso stretto (indagine puramente sulla lingua in relazione ai fatti sociali,
legato ad un paradigma laboriamo quantitativo) o in senso largo (versante della etnografia, che
studia di piu l’identità linguistica).

la SL assume delle categorie da altre discipline:

a) dalla creolistica prende una serie di concetti:


- pidgin / creoli
Allow The - caroletto / mesoletto / basi letto (varietà linguistiche dalla piu alta alla piu bassa)
-

- nozione di gergo
b) dall’analisi della conversazione:
- mezzi e metodi per l’analisi del dialogo
- regista della conversazione (applicazione nei dialoghi map-task)
c) etnografia del parlato (classificazione del contesto): domanda esame.
il modello speaking:

S = situation. si distingue in due: setting (come sono disposti i partecipanti) e scena (in che
situazione si trovano i partecipanti? es adesso siamo a lezione).
P = participants in ratificati (possono intervenire) e non ratificati (si dividono in palesi, che
sappiamo che ci sono ma non possono intervenire o nascosti, qualcuno che origlia. es il pubblico
a casa din u’intervista è partecipante)
E = ends. si dividono in risultati e fini o scopi della comunicazione
A = acts come viene portata avanti la comunicazione. quali mosse conversazione ali vengono
fatte, quali contenuti linguistici vengono trasmessi, ecc
K = key. la chiave di interpretazione. come devo interpretare un certo scambio comunicativo?
I = instrumentalities, strumento. canale di comunicazione, quello che viene detto letteralmente
N = norms, norma di interazione, prima parla A poi parla B + come interpretare ciascun atto.
G = genres i generi comunicativi, es racconto, intervista, ecc
-

# LEZIONE 21, 3 NOVEMBRE

strutture sociolinguistiche (domanda esame)

un conto è descrivere una variazione linguistica, un conto è spiegarla —> trovare una correlazione
sistematica tra variabili linguistiche e variabili sociali che spieghi il rapporto che la società ha con
la lingua (e viceversa)
si seguono quindi due approcci principali:

1) modello delle regole variabili: approccio quantitativo. il comportamento di una determinata


variante è regolato da frequenze e probabilità dipendenti dal contesto. data una certa
distribuzione, si può dire che ci sia una certa probabilità che in un altro contesto essa si
comporti come (variante 1) o (variabile 2). per fare questo servono degli insiemi di dati molto
ampi. problema pratico —> non per tutte le lingue abbiamo grandi quantità di dati (es lingue di
minoranza). infine le regole variabili distinguono cosa il variante fa, ma non cosa pensa sia
giusto fare. le regole variabili sono validi come modelli all’interno della comunità di linguistica,
ovvero il gruppo per cui sono state fatte le regole (problema di circolarità).
2) scale di implicazioni: derivato dalla creolistica. nozione di continuum tra una varietà piu
bassa (basiletto) alla variante piu alta (acroletto)
se ad un certo punto cambia l’acroletto, cambieranno anche le altre varietà lingustiche (mesoletto
e basiletto)

srutture sociolinguistiche

si mira a dimostrare che la variabilità non e caotica, ma segue tendenze o schemi di


comportamento.

variabile sociolinguistica = qualunque variabile linguistica che varia in concomitanza al contesto


extra-linguistico.

nel paradigma laboviano, si parla di strutture sociolinguistiche, che rappresentano il


comportamento di una variabile SL all’interno di un certo corpus. esse seguono due assi di
variazione:

- asse diastratico (sociale)


- asse diafasico (formalità della situa comunicativa)
si creano dei diagrammi che descrivono la distribuzione della variabile.

quando la variazione è sia diastratica che diafasica si parla di distribuzione di prestigio. la variabile
che presenta questa distrubuzione sia diastratica che diafasica è detta marker.

le variabili sub-standard desire sono in relazione ai due assi:

- sono meno usate nel parlato controllato dalla classe alta


- sono piu usate da tutte le classi nel parlato meno controllato
altri due tipi di distruzione sono indicatori (sensibili solo alla varietà sociale) o stereotipi (sensibili
solo alla situazione comunicativa/stilistica). labov scopre anche un altro fenomeno: la classe
media-bassa tende a fare una ipercorrezione, ovvero sovraestendere la variante formale anche
nei contesti informali.
marcatezza delle variabili

domanda: come stabiliamo che una variante è standard o sub-standard? o meglio, esistono
varianti classificate come substandard a livello linguistico?

in generale, si: variabili marcate a livello sociolinguistico (legate ad una pronuncia semplice,
variante piu trascurata). i cosiddetti vernaculars, richiedono un minor impegno cognitivo.

i paradossi sociolinguistici (domanda esame)

1) paradosso dell’osservatore: dobbiamo osservare i parlanti che parlano, am senza che loro
pensino di essere osservat, o altrimenti si comporterebbero in maniera diversa (es introducono
variabili formali). questo paradosso non è il pregiudizio del ricercatore (= influenza della mia
idea di indagine scientifica).
2) paradosso di genere: se in una comuni8ta linguistica abbiamo due varianti, una piu standard
(più prestigiosa) e una sub standard (meno prestigiosa), le donne introdurranno nel loro
parlante solo quella piu prestigiosa. gli uomini useranno piu le varianti sub-standard, che
creeranno un prestigio coperto. ci ci chiede se quetso paradosso abbia ancora senso, dati i
cambiamenti sociali degli ultimi decenni.

gli assi di variazione

ci sono degli assi di ordine superiore rispetto agli altri


(schema di berruto, 2003):

- asse diatopico: italiano standard vs italiano regionale. per


l’italiano
- asse diastratico: classe sociale, ma anche genere, eta,
livello di distruzione.
- asse diafasico: situazioni comunicative. con due polarità,
tra italiano formale vs informale, trascurato
- asse diamesico: attraverso il mezzo, polarizzando tra
“scritto scritto” lingua scritta per essere solo scritta (poi
letta) e il “parlato parlato” formale. ci sono varianti intermedie, esempio di scritto per essere
parlato (copione i film), oppure il parlato scritto (social network).

il continuum (domanda esame)

in SL, indica lo spazio di variazione. evidenzia la natura continua dei fenomeni.

il continuum in SL ha però 4 proprietà:

- orientato: con due poli es italiano formale vs italiano informale


- ordinato
- scalare: possiamo individuare delle varietà intermedie in una scala. si parla di “continuum con
addensamenti”.
- pluridimensionale: gli assi di variazione sono almeno 4, e si intersecano l’uno con l’altro.
le polarità negli assi:

diatopico: varietà del centro (cittadino) vs periferia

diastratico: upper class vs lower class

diafasico: formale vs informale

diamesico: scritto scritto vs parlato parlato

variabili diastratiche
diastratia definita in base alla classe sociale, in senso anglofono. per derminare la classe sociale
si mettono in lista diversi fattori, es lavoro del parlante, zona di residenza, ecc.

ciò si applica bene in certi contesti, ma poco in altri.

assunto di base: le classi sociali più alte sono quelle piu esposte alle varianti standard rispetto a
quelle basse.

avrebbe più senso utilizzare il livello di istruzione, che concede ad un parlante “educato” a livello
alto di utilizzare un linguaggio aulico oppure un italiano più formale.

il continuum diafasico

si distingue tra formale e informale. per la SL laboviana la formalità e intesa come grado di
attenzione al proprio proloquio —> si fa attenzione non solo a cosa si dice, ma anche a come lo si
dice.

la comunità linguistica

definizione basilare: comunità linguistica è una comunità sociale che condivide tratti linguistici.

sorgono problemi: cosa si intende per comunità sociale? quanti tratti linguistici bisogna
condividere perche si parli di comunità linguistica?

diversi criteri vennero proposti nella storia della disciplina:

- criterio solo linguistico


- criterio socio-demografico
- atteggiamenti/conoscenze comuni (labov)
- atteggiamenti linguistici

anche berruto provò a dare una definizione piu specifica:

“ È un insieme di persone, di estensione indeterminata, che condividano l’accesso a un


1! insieme di varietà di lingua e devono essere unita da una qualche forma di aggregazione
socio-politica. ”

devon avere aggregazione extra-linguistica + stesse varietà di lingua

a questo si allaccia i’ll concetto di repertorio linguistico: insieme di tutte le risorse e linguistiche
che i membri di una derminata varietà linguistica possiedono. + gamma dei mezzi linguistici a
dispozione del singolo o della comunità.

esistono tipi di repertorio:

- individuale o comunitario
- monolingue, bilingue, multilingue (difficile che esista un completo monolinguismo)
storicamente, tutte le comunità linguistiche hanno almeno due lingue o varietà per usi distinti (es
uso formale e uso informale).

repertori plurilingui

1) bilinguismo: compresenza di due lingue non socialmente differenziate es italiano e tedesco in


trentino alto adige.
2) diglossia: comprenseza di due lingue differenziate socialmente tra usi alti (es, amministratore,
scuola) e usi bassi (es. famiglia, amici).
diglossia introdotta da ferguson nel 55. inserì una serie di repertori diglottici:

- esistenza di varietà basse


- esistenza di una varietà alta
kloss aggiunse:

- in-diglossia: se i due codici A e B appartengono allo stesso diasistema (es tedesco standard e
tedesco svizzero parlati in svizzera)
- out-diglossia: se i due codici A e B appartengono a lingue diverse, non imparentate
modelli plurilingui

1) dilalia: compresenza di due lingue in cui la varietà A può occupare anche gli ambiti d’uso
della varietà B esempio dell’italiano, si usa nei contesti sia alti che bassi, ma in quelli bassi
troviamo anche i dialetti.
2) diacrolettia: comprensiva di due lingue interscambiabili negli usi alti (usi basso chiaramente
assegnati alla varietà B) es catalano e castigliano, in cui castigliano può essere usato solo negli
usi alti, mentre in quelli bassi si usa il catalano.

# LEZIONE 22, 5 NOVEMBRE

come di definisce una lingua standard?

- varietà codificata (grammatica e vocabolario di riferimento)


- dotata di prestigio (manifesto nella comunità linguistica = la lingua da utilizzare in contesti
formali)
- funzione unificatrice (per i membri della comunità linguistica)
- funzione separatrice (separa i membri da un’altra comunità che non condivide il codice
linguistico)
- consolidata tradizione scritta
- usata per la produzione di testi astratti (scientifici, giuridici)
- non è marcata
- esiste un codice dello standard (esiste una verità che noi consideriamo standard)
- autorità normative (sistema scolastico)

esempi di standard: inglese, francese, tedesco

esiste un standard italiano? non a tutti i livelli (in particolare fonetico / fonologico)

dialetti e dialects

i dialects sono la varietà regionali (italiano parlato a .. ).

per l’italiano, si distingue tra:

- italiano standard: lingua scritte delle “3 corone”


- dialetti italo-romanzi: lingue sorelle dell’italiano, derivati direttamente dal latino. es napoletano,
milanese, ecc
- varietà regionali
dialetto e lingua

per parlare di dialetto dobbiamo avere una lingua di riferimento a cui contrapporli.

i dialetti sono classificati:

1) primari: i dialetti italo-romanzi.


2) secondari
3) terziari

in generale, il dialetto è subordinato alla lingua standard in senso geo-demografico (minore


distribuzione), ma vi è comunque imparentato a diversi livelli.

la lingua franca

usata per comunicare tra parlanti con diverse L1, per scopi scientifici. definita anche come lingua
veicolare. usata come lingua di scambio (esempio del veneziano).

situazioni che portano all’uso di una lingua franca:


- usi religiosi: sanscrito, arabo, latino
- usi commerciali: veneziano, francese, inglese
lingua franca & pidgin:
- simili strutturalmente e come formazione
- diverso ceto sociale dei parlanti (commercianti, notai, persone medio-conte)
- diversi contesti d’uso
es. nelle comunità inventate, esiste sempre una lingua franca per comodità di autore e scrittore.

reportorio individuale vs comunitario

quando abbiamo lingue con una chiara distribuzione sociale, si parola di:

pluri-/bilinguismo: due o più lingue con un chiaro rapporto/distribuzione sociale all’interno della
comunità:
- bilinguismo comunitario / sociale = unità di riferimento è la comunità
- bilinguismo invidiale =
concetto di configurazione di dominanza: riferita piu al bilinguismo invidiale. una lingua domani
sull’altra in base a 4 fattori:
- frequenza d’uso
- funzioni a cui è adibita
- atteggiamenti dei parlanti
- utilità nella comunicazione
tipologie di bilinguismo

a livello sociale: diglossia, diacrolettia, dialettica


a livello di estensione: bl individuale, bl comunitario
a livello storico: bl endogeno (compresenza di due lingue autoctone es italiano e dialetti) , bl
esogeno (compresenza di piu lingue legate a immigrazione)
a livello comunitario: bl monocomunitario, bl bicomunitario

a livello istituzionale: di diritto (riconosciuto istituzionalmente), di fatto (non riconsciuto


ufficialmente)

queste distinzioni non sono mutualmente esclusive.

il contatto linguistico

quando un parlante ha a dispozione una o piu lingue diverse, può accadere che non le tenga
completamente separate, ma che le alterni nell’ambito di uno stesso enunciato.

dalla parte dei parlanti: due lingue sono in contatto se appartengono al repertorio linguistico di un
parlante e sono effettivamente usate (anche in modo e con frequenza differente)
dalla parte dei sistemi linguistici: due lingue sono in contatto se si influenzano reciprocamente dal
punto di vista della struttura linguistica.

la linguistica del contatto si occupa de; contattto a livello di sistema linguistico.

5 tipi di contatto:

1) lingue in contatto: presuppongono la presenza di un repertorio bilingue (individuale o


comunitari) riconsciuto
2) lingue a contatto: non presuppongono la presenza di un bilinguismo riconosciuto (es italiano/
inglese)
3) contatto orizzontale: le lingue in contatto hanno lo stesso prestigio e importanza socio-
economica all’interno della comunità
4) conattto verticale: delle due lingue, una è chiaramente risocnisucta come più prestigiosa e/o
culturalmente dominante sull’altra
5) contatto occasionale o duraturo

anche altri tipi di contatto —> unidirezionale vs bidirezionale: una sola delle lingue in contatto
accoglie elementi linguistici dell’altra (legata anche al prestigio linguistico). si parla di lingua fonte
o modello & lingua ricevente o replica

contatto nel sistema o conatto nel discorso:

- NEL SISTEMA: i trasferimenti di materiale linguistico avvengono nei sistemi linguistici (es
mrofosintassi, lessico):
a) di superficie: prestito lessicale
b) di profondità: cambiamento di strutture grammaticali

- nel discorso: il contatto si manifesta nell’uso alternato di piu lingue in una certa situazione
comunicativa.

principali prospettive teoriche del contatto linguistico

- weinreich (1953): si occupò’ principalmente dei prestiti e dei calchi


- myers-scotton (1993): matrix language framework. nel contatto fra due lingue, una è detta
lingua matrice, che determina la morfo sintassi dell’enunciato, l’altra è detta lingua incassata, e
porta gli altri elemtni della frase (es lessemi). criticata poiché il modello considererebbe il
discorso bilingue come se fosse una grammatica monolingue.
- CAT (communication accommodation theory): si nota la tendenza degli individui a trovare un
accomodamento per minimizzare o, al contrario, massimizzare le differenze durante il
dialogo.
- gerarchia di prestito: classifica gli elemtni linguistici che sono piu a inclini a subire i transfer
linguistico, ossia a passare da una lingua all’altra in situazione di contatto.
L
i principali esiti linguistici del contatto

- alternanza di codice
- code-switching
- code-mixing
- prestiti / calchi
- ibridismi

alternanza di codice: passaggio da una lingua ad un’altra a seconda dello speech event, o la
situazione comunicativa di cui si è partecipanti, o dell’interlocutore (o meglio, destinatario) a cui ci
si rivolge. fishman evidenzia come i parlanti discutano di certi argomenti solo in una data lingua.
puo dipendere dall’argomento (conosciuto in una lingua X), o dall’interlocutore, oppure non
abbiamo termini tecnici per riferirci all’altra lingua.
code-switching: l’utilizzo funzionale di più di una lingua, da parte di uno stesso parlante, nel
corso di un singolo micro testo o del medesimo evento comunicativo. si dintingue tra:
- interfrasale (tra frasi diverse)
- intrafrasale (nella stessa frase)
- tag-switches (il segmento in un altro codice codice è limitato a interiezioni, parentetiche o
riempitive)

ragione del cambio di codice: enfasi, citazione, distanziamento dall’interlocutore

sooty µ
code-mixing: le due lingue si mescolano tra di loro senza che possa essere definibile una presi
efunzione [ragramntica-comunicativa si simboli elementi commutati. detta anche enunciazione
mistilingue. sempre a livello intra-frasale. a volte legata a alcune lessicali o effetti stilistici. sempre
a livello intra-frasale.

# LEZIONE 24, 10 NOVEMBRE

lezione sui complimenti (vedi pdf)

funzione del complimento: aumentare e consolidare la solidarietà tra complimentatore e


complimentato. i complimenti infatti

nelle 13 formule di complimento, dalla 6 in poi non è più presente il verbo, ci si concentra
sull’oggetto. gli uomini centrano i complimenti sugli oggetti.

accettazione limitata: sembrare modesti, ma comunque accettare parte del complimento.

(no definizione di atto)

i complimenti possa non variare per diversi fattori:

1) gli attributi: ASPETTO FISICO, abilità, personalità, oggetti posseduti


2) classe sociale, età, gender, grado di intimità
3) contesto: micro contesto vs macro contesto
4) sensibilità culturale al contesto
5) forza illocutoria

giallo = chi ascolta


fucsia = chi parla

anche i partecipanti seocndari (che sono presenti ma on possono intervenire) possono


condizionare il complimento

# LEZIONE 25, 9 NOVEMBRE

# LEZIONE 26, 12 NOVEMBRE (riguardare lezione 25 di martedì!!!)

regole del code switching e code mixing:


- il code switching e il code mixing sono vincolati da restrizioni che ne detrrtminano la maggiore
o minore possibilità di comparsa. es confine sintattico ben definito per CS
- si divide anche tra:
a) smooth switching = commutazione di codice segue il fluire della conversazione
b) flagged switching = la commutazione è segnalata da qualche elemtno del discorso

secondo muysken, invece, esiste una migliore classificazione:

- insertion: inserimento di materiale lessciale della lingua B nella struttura della lingua A. si
richiama in qualche modo al modello della lingua ‘matrice’
- alternation: lo switch riguarda la struttura di lingue diverse. non ci sonon dipendenze sintattiche
chiarite a livello strutturale.
- congruent lexicalization: entrambe le lingue contribuiscono alla struttura morfosintattica della
frase, senza che chiari confini strutturali siano identificabili. le parole che compongono il code-
mixing sono quindi inserite abbastanza casualmente in una lingua o nell’altra.

ibridismi

sono parole composte da morfemi provenienti dalle diverse lingue in contatto. es chattare. a
differenza del CM, non hanno significato sociale, pragmatico o comunicativo. solitamente, gli
ibridismi sono comunque classsificati tra i fenomeni di prestito.

fused lects

nel caso due lingue restino a contato in modo duraturo, si hannno due estremi:

- fused lects —> lingue fuse o miste


- morte di una delle due lingue
le fused lects sono introdotte come caos estremo di code mixing:

- l;’uso combinato din entrambe le lingue all’interno di un enunciato perde valore sociale e
comunicativo, ma assume caratteristiche di obbligatorietà, diventando quasi grammaticale.
fusione tra lingua A e B da vita ad una lingua C.

lingue miste
language shift > language death

a livello dei parlanti si ha un regressione linguistica. la lingua A non viene più utilizzata perche la
comunità non ha piu la necessità di usare la lingua A.

a livello di repertorio si ha uno shift, sostituzione. la lingua A riduce i suoni ambiti d’uso, sostituta
gradualmente dalla lingua B.

language attrition

a livello di struttura linguistica abbiamo l’attrito linguistico.

la pragmatica

ci sono due visioni in opposti one su cosa sia la pragmatica e quale sia il suo obiettivo:

- la pragmatica è una componente parallela alla semantica sintassi, morfologia. vista come
sterna al sistema linguistica.
- la pragmatica è una prospettiva cognitiva, sociale, e culturale sui fenomeni linguistici in
relazione al loro uso in forme di comunicazione.

la pragmatica è dinamica e interattiva, cambia durante l’interazione.


il cuore della pragmatica è la nozione di negoziabilità: il significato di un atto linguistico è
negoziabile tra i due o piu attanti. i ruoli reciproci dei due o piu attanti sono negoziabili e
modificabili nel corso dell’interazione.

questo aspetto pero incrementa la variabilità: è difficile implementare variabili pragmatiche in un


paradigma variazionista quantitativo.

i pragmaticisti si son intersecati raramente dalla distribuzione sociale o areale degli elementi che
osservavano.

problema: le varianti di una variabile dovrebbero rappresentare un modo alternativo per dire la
stessa cosa (labov). questo non capita con le varianti pragmatiche:

- es scelta di allocutivo tra lei, miste,r signore, ecc


- la corretta interpeta prgmatica chiama in causa delle implicazioni conversazionali
- ciascuna variante introduce un significato, una interpretazione e una implicatura diversi
i livelli di jucker:

- livello di espressione:
a) espressioni e pronomi
b) interiezioni ed esclamazioni

- livello della frase:


a) atti linguistici
b) cortesia

- livello della conversazione:


a) legata alla CA
b) difficile da applicare in chiave SL variazionista e soprattutto in HS.

pragmatica e diacronia

descrittivi vs performativi

i tipi di enunciati secondo austen:

- enunciati constativi: che descrivono qualcosa della realtà. possono avere un valore di verità
- enunciati performativi: con questi e enunciati si compiono delle azioni sulla realta. legate ai
verbi performativi, ovvero che cambiano lo stato delle cose della realtà. perché l’atto sia
eseguito, questi verbi devono comparire alla I pers. singolare. esempio “vi dichiaro dottori in..”

i verbi performativi hanno due sottogruppi:


- verbi retici = indicano il compimento di un atto linguistico. es affermare, sostenere, domandare
se, negare. es “io affermo che..”
- verbi thetici: indicano il modo in cu le cose cambiano una volta che è stato proferito un
enunciato performativo —> indicano l’introduzione

i tre atti linguistic principali (domanda esame)

VECCE

# LEZIONE 26-27 (inizio), 16 NOVEMBRE

massime conversazionali (domanda esame)

massima di quantità: dai un contributo tanto informativo quanto richiesto (ne piu ne meno del
necessario)
- non essere eccessivamente verboso
- non essere neanche criptico
massima di qualità: dai un contributo cher sia vero (rispetto alla tua conoscenza attuale)
- non dire ciò che ritieni falso
- non dire ciò do cui non hai prove adeguate
massima di relazione: sii pertinente rispetto ai contenuti della conversazione

massima di modo: sii chiaro nell’esposizione, evitando oscurità o ambiguità

cooperazione e violazione

principio di cooperazione: i parlanti durante una conversazione si sforzano di collaborare, al fine di


portare a termine lo scambio verbale in modo soddisfacente per tutti.

in realtà, tutta la comunicazione è una violazione delle massime conversazionali (es sai che ore
sono? credo le 9, viola quantità, relazione, e qualità)

il non detto e le presupposizioni

presupposizioni: elementi che un enunciato non dice in maniera esplicita, ma che si suppone che
siano esistiti o che esistano perché un enunciato abbia senso. es luca mangia la mela.
presuppongo che luca sia una persona, un essere umano in grado di mangiare, e che la mela sia
qualcosa che si mangia.

le presupposizioni riflettono la conoscenza condivisa del mondo, il fatto che si coindvida un certo
bagaglio di conoscenze tra interlocutori.

conoscenza condivisa: quell’insieme di conoscenze del ondò asll’ointerno di una comunità o di un


gruppo.

le presupposizioni e le violazioni delle massime si giocano proprio sulla conoscenza condivisa.

il non detto o implicito linguistico fa appello indirettamente a una visione del mondo che si pensa
condivisa con l’interlocutore. nel caso non sia cosi, si crea un problema di comunicazione.

inferenza: creazione di un legame logico tra elementi non esplicatemnte collegati. molte fake news
si diffondono secondo questo processo, stimolando la creazione di un legame inferenziale. es.
pioggia su milano. aumenta il costo dei gelati —> qual è la possibile inferenza? che la pioggia
faccia aumentare il costo die gelati. la veridicità o meno del collegamento è dato dalla nostra
conoscenza.

la “faccia”

brown e le vinson (1987) riprendono la nozione di faccia, adrtiollandokla in due elementi:

1) faccia positiva: bisogno di sentirsi apprezzati/approvati dalla comunità a cui si appartiene


2) faccia negativa: bisogno di non subire imposizioni o limitazioni della propria indipendenza e
libertà di parola e azione.

durante la conversazione, ci sono in gioco 4 facce (2 per attante) —> la conversazione è


un’attività di bilanciamento della faccia.

FTA (face-threatening-act): atti che che minacciano la faccia (positiva o negativa) in forma piu o
meno aggressiva.

es il complimento omaggia la faccia positiva ma può minacciare la faccia negativa.

culture diverse gestiscono le minacce

le massime di leech
massima del tatto: minimizza i costi per gli altri + massimizza il beneficio per gli altri

massima di generosità: minimizza i benefici per se + massimizza i costi per se

massima di approvazione: minimizza la disapprovazione

massima di modestia

massima di accordo

massima di simpatia: minimizza

modello di cortesia di lakoff

l cortesia è un sistema di relazioni interpersonali atte a facilitare l’interazione attraverso la


minimizzazione del conflitto e del confronto potenziati in ogni scambio umano.

3 regole della comunicazione:

- don’t impose
- give options
- be friendly
3 variabili socio-culturali:

- distanza (culture europee)


- deferenza (culture asiatiche)
- solidarietà (cultura nord-americana)
scortesia esplicita

lo studio della scortesia linguistica è di culpeper (2005). identifica 3 tipologie:

1) attacco diretto. es “non capisci niente”


2) l’interlocutore percepisce che il parlante lo sta attaccando
3) un misto tra 1 e 2

analisi del discorso

è una materia che studia i meccanismi attraverso cui la conversazione si struttura e is articola.

i suoi principi basi sono

1) naturalismo: lavora solo su dati raccolti sul campo, aka conversazioni vere. (le convo sono
registrate e poi trascritte)
2) sequenzialita’: l’interazione è una sequenza temporale id azioni diverse del parlante e
dell’interlocutore. la conversazione è una sequenza interconnessa di azioni.
3) adiacenza: la vicinanza di due persone coinvolte in una comunicazione non è casuale (anche
in caso di disaccordo). se la vicinanza è casuale (es bus affollato) usiamo vari mezzi
paralinguistici per indicare l’a adiacenza o non adiacenza. fondamentale è la nozione di
coppie adiacenti (es sequenza domanda risposta. “come stai?” “sto bene”)
4) punto di vista dei partecipanti: la conversazione viene modellata rispetto ai partecipanti,
rispetto all’ identità dell’interlocutore in un determinato momento e alle circostanze
5) contestualità: tutti quegli elemtni del contesto che i partecipanti considerano rilevante per la
conversazion. il parlato riflette la struttura sociale e la ricrea (prospettiva antropologica)
6) linguaggio comune prassi: prospettiva sul parlare —> il parlarle è agire socialmente
socialmente nel mondo

turni conversazionali

s successione di annunciati in sequenza logico-argomentativa


si prevede che la conversazione si strutturata in pezzi, ovvero i turni.

turno = intervento di un singolo parlante.

monologo= unico turno prodotto da un unico locatore


- poco interessante in chiave conversazionale
- anch’esso però puo essere formato da “mosse” pragmatiche e conversazionali.
- il locatore però c’è ma non è ratificato, ossia non può intervenire —> è il destinatario della
comunicazione

dialogo = alternanza di turni tra due o piu locutori


- centro di interesse della CA
spssso tuttavia i parlanti si sovrappongono.

sovrapposizioni supportive: voglio supportare il mio interlocutore.

sovrapposizioni oppositive: voglio che il mio interlocutore smetta di parlare

alternanza dei turni

principio base: prima parla A, poi parla B.

per capire quando è il proprio turno, bisogna rilevare il; punto di rilevanza transazionale (PRT).
esso si identifica con alcuni elemtni:

- discesa del tono


- pausa lunga
- fine dell’enunciato
- sguardo, gesto per invitare l’altro a rispondere

la sovrapposizione è caratterizzata da una identificazione errata dell’PRT. possono essere

a) volontarie:
b) involontarie: portano a sequenze di riparazione.

il regista della conversazione

il regista è colui che controlla il potere interazionale —> in questo caso, si parla di conversazione
asimmetrica, poiché uno dei due parlanti controlla la conversazione e il suo andamento
(normalmente, si presuppone che i due interlocutori siano sullo stesso livello). es conversazione in
classe, dibattito politico, conversazione tra nativo-non nativo.

- ha adesso a diritti negati agli altri partecipanti es puo introdurre nuovi argomenti, oppure dare /
togliere i turno di parola agli altri
- apre e chiude la conversazione
applicazioni sociolinguistiche e pragmatiche

metodologia di trascrizione e analisi delle sequenze dialogiche

analisi di particolari tipi di sequenze (es sequenze inserto oppure interruzioni)

analisi della gestione dialogica della comunicazione in particolari xcontesti comunicativi (=


dimensione diafasica)

# LEZIONE 27, 17 NOVEMBRE

etnolinguistica

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