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SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE
Argomenti:
– Payne Fund Studies
– La scoperta delle variabili intervenienti
– Il ruolo dell'influenza personale
Un esempio è assolutamente significativo di questa fase di studi del clima culturale nel
quale ci troviamo: è il caso de “La guerra dei mondi” (che viene spesso utilizzato come
espressione chiara dell'effetto forte dei media). La ricerca in questo caso ha dimostrato
che esistono delle variabili intervenienti.
Siamo negli anni '30 dell'America, in cui la radio come mezzo di comunicazione ha un
ruolo molto importante: basta pensare che il presidente Roosevelt per esempio usa la
radio per conversare con la sua cittadinanza all'interno di un programma diventato molto
famoso, “Fireside Chats” (non era come la televisione ma una radio che precede quel
ruolo che è stato attribuito alla TV di “focolare domestico elettronico”). In questo caso è la
voce del presidente che raggiunge i suoi radio ascoltatori. Questo effetto è un
epifenomeno molto importante da tenere in considerazione in quanto spiega come la radio
(e i media che la seguiranno) diventa un mezzo familiare ma anche un certificatore della
realtà: se io alla radio sento il presidente vuol dire che la radio è un canale, un mezzo di
comunicazione veritiero, che rappresenta in modo fedele la verità.
Il caso de La guerra dei mondi. Siamo nel 1938, la sera del 30 ottobre alle ore 20.00 va
regolarmente in onda una trasmissione che si chiama Mercury Theatre, nella quale viene
ascoltato il radio dramma di Orson Welles, che trae spunto dall'opera letteraria di George
Welles e racconta l'arrivo dei marziani sulla Terra. Orson Welles recita questa
trasmissione, ma ciò che succede è veramente qualcosa di inaspettato. Quella sera il
pubblico ascoltatore era di circa 6 milioni di persone e, nella parte in cui inizia a raccontare
dell'invasione aliena, solo 1 milione reagisce impazzendo, nel senso che vengono colti dal
panico pensando che davvero siano arrivati i marziani sulla Terra, vengono prese
d'assalto le fermate degli autobus per poter scappare dalle zone in cui si pensa ci sia
l'invasione, razzie all'interni di negozi, tutti nella condivisa sensazione che il mondo stesse
per finire.
Oggi la cosa può farci sorridere in quanto siamo abituati ad ascoltare delle storie, anche di
fantascienza, in quanto siamo subito in grado di decodificarle come non reali. Allora non
era così, per quell'effetto di certificazione della realtà dato dai media e perché la voce della
radio era qualcosa di diverso dalla lettura de La guerra dei mondi.
Cantril (1940) decise di approfondire in particolare come mai da un lato ci fosse stata una
reazione testimonianza, prova concreta dell'effetto forte dei media, e dall'altro come
questa sensazione di paura avesse toccato sola una parte degli ascoltatori.
Rispetto alla forza ed al convincimento del pericolo imminente, la prima riflessione fu che il
programma aveva delle caratteristiche che lo rendevano veritiero (tono realistico,
affidabilità della radio).
Gli ascoltatori che non ci avevano creduto erano soggetti in grado di controllare la
coerenza interna del programma, di rendersi conto che si trattava di un programma di
finzione.
Ci furono anche soggetti che decisero di procedere a controlli esterni, grazie anche
all'abilità di Welles di fare intervenire voci di esperti che effettivamente esistevano, e di
fare riferimento a zone effettivamente reali.
In questi due casi è emerso che i soggetti avessero una certa abilità critica, cioè la
capacità di interpretare ed analizzare il testo del programma e di cogliere quindi la sua
dimensione di finzione.
Precisiamo che all'interno della trasmissione c'erano diversi interventi per sottolineare che
si trattava di un programma di finzione, eppure questo in alcuni casi non bastò, in
particolare in relazione ad un'altra tipologia di soggetti, ossia coloro che, pur avendo
tentato la strada dei controlli esterni, si convinsero che erano effettivamente arrivati i
marziani sulla Terra. Addirittura un quarto gruppo di soggetti non effettuò nessun tipo di
controllo e ritennero il programma un notiziario giornalistico.
La ricerca di Cantril mette in evidenza che esistono due tipi di fattori di mediazione che
intervengono:
1. fattori di mediazione rispetto al pubblico, ossia le variabili intervenienti favoriscono
oppure posso ostacolare l'esposizione a determinati messaggi. Si può fare
riferimento e riflessione rispetto a quante campagne pubblicitarie (dette campagne
sociali) ci suggeriscono con la loro pubblicità martellante e cercano di convincerci a
cambiare comportamento (come banalmente la campagna anti fumo). Ma spesso
queste campagne che hanno l'obiettivo di persuadere gli individui a modificare
determinati comportamenti, in realtà non riescono affatto nella loro intenzione (altra
prova dell'assenza di effetti così forti dei media).
La comunicazione persuasoria di massa agisce più come causa di rafforzamento
che non di modificazione delle idee pregresse che noi già abbiamo.
Effetti limitati dei media / Modalità di variabili intervenienti
- ATTENZIONE SELETTIVA – nella nostra attenzione ai contenuti mediali, cioè stili
differenti di attenzione in funzione dei contenuti che noi assorbiamo (può non
interessarci una campagna che cerca di modificare il nostro comportamento
pregresso
- PERCEZIONE SELETTIVA, cioè noi costruiamo il senso in modo diverso sugli
stessi contenuti, a seconda di quelle che sono le nostre visioni precedenti
- MEMORIZZAZIONE SELETTIVA, ricordiamo che la memoria funziona soprattutto
come potente strumento per dimenticare, non per ricordare, e allora anche nella
comunicazione mediatica noi abbiamo un diverso ricordo nei confronti dei media, ci
ricordiamo ciò che ci interessa ricordare, non ascoltiamo e non vediamo ciò che
non attrae la nostra attenzione
- AZIONE SELETTIVA, ossia comportamenti concreti differenti. Grazie ad una
percezione selettiva si vengono poi a sviluppare comportamenti e azioni sul campo
diverse da soggetto a soggetto
2. fattori di mediazione rispetto al messaggio, ossia il tipo di contenuto e le modalità di
presentazione del messaggio influiscono sulle dinamiche di persuasione. Sono stati
individuati 3 aspetti in grado di riuscire a determinare quando un messaggio riesce
più o meno ad interessare, a superare quella soglia di attenzione del pubblico:
- CREDIBILITA' DELLA FONTE (competenza, fiducia). Se un messaggio è costruito
in modo competente ed è in grado di costruire quel fondamentale canale e
processo che è quello della fiducia, allora ha più probabilità di superare le soglie
dell'attenzione
- ORDINE E COMPLETEZZA DELLE ARGOMENTAZIONI
- ESPLICITAZIONE DELLE CONCLUSIONI.
Se siamo bravi a costruire una comunicazione rispettando questi 3 punti avremo più
possibilità di riuscire a diminuire quei fattori di mediazione che riguardano invece la
sfera del pubblico e a superare le soglie dell'attenzione.
Nella prima immagine facciamo riferimento alla visione dei media secondo la teoria
dell'ago ipodermico, cioè i mass media riescono ad agire sulle persone che sono isolate,
atomi all'interno della società di massa.
Con l'importanza invece attribuita ai soggetti, che possiamo definire “opinion leader”,
quello che si coglie è che nella comunicazione mediatica, prima dell'arrivo a tutta la
massa, intervengono dei soggetti, cioè gli opinion leader, delle persone che all'interno dei
gruppi sociali hanno un ruolo di spicco, più importante, in grado di fare da primo filtro di
mediazione della comunicazione mediatica.
Caratteristiche degli opinion leader e della situazione che si viene a creare nel flusso di
comunicazione a due stadi:
• gli individui non sono più isolati socialmente ma collegati tra loro
• esistono reti di rapporti sociali all'interno delle quali spicca una figura filtro nei
meccanismi di trasmissione delle informazioni
Questo nodo centrale dell'opinion leader risulta maggiormente esposto ai flussi mediali
primari, che riceve, rielabora e trasmette, in colloqui informali (non più comunicazione
mediata, ma interpersonale) e non strutturati, ad altri soggetti della rete/comunità.
L'effetto è che le persone allora tendono a considerare l'opinion leader come il vero
comunicatore da seguire, a cui credere, piuttosto che i media di riferimento.
Chi fa opinione?
Ci sono diversi tipi di leader, i primi due ipotizzati dagli studiosi Katz e Lazarfeld nel 1955 e
gli ultimi due da Merton nel 1949.
• leadership orizzontale d'opinione (all'interno di una comunità, quella persona che è
come noi e che su certi argomenti ha una conoscenza approfondita, e per questa
ragione noi gli diamo credibilità. L'idea è che un giorno il leader possa essere una
persona su un certo argomento e il giorno successivo, su un altro argomento il
leader può essere un'altra persona pari alla prima.
• leadership verticale d'opinione, identifica un soggetto che rispetto al gruppo sociale
è in una posizione più elevata , è una figura di riferimento, di successo di tipo
lavorativo ma anche morale (un tempo queste figure venivano viste nei preti, negli
avvocati, nei medici...)
• leader d'opinione locale, si fa riferimento ad una figura considerata un po' come
nella leadership verticale, una figura di riferimento nel mio gruppo sociale, al punto
che di fronte a diversi argomenti, io chiedo a questa persona che cosa pensare, un
suggerimento, e quindi questa persona esercita un ruolo molto importante. Viene
anche definito un leader polimorfico perché il ruolo che gli viene attribuito può
riguardare argomenti diversi
• leader d'opinione cosmopolita, si tratta di quei soggetti che diventano noti, famosi,
hanno un ruolo sociale molto importante ma fortemente legato a un settore
specifico (in questo caso sono leader monomorfici), sono quindi gli esperti di un
dato argomento a cui si fa riferimento, ma non esattamente esperti su tutto.
Rivediamo la TV che raggiunge degli opinion leader che poi lavoreranno sul proprio
gruppo di riferimento, e la confrontiamo con lo schema sopra, che propone una TV che
sicuramente esiste e ha una sua influenza come altri media all'interno del sistema sociale,
ma in realtà ciò che conta è la presenza di tanti indistinti leader d'opinione che sono in
grado di seguire ma a loro volta di influenzare di volta in volta le persone rispetto a un dato
argomento.
È evidente che un riferimento molto immediato è quello della rete: come gli influencer,
chiunque oggi, senza il bisogno di aver “scalato” la società, è in grado di diventare un
soggetto portatore di conoscenza, o in grado anche di attrarre l'interesse delle persone.
Ma questo soggetto può essere il giorno dopo sostituito, o preferito ad un altro.
Si parla di modello reticolare multi-step flow rispetto a come i networks sono costruiti e
come l'influenza circola al loro interno.