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Flavia Boragina
Matricola: 3921403
1. Introduzione:
Con il termine Analisi termiche o termoanalisi si fa riferimento a tutte quelle tecniche che
misurano i cambiamenti nelle proprietà di un campione in base alla variazione controllata di
temperatura. Una data proprietà fisica viene quindi analizzata in funzione della temperatura o del
tempo. L’utilizzo di questi tipi di analisi è molto diffuso in campo scientifico e molteplici sono le
applicazioni nel settore dei beni culturali e archeologici: dall’esecuzione di analisi qualitative e/o
quantitative all’individuazione di antichi metodi di lavorazione come possiamo notare da saggi e
ricerche presenti in letteratura. Molti materiali come malte, graffiti, terrecotte, affreschi, argille,
materiali litici, legno, leghe metalliche, vetri, pergamene, papiri, pigmenti, carta, tessuti e ossa,
sono già stati analizzati. La caratterizzazione degli svariati materiali con cui le opere sono realizzate
risulta fondamentale non solo per gli studi di provenienza ma anche per consentirne la
conservazione nel tempo e soprattutto per poter realizzare le scelte più adatte nel momento in cui
si effettua un intervento di restauro. Queste tecniche non sempre sono di facile applicazione
quando parliamo di beni storico artistici, in quanto, essendo distruttive, non è spesso possibile
effettuare un prelievo. Nel caso in cui sia possibile effettuare un campionamento, sono necessari
solo pochi milligrammi di materiale, siano questi organici, inorganici, cristallini o amorfi, che non
richiedono alcun tipo di trattamento prima dell’analisi.
2. Analisi Termogravimetrica.
Questa tecnica, analitica quantitativa, permette di
misurare le variazioni di massa di un materiale in
funzione del tempo (a temperatura costante) o della
temperatura (con variazione lineare e non) in
conseguenza delle eventuali decomposizioni che il
campione subisce a seguito alla produzione di
prodotti volatili. La descrizione di questa tecnica è
data dalla norma ASTM E914: “Il peso del campione
viene monitorato in funzione della temperatura o del
tempo, mentre il campione è sottoposto ad un
programma controllato di temperatura in
un’opportuna atmosfera”. Figure 1: Macchina per analisi termogravimetriche.
2.1 Strumentazione:
a. Bilancia termica ad alta sensibilità: bilancia a
piattello su cui è posato il campione e la cui
temperatura è misurata da una termocoppia.
b. Fornace: riscalda con una velocità programmabile.
c. Sistema di gas di spurgo: consente di mantenere
un’atmosfera inerte controllata e la diffusione del
calore in ogni punto.
d. Elaboratore per il controllo dello strumento,
l’acquisizione e visualizzazione dei dati.
Il campione, posizionato sulla termobilancia in presenza d’aria o atmosfera inerte (elio o argon), è
sottoposto ad un programma termico definito che può andare da temperatura ambiente fino ad
oltre 1000°C. Il campione, tramite processi di corrosione e/o ossidazione, può dare origine a
prodotti, non identificabili nelle componenti, di
diversi tipi: tra questi alcuni volatili che
vengono assorbiti dal sistema di gas di
spurgo facendo registrare nel campione una
perdita di peso. Come detto prima non è
possibile tramite questa tecnica indagare la
natura dei componenti del materiale ma è
possibile determinare termodinamica e
cinetica dei processi in cui si ha perdita di
massa. L’elaboratore registra la variazione di Figure 3: Curva TG
massa dei campioni restituendo dei grafici detti curve termogravimetriche (TG, figura 3) dove la
massa (%) risulta in funzione della
temperatura (°C) ed è possibile calcolare
quantitativamente le variazioni di peso
tramite la differenza di livello sulla curva
(figura 3). Registrando in funzione della
temperatura (o del tempo) la derivata
rispetto al tempo delle variazioni del peso
del campione si ottengono una serie di
picchi (DTG figura 4), le cui aree sono
proporzionali alle variazioni di peso del
campione. Punti di inizio, fine e massima
Figure 4: Curva DTG
dei picchi di questo grafico rappresentano rispettivamente le temperature di inizio, di fine e di
massima velocità delle trasformazioni in atto.
3.1 Strumentazione:
3.2 Procedimento.
4.1 Strumentazione
4.2 Procedimento:
Entrambi i campioni, materiale da analizzare e reference, vengono posti nei rispettivi crogioli e
portati ad uguale temperatura. I crogioli inseriti in due distinte fornaci, o posti su due fonti di
calore, verranno poi sottoposti allo stesso ciclo termico contemporaneamente registrando i dati
tramite termocoppie collegate ad un
elaboratore che fornirà una curva DSC o
termogramma riportante in funzione della
temperatura (o del tempo) la velocità con
cui il calore viene assorbito dalla sostanza
in esame rispetto a quella con cui viene
assorbito dalla sostanza reference. Anche
in questo caso come per la DTA i picchi
superiori al ΔT (o ΔH= variazione di
entalpia) rappresentano reazioni
esotermiche mentre quelli inferiori quelle
Figure 9: Termogramma, curva DSC
endotermiche. Tramite DSC è possibile
misurare transizioni come fusione, cristallizzazione, transizioni vetrose cambiamenti di fase o
indurimento. È possibile inoltre confrontare i picchi con sostanze note nei database per poter
identificare con certezza le sostanze esaminate ottenendo quindi un’analisi non solo quantitativa
ma anche qualitativa.
5. Conclusione
L’applicazione di queste tecniche risulta molto utile per quanto riguarda lo studio dei materiali
costituenti i beni culturali e ormai da tempo il loro utilizzo risulta consolidato in questo campo
nonostante siano tecniche distruttive. Spesso non solo risulta necessario combinare e confrontare
i risultati di più tecniche termoanalitiche ma anche effettuare e mettere a confronto altre tecniche
analitiche come la Difrattometria, la Fluorescenza a raggi X o la Spettroscopia IR.