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Progettazione di un
riduttore epicicloidale
PRINCIPI TEORICI DI UN RIDUTTORE EPICICLOIDALE E SUA PROGETTAZIONE,
GRAZIE ALL’IMPIEGO DEL SOFTWARE DI CALCOLO KISSSOFT
L’
invenzione del meccanismo epicicloidale affonda le sue In questo articolo, sono brevemente esposti i principi teorici di
radici al I secolo a.C.. Il più antico calcolatore astrono- tale meccanismo e la progettazione di un case-study nel mo-
mico della storia conosciuto come “Calcolatore di An- derno e potente software di calcolo KISSsoft.
tikythera”, fu infatti costruito circa 2000 anni fa pres-
so l’isola di Antikythera situata nel tratto del mar Egeo compre- Il complesso normativo
so tra il Peloponneso e Creta [1]. Il complesso di normative inerenti il calcolo della resistenza degli
Attualmente si ritiene che il congegno fosse un preciso calcola- organi meccanici, che compongono un riduttore, è vasto e inte-
tore astronomico, costruito per “monitorare” i rapporti ciclici tra ressa tutti gli organismi di normazione nazionali e internazionali.
il sole, le stelle ed i pianeti. Poteva servire sia come strumento Si propone al lettore un sintetico compendio delle più utilizzate
per la navigazione, sia come strumento per indagini astronomi- in ambito progettuale, in relazione ad elementi meccanici qua-
che. Ad un primo esame delle caratteristiche del meccanismo li ingranaggi, cuscinetti e alberi (tabella 1).
si può pensare ad una macchina “fuori dal tempo”: gli archeolo- Con riferimento specifico ai riduttori epicicloidali, gli enti di nor-
gi concordavano nell’affermare che in quel tempo non era pos- mazione americani hanno pubblicato un interessante normativa:
sibile produrre apparecchiature di tale complessità cinemati- la ANSI/AGMA 6123-C16, che si configura come un pragmatico
ca. Del resto, i rotismi epicicloidali o differenziali sono stati ap- “Design Manual” contenente le linee guida per la progettazione
plicati in epoca moderna, oltre 19 secoli dopo, nel differenziale di un riduttore epicicloidale. Le normative di calcolo citate sono
nelle automobili. L’invenzione del rotismo differenziale è ufficial- implementate (tra le numerose disponibili) in KISSsoft, permet-
mente attribuita all’orologiaio francese Onésiphore Pecqueur tendo in tal modo al moderno progettista, la certificazione se-
(1792-1852), che lo brevetto nel 1828 per le carrozze a vapore condo normativa degli organi meccanici.
[2]. Jacques de Vaucanson (1709-1782) fu il primo ad applica-
TAB. 1 - IL COMPLESSO NORMATIVO
re il sistema differenziale ad una automobile con carica a mol-
Elemento Principali Normative
la presentata al Re Luigi XV di Francia nel 1748 [2]. Da allora il
Ingranaggi Cilindrici ISO 6336:2019, DIN 3990, ANSI/AGMA
meccanismo epicicloidale è divenuto, nelle sue diverse declina- 2101
zioni, oggetto di numerosi studi scientifici e di ricerca. I ridutto-
Ingranaggi Cilindrici in plastica VDI 2736
ri epicicloidali sono ad oggi molto apprezzati in ogni settore in-
Cuscinetti ISO 1328, ISO 16281
dustriale, grazie alla loro principale caratteristica: permettere
elevati rapporti di trasmissione, contenendo peso e dimensioni. Alberi DIN 743
Fig. 2 - Rotismo
Fig. 1 - Il differenziale di de Vaucanson epicicloidale semplice
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Corona
Pianeta 1
Pianeta
composto Corona
Pianeta 2
Solare
Portatreno Portatreno
Fig. 3 - Rotismo
epicicloidale composto Fig. 4 - Rotismo epicicloidale accoppiato
TAB. 2 – RIDUTTORE EPICICLOIDALE SEMPLICE • Le principali tipologie di configurazioni epicicloidali sono [3]:
Ingresso Fisso Uscita Verso di Rapporto di • Non Differenziali: Semplici, Composti (Compound), Accoppia-
rotazione trasmissione ti (Coupled)
Solare Portatreno Corona Opposto -ZR/ZS • Differenziali.
Solare Corona Portatreno Uguale Zs + ZR/ ZS
Corona Portatreno Solare Opposto -Zs/ZR Calcolo dei rapporti di riduzione
Corona Solare Portatreno Uguale Zs + ZR/ ZR Il calcolo del rapporto di riduzione di un meccanismo epicicloida-
le è basato sulla celebre equazione enunciata nel 1841 da Willis
Portatreno Corona Solare Uguale Zs/ZS + ZR
nel suo “Principles of Mechanisms”. La ANSI/AGMA 6123-C16
Portatreno Solare Corona Uguale ZR/ZS + ZR
riporta il calcolo del rapporto di trasmissione e delle frequenze
di ingranamento per svariate configurazioni di riduttori epicicloi-
Definizione del Layout Concettuale dali. Nelle tabelle 2 e 3, si riportano le formule inerenti i mecca-
Lo schema di funzionamento nismi non differenziali, semplici e composti.
I rotismi epicicloidali sono caratterizzati dall’avere una o più ruo- Vincoli sul numero di denti
te con asse di rotazione non fisso. I componenti di un riduttore Si considera di seguito il caso di un treno planetario semplice
epicicloidale si possono suddividere in quattro parti principali. [6], avente numero di denti di solare, pianeti (satelliti) e corona
• Il pignone (detto anche solare) è solitamente collegato all’al- rispettivamente pari a zS, zP e zR. Gli assi dei satelliti sono equidi-
bero motore mediante calettatore; stanti su una circonferenza e sono supportati da un portatreno
• La ruota con dentatura interna viene definita corona; essa è (o portasatelliti) che ruota concentricamente alla ruota solare.
spesso solidale alla carcassa del riduttore; Supponendo che le ruote accoppiate siano ad interasse modi-
• Durante il funzionamento gli ingranaggi planetari, posizionati ficato, esse saranno tangenti secondo i cilindri primitivi di fun-
su un portasatelliti (o portatreno), ruotano tra il pignone e la zionamento e si avrà la relazione
corona. dwR = dwS + 2 · dwP, e dunque:
ORGANI DI TRASMISSIONE
METODI DI CALCOLO R
F
F
TAB. 3 – RIDUTTORE EPICICLOIDALE COMPOSTO R Tt
Ingresso Fisso Uscita Verso di Rapporto di F
rotazione trasmissione
Tc Tt
Solare Corona Portatreno Uguale Z P2 Z S + ZP1 ZR
ZP2 Z S r
R R R
Solare Portatreno Corona Opposto Z Z R
– P1 R
ZP2 Z S
Portatreno Corona Solare Uguale Z P2 Z S Tt
ZP2 Z S + ZP1 ZR Tc
⎡ ⎤
⎢ ⎥ Fig. 6 - Dati sui materiali per la “progettazione di massima”
⎢ π ⎥
nmax = int ⎢ ⎥ Progettazione di un riduttore epicicloidale
⎢ ⎛ z +2 ⎞ ⎥
⎢ arcsen⎜ p ⎟⎥ in KISSsoft
⎢ ⎜⎝ z + z ⎟⎠ ⎥ KISSsoft è un potente e moderno strumento di calcolo per la pro-
⎣ s p ⎦
gettazione e simulazione di trasmissioni meccaniche. È di segui-
L’operatore int[X] indica “la parte intera di X”. to illustrato il dimensionamento di un riduttore epicicloidale aven-
te le seguenti specifiche tecniche: coppia in ingresso pari a 450
Forze trasmesse tra le ruote dentate Nmm (0.45 Nm) a 10000 rpm, rapporto di trasmissione di 4.25.
di un meccanismo epicicloidale La vita richiesta al riduttore è di 20000 ore con un fattore di ap-
Nell’ipotesi che sull’albero di ingresso, ove è montata la ruota plicazione KA pari a 1.25. Le dimensioni del package (diametro
solare, sia applicata una coppia e così pure all’albero di uscita esterno della corona) sono di 35 mm incluso 3 mm di materiale
del portasatelliti, nel caso cioè che su detti alberi non vi siano tra il diametro di fondo dente ed il diametro esterno. Gli ingra-
pulegge o ruote dentate per la trasmissione della potenza ma vi naggi sono realizzati in materiale metallico sinterizzato, il modu-
siano semplicemente dei giunti, sui sopporti di detti alberi non lo deve essere maggiore di 0.5 mm per ragioni di producibilità.
agiscono forze tangenziali, radiali o assiali dovute alla trasmis-
sione della potenza [7]. I Progettazione di massima
nfatti la forza tangenziale della ruota solare si ripartisce in parti Mediante la funzionalità di “progettazione di massima”, il pro-
uguali tra i satelliti, tali forze Ts indicate in figura 5 hanno risul- gettista, immettendo alcuni dati caratteristici fondamentali del
tante nulla e così pure le forze radiali R. riduttore, ossia:
Hanno risultante nulla anche le forze tangenziali Tc e radiali R • Materiale degli ingranaggi
ORGANI DI TRASMISSIONE
T = 9549,2 · P/ rP . n to ammissibile)
ove n è la velocità angolare in giri/min dell’albero della ruota so- • Normativa di riferimento per il calcolo degli ingranaggi ottie-
lare, rP è il raggio primitivo della ruota solare (in m), e k è il nu- ne in pochi passaggi un elenco di soluzioni che soddisfano i
mero di satelliti presenti nel meccanismo. requisiti geometrici, cinematici e strutturali (figure 6 e 7).
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Fig. 7 -
Funzionalità di
“progettazione
di massima”
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