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TRONCO ENCEFALICO, DIENCEFALO E CERVELLETTO

Il tronco encefalico è la diretta continuazione del midollo spinale all’interno della scatola cranica,
all’interno del cranio quindi qua siamo al livello dell’Atlante, entriamo nella scatola cranica.
Breve struttura costituita da tre parti che sono (dalla parte inferiore a quella superiore) il bulbo (o midollo
allungato), il ponte e il mesencefalo. Posteriormente al tronco encefalico troviamo il cervelletto e il quarto
ventricolo, cioè quello slargamento che si viene a formare a partire dal canale centrale che attraversa il
midollo spinale e che prosegue all’interno della scatola cranica. Il quarto ventricolo continua con
l’acquedotto mese encefalico per poi aprirsi nel terzo ventricolo.
Abbiamo una struttura abbastanza piccola che occupa uno spazio tutto sommato ristretto all’interno della
scatola cranica ma che è estremamente complessa perché
- È attraversata da fasci di assoni in ascesa, vale a dire tutti quei fasci di assoni e tutte quelle vie che
vanno ai centri superiori e che partono dal midollo spinale, attraverseranno il tronco encefalico per
raggiungere una loro destinazione sia a livello del tronco encefalico stesso o per raggiungere altri
distretti (quali per esempio il talamo, corteccia).
- È attraversato da fasci di assoni che dai centri superiori vanno al midollo spinale o ad altre strutture

In ciascuno di questi distretti (tronco, ponte, mesencefalo) sono presenti dei nuclei propri del tronco
encefalico che svolgono delle funzioni specifiche legate o all’attività motoria, o a una attività vegetativa e ci
sono dei nuclei invece che danno origine a quelli che sono i nervi cranici.

Nervi cranici: i nervi cranici sono 12 paia che in realtà sono un pochino diversi rispetto ai nervi spinali, nel
senso che mentre i nervi spinali sono tutti misti questi dipende dal nervo che stiamo considerando
(possono essere solo sensitivi, possono essere misti, possono essere solo motori).
Primo e secondo: originano a livello di telencefalo e diencefalo
Dal terzo fino al dodicesimo: emergono a livello del tronco encefalico, hanno la loro origine al livello del
tronco encefalico.
Quindi, praticamente, 10 di 12 nervi cranici prendono la loro origine a livello del tronco encefalico.

Bulbo: diretta continuazione del midollo spinale

Solco bulbo pontino che separa il bulbo dal ponte (così chiamato perché ha proprio questi fasci di fibre
trasversali proprio a forma di ponte)
Solco ponto mesencefalico che separa il ponte dal mesencefalo.

Posteriormente: troviamo il quarto ventricolo e 3 peduncoli cerebellari che collegano il cervelletto al tronco
encefalico.

Normalmente il tronco encefalico viene suddiviso in:


- una parte anteriore, che viene chiamata piede o base e che normalmente è attraversata dai fasci di
fibre sia in ascesa che in discesa, infatti troviamo un rilievo che si chiama piramide (un rilievo del
bulbo). In questi rilievi del bulbo passano i fasci piramidali (fasci corticospinali) che sono quegli
assoni che a partire dalla corteccia del telencefalo attraversano il tronco encefalico e si portano poi
ai motoneuroni del midollo spinale. Queste sono le vie piramidali (o via corticospinali) che
attraversano il tronco encefalico.
A livello del mesencefalo troviamo dei peduncoli cerebrali che sono proprio tutti quegli assoni che
provengono dal telencefalo per raggiungere altre destinazioni.
- una parte posteriore, che è il tegmento, che contiene i nuclei propri di quella determinata regione
(a livello del bulbo a livello del ponte a livello del mesencefalo nuovamente suddividiamo la parte anteriore
la base o piede dove passano effettivamente fasci di assoni e posteriormente dove abbiamo il tegmento
con i nuclei propri)
In ciascun distretto del nostro tronco encefalico abbiamo sostanzialmente la sostanza bianca data da
- Fasci di assoni che hanno proprio una funzione di conduzione, quindi portano informazioni da e
verso i centri superiori
- I nuclei propri, che svolgono le loro funzioni integrative
- La sostanza reticolare
- I nuclei dei nervi cranici con le relative funzioni a seconda del nervo che stiamo considerando.

Nervi cranici
Sono 12 paia e presentano dei nuclei di arrivo delle informazioni sensitive e dei nuclei da cui partono le
informazioni motorie, esattamente come per i nervi spinali. A livello dei nervi cranici la differenza
sostanziale è il fatto che possono essere o solo sensitivi, solo motori o misti (dipende dal nervo che stiamo
considerando) mentre i nervi spinali sono sempre misti.
A livello dei nervi cranici abbiamo anche dei nervi legati a recettori specifici che trasportano
un’informazione sensitiva specifica (l’olfattivo e l’ottico hanno sensibilità specifica, sono entrambi solo ed
esclusivamente sensitivi). A parte i primi due, tutti gli altri, dal terzo al dodicesimo, emergono a livello di
mesencefalo, ponte, e bulbo. Quindi, tutto il tronco encefalico dà origine a 10 paia di nervi cranici che
hanno caratteristiche diverse a seconda del nervo.
- Oculomotore, trocleare ed abducente sono solo ed esclusivamente motori. Sono quelli che
agiscono sui muscoli dell’occhio, per il movimento dell’occhio.
- Trigemino e facciale sono nervi misti. Provvedono alla innervazione del volto sia a livello sensitivo
che motorio.
- Glossofaringeo e vago, anch’essi sono nervi misti.
- Accessorio ipoglosso sono motori e hanno anche delle fibre che arrivano a livello del plesso
cervicale o della muscolatura del collo.

Tutti i nervi cranici emergono anteriormente tranne il quarto che è l’unico che ha un’emergenza posteriore
(il trocleare).
Come nel midollo, anche qua abbiamo nuclei di origine e nuclei di terminazione.
- Nuclei di origine: sono quelli che danno origine alla componente motoria, quindi danno quelle fibre
efferenti, quelle fibre in uscita corrispondenti a quelle che sono le corna anteriori del midollo.
- Nuclei di terminazione: sono quelli che ricevono le informazioni sensitive, corrispondenti al corno
posteriore del midollo spinale. Anche in questo caso ci sarà un ganglio (esattamente come abbiamo
visto per il midollo spinale) che contiene il neurone sensitivo (nel midollo spinale c’è il ganglio
spinale che contiene il neurone a T o neurone pseudounipolare, primo neurone sensitivo)
Allo stesso modo c’è un ganglio che si trova al di fuori del tronco encefalico e che conterrà quei
neuroni sensitivi che portano l’informazione sensitiva.

Nel tronco encefalico già la presenza del ventricolo, questo slargamento a livello del ventricolo
inevitabilmente il canale centrale va ad allargarsi a livello dello slargamento e va a formare questa struttura
che va proprio a spostare, a determinare uno spostamento di quella che è la struttura della sostanza grigia
e della sostanza bianca portando la sostanza bianca anteriormente (quindi quello che si chiama base o
piede che trasporta fasci di assoni) e collocando i nuclei sia sensitivi che motori posteriormente alla
sostanza bianca.
Abbiamo proprio uno spostamento in senso latero anteriore, quindi ci portiamo lateralmente e
anteriormente. Nuclei che trasportano:
- Fibre somato motorie
- Fibre viscero motorie
- Somato sensitive
- Viscero sensitive
- Fibre sensitive speciali
Dove si andranno a collocare tutti questi nuclei che ricevono ed emettono queste informazioni? Vanno ad
acquisire una loro distribuzione comunque ordinata. Li ritroviamo spostati posteriormente alla sostanza
bianca ma seguiranno comunque lo stesso tipo di distribuzione che hanno nel midollo spinale.
I neuroni somato motori si collocano più medialmente rispetto a quella che era la loro posizione a livello del
midollo spinale. Si devono aggiungere ulteriormente anche quelli che sono gli eventuali nuclei che ricevono
le informazioni sensitiva specifica. (troviamo gli stessi nuclei che abbiamo visto nel midollo spinale con
l’aggiunta dei nuclei che ricevono informazioni sensitive specifiche perché provengono da organi, da
recettori specifici per esempio l’occhio, l’orecchio ma soprattutto la presenza del quarto ventricolo
modifica l’organizzazione della sostanza grigia e della sostanza bianca).
- Lateralmente (esternamente) troviamo i somato sensitivi ed i viscero sensitivi
- Mediamente (internamente) troviamo i somato moto ed i viscero motori
Oltre a tutti questi nuclei troveremo dei nuclei propri del tronco encefalico e troveremo anche la sostanza
bianca, ovviamente, che lo attraversa anteriormente.
Prima fra tutte la formazione reticolare: un insieme di nuclei che si trova ad attraversare tutto il tronco
encefalico (era già praticamente presente anche nel midollo spinale e continua all’interno del tronco
encefalico) e si distribuisce sia a livello del bulbo, del ponte e del mesencefalo. Quindi la troviamo
distribuita in tutto il tronco encefalico.
Questa formazione reticolare va a costituire delle colonne di nuclei che assumono una collocazione dalla
porzione più laterale alla porzione più centrale la porzione mediana (nuclei mediani, nuclei paramediani e
nuclei laterali). Vere e proprie colonne di nuclei che attraversano tutto il tronco encefalico, la caratteristica
principale è il fatto di differire nel tipo di neurotrasmettitore che contengono e che quindi utilizzano per la
loro funzione.
Un neurotrasmettitore diverso (dopamina, acetilcolina, serotonina, adrenalina, noradrenalina) che
determina quindi un tipo di messaggio diverso a seconda del neurotrasmettitore utilizzato.
- La colonna mediana utilizza per lo più serotonina, un’azione serotoninergica per regolare ad
attivare tutte le funzioni della corteccia, regolatori e attivatori delle funzioni corticali. Per esempio, i
nuclei nella colonna mediana sono quelli che intervengono nella regolazione sonno veglia,
emozione, controllo del dolore (nocicezione). Hanno quindi un’azione attivatoria sulla corteccia.
- I nuclei invece della colonna paramediana che utilizzano altri neurotrasmettitori, anch’essi hanno
nuovamente un’azione attivante sulla corteccia sempre nel meccanismo sonno veglia. Ma hanno
anche delle fibre:
fibre reticolospinali pontine → dalla formazione reticolare del ponte al midollo spinale. Azione sui
muscoli antigravitari con azione eccitatoria.
fibre reticolospinali bulbari → dalla formazione reticolare del bulbo al midollo spinale. Azioni sui
muscoli antigravitari con azione inibitoria.
Questi nuclei della colonna paramediana invieranno fibre sia a livello del ponte che a livello del
bulbo. Queste fibre reticolospinali hanno azione sui motoneuroni del midollo spinale, in particolare
sui muscoli erettori (i muscoli antigravitari sono i muscoli della muscolatura profonda del tronco).
- La colonna laterale utilizza principalmente noradrenalina ed opera un controllo sulle funzioni vitali,
quindi sia respiratorie che cardiovascolari.

Questa formazione reticolare così organizzata, con tutte queste colonne di nuclei che occupano tutto il
tronco encefalico, svolge proprio un’azione di integrazione fra la corteccia e i vari distretti del nostro
sistema nervoso per il controllo sia di funzione decisamente vegetative (quali veglia sonno, controllo del
dolore..) ma anche per esempio tutte quelle funzioni legate al controllo della funzione cardiovascolare,
respiratoria..
Ci sono nuclei che hanno una competenza e che operano un controllo, un’integrazione su funzioni di tipo
vegetativo e vitale (sonno e veglia, dolore, respirazione, controllo cardiovascolare). Poi abbiamo anche
tutta una serie di altri nuclei che operano invece un controllo motorio (tutti quelli che con le fibre reticolo
spinali vanno a operare un controllo sui motoneuroni).
Informazione sia attivatoria che inibitoria, dipende da quali nuclei andiamo ad attivare e a stimolare.
È proprio un sistema di controllo e di integrazioni di informazioni fra l’esterno e la corteccia e viceversa.
Una lesione a carico del tronco encefalico può essere molto ma molto più importante rispetto ad una
lesione a carico della corteccia perché vengono interrotte funzioni vitali e si può andare incontro al coma
che può essere anche irreversibile.
Quindi abbiamo visto che è occupato dai nuclei dei nervi cranici e dai nuclei della sostanza reticolare.

Sostanza bianca
La sostanza bianca sicuramente ha fibre ascendenti e discendenti, quindi saranno fibre di proiezione che
vanno verso i centri superiori ma che dai centri superiori discendono al midollo spinale e poi avremo anche
delle fibre di associazione che hanno un decorso diverso perché saranno quelle quelle fibre che trasportano
informazioni all’interno, quindi quei neuroni che si trovano all’interno del tronco encefalico stesso che
quindi creeranno proprio una associazione fra una parte e l’altra del tronco encefalico.
Abbiamo anche gli stessi tratti, le stesse radici del midollo spinale, sia sensitive che motorie, che in questo
caso sono dei nervi cranici.
- Fibre discendenti → fibre corticospinali, quelle fibre che dalla corteccia discendono, attraversano il
mesencefalo, attraversano il ponte, attraversano il bulbo e ad un certo punto si incrociano a livello
del bulbo e andranno poi al midollo spinale o ai nuclei motori dei nervi cranici.
- Fibre ascendenti → quei fasci che occupano il cordone posteriore del midollo spinale e che
trasportano solo ed esclusivamente informazioni di tipo tattile e propriocettivo epicritico. Questi
fasci dal cordone posteriore del midollo spinale, arrivano al bulbo, fanno stazione a livello di nuclei
propri del bulbo e da qua attraverso un altro fascio che si viene a chiamare lemnisco, andranno a
portarsi a un’ulteriore stazione per poi proseguire verso la corteccia. Fascio Spino bulbo talamo
corticale.

Bulbo o midollo allungato

I nuclei propri del bulbo sono:


- nuclei intercalati lungo le vie ascendenti (quindi saranno vie sensitive, quelle che trasportano delle
informazioni sensitive).
In particolare abbiamo il nucleo del fascicolo gracile, nucleo del fascicolo cuneato, nucleo cuneato
accessorio (che porta informazioni propriocettive al cervelletto) e nucleo del cordone laterale.
Se prendiamo il bulbo e lo guardiamo posteriormente troviamo dei rilievi che si chiamano proprio
tubercolo gracile e tubercolo cuneato. Sono quegli ammassi di nuclei (nuclei gracile e cuneato) che
sono raggiunti dalle fibre che viaggiano all’interno del cordone posteriore del midollo spinale e che
trasportano come abbiamo detto fino adesso questo tipo di informazione sensitiva propriocettiva
oggettiva tattile di tipo epicritico. Questi fasci raggiungono il bulbo, fanno sinapsi con questi nuclei
che sono in grado di acquisire questo tipo di informazione che poi a loro volta trasportano in un
altro distretto per poi mandarla alla corteccia telencefalica che elaborerà questo tipo di
informazione per sviluppare un certo tipo di risposta.
Praticamente noi nel midollo spinale avevamo il nostro cordone posteriore, il nostro cordone
posteriore arriva fino al bulbo, questi assoni fanno sinapsi con questi neuroni che vanno a costituire
il nucleo gracile e cuneato nel bulbo e poi proseguono per altri distretti.
Inoltre, sempre nel bulbo, abbiamo un altro nucleo (nucleo cuneato accessorio) che invece sarà
raggiunto da fibre che raccolgono informazioni propriocettive in particolare dall’arto superiore e le
manderanno al cervelletto.

- nuclei intercalati sulle vie discendenti (quindi quei nuclei che ricevono informazioni dalla corteccia)
Ci saranno delle fibre corticali che raggiungono il nucleo olivare e da questo nucleo olivare
mandano informazioni al cervelletto. Il nucleo olivare è intercalato su quei sistemi che operano un
controllo sul gesto motorio, quindi raggiungono il cervelletto e lavorano sul controllo motorio.

Abbiamo dei nuclei propri (GRACILE, CUNEATO, CUNEATO ACCESSORIO, DEL CORDONE LATERALE E
OLIVARE), abbiamo nuclei della formazione reticolare (RETICOLARE LATERALE, VENTRALE, RETICOLARE
GIGANTOCELLULARE, RETICOLARE PARVICELLULARE), abbiamo i nuclei dei nervi dall’ottavo al dodicesimo.

Nervo ipoglosso XII


- È un nervo motorio, solo somato motorio
- Va ad innervare prevalentemente la muscolatura della lingua, i muscoli sottoioidei
- Una parte di questo nervo va a formare l’ansa cervicale dando delle collaterali che vanno ad
innervare altri muscoli (sternocleidomastoideo e trapezio)

Nervo accessorio XI
- È un nervo motorio puro
- Innerva la parte superiore del trapezio e dello sternocleidomastoideo

Nervo vago X
- È un nervo misto
- Contiene tutti i tipi di fibre, sia somatiche che viscerali, sia sensitive che motorie ed anche
specifiche (gustative)
- Territorio di distribuzione molto ampio: arriva fino alla cavità addominale. Innerva la cavità toracica
ed addominale arrivando a svariati organi dell’apparato digerente e urinario
- Componente somato motoria: innerva faringe, laringe ed esofago (organi che provvedono alla
masticazione, deglutizione, trasporto del bolo ma che presenta muscolatura striata quindi
volontaria). NUCLEO AMBIGUO
- Componente viscero effettoria: agisce sul cuore, sull’aorta e sui grandi vasi, ghiandole e
muscolatura liscia delle vie respiratorie, apparato digerente e parte dell’apparato urinario.
Componente del sistema nervoso parasimpatico. NUCLEO DORSALE DEL NERVO VAGO.
- Componente viscero sensitiva: riceve info sensitive dai visceri.
- Componente gustativa specifica: insieme al nervo faciale e al nervo glossofaringeo

Nervo glossofaringeo IX
- È un nervo misto
- Componente gustativa
- Innerva la lingua e la faringe
- Il primo ramo (nervo timpanico) raccoglie la sensibilità della mucosa della cavità timpanica e della
tromba di eustachio.

Nervo vestibolococleare VIII


- È un nervo sensitivo
- Raccoglie la sensibilità sia uditiva che dell’equilibrio. Formato da due componenti:
radice, branca cocleare: sensibilità uditiva raccolta a livello della coclea dove si trovano i recettori
uditivi
radice, branca vestibolare: sensibilità dell’equilibrio è raccolta a livello dell’orecchio interno, dei
canali semicircolari dove si trovano quei recettori che trasportano info proprio sui movimenti della
testa.
Ponte

Anche in questo caso ci sono nuclei propri sulle vie sensitive e sulle vie motorie.
- Nuclei che si trovano tra le vie che dalla corteccia telencefalica vanno a quella cerebellare.
Nuclei basilari del ponte: trasportano info motorie che vengono trasportate al cervelletto. Via
cortico ponto cerebellare: dalla corteccia al ponte al cervelletto. Quando la corteccia manda un
comando motorio, invia delle collaterali al cervelletto per un controllo o un’integrazione in modo
che il comando sia corretto.
- Nuclei che si trovano lungo la via acustica centrale.
Nucleo olivare superiore:
- Nucleo dei nervi cranici: V, VI, VII
- Nuclei della formazione reticolare: nucleo reticolare del tegmento pontino e nucleo centrale
superiore

Nervo faciale VII


- È un nervo misto
- Svolge la sua azione perlopiù sulla muscolatura superficiale, quindi sui muscoli mimici del volto
- Raccoglie anche informazioni sensitive del volto

Nervo abducente VI
- È un nervo somato motore
- Innerva la muscolatura dell’occhio insieme al trocleare all’oculomotore. Innerva principalmente il
muscolo retto laterale che è un muscolo estrinseco dell’occhio.
Muscoli dell’occhio: azione sui movimento dell’occhio ma che permettono all’occhio di effettuare
movimento particolarmente precisi e fini.
I muscoli dell’occhio vengono innervati dal III, IV e VI nervo (oculomotore, trocleare e abducente)
che hanno l’azione solo motoria sui muscoli.

Trigemino V
- Insieme al faciale provvede all’innervazione sia sensitiva che motoria di tutto il volto (il faciale ha
una componente motoria maggiore, il trigemino ha una componente sensitiva maggiore)
- Si occupa dell’innervazione sensitiva di tutto il volto e di tutte le mucose. Presenta anche una
componente motoria per i masticatori e altri muscoli.

Mesencefalo

Il mesencefalo è costituito da peduncoli cerebellari anteriormente (costituiti da fasci di assoni) e dalla


lamina quadrigemina posteriormente.

Ha dei nuclei propri intercalati sul percorso delle vie extrapiramidali (sono vie discendenti che non hanno la
loro origine a livello della corteccia). Esistono due vie discendenti: quelle piramidali, o corticospinali, e un
sistema extrapiramidale che vede la partenza delle informazioni motorie da un insieme di nuclei che non si
trovano a livello corticale ma che sono comunque controllate dalla corteccia.
- Nucleo rosso, Vie rubro spinali: partono dal nucleo rosso, nucleo presente a livello del
mesencefalo. Sono vie di controllo e modulazione del movimento volontario. Questo nucleo
comunque riceve info da parte della corteccia dato dall’esistenza di una via cortico rubro (dalla
corteccia al nucleo rosso) che porta info motorie al nucleo rosso il quale poi riferisce i suoi ulteriori
aggiustamenti a quelli che sono i comandi delle vie cortico spinali mediante le vie rubro spinali che
fanno parte del sistema extrapiramidale.
- Sostanza nera: insieme di neuroni pigmentati che vengono divisi in una parte reticolare ed in una
parte compatta. Parte compatta: viene inglobata in quelli che sono i nuclei della base che sono
propri del telencefalo. Ci sono nuclei del telencefalo che fanno parte della sostanza nera, in
particolare la sua parte compatta, che viene inserita in questi nuclei della base che anch’essi sono
intercalati su particolari circuiti di controllo del gesto motori. La sostanza nera è proprio quella
struttura che viene danneggiata nel parkinson.
- Lamina quadrigemina: composta da due formazioni chiamate collicoli superiori e due formazioni
chiamate collicoli inferiori. A questo livello abbiamo nuclei di neuroni che ricevono informazioni sia
di tipo visivo che uditivo. Da qua, dopo aver ricevuto le info, vengono trasmesse ad altri distretti.
Nuclei di integrazione di info uditive e visive.

Quindi abbiamo nuclei propri tra cui il nucleo rosso e la sostanza grigia che operano un controllo proprio
sulla muscolatura scheletrica, quindi sul movimento, sul gesto motorio.
Abbiamo un’integrazione di informazioni sia sensitive che uditive.
Abbiamo la formazione reticolare presente con i suoi nuclei anche nel mesencefalo che processa le
afferenze sensitive e motorie ed opera il mantenimento dello stato di coscienza.
Abbiamo l’emergenza dei nervi cranici terzo e quarto (oculomotore e trocleare), quindi avremo i nuclei
propri dei nervi cranici terzo e quarto che sono quelli coinvolti nel controllo della muscolatura dell’occhio.

Diencefalo

Il diencefalo il cefalo e la parte superiore del tronco encefalico: quindi midollo spinale - tronco encefalico -
bulbo - ponte – mesencefalo e diencefalo.
Il diencefalo è costituito da diverse parti:
- posteriormente abbiamo l’epitalamo (epifisi)
- superiormente e posteriormente abbiamo i talami (sono due grossi nuclei che si amano talami)
- anteriormente l’ipotalamo
- al di sotto dei talami abbiamo il metatalamo con i corpi genicolati che sono in collegamento con la
lamina quadrigemina (collicoli superiori ed inferiori).

è costituito da tutte queste diverse parti: ipotalamo che occupa la parte più anteriore e l’epitalamo che
occupa la parte più posteriore. Nell’insieme tutto questo ammasso di nuclei con una funzione diversa
vanno a costituire il diencefalo.

In particolare epitalamo ed ipotalamo: l’epitalamo contiene effettivamente l’epifisi, l’ipotalamo contiene


nuclei che producono ormoni e nuclei che sono in collegamento con un’altra ghiandola endocrina che è
l’ipofisi. Quindi l’ipotalamo è direttamente collegato con l’ipofisi, quindi opera un controllo sull’ipofisi che è
una importante ghiandola endocrina che svolge un controllo su tantissimi nostri organi.
Modo del sistema nervoso per comunicare, per parlare con tutti i nostri organi.
La comunicazione fra organi, la comunicazione cellulare avviene o attraverso il sistema nervoso o
attraverso gli ormoni che danno dei messaggi, trasportano dei messaggi e inducono delle risposte.
A livello del diencefalo troviamo due parti che sono l’epitalamo e l’ipotalamo che avranno dei neuroni che
producono ormoni o delle vere e proprie ghiandole endocrine come l’epifisi.

Epitalamo

è la parte posteriore e contiene appunto l’epifisi → quella ghiandola che produce la melatonina,
quell’ormone che viene prodotto per la regolazione del ciclo veglia sonno, ma in realtà oggi si è visto che
probabilmente ha molte più azioni rispetto a soltanto questa ed occupa la parte posteriore.
Ghiandola pineale o epifisi.

Ipotalamo

è anteriore ed è collegato con l’ipofisi (ghiandola endocrina). Opera un’azione di regolazione sull’ipofisi che
produce determinati ormoni e la produzione di questi ormoni è regolata dall’ipotalamo. Nello stesso tempo
l’ipotalamo stesso produce ormoni che trasporta lungo i suoi assoni e che libera poi in circolo, e che
svolgono una funzione di controllo su determinate funzioni (per esempio l’ormone antidiuretico che è
prodotto dall’ipotalamo che ha un’azione sulla diuresi, e quindi di conseguenza anche sul controllo
pressorio. L’ossitocina, che è l’ormone del benessere, che agisce sull’utero durante il parto). Quindi
parliamo di neuroni che si trasformano in cellule endocrine e producono ormoni, oppure neuroni che si
trovano a livello dell’ipotalamo ma che producono altri ormoni che vanno a controllare la produzione
dell’ipofisi stessa.
A livello dell’ipotalamo si ha la produzione di ormoni che controllano le gonadi, la crescita, il metabolismo, il
ciclo sonno veglia, la temperatura…

Il talamo (due talami)

Costituito da due ammassi voluminosi separati dal terzo ventricolo.


Sono proprio ammassi di nuclei, sono costituiti da nuclei di neuroni che a loro volta occupano una porzione,
una posizione all’interno dei talami specifica.
Il talamo svolge soprattutto una azione di smistamento di informazioni. I nuclei del talamo sono nuclei che
si trovano intercalati sia sulle vie sensitive, in particolare sulle vie sensitive quindi il talamo riceve tutta
quella serie di informazioni sensitive che poi ritrasmette alle opportune aree della corteccia. Contiene
nuclei sia specifici sensitivi ma anche nuclei associativi, che sono collegati con specifiche aree della
corteccia. Contiene anche dei nuclei che sono collegati ad altri distretti del nostro sistema nervoso.
- Nuclei specifici: anteriore, ventrale anteriore, ventrale laterale, ventrale posteromediale, ventrale
posterolaterale, corpo genicolato mediale, corpo genicolato laterale.
Sono reciprocamente connessi con aree corticali motorie o sensitive specifiche.
- Nuclei associativi: laterale dorsale, mediodorsale, laterale posteriore, pulvinar.
Sono reciprocamente connessi con aree associative della corteccia cerebrale.
- Nuclei non specifici: nuclei intralaminari, nucleo reticolare.
Non sono legati ad una specifica modalità sensitiva.

Se noi prendiamo intanto prendiamo il talamo, lo andiamo a sezionare, vediamo che è costituito da
raggruppamenti di nuclei specifici quindi ciascuno di questi avrà una sua collocazione all’interno del talamo
e se ulteriormente li andiamo proprio a sviluppare, a sezionare vediamo come ciascuno di questi occupa
proprio una posizione, una collocazione all’interno del talamo ma come ciascuno di questi venga raggiunto
da determinate informazioni e trasmetta, moduli queste informazioni e le ritrasmetta a una particolare
regione della corteccia. A seconda del tipo di informazione fa un lavoro di smistamento in funzione delle
informazioni che riceve. Quasi tutte le vie, anzi la gran parte delle vie sensitive raggiunge il talamo e il
talamo a quel punto smista la sua informazione a livello della corteccia dove? dipende quali nuclei sono
stati raggiunti del talamo e dipende quale tipo di informazione e da li viene ritrasmessa alla corteccia. Così
come il talamo stesso si trova intercalato su questi circuiti che dalla corteccia portano informazioni al
talamo, dal talamo, al cervelletto, dal cervelletto nuovamente alla corteccia.
Quindi il talamo suono delle stazioni fondamentali proprio per l’integrazione la ritrasmissione di
informazioni da e verso la corteccia.

Il metatalamo è costituito da delle formazioni che si chiamano corpi genicolati laterale e mediale.
Queste due formazioni, i corpi genicolato laterale e mediale, sono due nuclei che fanno parte di quello che
è il metatalamo e che sono anch’essi intercalati sulle vie visive e uditive e sono direttamente collegati coi
due collicoli superiori ed inferiori che sono parte del mesencefalo, della lamina quadrigemina.
Metatalamo che fa parte del diencefalo, lamina quadrigemina che fa parte del mesencefalo sono nuclei che
integrano informazioni visive uditive che verranno ritrasmesse ad opportune aree corticali per poter
integrare tutte quelle informazioni che arrivano dall’ambiente (sia visive che uditive) e ci permettono di
regolare il nostro gesto motorio in funzione delle informazioni che ci circondano. Quindi nuclei di neuroni
intercalati su via sia visive che uditive e che permettono di rispondere a quelli che sono gli stimoli di questo
tipo nell’ambiente circostante e i due corpi genicolati (quindi sia quello laterale che quello mediale) fanno
parte del diencefalo in particolare del metatalamo.
Il subtalamo invece è una porzione del diencefalo che anch’esso contiene un’insieme di nuclei che
intervengono in quello che è il controllo del gesto motorio, dell’attività motoria volontaria e che fanno
sempre parte delle vie extrapiramidali.

Quindi per ricapitolare: il diencefalo è quella porzione del sistema nervoso che si trova a occupare la parte
superiore del tronco encefalico, è suddiviso in una serie di regioni che vedono l’epitalamo posteriore,
l’ipotalamo anteriore, i due grossi talami, il metatalamo, il subtalamo e che svolge una funzione di controllo
e smistamento di informazioni sensitive, integrazione con la corteccia del telencefalo e controllo delle
attività vegetative mediante il collegamento con il sistema endocrino attraverso sia l’epifisi che l’ipofisi.
Quindi l’ipotalamo collegato con l’ipofisi.

Cervelletto
Posteriormente al tronco encefalico troviamo il cervelletto che è un organo fondamentale perché
interviene in tantissime funzioni: controlla l’equilibrio, controlla la postura, controllo dei movimenti lenti
della parola, dei movimenti coniugati degli occhi e interviene nella programmazione del movimento
volontario.
Regola tutta l’attività muscolare e interviene nella corretta esecuzione dell’atto motorio.
Si creano proprio dei circuiti che mettono in comunicazione diverse aree della corteccia con il cervelletto,
quell’organo del sistema nervoso che opera il controllo finale del movimento, che interviene anche nella
creazione di una memoria e quindi ha moltissime funzioni.
è costituito da due emisferi collegati da una parte centrale che si chiama verme.

Anteriormente è collegato mediante il tronco encefalico dai tre peduncoli: i peduncoli cerebellari superiore,
medio ed inferiore. In particolare
- il peduncolo cerebellare inferiore è quello che di fatto collega il cervelletto con il midollo spinale.
È composto principalmente da fibre afferenti al cervelletto derivanti dal midollo spinale e dal
tronco encefalico.
- il peduncolo cerebellare medio con il ponte.
È il più grande dei tre. È formato quasi esclusivamente da fibre afferenti al cervelletto che
provengono dai nuclei pontini controlaterali.
- il peduncolo cerebellare superiore con la corteccia del telencefalo.
Principali vie efferenti dal cervelletto al nucleo rosso ed al talamo.
quindi diciamo che la gran parte delle vie di collegamento fra bulbo e midollo spinale, ponte e corteccia
avvengono attraverso questi peduncoli cerebellari.
Si trova a livello della porzione occipitale, quindi dell’osso occipitale, accolto all’interno delle fosse dell’osso
occipitale ed è separato dal lobo occipitale telencefalo (che si trova superiormente) da quella lamina di
duramadre che si chiama tentorio del cervelletto.
È costituito, suddiviso da un’insieme di solchi più e meno profondi che lo suddividono sostanzialmente in
lobi. Ci sono solchi e scissure che sono effettivamente più o meno profondi in modo da dare un
ampliamento di superficie al cervelletto (quindi queste circonvoluzioni che si vengono a creare permettono
di avere un ampliamento di quella che è la superficie) ma soprattutto permette di suddividerlo
sostanzialmente in tre lobi:
- lobo flocculo nodulare: perché presenta una proiezione che si chiama flocculo.
Archicerebello o vestibolocerebello, collegato con vie e nuclei vestibolari. Regolazione
dell’equilibrio.
- lobo anteriore: paleocerebello o spinocerebello.
Collegato al midollo spinale, regolazione tono muscolare e postura
- lobo posteriore, più sviluppato.
Neocerebello o cortico-pontocerebello, collegato al talamo e indirettamente alla corteccia.
Movimenti volontari e automatici.
Questi tre lobi (flocculo nodulare, anteriore e posteriore) hanno anche una loro classificazione di tipo sia
funzionale che filogenetica. Filogenetica nel senso che il flocculo nodulare è considerato quello più antico,
mentre il posteriore (che è anche quello più ampio) è quello più recente.

Funzionalmente avremo una classificazione che vede:


- il lobo flocculo nodulare definito come vestibolo cerebello → vestibolo cerebello perché è legato
alle informazioni vestibolari. Questo lobo del cervelletto è quello che riceve informazioni dalle vie,
dai nuclei vestibolari. Le vie vestibolari sono quelle che si formano a partire dai recettori vestibolari,
che abbiamo visto a livello dell’orecchio interno, e che manderanno le loro informazioni a livello dei
nuclei vestibolari che si trovano nel tronco encefalico (in particolare nel bulbo) e da qua queste
informazioni (da questi nuclei vestibolari) arriveranno al cervelletto, in particolare a livello del lobo
flocculo nodulare. Quindi il lobo flocculo nodulare quello riceve per lo più informazioni dalle vie
vestibolari e di conseguenza è anche quella regione del cervelletto che è maggiormente coinvolta
nella regolazione dell’equilibrio.
- Il lobo anteriore invece è quello che viene chiamato anche spinocerebello, quindi riceve per lo più
informazioni di tipo propriocettivo dalla muscolatura. Per cui è perlopiù collegato al midollo spinale
e riceve informazioni propriocettive dai recettori dei muscoli. Ha un’azione prevalentemente sulla
regolazione del tono muscolare.
- Il neocerebello (lobo posteriore) è quello che attraverso il peduncolo cerebrale superiore è
continuamente in collegamento, in comunicazione con la corteccia. Quindi essendo continuamente
in comunicazione con la corteccia, interviene nella regolazione del gesto motorio nel suo insieme,
in tutti quei movimenti volontari che controllano il gesto motorio.

Sostanza grigia del cervelletto


La sostanza grigia è organizzata in una corteccia esterna, quindi abbiamo la corteccia che si dispone a
occupare tutta la parte esterna del cervelletto e a rivestire la superficie del cervelletto.
La sostanza bianca è interna. Immersi all’interno della sostanza bianca ci sono dei nuclei propri del
cervelletto: nucleo del fastigio, nucleo globoso ed emboliforme e nucleo dentato.
Il nucleo del fastigio insieme al nucleo globoso ed emboliforme vanno a formare il nucleo interposito.
Questi nuclei hanno una classificazione una suddivisione filogenetica, quindi dai più antichi al più
recente. Saranno collegati
- il nucleo del fastigio all’archicerebello o vestibolocerebello (lobo flocculo nodulare)
- il nucleo interposito allo spinocerebello (lobo anteriore)
- il nucleo dentato al neocerebello (lobo posteriore)

La sostanza grigia del cervelletto viene organizzata sia in una corteccia che nei nuclei intrinseci.
La corteccia occupa tutta la superficie del cervelletto, quindi la parte esterna del cervelletto.
Questi nuclei sia approfondano all’interno del cervelletto, a livello della sostanza bianca e anch’essi
seguono una loro suddivisione filogenetica esattamente come abbiamo visto per i lobi flocculo
nodulare, anteriore e posteriore che hanno una suddivisione sia filogenetica che funzionale.
Allo stesso modo questi nuclei hanno una loro suddivisione filogenetica e funzionale.
La corteccia del cervelletto è una corteccia estremamente complessa perché presenta tre strati di
neuroni:
- uno strato che viene chiamato strato dei granuli
- uno strato intermedio chiamato piriforme, occupato da cellule che si chiamano cellule di purkinje
che sono anche le cellule più grosse, le più voluminose. Sono soprattutto le uniche che mandano
delle efferenze al di fuori della corteccia
- uno strato più superficiale, chiamato strato molecolare
Lungo tutta la corteccia del cervelletto si ripetono questi tre strati, anche se la corteccia poi funzionalmente
viene suddivisa in lobi con una diversa funzione o una diversa regolazione sulle diverse attività motorie ma
tutta la corteccia del cervelletto è costituita da questi tre strati, quindi tutta l’estensione della corteccia è
costituita da questi tre strati. Vedremo che la corteccia del telencefalo non è così, presenta una diversità di
strati a seconda della regione mentre invece nella corteccia del cervelletto si ripetono questi tre strati.
Ma soprattutto c’è una particolare complessità in questa corteccia, perché le fibre che arrivano al
cervelletto sono le fibre muscoidi o le fibre rampicanti.
Ci sono due tipi di fibre che arrivano al cervelletto
- le fibre rampicanti che prendono rapporto con i neuroni, coi dendriti delle cellule di Purkinje
- le fibre muscoidi che prendono invece rapporto prevalentemente con i granuli
Le fibre muscoidi sono quelle che arrivano, che portano l’informazione ai granuli praticamente dal midollo
spinale, dal tronco encefalico in generale, dai nuclei del ponte. Quindi sono tutte quelle informazioni che
arrivano sia dal midollo spinale che dal tronco encefalico.
I neuroni olivari sono quelli che fanno parte di tutto questo complesso che arriva anch’esso dai vari distretti
del nostro sistema nervoso centrale e che trasporta informazioni al cervelletto. Le fibre muscoidi
raggiungono i granuli, le fibre rampicanti raggiungono i dendriti delle cellule di Purkinje. Ma entrambe, sia
le rampicanti che le muscoidi, mandano collaterali ai nuclei propri quindi comunque mandano
un’informazione anche ai nuclei propri del cervelletto. I granuli, una volta che raggiungono, che inviano il
loro assone sulla superficie della corteccia, vanno a costituire un insieme di fibre che si chiama fibre
parallele. Se andiamo a vedere com’è organizzata la corteccia abbiamo i dendriti delle cellule di Purkinje
(quelle che abbiamo detto essere raggiunte dalle fibre rampicanti) che raggiungono questi neuroni ora cosa
succede che in realtà

Sia le informazioni che arrivano dalle fibre rampicanti, sia le informazioni che arrivano dalle fibre muscoidi
comunque vengono modulate dalle cellule di Purkinje, perché le cellule di Purkinje hanno questo enorme
sviluppo, di tutti questi dendriti, e tutte queste cellule sono messe in collegamento.
La corteccia del cervelletto viene raggiunta sostanzialmente da due tipi di fibre:
- le fibre in entrata: sono di due tipi fibre muscoidi e fibre rampicanti.
- le fibre in uscita dal cervelletto sono solo date dagli assoni delle cellule di Purkinje, quindi gli unici
assono che fuoriescono dalla corteccia del cervelletto sono gli assoni delle cellule di Purkinje.
Quando le informazioni arrivano alla corteccia, grazie a tutto questo complesso sistema di interazione fra le
cellule di Purkinje, fra di loro e fra tutti gli altri tipi cellulari che creano una modulazione di informazione
che collegano tutte queste si avrà una rielaborazione delle informazioni e le uniche informazioni in uscita
dalla corteccia sono date attraverso la l’assone della cellula di Purkinje. Assone che raggiunge i nuclei
propri.

Tutte le informazioni che arrivano al cervelletto arrivano attraverso sia delle fibre che arrivano dalla
periferia, sia delle fibre che arrivano dalla corteccia e arrivano solamente attraverso due tipi di fibre: le
muscoidi e le rampicanti. Entrambe queste portano le loro informazioni sia alla corteccia ma anche ai nuclei
propri. Queste informazioni in entrata sono portate sia alla corteccia che ai nuclei propri. Le informazioni
che escono dalla corteccia sono solo attraverso le cellule di Purkinje e raggiungono i nuclei propri e nuclei
propri saranno gli unici assoni che trasferiranno i segnali in uscita. Quindi questo ci dice che ci sarà tutto
un’insieme di elaborazioni, di informazioni a carico della corteccia, a carico dei nuclei propri mediati da tutti
i tipi cellulari che costituiscono la corteccia e che saranno elaborate e ritrasmesse sia alla corteccia
cerebrale che al tronco encefalico solo ed esclusivamente in uscita dai nuclei propri (che sono l’unica via di
uscita che proietta da una parte alla corteccia dall’altra dalla corteccia cerebrale alla corteccia della cefalica
dall’altra al tronco encefalico al midollo spinale). Dai nuclei propri avremo le efferenze verso sia la corteccia
che il tronco encefalico per definire, per sviluppare la corretta risposta a quella informazione in arrivo.

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