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RIFLESSO PATELLARE

E un riflesso MONOSINAPTICO dipendente da due neuroni, uno nel ganglio spinale e un motoneurone .
Un colpo sul tendine patellare produce una forte contrazione riflessa del muscolo quadricipite femorale, con
improvvisa estensione della gamba a livello del ginocchio. I principali recettori da cui dipende questo
riflesso sono i fusi neuromuscolari, che rispondono ad un improvviso stiramento del muscolo, esercitato
colpendo il tendine patellare (il fuso neuromuscolare viene attivato per energia meccanica grazie alla
vibrazione prodotta). Lo stiramento del fuso stimola le sue terminazioni sensitive (fibre Ia) che inviano a loro
volta impulsi direttamente ai motoneuroni , che innervano (e stimolano) le fibre extrafusali dello stesso
muscolo e dei muscoli sinergici provocandone la contrazione. Inoltre una collaterale della fibra sensitiva in
arrivo al midollo spinale stimola interneuroni (interneuroni Ia) che inibiscono i motoneuroni diretti ai
muscoli antagonisti, facilitando ulteriormente lazione dei muscoli agonisti (che stanno compiendo lazione).
Le fibre di moto e di senso che mediano questo riflesso sono fibre del nervo femorale legate ai segmenti L2,
L3, L4.

RIFLESSI TRIGEMINALI:
1. RIFLESSO CORNEALE E DI AMMICCAMENTO
Sia la stimolazione tattile della cornea che lesposizione dellocchio alla luce intensa inducono la
chiusura di entrambi gli occhi. Ci dovuto a impulsi che raggiungono i nuclei facciali dei due lati.
Per quanto riguarda il riflesso corneale, gli stimoli tattili corneali attivano i rami nasociliari del nervo
oftalmico e linformazione giunge quindi al nucleo principale pontino del trigemino. Da qui originano
fibre efferenti che raggiungono bilateralmente il nucleo motore del nervo facciale a livello del ponte. Le
efferenze, convogliate dal nervo facciale pd, attivano la componente palpebrale del muscolo orbicolare
dellocchio, che si contrae producendo lammiccamento.
Per quanto riguarda il riflesso di ammiccamento, invece, la stimolazione luminosa attiva la retina e la via
ottica. Linformazione viene quindi veicolata dal nervo ottico e tramite il tratto ottico accessorio giunge
al collicolo superiore. Da qui linformazione giunge al nucleo motore del nervo facciale a livello del
ponte. Le efferenze, convogliate dal nervo facciale pd, attivano la componente palpebrale del muscolo
orbicolare dellocchio, che si contrae producendo lammiccamento.

2. RIFLESSO MASSETERINO
Il riflesso del massetere un riflesso MONOSINAPTICO che si realizza grazie a una lieve percussione
sul mento del paziente mentre ha la bocca lievemente aperta. La risposta la contrazione bilaterale del
muscolo massetere e del muscolo temporale. Questo riflesso interessa i recettori di stiramento (fusi
neuromuscolari) dei muscoli masticatori: linformazione arriva al nucleo mesencefalico del trigemino, da
cui originano fibre dirette al nucleo motore del trigemino, fornendo cos la base anatomica per il riflesso
masseterino.

3. RIFLESSO DELLO STARNUTO


Lo stimolo origina dalla mucosa nasale e raggiunge attraverso le branche mascellare ed oftalmica il
nucleo sensitivo principale del trigemino, da cui originano fibre per il centro
respiratoriobulbare,localizzato nell'area reticolare parvicellulare della colonna parasagittale laterale
dellaformazione reticolare,e per i motoneuroni del nucleo ambiguovagale. Nel primo caso, le
proiezioni sono dirette a motoneuroni midollari deputati all'innervazione del muscolo diaframmae dei
muscoli intercostali mentre nel secondo caso le proiezioni sono dirette a motoneuroni deputati
all'innervazione della muscolatura (striata)del faringe e alla muscolatura intrinseca del laringe. Il
risultato quindi la violenta espulsione dell'aria contenuta neipolmonie la contrazione coordinata della
muscolaturalaringeaefaringea.

RIFLESSI DEL VAGO:


1. RIFLESSO DEL SENO CAROTIDEO
Il seno carotideo collocato sulla biforcazione dellarteria carotide comune e si estende di solito anche al
tratto iniziale dellarteria carotide interna. Le sue pareti contengono recettori specializzati (barocettori)
che vengono stimolati da un aumento della pressione arteriosa. A questi recettori si distribuiscono, per
mezzo del nervo del seno carotideo (ramo del glossofaringeo) e dei rami per il glomo aortico (rami
collaterali cervicali del vago), i prolungamenti periferici di neuroni situati rispettivamente nel ganglio
petroso (inferiore) e nel ganglio nodoso.
Quando la pressione allinterno del seno carotideo aumenta, come conseguenza di un generale aumento
della pressione sanguigna, impulsi nervosi vengono trasportati al nucleo del tratto solitario. Da qui
originano fibre per il nucleo motore dorsale del vago, da cui originano fibre parasimpatiche pregangliari
per il ganglio di Scarpa (o di Wrisberg). Dai neuroni di questo ganglio originano fibre postgangliari per il
nodo senoatriale e atrioventricolare che determinano un rallentamento del ritmo cardiaco (bradicardia).
Contemporaneamente il nucleo del tratto solitario in collegamento con i centri cardio-accelleratori del
simpatico localizzati nel midollo spinale (C8-T2). Leffetto bradicardico quindi si realizza in due modi:
abbiamo da un lato lattivazione del parasimpatico vagale e dallaltro linibizione dei centri cardioaccelleratori del simpatico.
Infine esistono connessioni riflesse tra nucleo del tratto solitario e centro vasomotore della formazione
reticolare del bulbo che inibiscono lattivit del centro stesso ed in tal modo permettono che si instauri
una vasodilatazione nel sistema circolatorio. Il risultato del rallentamento del ritmo cardiaco e della
vasodilatazione rappresentato da una riduzione della pressione sanguigna.
[ qui

poi ci sono le fibre riflessogene (vagali), che addirittura, dal plesso cardiaco, sono in grado direttamente di stimolare il
nucleo motore dorsale del vago per generare bradicardia]

1. RIFLESSO DEL SENO CAROTIDEO (assistenti)


Ogni arteria carotide comune presenta, alla sua estremit superiore, nei pressi della biforcazione, una
dilatazione, il seno carotideo che si estende di solito anche al tratto iniziale dellarteria carotide interna.
Talvolta il seno carotideo pu essere presente solo a livello della carotide interna oppure estendersi
anche alla carotide esterna. Le sue pareti contengono recettori specializzati (barocettori) che vengono
stimolati da un aumento della pressione arteriosa A questi recettori si distribuiscono, per mezzo del
nervo del seno carotideo (ramo del glossofaringeo) e dei rami per il glomo aortico (rami collaterali
cervicali del vago), i prolungamenti periferici di neuroni situati rispettivamente nel ganglio petroso
(inferiore) e nel ganglio nodoso.

Quando la pressione allinterno del seno carotideo aumenta, come conseguenza di un generale aumento
della pressione sanguigna, impulsi nervosi vengono trasportati al nucleo solitario del bulbo. Da questo
originano fibre che attivano neuroni della formazione reticolare da cui originano fibre per il nucleo
motore dorsale del vago. Dai neuroni di questo nucleo originano fibre parasimpatiche pregangliari per il
ganglio di Scarpa (o di Wrisberg) e dai neuroni di questo ganglio originano fibre postgangliari per il
nodo senoatriale e atrioventricolare che determinano un rallentamento del ritmo cardiaco (bradicardia)
con riduzione della pressione sanguigna.

2. RIFLESSO DEL GLOMO CAROTIDEO


I chemiorecettori del glomo carotideo, che annesso al tratto iniziale dellarteria carotide esterna,
vengono stimolati da un aumento della tensione di anidride carbonica (che influenza maggiormente il
riflesso) e dalla diminuzione della tensione di ossigeno del sangue. Gli impulsi che hanno origine dalla
stimolazione di questi speciali recettori servono a stimolare il centro respiratorio quando esso non riesce
in altro modo a mantenere valida la respirazione a causa di particolari condizioni.
Lo stimolo quindi una variazione della concentrazione ematica di anidride carbonica e ossigeno.
Linformazione raggiunge il ganglio petroso (glossofaringeo) e il ganglio nodoso (vago) tramite i rami
periferici dei neuroni pseudounipolari mentre tramite i rami centripeti raggiunge il nucleo del tratto
solitario. Da questo nucleo originano fibre che raggiungono i centri respiratori bulbari della formazione
reticolare [controlaterale], da cui originano fibre reticolospinali che terminano ponendosi in rapporto con
motoneuroni delle corna anteriori del terzo,quarto e quinto segmento cervicale del midollo spinale e
provocano cos, per mezzo del nervo frenico, la contrazione del diaframma. Altre fibre terminano invece
in rapporto con motoneuroni del corno anteriore dei segmenti toracici del midollo, i cui assoni si
distribuiscono ai muscoli intercostali per mezzo dei nervi intercostali. [In questo modo si ha un aumento
del ritmo della ventilazione con espulsione dellanidride carbonica in eccesso.] Questo meccanismo
permette una modificazione del ritmo respiratorio: i polmoni si riempiono daria e i recettori di
stiramento della parete dei bronchioli trasmettono linformazione al nucleo del tratto solitario tramite
fibre del vago. Da qui linformazione viene nuovamente trasmessa ai centri respiratori del bulbo e si ha
come effetto la regolazione negativa del ritmo respiratorio.
In particolare a livello bulbare abbiamo due centri respiratori: il dorsale responsabile dellinspirazione e
il ventrale responsabile dellespirazione. A livello pontino abbiamo invece i centri apneustico e
pneumotassico che regolano il ritmo respiratorio.

3. RIFLESSO DELLA TOSSE


Lo stimolo che d origine al riflesso della tosse pu essere o lirritazione della laringe,della trachea o
dellalbero bronchiale o la stimolazione del padiglione auricolare o del meato acustico esterno.
Gli stimoli irritativi della laringe e della trachea sono raccolti dalle fibre sensitive del ramo interno del
nervo laringeo superiore (ramo collaterale cervicale del vago). Le fibre nervose entrano a far parte
delnervo vago ed hanno centro trofico nel ganglio nodoso annesso al nervo stesso. I prolungamenti
centrali dal ganglio arrivano al nucleo del tratto solitario: da qui partono fibre per i centri respiratori del
bulbo e per il nucleo ambiguo del nervo vago. Dal centro respiratorio del bulbo originano sia fibre
reticolospinali che inducono respirazione forzata proiettando al centro frenico del midollo spinale sia
fibre reticolospinali che si mettono in sinapsi con motoneuroni midollari che determinano la contrazione

dei muscoli addominali mentre il nucleo ambiguo porta fibre motrici somatiche alla muscolatura
intrinseca del laringe provocando la chiusura della glottide. La simultanea chiusura della glottide e la
contrazione dei muscoli addominali determina una pressione allinterno dellalbero bronchiale che si
manifesta con i colpi di tosse.

4. RIFLESSO DEL VOMITO


Il riflesso del vomito comporta lo svuotamento forzato dello stomaco tramite il rilassamento dello
sfintere gastro-esofageo (cardiale), la contrazione dei muscoli della parete addominale anteriore e la
chiusura della glottide (per prevenire atti respiratori).
Il riflesso del vomito inizia dai recettori della mucosa gastrica, della cistifellea o del duodeno. I recettori
vengono stimolati da sostanze irritanti e gli impulsi nervosi vengono trasportati al ganglio nodoso del
vago tramite i rami periferici delle cellule del ganglio mentre tramite i rami centripeti linformazione
giunge al nucleo del tratto solitario. Da qui originano fibre che raggiungono:

Nucleo motore dorsale del vago;


Formazione reticolare bulbare;
Nucleo ambiguo.

Dal nucleo motore dorsale del vago originano fibre effettrici viscerali che permettono il rilassamento
dello sfintere gastro-esofageo.
Dalla formazione reticolare bulbare originano fibre discendenti (reticolospinali) che si mettono in sinapsi
con motoneuroni midollari che determinano la contrazione del diaframma e dei muscoli della parete
addominale anteriore. Dalla formazione bulbare originano anche fibre reticolo spinali che terminano nei
gruppi intermedi degli ultimi segmenti toracici: gli impulsi che viaggiano lungo queste fibre vengono
trasmessi allo stomaco tramite i nervi splancnici provocando appunto la contrazione di stomaco e piloro.
Dal nucleo ambiguo invece originano fibre motrici somatiche che provocano la chiusura della glottide.
Tutto ci comporta lo svuotamento forzato dello stomaco.
Altri fattori che possono causare il riflesso del vomito sono:

Aumento della pressione intracranica sui nuclei del pavimento del quarto ventricolo con attivazione
del nucleo del tratto solitario;
Pressione localizzata sul bulbo (esempio: neoplasia);
Sollecitazione dellarea postrema (situata vicino allobex, dove ci sono chemiocettori in connessione
con il nucleo del tratto solitario) in risposta a farmaci o agenti emetici.

5. RIFLESSO DEL SINGHIOZZO


Il singhiozzo consiste in una contrazione improvvisa ed involontaria dei muscoli inspiratori, in
particolare del diaframma, che termina con larresto del flusso dellaria verso linterno a causa della
chiusura improvvisa della glottide.Si instaura in seguito a unirritazione della mucosa gastrica,duodenale
o talvolta esofagea recepita dalla componente sensitiva viscerale del nervo vago. Linformazione arriva
al nucleo del tratto solitario: da qui partono fibre per i centri respiratori del bulbo e per il nucleo ambiguo
del nervo vago. Dai centri respiratori bulbari originano fibre reticolospinali che proiettano al centro
frenico del midollo spinale,che sede di motoneuroni che provocano la contrazione tonica del
diaframma: questo comporta inspirazione e aumento della pressione addominale. Il nucleo ambiguo porta

fibre motrici somatiche alla muscolatura volontaria del laringe (in particolare al muscolo ari epiglottico e
aritenoideo obliquo) provocando la chiusura della glottide, a cui si deve il suono provocato dal
singhiozzo.

6. RIFLESSO DI SALIVAZIONE INDOTTO DA STIMOLI GUSTATIVI


Il riflesso innescato da uno stimolo gustativo sulla lingua. Esso stimola fibre del nervo glossofaringeo,
del nervo vago e del nervo intermedio e linformazione arriva quindi tramite il ramo periferico ai neuroni
pseudounipolari che si trovano rispettivamente nei gangli petroso, nodoso e genicolato. Da qui viene
trasportata tramite i rami centripeti al nucleo del tratto solitario (nucleo gustativo nella porzione rostrale),
da cui originano fibre per i nuclei salivatori superiore e inferiore.
Dal nucleo salivatorio superiore originano fibre parasimpatiche pregangliari che entrano nella
costituzione del nervo facciale e tramite la corda del timpano si portano al nervo linguale per giungere
infine al ganglio sottomandibolare e sottolinguale (se presente). Da questi gangli originano fibre
postgangliari che giungono alle ghiandole sottomandibolari e sottolinguali e si ha la produzione di saliva.
Dal nucleo salivatorio inferiore originano fibre parasimpatiche pregangliari che entrano nella costituzione
del nervo glossofaringeo e poi del nervo piccolo petroso superficiale per giungere infine al ganglio otico.
Da questo ganglio originano fibre parasimpatiche postgangliari per la parotide e le ghiandole malari e si
ha anche in questo caso la produzione di saliva.

RIFLESSI DELLOCULOMOTORE:
1. RIFLESSO DI MIOSI
Il r iflesso di miosi (costr izione pupillar e) mediato dal par asimpatico.
Lo stimolo costituito dalla luce, che raggiunge i fotorecettori (coni e bastoncelli) e le cellule bipolari e
gangliari situate nella retina, da cui origina il nervo ottico (arco afferente). Linformazione viene
trasportata attraverso il tratto ottico accessorio, le cui fibre non si arrestano nel corpo genicolato ma
giungono ai nuclei pretettali mesencefalici. Da questi ultimi originano fibre per il nucleo di EdingerWestphal, da cui originano fibre parasimpatiche pregangliari che viaggiano con il nervo oculomotore e
arrivano al ganglio ciliare. Dal ganglio ciliare originano fibre parasimpatiche postgangliari dirette al
muscolo sfintere della pupilla tramite i nervi ciliari brevi.
Il riflesso di miosi un riflesso commessurale in quanto le fibre si incrociano a livello del chiasma
ottico.
Ci sono sostanze, come la muscarina, che determinano miosi per azione parasimpaticomimetica. Queste
sostanze sono dette parasimpaticomimetici poich mimano le funzioni del sistema parasimpatico.

2. RIFLESSO DI MIDRIASI
Il r iflesso di midr iasi (dilatazione pupillar e) mediato dal simpatico.
il riflesso dipende dalla scarsa illuminazione retinica: lo stimolo quindi costituito dalla luce, che
raggiunge i fotorecettori (coni e bastoncelli) e le cellule bipolari e gangliari situate nella retina, da cui
origina il nervo ottico. Linformazione viene trasportata attraverso il tratto ottico accessorio, le cui fibre
non si arrestano nel corpo genicolato ma giungono ai nuclei pretettali mesencefalici. Da questi ultimi

originano fibre per la formazione reticolare, da cui originano fibre reticolospinali che si mettono in
sinapsi con il centro cilio-spinale (gruppo intermedio laterale del midollo spinale da C8 a T1). Dal centro
cilio-spinale originano fibre simpatiche pregangliari dirette al ganglio cervicale superiore (C2-C3 tra
arteria carotide interna e vena giugulare),da cui originano fibre simpatiche postgangliari che attraverso il
plesso carotideo entrano a far parte del nervo oftalmico. Dal nervo oftalmico origina il nervo nasociliare,
da cui originano i nervi ciliari lunghi, a cui sono solitamente annesse le fibre simpatiche postgangliari
per il muscolo dilatatore della pupilla.
Alcune fibre simpatiche giungono anche al muscolo tarsale superiore,che coinvolto nella motilit della
palpebra mentre altre fibre giungono al muscolo elevatore della palpebra superiore: ci comporta che in
caso di midriasi si osserva un allargamento della rima palpebrale per far entrare pi luce.
Ci sono sostanze, come adrenalina e cocaina, che determinano la midriasi per azione simpaticomimetica:
sono sostanze capaci di imitare in tutto o in parte gli effetti della stimolazione del sistema nervoso
simpatico a livello dei vari tessuti ed organi.
Altre sostanze, come latropina, lomatropina e la scopalamina inducono midriasi per azione
parasimptico-litica: annullano lazione del parasimpatico bloccando la trasmissione a livello delle
giunzioni nervose parasimpatiche.

3. RIFLESSO DI ACCOMODAZIONE-CONVERGENZA
Il riflesso consiste in una regolazione oculare che si effettua nel momento in cui viene messo a fuoco un
oggetto vicino dopo un certo tempo in cui lo sguardo era rivolto ad un oggetto distante o al paesaggio.
Durante questa fase di messa a fuoco avvengono 3 importanti fenomeni di regolazione:

Gli occhi convergono di un certo numero di gradi (per la contrazione dei muscoli retti mediali);

Il cristallino aumenta il suo raggio di curvatura in seguito alla contrazione del muscolo ciliare. Il
muscolo ciliare quindi responsabile dellaccomodamento e la sua contrazione sposta il corpo ciliare
anteriormente verso la cornea (per contrazione delle fibre longitudinali) e medialmente verso lasse
dellocchio (per contrazione delle fibre circolari). Ne risulta un rilassamento delle fibre della zonula
ciliare di Zinn che, non tendendo pi il cristallino, ne aumenta il diametro sagittale, incrementando,
quindi, la curvatura della sua faccia anteriore. Se aumenta il raggio di curvatura del cristallino si ha
un aumento del potere refrattivo del cristallino, che determina la messa a fuoco di oggetti pi vicini
[nella visione da lontano il muscolo ciliare non contratto, le fibre della zonula ciliare di Zinn sono
tese e si ha un appiattimento del cristallino];

Si ha una costrizione pupillare bilaterale, che serve a ridurre la quantit di luce che entra negli occhi
e a fornire in tal modo immagini pi chiaramente definite.

Laccomodazione costituisce quindi un elemento di un complesso riflesso, di cui fanno parte la


convergenza e la miosi, fenomeni che avvengono bilateralmente e consensualmente.
I tr e movimenti sono tutti contr ollati da fibr e del ner vo oculomotor e.
I recettori sono rappresentati dai coni e dai bastoncelli, che trasmettono gli impulsi alle cellule bipolari e

gangliari situate nella retina, da cui origina il nervo ottico. Tramite il tratto ottico linformazione arriva al
corpo genicolato laterale, che proietta alla corteccia (area visiva primaria [area 17 di Brodmann]) tramite
le fibre della radiazione visiva.
Continuazione del riflesso secondo le assistenti:
Esistono connessioni intra-corticali tra area visiva primaria e aree visive secondarie (area 18 o para
striata e area 19 o peristriata) che sono responsabili della partecipazione di queste aree al riflesso di
accomodazione. [a questo livello termina il braccio afferente e origina il braccio efferente].
Dalle aree visive secondarie originano fibre che attraversano la capsula interna e si portano al
mesencefalo, attivando sia il nucleo delloculomotore sia il nucleo di Edinger-Westphal.
Grazie allattivazione del nucleo delloculomotore abbiamo la convergenza degli occhi per contrazione
dei muscoli retti mediali mentre grazie allattivazione del nucleo di Edinger-Westphal abbiamo la miosi
(per la contrazione del muscolo sfintere della pupilla) e la contrazione del muscolo ciliare per
laccomodazione.
Continuazione del riflesso secondo i libri:
Dallarea visiva primaria originano fibre dirette ai campi oculari frontali nel lobo frontale, da cui
originano fibre dirette ai nuclei pretettali. Da questi nuclei originano sia fibre dirette al nucleo motore
delloculomotore e al nucleo di Edinger-Westphal sia fibre dirette ai collicoli superiori, da cui originano
fibre tetto oculomotorie a loro volta dirette al nucleo motore delloculomotore e al nucleo di EdingerWestphal.
La pupilla di Ar gyll Rober tson car atter izzata dalla mancata costr izione pupillar e in r isposta alla
luce mentr e avviene una nor male costr izione in r appor to al r iflesso di accomodazione.
Pr obabilmente il nucleo di Edinger -Westphal costituito da neur oni associati alle due diver se
funzioni e una lesione a car ico di questi neur oni o delle fibr e ad essi affer enti pu por tar e a un
difetto di uno o dellaltr o r iflesso.

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