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Paradiso
Il canto di Giustiniano
Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua
Luogo: cielo II Mercurio
Pirro
Oltraggio a Lucrezia
Torquato
Pompeo
Scipione
L'età imperiale (vv. 55-96): parla di Cesare e delle sue imprese, del suo
successore Augusto, del terzo imperatore Tiberio, di Tito e infine di Carlo Magno
Augusto Tito
Condizione degli spiriti nel II Cielo (vv. 112-126): il Cielo di Mercurio ospita gli spiriti che
in vita hanno perseguito onore e fama, per cui quando i desideri sono rivolti alla gloria
terrena è inevitabile che si ricerchi in minor misura l'amor divino
Felicità eterna: Giustiniano spiega che lui e gli altri beati sono lieti della loro
condizione, in quanto i premi sono commisurati al loro merito e la giustizia divina è
tale che non possono nutrire alcun pensiero negativo
Romeo di Villanova (vv. 127-142): Giustiniano indica l'anima di
Romeo di Villanova, virtuoso cortigiano e ministro del signore di
Provenza che fu vittima delle calunnie e delle disconoscenze dei
Provenzali
Pensiero di Dante può essere riassunto nella formula la “teoria dei due soli” (Pu. XVI)
• Compito imperatore: garantire giustizia e pace
• Compito papa: condurre uomini alla felicità con la fede
Dichiara suo ideale politico nei canti VI delle tre cantiche → «trittico»
• Progressivo ampliarsi di orizzonti geo-politici da Comune (Firenze), a Nazione
(Italia) a Impero
• Crescendo morale
Radice della degradazione morale è la contesa fra papa e imperatore, fra guelfi e
ghibellini
«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!»
«Giusti son due, e non vi sono «Ahi serva Italia, di dolore «L'uno al pubblico segno i gigli
intesi; ostello, gialli
nave sanza nocchiere in gran oppone, e l'altro appropria
superbia, invidia e avarizia sono
tempesta, quello a parte,
le tre faville c’ hanno i cuori non donna di province, ma sì ch'è forte a veder chi più si
accesi» bordello!» falli»