Sei sulla pagina 1di 20

CANTO VI

Paradiso
Il canto di Giustiniano
Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua
Luogo: cielo II Mercurio

Caso unico in Commedia in cui canto occupato interamente da discorso


diretto
Chi è
Giustiniano?
Struttura del canto
Intero canto è un monologo
Quattro parti
1. Giustiniano narra la propria vita terrena
2. Racconto di storia provvidenziale di Roma
3. Invettiva contro guelfi e ghibellini
4. Presentazione anime di cielo Mercurio fra cui Romeo di Villanova
Chi sono le anime
del II cielo di Mercurio?
Spiriti operanti per gloria terrena: anime
beate che fecero del bene per ottenere
buona fama personale

PROVOCAZIONE: si possono definire


veramente beati costoro?
La vita di Giustiniano (vv. 1-27)

Introduzione: Giustiniano risponde a Dante, spiegando che dopo Costantino erano


passati più di 200 anni, durante i quali l’aquila romana era passata di mano in mano
giungendo infine nelle sue
Presentazione: Giustiniano si presenta come imperatore romano e dice il suo
nome, riferendo che è colui grazie allo Spirito Santo riformò la legislazione romana

vv. 9 "Cesare fui e son Iustiniano,


che, per voler del primo amor ch'i' sento,
d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano"
Conversione: narra come si è convertito all’ortodossia cristiana prima di
dedicarsi al compito assegnatogli da Dio
• Eresia monofisita: in Cristo solo natura divina
• Papa Agapito
L’alto lavoro: racconta come Dio gli ispirò l'alta opera legislativa e il modo in cui
si dedicò ad essa
vv. 23 “a Dio per grazia piacque di spirarmi
L’alto lavoro, e tutto ‘n lui mi diedi;”

Codex iuris civilis: sintesi dell’intero patrimonio giuridico di antichità


romana su cui si basa tutta la storia del diritto occidentale
La storia dell’aquila (vv. 28-96)
Il simbolo: l’aquila in periodo medievale era l’animale superiore, simbolo di potere e
giustizia imperiale
Ragioni della digressione sull'Impero (vv. 28-36): poeta deve capire quanto sbagliano
coloro che si oppongono al simbolo sacro dell'aquila (i Guelfi) e coloro che se ne
appropriano per i loro fini (i Ghibellini)
Dai re alla Repubblica (vv. 37-54): racconta la storia dell’Impero partendo da Alba
Longa fino al momento in cui Orazi e Curiazi si batterono fra loro
Galli di Brenno

Pirro

Ratto delle Sabine

Oltraggio a Lucrezia

Torquato

Pompeo

Scipione
L'età imperiale (vv. 55-96): parla di Cesare e delle sue imprese, del suo
successore Augusto, del terzo imperatore Tiberio, di Tito e infine di Carlo Magno

Augusto Tito

Cesare Tiberio Carlo Magno


Tiberio: sotto il suo
potere avvenne il
momento centrale della
storia dell’umanità e
della sua risurrezione, la
morte di Cristo
Invettiva contro Guelfi e Ghibellini (vv. 97-111)
Giustiniano pronuncia un’invettiva politica e morale contro ghibellini e guelfi
L’operato di Guelfi e Ghibellini è causa dei mali del mondo
vv. 100 "L'uno al pubblico segno i gigli gialli
oppone, e l'altro appropria quello a parte,
sì ch'è forte a veder chi più si falli"

I guelfi si oppongono al simbolo I ghibellini si appropriano del potere


imperiale dell'aquila appoggiandosi imperiale per i loro fini politici
ai gigli d'oro della casa di Francia
Le anime del II Cielo (vv. 112-126)

Condizione degli spiriti nel II Cielo (vv. 112-126): il Cielo di Mercurio ospita gli spiriti che
in vita hanno perseguito onore e fama, per cui quando i desideri sono rivolti alla gloria
terrena è inevitabile che si ricerchi in minor misura l'amor divino

Felicità eterna: Giustiniano spiega che lui e gli altri beati sono lieti della loro
condizione, in quanto i premi sono commisurati al loro merito e la giustizia divina è
tale che non possono nutrire alcun pensiero negativo
Romeo di Villanova (vv. 127-142): Giustiniano indica l'anima di
Romeo di Villanova, virtuoso cortigiano e ministro del signore di
Provenza che fu vittima delle calunnie e delle disconoscenze dei
Provenzali

vv. 127 "E dentro la presente margarita


luce la luce di Romeo, di cui
fu l'ovra grande e bella mal gradita"

Simbolo del servo fedele vittima dall’invidia altrui

Riferimento autobiografico e autocelebrativo di Dante: anche lui si era


dedicato con amore a vita politica, poi calunniato e condannato a esilio
Perché Giustiniano?
È restauratore di unità imperiale, secondo Dante ha un ruolo di
eccezionale rilievo
• Giuridica: Corpus iuris civilis
• Religiosa: ripudio eresia monofisista che separava cristianità
d’Oriente con quella d’Occidente
• Territoriale: ricongiungimento di Italia e Africa settentrionale
a Impero
I tre canti politici
Tema politico è motivo centrale di Commedia

Nel De Monarchia Dante spiega le sue idee politiche


• Analizza rapporto potere temporale e spirituale

Pensiero di Dante può essere riassunto nella formula la “teoria dei due soli” (Pu. XVI)
• Compito imperatore: garantire giustizia e pace
• Compito papa: condurre uomini alla felicità con la fede
Dichiara suo ideale politico nei canti VI delle tre cantiche → «trittico»
• Progressivo ampliarsi di orizzonti geo-politici da Comune (Firenze), a Nazione
(Italia) a Impero
• Crescendo morale

Radice della degradazione morale è la contesa fra papa e imperatore, fra guelfi e
ghibellini
«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!»

«L'uno al pubblico segno i gigli gialli


oppone, e l'altro appropria quello a parte,
sì ch'è forte a veder chi più si falli»

«Giusti son due, e non vi sono intesi;


superbia, invidia e avarizia sono
le tre faville c’ hanno i cuori accesi»
Inferno VI, 58-90 Purgatorio VI, 76-151 Paradiso VI, 97 – 111

«Giusti son due, e non vi sono «Ahi serva Italia, di dolore «L'uno al pubblico segno i gigli
intesi; ostello, gialli
nave sanza nocchiere in gran oppone, e l'altro appropria
superbia, invidia e avarizia sono
tempesta, quello a parte,
le tre faville c’ hanno i cuori non donna di province, ma sì ch'è forte a veder chi più si
accesi» bordello!» falli»

Dante, prendendo spunto da


Ciacco denuncia la corruzione e la Imperatore Giustiniano
incontro con il poeta Sordello
rovina di Firenze provocata dall’ condanna la faziosità dei
da Goito denuncia il degrado
ostilità tra Bianchi e Neri e dal partiti dei guelfi e dei
morale dell’Italia che è dilaniata
dilagare dei vizi (avarizia, superbia, ghibellini
da lotte interne e abbandonata
invidia)
nel vizio dal Papato corrotto
dall’Impero
Soluzione a questi mali è
secondo Dante l'Impero
universale
• Un'autorità che imponga il
rispetto delle leggi e
assicuri a tutti la giustizia,
ponendo fine alla
situazione di anarchia e
instabilità

Potrebbero piacerti anche