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A RT E D E L L A PA ROL A

E PA RO L E D E L L A SCI E N Z A
Tecnic h e del la co municaz i on e letterar ia
nel mo ndo ant i co
a c ura d i
R a f fa e le G r i soli a e G iuse ppina Mat ino

M. DAURIA EDITORE

Volume pubblicato con i fondi per la ricerca


del Dipartimento di Studi Umanistici
dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II

ISBN 978-88-7092-360-5

2014 M. DAURIA EDITORE


Calata Trinit Maggiore 52-53
80134 Napoli
tel 081.5518963 fax 081.19577695
www.dauria.it
info@dauria.it

Ferruccio Conti Bizzarro


Un cattivo sovrano in Polluce

(Theod. II Ducas Lascaris,
Oratio funebris in Fredericum II
Germanorum imperatorem 52 Tartaglia)

Dopo aver elencato le espressioni di lode per un buon sovrano (I 40 s.)1,


Polluce nellOnomasticon passa a quelle di biasimo (I 42)2: se ne ricava il ritratto realistico di un a tinte fosche: tirannico e crudele, violento e
avido di ricchezze, superbo ed inaccessibile, collerico e capriccioso, schiavo
dei piaceri e intemperante, ingiusto e sacrilego, dissoluto, bellicoso3.
Riportiamo il brano di Polluce, oggetto del nostro studio:
, , , , ,
,
, , , ,
, , , , , , , , , ,
, , , , , ,
Cfr. F. Conti Bizzarro, Nellofficina di Polluce, in Lultima parola. Lanalisi dei
testi: teorie e pratiche nellantichit greca e latina, a cura di G. Abbamonte, F. C. B., L. Spina,
Napoli 2004, pp. 75-83, ora F. Conti Bizzarro, Ricerche di lessicografia greca e bizantina
(Hellenica. Testi e strumenti di letteratura greca antica, medievale e umanistica, 46),
Alessandria 2013, pp. 1-8.
2
L. Pernot, La rhtorique de lloge dans le monde grco-romain, I, Histoire et technique, Paris 1993, p. 77; Id., La rhtorique dans lantiquit, Paris 2000, pp. 237 s.; Id., Elogio retorico e potere politico allepoca della Seconda sofistica, in Dicere laudes. Elogio,
comunicazione, creazione del consenso (Atti del convegno internazionale, Cividale del
Friuli, 23-25 settembre 2010. Fondazione Niccol Canussio), a cura di G. Urso, Pisa 2011,
pp. 281-298.
3
Nella trattatistica retorica il biasimo simmetrico con lelogio, pur non avendo lo
stesso ruolo. NellImpero romano ovviamente non era possibile in discorsi ufficiali biasimare il sovrano. Citiamo a titolo di esempio Hermog., prog. 7 = 15, 8 s. Rabe
, ; Theon, prog. 8 = II 109, 19 Spengel
; Aphth., prog. 9 = X 27, 13 Rabe
.
1

Ferruccio Conti Bizzarro

46

, , , , ,
, , , , ,
, , , .

Partiamo da alcuni epiteti propri del capo avido di beni:


4,
(Hom., Il. I 231 ). Bethe annotava5: in
philosophi libris non legitur, ergo aut comici est aut interciderunt et Platonis
glossa et auctor huius verbi, fortasse Xenophon, cuius in Memorab. I 2, 5
invenitur. Quindi rimanda a I 64 ubi Plato pro Xenophonte, : un
caso in cui fatta confusione tra i due autori, in realt si tratta di Xen., oec. IV
2. I pi recenti editori, R. Kassel e C. Austin, PCG VII, p. 546, fr. 299, dubitano che si tratti del comico e pongono il frammento fra i Dubia, citano la
nota di Bethe ed allegano Hesych. 5631 6. Se
vero che il termine non nelle opere di Platone filosofo a noi giunte, tuttavia non privo di significato che in Xen., mem. I 2, 5 sia ricordato che Socrate non rendeva quelli che lo frequentavano7. Il luogo pi aderente al nostro caso tuttavia posteriore a Polluce: in Synes., or. 1, 25, 28A,
un sovrano, che torchia i sudditi con eccessive imposte e non rinuncia alle
spese inutili del fasto, dipinto come
, peggio di un mercante! Un ulteriore riferimento ad un sovrano
rapinatore si trova negli autori tardi: e.g. Zonar. XII 16, delinea il carattere
di Massimino, che era crudele non solo con i Cristiani, ma con tutti i sudditi,
Philostr., VS I 29, descrive le buone qualit del retore Quirino di Nicomedia, che
rivelandosi pi versato nelle accuse, fu nominato avvocato del fisco. Egli non si mostr n
molesto n millantatore, ma mite e coerente con s stesso, e neppure , ma
orgoglioso della sua povert! Philostr., VA I 35, assegna lattributo a Speusippo.
5
E. Bethe, Pollucis Onomasticon, I, Lipsiae 1900, rist. Stutgardiae 1967 (Lexicographi Graeci, 9), p. 13.
6
Loratore Temistio, or. 23, 289c, rifacendosi allo specimen platonico, osserva che
chi attira gli allievi con i regali un mercenario della cultura: Stendere la mano, senza
essere bisognosi, per le orazioni giuridiche di Demostene, per le commedie di Aristofane
o per qualunque altra specie di componimenti letterari non davvero segno di virt, ma
piuttosto di animo ignobile e avido ( ), veramente
sofistico e mercenario, ed mestiere peggiore di quello degli esattori delle tasse. R. Maisano, Discorsi di Temistio, Torino 1995, pp. 792 s.
7
Philostr., VA I 35, assegnava lattributo al filosofo Speusippo, fr. 8 Isnardi Parente
= test. 38 Tarn. Non mancano occorrenze negli autori cristiani: e.g. Ioann. Chrys., fr. in
Job I 1 = PG LXIV 512D; Cyrill., de ador. XVI 573 = PG LXVIII 1036A.
4

Un cattivo sovrano in Polluce

47

violento ed attaccato al denaro, ingiusto, assassino e tiranno: ...


... 8. Tzetz., chil.
I 2, 118, applica il termine al mitico re Mida, ma in realt per limperatore
Vespasiano ( , , ). Analogo giudizio ricorre in Suet. VIII 16, 1 Sola est, in qua merito culpetur, pecuniae cupiditas.
Nella serie di Polluce viene di seguito un esplicito riferimento ad Omero, , tratto da Il. I 2319: Achille attacca
Agamennone, gli d dellubriacone, vigliacco, predatore di doni. Egli pu
rubare al popolo, perch comanda su gente da nulla ( ,
). Lasciamo da parte i commentatori del testo
epico, per sottolineare che lepiteto affibbiato allimperatore Caligola in
Filone, leg. ad Gaium 108 , , ,
: i suoi maneggi erano rivolti contro i personaggi ricchi e di alto rango.
Un analogo ritratto viene fuori in Dio Cass. LIX 2-4, dove si narra degli
sperperi del sovrano per gli attori, per i cavalli, per i gladiatori e dei suoi meschini maneggi per riscuotere denaro. Nella gestione del potere si manifest
presto un carattere dispotico ( ). Pur mostrandosi
irreprensibile verso la madre e le sorelle, alle quali rese ogni onore, tuttavia
si rivel come luomo pi empio in assoluto proprio nei loro confronti
( ): indusse la nonna al suicidio e violent le sorelle.
Di carattere mutevole e contraddittorio, Caligola super Tiberio in dissolutezza ed efferatezza10.
Tornando a ... in Polluce, queste qualit ben convengono al Cleone aristofaneo: in Ar., Vesp. 137 il demagogo definito ,
, , non solo furfante, ma dalla voce sgradevole come un torrente. Uno scoliasta (schol. Ar. Eq. 137e) cita il luogo
omerico in questione e lega ad come in Polluce:
,
... 11. Una probabile testimonianza su Cratino comico (Test. 44 K. Cfr. Hist. Aug. Maxim. 13, 5, i Romani non tollerarono a lungo la crudelt di Massimino Trace, tra delatori, accusatori, uccisioni di innocenti, razzie ai danni di personaggi
ricchi ridotti in miseria, eliminazione violenta di consoli e capi militari.
9
Cfr. H. Ebeling, Lexicon Homericum, I, Lipsiae 1885, p. 295.
10
Tac., Ann. V 20 immanem animum subdola modestia tegens, non damnatione matris,
non exitio fratrum rupta voce.
11
Il luogo segnalato in Homeri Ilias, rec. M. L. West, I, Stutgardiae et Lipsiae 1998
(Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana), p. 18.
8

Ferruccio Conti Bizzarro

48

A.) in una statua dello Zeuxippo, descritta da Cristodoro di Copto (AP II


357-360): il saggio poeta affilava i suoi giambi contro i signori della Ionia,
divoratori dei beni del popolo ( )12 . I poeti
comici sono accomunati da un identico risentimento per i demagoghi da
loro dipinti come politici corrotti e predatori di beni.
Al sovrano superbo e inaccessibile legata una serie di attributi: I 42
, , , 13, 14,
. Vi una coincidenza di termini con Dio Cass. II 6, riferiti al
re Tarquinio il superbo ,

(Zonar. VII 10, 4
... ). Una delle occorrenze pi significative ed antiche di
15 in una famosa rhesis euripidea, Eur., IA 334 ss.16, che potremmo definire la patologia del potere. Menelao si rivolge ad Agamennone e gli fa notare quanto sia cambiato da quando ha assunto il comando della spedizione. Non pi amico degli amici di un tempo, ma difficile da avvicinare e di rado in casa ( ). Un uomo
onesto non deve cambiare atteggiamento, quando assume il potere, ma proprio allora deve restare danimo costante con i vecchi amici, quando grazie
alla buona fortuna pu soprattutto rendersi utile. Il termine frequente negli autori bizantini: e.g. Them., or. 15, 192a (orazione sulla pi regale delle
virt) ; Nicet. Chon., or.
5, 38 van Dieten . ra gli
epiteti dellinaccessibile proprio di un uomo repellente nei
Caratteri di Teofrasto, 19, 3 ; in Polyb. V
34, 4, Tolemeo Filopatore, disattento e sgradevole con i cortigiani e con
coloro che amministravano lEgitto; in Plut., Nic. 5, 2, riferito a Nicia, che,
timoroso dei sicofanti, non amava la compagnia dei concittadini e, se non
era impegnato nelle faccende di Stato, era inaccessibile e non lo si poteva
Cfr. R. Kassel C. Austin, Poetae Comici Graeci, IV, Berolini et Novi Eboraci
1983, p. 120.
13
Inaccessibile Pausania in Thuc. I 130, 2.
14
In Poll. III 66, quale contrario di vengono elencati ...
... , . Vd. Poll. VIII 75, IX 147.
15
Lepiteto riferito a un e a un in Poll. I 170 s.; in Poll. IX 20 s. a una
.
16
W. Stockert, Euripides, Iphigenie in Aulis, II, Wien 1992 (Wiener Studien. Beiheft,
16/2), pp. 295 s.
12

Un cattivo sovrano in Polluce

49

incontrare, ben chiuso in casa: ,


17.
Al pari di un dio (I 39 ) il sovrano I 42 , (iracundus). Lo stesso Polluce si serve
dellaggettivo altre quattro volte, V 80 , VI 29 , 125
in una serie di caratteri dedicati all, VIII 12 al : interessante osservare che in Ps.-Arist., Physiogn. 811a31 sia applicato al cane, in
812a26 a coloro che hanno la pelle color rosso nella regione del petto ed infine in 812a29 a coloro che hanno le vene tese nelle zone della gola e delle
tempie. Ma anche questo termine viene ben adattato allimperatore Caligola, un pessimo sovrano, in Ios. Fl., AJ XVIII 226: ...
soprattutto con i nobili signori in ogni circostanza18. Non meno rilevante la
coincidenza che in Philo, De sacr. Abel. 32, occorra in un lungo elenco di
epiteti per un uomo, schiavo del piacere, .
Alla patologia del potere, n solo quello politico, appartiene anche la
incostanza e la capricciosit, vicina alla pazzia19: il sovrano e
. Partiamo da valutazioni generali nei testi tragici: Soph., Aj.
1358, una realistica riflessione sulluomo: a tal punto sono incostanti
() gli uomini tra i mortali dice Agamennone, prendendo atto che
Odisseo con gesto generoso vuol cedere il cadavere di Aiace a Teucro.
Odisse gli risponde ammettendo: Certo, molti sono ora amici e poi nemici spietati. Restando in ambito tragico, Eur., Tr. 1205, Ecuba osserva che
stolto luomo, che si illuda di passarsela sempre bene, perch le fortune umane sono simili ad un uomo , saltano ora qua e ora l: nessuno
mai felice!
Tornando al , osserviamo che la mutevolezza del carattere
propria di alcuni sovrani nelle pagine degli storici: tale Tiberio agli occhi
dei senatori in Dio Cass. LVIII 7, 3, e Caligola in Dio Cass. LIX 23, 4. Pi in
Const. VII Porph., ep. ad Theod. Cyz. 32, 23 Darrouzs
; Thom. Mag. 98, 3-5 Ritschl
.
18
Suet. IV 11, 1 Naturam tamen saeuam atque probosam ne tunc quidem inhibere poterat, [...] , 26, 4 Simili superbia uiolentiaque ceteros tractauit ordines, 27, 1 Saeuitiam ingenii
per haec maxime ostendit [...], 34 Nec minore liuore ac malignitate quam superbia saeuitiaque
paene aduersus omnis aeui hominum genus grassatus est, 40 Vectigalia noua atque inaudita
[...] exercuit.
19
Poll. V 120 segnala a proposito di termini che inclinano
verso la follia , , . Si veda tra laltro Hesych. 2470 ,
, .
17

Ferruccio Conti Bizzarro

50

generale non sfuggono a questa virt gli uomini di potere: in Plut., Timol.
3, 6, Timoleonte era amante della patria, mite, avverso alla tirannide e moderato, ma aveva un fratello pi anziano, non simile a lui, ma e
corrotto dallamore del comando insinuatogli da amici falsi e da mercenari
che gli stavano sempre attorno. Ma soprattutto il tiranno capriccioso, come
Dionisio di Siracusa, nei confronti di Platone (Plut., Dion 18, 5).
Anche qualit di un dio e di un sovrano: in Hdt. I 32, 1 (il
famoso episodio di Solone e Creso) il saggio fa osservare al re che la divinit
invidiosa delle umane fortune e agitatrice ( ). In
altri luoghi dellOnomasticon attributo del mare (I 109), dellocchio (II 62),
della paura (V 124), della polis (IX 23). In Hesych. 800 s.v. sono
elencati alcuni epiteti, che potrebbero adattarsi anche a un cattivo sovrano:
, , , , , , , ,
, , , , . Ci limitiamo a pochi
esempi in Cassio Dione, in cui si tratta di personaggi pubblici: XXV 85, 1, C.
Sempronio Gracco, pur avendo principi uguali al fratello, tuttavia era per
natura e di proposito si comportava come un furfante; XXVI 89,
2, era Mario; XLVI 3, 4, infido e Cicerone nel discorso di Fufio Caleno.
Tra i vizi di un uomo potente lintemperanza ( , ,
20) lo distingue dal filosofo saggio (e.g. Plat., Phaed. 69a): tra questi
attributi di uso meno comune rispetto ad . Platone, r. IX
579c, delinea il ritratto delluomo tirannico, non padrone di s stesso (
), che si accinge a comandare sugli altri. Di un sovrano siffatto
gli amici diffidano: lo dice Cesare davanti al Senato in Dio Cass. XLIII 16, 4,
luomo , che fa uso del potere senza freno, non trova benevolenza
autentica n sicurezza perfetta, perch anche tutti gli altri e soprattutto gli
amici pi intimi hanno in sospetto e temono colui che non sa dominarsi
nelluso del potere. Giuliano, or. 3, 27 ( ) osserva che molti Greci e barbari, vincitori in molte guerre feroci, sottomisero
popoli ed imposero loro tributi, ma si rivelarono pi dei sudditi servi del
piacere, della dissolutezza, della tracotanza e dellingiustizia. Una persona
sensata non li definirebbe potenti, seppure dovesse brillare una grandezza
nelle loro imprese, perch si virtuosi se si dominano i piaceri e lira (
, ).
Proprio ricorre con frequenza in Filone Alessandrino, e.g. de vit. Mos. I
161, de virt. 163. Suda 968 s.v. cita Iamb., Bab. fr. 63 Habrich.
20

Un cattivo sovrano in Polluce

51

Un uomo potente pu essere (Hes., op. 260), (Agamennone, uccisore di Ifigenia nelle parole di Clitennestra: Soph., El. 546),
(Dio Chrys., or. 62, 7): gli esempi sono numerosi nellantichit ed oggi non
meno! Eppure tra gli epiteti di un cattivo sovrano colpisce , probabile citazione di Soph., OC 930s. : Teseo rimprovera Creonte, che ha rapito le
figlie di Edipo, e gli fa notare che let anziana lo ha reso vecchio e stupido

21.

Quindi se lespressione riferita ad una circostanza ed a Creonte, nondimeno pu essere assunta come simbolo di un sovrano insensato, sciocco22.
Due volte lepiteto occorre anche nella tarda grecit: Plut., de lib. ed. 4f
, e Philo, de fug. 45
23.
In un famoso verso delle Rane Aristofane fa dire a Dioniso, che Sofocle
era da vivo e cos da morto (Ar., Ran. 82): una valutazione caratteriale, che ha un valore anche politico, di un uomo legato alla comunit cittadina e poco incline alla faziosit24. Luso in malam partem di (LSJ,
718, s.v. I 4, rarely in bad sense, easily led, prone), come nellOnomasticon,
raro. Il codice M (Ambr. D 34 sup.) reca 25, forse lectio facilior. Ma
lo stesso Poll. VI 142 applica l ad un oratore che parla .
Va anche sottolineato che in tutte le occorrenze del termine la integrazione
a volgerlo in malam partem, e.g. Lucian., merc. cond. 40
; Plut., de cohib. ira 463d ... 26. Il lessicogra Cfr. Fr. Ellendt, Lexicon Sophocleum, editio altera ... H. Genthe, Berlin 1872
(rist. Hildesheim Zrich New York 1986), p. 380: Soph., Ant. 754 ... . H.
Lloyd-Jones N. G. Wilson, Sophoclis Fabulae, Oxonii 1990, p. 396, annotano ] an
?.
22
Lespressione ritorna in Soph., fr. 929 (incertae fabulae) Radt ;
/ , /
/ .
23
Lamico e collega Eliodoro Savino, che qui ringrazio, mi segnala il caso di Claudio, giudicato da Tiberio (Tac., Ann. VI 46), etiam de Claudio agitanti, quod is composita
aetate, bonarum artium cupiens erat, imminuta mens eius obstitit.
24
Cfr. F. Conti Bizzarro, Comici entomologi, (Hellenica, 30), Alessandria 2009,
p. 202.
25
Ad un vecchietto bilioso, Demo, riservato ... in
Ar., Eq. 40 s.: lo scoliaste chiosa con .
26
Riferito e contiguo ad in Philostr., VA III 28.
21

Ferruccio Conti Bizzarro

52

fo Arpocrazione attribuiva l ai miseri saltimbanchi, 76, 16 Dindorf


s.v. , . Riferibile ad un sovrano, andr ricordato Tito in Dio Cass., exc. Plan. 2 (III 749
Boissevain), il quale era cos generoso da essere accusato di superficialit
().
Un sovrano, fornito degli attributi fin qui illustrati, pur soggetto
allinganno e ad essere fuorviato, Polluce ne fornisce unadeguata serie di
qualit: , . In Plat., r. III 409ab, i buoni da
giovani sembrano sempliciotti e facilmente ingannabili dagli ingiusti; a sua
volta Arist., rhet. II 1389a24, parla di giovani ... ...
... ... ed 27. Sicch sembrerebbe virt di un giovane sovrano, ma in realt non sempre cos. Lepiteto
viene elencato da Polluce per un altro tipico detentore di potere, il giudice,
in VIII 12: , , ... , ...
, ... , ... . Tra gli autori successivi a Polluce si segnala in Them., or. 11, 148c, una distinzione tra ed , della
prima si odia laspetto proditorio, dellaltra si prova commozione al cospetto
di chi facilmente ingannato.
La serie di vitia principis nel testo di Polluce si apre e quasi si chiude con
due termini ... , che si trovano non a caso contigui in
un testo significativo, Arist., pol. V 1313b28, dove si afferma che il tiranno
un guerrafondaio, perch i cittadini in tal modo abbiano unoccupazione e si
trovino nella necessit di avere un capo.
In questo contributo abbiamo esaminato solo alcuni degli epiteti dellOnomasticon per biasimare un cattivo sovrano ed abbiamo segnalato la
corrispondenza con i ritratti dei re e degli imperatori, che si ricavano dalle
pagine degli storici, in particolare Cassio Dione, contemporaneo di Polluce.
Valga qui il ritratto di Caligola nello storico, LIX 1 ss.: limperatore uccise
lerede legittimo al trono di Tiberio e ne dissip il lascito, distribuendo denaro ai pretoriani ed al popolo. Sperper il bene pubblico per gli attori, le
gare dei cavalli ed i gladiatori, sicch in breve tempo esaur i fondi del tesoro.
Si rivel presto anche dispotico, assetato di onori, grande seduttore di donne. Presto si comport in modo cos empio, da non risparmiare la nonna e le
sorelle: la prima fu da lui costretta al suicidio e le sorelle furono da lui oltraggiate. Non solo manifest unindole contraddittoria, ma super Tiberio in
Per Arist., EE 1237b29, i buoni sono facilmente ingannabili. In Lucian., Icar. 30,
si tratta di .
27

Un cattivo sovrano in Polluce

53

dissolutezza ed efferatezza, alternando benevolenza e ferocia. Ma non meno


aderente al ritratto del cattivo sovrano in Polluce naturalmente Nerone,
anche nella descrizione di Cassio Dione, LXI 4 ss.: in particolare lo storico
osserva, LXI 5, 1, che egli perse ogni ritegno e cominci a seguire le orme di
Caligola, superandolo nella dissolutezza. Innumerevoli furono le violenze,
gli abusi, le spoliazioni, gli assassinii. Sperper grandi somme di denaro, racimolandole ingiustamente e arraffandole con violenza. Non era peraltro
gretto (), ma faceva elargizioni fin troppo generose: ordin di
dare a Doriforo, ministro a libellis dellImpero, dieci milioni di sesterzi. Con
tale sperpero di ricchezze presto esaur i fondi delle casse imperiali e vi fu
bisogno di nuove entrate, che si procur con nuove imposte. Ne fecero le
spese i possidenti, dei quali alcuni perdevano le proprie sostanze con maltrattamenti ed altri ci rimettevano la vita. Altri personaggi, non particolarmente ricchi ma distinti per qualche virt o per nobilt familiare, vennero
da lui detestati ed uccisi, sospettando che lo odiassero. Questo per sommi
capi ( ) il ritratto di Nerone in Cassio Dione, cui tien dietro la narrazione dettagliata di tutte le sue imprese. Nessuno degli epiteti messi in
fila da Polluce estraneo a questo sovrano sanguinario e depravato.
Torniamo a Polluce, la sua rassegna sul cattivo sovrano prende le mosse
da Omero, dove il re per eccellenza, Agamennone, apostrofato come
nelle parole risentite di Achille, e potremmo aggiungervi i re,
giudici, divoratori di doni in Hes., op. 38 s. Nella tragedia ancora Agamennone ad essere accusato questa volta dal fratello Menelao (IA 334 ss.) di essere divenuto inaccessibile una volta assunto il potere. Nel teatro aristofaneo
il solito Cleone a saccheggiare il pubblico denaro ed a mettere la polis a
soqquadro.
Giulio Polluce visse sotto limperatore Commodo, che lo chiam ad
insegnare retorica ad Atene, procurandogli non poche invidie accademiche. Filostrato, VS II 12, in un breve capitolo dedicato al lessicografo, lascia
intuire che riusc a conquistarsi la benevolenza del sovrano, circuendolo
grazie alla dolcezza con cui pronunciava i suoi discorsi 28. Allimperatore si
rivolge Polluce allinizio dellOnomasticon in tono di alto elogio:
. Tuttavia gli storici antichi
segnalano questo sovrano pi per i vizi e le stravaganze, che per le virt.

A Polluce fa con ogni probabilit maligna allusione Luciano nel Rhetorum praeceptor 24. Cfr. Conti Bizzarro, Ricerche di lessicografia greca e bizantina cit., p. 9.
28

Ferruccio Conti Bizzarro

54

Erodiano, I 6, 129, ricorda come Commodo fosse indotto da alcuni giovani


a lasciare i disagi della zona del Danubio per tornare a Roma: Ma
certi servi della corte imperiale tentarono di insinuarsi nellanimo del principe e di corromperlo; e i parassiti, la cui felicit consiste nel cibo e nei vizi,
gli ricordavano le mollezze di Roma, citando tutte le cose piacevoli che l si
potevano vedere ed udire, e descrivendone minutamente le abbondanti comodit. Lo storico narra anche della nomina di Tigidio Perenne a prefetto
del pretorio, un uomo che rivel insaziabile brama di ricchezze (I 8), della
diffidenza del sovrano sempre preoccupato di sommosse, delle innumerevoli condanne a morte, della lussuria sfrenata cui si abbandonava giorno e notte, della compagnia di mimi e buffoni che lo soggiogavano (I 13, 7). Ed infine tra le tante stravaganze30, limperatore si mostrava in pubblico con una
pelle di leone ed una clava e si faceva chiamare Ercole, figlio di Giove31.
Lidentikit del cattivo sovrano delineato in questa serie di epiteti nellOnomasticon potrebbe corrispondere a Commodo, un secondo Nerone e Domiziano, ma dovremmo escluderlo in linea di principio. Poteva Polluce alludere con questa serie di epiteti infamanti ad un imperatore, che tanto lo aveva
favorito?
Potremmo continuare questa rassegna ed esempi tra gli uomini di potere nellet dellImpero non difettano. Ci colpisce che in una pagina famosa
del Frstenspiegel pi famoso dellet moderna, il Principe di Niccol Machiavelli, XV 2 ss., gi dal titolo vi sia un approccio, oseremmo dire lessicografico, non dissimile da quello di Polluce: Di quelle cose per le quali li
uomini, e specialmente i principi, sono laudati o vituperati. Nel corso del
F. Cassola, Erodiano, Storia dellimpero romano dopo Marco Aurelio, Firenze 1967,
pp. 16 s.
30
Per le stravaganze sessuali di Commodo si veda il contributo di N. Baglivi, Interventi sullHistoria Augusta, Caserta 2006, pp. 113, 128. Cfr. anche A. Scheithauer,
Kaiserbild und literarisches Programm. Untersuchungen zur Tendenz der Historia Augusta,
Frankfurt 1987 (Studien zur klassischen Philologie, 32). D.W.P. Burgersdijk, Style and
Structure of the Historia Augusta, Amsterdam 2010. Su Commodo si veda O. Hekster,
Commodus an Emperor at the Crossroads, Amsterdam 2002.
31
Un analogo ritratto viene fuori negli Scriptores historiae Augustae I 7 Nam a prima
statim pueritia turpis, improbus, crudelis, libidinosus, ore quoque pollutus et constupratus fuit,
[...] VIII 1-5 cum occidisset Perennem, appellatus est Felix, inter plurimas caedes multorum
civium quasi quidam novus Sylla. Idem Commodus, ille Pius, ille Felix, finxisse etiam quandam contra se coniurationem dicitur, ut multos occideret. [...] Appellatus est etiam Romanus
Hercules, quod feras Lanuvium in amphitheatro occidisset; erat enim haec illi consuetudo, ut
domi bestias interficeret.
29

Un cattivo sovrano in Polluce

55

capitolo leggiamo: dico che tutti li uomini, [...] e massime i principi, per
essere posti pi alti, sono notati di alcune di queste qualit, che arrecano
loro o biasimi o laude. E questo che alcuno tenuto liberale, alcuno misero
[...]; alcuno tenuto donatore, alcuno rapace; alcuno crudele, alcuno pietoso; luno fedifrago, laltro fedele; luno effeminato e pusillanime, laltro feroce e animoso; luno umano, laltro superbo; luno lascivo, laltro casto; luno
intero, laltro astuto; luno duro, laltro facile; ... . Dove si vede che con
esemplare realismo Machiavelli conclude, osservando che al principe, ove
mai avesse tutte le buone qualit, non gli converrebbe usarle sempre!

Abstracts

Abstracts

257

Antonella Borgo
Tra storia e retorica: il contrasto Cicerone-Antonio nella settima suasoria di Seneca il Vecchio.
On the theme of the seventh suasoria by Seneca. The strange and unlikely request addressed to Cicero by Anthony to burn his own works in exchange for his life reveals how
deeply the consul feared the orators ingenium. It also shows that the contrast between the
two parties was not merely of political but also of cultural and intellectual nature. That
such was the case is implied already in the second Philippic, which serves as a hypotext for
Senecas suasoria, but the fact is even more easily understandable for the declaimers if they
simply take into consideration some incidents of book burning that occurred during the
times of Augustus and Tiberius.
Concetta Carotenuto
Prassiretorico-linguistica del Liber Abaci di Leonardo il Pisano.
The paper presents some preliminary significant results of a research dealing with Fibonaccis language aiming at the publication of the first critical edition of the Liber Abaci by
Leonardo Pisano, i.e. real name of Fibonacci. The main features of the languages technical
register used by Fibonacci are the followings: the iussivo-prescriptive subjunctive; the
frequency of anacolutha, the peculiarity of the calculations syntactic structure, which
includes the imperative of the operation and future of the result; the variety in construction
of the multiplications verbs; the use of preverbi and the ambiguity of the technical vocabulary. The analysis of these linguistic phenomena is complemented by relevant textual
references.
Ferruccio Conti Bizzarro
Un cattivo sovrano in Polluce.
Julius Pollux, a lexicographer in Athens under the emperor Commodus, devotes a chapter
of the Onomasticon to a bad emperor. Many references are in the works of greek historians,
especially of Cassius Dio, contemporary of Julius Pollux.
Flaviana Ficca
Un esempio di comunicazione mancata: il discorso di Druso nel finale della Consolatio ad
Liviam.
This paper analyzes the last section of the Consolatio ad Liviam (ll. 445-474), where dead
Drusus speaks with his mother to comfort her. He gives no answers to the desperate
questions of his mother (ll. 121-164), but he remembers his honours and glory of his
earthly life. His speech can be compared to the final chapter of Consolatio ad Marciam,
where Marcias father, Cremutius, speaks from the afterlife to console his daughter grieving for the death of her son, Metilius.
Giuseppe Germano
Nuove funzione dellerudizione classica e comunicazione letteraria nel mondo poetico di Giovanni Pontano: gli esempi di Hendec. II 24 e Urania I 970-1023.

258

Abstracts

The author analyzes an epigram of I. I. Pontanus Hendecasyllaborum libri (II 24) and a
piece of his astrological poem Urania (I 970-1023) to clarify how much originality,
freshness and inspiration can be hidden behind the cult of the ancient scholarship and
classical mythology in the humanistic poems, in spite of those who saw emotional coldness and lack of originality in the humanistic poetry. In the first case, in light of the reuse
and renovation of the classical erudition and mythology, the author reconstructs a refined
and unitary communication game between men of letters, in which Pontanus poem seems
to be the equivalent in verse of a prose epistle between friends. In the second case he shows
that the humanist through a kind of reutilization of the classical-erudite memory has
accomplished one of his programmatic commitments: that is, a process of literary
transfiguration and ennoblement of all those places that had represented the scenario of
his practical life and his emotional and imaginary world. These two interpretation
exercises aim to clarify what should be our critical attitude towards a large part of the
humanistic literature, because it does not employ the complex apparatus of classical mythology and erudition for purely extrinsic reasons, but rather to develop a refined communication code among peers and to enter into a fruitful dialogue with the past.
Raffaele Grisolia
Soluzioni costruttive ed effetti sugli spettatori in alcuni scoli antichi a Sofocle ed Euripide.
Several ancient exegetical and critical scholia to Sophocles and Euripides comment upon
concentration avoiding unnecessary delays, insofar as dramatists, economizing their
plays, have to take into account specific factors for theatre. Observations of this kind also
aim to highlight ways authors anticipate forthcoming events to their audience in order to
increase interest and attention.
Antonietta Iacono
La Laus Civitatis Neapolitanae di Zanobi Acciaioli tra memorie erudite e precettistica menandrea.
The essay analizes the Oratio in laudem Civitatem Neapolitanae by Zanobi Acciaioli in
relation to the genres precepts, classical models and sources. The oration (delivered in the
plenary meeting of the Domican held on June 15, 1503) proves to be the result of
knowledge of the classical language and literature of Zanobi Acciaioli, who was particularly fond of the patristic literature. The essay reveals how the Oratio can connect of the
traditional topical descriptive and the celebration of Naples; and it is an attempt to renovate, modernize and bend to new purposes of the Laus urbis, according to the
classification provided by Menander Rhetors Ars, including suggestions from Aelius
Aristides Panathenaic.
Giulio Massimilla
Nominare gli astri nei Fenomeni di Arato.
Naming the celestial bodies is a prominent topic in Aratus Phaenomena. In this regard,
the word name can be equivalent to fame, although in one passage such an equivalence

Abstracts

259

is presented as controversial. According to Aratus, celestial bodies were given their names
by our predecessors. In vv. 367-385 he writes that someone in the past both devised and
named the constellations for the first time: as a consequence of this, to be able to call the
constellations by their names is now the same as knowing them thoroughly. Aratus often
deals with the names of the celestial bodies from an aetiological point of view, saying or
implying that they are named after their shapes or their positions in the sky, or also after
words he associates with their distinctive features. Apart from vv. 367-385, Aratus always
speaks of those who name the celestial bodies in the plural. They are always left anonymous, with one remarkable exception.
Giuseppina Matino
Due lettere di Alcifrone (epp. 1, 2; 2, 1Benner-Fobes).
The analysis of two Alciphrons letters aims to highlight the linguistic differentiation
between the manuscripts and the intentional different variants choice made by the
editors. This diversification depends on the Atticism that the ancient and modern editors
intended to give to the Alciphrons work. His collection of fictious letters is a significative
testimonial of the intellectuals ability in the literative communication in the imperial age.
Full of citations and erudite reminiscences, but well anchored to contemporary reality due
to the literary form and the utilization of a modern lexicon too, the letter shave a sender
and two addresses, one imaginary address and the other one real, the readers audience, to
which the work was really directed. A linguistic exam of all letters and a careful sources
search is the essential premise to a future critical edition.
Cristiano Minuto
Nonno di Panopoli e la poesia tecnica: lo sconvolgimento astronomico nella Tifonia (Dion.
1,163-257; 650-659).
The paper aims to speculate upon the technical competence which characterizes Nonnus
poetry through the reading of an astronomical passage: Dion. 1, 163-257; 2, 650-659. This
passage has been investigated applying three different view points: the first deals with
astronomy, the second with poetry, the third with astrology. The analysis highlights the
complexity of the Greek text; the authors deep knowledge of the astronomical tradition;
the narrative coherence which leads some poetical choices, together with a lexical and
rhetorical interest; the influence of the astrological production.
Francesco Pelliccio
Rappresentazione dei dedicatari e auto-rappresentazione dei poeti negli epigrammi greci det
romana.
In this paper I aim to analyse the words and rhetorical structures used by late Hellenistic
epigrammatists (100 BCE - 50 CE) in the epigrams addressed to their patrons, mostly
Roman patricians and emperors. The purpose of this work is to show that the traditional
formulae of dedicatory epigrams are often re-employed by the poets of the Garland of
Philip in order to portrait the amicitia between themselves and the dedicatees. The

260

Abstracts

patronage results as a direct relationship based on values such as mutual friendship,


loyalty and culture, which has a key-role. Indeed, on the one hand, the of the patrons is often stated and they are said to be able to inspire and to praise the poets. On the
other, the poets often boast of their own poetic production. This factor generates a
counterbalancing impact on the political and economical asymmetry between themselves
and their patrons.
Chiara Renda
La retorica delleros nella raccolta favolistica di Fedro: fra terminologia e paradosso.
The Phaedruss fables reveal the personal social enquiry of the poet who often chooses
different literary traditions. Far from the aesopic genre, Phaedrus reflect about eros
troughout the language of menippean satire, mime and literary atellana, expression of a
common and popular culture.
Carmela Vera Tufano
Alcuni aspetti del lessico agro-alimentare nelle Eclogae del Pontano.
In his Eclogae Pontano uses the farming-food language with a large variety of stylistic
solutions and poetic aims: the paper analyzes especially three different aspects of this use.
In the first part of the paper I focus on some food-farming words in the Lepidina and
Quinquennius and I remark their different functions: according to the different character
of the two poems, the language has on the one hand celebrative aims on the other hand
realistic intents. The second part of the article analyzes the food and culinary language of
the fourth eclogue Acon, which conveys declarations of poetic and ideological values. In
the last part of the article I select two sections with detailed descriptions of food-farming
productions: an ekphrasis depicting the production of cheese from Lepidina, and a passage
about the wheat harvest from Meliseus. In both cases the use of language reflects the nature
of the eclogues: in the first one it glorifies the economic wealth of the Aragonese kingdom,
in the second one it plays a part in the poignant character of the threnos for the death of the
poets wife.

INDICE DEL VOLUME

Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.

Antonella Borgo
Tra storia e retorica: il contrasto Cicerone-Antonio
nella settima suasoria di Seneca il Vecchio . . . . . . . .

Concetta Carotenuto
Prassi retorico-linguistica del Liber Abaci di Leonardo il Pisano

25

45

Flaviana Ficca
Un esempio di comunicazione mancata: il discorso di Druso
nel finale della Consolatio ad Liviam . . . . . . . . . . .

57

Giuseppe Germano
Nuove funzioni dellerudizione classica e comunicazione
letteraria nel mondo poetico di Giovanni Pontano:
gli esempi di Hendec. II 24 e Urania I 970-1023 . . . . .

75

Raffaele Grisolia
Soluzioni costruttive ed effetti sugli spettatori
in alcuni scoli antichi a Sofocle ed Euripide . . . . . . .

95

Antonietta Iacono
La Laus Civitatis Neapolitanae di Zanobi Acciaioli
tra memorie erudite e precettistica menandrea . . . . .

105

Giulio Massimilla
Nominare gli astri nei Fenomeni di Arato . . . . . . . . . . .

137

Ferruccio Conti Bizzarro


Un cattivo sovrano in Polluce . . . . . . . . . . . . . . . .

Giuseppina Matino
Due lettere di Alcifrone (epp. 1, 2; 2, 1 Benner Fobes) . . . . pag. 151
Cristiano Minuto
Nonno di Panopoli e la poesia tecnica: lo sconvolgimento
astronomico nella Tifonia (Dion. 1, 163-257; 2, 650-659)
Francesco Pelliccio
Rappresentazione dei dedicatari e auto-rappresentazione
dei poeti negli epigrammi greci det romana . . . . . .

163

175

Chiara Renda
La retorica delleros nella raccolta favolistica di Fedro:
tra terminologia e paradosso . . . . . . . . . . . . . .

193

Carmela Vera Tufano


Alcuni aspetti del lessico agro-alimentare
nelle Eclogae del Pontano . . . . . . . . . . . . . . . .

221

Abstracts . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

255

Indice dei luoghi citati . . . . . . . . . . . . . . . .

261

finito di stampare
nel mese di aprile
dellanno MMXIV
nellofficina tipografica
m. dauria editore
palazzo pignatelli - napoli

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