Sei sulla pagina 1di 5

A..U..T..O..S..A..G..

SUPREMO CONSIGLIO D’ITALIA DEL 33- ED ULTIMO GRADO


MASSONERIA UNIVERSALE DI RITO SCOZZESE ANTICO E ACCETTATO
OBBEDIENZA DI PIAZZA DEL GESÙ’ PALAZZO VITELLESCHI
SEDENTE IN ROMA

REGIONE MASSONICA TOSCANA PROVINCIA DI PIOMBINO

SUBLIME AREOPAGO DEI CAVALIERI KADOSCH “S. FERA”

TITOLO:
Dal Rituale del XXX° grado ….
… Collaborare alla fondazione di ciò che i profeti chiamarono il Regno di Dio …:
La Regalità come simbolo di Giustizia, Libertà e Amore

Fr:. Alessandro Milanfranchi XXXI°


Valle del Cornia 19/04/2023 E.V.

C.S.I. Piombino B.ta Cotone 76/c 57025 Piombino (LI) Tel. E Fax 0565 220887 Email : piombino@csiregionetoscana.it

1
A..U..T..O..S..A..G..
SUPREMO CONSIGLIO D’ITALIA DEL 33- ED ULTIMO GRADO
MASSONERIA UNIVERSALE DI RITO SCOZZESE ANTICO E ACCETTATO
OBBEDIENZA DI PIAZZA DEL GESÙ’ PALAZZO VITELLESCHI
SEDENTE IN ROMA

REGIONE MASSONICA TOSCANA PROVINCIA DI PIOMBINO

SUBLIME AREOPAGO DEI CAVALIERI KADOSH “S. FERA”

Dal Rituale del XXX° grado ….


… Collaborare alla fondazione di ciò che i profeti chiamarono il Regno di Dio …:
La Regalità come simbolo di giustizia, libertà e Amore

Eminentissimo Commendatore
Illustri Cavalieri …

Dopo che i principi Rosa Croce si sono interrogati sulla immortalità del Pensiero, che sopravviva alla corruttibilità
del corpo, nell’imperitura memoria di un Giusto sofferente e trionfante in una Fede, i Cavalieri Kadosch, riuniti
nell’Areopago, si chiedono in che modo il Pensiero possa sopravvivere ai tempi ed ai suoi mutamenti, nel solco di
una Tradizione universale, che garantisca i diritti dei singoli e degnamente li rappresenti.
Dal Logos al Nomos, dal Nomos alla Exousia; dal Pensiero alla Legge, dalla Legge all’Autorità.
In che modo un Universale, “Ex Pluribus Unum”, possa realizzarsi, incarnarsi in una persona, che diventi dunque
un simbolo per una collettività?
Si ragiona dunque dell’Istituzione monarchica, che tanto nocque ai Cavalieri del Tempio, ben intendendo che si
parla di Autorità ed Autorevolezza e non di potere assoluto, quale fu quello delle forze in campo all’epoca dei
tragici fatti. Ci si chiede così se la Monarchia possa essere, nei tempi di oggi, Garante di Giustizia, conciliando la
Corona con la Democrazia, incarnando lo Stato nell’Amore per la Patria. Se questo risultasse vero si realizzerebbe
l’anelito di rendere immortali quei principi che regolano la vita dei singoli cittadini, insomma il Regno della
Giustizia, liberamente accettato, rivelato dalla Ragione (non la ragion di Stato …) vivificato dall’Amore , come
auspica il nostro Rituale.
Come si concilia dunque la figura di un Monarca con la missione di difendere il diritto dei più deboli, per
sostenere ed accrescere la libertà di coscienza di questi ultimi, consapevoli “… dell’impotenza che ciascuno ha di
rappresentarsi l’Assoluto, se non per mezzo di simboli?”
Possono un Re, o una Regina, rappresentare e conciliare simbolicamente, nella loro unica persona e nel loro ruolo,
le diverse anime di tutti coloro che rivendicano la loro libertà di Coscienza ed aspirino all’Assoluto, per proiettare
la loro azione oltre i limiti della propria natura mortale?
C’è un potere superiore ad un altro? Un Sole rispetto alla Luna, oppure due Soli, come Dante concepì nel De
Monarchia?
E’ suggestivo che la mente illuminata del Sommo Poeta scrisse la sua opera negli anni in cui, nella lotta fra il re di
Francia ed il Papa si processavano i Cavalieri del Tempio, mentre Arrigo di Lussemburgo scendeva in Italia, per

C.S.I. Piombino B.ta Cotone 76/c 57025 Piombino (LI) Tel. E Fax 0565 220887 Email : piombino@csiregionetoscana.it

2
affermare il potere imperiale sulle municipalità italiane.
E 'n quel gran seggio a che tu li occhi tieni
per la corona che già v'è sù posta,
prima che tu a queste nozze ceni,
sederà l'alma, che fia giù agosta,
de l'alto Arrigo, ch'a drizzare Italia
verrà in prima ch'ella sia disposta.
La cieca cupidigia che v'ammalia
simili fatti v'ha al fantolino
che muor per fame e caccia via la balia.

Paradiso, XXX, vv. 133-148

Ma si sa bene che Dante voleva un potere imperiale forte da contrapporre al potere temporale di un’altra
monarchia assoluta, la Chiesa …

Il pretesto per questa riflessione sulla monarchia come forma di governo è dato dall’evento prossimo futuro
dell’incoronazione di Carlo III° a Re di Inghilterra e di tutti i paesi che convivono nell’organismo internazionale
del Commonwealth. Il Commonwealth è l’organismo internazionale formalizzato nel 1931, che raccoglie le ex
colonie britanniche, in una atmosfera di cooperazione economica tra gli stati membri, per la promozione della
democrazia, i diritti umani, ed un governo equo in queste nazioni, come mandato statuario.
Quale può essere la lettura di questo evento? Anacronismo storico, folklore nazionale della perfida Albione,
evento mediatico, promozione commerciale, oppure cerimonia di alto valore storico-simbolico?
L’Inghilterra moderna è un paese europeo democratico, erede di un Impero planetario, ed una nazione di lunga
tradizione massonica. La sua è una monarchia ereditaria, parlamentare, ed il Re è il garante della Libertà dei suoi
sudditi, in un costante dialogo fra la Corona ed il Parlamento, che è iniziato con la “Magna Carta” del 1215, e che
si è mantenuto nei secoli, con varie vicende, dal “Model Parliament” del 1295, alla “Petition of Rights” del 1628,
al “Bill of Rights, redatta nell’ormai lontano 1689, che sanciva la separazione dei poteri e a seguire, fino
all’istituzione del Commonwealth. E’ del 1689 il Toleration Act, con il quale si concedeva la libertà di culto ai
cittadini inglesi.
In quello stesso anno nasceva in Francia Charles Louis de Secondat, Barone di La Brede e di Montesquieu. Ma
dovemmo aspettare il 1748 perché venisse pubblicato il suo trattato “lo Spirito delle Leggi”, sulla necessità di
separare i tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario).
Si può dunque affermare che la monarchia inglese fosse divenuta costituzionale molto prima di quella francese,
prima che i fatti del 1789 non avviassero una radicale messa in discussione sull’Uomo e sui governi, una
Rivoluzione che di fatto mise fine al Medioevo.

C.S.I. Piombino B.ta Cotone 76/c 57025 Piombino (LI) Tel. E Fax 0565 220887 Email : piombino@csiregionetoscana.it

3
Ma a quale Regno si allude nel Rituale dei Cavalieri Kadosch se proprio una Monarchia decretò in modo tragico
la fine dell’Ordine Templare nel 1314, con l’uccisione del suo Gran Maestro, Jacques De Molay nel 1314?
Sono quelli gli anni in cui Filippo è il simbolo dell’assolutismo nascente e dello strangolamento delle libertà
feudali. Nessuna vittoria di grido illumina il prestigio delle armi di questo monarca, che compare raramente sui
campi di battaglia (“Non è concepibile che un principe debba sopportare l’aleatorietà e i pericoli della fortuna”)
e avanza sempre circondato dal suo seguito.
Nessuna cronaca ci riporta nel dettaglio il carattere di questo personaggio enigmatico che alcuni dicevano essere
pio come suo nonno Luigi IX (1214-1270). Molto meno gradito nell’immaginario collettivo rispetto al suo
glorioso antenato, egli resta il sovrano dei giuristi, imbevuti dell’incrollabile fiducia del loro padrone, che
difendono la sua autorità con asprezza, arrivando persino ad attaccare fisicamente la stessa persona del pontefice.
Filippo è il monarca che per riempire il suo tesoro non smette mai di manipolare la moneta e di imporre tasse ai
suoi sudditi, anche a rischio di intaccare la prosperità del regno. Ostile ai Templari, il sovrano li fa condannare al
rogo. Filippo è il re maledetto attraverso il quale la disgrazia arriva sulla dinastia capetingia, che la sua politica
porta quasi all’estinzione. In quegli stessi anni si consumava al di là della Manica la guerra fra inglesi e scozzesi
ed il Re Edoardo II Plantageneto era dilaniato fra l’ossequio alle concessioni costituzionali del Padre Edoardo I e
le necessità di cassa per sostenere le imprese militari.
Fino a qui nessuna immagine edificante della monarchia ….
Allora perché collaborare alla fondazione di un Regno, annunciato dai Profeti? Cosa a che vedere un Re, con la
Giustizia annunziata dalla Ragione e vivificata dalla Ragione?
Il Re d’Inghilterra va fiero tutt’oggi del suo titolo di Defensor Fidei.
La Fede, mentre richiama alla trascendenza, proietta nel Futuro e in una prospettiva di continuità. Al simbolo
incarnato si affida questa eredità.
L’Autorità si sposa con un tempo dilatato dalla proiezione escatologica e apocalittica dell'esperienza terrena, il
Katechon ….
È interessante ricordare, in questo frangente, quanto affermato da Carl Schmitt proprio circa il cosiddetto

C.S.I. Piombino B.ta Cotone 76/c 57025 Piombino (LI) Tel. E Fax 0565 220887 Email : piombino@csiregionetoscana.it

4
katéchon, presentato come colui che si oppone all’avvento dell’Anticristo, alle forze distruttrici ed in senso
traslato alle forze che si oppongono all’immortalità del pensiero, tradotto in Leggi ed istituzioni. In tal senso
Schmitt richiama con convinzione alcuni esempi di katéchon: come l’Imperatore del Medioevo cristiano e la
Chiesa di Roma.

Che l’Istituto Monarchico rappresenti dunque un baluardo nei confronti delle Forze distruttrici, che si nascondono
anche nelle Istituzioni cd democratiche, che spesso spalancano le porte al regno del capitalismo assoluto, laddove
tutto è merce e nulla ha senso?

Ho detto
Valle del Cornia 19/04/2023 E.V.
Fr:. Alessandro Milanfranchi 31:.
Eccellente Oratore

C.S.I. Piombino B.ta Cotone 76/c 57025 Piombino (LI) Tel. E Fax 0565 220887 Email : piombino@csiregionetoscana.it

Potrebbero piacerti anche