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LA SCUOLA SICILIANA

Nella produzione poetica siciliana si riscontra una comunanza di temi e di stili riconducibili alla
presenza di un caposcuola, Iacopo da Lentini, che rielabora il modello provenzale. Non va
dimenticato poi che l’aspetto più rivoluzionario di questa scuola consiste nella creazione e
nell’adozione di un codice poetico in lingua volgare. L’attenzione dei poeti della Scuola Siciliana si
concentra totalmente sull’amor fino, cioè perfetto, essi inoltre cercano di esaltare, tramite
similitudini tratte dall’ambito naturalistico e scientifico, lo splendore dell’amata (che appare
sempre meno concreta, quasi sublimata e divinizzata, anticipando quanto avverrà in Guinizelli e
negli stilnovisti). Sul piano delle strutture metriche con la scuola siciliana si affermano
definitivamente nella tradizione letteraria italiana due forme principali: la canzone e il sonetto,
quasi. La lingua poetica usata dai siciliani è di livello alto, curata sotto l’aspetto lessicale e ricca di
artifici retorici: alla base troviamo il volgare siciliano, privato di ogni residuo dialettale e
fortemente influenzato dal periodare latino.
LA LIRICA TOSCANA
La cultura poetica siciliana non sopravvive alla fine del dominio svevo nell’Italia meridionale in
seguito alla battaglia di Benevento. Fortunatamente, la ricca esperienza poetica elaborata alla
corte di Federico non scompare ma si trasferisce al nord nell’area emiliana e toscana. A differenza
dei siciliani, i poeti di questa nuova fase della lirica non possono essere identificati con il termini
unitario di “scuola” per la grande diversità che li caratterizza sia sul piano della poetica sia su
quello del linguaggio. Questi poeti si ispirano e al modello siciliano e a quello provenzale
apportando importanti novità sul piano tematico e formale. Per quanto riguarda le scelte
contenutistiche accanto al tema amoroso, ricompaiono i riferimenti cronachistici, la tematica
morale e soprattutto quella politica. Innovativa è l’adozione di un volgare toscano alto. In Italia
viene introdotta per la prima volta dai rimatori toscani la ballata, sconosciuta ai siciliani.
POESIA COMICO REALISTICA
Genere poetico che, si affermò nel XIII secolo in Toscana. Rustico Filippi, Forese Donati e
soprattutto Cecco Angiolieri furono i massimi rappresentanti di questo genere.
I temi di queste poesie sono popolareschi e legati al dato realistico, e vengono resi in uno stile
comico, ma non perciò poco letterario. In risposta polemica all’idealizzazione poetica stilnovista,
l'amore diventa in questi autori rapporto fisico; alla nobiltà di nascita e d'animo si sostituisce la
ricerca della ricchezza economica, unita a un disprezzo per le raffinatezze culturali.

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