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21/6/2021 Buenos Aires - Wikipedia

Buenos Aires
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Buenos Aires[4] (AFI: [ˈbwenos ˈaiɾes]; letteralmente in


italiano "buone arie") è la capitale e maggiore città Buenos Aires

dell'Argentina. Soprannominata La Regina del Plata o La Città autonoma


Parigi del Sudamerica[4], e nota anche con l'abbreviativo Ciudad Autónoma de Buenos Aires
Baires[5]. Oltre a essere la città più popolosa del paese è
anche una delle più grandi metropoli sudamericane, la terza
dell'America Latina, la seconda dell'emisfero australe dopo
San Paolo e la 67ª città più popolata al mondo con i suoi
3 068 043 abitanti, nonché sede di uno dei maggiori porti del
continente[6]; l'area metropolitana, nota con il nome di
Grande Buenos Aires, conta 14  576  300 persone, mentre (dettagli)
l'intera provincia raggiunge i 17  693  657 abitanti, il che lo
rende il 4º agglomerato urbano più popolato del continente
americano, i cui residenti corrispondono a oltre un terzo
dell'intera popolazione del Paese[6]. La capitale argentina,
inoltre, è una delle poche municipalità a livello
internazionale a possedere lo status di città autonoma, pur
essendo compresa nel territorio della provincia omonima, da
cui si separò definitivamente nel 1880 in seguito alle Guerre
civili argentine mediante un lento processo di
federalizzazione[4][7]. La città ospitò i giochi panamericani nel
1951 e 12 partite del Campionato mondiale di calcio 1978, fra
cui la partita inaugurale e le finali per il primo e terzo posto;
nel 2018 ha ospitato i III Giochi olimpici giovanili estivi e il
13º vertice del G20[8].
Localizzazione
Suddivisa in 15 comuni e quindi in 48 barrio, è uno dei più Stato  Argentina
importanti centri politici, culturali e finanziari dell'economia
Amministrazione
nazionale[4][7] e, in virtù della fitta rete di nodi stradali e
autostradali che si diramano lungo la metropoli, funge da Governatore Horacio Rodríguez
principale punto di convergenza per i trasporti di tutta Larreta (PRO) dal
l'America meridionale.[4] 09/12/2015

La città fu fondata la prima volta nel 1536 dall'adelantado Territorio


Pedro de Mendoza. Distrutta dai nativi, fu rifondata nel 1580 Coordinate 34°36′30″S
dall'esploratore Juan de Garay, e dopo essere stata accorpata 58°22′19″W
al Vicereame del Perù nel 1776 fu designata capitale del
Altitudine 25 m s.l.m.
Vicereame del Río de la Plata, appena costituitosi per conto
del re di Spagna sotto la Corona d'Aragona. Durante la prima Superficie 203 km²
delle invasioni britanniche, avvenuta nel 1806, la città fu Abitanti 3 068 043[1] (2018)
occupata dalle forze britanniche e rimase per 45 giorni sotto
la bandiera del Regno Unito. Nel 1810 ci fu la rivoluzione di Densità 15 113,51 ab./km²
Maggio, che spodestò il viceré e diede inizio alla guerra Dipartimenti 15
d'indipendenza. Nel 1880, sotto il governo di Nicolás
Altre informazioni
Avellaneda, fu federalizzata, e la città venne separata dalla
provincia omonima che la circonda. La "Grande Buenos Cod. postale C1000-14xx

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Aires" è stata una delle principali destinazioni del processo di Prefisso (+54)11
immigrazione che ha riguardato l'Argentina dalla fine del
Fuso orario UTC-3
XIX secolo.
ISO 3166-2 AR-C
Attualmente occupa il 20º posto nella classifica delle città Nome bonaerensi,[2]
globali[9]. Nel 2018 la rivista Foreign Policy l'ha inserita alla
abitanti portegni[3]
91ª posizione nella lista delle 100 città con la più alta qualità
di vita, uno dei migliori piazzamenti in America Latina[7][10]. PIL (nominale) 400,455
miliardi di $
PIL (nominale) 80.500 $
Indice procapite
Soprannome Parigi del Sud
Geografia fisica America, La Reina del
Sismicità Plata, Baires
Clima
Cartografia
Storia
La fondazione e l'età coloniale
L'indipendenza e le guerre civili
Buenos Aires nello stato argentino
Una grande metropoli
XX secolo
Monumenti e luoghi d'interesse
Buenos
Società Aires
Origini della popolazione
Religione
Buenos Aires e la politica
Cultura
Istruzione
Biblioteche
Musei
Università
Media
Teatri
Il tango
Lingua
Fumetti
Fileteado
Cucina
Geografia antropica
Suddivisioni amministrative
Quartieri o Barrios
Barrios tradizionali
Infrastrutture e trasporti
Aeroporti
Ferrovie
Sito istituzionale (https://www.buen
Metropolitana osaires.gob.ar)
Autobus
Porti
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Amministrazione
Gemellaggi
Sport
Calcio
Automobilismo
Rugby
Sport equestri
Tennis
Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Geografia fisica
La città di Buenos Aires sorge sulle sponde meridionali del Río de la Plata. La parte sud della città è
lambita dal Riachuelo, un piccolo affluente del Río de la Plata che segna il confine meridionale con la
provincia di Buenos Aires.

Buenos Aires non appartiene alla provincia omonima: essa circonda la città, estendendosi per una
superficie simile a quella dell'Italia, e ha come capoluogo la città di La Plata.

I limiti di Buenos Aires sono determinati nella parte orientale dal Río de la Plata, nella parte
meridionale e a sud-est dal fiume Matanza-Riachuelo e a nord-ovest, ovest e sud-ovest dall'Avenida
General Paz, una strada lunga 24 km che separa la provincia di Buenos Aires dalla città.

Buenos Aires si trova nella pampa, fatta eccezione per alcune zone, come per esempio l'Aeroparque
Jorge Newbery, e Puerto Madero quartiere e principale porto della città e che sono stati costruiti su
terreni bonificati lungo le coste del Río de la Plata.

Sismicità

La regione è a bassa sismicità; il terremoto più forte si produsse alle 3:20 UTC-3 del 5 giugno 1888,
con una magnitudo pari a 5,5 della scala Richter[11].

Clima

Il clima di Buenos Aires è chiamato "clima pampeano", una variante del clima subtropicale umido.[12]
La temperatura media annuale è intorno ai 18  °C e le precipitazioni di circa 1 233  mm annui. La
temperatura più bassa è stata −5,4 °C, registrata il 9 luglio 1918. Per tutto il XX secolo, come accaduto
nella maggior parte delle grandi città in tutto il mondo a causa dell'urbanizzazione, le temperature in
città sono leggermente aumentate a causa dell'isola di calore. Anche le precipitazioni sono aumentate
dal 1973.

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Dati climatici
dall'osservatorio Mesi
centrale di
Buenos
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Aires[13][14][15]
T. max. media
30,4 29,0 26,8 23,4 19,3 16,6 16,0 17,7 19,6 23,1 26,1 28,5
(°C)
T. media (°C) 25,1 23,9 22,0 18,0 14,4 11,9 11,4 12,8 14,8 18,2 20,9 23,2
T. min. media
20,2 19,5 18,0 13,6 10,5 8,3 7,7 8,7 10,6 13,5 16,0 18,2
(°C)
T. max. assoluta
43,3 38,7 37,9 36,0 31,6 28,5 30,2 34,4 35,3 35,6 36,8 40,5
(°C)
T. min. assoluta
5,9 4,2 2,8 −2,3 −4,0 −5,3 −5,4 −4,0 −2,4 −2,0 1,6 3,7
(°C)
Precipitazioni
167,5 171,0 172,3 110,8 72,3 54,8 70,0 71,7 75,0 124,4 114,1 102,
(mm)
Giorni di pioggia 9,5 9,0 10,0 7,9 6,6 7,1 8,0 7,7 7,9 9,9 9,9 9,1
Umidità relativa
65 70 72 77 78 79 79 74 71 69 68 64
media (%)
Eliofania
assoluta (ore al 8,9 7,7 6,8 6,1 5,4 4,8 4,8 5,4 6,0 7,1 8,4 8,8
giorno)
Ore di
soleggiamento 275,9 217,5 210,8 183,0 167,4 144,0 148,8 167,4 180,0 220,1 252,0 272,
mensili

Storia

La fondazione e l'età coloniale

La città fu fondata per la prima volta dallo spagnolo Pedro de


Mendoza il 2 febbraio 1536 con il nome di Ciudad del Espíritu
Santo y Puerto Santa María del Buen Ayre. Questo primo
villaggio sorgeva leggermente a sud rispetto all'attuale centro,
l'area era infatti quella occupata dall'odierno parco Lezama,
situato nella parte sud del barrio di San Telmo. Quattro anni
dopo il loro arrivo i coloni furono costretti ad abbandonare la La fondazione di Buenos Aires, di
cittadina a causa di un attacco degli indigeni. Nel 1580 José Moreno Carbonero (1924)
l'esploratore spagnolo Juan de Garay fondò per la seconda e
definitiva volta, la città con il nome di Ciudad de la Santísima
Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires. La città fu battezzata con questo nome in
onore della Madonna di Bonaria di Cagliari, in Sardegna. Occupava un'area di 2,3 km² e ospitava 63
abitanti.

I primi anni di vita di Buenos Aires furono di stenti: tagliata fuori dalle principali rotte commerciali
della Spagna, gli abitanti mancavano di ogni comodità. Agli inizi del Seicento la colonia contava
appena cinquecento abitanti. A quell'epoca per potere sopravvivere i coloni trasgredivano la legge e
praticavano il contrabbando in maniera pressoché sistematica. La merce proveniente dal Brasile
veniva scambiata con il cuoio, ricavato dai bovini che pascolavano nella regione. Nel 1611 fu
inaugurato il primo ospedale.

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Dalla sua fondazione fino al Settecento Buenos Aires


subì diversi attacchi da parte di pirati inglesi, francesi
e danesi. Nel 1680 i portoghesi fondarono Colonia del
Sacramento sulla sponda opposta del Rio de la Plata,
pretendendo così di stabilirsi nella regione.
Percependo la minaccia, il governatore José de Garro
inviò un ultimatum ai portoghesi, i quali tuttavia lo
respinsero. De Garro allora riunì gli abitanti della città
per organizzare un attacco contro i portoghesi. Il
risultato fu una definitiva vittoria da parte degli
spagnoli.

Nel corso del XVIII secolo si affermò nella città una Il palazzo del Cabildo, sede del municipio in età
nuova aristocrazia basata non sui titoli personali coloniale
quanto sulle grandi proprietà fondiarie nell'entroterra.
Consapevole del sempre maggior malcontento, nel
1776 il re Carlo III di Spagna proclamò Buenos Aires capitale del Vicereame del Río de la Plata, un
immenso territorio che occupava parti delle attuali Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Cile.
Grazie a questo nuovo status giuridico la città poté godere di nuovi e fondamentali diritti, primo fra
tutti quello di potere commerciare liberamente con resto del mondo, emancipandosi così dal
monopolio sulle esportazioni detenuto fino ad allora da Lima.

Nel 1806 il generale maggiore inglese William Carr Beresford si impadronì di Buenos Aires senza
incontrare resistenza, ma venne cacciato pochi mesi dopo da un esercito proveniente da Montevideo.
Nel 1807 una spedizione inglese, al comando di John Whitelocke, conquistò Montevideo e poco dopo
tentò per la seconda volta di impossessarsi di Buenos Aires, ma fu sconfitta dalla fiera resistenza degli
abitanti e delle milizie urbane guidate dal viceré Santiago de Liniers e dal sindaco Martín de Alzaga.

L'indipendenza e le guerre civili

Il respingimento delle truppe inglesi pochi anni


prima, l'influsso degli ideali dell'Illuminismo e della
Rivoluzione francese dall'Europa unita all'invasione
napoleonica della Spagna spinsero gran parte della
borghesia di Buenos Aires a scendere in piazza per
chiedere al viceré sempre maggiori autonomie dalla
madrepatria. Dopo una settimana di proteste, il 25
maggio 1810 i rivoltosi proclamarono l'indipendenza
della città dalla corona spagnola. Con la rivoluzione
di Maggio aveva preso inizio la guerra
d'indipendenza argentina, un lungo conflitto che
La Rivoluzione di Maggio di Francisco Fortuny
coinvolgerà tutto il cono sud dell'America Latina e (1910)
che si concluderà solo quindici anni dopo.

Durante gli anni venti del XIX secolo furono


intrapresi, sotto il mandato di Bernardino Rivadavia, i primi lavori pubblici nella Buenos Aires post-
coloniale, come la costruzione della nuova cattedrale, la costruzione di cimiteri e ospedali e
l'istituzione della dogana terrestre e dell'Archivio[16]. Le prime decadi d'indipendenza delle Province
Unite del Río de la Plata videro sorgere una forte rivalità tra la capitale nazionale, roccaforte degli
unitarios liberale, e le province dell'interno, dove spadroneggiavano i federales più conservatori. Dal
piano prettamente politico lo scontro si spostò ben presto su quello militare, con una serie di
lunghissimi scontri che daranno vita ad oltre sei decadi di guerre civili. Sul piano invece economico, il
punto massimo di divisione tra la capitale e il resto del paese era quello legato alla giurisdizione della
dogana del porto e sulla spartizione delle sue entrate. Nel 1835 fu nominato governatore di Buenos

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Aires il caudillo federale Juan Manuel de Rosas, il quale guiderà redini della Confederazione
Argentina sino al 1852.

Tra il 1838 e il 1840 il porto di Buenos Aires venne bloccato dalla marina militare francese causando
gravi danni all'economia nazionale. In seguito alla vittoria di Caseros del 3 febbraio 1852, che aveva
determinato la fine del regime rosista, il nuovo uomo forte della politica argentina, il caudillo Justo
José de Urquiza, decise di emanare una costituzione, di stampo federalista, che ridimensionava
fortemente il peso della capitale all'interno degli equilibri politici nazionali. Così, l'11 settembre dello
stesso anno, dopo una breve rivoluzione Buenos Aires proclamò la secessione dal resto della
Confederazione Argentina dando vita ad un stato indipendente. Negli anni della secessione la città,
che godeva delle entrate del porto, fu interessata da una prima serie di lavori pubblici, come la
realizzazione di un sistema fognario e la costruzione di alcuni impianti per l'approvvigionamento di
acqua potabile, che favorirono la crescita della città e il miglioramento delle condizioni di vita dei suoi
abitanti[17]. Nuove leggi, come quella del 1857 sul riposo domenicale, favorirono il miglioramento delle
condizioni dei lavoratori[18]. Sempre nel 1857 fu inaugurata la prima ferrovia argentina che univa la
stazione del Parque, situata sull'area dell'odierno teatro Colón, a quella di Floresta. La formale
indipendenza bonaerense durò fino al 1859, anno in cui le truppe confederate di Urquiza sconfissero
quelle portegne guidate dal futuro presidente Bartolomé Mitre nella battaglia di Cepeda. Rientrato
all'interno della Confederazione il governo di Buenos Aires tuttavia non rispettò i patti stipulati al
momento della resa e, grazie all'appoggio di alcune province dell'interno, riuscì a riorganizzare una
forza militare con la quale sconfisse definitivamente Urquiza a Pavón nel settembre del 1861.

Buenos Aires nello stato argentino

Con la riunificazione del Paese nel 1862 e la momentanea fine


delle guerre civili, Buenos Aires continuò la sua rapida
crescita grazie al porto e alla nascente rete ferroviaria che la
univa con le province dell'interno. La città divenne una meta
ambita per migliaia di emigranti provenienti dall'Italia, dalla
Spagna, dalla Gran Bretagna, dalla Germania e dalla Francia.
Buenos Aires in pochi anni divenne una grande città
cosmopolita, brulicante di commerci ed attività industriali.
Nel 1865 il papa Pio IX elevò Buenos Aires al rango di
Veduta di plaza de Mayo del maggio arcidiocesi.
1854. Al centro la Pirámide de Mayo e a
destra la Cattedrale di Buenos Aires.

Il rapido aumento della popolazione urbana, che dai


circa 90 000 abitanti del 1855 era passata ai 177 787 di
quattordici anni dopo[18], aveva comportato un
peggioramento delle condizioni di vita. Molti quartieri
del centro infatti si erano sovraffollati, e la povertà
unita alla mancanza di alloggi aveva spinto molti
immigrati ad alloggiare in vecchi edifici di epoca
coloniale del centro noti come conventillos. Qui decine
di famiglie, principalmente italiane e afro-argentine,
condividevano gli spazi comuni in mezzo alla sporcizia Veduta di Buenos Aires dal Rio de la Plata negli
senza nessun servizio di base. Tra il 1867 e il 1869 anni ottanta del XIX secolo.
Buenos Aires, così come gran parte dell'Argentina
centro-occidentale, fu colpita da un violenta epidemia
di colera che causò solo nella capitale più di 3  000 vittime[19]. Cessata questa emergenza la città fu
colpita poco dopo da una tragedia ancora più grande. Alla fine di gennaio 1871 si registrarono infatti
tra la popolazione i primi casi di febbre gialla. Al momento del suo massimo picco, il 10 aprile, si

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arrivarono a contare 563 decessi in un solo giorno.

Alla cronica assenza di adeguate strutture sanitarie, si


dovette registrare anche l'esaurimento dei cimiteri
cittadini a causa dell'enorme numero giornaliero di
vittime. Per cercare di contenere una situazione già
catastrofica in quegli stessi giorni fu aperto il nuovo
cimitero della Chacarita. L'epidemia, durata fino a
giugno, uccise più di 13 600 persone, 6 200 dei quali
italiani[20]. Le zone più colpite furono i quartieri di San
Telmo e Monserrat, noti per le drammatiche
condizioni di sovraffollamento, e gli insediamenti
lungo il Riachuelo. La vivace comunità di origine
africana venne di fatto annientata, mentre
l'aristocrazia portegna, una volta cessata l'emergenza
lasciò definitivamente le dimore del centro per Un conventillo della Buenos Aires di fine XIX
stabilirsi nelle aree di Retiro e Recoleta, più arieggiate secolo.
e salubri. Nel dicembre dello stesso anno il battello a
vapore América diretto a Montevideo prese fuoco
durante la navigazione sul Rio de la Plata causando la morte di un centinaio di passeggeri.

Nel 1880 il governatore della provincia di Buenos Aires Carlos Tejedor mosse un esercito contro il
presidente Nicolás Avellaneda che trasferì il governo federale nel vicino villaggio di Belgrano. Dopo la
sconfitta degli insorti alle porte di Buenos Aires, Tejedor fu costretto alle dimissioni e fu siglato un
armistizio tra le parti in conflitto. Per risolvere il problema dello status di Buenos Aires fu emanata da
Avellaneda una legge che separava la città dal resto della sua vasta provincia e la poneva sotto il
diretto controllo della Casa Rosada. Il nuovo capo del governo cittadino sarebbe stato nominato un
sindaco su diretta indicazione del Presidente della Repubblica con l'accordo del Senato, mentre
l'organo deliberativo sarebbe stato un consiglio eletto dagli abitanti. Nel 1883 il presidente Julio
Argentino Roca nominò Torcuato de Alvear primo sindaco della città. Con la cosiddetta
federalizzazione di Buenos Aires si chiuse definitivamente il periodo delle guerre civili in Argentina.

Una grande metropoli

Durante il mandato di Alvear iniziarono una serie di importanti


lavori pubblici che cambiarono il volto della capitale argentina, come
l'apertura dell'Avenida de Mayo, la realizzazione del nuovo porto e il
Paseo de La Recoleta. Le principali strade e piazze della città furono
pavimentate, rettificate e dotate di verde pubblico. Di pari passo alla
crescita del tessuto urbano anche la rete tranviaria continuò a
svilupparsi arrivando a un'estensione di 149 km sul finire degli anni
ottanta dell'800. Secondo il censimento del 1887, ultimo anno del
mandato di Alvear, la popolazione aveva raggiunto le 408 173 unità.
Il 14 febbraio 1888 Buenos Aires annetté le limitrofe municipalità di
Belgrano e San José de Flores. Nel 1890 Buenos Aires fu teatro della
rivoluzione che portò alla caduta del presidente Miguel Juárez
Celmán e segnò la fine della classe politica che fino ad allora aveva
governato l'Argentina.

Sul finire del secolo la capitale aveva ormai cambiato volto ed era Avenida de Mayo nel 1915.
diventata una metropoli di quasi 664 000 abitanti (1895), che nove
anni dopo erano già diventati 950  891. Furono costruiti o ultimati
grandi edifici governativi come la Casa Rosada, il Palazzo del Congresso e quello della Municipalità.
Grande risalto fu poi dato alle istituzioni culturali che dovevano simboleggiare le ambizioni nazionali

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e condurre il paese verso le celebrazioni del centenario dell'Indipendenza. Furono così realizzati in
quegli anni il teatro Colón, il museo delle Belle Arti, il museo storico, lo zoo cittadino e il giardino
botanico. Ma anche l'edilizia privata non fu da meno, le grandi famiglie aristocratiche e le compagnie
private contattarono i migliori architetti europei per realizzare le loro dimore cittadine nel segno dello
sfarzo e del lusso. Edifici come il palazzo dell'Acqua Corrente, o le dimore dei Pizzurno, degli Haedo,
dei Paz divennero ben presto elementi tipici del paesaggio cittadino. Nel 1910 Buenos Aires fu
interessata dai grandiosi festeggiamenti per il centenario dell'indipendenza nazionale. L'impetuosa
crescita dell'economia argentina all'inizio del XX secolo aveva attirato verso il paese sudamericano e
la sua capitale milioni di immigrati dall'Europa. Il censimento del 1909 aveva infatti registrato una
popolazione di 1 231 698 abitanti dei quali oltre 544 000 erano stranieri (278 041 italiani). Per potere
accogliere il sempre crescente numero di immigrati nel 1911 fu costruito il nuovo Hotel de
Inmigrantes. Grandi ondate di italiani, spagnoli, tedeschi, ebrei russi, siriani e libanesi si riversarono
nella capitale argentina andando ad abitare i nuovi quartieri che sorgevano accanto agli impianti
industriali della città. Nel 1913 fu aperta la linea A della metropolitana; Buenos Aires fu così la prima
città dell'America Latina a dotarsi di tale infrastruttura. Per potere facilitare gli spostamenti e gli
scambi commerciali con l'interno furono costruiti o ampliati in quegli anni le grandi stazioni di
Constitución, Once e Retiro. Alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale la popolazione di
Buenos Aires era arrivata a superare 1  500  000 unità facendo della città una delle più grandi
metropoli del pianeta.

XX secolo

Nel 1916 le elezioni nazionali, le prime con il voto segreto e a suffragio universale, furono vinte dal
radicale Hipólito Yrigoyen, evento che segnò la fine del predominio politico dei ceti aristocratici. La
stagnazione economica e il crollo dei prezzi delle esportazione gettarono l'Argentina in una profonda
crisi. Nel gennaio 1919 uno sciopero in una fabbrica di Buenos Aires degenerò presto in una serie di
violenze che lasciò morti e feriti tra gli operai e le forze di polizia. La città piombò così in un clima di
proteste, scontri a fuoco, saccheggi e distruzioni che passò alla storia come settimana tragica. In
appoggio all'opera repressiva della polizia si costituì la Lega Patriottica Argentina, una formazione
paramilitare di estrema destra, che avvia un serie di omicidi e violenze contro gli scioperanti, le
associazioni operaie, gli immigrati catalani e gli ebrei. In particolare contro questi ultimi si registrano
nel quartiere di Once due violentissimi pogrom, gli unici mai registrati sul continente americano, che
causarono centinaia di morti e feriti.

Negli anni venti, a fronte di una ripresa dell'economia nazionale, si registrò l'arrivo di nuove ondate di
immigrati italiani, spagnoli, polacchi, ucraini, croati e armeni che andarono ad arricchire il quadro
multiculturale della città. Accanto poi ai tradizionali canali d'immigrazione transoceanica, in quegli
stessi si assistette all'arrivo in città di migliaia di contadini provenienti dalle aree rurali più povere
dell'Argentina e dei paesi confinanti. Molti di questi nuovi arrivati trovarono alloggio presso degli
insediamenti residenziali temporanei noti come villas miserias, caratterizzati dall'assenza dei più
elementari servizi e da condizioni igienico-sanitarie disastrose. Nel 1925 fu aperto al traffico il nuovo
porto a Retiro.

A partire dal golpe militare del 1930 l'amministrazione della città fu spesso controllata dalle forze
armate argentine. Il 17 ottobre 1945 Buenos Aires fu teatro della grande manifestazione d'appoggio a
Juan Domingo Perón, imprigionato nell'isola di Martín García. Questo evento segnerà l'inizio del
peronismo. Nel 1949 fu inaugurato nella vicina cittadina di Ezeiza il grande aeroporto internazionale
di Buenos Aires. Nel giugno 1955 nel corso di un tentativo di colpo di stato alcuni aerei militari che
cercavano di colpire la Casa Rosada per uccidere Perón, bombardarono plaza de Mayo causando la
morte di oltre trecento civili.

A seguito del golpe militare del 1976 fu nominato sindaco della città il tenente Osvaldo Cacciatore.
Sotto il mandato di quest'ultimo furono realizzate alcune opere, come le autostrade per l'aeroporto e
quella per La Plata che stravolgeranno irreparabilmente l'aspetto di alcuni quartieri centrali. A seguito

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della sparizione di decine di migliaia di oppositori


politici la centrale plaza de Mayo divenne ritrovo
quotidiano delle madri e delle nonne degli scomparsi
che, marciando silenziosamente, chiedevano notizie
dei loro cari. Il movimento delle Madri di Plaza de
Mayo diventerà negli anni a seguire uno dei simboli
dell'opposizione alla feroce dittatura militare
argentina.

Il 17 marzo 1992 una bomba esplose davanti


all'ambasciata israeliana uccidendo 29 persone e
ferendone 242. Un secondo attentato, occorso due
anni dopo, fece saltare per aria un edificio che
ospitava numerose organizzazioni ebraiche e causò la
morte di 85 persone. La riforma costituzionale del
1994 garantì a Buenos Aires, dopo oltre un secolo, una
completa autonomia dal potere presidenziale con
l'elezione diretta del sindaco. Due anni dopo il radicale Veduta notturna di Buenos Aires.
Fernando de la Rúa vinse le prime elezioni
aggiudicandosi così il titolo di Capo del Governo della
Città. Sul finire del millennio Buenos Aires, così come il resto del paese, fu colpita da una durissima
crisi economica che metterà in ginocchio il paese sudamericano in pochi anni. Nella capitale si
registrarono in quegli anni numerose manifestazioni e proteste contro le politiche economiche del
governo, ma anche violenze e saccheggi che spinsero de la Rúa, diventato nel frattempo Presidente
della Repubblica, a dichiarare lo stato d'assedio. Tra il 19 e il 21 dicembre 2001 nel corso di una serie
di manifestazioni antigovernative davanti alla Casa Rosada e al Palazzo del Congresso cinque persone
rimasero uccise.

Nel 2004 Buenos Aires fu segnata da una tragedia, l'incendio della discoteca República Cromañón nel
quale morirono 194 persone, che non solo metteva a nudo la debolezza e la fragilità delle istituzioni
cittadine ma che costrinse alle dimissioni il sindaco Aníbal Ibarra. Dopo l'amministrazione
temporanea di Jorge Telerman, alle elezioni del 2007 si affermò Mauricio Macrì di Proposta
Repubblicana. Durante il mandato di Macrì furono attuate importanti iniziative, specialmente per il
trasporto pubblico. In particolare fu ampliata la rete della metropolitana con l'apertura di una nuova
linea e il prolungamento di altre tre. Nel febbraio 2012 un grave incidente ferroviario occorso nella
stazione di Once causò la morte di oltre cinquanta persone.

Monumenti e luoghi d'interesse


A partire dall'inizio del Novecento la forma di Buenos Aires si è profondamente trasformata. La Plaza
de Mayo, già nucleo dell'originale insediamento coloniale spagnolo, divenne il cuore pulsante della
capitale dell'Argentina indipendente. Sulla piazza si affacciano alcuni degli edifici civili e religiosi più
importanti della città: il Cabildo di Buenos Aires, la Casa Rosada, la cattedrale cattolica, la sede del
governo cittadino e il Banco de la Nación Argentina.

Il cabildo era la sede del governo cittadino in età coloniale. Il primo edificio fu costruito nel 1610, ma
ben presto si rivelò troppo piccolo per il suo scopo. Nel 1740 fu ricostruito un edificio più ampio, che
nel 1879 assunse forme più sontuose. Nel 1940, ormai divenuto un edificio storico fu ricostruito
nell'originario stile coloniale sulla base di documenti d'epoca.

La Casa Rosada è la sede centrale del potere esecutivo della Repubblica Argentina. All'interno di essa
hanno sede gli uffici del Presidente della Repubblica Argentina.

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Dalla Plaza
de Mayo
parte l'asse
principale
della città di
Buenos
Aires,
ovvero
l'Avenida de
Mayo, che
termina Il moderno quartiere di Puerto Madero ed il
nella Plaza puente de la Mujer progettato dall'architetto
del spagnolo Santiago Calatrava.
Congreso
L'obelisco nella Avenida 9 de Julio. dove sorge
l'imponente edificio del Palazzo del Congresso della Nazione
Argentina.

A metà l'Avenida de Mayo incrocia l'Avenida 9 de Julio, una


delle strade più larghe del mondo. All'incrocio della 9 de Julio
con l'Avenida Corrientes sorge l'Obelisco di Buenos Aires,
costruito nel 1936 in sole quattro settimane per
commemorare il quarto centenario della fondazione della
città.

La Avenida Corrientes, una delle arterie della vita notturna


della capitale argentina, nonché sede di teatri e librerie, è
detta la strada che non dorme mai. La calle Florida è il cuore
commerciale della capitale argentina e attraversa tutta la
zona del Microcentro, il distretto finanziario di Buenos Aires,
caratterizzato dalla presenza di grattacieli e imponenti edifici
bancari.

Nella zona di Retiro, situata a nord del centro e gravitante


attorno alla Plaza San Martín, sorgono alcuni dei più
maestosi e lussuosi edifici residenziali della capitale
argentina. Ad ovest di Retiro si estende l'elegante quartiere di
Recoleta, il salotto buono della capitale argentina, noto per la
presenza di alcune importanti istituzioni culturali come la
Il mercatino domenicale nel quartiere Biblioteca Nazionale e per il cimitero dove sono sepolti i più
storico di San Telmo. noti protagonisti della storia nazionale. L'elegante zona di
Palermo, il quartiere più grande di Buenos Aires, è
caratterizzata per i suoi parchi, i grandi viali, il Planetario
Galileo Galilei, nonché per i suoi locali, i negozi lussuosi e la sua vivace vita notturna che ne fanno la
zona più trendy della capitale argentina

A sud del centro si sviluppa il quartiere di San Telmo, caratterizzato per la sua atmosfera coloniale, le
piazze alberate, le chiese barocche ed i negozi d'antiquariato ed artigianato. Un tempo parte
integrante del porto cittadino, oggigiorno Puerto Madero è un moderno e lussuoso quartiere
residenziale caratterizzato dalla presenza di vecchi magazzini ora adibiti a spazi commerciali e
altissimi grattacieli. Su una delle darsene si staglia il Puente de la Mujer, opera dell'architetto
spagnolo Santiago Calatrava[21].

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A sud di San Telmo si estende il popolare barrio de La


Boca, sorto attorno alle rive del Riachuelo. Un tempo
scalo portuale e centro della comunità genovese che si
era insediata qui nella prima metà del XIX secolo, il
quartiere ha in seguito attraversato decenni di
degrado legato al declino delle attività industriali e
portuali. Oggi giorno, grazie alla valorizzazione di
angoli caratteristici come Caminito, con le sue casette
colorate e gli artisti[22], unito al richiamo dello stadio
La Bombonera del Boca Juniors[23], hanno fatto de La
Boca una delle attrazioni turistiche più in voga della
città. Caminito, la celebre strada de La Boca.

La città è ricca di grattacieli costruiti nei vari stili che


hanno caratterizzato il XX secolo. Tra i più celebri figurano l'Edificio Kavanagh, l'Edificio SAFICO,
l'Edificio Mihanovich e il Palazzo Barolo.

Società
Buenos Aires, con la crescita demografica degli ultimi decenni, si è estesa tanto da unirsi ad altri 54
municipi vicini (appartenenti dal punto di vista amministrativo alla Provincia di Buenos Aires),
creando una conurbazione in cui vivono 12  843  000 abitanti.[24] Per fare riferimento a questa
conurbazione colloquialmente viene definita Grande Buenos Aires.

Gli abitanti della città di Buenos Aires vengono chiamati porteños, mentre gli abitanti della provincia
di Buenos Aires vengono chiamati bonaerenses.

Nella Capitale Federale (la città di Buenos Aires) spesso si parla un argot, il lunfardo, gergo
caratteristico che incorpora allo spagnolo dei termini di origini diverse arrivati con l'immigrazione.

Origini della popolazione

Gli abitanti di Buenos Aires hanno


prevalentemente un'origine europea, in
virtù delle ondate di immigrati che
hanno investito la città tra la fine del
XIX e l'inizio del XX secolo. Tra le
comunità maggiormente rappresentate
vi sono quelle provenienti dalle regioni
italiane di Campania, Calabria, Liguria,
Sicilia, Piemonte, Lombardia e Friuli e
L'Hotel de Inmigrantes, aperto nel 1911 e porta d'ingresso per i
quelle spagnole di Galizia, Asturie, Paesi
milioni d'immigrati che sbarcavano a Buenos Aires.
Baschi e Andalusia. Altre comunità che
s'insediarono nella capitale argentina
furono quella tedesca, inglese,
irlandese, olandese, bulgara, montenegrina, greca, ungherese, russa, ceca, croata, polacca, norvegese
e francese. Dagli anni venti del XX secolo si è assistito all'arrivo di numerosi migranti dai paesi del
Medioriente e dal Caucaso come Siriani, Libanesi, Armeni e Georgiani.

La comunità ebraica, forte di oltre 250  000 persone, la più numerosa dell'America Latina, giunse
anch'essa a Buenos Aires alla fine del XIX secolo. È formata principalmente da ebrei askenaziti
d'origine polacca, russa, tedesca, svedese, ma sono presenti anche comunità sefardite costituite da
ebrei siriani e ebrei libanesi.

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Significativa, sebbene più recente, è la presenza anche di comunità di immigrati e di loro discendenti
provenienti dai paesi dell'estremo Oriente. Da segnalare in modo particolare la comunità cinese, la
quarta comunità più numerosa del paese, originaria per lo più di Taiwan e della provincia
continentale del Fujian. Questa collettività è diventata uno dei cardini dell'economia cittadina dal
momento che molti dei supermercati sparsi sul territorio urbano sono gestiti da Cinesi[25][26]. La
comunità giapponese è invece originaria per la maggior parte della prefettura di Okinawa, mentre
quella coreana è insediata per la maggior parte nei barrios di Flores e Once[27].

Dalla seconda metà del XX secolo si è assistito a una immigrazione prettamente latinoamericana, con
l'arrivo in città di boliviani, peruviani e paraguaiani. Secondo il censimento del 2010 il 2,1% della
popolazione è costituito da nativi americani o discendenti di prima generazione di tale etnia. Le etnie
maggiormente rappresentate erano quella guaraní, quella quechua, quella aymara e quella mapuche.

Religione

Buenos Aires è sede dell'omonima arcidiocesi cattolica al cui vertice siede l'arcivescovo Mario Aurelio
Poli. Il suo predecessore, Jorge Mario Bergoglio è stato proclamato papa nel 2013 con il nome di
Francesco. Sono presenti in città anche altre confessioni, come quella russo ortodossa, quella
protestante, quella musulmana, quella mormona, quella buddista e i Testimoni di Geova. A Buenos
Aires si trova la più grande moschea del Sudamerica. Il 18% della popolazione si è dichiarato ateo[28].

La Cattedrale Il Centro culturale La Sinagoga La cattedrale


Metropolitana, islamico Re Fahd, la Centrale. anglicana di San
principale chiesa più grande moschea Giovanni Battista.
cattolica della città. dell'America Latina.

La Cattedrale La Cattedrale di San


Ortodossa situata Giorgio della chiesa
nel barrio di San greco-ortodossa di
Telmo. Antiochia.

Buenos Aires e la politica

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Nel corso del XX secolo Buenos Aires ha visto alternarsi al governo dell'Argentina capi di Stato che
erano espressione a volte di regolari elezioni, a volte di colpi di stato.

Durante la dittatura militare, negli anni dal 1976 al 1983, Buenos Aires ha conosciuto il fenomeno dei
desaparecidos, in cui molti giovani venivano torturati e fatti sparire per l'accusa, molto spesso
infondata, di simpatizzare per la sinistra, considerata ispiratrice del terrorismo.

Parallelamente Buenos Aires è stata teatro di movimenti di piazza, anche rilevanti, pro o contro il
governo del tempo. Ricordiamo le smisurate folle osannanti, che acclamavano il presidente Juan
Domingo Perón e la moglie Evita, ma anche le manifestazioni del gruppo delle Madri di Plaza de
Mayo, costituito da donne che, nell'impossibilità di manifestare altrimenti la loro situazione, si
riunivano nella piazza antistante la Casa Rosada, esponendo in silenzio le foto dei loro cari, dispersi a
causa della repressione militare.

In anni più recenti si sono moltiplicate le manifestazioni dei piqueteros, che protestano per ottenere
aiuti alle persone in difficoltà a causa della disoccupazione e della crisi economica, effettuando blocchi
stradali e altre forme di protesta pubblica.

Particolare rilevanza ha avuto la manifestazione definita cacerolazo (19-21 dicembre 2001), in cui
scese in piazza la classe media, colpita dal blocco dei risparmi bancari, facendo risuonare le pentole di
casa. Il cacerolazo ha provocato la caduta del governo di Fernando de la Rúa.

La Casa Rosada, Il Palazzo Il Palazzo di


residenza del Municipale, situato Giustizia, sede della
Presidente della all'Angolo tra Corte Suprema
Repubblica Avenida de Mayo e Argentina.
Argentina. Plaza de Mayo.

Cultura

Istruzione

Biblioteche

La principale biblioteca della città è la Biblioteca Nazionale, fondata nel 1810 ed ospitata attualmente
in edificio brutalista nel quartiere di Recoleta. Dal 1956 al 1973 ricoprì l'incarico di direttore Jorge
Luis Borges.

Musei

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La città conta più di 140 musei, fra i quali si segnala il Museo Nazionale
delle Belle Arti, che raccoglie più di 12  000 opere fra dipinti, sculture e
arazzi. Espone opere di Francisco Goya, Auguste Renoir, Édouard Manet,
Vincent van Gogh, Claude Monet (fra cui Il ponte di Argenteuil), Pablo
Picasso.

Altri musei espongono soprattutto oggetti relativi all'America Latina, come


il Museo Storico Nazionale, il Museo d'Arte Latinoamericana di Buenos
Aires (MALBA), il Museo d'Arte Ispanoamericana Isaac Fernández Blanco,
il Museo Nazionale delle Arti Decorative, il Museo Mitre e il Museo d'Arte
Moderna di Buenos Aires.

Università La sede della Biblioteca


Nazionale, inaugurata
L'Università di Buenos Aires, una delle migliori istituzioni educative del nel 1992.
Sudamerica, vanta cinque premi Nobel e concede borse di studio statali per
studenti di tutti i paesi[29][30][31].

Fra le università private della capitale argentina figurano la


Universidad Argentina de la Empresa, l'Instituto Tecnológico
de Buenos Aires, la Universidad del CEMA di
macroeconomia, la pontificia università cattolica argentina, la
Universidad de Belgrano, la Universidad del Salvador (gestita
dai gesuiti), la Universidad Austral, l'Università Nazionale di
General San Martín e la Universidad Torcuato di Tella.

La Universidad Nacional de las Artes provvede all'educazione


La Facoltà di Giurisprudenza
nelle arti visive, musicali, audiovisive e dello spettacolo.
dell'Università di Buenos Aires.
Buenos Aires è un centro importante per la psicoanalisi, in
particolare di scuola lacaniana.

Media

Buenos Aires, in quanto capitale dell'Argentina, ospita alcuni dei più importanti mass media del
paese sudamericano. Vi hanno sede cinque delle più importanti reti televisive nazionali: America,
Televisión Pública Argentina, El Trece, El Nueve, Telefe.

Nella capitale argentina si trovano le redazioni di alcuni dei quotidiani e dei periodici più conosciuti e
letti del paese quali: Clarín, La Nación, La Prensa, La Razón, Página/12, La Vanguardia, Crónica,
Ámbito Financiero ed Olé.

Teatri

Buenos Aires ha la vita teatrale più brillante dell'America Latina[32]: ogni fine settimana vengono
messe in scena circa 300 rappresentazioni.

Il teatro dell'opera di Buenos Aires è il teatro Colón, acusticamente considerato uno dei primi cinque
teatri al mondo per la rappresentazione di opere liriche[33].

Fra i teatri di prosa si segnala il Teatro Nacional Cervantes, che ospita la Comedia Nacional Argentina,
ed il Teatro Coliseo, di proprietà dello stato italiano. Molti teatri si affacciano sull'Avenida Corrientes,
come il Teatro Gran Rex, il Teatro Maipo, il Teatro General San Martín.

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Le maggiori orchestre sinfoniche della città sono l'orchestra


sinfonica nazionale argentina e l'orchestra filarmonica di Buenos
Aires.

Il tango

La facciata del Teatro Colón.

La musica simbolo di Buenos Aires e della cultura


argentina in tutto il mondo è il tango. Questo ritmo
nasce su entrambe le sponde del Río de la Plata come
ibrido di altre specie popolari come il candombe, la
Tango in una strada di Buenos Aires milonga, il tango andaluz o la habanera ed è
circoscritto ai gruppi marginali della città. Divenuto
tipico dei bordelli, viene inizialmente rifiutato dalle
classi medie e alte e solo nel 1910, periodo di successo internazionale, il tango verrà accettato per
potere poi divenire una moda nei grandi saloni delle capitali europee.

Un importante contributo al tango è stato dato dagli immigrati italiani, che abitavano nella città sul
finire dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Fra i figli di italiani si annoverano grandi nomi del
tango come Aníbal Troilo, Juan Maglio ''Pacho'', Juan D'Arienzo, Francisco Canaro, Carlos Di Sarli,
Osvaldo Pugliese, Edgardo Donato, Pascual Contursi, Carlos César Lenzi, Juan Bautista Deambrogio.
Lo stesso Astor Piazzolla, sebbene cresciuto a New York, aveva i nonni italiani.

Lingua

Il dialetto spagnolo di Buenos Aires, così come quello di Rosario e


di Montevideo, è detto rioplatense, si caratterizza per il voseo, lo
yeísmo e la aspirazione della s in molte posizioni. Esso è
fortemente influenzato dai dialetti spagnoli dell'Andalusia e di
Murcia.

Il cocoliche[34] è una lingua creola, o pidgin, nata dall'incontro dai


vari dialetti parlati dalle migliaia di immigrati italiani
(principalmente liguri, piemontesi, veneti, calabresi) con i creoli
spagnoli fra il 1870 e il 1970. Negli ultimi decenni del Novecento
esso si è evoluto nel gergo detto lunfardo[35], originato negli
ambienti più poveri ed umili della capitale argentina ed
influenzato dal portoghese, dall'inglese, dal francese, dalle lingue
africane e da quelle nativo-americane. Come altre parlate La statua di Mafalda nel barrio di
originatesi in ambienti popolari, presenta alcune peculiarità, San Telmo
come la creazione di nuovi vocaboli mediante inversione sillabica.
Il lunfardo è stato immortalato in numerosi testi delle canzoni
popolari, in particolare di tango.

Analogamente il belgranodeutsch combina elementi delle lingue tedesca e spagnola. Nei quartieri di
Balvanera e Villa Crespo, diventati alla fine del XIX secolo sede di un'importante comunità ebrea, si è
a lungo parlato lo Yiddish, originario dell'Europa orientale.

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Fumetti

Buenos Aires è il centro creativo e editoriale delle historietas argentine. In particolare, la città fa da
sfondo all'invasione aliena descritta nella saga fantascientifica de L'Eternauta di Héctor Oesterheld e
Francisco Solano López.

Nel secondo dopoguerra si erano trasferiti a Buenos Aires anche alcuni disegnatori italiani
provenienti dall'esperienza della rivista Asso di Picche. In particolare fra il 1948 e il 1959 visse nella
metropoli argentina Hugo Pratt, che proprio qui si affermò definitivamente disegnando Junglemen su
testi di Alberto Ongaro, Sgt. Kirk, Ernie Pike e Ticonderoga su testi di Héctor Oesterheld.

Al popolare personaggio di Mafalda sono dedicati una statua seduta su una panchina e una targa
davanti alla casa in cui Quino inventò il personaggio.

Fileteado

Nato a Buenos Aires verso la fine del XIX secolo come semplice elemento decorativo dei carretti e dei
primi camion, il Fileteado si sviluppa negli anni fino a diventare un vero e proprio stile pittorico,
caratteristico della città.

Cucina

La cucina porteña - La cucina argentina ha subito l'influsso della tradizione italiana, spagnola e
creola. Poiché l'Argentina ha il primato mondiale per la bontà delle sue carni (gli animali vengono
fatti pascolare dai gauchos nella pampa), i piatti tipici sono a base di carne. Ricordiamo l'asado,
grigliata di carne mista che in passato veniva cotta all'aperto direttamente sul fuoco; le empanada,
mezzelune di pasta brisé ripiene di carne di vitello, pollo, prosciutto e formaggio, ecc. Anche il pesce è
molto buono e viene preparato in vari modi. Tra i dolci tipici, ricordiamo gli alfajor e il dulce de leche.

Bevande - I porteños amano bere il mate, una bevanda a base di foglie di ilex paraguariensis che
vengono fatte filtrare attraverso una bombilla. È tradizione passarsi il mate e bere così dalla stessa
bombilla.

Geografia antropica

Suddivisioni amministrative

Quartieri o Barrios

Dal punto di vista amministrativo la città è divisa nei seguenti


quartieri:

Agronomía
Almagro
Balvanera
Barracas
Le vecchie case colorate del
Belgrano
quartiere de La Boca.
Boedo
Caballito
Chacarita
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Coghlan
Colegiales
Constitución
Flores
Floresta
La Boca
La Paternal
Liniers
Mataderos Case nel barrio di Belgrano.
Monte Castro
Monserrat
Nueva Pompeya
Núñez
Palermo
Parque Avellaneda
Parque Chacabuco
Parque Chas
Parque Patricios
Puerto Madero
Avenida de Mayo, barrio di
Recoleta Monserrat.
Retiro
Saavedra
San Cristóbal
San Nicolás
San Telmo
Vélez Sársfield
Versalles
Villa Crespo
Villa del Parque
Villa Devoto
Barrio di Puerto Madero.
Villa Gral. Mitre
Villa Lugano
Villa Luro
Villa Ortúzar
Villa Pueyrredón
Villa Real
Villa Riachuelo
Villa Santa Rita
Villa Soldati
Villa Urquiza

Barrios tradizionali

Ci sono anche dei quartieri non riconosciuti amministrativamente come quartieri ma definiti come
tali dalla consuetudine degli abitanti di Buenos Aires.

Abasto

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El Bajo
Bajo Flores
Barrio Caferatta
Barrio Norte
Barrio Parque
Belgrano C
Belgrano R
Botánico
La Calabria
Las Cañitas
Ciudad Deportiva de Boca Juniors
Ciudad Oculta
Ciudad Universitaria
Congreso
Microcentro
Once
Pacífico
Palermo Viejo
Palermo Soho
Palermo Hollywood
Parque Centenario
El Pilar
El Socorro
Tres Esquinas
Tribunales
Villa Malcolm

Infrastrutture e trasporti

Aeroporti

Buenos Aires è servita dall'aeroporto internazionale Ministro Pistarini (EZE), situato a 35  km a
sudovest della città nel sobborgo di Ezeiza, e dall'aeroparque Jorge Newbery (AEP), situato nel
quartiere di Palermo, dove arrivano voli dal resto dell'Argentina e voli internazionali provenienti
dall'Uruguay, dal Brasile, da Santiago del Cile e da Asunción.

Ferrovie

La città è il punto di confluenza delle reti ferroviarie argentine, un tempo capillarmente diffuse in
tutto il paese, ma ora in rapido degrado dopo la privatizzazione e la divisione dell'azienda statale
Ferrocarriles Argentinos avvenuta nel 1993. Ciò nonostante il sistema ferroviario cittadino trasporta
ogni giorno oltre 1,3 milioni di pendolari. Dalla capitale possono essere raggiunte anche destinazioni a
lungo raggio, come Rosario e Tucumán. Le linee che formano la rete ferroviaria cittadina e suburbana
sono: la linea Belgrano Norte, la linea Belgrano Sur, la linea Roca, la linea San Martín, la linea
Sarmiento, la linea Mitre e la linea Urquiza. La gestione del trasporto passeggeri su queste linee è
effettuata dalla compagnia statale Ferrocarriles Argentinos, fatta eccezione per la Belgrano Norte e la
Urquiza dove operano rispettivamente le compagnie private Metrovías e Ferrovías. La città dispone di
sei grandi stazioni ferroviarie di testa adibite al traffico a breve e a lungo raggio: Constitución, Retiro
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Mitre, Retiro Belgrano, Retiro San Martín, Federico Lacroze e


Once.

Metropolitana

La metropolitana di Buenos Aires è stata aperta nel 1913 ed è la


più antica dell'Emisfero sud e dell'America latina. Il sistema
metropolitano cittadino è costituito da sei linee sotterranee e da
una di superficie. È lungo 61,3  km e dispone di 103 stazioni Treno in partenza dalla stazione di
Retiro Mitre.
(includendo il Premetro).

Le stazioni della linea più antica del sistema


metropolitano, la linea A, conservano ancora le
decorazioni della Belle Époque, mentre i
caratteristici convogli noti come Las Brujas sono
stati sostituiti nel 2013.

Autobus

Buenos Aires è servita anche da una rete di 137 linee


Treno della Metropolitana nella stazione di San
di autobus (Colectivos) in funzione 24 ore al giorno, José de Flores, Linea A.
7 giorni su 7, gestita da compagnie private. È attiva
in città dal 2011 anche una rete di quattro linee Bus
Rapid Transit chiamata Metrobus[36]. Questa nuova alternativa ha
rappresentato un'importante novità grazie alla modernità dei
mezzi e all'uso di corsie preferenziali sulle grandi arterie
cittadine, garantendo così una maggior rapidità ed efficacia del
trasporto pubblico locale su gomma.

Porti

Il porto cittadino è il principale scalo marittimo del paese nonché


Treno della Metropolitana nella
uno dei principali di tutto il Sudamerica. È situato nel quartiere di
stazione di San José de Flores,
Retiro e è connesso al sistema stradale e ferroviario della capitale.
Linea A.
Buenos Aires è unita con i porti uruguaiani di Colonia del
Sacramento e Montevideo grazie a un servizio di traghetti operato
da alcune compagnie private.

Amministrazione

Gemellaggi

Buenos Aires è gemellata con le seguenti città:[37]

Pechino, dal 1993[38]


Bergamo
Berlino, dal 1994[39][40]
Bilbao, dal 1992
Brasilia[41]
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Cadice
Cagliari
Erevan, dal 2000[42]
Guadix[43]
Il Cairo[43]
Miami
Mosca[43]
Palermo, dal 2014 Napoli, dal 2018
Osaka
Oviedo, dal 1983
Parigi[44]
Praga
Salamanca
Santiago di Compostela
San Paolo[45][46]
Siviglia[47]
Tel Aviv, dal 1976 Caracas, dal 1982
[43]
Varsavia
Vigo
Barranquilla Zagabria, dal 1998[48]

Sport

Calcio

Il calcio è lo sport più popolare in Argentina e Buenos Aires ha la più alta concentrazione di club di
ogni città del mondo con 24 squadre professionistiche[49]. La stracittadina fra le due maggiori squadre,
il River Plate e il Boca Juniors, è chiamato il Superclásico.
Il River Plate gioca nello stadio
monumentale Antonio Vespucio Liberti, detto El Monumental, nel barrio di Belgrano. In questo
stadio si è anche disputata la finale del mondiale argentino il 25 giugno 1978. Il Boca Juniors disputa
invece le sue partite interne nello stadio Alberto José Armando, popolarmente chiamato La
Bombonera, situato nel quartiere de La Boca.

Le altre squadre cittadine che militano nella Primera División sono quattro.
L'Argentinos Juniors
gioca nello stadio Diego Armando Maradona nel barrio residenziale di La Paternal.
L'Huracán,
squadra del popolare quartiere di Parque Patricios, disputa i suoi incontri interni nello stadio Tomás
Adolfo Ducó.
Il San Lorenzo, società del quartiere di Boedo, gioca nello stadio Pedro Bidegain.
Il Vélez
Sarsfield gioca nello stadio José Amalfitani nel barrio di Liniers.

In altre divisioni militano l'All Boys, il Nueva Chicago e il Ferro Carril Oeste.
Grande rivalità con le
squadre delle città satelliti di Avellaneda che sono Racing Club e Independiente e di La Plata che sono
Estudiantes e Gimnasia La Plata.

Automobilismo

Il circuito di Buenos Aires ha ospitato le 21 edizioni del Gran Premio d'Argentina di Formula 1 fra il
1953 e il 1998. Buenos Aires è stata anche la località di partenza e di arrivo del Rally Dakar nel 2009,
2010, 2011 e 2015.

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Rugby

Il rugby è molto popolare a Buenos Aires, specialmente nei quartieri eleganti della parte
settentrionale della città. La locale squadra dei Jaguares è la squadra argentina che partecipa al
torneo Super Rugby. Le squadre più prestigiose del campionato provinciale bonearense sono il Club
Atlético de San Isidro e il San Isidro Club. La nazionale argentina di rugby disputa a Buenos Aires le
proprie gare.

Sport equestri

La passione degli argentini per i cavalli si manifesta in vari modi: nell'ippica all'Hipódromo Argentino
de Palermo, nel polo sul Campo Argentino de Polo e nel pato, una sorta di pallacanestro giocata a
cavallo e che è stata dichiarata sport nazionale argentino nel 1953.

Tennis

Guillermo Vilas e Gabriela Sabatini furono grandi tennisti negli anni settanta e ottanta[50] e resero
popolare il tennis in Argentina. Vilas vinse gli Open di Buenos Aires varie volte negli anni settanta. Gli
Open di Buenos Aires si giocano sui campi di terra rossa del Buenos Aires Lawn Tennis Club, nel
quartiere di Palermo, generalmente nel mese di febbraio.

Note
1. ^ Argentina: Provinces and Agglomerations, su citypopulation.de. URL consultato il 20 ottobre 2015.
2. ^ bonaerense, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
3. ^ portegno, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
4. Colin M. Lewis, Argentina: A Short History, Oxford, Oneworld Publications, 2002, ISBN 1-85168-
300-3.
5. ^ Argentina Buenos Aires: movida porteña (es) (https://www.latitudeslife.com/2019/03/argentina-b
uenos-aires-movida-portena/) Latitudeslife.com
6. Población estimada al 1 de julio de cada año calendario por sexo, según comuna. Ciudad
Autónoma de Buenos Aires. Años 2010-2025 (XLS), INDEC. URL consultato il 23 aprile 2016 (archiviato
dall'url originale il 12 giugno 2015).
7. Vienna tops Mercer’s 20th Quality of Living ranking, Mercer. URL consultato il 15 aprile 2018.
8. ^ Natasha Niebieskikwiat, Argentina fue elegida sede del G-20 para 2018, su clarin.com. URL
consultato il 30 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2016).
9. ^ (EN) Global Cities Present and Future - GCI 2014 (PDF), Atkearney.com. URL consultato il 16 gennaio
2015 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
10. ^ 2018 Quality of Living City Rankings, Mercer. URL consultato il 15 aprile 2018.
11. ^ Listado de Terremotos Históricos, Instituto Nacional de Prevención Sísmica, 9 marzo 2009.
12. ^ Cambio climático, Capítulo 2: Impacto en la ciudad de Buenos Aires (http://estatico.buenosaires.
gov.ar/areas/med_ambiente/apra/des_sust/archivos/pacc/cap2_pacc_ba3030.pdf) Archiviato (http
s://web.archive.org/web/20160304055028/http://estatico.buenosaires.gov.ar/areas/med_ambiente/
apra/des_sust/archivos/pacc/cap2_pacc_ba3030.pdf) il 4 marzo 2016 in Internet Archive..
Gobierno de la Ciudad de Buenos Aires. Consultado el 31 de enero de 2011.

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21/6/2021 Buenos Aires - Wikipedia

13. ^ Università di Buenos Aires:


(ES) Temperatura maxima media, Departamento de Ciencias de la Atmósfera y los Océanos,
University of Buenos Aires. URL consultato il 13 settembre 2015.
(ES) Temperatura Media, Departamento de Ciencias de la Atmósfera y los Océanos, Università
di Buenos Aires. URL consultato il 13 settembre 2015.
(ES) Temperatura Mínima Media, Departamento de Ciencias de la Atmósfera y los Océanos,
Università di Buenos Aires. URL consultato il 13 settembre 2015.
(ES) Precipitación media mensual, Departamento de Ciencias de la Atmósfera y los Océanos,
Università di Buenos Aires. URL consultato il 13 settembre 2015.
(ES) Días con precipitación, Departamento de Ciencias de la Atmósfera y los Océanos,
Università di Buenos Aires. URL consultato il 13 settembre 2015.
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Voci correlate
Metropolitana di Buenos Aires
Grande Buenos Aires
Settimana della moda di Buenos Aires
I Giochi panamericani
Fileteado
Miracoli eucaristici di Buenos Aires

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Collegamenti esterni

(ES) Sito ufficiale, su buenosaires.gob.ar.


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(EN) Buenos Aires, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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VIAF (EN) 155960902 (https://viaf.org/viaf/155960902) · ISNI (EN) 0000 0001 2359 4874
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bnf.fr/ark:/12148/cb118659776) · NDL (EN, JA) 00629137 (https://id.ndl.go.jp/auth/ndlna/0
0629137) · WorldCat Identities (EN) viaf-155960902 (https://www.worldcat.org/identities/v
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