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Astor Piazzolla
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Mar del Plata, sua città d'origine, gli ha reso omaggio Jazz
Indice
Biografia
La musica
Discografia
Edizioni musicali
Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia
Nacque da genitori di origine italiana: il padre, Vicente Piazzolla (chiamato "Nonino" dai figli di
Astor), era figlio di Pantaleone, un pescatore nativo di Trani in Puglia, che emigrò in Argentina dopo il
naufragio della sua imbarcazione[5]; la madre, Asunta Manetti (Assunta), era invece nativa di Massa
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Astor Bolognini, violinista di successo in America del Nord. Nacque con un importante difetto alla
gamba destra, il piede equino, per cui fu sottoposto a numerosi interventi chirurgici[5] mentre il padre
lo stimolava continuamente a esercitarsi in più discipline per compensare il difetto fisico[5].
Verosimilmente dovette aver problemi nelle relazioni coi coetanei in giovane età, sia per il problema
alla gamba sia per il suo carattere focoso e irascibile[5].
La famiglia si trasferì più volte e sia il padre sia
la madre cambiarono spesso città e lavoro.
Figlio unico, nel 1925 si trasferì con la famiglia a New York dove
visse fino a 16 anni[7].
All'età di 8 anni ricevette in regalo dal padre
un bandoneon e iniziò a strimpellare da autodidatta, incoraggiato
dal padre, appassionato di musica, che suonava fisarmonica e
chitarra[5].
Nel 1930, stante la recente crisi economica americana,
la famiglia si trasferì per nove mesi a Mar del Plata dove Astor
prese lezioni di musica da vari insegnanti (tra cui Libero e
Homero Paoloni)[5] per poi tornare a New York dove proseguì gli
studi dello strumento e iniziò a suonare in vari gruppi e anche da
solo.
Fondamentale in quegli anni fu l'amicizia con Carlos Gardel, Astor Piazzolla a "Canal 13" nel
famoso cantante e attore, che lo incoraggiò a proseguire con la 1963
musica e gli trovò piccoli ingaggi; lo invitò anche in un tour nei
Caraibi ma il padre di Astor rifiutò di mandarlo per via della sua
giovane eta'[8], salvandogli la vita perché Carlos morì durante il tour in un incidente aereo
all'aeroporto di Medellin.
Nel 1937 la famiglia si trasferì nuovamente a Mar del Plata, dove Astor si
appassionò definitivamente al tango, pur non amandolo troppo (almeno quello tradizionale,
esclusivamente da ballo) e tentando fin da subito di creare un suo stile. Negli anni successivi ebbe
relazioni con diversi musicisti (tra i quali Nestor Romano, Luis Savastano e soprattutto Miguel Calò
che raggiunse a Buenos Aires nel 1939)[5].
Negli anni di Buenos Aires creò la Orquestra tipica de Astor
Piazzolla, conosciuta meglio come Orquesta de 1946.
Negli anni '50 scrive molta musica sinfonica e
colonne sonore per numerosi film, abbandonando il bandoneon per dedicarsi alla musica colta.
Nel
1953 con la sinfonia Buenos Aires vince il Premio Sevitzky (dal direttore Fabien Sevitzky che con una
una borsa di studio gli permette di trasferirsi a Parigi e rimanervi circa un anno, studiando
soprattutto con Nadia Boulanger che lo indirizzò nuovamente verso il tango, per poi tornare a Buenos
Aires dove nel 1955 fondò il gruppo Octeto Buenos Aires dedicandosi al tango nuovo che da allora
diventò il suo genere caratteristico e gli attirerà severe critiche malgrado le quali la sua fama diventerà
sempre maggiore portandolo a spostarsi e a suonare in gran parte del mondo.
Nel 1958 tornò a New
York, chiamando poi a sé la famiglia, e lì rimase fino al 1960 entrando in contatto con molti artisti e
compositori, tra cui Stravinskij; in quel periodo gli giunse la notizia della improvvisa morte del padre,
il 13 ottobre 1959, e compose uno dei suoi pezzi più famosi, Adiós Nonino. A New York Astor non
ottenne il successo che si aspettava e nel 1960 tornò a Buenos Aires dove creò un quintetto (Quinteto
nuevo tango) che sarà più volte modificato cambiando o aggiungendo artisti (per esempio: Octeto
Buenos Aires), con cui si esibì in molti locali alternando le attività di arrangiatore e compositore.
Nel
1966 si separò dalla moglie.
Dal 1967, in collaborazione con Horacio Ferrer, compose alcune delle sue
opere più famose (Maria de Buenos Aires, Balada para un loco, Chiquilín de Bachín) suonando in
moltissimi locali.
Nel 1971 si trasferì in Europa con la nuova compagna Amelita e al ritorno ampliò
nuovamente il Quinteto in Noneto (Conjunto 9), continuando a girare il mondo e a produrre opere.
Nel 1973 ebbe un infarto da cui si riprese abbastanza bene, per poi trasferirsi per qualche tempo a
Roma (dove aveva avuto in passato contatti con molti artisti famosi) dove incise Libertango, conobbe
Gerry Mulligan con cui collaborò negli anni successivi durante i quali si interessò molto alla musica
elettronica, collaborando anche col figlio Daniel[5].
Negli anni successivi si stabilì a Parigi,
continuando a comporre e a girare il mondo per concerti e contatti di lavoro, per poi tornare in
Argentina nel 1978, dove ricostruì il quintetto, e nel 1980 di nuovo a Parigi.
Nel 1983 morì Nonina, la
madre Asunta. Negli anni successivi si trasferì più volte, suonando in molte parti del mondo e
collaborando con numerosi artisti (tra cui Milva). Fu in quel periodo che la sua salute ebbe un
tracollo, per problemi vascolari agli arti (soprattutto alla gamba malata) e al cuore: soffriva di
fibrillazione atriale ed ebbe un intervento di bypass nel 1988.
Recuperata in breve una certa forma
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fisica, riprese l'attività artistica con un sestetto, ma negli anni successivi i ritmi di vita e la fatica lo
deteriorarono progressivamente, costringendolo nel 1990 a interrompere il tour. Dopo pochi mesi,
ebbe un ictus che esitò in una emiparesi e in uno stato di coma da cui si riprese parzialmente poche
settimane dopo. La compagna, visto il desiderio espresso da Astor di morire nel suo Paese, provvide a
trasferirlo in Argentina dove, per il ripetuto aggravarsi delle condizioni fisiche, morì il 4 di luglio del
1992.
Conosciuto nella sua terra natale come El Gran Astor o El Gato (il Gatto, per la sua abilità e ingegno),
è considerato tra i più importanti musicisti di tango della seconda metà del XX secolo (Carlos Gardel è
il più importante della prima metà). Fu una figura controversa nei confronti degli argentini, sia
musicalmente sia politicamente[9].
La sua musica ha ottenuto consensi in Europa e in America del Nord prima che nel suo Paese e la
rivoluzione che ha apportato a questa forma musicale tradizionale lo ha allineato, forse
inevitabilmente, a coloro che volevano fare anche altri cambiamenti nella società argentina.
La musica
Il nuevo tango di Piazzolla si differenzia dal tango tradizionale perché incorpora elementi presi dalla
musica jazz e fa uso di dissonanze e altri elementi musicali innovativi; Piazzolla ha inoltre introdotto,
a partire dal "Conjunto Electronico", l'uso di strumenti che non venivano utilizzati nel tango
tradizionale, come l'organo Hammond, il flauto, la marimba, il basso elettrico, la batteria, le
percussioni, la chitarra elettrica. Con questo organico, integrato dalla sezione d'archi, nel maggio
1974, grazie a una intuizione del suo manager e produttore storico, Aldo Pagani, ha realizzato a
Milano l'album Libertango, uno dei suoi dischi più noti. L'orchestra, formata da musicisti italiani,
comprendeva due tra i più apprezzati esecutori del periodo, che l'avrebbero in seguito accompagnato
in altre significative avventure musicali: Pino Presti al basso elettrico e Tullio De Piscopo alla
batteria.[10][11]
Le sue sterminate composizioni includono lavori per orchestra, come il Concierto para bandoneón,
orquesta, cuerdas y percusión, il Doble-concierto para bandoneón y guitarra, i Tres tangos
sinfónicos e il Concierto de Nácar para 9 tanguistas y orquesta; inoltre opere per chitarra classica
solista, come i Cinco piezas, e varie altre composizioni che sono ancora oggi dei classici del tango per
il pubblico argentino, come Balada para un loco e Adiós Nonino, dedicata al padre, in occasione della
morte di costui (nell'Argentina, l'impatto dell'immigrazione italiana fa sì che il termine spagnolo
"abuelo/a", che significa "nonno/a", venga spesso sostituito da "nono/a", ovvero dal diminutivo,
"nonino/a").
I biografi calcolano che Piazzolla abbia scritto circa 3.000 brani e ne abbia registrati circa 500.
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Il giorno 11 agosto 2013 è stata inaugurata una piazzetta nel centro di Massa Sassorosso intitolata
“Largo Astor Piazzolla” a poca distanza dalle abitazioni nelle quali vissero i nonni di Astor e davanti
alla chiesa dove si sposarono. Nella piazza è stata collocata un'opera donata dal Museo del Parco di
Portofino.
Discografia
Questa discografia comprende solo le registrazioni prodotte in vita. I dischi postumi non sono
menzionati. (da wiki.fr)
Historia del Tango Vol 1. La guardia Vieja (1967) (litografia di Hetty Krist)
Edizioni musicali
Histoire du tango, per flauto e chitarra, Editions Henry Lemoine, 24810 H.L., ISMN M-2309-4810-
4
Tango-Études, per flauto (o violino), 24897 H.L., ISMN M-2309-4897-5
Tango-Études (ou "Études tanguistiques"), trascrizione per pianoforte di Kyoko Yamamoto, 28462
H.L., ISMN M-2309-8462-1
Note
1. ^ (ES) Piazzolla es la última mutación del tango, in La Capital, 17 giugno 2008. URL consultato l'8
ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2012).
2. ^ (ES) Oscar Kreimer: “Piazzolla es el músico más importante de este país”, in La Capital, 6
gennaio 2012. URL consultato l'8 ottobre 2012.
3. ^ (ES) Diez años sin Astor Piazzolla, in BBC Mundo, 4 luglio 2002. URL consultato l'8 ottobre 2012.
4. ^ (ES) 20 años sin Astor Piazzolla, in 26 Noticias, 4 luglio 2012. URL consultato l'8 ottobre 2012.
5. Maria Susanna Azzi, Astor Piazzolla, una vita per la musica, Livorno, Sillabe, 2021, ISBN 978-88-
3340-226-0.
6. ^ Luca Dini Astor Piazzolla aveva nelle vene sangue garfagnino, Il Tirreno, 22 giugno 2012 (http://i
ltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2012/06/22/news/astor-piazzolla-aveva-nelle-vene-sangue-garfag
nino-1.5305563)
7. ^ "Huellas de Piazzolla en las calles de Nueva York", Articolo del quotidiano La Naciòn del
18/11/2007 (http://www.lanacion.com.ar/nota.asp?nota_id=963184)
8. ^ Intervista col figlio Daniel EMA Vinci official, Astor Piazzolla, una vita per la musica, su youtube,
11 marzo 2021.
9. ^ dal libro "Tango Y Tangueros" di Silverio Valeriani, 2008 (http://books.google.it/books?idDmaSId
b3k68C&pg=PA49&dq=astor+piazzolla+figura+controversa&cd=1#v=onepage&q=astor%20piazzo
lla%20figura%20controversa&f=false)
10. ^ Paolo Galassi, Piazzolla, note segrete, La Repubblica, 5 marzo 2021. URL consultato il 7 marzo
2021.
https://it.wikipedia.org/wiki/Astor_Piazzolla 5/7
21/6/2021 Astor Piazzolla - Wikipedia
11. ^ (ES) Enrique Alberto Fraga, Piazzolla y el jazz: libertad, rebeldía y creación, La Nación, 6 marzo
2021. URL consultato il 7 marzo 2021.
12. ^ AbcTango - Discografía de Astor Piazzolla, su abctango.com. URL consultato il 18 ottobre 2010
(archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2009).
13. ^ Astor Piazzola International Airport, Argentina (http://www.internationalaircharter.com/airports/bu
enos-aires-province/mar-del-plata/astor-piazzola-international-airport/ap5847/)
Voci correlate
Aníbal Troilo
Hugo Aisemberg
Edmundo Rivero
Amelita Baltar
Gerry Mulligan
Pino Presti
Tullio De Piscopo
Hugo Heredia
Mina
Milva
María de Buenos Aires
Nadia Boulanger
Colette Maze
Nadia Boulanger (nella foto con
Igor Stravinsky) ebbe un ruolo
Altri progetti determinante per l'evoluzione
artistica di Astor Piazzolla
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selang=it) contiene immagini o altri file su Astor Piazzolla (http
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Collegamenti esterni
https://it.wikipedia.org/wiki/Astor_Piazzolla 6/7
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Intervista audio a Laura Piazzolla, vedova di Astor, su dacapoalfine.it. URL consultato il 21 gennaio
2008 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2008).
Astor Piazzolla, passione e rivoluzione (http://quinteparallele.net/2017/06/15/astor-piazzolla-passi
one-e-rivoluzione/)
VIAF (EN) 103647944 (https://viaf.org/viaf/103647944) · ISNI (EN) 0000 0001 2032 078X
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