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Megalopoli

La megalopoli è un'area molto vasta a dimensione regionale


urbanizzata, dove diverse aree metropolitane si uniscono e si
amalgamano in un continuo ambiente costruito di grande
dimensione. Il nuovo insieme assume i caratteri di una diversa e
più ampia struttura urbana legata ed interconnessa. Il termine
megalopoli deriva da un'antica cittadina greca in Arcadia
(Peloponneso) e fu ripreso da Jean Gottmann, uno studioso di
geografia, nel 1957.
DESCRIZIONE:
Nelle megalopoli i geografi riconoscono qualità urbane più
evolute, derivanti dalla grandissima concentrazione di funzioni e
azioni sempre più specializzate. Nella definizione originaria di
Gottmann, essa ha una struttura polinucleare, specializzata e a
"nebulosa", con una popolazione complessiva di almeno 20
milioni di abitanti e non presuppone un continuum edificato, ma
comprende al proprio interno anche aree agricole e foreste. Il
primo caso di megalopoli fu studiato infatti dal Gottmann lungo
la fascia costiera urbanizzata nord-orientale degli Stati Uniti
d'America che si estende da Boston a Washington D.C.. Questa è
l'area di più antica urbanizzazione degli Stati Uniti, che
corrisponde all'incirca al territorio delle originarie colonie
fondatrici dello stato americano. In essa si concentrano, nei suoi
centri urbani principali come New York, Washington, Baltimora,
Filadelfia, Boston, funzioni altamente evolute e specializzate
proprie della società postindustriale. Si crea in questo modo una
nuova forma di agglomerato urbano continuo, in cui la
successione di queste aree metropolitane viene divisa solo da
piccole zone boschive, che si frappongono simbolicamente alla
continuità dell'urbano. Sempre secondo le teorie di Gottmann
questa particolare area dell'America del nord andava a formare
un grande agglomerato urbano con 40 milioni di abitanti e con
una estensione di 700 km; Altre megalopoli furono di seguito
identificate e analizzate da altri studiosi negli anni sessanta e
settanta: Kostantinos Apostolos Doxiadis studiò la megalopoli dei
Grandi Laghi, Peter Hall la megalopoli inglese, Isomura e altri la
megalopoli giapponese del Tōkaidō, altri studiosi italiani la
megalopoli mediterranea. Più di recente una megalopoli fu
riconosciuta nel conglomerato urbano popolato da diverse decine
di milioni di abitanti che si espande su un vastissimo territorio, da
Londra, in Inghilterra alla pianura padana centro-occidentale,
passando per il Benelux, il conglomerato svizzero Ginevra-Berna-
Zurigo, ed il bacino tedesco della Ruhr. Questa entità geografica è
stata chiamata "dorsale europea", a causa della posizione
centrale nel continente, o, da Roger Brunet all'inizio degli anni
novanta, "Banana blu" per via della forma con cui appare nelle
immagini satellitari. Molti studiosi allargano concettualmente le
propaggini dell'area metropolitana interessata fino alle Midlands
Occidentali inglesi, alla Francia settentrionale e Francoforte. La
super-regione europea costituisce il motore politico ed
economico dell'Unione europea e domina le zone periferiche,
meno dinamiche in termini demografici.
Definizione di metropoli, megacittà e megalopoli:
Nel 2004 19 metropoli hanno registrato una popolazione di oltre
10 milioni di abitanti, guadagnandosi il titolo di megacittà. Nel
1900 non esistevano centri di dimensioni analoghe. Ne consegue
che il notevole aumento della popolazione mondiale nel corso dei
secoli ha implicato un forte incremento anche della componente
urbana: quest’ultima, infatti, è passata dal 2% nel 1800 a oltre il
48% nel 2004. La percentuale di popolazione urbana è cresciuta
ovunque in misura rilevante, poiché il fenomeno
dell’urbanizzazione si è diffuso a tutte le aree del globo. L’entità
della crescita urbana varia da continente a continente e da
regione a regione, ma quasi tutti i Paesi evidenziano due elementi
comuni: la percentuale di persone che abitano in città è in
aumento e le dimensioni della città tendono a crescere. Perciò, la
maggioranza della popolazione mondiale sarà presto costituita da
residenti in città. Secondo le Nazioni Unite entro il 2030 si
raggiungerà la quota del 60% della popolazione mondiale nelle
maggiori città. La crescita urbana avverrà in prevalenza nei Paesi
a basso e medio reddito; ma anche in quelli a reddito elevato –
dove i tassi di crescita della popolazione sono bassi o negativi – si
registrerà un’espansione legata all’afflusso di emigranti
internazionali alla ricerca di opportunità per migliorare le proprie
condizioni. In quest’ultimo caso vi sarà anche un incremento
dell’eterogeneità culturale delle popolazioni urbane che imporrà
ad amministrazioni locali e centrali di predisporre idonei
strumenti per l’integrazione. Il risultato, ovunque, è un crescente
multiculturalismo urbano, con connessi problemi di
frammentazione sociale e segregazione delle minoranze,
isolamento e povertà, specie nelle maggiori città degli Stati di
destinazione.
Con il termine megacittà ci si riferisce ad aggregazioni urbane che
superano i 10 milioni di abitanti. Il termine fu coniato negli anni
Settanta del secolo scorso dalle Nazioni Unite. L’emergere del
fenomeno delle megacittà incluse, agli inizi del decennio
successivo, a formulare previsioni pessimistiche secondo le quali
questo tipo di aggregazioni sarebbe stato destinato a dominare la
struttura urbana su scala planetaria e a distorcere le economie e
le gerarchie fra città in tutti i Paesi. L’ONU previde che nel 2015
sarebbero esistite 22 città con 10 milioni di abitanti o più. Tali
previsioni sono esagerate. Infatti, l’iniziale rapida espansione di
molte megacittà è andata rallentando e ora alcune di quelle più
grandi potrebbero essersi stabilizzate o addirittura vender
scendere la propria popolazione. Quando importanti complessi
metropolitani separati, qualunque sia la loro dimensione, si
espandono lungo le strutture di trasporto da cui sono collegati, è
possibile che alla fine si incontrino e si uniscano in
corrispondenza dei rispettivi margini esterni, creando le ampie
regioni metropolitane o conurbazioni. Nelle aree dove è emerso
questo modello sempre più diffuso, il paesaggio urbano non può
più essere descritto come un’area dai confini ben definibili e
chiaramente distinguibili dai territori agricoli interposti alle altre
unità urbane. Occorre piuttosto riconoscere la presenza di vaste
regioni di urbanizzazione continua, formate da più centri che si
sono uniti in corrispondenza dei rispettivi margini.Il termine
megalopoli designa la principale conurbazione presente in
Nordamerica, una fascia urbana quasi continua che si estende da
nord di Boston (Maine meridionale) fino a sud di Washington D.C.
(Virginia meridionale). Al di fuori del Nordamerica gli esempio di
conurbazioni sono numerosi e in aumento, presenti ancora in
prevalenza nelle aree più industrializzate dell’Europa, come Parigi
e Londra, e dell’Asia orientale, come Tokyo, ma in via di
diffusione anche in altre regioni del mondo, dove aggregati
urbani e megacittà sono comparsi in Paesi in via di sviluppo
ancora principalmente rurali dal punto di vista residenziale.
Le radici delle principali città moderne risalgono ad aggregazioni
di case che hanno rappresentato ovunque la regola nella
costituzione di un insediamento urbano. L’uomo, infatti, ha un
istinto che lo induce a socializzare e cooperare. Persino i
cacciatori e i raccoglitori dell’età della pietra vivevano e
lavoravano in gruppo, anziché come singoli individui o famiglie
isolate. Le culture primitive avevano carattere comunitario al fine
di garantire la protezione, la collaborazione nell’affrontare gli
sforzi, la condivisione dei compiti in base all’età e al sesso, e per
svariate altre ragioni psicologiche e sociali. Abitare in comune
divenne la regola quasi universale con l’avvento dell’agricoltura
stanziale, ovunque quest’ultima si sviluppasse, e il villaggio
diventò la struttura tipica in cui era organizzata la società umana.

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