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Letteratura latina
L’elegia è un genere letterario di
origine greca; una volta trapiantato
a Roma , viene
rinnovato e assume caratteristiche
specifiche, differenziandosi dai
modelli. È un
componimento poetico
caratterizzato dall’uso di un metro
preciso, il distico elegiaco,
costituito da un esametro e un
pentametro.
L’ELEGIA DI ETA’ AUGUSTEA :
POESIA D’AMORE
L’elegia latina è una creazione
originale che si differenzia dalla
tradizione greca, in
primo luogo per quanto riguarda il
tema: mentre l’elegia greca si
caratterizza per una
notevole varietà tematica, quella
latina si contraddistingue per
trattare un unico
argomento, quello amoroso.
L’elegia latina conobbe uno
sviluppo intenso ma
breve,collocabile in pochi decenni
compresi nell’epoca augustea. La
seconda metà del
I secolo a.C. è, infatti, il periodo di
massima fioritura dell'elegia. Nel
mondo latino,
l’elegia trova i suoi massimi
rappresentanti in 4 autori, tutti
vissuti nell’età augustea:
Cornelio Gallo ,Tibullo, Properzio e
Ovidio.
Cornelio Gallo fu considerato già
dagli antichi l’iniziatore del genere
elegiaco nella
letteratura latina, proprio per aver
conferito all’elegia romana i suoi
tratti più
caratteristici:
1. L’argomento amoroso (viene
raccontata una storia d’amore
attraverso diversi
componimenti)
2. Il carattere autobiografico e
soggettivo (l’autobiografismo è
sempre filtrato dal
punto di vista letterario)
3. Una forte passionalità
4. La forma raffinata ed elegante (lo
stile è semplice, limpido ed
elegante)
“L’AMORE NELLA POESIA
ELEGIACA”
L’amore è descritto come
un’esperienza totalizzante, ma non è
quasi mai gioioso, anzi
è per lo più fonte di sofferenza: il
rapporto del poeta con l’amata è,
infatti, di
sottomissione alla donna, concepita
come domina (“signora, padrona”)
capricciosa,
crudele e infedele, per cui la
relazione amorosa è un servitium
amoris (“schiavitù
d’amore”). Oltre a tradire e far
ingelosire l'amante, la donna gli si
concede a fatica: è
topica l’immagine dell'innamorato
respinto che si duole, di fronte alla
porta chiusa, per
la crudeltà dell'amata. La donna
amata, inoltre, è sempre evocata con
uno pseudonimo.
Non a caso, l'elegia latina è
generalmente interpretata come un
canto di lamento, tanto
che il poeta Ovidio, in una sua
opera, la definisce “flebile carmen”.
“LA COMPONENTE
SOGGETTIVA”
Nella poesia elegiaca le reali
esperienze di vita del poeta sono
sempre rielaborate e
filtrate da un punto di vista
letterario: le sue vicende personali
sono rievocate, infatti,
attraverso schemi, immagini e
motivi stereotipati. Le circostanze
reali si mescolano
indissolubilmente a elementi
inventati, fittizi e convenzionali.
Non dobbiamo quindi
lasciarci ingannare dal carattere
soggettivo del genere elegiaco, che
sembra darci una
forte impressione di
autobiografismo: per una corretta
lettura di questi testi, non
bisogna mai dimenticare che colui
che parla in prima persona (l’io
lirico) è un
personaggio letterario, che sarebbe
sbagliato sovrapporre e identificare
con l’autore in
carne ed ossa.
Possiamo definirlo un autore
“cancellato dalla storia”, dal
momento che di lui abbiamo
pochissime notizie e quasi nulla ci è
pervenuto della sua opera. Per
motivi a noi ignoti,
cadde in disgrazia presso
l’imperatore Augusto, il quale lo
condannò all’esilio e alla
damnatio memoriae. Per questo
motivo il poeta si suicidò. Fu autore
di una raccolta di
elegie dal titolo “Amores” (di cui si
conservano solo pochi frammenti),
dove canta la
sua passione per Licoride. Licoride
è uno pseudonimo dietro al quale si
celava un
donna reale, una liberta e attrice di
mimi di nome Volumnia (amante
anche di altri
celebri personaggi come Bruto e
Marco Antonio). Secondo i canoni
dell’elegia,
Licoride è descritta come una donna
spietata, a cui il poeta dedica tutte le
sue
attenzioni ricevendo in cambio solo
frustrazione.
“LE TRACCE DI GALLO IN
ALTRI POETI LATINI”
L’immagine del poeta Cornelio
Gallo innamorato che soffre per
amore ed è vittima di
una passione infelice è presente
nella X Bucolica di Virgilio (del
quale fu amico): il
poeta elegiaco, protagonista della
bucolica, è confortato dai pastori
per le sue pene
d’amore e perfino alberi e piante
piangono con lui. Gallo afferma che
preferirebbe
dilettarsi con i pastori dedicandosi
alla poesia bucolica, ma conclude
che non gli è
possibile, perché “l’amore vince
ogni cosa e noi cediamo all’amore”
(omnia vincit
Amor, et nos cedamus Amori).
“IL PAPIRO EGIZIO DEL 1978 E
LA RISCOPERTA DI GALLO”
Nel 1978 fu rinvenuto in Egitto un
papiro che conteneva pochi versi,
molto lacunosi,
attribuiti a Cornelio Gallo. In essi
compare il nome di Licoride e altri
termini tecnici
propri del linguaggio erotico della
poesia elegiaca: domina, con cui è
definita la donna;
nequitia, altra parola chiave della
poesia elegiaca che indicava
l’infedeltà della donna
amata.
Fece parte del circolo letterario di
Messalla Corvino, del quale fu
l’esponente
principale. Amava la vita tranquilla
della campagna dov'era nato e
cresciuto;
l’esaltazione della serena vita
agreste, lontana dalla politica e
dedita all’amore, è uno
dei principali temi della sua poesia.
Sotto il suo nome ci è giunta una
raccolta di elegie,
nota come Corpus Tibullianum, che
comprende, però, anche
componimenti di altri
autori appartenenti al circolo di
Messalla. Due sono le donne da lui
amate, che canta
una sotto lo pseudonimo di Delia
(da Delius, appellativo del dio
Apollo, perché nato
nell’isola di Delo), l’altra sotto
quello di Nemesi (dal greco
“vendetta”). Ricorrono, in
Tibullo, le immagini, i motivi, le
situazioni convenzionali tipiche del
genere elegiaco.
ELEGIE EROTICO-
DIDASCALICHE
Con l’ Ars amatoria composta fra
l'1 a.C. e l'1 d.C. Ovidio scrive il
suo capolavoro nel
campo dell' elegia amorosa,
sviluppando in modo originale un
tipico atteggiamento
del poeta elegiaco, quello
didascalico. Nell'ars amatoria, un
poemetto in distici
elegiaci ,che si sviluppa in tre libri
per un totale di più di 2000 versi,
Ovidio si fa
preceptor amoris (maestro d’amore)
traspondendo la materia erotica con
le sue
situazioni e i suoi temi tradizionali.
Il termine Ars presente nel titolo
rinvia alle artes
cioè ai manuali in prosa contenenti i
precetti relativi a materie tecniche e
specialistiche. Ovidio punta sulla
mescolanza di generi diversi e sulla
ricchezza dei
riferimenti letterari. I primi due libri
sono dedicati agli uomini dando
precetti sul
reperimento della donna da
conquistare. Una volta doppiata la
preda si devono
mettere in opera le tecniche
confidando nella certezza che
nessuna puella resiste a un
abile corteggiamento; La libido
della donna è sfrenata come
dimostrano vari exempla
mitologici tra cui quello di Pasifae
folle d'amore per un toro su cui il
poeta indugia per
una quarantina diversi. Egli passa
poi ad illustrare le tecniche della
seduzione: si
devono scrivere le lettere alla donna
amata seguirla ovunque, frequentare
i banchetti a
cui partecipa. Il secondo libro
insegna le tecniche per far durare
una relazione. Per
conservare l'amore contano
l'intelligenza, la facondia, il
carattere mite e arrendevole,
la docile sottomissione a tutti i
capricci della donna. Gli inganni e i
tradimenti siano
furtivi e rimangano nascosti.
Quanto alle infedeltà della donna
meglio fingere di non
sapere: ad esempio vulcano
sorprendendo Venere in dolce
intimità con Marte ottenne
soltanto che si amassero
apertamente senza più nascondersi.
Il terzo libro si propone
di dare anche alle fanciulle i mezzi
con cui combattere ad armi pari con
i maschi. I
precetti rivolti alle donne
consistono in una sorta di Galateo:
la donna deve saper
cantare, danzare, giocare, conoscere
la poesia, frequentare i teatri e i
conviti; deve
essere affabile, allegra, disponibile
ma capace anche di farsi desiderare
frapponendo
ostacoli all'amore. Anche alle donne
Ovidio consiglia di tollerare
qualche infedeltà è di
non indulgere alla gelosia, le cui
conseguenze rovinose sono
illustrate dal mito di
cefalo e procri. Dal poemetto
emerge un quadro realistico della
società Galante del
tempo: le tecniche che il poeta finge
di insegnare sono i riti sociali, le
pratiche
mondane di quell’ambiente frivolo,
un po' equivoco che egli frequenta.
Egli dà voce a
quella parte dei romani che
apprezzava lo stile di vita moderno
agiato e raffinato,
rifiutando i modelli arcaici, che la
propaganda Augustea tentava di
riproporre e di
restaurare. Non stupisce quindi che
l'ars amatoria non sia piaciuta ad
Augusto, anche
se il poeta non assume alcun
atteggiamento polemico nei
confronti del regime. Egli si
preoccupa di delimitare in modo
chiaro l'ambito in cui intende
muoversi escludendo
ELEGIE EROTICO-
DIDASCALICHE