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Restauro
RESTAURO:
BASILICA DI SAN
VALENTINO
ANALISI STORICO-
CRONOLOGICA AREA
FLAMINIA
IL SITO NELL’ANTICHITA’
Il sito è stato caratterizzato fin
dall'antichità dal grande asse
rettilineo della Via Flaminia,
fondamentale collegamento
militare e amministrativo con i
territori del nord, che taglia l'area
longitudinalmente dalla porta del
recinto di Aureliano fino
all'attraversamento sul Tevere
determinato dal ponte Milvio.
Il ponte raccogliendo anche il
traffico delle vie Cassia e Clodia
rappresentava un vero e
proprio avamposto di
sbarramento ai percorsi
provenienti da nord e da est e
proteggeva con le
sue fortificazioni l'Area Flaminia
che, posizionata
primadell'ingresso alla città,
possedeva una
forte valenza strategica e
rappresentativa.
Infatti qui sorgevano numerosi i
sepolcri monumentali delle
importanti famiglie romane.
Queste costruzioni, insieme
alle ville e ai giardini sui
colli e sulle rive del
Tevere,
testimoniavano la ricchezza di un
luogo che rappresentava un
importante accesso trionfale
alla città.
Dalla fine del III secolo viene
collocato il complesso di S.
Valentino situato a circa un
miglio
dalla porta Flaminia,
caratterizzato da una
catacomba dedicata al santo,
da un cimitero
cristiano rinvenuto e da una
basilica.
NEL MEDIOEVO
Tra la fase tardo imperiale e il
periodo altomedievale subentrò
un'epoca di profonda crisi per
quanto riguarda l'organizzazione
politica e militare.
Infatti la città si trovava
spesso in condizioni di
pericolo sotto la minaccia di
invasioni
barbariche.
La conseguenza fu lo
spopolamento dell'area in
oggetto.
DAL XIV AL XIX SECOLO
Fra il 1350 e il 1550 circa si
assiste alla ripresa di
occupazione del territorio con
insediamenti
rurali sparsi, prossimi alle grandi
vie di comunicazione divenute
sicure.
Nel XVI secolo grazie a papa
Giulio III, il primo importante
intervento di urbanizzazione
dell'area: la costruzione del
complesso di Villa Giulia.
Questa opera ispirata al modello
classica della villa suburbana,
venne collocata nella valle fra
le colline dei Parioli, luogo ricco
di vegetazione e di acque.
Per rimediare all periodiche
esondazioni del Tevere venne
realizzata la "passonata",
un'opera
di difesa voluta da papa
Clemente X che caratterizzerà
l'area fino all'avvento del
governo
francese.
PROGETTI PER LA NUOVA
PASSEGGIATA DI ROMA
Tale organizzazione rimane
inalterata fino ai primi anni del
XIX secolo, quando Giuseppe
Valadier eseguì diversi lavori
su incarico della Reverenda
Camera Apostolica, come ad
esempio la sistemazione di ponte
Milvio, i lavori per la villa
Poniatowski, il rinnovo della via
Flaminia e la trasformazione di
piazza del Popolo. Questo
complesso di opere portò
Valadier
a porsi il probelma della
sistemazione dell'area al di qua
di ponte Milvio.
Dal 1805 realizzò una serie di
progetti per il Nuovo Campo
Marzio con una concezione di
città ed ampliamenti degli edifici
pubblici.
Il progetto rimase però inattuato
(non approvato dall'Imperatore)
e di conseguenza la strada
rimase isolata.
LA SECONDA META’ DEL
XIX SECOLO
Dopo il 1870 la città si dovette
dotare di nuove infrastrutture
tramite l'individuazione di
apparati costruttivi, aree
produttive e zone di
ampliamento edilizio.
Alcune delle attrezzature
proposte da Valadier iniziarono
comunque a comparire lungo la
via
principale come insediamenti a
carattere industriale e di servizio
alla nuova capitale.
Vennero previsti invece alcuni
interventi a carattere
rappresentativo come
l'ampliamento di
piazzale Flaminio, la
ristrutturazione della Porta
del Popolo, l'individuazione
di grandi
passeggiate come viale
Pilsudki e viale Flaminio
che riproponevano la
"Passeggiata
Flaminia" di Valadier.
Inoltre grazie agli scavi del 1873
vennero riportati alla luce i resti
della Basilica e del cimitero
di S. Valentino.
LE PRIME COSTRUZIONI
TRA LA FINE DEL XIX
SECOLO E GLI INIZI DEL XX
All'inizio del XX secolo
l'Istituto per le Case
Popolari , realizzò nel 1905,
il
complesso edilizio Flaminio
I e quattro anni più tardi il "
Quartiere Londra" ad
opera di Pirani e Cerruti.
Ma fu con il piano
regolatore del 1909 che
l'area Flaminia venne
inclusa in un
disegno di sviluppo
residenziale.
Si diede omogeneità alle
espansioni residenziali già
in atto, infatti ai villini e ai
fabbricati venne affiancata
la palazzina, più adatta a
soddisfare le necessità
edilizie. Si considerò anche
l'ampliamento della via
Flaminia fino a 20 metri,
sia per agevolare il traffico,
sia per gli interesi di
costruzione dei nuovi edifici
sul fronte stradale.
PROGETTI PER LA NUOVA
PASSEGGIATA DI ROMA
Tale organizzazione rimane
inalterata fino ai primi anni del
XIX secolo, quando Giuseppe
Valadier eseguì diversi lavori
su incarico della Reverenda
Camera Apostolica, come ad
esempio la sistemazione di ponte
Milvio, i lavori per la villa
Poniatowski, il rinnovo della via
Flaminia e la trasformazione di
piazza del Popolo. Questo
complesso di opere portò
Valadier
a porsi il probelma della
sistemazione dell'area al di qua
di ponte Milvio.
Dal 1805 realizzò una serie di
progetti per il Nuovo Campo
Marzio con una concezione di
città ed ampliamenti degli edifici
pubblici.
Il progetto rimase però inattuato
(non approvato dall'Imperatore)
e di conseguenza la strada
rimase isolata.
LA SECONDA META’ DEL
XIX SECOLO
Dopo il 1870 la città si dovette
dotare di nuove infrastrutture
tramite l'individuazione di
apparati costruttivi, aree
produttive e zone di
ampliamento edilizio.
Alcune delle attrezzature
proposte da Valadier iniziarono
comunque a comparire lungo la
via
principale come insediamenti a
carattere industriale e di servizio
alla nuova capitale.
Vennero previsti invece alcuni
interventi a carattere
rappresentativo come
l'ampliamento di
piazzale Flaminio, la
ristrutturazione della Porta
del Popolo, l'individuazione
di grandi
passeggiate come viale
Pilsudki e viale Flaminio
che riproponevano la
"Passeggiata
Flaminia" di Valadier.
Inoltre grazie agli scavi del 1873
vennero riportati alla luce i resti
della Basilica e del cimitero
di S. Valentino.
LE PRIME COSTRUZIONI
TRA LA FINE DEL XIX
SECOLO E GLI INIZI DEL XX
All'inizio del XX secolo
l'Istituto per le Case
Popolari , realizzò nel 1905,
il
complesso edilizio Flaminio
I e quattro anni più tardi il "
Quartiere Londra" ad
opera di Pirani e Cerruti.
Ma fu con il piano
regolatore del 1909 che
l'area Flaminia venne
inclusa in un
disegno di sviluppo
residenziale.
Si diede omogeneità alle
espansioni residenziali già
in atto, infatti ai villini e ai
fabbricati venne affiancata
la palazzina, più adatta a
soddisfare le necessità
edilizie. Si considerò anche
l'ampliamento della via
Flaminia fino a 20 metri,
sia per agevolare il traffico,
sia per gli interesi di
costruzione dei nuovi edifici
sul fronte stradale.
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