Spettrofotometria UV/visibile Le tecniche spettroscopiche sono basate sullo scambio
di energia che si verifica fra l’energia radiante e la materia. In particolare, la
spettrofotometria di assorbimento è interessata ai fenomeni di assorbimento delle radiazioni luminose della regione dello spettro elettromagnetico appartenenti al campo del : visibile (350 – 700 nm) vicino ultravioletto (200 – 350 nm). Viene interessato anche l’UV lontano (10 – 200 nm), anche se in questo caso si opera sotto vuoto o in atmosfera di gas inerte, perché l’ossigeno atmosferico copre i segnali delle altre sostanze. Assorbimento nell’UV/VISIBILE L’eccitazione degli elettroni di valenza di una molecola richiede energie tanto più elevate quanto è più grande la separazione fra i livelli elettronici di partenza e di arrivo delle transizioni. L’assorbimento di questi tipi di radiazioni da parte delle molecole è in grado di produrre delle transizioni energetiche degli elettroni esterni della molecole, sia impegnati che non impegnati in un legame . Questi elettroni possono essere: ♦ di tipo sigma (σ), costituiti da una nube elettronica addensata lungo l'asse di unione dei nuclei degli atomi interessati al legame (i legami semplici sono di tipo σ);); ♦ di tipo pi-greco (π), costituiti da coppie di elettroni la cui maggior densità elettronica è situata al di fuori dell'asse di unione dei nuclei (come accade nei legami doppi o tripli). La lunghezza d’onda necessaria alle diverse transizioni è tanto maggiore quanto è minore il dislivello di energia. Queste transizioni sono caratteristiche sia dei composti organici, sia dei composti inorganici che possiedono elettroni di valenza di tipo s e p. 1 Assorbimento dei composti organici Transizioni σ σ* : corrispondono alla rottura di legami σ); e quindi richiedono energie molto elevate. Ad esempio gli alcani hanno legami C-C e C-H il cui assorbimento cade nella regione dell’UV lontano detta anche UV sotto vuoto (bisogna rimuovere ossigeno perché assorbe alle stesse lunghezze d’onda). Transizioni π π*: sono tipiche dei composti insaturi e comprendono 1. Transizione E o etilenica di sistemi π isolati. 2. Transizione B o benzenoide di anelli benzenici. La banda può avere una struttura anche complessa ma non è molto intensa. 3. Transizione K o di coniugazione di sistemi aromatici o coniugati. Transizioni n σ* e n π*: sono transizioni di tipo R( o radicalico) che coinvolgono eteroatomi con doppietti di non legame come l’ossigeno di C=O (gruppo carbonilico) e C-O (alcoli) o l’azoto di C=N, C-N (ammine) e N=N o lo zolfo di C-S. Transizioni per trasferimento di carica: sono dovute a veri e propri spostamenti di elettroni da una parte all’altra della molecola e forniscono le bande più intense dello spettro (intervallo 220-370 nm). 2 ESEMPIO N.B.: per «proibita» si intende una bassa probabilità che avvenga, non che è impossibile! La sorgente Si tratta di lampade in grado di emettere radiazioni nel campo spettrale dell’UV-visibile. Regione del visibile (380-780 nm). • Lampade a filamento di tungsteno: coprono l’intervallo di lunghezze d’onda da 930 a 330 nm. La temperatura di lavoro è circa 3000 K. L’energia emessa dipende dalla tensione di alimentazione per cui la lampada necessita di stabilizzatori molto efficienti. • Lampade tungsteno-alogeno: forniscono energie più elevate, soprattutto nell’intervallo tra 400-300 nm, grazie sia al quarzo sia alle maggiori temperature di esercizio. Regione del visibile (380-780 nm). • Lampade a scarica di gas allo xeno: permettono di ampliare il campo spettrale da 200 a 1300 nm coprendo così sia l’intervallo UV vicino che il vicino NIR. 5 • Lampade a deuterio: lampade ad arco in cui il bulbo di quarzo è riempito di deuterio. Emette uno spettro continuo di radiazioni < 400 nm Il monocromatore Le lampade sono in grado di emettere radiazioni in tutte le direzioni dello spazio. Per ottenere un fascio di luce sottile e ben focalizzato è necessario un sistema ottico costituito da lenti, specchi e fenditure. Questo raggio viene poi inviato sul monocromatore, che «scompone» la radiazione policromatica in bande monocromatiche ; la precisione dipende sensibilmente dal grado di «monocromaticità» incidente sul campione. Essenzialmente esistono due tipi di monocromatore: • FILTRI: assorbono una parte delle componenti spettrali della radiazione incidente e ne trasmettono una gamma più o meno ampia; • PRISMI E RETICOLI: disperdono la luce policromatica «separandola» nelle diverse componenti monocromatiche. Filtri monocromatore Si distinguono in: 1. Filtri di assorbimento 2. Filtri di interferenza 3. Filtri di diffusione o scattering 1. FILTRI DI ASSORBIMENTO. 6 Sono quelli usati in fotografia. In genere sono tipici dei colorimetri più economici. Questi filtri non possono essere usati per analisi UV perché sono fatti di vetro. 2. FILTRI A INTERFERENZA. Forniscono migliori prestazioni ma per via del loro costo elevato è più conveniente l’uso dei reticoli. 3. FILTRI DI DIFFUSIONE O SCATTERING. Sono costituiti da una polvere finissima di materiale trasparente dispersa in una matrice trasparente. Le radiazioni che attraversano il filtro vengono diffuse in tutte le direzioni, tranne quella che ha una lunghezza d’onda tale per cui l’indice di rifrazione dei due materiali risulti uguale. Le prestazioni sono analoghe a quelle dei filtri a interferenza. Prismi monocromatore Quando un raggio di luce policromatica attraversa un prisma ottico viene disperso nelle sue componenti monocromatiche.La dispersione non è un fenomeno lineare. Ad esempio l’angolo di cui vengono deviate le componenti fra 800 e 700 nm è molto minore dell’angolo di cui vengono deviate le componenti fra 500 e 400 nm. Il potere disperdente aumenta al diminuire della lunghezza d’onda, cioè nella regione spettrale in cui il prisma comincia ad assorbire. Perciò si usano fenditure più larghe che trasmettono maggiore energia ma diminuisce il potere risolvente e la banda passante si allarga. L’ampiezza della banda dipende dai seguenti fattori: 1. Focale dell’obiettivo 2. Potere risolvente del prisma 3. Lunghezza d’onda selezionata 4. Ampiezza delle fenditure La dispersione dipende anche dalla temperatura . Perciò il monocromatore deve essere termostatato. Reticoli monocromatore Sono di due tipi: 7 Preparazione e memorizzazione di una curva di taratura e determinazione di concentrazioni incognite; Confronto dello spettro registrato con una libreria di standard, anche nel caso di miscele; Analisi contemporanea di miscele multicomponenti. E’ la legge dell’assorbimento. Per radiazioni sostanzialmente monocromatiche assume la forma: A= εbC A= assorbanza b=cammino ottico espresso in cm, cioè lo spessore della soluzione attraversata dal raggio C= concentrazione della specie che assorbe in mol/L ε= coefficiente di assorbimento molare L’Assorbanza A è correlata alla frazione di energia radiante assorbita dal campione e quindi un numero puro. Il coefficiente di assorbimento molare ε dipende dalla λ della radiazione assorbita dal solvente e dalla specie chimica che dà l’assorbimento ma non dipende in modo significativo dalla temperatura. Di solito la concentrazione C è espressa in mol/L ma se fosse espressa in g/L allora il coefficiente di assorbimento è indicato con la lettera a invece di ε . Se il cammino ottico è fisso e non varia, allora la legge diventa: A= kC Questa è l’equazione della retta che passa per l’origine degli assi cartesiani e k (= εb) è il coefficiente angolare della retta. Poiché, in genere, b= 1 cm, il coefficiente angolare della retta assorbanza /concentrazione (A/C) è uguale al coefficiente di assorbimento molare k= ε. 10 N.B: non sempre A/C ha un andamento rettilineo. Perché il valore di ε per una data λ in un determinato solvente può variare. ε varia al variare di C per una serie di fattori chimici, fisici e strumentali. • Altra grandezza utile per esprimere l’assorbimento è la Trasmittanza (T): T= I/I0 I0= intensità della radiazione incidente I= intensità della radiazione in uscita dal campione. • La Trasmittanza (T) può essere espressa anche come %: %T= (I/I0 )100 I0= intensità della radiazione incidente I= intensità della radiazione in uscita dal campione. Ogni corpo ha una determinata proprietà di riflessione, assorbimento e trasmissione sia del calore radiativo, sia della luce, sia di ogni altro tipo di onda. La riflettanza è il potere riflessivo di un corpo sottoposto a radiazione. Esso è un parametro percentuale adimensionale. La somma dei parametri di riflettanza, trasmittanza e assorbanza dà sempre 1, dimostrabile facilmente in quanto l'intero del raggio radiativo che giunge sul corpo con la sua energia si frammenta preservando così il principio di conservazione dell'energia: una parte è riflessa, una parte trasmessa e una parte assorbita. Questo vuol dire che una parte è persa per riflessione della radiazione, da parte del contenitore dell’assorbente, e un’altra parte viene dispersa per assorbimento o dispersione della soluzione TIPI DI STRUMENTO: • MONORAGGIO • DOPPIO RAGGIO • A SERIE DI DIODI • A FIBRA OTTICA 11 SPETTROFOTOMETRO A DIODE ARRAY COME SCEGLIERE IL GIUSTO SPETTROFOTOMETRO IN BASE AL TIPO DI ANALISI 12
Spettrofotometria Uv visibile, Appunti
di Chimica dei materiali Chimica dei materiali Spettrofotometria UV/visibile Le tecniche spettroscopiche sono basate sullo scambio di energia che si verifica fra l’energia radiante e la materia. In particolare, la spettrofotometria di assorbimento è interessata ai fenomeni di assorbimento delle radiazioni luminose della regione dello spettro elettromagnetico appartenenti al campo del : visibile (350 – 700 nm) vicino ultravioletto (200 – 350 nm). Viene interessato anche l’UV lontano (10 – 200 nm), anche se in questo caso si opera sotto vuoto o in atmosfera di gas inerte, perché l’ossigeno atmosferico copre i segnali delle altre sostanze. Assorbimento nell’UV/VISIBILE L’eccitazione degli elettroni di valenza di una molecola richiede energie tanto più elevate quanto è più grande la separazione fra i livelli elettronici di partenza e di arrivo delle transizioni. L’assorbimento di questi tipi di radiazioni da parte delle molecole è in grado di produrre delle transizioni energetiche degli elettroni esterni della molecole, sia impegnati che non impegnati in un legame . Questi elettroni possono essere: ♦ di tipo sigma (σ), costituiti da una nube elettronica addensata lungo l'asse di unione dei nuclei degli atomi interessati al legame (i legami semplici sono di tipo σ);); ♦ di tipo pi-greco (π), costituiti da coppie di elettroni la cui maggior densità elettronica è situata al di fuori dell'asse di unione dei nuclei (come accade nei legami doppi o tripli). La lunghezza d’onda necessaria alle diverse transizioni è tanto maggiore quanto è minore il dislivello di energia. Queste transizioni sono caratteristiche sia dei composti organici, sia dei composti inorganici che possiedono elettroni di valenza di tipo s e p. 1 Assorbimento dei composti organici Transizioni σ σ* : corrispondono alla rottura di legami σ); e quindi richiedono energie molto elevate. Ad esempio gli alcani hanno legami C-C e C-H il cui assorbimento cade nella regione dell’UV lontano detta anche UV sotto vuoto (bisogna rimuovere ossigeno perché assorbe alle stesse lunghezze d’onda). Transizioni π π*: sono tipiche dei composti insaturi e comprendono 1. Transizione E o etilenica di sistemi π isolati. 2. Transizione B o benzenoide di anelli benzenici. La banda può avere una struttura anche complessa ma non è molto intensa. 3. Transizione K o di coniugazione di sistemi aromatici o coniugati. Transizioni n σ* e n π*: sono transizioni di tipo R( o radicalico) che coinvolgono eteroatomi con doppietti di non legame come l’ossigeno di C=O (gruppo carbonilico) e C-O (alcoli) o l’azoto di C=N, C-N (ammine) e N=N o lo zolfo di C-S. Transizioni per trasferimento di carica: sono dovute a veri e propri spostamenti di elettroni da una parte all’altra della molecola e forniscono le bande più intense dello spettro (intervallo 220-370 nm). 2 ESEMPIO Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! SCARICA Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! SCARICA N.B.: per «proibita» si intende una bassa probabilità che avvenga, non che è impossibile! La sorgente Si tratta di lampade in grado di emettere radiazioni nel campo spettrale dell’UV-visibile. Regione del visibile (380-780 nm). • Lampade a filamento di tungsteno: coprono l’intervallo di lunghezze d’onda da 930 a 330 nm. La temperatura di lavoro è circa 3000 K. L’energia emessa dipende dalla tensione di alimentazione per cui la lampada necessita di stabilizzatori molto efficienti. • Lampade tungsteno-alogeno: forniscono energie più elevate, soprattutto nell’intervallo tra 400-300 nm, grazie sia al quarzo sia alle maggiori temperature di esercizio. Regione del visibile (380-780 nm). • Lampade a scarica di gas allo xeno: permettono di ampliare il campo spettrale da 200 a 1300 nm coprendo così sia l’intervallo UV vicino che il vicino NIR. 5 N.B.: per «proibita» si intende una bassa probabilità che avvenga, non che è impossibile! La sorgente Si tratta di lampade in grado di emettere radiazioni nel campo spettrale dell’UV-visibile. Regione del visibile (380-780 nm). • Lampade a filamento di tungsteno: coprono l’intervallo di lunghezze d’onda da 930 a 330 nm. La temperatura di lavoro è circa 3000 K. L’energia emessa dipende dalla tensione di alimentazione per cui la lampada necessita di stabilizzatori molto efficienti. • Lampade tungsteno-alogeno: forniscono energie più elevate, soprattutto nell’intervallo tra 400-300 nm, grazie sia al quarzo sia alle maggiori temperature di esercizio. Regione del visibile (380-780 nm). • Lampade a scarica di gas allo xeno: permettono di ampliare il campo spettrale da 200 a 1300 nm coprendo così sia l’intervallo UV vicino che il vicino NIR. 5 Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! SCARICA 1 / 15 INGRANDISCI Prepara al meglio i tuoi esami Registrati a Docsity per scaricare i documenti e allenarti con i Quiz REGISTRATI e ottieni 20 punti download Recensisci per primo questo documento