L’APPARATO RIPRODUTTORE Paolo Travaglini - III C APPARATO RIPRODUTTORE
MASCHILE L'apparato genitale maschile comprende gli organi che: - producono le
cellule sessuali maschili (gli spermatozoi), - producono gli ormoni sessuali maschili (ormoni androgeni) - permettono la copulazione (l'atto sessuale, o accoppiamento, o amplesso, o coito) - permettono l’espulsione dell’urina raccolta nella vescica (in comune con l'apparato escretore). L'apparato genitale maschile è costituito dai testicoli (gonadi maschili), dalle vie spermatiche (dotti efferenti del testicolo, epididimo, dotti deferenti, dotti eiaculatori, uretra), dalle ghiandole collegate alle vie spermatiche (vescicole seminali, prostata e ghiandole bulbo- uretrali) e dai genitali esterni, che comprendono il pene e lo scroto. I TESTICOLI I testicoli sono organi di forma ovale (all'incirca lunghi 5 cm e larghi 2,5 cm) e sono contenuti in una sacca, la borsa scrotale, situata alla base del pene. I testicoli svolgono due funzioni fondamentali: - producono gli spermatozoi (dalla pubertà, per tutta la vita) - secernono gli ormoni sessuali maschili (androgeni), tra i quali il testosterone è il più importante. La produzione degli ormoni non è costante durante la vita: è evidente fin dalla nascita, ma aumenta enormemente con la pubertà e si mantiene per tutta l'età adulta, con una diminuzione durante gli anni della vecchiaia. Il testicolo è avvolto da delle tonache di tessuto connettivo, da cui si originano dei setti che si spingono verso l'interno separando dei lobuli, al cui interno si trovano i tubuli seminiferi. All'interno dei tubuli seminiferi avviene la produzione degli spermatozoi. In ogni tubulo seminifero si trovano, disposte a strati, le cellule germinali, che attraverso successive divisioni cellulari si trasformano in spermatozoi (processo di spermatogenesi). Nei tubuli seminiferi si trovano anche le cellule del Sertoli, che guidano le cellule germinali durante i diversi stadi della spermatogenesi. Gli spermatozoi maturi sono immessi nei tubuli seminiferi. Le cellule germinali dei tubuli seminiferi, da cui si originano gli spermatozoi, sono sensibili alle alte temperature. Questo è il motivo per cui i testicoli sono appesi all'esterno del corpo, all'interno dello scroto, che garantisce una temperatura inferiore di circa 2°C a quella interna al corpo. I tubuli seminiferi confluiscono nella parte posteriore del testicolo in una complessa rete di tubuli, la rete testis, da cui partono altri sottili condotti, i dotti efferenti, che conducono all'epididimo. L'epididimo è un sottile condotto, posizionato sul margine posteriore di ogni testicolo, in cui vengono immagazzinati gli spermatozoi. Dall'epididimo di ogni testicolo prende origine il dotto deferente, che esce dal sacco scrotale ed entra nella cavità addominale, dove conclude il suo percorso dietro la vescica, a livello della base della prostata, confluendo con la vescicola seminale a formare il dotto eiaculatore. Le vescicole seminali si trovano posteriormente alla prostata e producono una secrezione liquida (costituisce circa il 70% dello sperma) ricca di fruttosio, che rappresenta la fonte energetica per gli spermatozoi. I dotti eiaculatori, che si formano dall'unione dei dotti deferenti e delle vescicole seminali, attraversano la prostata e si aprono nell'uretra. LA PROSTATA La prostata è una ghiandola situata alla base della vescica ed è attraversata dall'uretra. Contribuisce alla formazione dello sperma (per circa il 20-30% del totale) secernendo diverse sostanze necessarie per la sopravvivenza degli spermatozoi. Sotto la prostata, ai lati dell'uretra, si trovano le due ghiandole bulbo-uretrali, che producono un liquido denso, viscoso e trasparente che durante la fase di eccitazione sessuale fuoriesce dal pene (prima dello sperma). L'uretra, nel maschio, è un condotto comune degli apparati escretore e riproduttore, in quanto permette il passaggio sia dell'urina che degli spermatozoi. Attraversa il pene per tutta la sua lunghezza e sfocia all'esterno all'apice del glande. IL PENE Il pene (o verga o asta virile) è l'organo maschile dell'atto sessuale o coito, possibile grazie alle sue capacità erettili. L'atto sessuale consiste, da un punto di vista prettamente fisiologico ed anatomico, nell'inserimento del pene eretto nella vagina. Il corpo del pene è costituito da due corpi cavernosi e da un corpo spongioso, uniti insieme e circondati da tessuto connettivo, ed è rivestito da pelle. E' attraversato per tutta la sua lunghezza dall'uretra. Il corpo spongioso dell'uretra nella sua parte terminale si espande nel glande, l'estremità del pene, di diametro leggermente maggiore rispetto al corpo. Di colorito roseo (quasi violaceo nell'erezione), il glande presenta una superficie liscia e ha la forma di un cono a base molto larga e con un apice arrotondato, in corrispondenza del quale l'uretra sbocca all'esterno attraverso il meato urinario I corpi cavernosi sono caratterizzati da ampie cavità che, in seguito all'eccitazione sessuale, si riempiono di sangue, determinando l'erezione del pene. Con l'erezione il pene aumenta di dimensioni e diventa rigido, condizione necessaria per l'inserimento nella vagina durante l'atto sessuale. Quando l'eccitazione sessuale raggiunge il culmine si verifica l'orgasmo, un complesso di reazioni neuro-muscolari involontarie e di breve durata che portano all'eiaculazione, ovvero l'emissione dello sperma. Al termine dell'eiaculazione l'erezione cessa, poiché il sangue defluisce dai corpi cavernosi che si "sgonfiano". La pelle che riveste il pene è sottile, mobile ed espandibile per favorire l'erezione. La parte terminale della pelle del pene si ripiega su se stessa a formare il prepuzio, un lembo di pelle che ricopre il glande quando il pene è flaccido che lo lascia scoperto durante l'erezione. Il prepuzio è ancorato alla base del glande attraverso il frenulo, una sottile piega cutanea della faccia ventrale del prepuzio. processo complesso nel quale avvengono differenziazioni e mitosi di un gruppo di cellule staminali di partenza. La cellula staminale ha il nome di spermatogonio e per mitosi si divide in due cellule.La prima è uno spermatocita differenziato mentre la seconda per garantire il ricambio della base cellulare staminale, mantiene i caratteri di spermatogonio. Si sono avanzate altre ipotesi sulla differenziazione cellulare alcune delle quali propongono che la cellula staminale si divide, con dei meccanismi ancora da spiegare, o in due spermatogoni o in due cellule staminali. La sinergia tra un tipo ed un altro di divisioni dovrebbe mantenere più o meno costante il quantitativo di cellule staminali. Questa teoria, che vale anche per altri sistemi dove c'è la divisione cellulare di cellule staminali, non è molto accreditata e necessita di ulteriori riscontri scientifici. Lo spermatocita primario è differente dallo spermatogonio ed entra nel processo di meiosi. La prima fase è di tipo riduzionale e pertanto lo sparmatocita primario, che è diploide, si divide in due spermatociti secondari aploidi che, in altre parole, contengono metà del patrimonio genetico dello spermatocita primario. Lo spermatocita secondario appena formato è ancora in fase di meiosi e con la seconda riduzione, che non è riduzionale dal punto di vista del patrimonio genetico, si divide in due spermatidi. Riassumento quanto appena detto: la meiosi dello spermatocita primario genera due spermatociti secondari aploidi i quali, a loro volta, si dividono per formare due spermatidi secondari ed in tutto alla fine della meiosi si contano quattro spermatidi. Ogni spermatidio viene poi "raffinato" all'interno della gonade poiché non è ancora capace di sostenere gli eventi della fecondazione. La raffinazione è da intendersi come un processo più o meno lungo, a seconda della specie, volto a costruire e consolidare la struttura del futuro spermatozoo che, per poter compiere il proprio lavoro, necessita di particolari elementi non presenti negli spermatidi. Allo stadio finale lo spermatozoo presenta una struttura particolare. Dal punto di vista morfologico lo spermatozoo dei vertebrati e' formato da una testa, da un corpo e da una coda flagellare. La testa possiede una vescicola ricca di sostanze utili a digerire il breve tratto della parete dell'ovulo e prende il nome di acrosoma. Il corpo appare privo di citoplasma e presenta un nucleo molto evidente con dei filamenti di RNA che hanno il compito di operare la sintesi delle proteine una volta formato lo zigote. La coda è attaccata al corpo ed ha il compito di flettersi per generare il movimento che serve allo spermatozoo a compiere piccoli cammini all'interno delle vie genitali femminili o, in altri casi, nel microambiente dove viene espulso. Per potersi muovere lo spermatozoo ha bisogno di energia che ricava dai mitocondri sparsi nel corpo e nella coda. Gli spermatozoi degli invertebrati possono assumere forme molto diverse e, in alcuni casi, si discostano visibilmente rispetto allo schema testa- corpo.coda poichè appaiono con forme particolari come quelle tentacolate. L’OVOGENESI L'ovogenesi è il processo di creazione dell'ovulo, il gamete femminile. E' un fenomeno portato a termine nelle gonani femminili (ovaie) e si riproduce in maniera ciclica durante un tratto della vita della femmina e l'interruzione di questo ciclo ne determina la sterilità. Le cellule iniziali sono gli oogoni (od ovogoni), che si dividono per mitosi. Una prima differenziazione dell'ogonio genera l'oocita (ovocita) primario che entra in meiosi. La meiosi riduce il corredo cromosomico dell'oocita che da aploide diventa diploide. Tale corredo viene spartito tra le due cellule "figlie", l'ovocita secondario e il globulo polare. Contrariamente a quanto avviene nel processo della spermatogenesi, dove tutte le cellule finali del processo sono attive e funzionali, il globulo polare è una cellula che non può essere fecondata e, dal punto di vista riproduttivo, non funzionale. Nella seconda fase della meiosi, quella non riduzionale,il globulo polare si divide in ulteriori due globuli polari mentro l'ocita secondario si differenzia in ootide e un ulteriore globulo polare. A questo punto l'ovulo è quasi pronto, sebbene dal punto di vista dell'avanzamento della meiosi si blocca in un punto ben determinato e completa tale processo soltanto quando è prossimo ad essere espulso dal follicolo per essere introdotto lungo le vie che portano all'utero. La fase della meiosi in cui l'ovulo rimane bloccato, anche per molto tempo, è la prima profase e, in altri termini, l'ovulo rimane bloccato nella profase della prima meiosi fino al momento in cui viene espulso dal follicolo ovarico. La seconda meiosi si compie solo dopo la fecondazione, ovvero dopo la penetrazione dello spermio nell'ovulo. CONTROLLO ORMONALE La produzione degli spermatozoi e del testosterone da parte dei testicoli è sottoposta a una complessa regolazione ormonale, sotto l’infl usso dell’ipotalamo e dell’ipofi si. A partire dalla pubertà, l’ipotalamo 1) rilascia il GnRH (Gonadotrophin Releasing Hormon), un ormone che stimola l’ipofi si a produrre le gonadotropine FSH e LH.L’LH (2) agisce sulle cellule interstiziali di Leydig (e viene pertanto chiamatoanche ICSH, Interstitial Cells Stimulating Hormon), stimolando la produzione dell’ormone sessuale maschile testosterone. L’FSH (3) agisce invece sulle cellule della linea germinale contenute nei tubuli seminiferi, stimolando (4) la maturazione degli spermatozoi; contemporaneamente, stimola anche le cellule del Sertoli (5) a produrre due particolari proteine: l’ABP (AndrogenBinding Protein) e l’inibina. La fase terminale della maturazione dei gameti maschili, ossia la trasformazione degli spermatidi in spermatozoi maturi, necessita del testosterone (6), che diff onde direttamente dalle cellule interstiziali ai tubuli seminiferi e silega all’ABP (7) prodotto dalle celluledel Sertoli (in altre parole, l’FSH stimolando la produzione di ABP consente la maturazione degli spermatozoi mediata dal testosterone legato all’ABP). La produzione del testosterone è sottoposta a una regolazione a feedback negativo: quando la sua concentrazione sanguigna raggiunge una certa soglia, esso determina il blocco della produzione dell’LH stesso (8) e di conseguenza si riduce la produzione di testosterone da parte delle cellule interstiziali,non più stimolate dall’LH. Anche la produzione di FSH è sottoposta a una regolazione a feedback negativo: viene infatti bloccata dall’inibina (9) prodotta dalle cellule del Sertoli stimolate proprio dallo stesso FSH. NELLE FEMMINE Lo sviluppo, la crescita e la funzionalità del sistema riproduttivo sono regolati dagli ormoni. Alcuni di essi vengono prodotti dall'apparato riproduttivo stesso, mentre altri vengono secreti dal cervello e dall'ipofisi. Ci sono quindi gli ormoni ovarici, ossia gli estrogeni e il progesterone, e gli ormoni ipotalamo-ipofisari, prodotti dall'ipotalamo e dalla ghiandola dell'ipofisi. Ma vediamoli nel dettaglio. Nella donna la produzione degli estrogeni da parte delle ovaie inizia con la pubertà e, nel periodo della maturità sessuale, sono prodotti in quantità giornaliera variabile secondo la fase del ciclo mestruale, toccando un primo picco più elevato verso il 13mo-15mo giorno dall'inizio del ciclo mestruale e un secondo picco verso il 23mo-25mo giorno. Gli estrogeni (principalmente l'estrone, l'estradiolo e l'estriolo) agiscono sull'apparato genitale femminile favorendo la maturazione dei follicoli ovarici, aumentano la massa muscolare uterina (e il tono della muscolatura uterina e tubarica), stimolano la proliferazione dell'endometrio (e la produzione del muco cervicale), inducono la proliferazione della mucosa vaginale.Tra gli altri effetti della loro attività ricordiamo: l'aumento del volume dell'ipofisi, della libido, del volume del seno, la riduzione della colesterolemia, la vasodilatazione e lo sviluppo del fenotipo femminile (allargamento delle anche, distribuzione dei depositi adiposi, spalle strette, proporzioni della laringe, capigliatura e distribuzione dei peli).Il progesterone è uno steroide, sintetizzato nel corpo luteo, una struttura specializzata dell'ovaio. Nel corso della gravidanza la placenta produce notevoli quantità di progesterone. L'effetto biologico del progesterone è potenziata dall'attività degli estrogeni. Tra gli effetti della loro attività ricordiamo: l'aumento della densità del muco cervicale, il sostegno della funzione secretiva durante l'allattamento, il potenziamento dell'effetto inibitorio degli estrogeni, la ritenzione di sodio e acqua.L'ipotalamo è una struttura cuneiforme situata in posizione centrale sulla superficie inferiore o ventrale dell'encefalo. Al suo interno si trovano numerosi gruppi di neuroni (cellule nervose) che svolgono un ruolo importante nella regolazione delle varie funzioni dell'organismo, compresa l'attività delle ghiandole endocrine. I neuroni deputati al corretto funzionamento dell'apparato riproduttivo producono un ormone regolatore, chiamato ormone per il rilascio delle gonadotropine (GnRH). L'ipofisi è una ghiandola dalla forma e dalle dimensioni di un pisello, sospesa a un sottile "peduncolo" di fibre nervose e vasi sanguigni al di sotto dell'ipotalamo. Un solco centrale divide l'ipofisi in due segmenti, detti lobi, ciascuno dei quali ha una vascolarizzazione propria e secerne uno specifico gruppo di ormoni. Il ruolo dell'ipofisi è quello di produrre diversi ormoni tra cui quelli che stimolano l'ovaio a produrre gli estrogeni e il progesterone. Oltre all'azione esercitata nei tessuti bersaglio come l'endometrio, gli estrogeni e il progesterone agiscono a livello dell'ipotalamo e dell'ipofisi, modificando il rilascio di GnRH, FSH e LH e autoregolando in tal modo il loro stesso rilascio. FSH (Ormone Follicolo Stimolante) e LH (Ormone Luteinizzante) sono prodotti dall'ipofisi dietro stimolo del GnRH: il primo stimola l'ovaio a produrre estrogeni, mentre il secondo induce l'ovulazione e stimola la trasformazione del follicolo in corpo luteo, l'organo deputato alla produzione del progesterone.Questo meccanismo di controllo cosiddetto di feedback è paragonabile al funzionamento di un termostato. Proprio come un termostato confronta la temperatura ambiente presente in un dato momento all'interno di un'abitazione con la temperatura preimpostata e accende e spegne il riscaldamento o l'aria condizionata in funzione del raggiungimento della temperatura desiderata, questo meccanismo di feedback utilizza le informazioni sui livelli di estrogeni e di progesterone circolanti nell'organismo in un dato momento per regolare l'attività ipotalamica e ipofisaria durante il ciclo mestruale. SVILUPPO EMBRIONALE La fecondazione avviene, normalmente, nell'ampolla della tuba di Falloppio. Questo processo ha molte fasi ma, sostanzialmente, dipende dal fatto che uno spermatozoo sano penetri nell'uovo. Il risultato è la somma dei 23 cromosomi di ciascuno dei due gameti, che porta il numero totale dei cromosomi a raggiungere il corredo normale di 46 (23 paia), cioè il numero presente in qualsiasi cellula dell’organismo escluse, ovviamente, nei gameti (ovulo e spermatozoo). L'uovo fecondato è ora chiamato zigote e, immediatamente, inizia a dividersi per dare luogo all'embrione.. Lo zigote si divide in due cellule denominate blastomeri (fase a due cellule) a mano a mano che l'embrione prosegue il proprio viaggio attraverso la tuba di Falloppio. I blastomeri continuano la loro divisione mitotica, aumentando il numero delle cellule da 4 a 8 e poi a 16. Allo stadio di 16 cellule si ha la morula, che entra nell'utero circa tre giorni dopo la fecondazione. Non appena giunta nell'utero, la morula sviluppa una cavità, formando uno strato interno ed uno esterno di cellule. Lo strato esterno è chiamato trofoblasto e andrà a formare la placenta. Lo strato interno è chiamato embrioblasto e andrà a formare l'embrione. Ora la morula è denominata blastocisti. Circa sette giorni dopo la fecondazione, la blastocisti si fissa all'endometrio nel corpo dell'utero. Il trofoblasto ora cresce rapidamente, traendo nutrimento dal liquido ricco di glicogeno secreto dalle ghiandole endometriali, che si erano formate sotto l'influenza del progesterone prodotto dal corpo luteo. Il trofoblasto si suddivide in due strati, uno dei quali forma proiezioni che invadono l'endometrio in modo da fissare saldamente la blastocisti all'interno dell'utero. Tutto questo processo è chiamato impianto. Il trofoblasto e il tessuto che lo circonda, contenente l'embrione, prendono il nome di corion. Quest'ultimo, in seguito, si svilupperà per dar luogo alla placenta, che mette in relazione il feto in crescita con il sistema circolatorio della madre.
Apparato riproduttore, Appunti di
Anatomia Anatomia L’APPARATO RIPRODUTTO RE Paolo Travaglini - III C APPARATO RIPRODUTTORE MASCHILE L'apparato genitale maschile comprende gli organi che: - producono le cellule sessuali maschili (gli spermatozoi), - producono gli ormoni sessuali maschili (ormoni androgeni) - permettono la copulazione (l'atto sessuale, o accoppiamento, o amplesso, o coito) - permettono l’espulsione dell’urina raccolta nella vescica (in comune con l'apparato escretore). L'apparato genitale maschile è costituito dai testicoli (gonadi maschili), dalle vie spermatiche (dotti efferenti del testicolo, epididimo, dotti deferenti, dotti eiaculatori, uretra), dalle ghiandole collegate alle vie spermatiche (vescicole seminali, prostata e ghiandole bulbo- uretrali) e dai genitali esterni, che comprendono il pene e lo scroto. I TESTICOLI I testicoli sono organi di forma ovale (all'incirca lunghi 5 cm e larghi 2,5 cm) e sono contenuti in una sacca, la borsa scrotale, situata alla base del pene. I testicoli svolgono due funzioni fondamentali: - producono gli spermatozoi (dalla pubertà, per tutta la vita) - secernono gli ormoni sessuali maschili (androgeni), tra i quali il testosterone è il più importante. La produzione degli ormoni non è costante durante la vita: è evidente fin dalla nascita, ma aumenta enormemente con la pubertà e si mantiene per tutta l'età adulta, con una diminuzione durante gli anni della vecchiaia. Il testicolo è avvolto da delle tonache di tessuto connettivo, da cui si originano dei setti che si spingono verso l'interno separando dei lobuli, al cui interno si trovano i tubuli seminiferi. All'interno dei tubuli seminiferi avviene la produzione degli spermatozoi. In ogni tubulo seminifero si trovano, disposte a strati, le cellule germinali, che attraverso successive divisioni cellulari si trasformano in spermatozoi (processo di spermatogenesi). Nei tubuli seminiferi si trovano anche le cellule del Sertoli, che guidano le cellule germinali durante i diversi stadi della spermatogenesi. Gli spermatozoi maturi sono immessi nei tubuli seminiferi. Le cellule germinali dei tubuli seminiferi, da cui si originano gli spermatozoi, sono sensibili alle alte temperature. Questo è il motivo per cui i testicoli sono appesi all'esterno del corpo, all'interno dello scroto, che garantisce una temperatura inferiore di circa 2°C a quella interna al corpo. I tubuli seminiferi confluiscono nella parte posteriore del testicolo in una complessa rete di tubuli, la rete testis, da cui partono altri sottili condotti, i dotti efferenti, che conducono all'epididimo. L'epididimo è un sottile condotto, posizionato sul margine posteriore di ogni testicolo, in cui vengono immagazzinati gli spermatozoi. Dall'epididimo di ogni testicolo prende origine il dotto deferente, che esce dal sacco scrotale ed entra nella cavità addominale, dove conclude il suo percorso dietro la vescica, a livello della base della prostata, confluendo con la vescicola seminale a formare il dotto eiaculatore. Le vescicole seminali si trovano posteriormente alla prostata e producono una secrezione liquida (costituisce circa il 70% dello sperma) ricca di fruttosio, che rappresenta la fonte energetica per gli spermatozoi. I dotti eiaculatori, che si formano dall'unione dei dotti deferenti e delle vescicole seminali, attraversano la prostata e si aprono nell'uretra. LA PROSTATA La prostata è una ghiandola situata alla base della vescica ed è attraversata dall'uretra. Contribuisce alla formazione dello sperma (per circa il 20-30% del totale) secernendo diverse sostanze necessarie per la sopravvivenza degli spermatozoi. Sotto la prostata, ai lati dell'uretra, si trovano le due ghiandole bulbo-uretrali, che producono un liquido denso, viscoso e trasparente che durante la fase di eccitazione sessuale fuoriesce dal pene (prima dello sperma). L'uretra, nel maschio, è un condotto comune degli apparati escretore e riproduttore, in quanto permette il passaggio sia dell'urina che degli spermatozoi. Attraversa il pene per tutta la sua lunghezza e sfocia all'esterno all'apice del glande. IL PENE Il pene (o verga o asta virile) è l'organo maschile dell'atto sessuale o coito, possibile grazie alle sue capacità erettili. L'atto sessuale consiste, da un punto di vista prettamente fisiologico ed anatomico, nell'inserimento del pene eretto nella vagina. Il corpo del pene è costituito da due corpi cavernosi e da un corpo spongioso, uniti insieme e circondati da tessuto connettivo, ed è rivestito da pelle. E' attraversato per tutta la sua lunghezza dall'uretra. Il corpo spongioso dell'uretra nella sua parte terminale si espande nel glande, l'estremità del pene, di diametro leggermente maggiore rispetto al corpo. Di colorito roseo (quasi violaceo nell'erezione), il glande presenta una superficie liscia e ha la forma di un cono a base molto larga e con un apice arrotondato, in corrispondenza del quale l'uretra sbocca all'esterno attraverso il meato urinario I corpi cavernosi sono caratterizzati da ampie cavità che, in seguito all'eccitazione sessuale, si riempiono di sangue, determinando l'erezione del pene. Con l'erezione il pene aumenta di dimensioni e diventa rigido, condizione necessaria per l'inserimento nella vagina durante l'atto sessuale. Quando l'eccitazione sessuale raggiunge il culmine si verifica l'orgasmo, un complesso di reazioni neuro-muscolari involontarie e di breve durata che portano all'eiaculazione, ovvero l'emissione dello sperma. Al termine dell'eiaculazione l'erezione cessa, poiché il sangue defluisce dai corpi cavernosi che si "sgonfiano". La pelle che riveste il pene è sottile, mobile ed espandibile per favorire l'erezione. La parte terminale della pelle del pene si ripiega su se stessa a formare il prepuzio, un lembo di pelle che ricopre il glande quando il pene è flaccido che lo lascia scoperto durante l'erezione. Il prepuzio è ancorato alla base del glande attraverso il frenulo, una sottile piega cutanea della faccia ventrale del prepuzio. Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! SCARICA Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! SCARICA processo complesso nel quale avvengono differenziazioni e mitosi di un gruppo di cellule staminali di partenza. La cellula staminale ha il nome di spermatogonio e per mitosi si divide in due cellule.La prima è uno spermatocita differenziato mentre la seconda per garantire il ricambio della base cellulare staminale, mantiene i caratteri di spermatogonio. Si sono avanzate altre ipotesi sulla differenziazione cellulare alcune delle quali propongono che la cellula staminale si divide, con dei meccanismi ancora da spiegare, o in due spermatogoni o in due cellule staminali. La sinergia tra un tipo ed un altro di divisioni dovrebbe mantenere più o meno costante il quantitativo di cellule staminali. Questa teoria, che vale anche per altri sistemi dove c'è la divisione cellulare di cellule staminali, non è molto accreditata e necessita di ulteriori riscontri scientifici. Lo spermatocita primario è differente dallo spermatogonio ed entra nel processo di meiosi. La prima fase è di tipo riduzionale e pertanto lo sparmatocita primario, che è diploide, si divide in due spermatociti secondari aploidi che, in altre parole, contengono metà del patrimonio genetico dello spermatocita primario. Lo spermatocita secondario appena formato è ancora in fase di meiosi e con la seconda riduzione, che non è riduzionale dal punto di vista del patrimonio genetico, si divide in due spermatidi. Riassumento quanto appena detto: la meiosi dello spermatocita primario genera due spermatociti secondari aploidi i quali, a loro volta, si dividono per formare due spermatidi secondari ed in tutto alla fine della meiosi si contano quattro spermatidi. Ogni spermatidio viene poi "raffinato" all'interno della gonade poiché non è ancora capace di sostenere gli eventi della fecondazione. La raffinazione è da intendersi come un processo più o meno lungo, a seconda della specie, volto a costruire e consolidare la struttura del futuro spermatozoo che, per poter compiere il proprio lavoro, necessita di particolari elementi non presenti negli spermatidi. Allo stadio finale lo spermatozoo presenta una struttura particolare. Dal punto di vista morfologico lo spermatozoo dei vertebrati e' formato da una testa, da un corpo e da una coda flagellare. La testa possiede una vescicola ricca di sostanze utili a digerire il breve tratto della parete dell'ovulo e prende il nome di acrosoma. Il corpo appare privo di citoplasma e presenta un nucleo molto evidente con dei filamenti di RNA che hanno il compito di operare la sintesi delle proteine una volta formato lo zigote. La coda è attaccata al corpo ed ha il compito di flettersi per generare il movimento che serve allo spermatozoo a compiere piccoli cammini all'interno delle vie genitali femminili o, in altri casi, nel microambiente dove viene espulso. Per potersi muovere lo spermatozoo ha bisogno di energia che ricava dai mitocondri sparsi nel corpo e nella coda. Gli spermatozoi degli invertebrati possono assumere forme molto diverse e, in alcuni casi, si discostano visibilmente rispetto allo schema testa- corpo.coda poichè appaiono con forme particolari come quelle tentacolate. L’OVOGENESI L'ovogenesi è il processo di creazione dell'ovulo, il gamete femminile. E' un fenomeno portato a termine nelle gonani femminili (ovaie) e si riproduce in maniera ciclica durante un tratto della vita della femmina e l'interruzione di questo ciclo ne determina la sterilità. Le cellule iniziali sono gli oogoni (od ovogoni), che si dividono per mitosi. Una prima differenziazione dell'ogonio genera l'oocita (ovocita) primario che entra in meiosi. La meiosi riduce il corredo cromosomico dell'oocita che da aploide diventa diploide. Tale corredo viene spartito tra le due cellule "figlie", l'ovocita secondario e il globulo polare. Contrariamente a quanto avviene nel processo della spermatogenesi, dove tutte le cellule finali del processo sono attive e funzionali, il globulo polare è una cellula che non può essere fecondata e, dal punto di vista riproduttivo, non funzionale. Nella seconda fase della meiosi, quella non riduzionale,il globulo polare si divide in ulteriori due globuli polari mentro l'ocita secondario si differenzia in ootide e un ulteriore globulo polare. A questo punto l'ovulo è quasi pronto, sebbene dal punto di vista dell'avanzamento della meiosi si blocca in un punto ben determinato e completa tale processo soltanto quando è prossimo ad essere espulso dal follicolo per essere introdotto lungo le vie che portano all'utero. La fase della meiosi in cui l'ovulo rimane bloccato, anche per molto tempo, è la prima profase e, in altri termini, l'ovulo rimane bloccato nella profase della prima meiosi fino al momento in cui viene espulso dal follicolo ovarico. La seconda meiosi si compie solo dopo la fecondazione, ovvero dopo la penetrazione dello spermio nell'ovulo. processo complesso nel quale avvengono differenziazioni e mitosi di un gruppo di cellule staminali di partenza. La cellula staminale ha il nome di spermatogonio e per mitosi si divide in due cellule.La prima è uno spermatocita differenziato mentre la seconda per garantire il ricambio della base cellulare staminale, mantiene i caratteri di spermatogonio. Si sono avanzate altre ipotesi sulla differenziazione cellulare alcune delle quali propongono che la cellula staminale si divide, con dei meccanismi ancora da spiegare, o in due spermatogoni o in due cellule staminali. La sinergia tra un tipo ed un altro di divisioni dovrebbe mantenere più o meno costante il quantitativo di cellule staminali. Questa teoria, che vale anche per altri sistemi dove c'è la divisione cellulare di cellule staminali, non è molto accreditata e necessita di ulteriori riscontri scientifici. Lo spermatocita primario è differente dallo spermatogonio ed entra nel processo di meiosi. La prima fase è di tipo riduzionale e pertanto lo sparmatocita primario, che è diploide, si divide in due spermatociti secondari aploidi che, in altre parole, contengono metà del patrimonio genetico dello spermatocita primario. Lo spermatocita secondario appena formato è ancora in fase di meiosi e con la seconda riduzione, che non è riduzionale dal punto di vista del patrimonio genetico, si divide in due spermatidi. Riassumento quanto appena detto: la meiosi dello spermatocita primario genera due spermatociti secondari aploidi i quali, a loro volta, si dividono per formare due spermatidi secondari ed in tutto alla fine della meiosi si contano quattro spermatidi. Ogni spermatidio viene poi "raffinato" all'interno della gonade poiché non è ancora capace di sostenere gli eventi della fecondazione. La raffinazione è da intendersi come un processo più o meno lungo, a seconda della specie, volto a costruire e consolidare la struttura del futuro spermatozoo che, per poter compiere il proprio lavoro, necessita di particolari elementi non presenti negli spermatidi. Allo stadio finale lo spermatozoo presenta una struttura particolare. Dal punto di vista morfologico lo spermatozoo dei vertebrati e' formato da una testa, da un corpo e da una coda flagellare. La testa possiede una vescicola ricca di sostanze utili a digerire il breve tratto della parete dell'ovulo e prende il nome di acrosoma. Il corpo appare privo di citoplasma e presenta un nucleo molto evidente con dei filamenti di RNA che hanno il compito di operare la sintesi delle proteine una volta formato lo zigote. La coda è attaccata al corpo ed ha il compito di flettersi per generare il movimento che serve allo spermatozoo a compiere piccoli cammini all'interno delle vie genitali femminili o, in altri casi, nel microambiente dove viene espulso. Per potersi muovere lo spermatozoo ha bisogno di energia che ricava dai mitocondri sparsi nel corpo e nella coda. Gli spermatozoi degli invertebrati possono assumere forme molto diverse e, in alcuni casi, si discostano visibilmente rispetto allo schema testa- corpo.coda poichè appaiono con forme particolari come quelle tentacolate. L’OVOGENESI L'ovogenesi è il processo di creazione dell'ovulo, il gamete femminile. E' un fenomeno portato a termine nelle gonani femminili (ovaie) e si riproduce in maniera ciclica durante un tratto della vita della femmina e l'interruzione di questo ciclo ne determina la sterilità. Le cellule iniziali sono gli oogoni (od ovogoni), che si dividono per mitosi. Una prima differenziazione dell'ogonio genera l'oocita (ovocita) primario che entra in meiosi. La meiosi riduce il corredo cromosomico dell'oocita che da aploide diventa diploide. Tale corredo viene spartito tra le due cellule "figlie", l'ovocita secondario e il globulo polare. Contrariamente a quanto avviene nel processo della spermatogenesi, dove tutte le cellule finali del processo sono attive e funzionali, il globulo polare è una cellula che non può essere fecondata e, dal punto di vista riproduttivo, non funzionale. Nella seconda fase della meiosi, quella non riduzionale,il globulo polare si divide in ulteriori due globuli polari mentro l'ocita secondario si differenzia in ootide e un ulteriore globulo polare. A questo punto l'ovulo è quasi pronto, sebbene dal punto di vista dell'avanzamento della meiosi si blocca in un punto ben determinato e completa tale processo soltanto quando è prossimo ad essere espulso dal follicolo per essere introdotto lungo le vie che portano all'utero. La fase della meiosi in cui l'ovulo rimane bloccato, anche per molto tempo, è la prima profase e, in altri termini, l'ovulo rimane bloccato nella profase della prima meiosi fino al momento in cui viene espulso dal follicolo ovarico. La seconda meiosi si compie solo dopo la fecondazione, ovvero dopo la penetrazione dello spermio nell'ovulo. Questa pagina non è visibile nell’anteprima Non perderti parti importanti! SCARICA 1/8 INGRANDISCI Prepara al meglio i tuoi esami Registrati a Docsity per scaricare i documenti e allenarti con i Quiz REGISTRATI e ottieni 20 punti download Recensisci per primo questo documento