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L’UMIDITÀ NELLE MURATURE La presenza di umidità nelle murature può condurre a

deterioramento strutturale, ad aumento di dispersione termica, a perdita di decorazioni superficiali


ed allo sviluppo di microrganismi che possono essere dannosi anche alla salute dell’uomo.
PRESENZA DELL’ACQUA NELLE MURATURE L’acqua nelle murature può essere presente
sotto forma di: • Acqua legata: acqua che viene usata in fase di costruzione e che si lega
chimicamente al materiale; non contribuisce ai problemi di umidità in quanto non è mobile • Acqua
assorbita: assorbita in fase di vapore direttamente dall’atmosfera, ma anche in fase liquida quando si
è in presenza di condensazione • Acqua di capillarità: penetra lentamente all’interno delle pareti
MISURA DELL’UMIDITÀ Il metodo più usato è quello della misura diretta: si preleva un
campione del materiale per mezzo di un trapano e si misura il peso dello stesso prima e dopo essere
stato disidratato, ma non è sempre applicabile. Tra i metodi non distruttivi, il più utilizzato è quello
conduttimetrico che sfrutta le proprietà dell’acqua di scindersi in ioni; questo strumento non rileva
la presenza di acqua legata. Un altro metodo è quello capacitivo che sfrutta le proprietà della
molecola dell’acqua, può solo rilevare la presenza di umidità in presenza di strati molto sottili.
ORIGINE DELL’UMIDITÀ IN FASE LIQUIDA • Penetrazione diretta dalla pioggia: si manifesta
in presenza di crepe, sfaldamenti del rivestimento esterno, oppure da un’inadeguata protezione delle
coperture • Rottura dei discendenti • Rottura delle tubazioni • Risalita capillare: se la struttura non è
adeguatamente impermeabilizzata dal terreno circostante si avrà una risalita capillare dell’acqua
dovuta alle forze intermolecolari che si generano nell’interfaccia liquido-superficie porosa; più i
pori sono piccoli, più elevato sarà il fronte di risalita. ORIGINE DELL’UMIDITA’ IN FASE
VAPORE La condensazione si manifesta quando la temperatura delle pareti risulterà più fredda
rispetto a quella dell’aria e quanto più elevato risulterà il valore dell’umidità relativa. È
localizzabile nei bagni e nelle cucine. Questo fenomeno si manifesta nelle zone più basse della
muratura (50-100 cm) ma anche sul pavimento. Un altro tipo di condensazione è detta interstiziale
che si manifesta all’interno delle strutture quando la temperatura di saturazione risulta in alcuni
punti più alta di quella normale della parte in quei punti. CONDIZIONI DI BENESSERE Il
concetto di benessere termoigrometrico è generalmente espresso ricorrendo ad una locuzione
negativa, si usa infatti definirlo come “assenza di disagio termico”. Fino a poco tempo fa, la sola
grandezza che veniva utilizzata era la temperatura. Attualmente si utilizza il metodo di Fanger.
Utilizza le seguenti grandezze: • N = potenza termica ceduta all’ambiente • R = resistenza termica
del vestiario • Ta = temperatura dell’aria • Tm = temperatura media radiante dell’ambiente • V =
velocità dell’aria • U = umidità relativa dell’aria il parametro di controllo è il valore della
temperatura corporea T e della potenza associata alla sudorazione E. UMIDITÀ ASCENDENTE:
L’umidità di risalita nelle murature può avere origine dalle acque di falda freatica o da acque
disperse di scorrimento. La prima è continua e può variare di livello a seconde delle stagioni. La
seconda è dovuta alle precipitazione atmosferiche oppure è causata dall’uomo per mal costruzione o
manutenzione. La risalita avviene per capillarità. L’umidità di risalita viene eliminata per processi
evaporativi che si accentuano all’aumentare delle ventilazioni. L’evaporazione è condizionata dalla
temperatura dell’aria e dalla umidità relativa ambientale. L’umidità ascendente si combatte
intervenendo sulla fonte poiché un muro vecchio in genere è impregnato di Sali occorre anche
deumidificarlo, in più si possono aggiungere trattamenti protettivi idrorepellenti o
impermeabilizzabili. 1 RICONOSCIMENTO DELLA CAUSA CHE PROVOCA IL FENOMENO
Umidità ascendente: si manifesta in modo diffuso alla base del muro o in modo localizzato Umidità
diffusa: vi è una fonte costante (tipo falda freatica o perdita rilevante di acque nel sottosuolo) o se
compare dopo precipitazioni atmosferiche è causata dalle acque di scorrimento sotterranee. Umidità
localizzata: è dovuta a perdite di cisterne o fognature sotterranee, rotture di manufatti. 2
ELIMINAZIONE DELLA FONTE Non è possibile nel caso di falda freatica perché molto costosa 3
INTERCETTAMENTO DELL’ACQUA L’intercettamento dell’acqua della fonte al muro è detto
anche sbarramento verticale. Nel caso di acque di scorrimento o da dispersione si applica il
principio della trincea drenante più o meno ventilata attorno ai muri di fondazione 4
SBARRAMENTO DELLA RISALITA Per impedire la risalita per capillarità si bloccano i pori del
materiale alla base del muro. 5 DEUMIDIFICAZIONE Aereazione, osmosi, elettrosmosi ed
elettrosmosiforesi 6 ELIMINAZIONE DEGLI EFFETTI INDOTTI SOLO SE IL MURO
PERMANE IN AMBITO UMIDO 7 PROTEZIONE E PREVENZIONE UMIDITA’ DA ACQUA
PIOVANA: Tra le cause d’infiltrazione diretta vi sono: • Fessurazioni di intonaco che possono
essere state prodotte dagli assestamenti subiti dagli edifici nel tempo • Il distacco tra materiale di
caratteristiche diverse, tra le strutture portanti ed i tamponamenti p tra le paraste verticali ed
orizzontali dei muri ed il resto della parete • Il degrado della malta: porosità eccessiva per errata
composizione della malta o dal distacco dalla malta stessa La calce aerea è disposta dentro vasche
di legno comunicanti con una fossa (calcinaia), che viene gradualmente bagnata per lo spegnimento.
Questa passa (grassello) poi nella calcinaia dove si lascia riposare. Qui il grassello viene ricoperto
con sabbia per evitare che reagisca con l’aria. Se si aggiunge acqua al grassello si ottiene latte di
calce. Calce idraulica: la materia prima è un miscuglio di calcare e argilla. I forni sono simili a
quelli del calcare ma la temperatura deve arrivare a 1200°C. Le calci che si possono ottenere sono:
calce debolmente idraulica, mediocremente idraulica, idraulica, eminentemente idraulica. La presa
della calce idraulica avviene per idratazione attraverso la cristallizzazione dei silicati, degli
alluminati e degli latri composti che si sono formati con la reazione fra l’ossido di calcio e i
componenti dell’argilla. Un calcare può essere idraulicizzato con l’aggiunta di: pozzolana e
materiali di origine vulcanica, coccio pesto, caolino, ferrugine e prodotti di scarto della siderurgica.
Lapidei artificiali: i conglomerati Conglomerati: massa costituita da elementi eterogenei e, quindi,
miscela di legante, aggregati, acqua. Sono conglomerati i calcestruzzi e le malte. Calcestruzzo:
miscela di leganti, acqua e aggregati. Vengono chiamati inerti i materiali che non partecipano a
nessuna reazione chimica, vengono chiamati aggregati i materiali tenuti insieme da un legante.
MALTA È una miscela di leganti, acqua e aggregati. I componenti sono miscelati fra loro
inopportune dosi per ottenere un impasto fresco. Gli impieghi sono: di allettamento(malta di calce
aerea, malta di calce idraulica, malta bastarda, malta di cemento), per intonaci, iniezioni e
consolidamenti. Classificazione delle malte per componenti: malte aeree (gesso o calce), malte
idrauliche (leganti eminentemente idraulici o cementizi), malte idrauliche plastiche (leganti
eminentemente idraulici o cementizi), malte cementizie (cementi), malte composte o bastarde (due
o più leganti insieme), malte additivate (malte precedenti più un additivo), malte pronte (malte in
miscela secca preconfezionate). MALTA DI GESSO: mescolando un volume di gesso in mezzo
volume di acqua. Presa rapida. Per intonaci interni. Proprietà: resistenza a compressione e
comportamento in regime di sforzo pluriassiale, modulo di elasticità, coeff. Di poisson, duttilità,
aderenza, lavorabilità, plasticità, capacità di trattenere l’acqua. AGGREGATI Sono materiali che
vengono legati dal legante più acqua. Possono essere naturali (tondi) o di frantumazione (spigolosi)
o artificiali (come le scorie metallurgiche). I requisiti fondamentali sono: buona resistenza
meccanica, giusta porosità, buon coeff. di forma, corretta composizione granulometrica (si possono
classificare in finissimi, fini, grossi), assenza di argilla e sostanze organiche. Acqua: l’acqua per gli
impasti deve essere limpida, prima di Sali in percentuali dannose e non deve essere aggressiva.
Tutte le acque sono utilizzabili ad eccezione degli scarichi industriali e civili. Sabbia: di tre tipi
(cava, fiume, mare). La migliore è quella carbonchiosa. Proprietà dei materiali lapidei da
costruzione: peso di volume e specifico reale, porosità, inibizione, assorbimento, igroscopicità,
permeabilità, resistenza a compressione, durevolezza. La durabilità dei materiali si ottiene da
parametri ambientali, materiali, prove di invecchiamento accelerato e analisi chimiche. Il
deterioramento: proprietà chimiche (dissoluzione, solfatazione, reazione con depositi di sostanze
inquinanti), proprietà fisiche (erosione, gelo e disgelo, cristallizzazione salina, fessurazione dovuta
a scarichi), fattori progettuali (errori di progetto e di esecuzione). Gli errori di esecuzione possono
essere la mancanza di aderenza malta-mattone, e la mancanza di verticalità delle strutture.
ADDITIVI Moderni: plastificanti, impermeabilizzanti, antigelo, acceleranti, ritardanti, aeranti,
fluidificanti, superfluificante, espandente. Nel passato: albume, colla animale, orzo, birra, cera
vergine, sangue, burro, caseina, cotone, latte cagliato, sterco, uova, corteccia di olmo, malto, resina,
vino,zucchero, pane di segale, urine, zafferano, lardo, cera d’api. Avevano funzioni: accelerante,
adesiva, aumentare la durabilità e la resistenza, resistenza al gelo, ridurre il ritiro, ritardante.
INTONACO: è formato da più strati funzionali: il rinzaffo (aderente al supporto con funzione di
livellamento), l’arriccio (strato intermedio con tenuta idrica e resistenza meccanica), la finitura
(strato esterno che crea la prima barriera). COMPATIBILITA’ MECCANICA Resistenza
meccanica, Modulo elastico COMPATIBILITA’ FISICA Coeff. Di dilatazione, porosità e
traspirazione, adesione della malta al materiale di supporto, ritiro della malta COMPATIBILITA’
CHIMICA Capacità di non reagire chimicamente con il supporto LAPIDEI NATURALI Requisiti
chimici: resistenza al gelo e al decomporsi a contatto con l’acqua e con l’aria. Requisiti fisici:
durezza, lavorabilità, granosità, affinità con la malta. Le caratteristiche fondamentali che regolano le
rocce sono la durezza e la compattezza, la porosità, il comportamento nei confronti del calore, il
comportamento nei confronti delle sollecitazioni meccaniche e la durevolezza. ALTERAZIONE
DEI MATTONI Fattori interni: impurezza delle argille, la granulometria delle argille, modalità di
esecuzione, temperatura di cottura. Fattori esterni: alterazione chimica, alterazione fisica,
alterazione biologica. INFLUENZA DELLE ARGILLE SULLA DURABILITA’ DEL
MATERIALE: abbiamo due categorie (argille calcaree e argille silicie). Sono costituite da minerali
argillosi propriamente detti e minerali non argillosi o impurezze. Le impurezze sono: quarzo,
carbonato di calcio, carbonato di magnesio, mica, solfuri, ossidi di ferro. Le impurezze pericolose
sono: carbonato di calcio fra il 10-25% al 30%. Questi valori si possono tollerare se il carbonato sia
contenuto nelle frazioni più fini dell’argilla, e sia uniformemente distribuito nella massa.
Controllando la composizione granulometrica dell’argilla è possibile ottenere prodotti con
sufficiente resistenza al gelo. La disomogeneità del mattone è dovuta dalla disomogeneità della
pressatura o lavorazione, della eterogeneità dell’argilla (naturale o dovuta all’aggiunta di chamotte).
La lavorazione si distingue in due categorie: a mano e a trafila. La porosità diminuisce con
l’aumento della temperatura di cottura, la resistenza meccanica aumenta con l’aumentare della
temperatura di cottura. FATTORI ESTENI AL DEGRADO: chimico (inquinamento atmosferico, la
combustione di idrocarburi produce sostanze gassose che aggrediscono le superfici degli edifici) –
fisico (cristallizzazione dei Sali, azione del gelo/disgelo) – biologico (macrorganismi e
microrganismi animali e vegetali) ALTERAZIONE DELLE MALTE: i leganti sono la calce spenta,
la calce idraulica, la calce pozzolanica e il cemento. I caratteri negativi delle calce aeree sono la
bassa resistenza a compressione (5kg/cmq), l’elevata sensibilità al gelo, la presenza di calcinelli non
spenti che in contatto con l’acqua idratano e aumentano di volume. L’alterazione delle malte
idrauliche è la stessa di quelle aeree idrolisi dei silicati delle malte cementizie.
DETERIORAMENTO DELLA PIETRA NATURALE Hanno importanza le caratteristiche delle
rocce quali la composizione chimico- mineralogica e la struttura della tessitura. In ambiente acido le
rocce carbonatiche sono più soggette a solfatazione o compressione per aggressione dell’ambiente
acido. Rocce con tessiture isotrope possono essere sollecitate in diversi modi IN OPERA Sbalzi
climatici Azione delle acque meteoriche Tutti i fenomeni che intervengono con esposizione
all’atmosfera EFFETTI DELLA LAVORAZIONE Utilizzo di strumenti per la lavorazione non
adatti come utensili a percussione EFFETTI DELLA MESSA IN OPERA Disposizione errata dei
piani Accoppiamento con pietre o con materiali diversi poco stabili chimicamente Accoppiamento
con sostanze solubili che in acqua possono cedere Sali solubili Accoppiamento di pietre chiare con
scure che possono rilasciare il colore a seguito di un processo di alterazione chimica Poca
attenzione alla necessità di espansione termica delle lastre di pieta AZIONE DEI
BIODETERIOGENI È qualunque tipo di alterazione irreversibile conseguente all’attività
metabolica di una o più popolazioni viventi. EFFETTI DEL GELO Il deterioramento è legato a
fenomeni di variazione di volume che accompagnano il passaggio di stato da acqua liquida a solido
EFFETTI DELLA CRISTALLIZZAZIONE SALINA I cristalli di sale cominciano a formarsi nei
pori del materiali lapideo solo quando si verificano condiioni di saturazione o di sovra saturazione. I
Sali che si possono trovare sono i solfati e i cloruri, carbonati, nitrati e nitriti. L’alterazione è
l’alveolizzazione EFFETTI DEGLI SBALZI TERMICI A sbalzi termici giornalieri di 40°-50°C
subisce una deformazione in blocco di qualche decimo di mm per ogni metro di lunghezza. Si
possono verificare deformazioni e rotture, se gli sforzi interni superano la resistenza del materiale.
EFFETTI DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO Gli inquinanti sono l’anidride solforosa e il
materiale particellato. Anche l’anidride carbonica. RILIEVO E DIAGNOSI L’analisi presuppone
un preciso rilievo delle diverse strutture che compongo l’edificio. È importante evidenziare sia la
tecniche costruttiva che i dissesti. Attraverso lo studio della tecnica costruttiva è necessario rilevare
sia il modo con cui i diversi componenti del singolo elemento strutturale in esame sono correlati fra
loro, sia il modo in cui l’elemento strutturale si collega con gli altri elementi strutturali. Alcuni
strumenti di controllo sono: matita, righello, calibro, chiodi metallici, spia, micrometro, ecc.
Tomografia sonica: Fornisce il campo dettagliato delle velocità delle onde soniche su una o più
sezioni della struttura. Permette di rilevare la disomogeneità del materiale. Rilievo delle emissioni
acustiche: Consiste nel registrare gli impulsi sonici generati nei materiali allorché si manifestano
fenomeni di fatturazione. Misure per trasparenza: Consistono nella determinazione delle velocità di
propagazione delle onde elastiche longitudinali tra due superfici accessibili della struttura indagata.
Indagini radar: Studio della propagazione di onde elettromagnetiche. La tecnica e’ quella a
riflessione. Questa indagine permette di evidenziare la presenza di zone ad elevata umidità, cavità,
elementi metallici e aree di transizione fra materiali diversi. Indagini termografiche: Si basa sul
rilievo della diversa remissività’ e conducibilità termica dei materiali. Questa analisi permette di
ottenere informazioni relative alla morfologia delle strutture nascoste dall’intonaco e di rilevare
anomalie costruttive, come cavità o altro. Indagini sclerometri che: Queste indagini trovano
applicazione quando e’ necessario avere immediate informazioni sulle caratteristiche di omogeneità
della struttura muraria. Esse forniscono l’indice di durezza – determinato dal rimbalzo di una massa.
Analisi meccanica Si basa sulla diagnosi strutturale che consiste: • Nella caratterizzazione chimica,
fisica e meccanica dei materiali • Nella investigazione del comportamento strutturale attraverso la
messa a punto di un modello in grado di interpretare la realtà fisica della struttura • Nell’eventuale
monitoraggio delle strutture Il lavoro è sintetizzato in questi tre punti: • Rilievo della geometria e
dei dissesti • deformazioni delle strutture • quadro fessurativo Ricerca storica e ricostruzione delle
fasi costruttive dell’edificio ed individuazione degli eventuali interventi di restauro e di
consolidamento Valutazione dello stato di conservazione delle strutture e del degrado del materiale
Analisi dei materiali: Consiste nella caratterizzazione chimica, fisica e meccanica dei materiali e del
loro stato di degrado. Modello: ha lo scopo di interpretare il comportamento meccanico delle
strutture. Monitoraggio: sistema di controllo effettuato direttamente sulle strutture e continuato nel
tempo. Parametri meccanici: può avvenire attraverso due tipi di prove: distruttive (prelievo dei
materiali), non distruttive (con misurazioni soniche). CAUSE DEI DISSESTI STRUTTURALI
Strutture fondali: • Cedimento del terreno fondale per eccesso di carico di progetto o indotto in
esercizio • per variazioni della sua capacita’ portante per cause naturali • Insufficienza della
capacità portante della fondazione per errori progettuali e/o di esecuzione • Insufficienza della
capacità portante della fondazione per variazioni dei carichi nel corso dell’esercizio • Degrado
materiale della struttura per effetto dei sali disciolti; per effetto di agenti inquinanti Strutture di
copertura: • Errore progettuale e/o di esecuzione • Variazioni, piu’ o meno repentine e prevedibili
dei carichi, accidentali (neve e vento) • Degrado della materia con cui è fabbricata la struttura. •
Cedimenti delle strutture verticali portanti Orizzontamenti piani: solai • Errore progettuale e/o di
esecuzione • Variazioni dei carichi accidentali • Degrado della materia con cui è fabbricata la
struttura per effetto dell’umidità, dell’attacco di insetti xilofagi, di eventi accidentali (p. E.
Incendio) • Cedimenti delle strutture verticali portanti Orizzontamenti voltati: volte in muratura •
Errore progettuale e/o di esecuzione • Variazioni dei carichi accidentali • Degrado della materia con
cui è fabbricata la struttura • Cedimenti delle strutture portanti con conseguente deformazione della
volta Strutture di elevazione: murature, elementi in calcestruzzo, elementi in acciaio • Errori
progettuali • Variazioni dei carichi agenti sulla struttura. Fenomeni legati ai dissesti Deformazioni o
fratture degli elementi strutturali. Deformazione o rottura del terreno. Deformazione o rottura della
muratura. L’analisi della permette di individuare le cause che le hanno prodotte, anche se ogni
fenomeno di dissesto puo’ derivare da cause diverse. Il dissesto di traslazione verticale, quale
effetto, può discendere da cause diverse: • eccessiva compressibilità del terreno fondale •
schiacciamento delle regioni murarie basali • lavori di sterro nelle vicinanze • depressioni di archi o
travate • sopraelevazione di edifici col conseguente aumento di carichi • fluidificazione del suolo
dovuta ad infiltrazioni • errori progettuali ANAMNESI DEGLI EFFETTI E DELLE CAUSE DEL
DEGRADO Di ogni struttura e’ importante evidenziare sia la tecnica costruttiva sia i dissesti.
Attraverso lo studio della tecnica costruttiva e’ necessario rilevare sia il modo con cui i diversi
componenti del singolo elemento strutturale in esame sono correlati fra loro, sia il modo in cui
l’elemento strutturale si collega con gli altri elementi strutturali. Spesso, inoltre, da un rilievo
geometrico vengono evidenziate delle irregolarita’ nelle strutture che necessitano interpretazione.
CLASSIFICAZIONE DELLE TECNICHE DI INTERVENTO • Formulazione di una corretta
diagnosi riguardo le cause e la loro eliminazione. • Il principio del minimo intervento deve
rappresentare l’obiettivo da perseguire con il progetto di intervento sulle strutture • Intervento sulla
capacita’ portante • Senza modifica dello schema statico • Intervento sulla capacita’ portante • Con
modifica dello schema statico • Criteri di intervento puntuali su singoli elementi o su limitati sistemi
strutturali: • Diminuzione dei carichi gravanti sulle strutture • Sostituzione delle strutture
ammalorate senza variare lo schema statico presente • Sostituzioni di porzioni di elementi strutturali
ammalorati • Intervento sui vincoli • Intervento, con generale aumento, sulla sezione resistente •
Iniezioni di materiale consolidante • Rigenerazione con materiali consolidanti • Aggiunta di
elementi collaboranti • Realizzazione di cappe di calcestruzzo armato all’estradosso di solai e volte
• Esecuzione del rinforzo delle murature con rete elettrosaldata e calcestruzzo spruzzato •
Costruzione di cordoli perimetrali • Irrigidimenti generalizzati • Rinforzo del collegamento dei solai
e delle volte con i muri perimetrali • Inserimento di catene o altri dispositivi per l’eliminazione delle
spinte Gli interventi si distinguono in tre principali categorie: • Interventi indiretti • Interventi diretti
sul funzionamento meccanico della struttura • Interventi diretti sulle caratteristiche elastiche e
meccaniche sul materiale Occorre che i materiali consolidanti e quelli da consolidamento sia
compatibili. Possono essere: Chimico = è necessario che i materiali, anche se reagiscono, non
generino materiali, di neoformazioni, nocivi per la materia e per la struttura. Fisico = compatibili
caratteristiche porosimetriche, di assorbimento, di colore. Meccanico = compatibili caratteristiche
elastiche, di resistenza, di dilatazioni termo-igrometriche. Partendo dalla considerazione che e’
molto difficile il controllo della fasi di iniezioni e impregnazione, e del loro esito, un errato
assorbimento del materiale consolidante puo’ provocare solo ulteriori danneggiamenti. • verifiche e
collaudi degli interventi effettuati • sorveglianza statica e dinamica durante gli interventi di restauro
• controllo della qualità degli interventi di consolidamento delle murature • collaudi statici e
dinamici ad opera ultimata • sorveglianza statica e dinamica dopo l’intervento di restauro Si
utilizzano gli strumenti matematici e di monitoraggio gia’ messi a punto nelle fasi di raccolta dei
dati. Il calcestruzzo armato Degrado: corrosione del ferro con aumento del volume e frattura del cls.
L’alcalinità del cls può essere neutralizzata dall’anidride carbonica, ambienti ricchi di cloruri. Di
fronte al degrado del cls per corrosione, si può intervenire in due modi: intervenendo, monitorando.

Appunti di restauro, Appunti di


Restauro
Restauro

5.0
1Recensione
L’UMIDITÀ NELLE MURATURE
La presenza di umidità nelle
murature può condurre a
deterioramento strutturale, ad
aumento di
dispersione termica, a perdita di
decorazioni superficiali ed allo
sviluppo di microrganismi che
possono
essere dannosi anche alla salute
dell’uomo.
PRESENZA DELL’ACQUA
NELLE MURATURE
L’acqua nelle murature può essere
presente sotto forma di:
• Acqua legata: acqua che viene
usata in fase di costruzione e che si
lega chimicamente al materiale;
non contribuisce ai problemi di
umidità in quanto non è mobile
• Acqua assorbita: assorbita in
fase di vapore direttamente
dall’atmosfera, ma anche in fase
liquida
quando si è in presenza di
condensazione
• Acqua di capillarità: penetra
lentamente all’interno delle pareti
MISURA DELL’UMIDITÀ
Il metodo più usato è quello della
misura diretta: si preleva un
campione del materiale per mezzo
di un
trapano e si misura il peso dello
stesso prima e dopo essere stato
disidratato, ma non è sempre
applicabile.
Tra i metodi non distruttivi, il più
utilizzato è quello conduttimetrico
che sfrutta le proprietà dell’acqua di
scindersi in ioni; questo
strumento non rileva la presenza
di acqua legata. Un altro metodo
è quello
capacitivo che sfrutta le proprietà
della molecola dell’acqua, può
solo rilevare la presenza di
umidità in
presenza di strati molto sottili.
ORIGINE DELL’UMIDITÀ IN
FASE LIQUIDA
• Penetrazione diretta dalla
pioggia: si manifesta in presenza di
crepe, sfaldamenti del rivestimento
esterno, oppure da un’inadeguata
protezione delle coperture
• Rottura dei discendenti
• Rottura delle tubazioni
• Risalita capillare: se la struttura
non è adeguatamente
impermeabilizzata dal terreno
circostante si
avrà una risalita capillare
dell’acqua dovuta alle forze
intermolecolari che si generano
nell’interfaccia liquido-superficie
porosa; più i pori sono piccoli, più
elevato sarà il fronte di risalita.
ORIGINE DELL’UMIDITA’ IN
FASE VAPORE
La condensazione si manifesta
quando la temperatura delle
pareti risulterà più fredda rispetto
a quella
dell’aria e quanto più elevato
risulterà il valore dell’umidità
relativa. È localizzabile nei bagni e
nelle cucine.
Questo fenomeno si manifesta nelle
zone più basse della muratura (50-
100 cm) ma anche sul pavimento.
Un altro tipo di condensazione è
detta interstiziale che si manifesta
all’interno delle strutture quando la
temperatura di saturazione risulta in
alcuni punti più alta di quella
normale della parte in quei punti.
CONDIZIONI DI BENESSERE
Il concetto di benessere
termoigrometrico è generalmente
espresso ricorrendo ad una
locuzione negativa,
si usa infatti definirlo come
“assenza di disagio termico”. Fino a
poco tempo fa, la sola grandezza
che veniva
utilizzata era la temperatura.
Attualmente si utilizza il metodo di
Fanger. Utilizza le seguenti
grandezze:
• N = potenza termica ceduta
all’ambiente
• R = resistenza termica del
vestiario
• Ta = temperatura dell’aria
• Tm = temperatura media
radiante dell’ambiente
• V = velocità dell’aria
• U = umidità relativa dell’aria
il parametro di controllo è il valore
della temperatura corporea T e della
potenza associata alla sudorazione
E.
UMIDITÀ ASCENDENTE:
L’umidità di risalita nelle murature
può avere origine dalle acque di
falda freatica o
da acque disperse di scorrimento.
La prima è continua e può variare di
livello a seconde delle stagioni. La
seconda è dovuta alle
precipitazione atmosferiche
oppure è causata dall’uomo per
mal costruzione o
manutenzione. La risalita avviene
per capillarità. L’umidità di
risalita viene eliminata per
processi
evaporativi che si accentuano
all’aumentare delle ventilazioni.
L’evaporazione è condizionata
dalla
temperatura dell’aria e dalla umidità
relativa ambientale.
L’umidità ascendente si combatte
intervenendo sulla fonte poiché un
muro vecchio in genere è
impregnato
di Sali occorre anche
deumidificarlo, in più si possono
aggiungere trattamenti protettivi
idrorepellenti o
impermeabilizzabili.
1
RICONOSCIMENTO DELLA
CAUSA
CHE PROVOCA IL FENOMENO
U
midità ascendente
: si manifesta in modo diffuso
alla base
del muro o in modo localizzato
Umidità diffusa: vi è una fonte
costante (tipo falda freatica o
perdita rilevante di acque nel
sottosuolo) o se compare dopo
precipitazioni atmosferiche è
causata dalle acque di
scorrimento sotterranee.
Umidità localizzata: è dovuta a
perdite di cisterne o fognature
sotterranee, rotture di manufatti.
2
ELIMINAZIONE DELLA FONTE
Non è possibile nel caso di falda
freatica perché molto costosa
3
INTERCETTAMENTO
DELL’ACQUA
L’intercettamento dell’acqua della
fonte al muro è detto
anche sbarramento verticale. Nel
caso di acque di scorrimento
o da dispersione si applica il
principio della trincea drenante
più o meno ventilata attorno ai muri
di fondazione
4
SBARRAMENTO DELLA
RISALITA
Per impedire la risalita per
capillarità si bloccano i pori del
materiale alla base del muro.
5
DEUMIDIFICAZIONE
Aereazione, osmosi, elettrosmosi ed
elettrosmosiforesi
6
ELIMINAZIONE DEGLI
EFFETTI
INDOTTI
SOLO SE IL MURO PERMANE
IN AMBITO UMIDO
7
PROTEZIONE E PREVENZIONE
UMIDITA’ DA ACQUA
PIOVANA: Tra le cause
d’infiltrazione diretta vi sono:
• Fessurazioni di intonaco che
possono essere state prodotte dagli
assestamenti subiti dagli edifici
nel tempo
• Il distacco tra materiale di
caratteristiche diverse, tra le
strutture portanti ed i tamponamenti
p tra
le paraste verticali ed orizzontali dei
muri ed il resto della parete
• Il degrado della malta: porosità
eccessiva per errata composizione
della malta o dal distacco dalla
malta stessa
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La calce aerea è disposta dentro
vasche di legno comunicanti con
una fossa (calcinaia), che viene
gradualmente bagnata per lo
spegnimento. Questa passa
(grassello) poi nella calcinaia
dove si lascia
riposare. Qui il grassello viene
ricoperto con sabbia per evitare che
reagisca con l’aria. Se si aggiunge
acqua
al grassello si ottiene latte di calce.
Calce idraulica: la materia prima è
un miscuglio di calcare e argilla. I
forni sono simili a quelli del calcare
ma
la temperatura deve arrivare a
1200°C. Le calci che si possono
ottenere sono: calce debolmente
idraulica,
mediocremente idraulica, idraulica,
eminentemente idraulica.
La presa della calce idraulica
avviene per idratazione attraverso la
cristallizzazione dei silicati, degli
alluminati e degli latri composti
che si sono formati con la
reazione fra l’ossido di calcio e i
componenti
dell’argilla. Un calcare può essere
idraulicizzato con l’aggiunta di:
pozzolana e materiali di origine
vulcanica,
coccio pesto, caolino, ferrugine e
prodotti di scarto della siderurgica.
Lapidei artificiali: i conglomerati
Conglomerati: massa costituita da
elementi eterogenei e, quindi,
miscela di legante, aggregati, acqua.
Sono
conglomerati i calcestruzzi e le
malte.
Calcestruzzo: miscela di leganti,
acqua e aggregati.
Vengono chiamati inerti i
materiali che non partecipano a
nessuna reazione chimica,
vengono chiamati
aggregati i materiali tenuti insieme
da un legante.
MALTA
È una miscela di leganti, acqua
e aggregati. I componenti sono
miscelati fra loro inopportune
dosi per
ottenere un impasto fresco. Gli
impieghi sono: di
allettamento(malta di calce aerea,
malta di calce idraulica,
malta bastarda, malta di cemento),
per intonaci, iniezioni e
consolidamenti.
Classificazione delle malte per
componenti: malte aeree (gesso o
calce), malte idrauliche (leganti
eminentemente idraulici o
cementizi), malte idrauliche
plastiche (leganti eminentemente
idraulici o
cementizi), malte cementizie
(cementi), malte composte o
bastarde (due o più leganti
insieme), malte
additivate (malte precedenti più un
additivo), malte pronte (malte in
miscela secca preconfezionate).
MALTA DI GESSO: mescolando
un volume di gesso in mezzo
volume di acqua. Presa rapida.
Per
intonaci interni. Proprietà:
resistenza a compressione e
comportamento in regime di
sforzo pluriassiale,
modulo di elasticità, coeff. Di
poisson, duttilità, aderenza,
lavorabilità, plasticità, capacità di
trattenere
l’acqua.
AGGREGATI
Sono materiali che vengono legati
dal legante più acqua. Possono
essere naturali (tondi) o di
frantumazione
(spigolosi) o artificiali (come le
scorie metallurgiche). I requisiti
fondamentali sono: buona
resistenza
meccanica, giusta porosità, buon
coeff. di forma, corretta
composizione granulometrica (si
possono
classificare in finissimi, fini,
grossi), assenza di argilla e sostanze
organiche.
Acqua: l’acqua per gli impasti deve
essere limpida, prima di Sali in
percentuali dannose e non deve
essere aggressiva. Tutte le acque
sono utilizzabili ad eccezione degli
scarichi industriali e civili.
Sabbia: di tre tipi (cava, fiume,
mare). La migliore è quella
carbonchiosa.
Proprietà dei materiali lapidei da
costruzione: peso di volume e
specifico reale, porosità,
inibizione,
assorbimento, igroscopicità,
permeabilità, resistenza a
compressione, durevolezza.
La durabilità dei materiali si ottiene
da parametri ambientali, materiali,
prove di invecchiamento accelerato
e analisi chimiche.
La calce aerea è disposta dentro
vasche di legno comunicanti con
una fossa (calcinaia), che viene
gradualmente bagnata per lo
spegnimento. Questa passa
(grassello) poi nella calcinaia
dove si lascia
riposare. Qui il grassello viene
ricoperto con sabbia per evitare che
reagisca con l’aria. Se si aggiunge
acqua
al grassello si ottiene latte di calce.
Calce idraulica: la materia prima è
un miscuglio di calcare e argilla. I
forni sono simili a quelli del calcare
ma
la temperatura deve arrivare a
1200°C. Le calci che si possono
ottenere sono: calce debolmente
idraulica,
mediocremente idraulica, idraulica,
eminentemente idraulica.
La presa della calce idraulica
avviene per idratazione attraverso la
cristallizzazione dei silicati, degli
alluminati e degli latri composti
che si sono formati con la
reazione fra l’ossido di calcio e i
componenti
dell’argilla. Un calcare può essere
idraulicizzato con l’aggiunta di:
pozzolana e materiali di origine
vulcanica,
coccio pesto, caolino, ferrugine e
prodotti di scarto della siderurgica.
Lapidei artificiali: i conglomerati
Conglomerati: massa costituita da
elementi eterogenei e, quindi,
miscela di legante, aggregati, acqua.
Sono
conglomerati i calcestruzzi e le
malte.
Calcestruzzo: miscela di leganti,
acqua e aggregati.
Vengono chiamati inerti i
materiali che non partecipano a
nessuna reazione chimica,
vengono chiamati
aggregati i materiali tenuti insieme
da un legante.
MALTA
È una miscela di leganti, acqua
e aggregati. I componenti sono
miscelati fra loro inopportune
dosi per
ottenere un impasto fresco. Gli
impieghi sono: di
allettamento(malta di calce aerea,
malta di calce idraulica,
malta bastarda, malta di cemento),
per intonaci, iniezioni e
consolidamenti.
Classificazione delle malte per
componenti: malte aeree (gesso o
calce), malte idrauliche (leganti
eminentemente idraulici o
cementizi), malte idrauliche
plastiche (leganti eminentemente
idraulici o
cementizi), malte cementizie
(cementi), malte composte o
bastarde (due o più leganti
insieme), malte
additivate (malte precedenti più un
additivo), malte pronte (malte in
miscela secca preconfezionate).
MALTA DI GESSO: mescolando
un volume di gesso in mezzo
volume di acqua. Presa rapida.
Per
intonaci interni. Proprietà:
resistenza a compressione e
comportamento in regime di
sforzo pluriassiale,
modulo di elasticità, coeff. Di
poisson, duttilità, aderenza,
lavorabilità, plasticità, capacità di
trattenere
l’acqua.
AGGREGATI
Sono materiali che vengono legati
dal legante più acqua. Possono
essere naturali (tondi) o di
frantumazione
(spigolosi) o artificiali (come le
scorie metallurgiche). I requisiti
fondamentali sono: buona
resistenza
meccanica, giusta porosità, buon
coeff. di forma, corretta
composizione granulometrica (si
possono
classificare in finissimi, fini,
grossi), assenza di argilla e sostanze
organiche.
Acqua: l’acqua per gli impasti deve
essere limpida, prima di Sali in
percentuali dannose e non deve
essere aggressiva. Tutte le acque
sono utilizzabili ad eccezione degli
scarichi industriali e civili.
Sabbia: di tre tipi (cava, fiume,
mare). La migliore è quella
carbonchiosa.
Proprietà dei materiali lapidei da
costruzione: peso di volume e
specifico reale, porosità,
inibizione,
assorbimento, igroscopicità,
permeabilità, resistenza a
compressione, durevolezza.
La durabilità dei materiali si ottiene
da parametri ambientali, materiali,
prove di invecchiamento accelerato
e analisi chimiche.
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Riccardo
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Ingegneria, Ingegneria elettronica (Laurea Magistrale)

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