ILLUMINISMO: LA NASCITA DEL RESTAURO MODERNO In questo secolo (700), che cambia
completamente il pensiero occidentale, nasce il concetto di conservazione modernamente
intesa , quindi si gettano le basi per il restauro contemporaneo. In sostanza succede che nel corso della cultura neoclassica tipica del 700 si determinano una serie di condizioni che generano la percezione di quel senso di “frattura” col passato (quindi di frattura rispetto alle opere, la contemporaneità rispetto all’opera del passato), che fa vedere l’opera di architettura e di arte come un’ opera irriproducibile , in quanto irriproducibili sono le condizioni che l’hanno generata. Per cui l’opera preesistente smette di essere vista dall’uomo illuminista come un’opera aperta soggetta a nuove interpretazioni, ma si pone per la prima volta il problema della conservazione , cioè, visto che un’opera è irriproducibile, l’uomo si pone l’obiettivo di conservare quella testimonianza (non si può più “continuare” una preesistenza, ma va conservata come testimonianza). Non a caso la parola “monumento”, acquisisce nel corso del 700 un significato specifico, ossia si dice “monumenta” non solo per le tracce delle epoche precedenti, ma anche per i testi scritti; questo significa che per la prima volta si affida un valore testimoniale all’opera , che prima non era così significativo . La serie di condizioni che generano questa vera e propria rivoluzione del pensiero nei confronti della preesistenza in tutta Europa è molteplice, accadono cioè una serie di eventi nel corso del 18° secolo in Europa che mutano radicalmente la percezione del passato. Vediamo quali sono le condizioni della storia dei popoli che generano questo cambiamento del pensiero (soprattutto degli architetti nei confronti delle preesistenze): Innanzitutto le scoperte archeologiche , come quelle di Pompei, di Ercolano, di Volterra e Villa Adriana a Tivoli (più o meno tutte intorno alla metà del 700). Queste scoperte archeologiche, in particolare Pompei ed Ercolano , restituiscono nell’essenza del momento antico il manufatto delle epoche passate. Questo genera un interesse straordinario per l’antichità , che viene naturalmente alimentato dal diffondersi sistematico della stampa , introdotta da Gutenberg, su tutto il territorio europeo, alimentando a sua volta la voglia nel lettore di recarsi nei luoghi di queste scoperte. Nasce di conseguenza il Gran Tour , dei più grandi intellettuali europei , che in seguito a queste scoperte di antichità si muovono per fare dei lunghi soggiorni attorno a queste preesistenze . In tutto questo processo è importante anche la figura di Giovanni Gioacchino Winckelmann , storico dell’arte e archeologo tedesco, il quale inizia a guardare l’antico, non come un periodo sospeso senza epoche, ma inizia a sancire il criterio che ogni epoca ha il suo stile , cioè inizia nella sua “Storia dell’arte” a dare per la prima volta una visione sistematica del passato , in cui ogni epoca inizia ad essere connotata da un proprio stile (il passato si divide in epoche) attraverso le testimonianze delle età precedenti. Questa sistematizzazione del sapere di Winckelmann getta le basi per quella che sarà l’” Encyclopedie ” di Diderot e D’Alambert, il primo grande lavoro tutto illuminista nell’organizzare il sapere in un’enciclopedia . In seguito a tutte queste premesse e a questa serie di avvenimenti, si genera un evento rilevante che cambia il pensiero occidentale, cioè la Rivoluzione Francese del 1789, che distrugge, non solo il ceto sociale nobile, ma anche i monumenti che di quel ceto sono rappresentanza, rischiando quindi di cancellare gran parte del patrimonio medievale della Francia. I francesi si rendono conto che a causa della Rivoluzione stavano perdendo la loro memoria e un pezzo importante della loro storia. Proprio la consapevolezza della distruzione di questo patrimonio a fine secolo genererà l’importanza della conservazione del restauro di questi manufatti; è proprio in quel momento che nasce il RESTAURO modernamente inteso . Passiamo però alla fase precedente nel dettaglio, cioè il passaggio tra il periodo Barocco a questo momento cruciale della Rivoluzione Francese, avvenuto attraverso un processo lento e costituito da una serie di eventi storici. In particolare questa è una fase in cui nel 700 la riscoperta del mondo classico richiede all’uomo illuminista di non sentirsi di abbandonare al passato e quindi di indagare quel passato per conoscerlo sistematicamente: l’opera da questo momento in poi è un’opera chiusa, non più oggetto di nuove interpretazioni, dunque non possiamo più continuare a lavorare sulle opere del passato, ma abbiamo rispetto a quelle lo stesso senso di frattura che abbiamo noi oggi (per esempio oggi non penseremmo mai di poter continuare un’opera di Alberti, in quanto riteniamo che quella sia un prodotto irriproducibile di quel momento storico, di quelle tecniche costruttive e di quel genio straordinario che era Alberti in quell’epoca); rispettiamo e conserviamo un’opera del passato, ma non continuiamo ad eseguirla. Il 700 fonda la Modernità , in quanto nasce questa nuova cultura che si basa su 3 elementi fondamentali, 3 eventi che andranno in qualche modo a condizionare il modo di pensare in Europa: 1. Rivoluzione Francese (1789-1799), importante per la cultura successiva al 700; 2. L’idea dello “Stato di diritto” di Montesquieu , che sarà fautrice di quelle che furono le ragioni di coloro che rivoluzionarono l’ordine delle cose politiche, per quanto riguarda la gestione della politica francese; 3. Il pensiero di Emmanuel Kant , su cui si fonderà tutta la riflessione filosofica dell’800 e 900. Anche in Italia abbiamo degli esponenti illuministi, uno tra tanti è Ludovico Antonio Muratori , storico modenese che per la prima volta, quindi segnando una fase importante della storiografia italiana, pubblica “Storia d’Italia” (gli “Annales”), concepita non più come una narrazione ordinata di concetti e di eventi italiani, ma bensì come una pubblicazione di fonti e documenti che egli analizza sistematicamente (come ad esempio su cronache medievali, su donazioni, su successioni e su controversie legali). Si studia quindi il documento in quanto tale e dunque si può dire che passa in primo piano l’ autenticità dell’oggetto studiato , che in qualche modo incrocia un nuovo approccio della storiografia che man mano si trasferiva anche ad altri campi, tra cui proprio il restauro. Muratori è solo uno dei tanti storici che studiano l’antichità sulla base di fonti originali. Tutte le opere da sottoporre a “restauro” dovevano rispettare questo principio di autenticità : il restauratore del 700 non è più visto come un’artista (come nel Barocco), ma come un tecnico con capacità esecutive che interviene sull’opera senza riplasmarla, cioè basandosi solo sulla sua autenticità. Anno fondamentale per quanto riguarda la sistematizzazione della conoscenza, che si diffondeva sempre più in tutta Europa, è il 1751 quando in Francia Diderot e D’Alambert razionalizzano in modo chiaro e scientifico le teorie relative alle conoscenze pratiche e teoriche fino ad allora raggiunti nell’Encyclopedie (dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri). Tornando a Winckelmann , egli introdusse altre novità dal punto di vista del restauro sulla scultura che si riveleranno fondamentali un secolo dopo per il restauro architettonico e sono dei concetti base che iniziano a delinearsi, definiti da Winckelmann insieme a Bartolomeo Cavaceppi , un restauratore romano che si occupò della maggior parte delle statue che in quel tempo venivano ritrovate negli scavi e nei cantieri romani. Il su trattato “Osservazioni sopra le sculture antiche ” contiene delle nuove indicazioni sull’approccio del restauro delle statue: - Avversione verso il restauro di fantasia ; - Definisce una guida salda dello storico dell’arte; - Assenza di qualsiasi volontà