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Corso di Laurea: Percorso Formativo Docenti (D.M.

616)
Insegnamento: Psicologia dell’Educazione
Lezione n°: 02
Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

Prospettive Teoriche

PSICOLOGIA INGENUA
E PSICOLOGIA SCIENTIFICA
Corso di Laurea: Percorso Formativo Docenti (D.M. 616)
Insegnamento: Psicologia dell’Educazione
Lezione n°: 02
Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

Questo percorso all’interno del mondo della psicologia, in


particolare della psicologia dello sviluppo, dell’educazione e
dell’apprendimento, parte dalla spiegazione del punto di vista di
questa disciplina. Come vedremo alle volte è fin troppo facile
dare giudizi, trarre conclusioni e presupporre l’esistenza di
relazioni (per i più audaci persino di relazioni causali!) tra i fatti.
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Insegnamento: Psicologia dell’Educazione
Lezione n°: 02
Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

Generalmente tutti a parole


capiscono e condividono il fatto
che la psicologia non possa
essere sostituita dal buon
senso o da sommarie deduzioni
che, seppur logiche, non
possono tener conto di tutti gli
aspetti della questione...
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Lezione n°: 02
Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

Alle volte però, pur senza averne piena consapevolezza, prevalgono gli
automatismi e allora, quasi senza rendersene conto, ecco che ci si
trova a dare giudizi arbitrari su comportamenti, azioni e
atteggiamenti...

Si arriva perfino ad parlare delle motivazioni dietro ai comportamenti


che osserviamo, questo anche quando i dati in nostro possesso non
sono veramente sufficienti per trarre delle conclusioni di
qualunque tipo...
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Insegnamento: Psicologia dell’Educazione
Lezione n°: 02
Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

Rispetto agli addetti ai lavori, quando le persone più o meno profane


fanno delle inferenze sulle cause di una particolare azione non si
preoccupano certo di definire a priori dei modelli dettagliati e formali di
indagine!

PSICOLOGIA PSICOLOGIA
INGENUA VS SCIENTIFICA
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Lezione n°: 02
Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

PSICOLOGIA INGENUA

Gli individui condividono l’atteggiamento


tipico dello scienziato, ma non
INDIVIDUO
procedure e controllo!

Attraverso processi logico-razionali cercano


di raccogliere dei dati “sufficienti” per
SCIENZIATO INGENUO costruire delle conoscenze e trarre delle
conclusioni logiche su
fenomeni/oggetti/situazioni.
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Lezione n°: 02
Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

PSICOLOGIA INGENUA

La psicologia ingenua o del luogo


comune o popolare generalmente
comprende tutte quelle conoscenze
psicologiche derivanti dal “buon senso” e
dalle “buone intenzioni” costruite a
partire da conoscenze parziali e/o
generiche esperienze passate del
soggetto.
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Lezione n°: 02
Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

Si tratta in buona sostanza di un insieme di principi che guidano in modo


costante le nostre rappresentazioni dell’ambiente sociale che rimangono
però inespressi e impliciti.

Anche in assenza di un metodo di indagine appropriato e specifico gli


individui non si astengono comunque dal formulare giudizi, previsioni o
attribuzioni di causa, semplicemente lo fanno in modo “ingenuo” senza
che queste inferenze possano essere sottoposte a controllo o valutate
nella loro adeguatezza.
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Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

PSICOLOGIA INGENUA

Tali giudizi e attribuzioni sono


quindi molto spesso solo
etichette veloci, automatiche
e stereotipate derivanti dai più
comuni errori attribuzionali che
vedremo nelle prossime
attività!
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Titolo: Psicologia ingenua e psicologia scientifica .
Attività n°: 1

A COSA SERVE UNA METODOLOGIA D’INDAGINE?

PSICOLOGIA INGENUA

I meccanismi alla base sono quelli relativi ai processi attribuzionali


che sono stati largamente studiati da numerosi autori nel corso degli
anni. Nelle prossime attività vedremo diversi approcci e spiegazioni di
come gli individui arrivino a fare attribuzioni causali più o meno
scorrette relativamente ad azioni proprie o altrui.
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Lezione n°: 02/s1
Titolo: L’attribuzione di causalità
Attività n°: 1

Prospettive Teoriche

L’ATTRIBUZIONE DI CAUSALITÀ
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Insegnamento: Psicologia dell’Educazione
Lezione n°: 02/s1
Titolo: L’attribuzione di causalità
Attività n°: 1

L’ATTRIBUZIONE DI CAUSALITÀ

SPECIFICHE AZIONI
Le persone utilizzano i processi
di attribuzione causale per
trovare delle spiegazioni sia al
proprio comportamento che al CAUSE

comportamento degli altri.


CAUSE

Si tratta di un processo attraverso


CAUSE
qui si inferiscono le cause che
stanno dietro specifiche azioni.
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Lezione n°: 02/s1
Titolo: L’attribuzione di causalità
Attività n°: 1

L’ATTRIBUZIONE DI CAUSALITÀ

L’attribuzione causale è un
processo attivo nelle situazioni
quotidiane e porta gli individui a
valutare il proprio e l’altrui
comportamento come la
conseguenza di specifiche cause.
Questo avviene attraverso
un’analisi ingenua delle azioni.
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Lezione n°: 02/s1
Titolo: L’attribuzione di causalità
Attività n°: 1

L’ATTRIBUZIONE DI CAUSALITÀ

PERCHÉ GLI INDIVIDUI COMPIONO ATTRIBUZIONI DI CAUSALITÀ?

Perché gli individui ricercano

STABILITÀ

– Individuare le cause
– Prevedere le conseguenze
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Lezione n°: 02/s1
Titolo: L’attribuzione di causalità
Attività n°: 1

L’ATTRIBUZIONE DI CAUSALITÀ

Abbiamo detto che gli individui


utilizzano le informazioni che
hanno a disposizione per fare
inferenze circa le cause di un
evento, ma a cosa attribuiamo
esattamente le azioni?
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Lezione n°: 02/s1
Titolo: L’attribuzione di causalità
Attività n°: 1

L’ATTRIBUZIONE DI CAUSALITÀ

I processi attributivi possono stabilire l’origine dei comportamenti in locus


differenti. Possiamo infatti attribuire le azioni a:

Fattori INTERNI o personali – ad. es motivazioni, abilità, etc.

Fattori ESTERNI o situazionali o ambientali – ad es. difficoltà del compito,


fortuna, etc.

Forze di interazione SINERGICA tra fattori INTERNI e fattori ESTERNI –


che può dare esiti facilitanti o inibenti
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Lezione n°: 02/s1
Titolo: L’attribuzione di causalità
Attività n°: 1

L’ATTRIBUZIONE DI CAUSALITÀ

Un altro dato importante nel processo di attribuzione di causalità è dato dal


fatto che spesso distinguiamo tra fattori di influenza che possono avere
durate differenti.

FATTORI PERMANENTI – Fattori che si possono considerare stabili nella


vita del soggetto o che non possono essere cambiati né facilmente né
velocemente.

FATTORI TRANSITORI – Racchiude tutti quei fattori che per un motivo o


per l’altro rappresentano situazioni temporanee in cui il soggetto si viene a
trovare.
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Lezione n°: 02/s1
Titolo: L’attribuzione di causalità
Attività n°: 1

L’ATTRIBUZIONE DI CAUSALITÀ

FATTORI INTERNI/ESTERNI/INTERAZIONE

FATTORI TRANSITORI/PERMANENTI

Queste distinte attribuzioni influenzeranno anche le nostre aspettative


rispetto al ripresentarsi di una specifica azione di un soggetto. Ad esempio
se abbiamo attribuito l’azione di un soggetto a fattori esterni e transitori a
nostro avviso quella specifica azione con molta probabilità non si
ripresenterà a meno che il soggetto si ritrovi nuovamente in quella specifica
situazione o in situazioni con caratteristiche molto simili.
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

Prospettive Teoriche

L’INFERENZA CORRISPONDENTE
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

Secondo quanto sostenuto da


Jones e Davis (1965) gli elementi
invarianti necessari alla
costruzione di rappresentazioni
stabili del nostro mondo sociale
sono le caratteristiche personali
che consideriamo come tratti
permanenti della personalità dei
soggetti.
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

Il soggetto OSSERVA azioni ed effetti

AZIONI EFFETTI PRODOTTI

Il soggetto a seguito dell’osservazione DEDUCE delle cause che sono


legate alle disposizioni dell’attore.

CAUSE
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

INFERENZA OSSERVAZIONE

DISPOSIZIONI
EFFETTO 1
Aggressivo
Malinconico COSCENZA
Egoista
INTENZIONE AZIONE EFFETTO 2
Rabbioso
Impulsivo CAPACITÀ
Scherzoso
Introverso EFFETTO 3
....

FASE II FASE I
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

Un aspetto importante di questa


teoria è il fatto che si basi sulla
convinzione che le caratteristiche
di personalità si mantengano
stabili e coerenti per buona
parte dello sviluppo
dell’individuo.
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

Se ne deduce che la conoscenza


delle disposizioni di una persona
(quelle caratteristiche di
personalità più stabili nel tempo)
genera nell’osservatore
l’impressione di poter prevedere
con un certo grado di correttezza i
comportamenti che quell’individuo
attuerà.
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

Sempre secondo Jones e Davis (1965) le persone riconducono


determinate intenzioni a criteri disposizionali specifici propri di un
individuo attraverso un processo di analisi dell’azione osservata e degli
effetti che ha prodotto.

1. TIPOLOGIA DELL’EFFETTO

2. TONO DELL’EFFETTO

3. VINCOLI DI SCELTA
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

1. TIPOLOGIA DELL’EFFETTO

Un individuo propende per


interpretare come conseguenza di
disposizioni dell’individuo delle
azioni quando queste hanno
come conseguenza degli effetti
relativamente unici o comunque
non molto frequenti.
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

2. TONO DEGLI EFFETTI

Allo stesso modo saranno attribuite a


disposizioni personali quelle azioni che
hanno come conseguenza degli effetti
che violano delle norme sociali condivise
in specifici contesti. Questo poiché si
vedo infranti i principi della desiderabilità
sociale.
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

2. TONO DEGLI EFFETTI

La variabile della desiderabilità sociale è molto importante quando si


parla di valutazione del comportamento. Le persone spesso hanno un’idea
ben precisa di cosa le norme sociali consentano in un conteso e non in
altro. Questo porta a pensare di sapere cosa sia giusto e opportuno fare o
dire in determinate circostanze. L’interpretazione di queste norme sociali
può essere più o meno rigida sulla base di molte condizioni (livello di
istruzione, ambiente rurale/cittadino, etc.).
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Insegnamento: Psicologia dell’Educazione
Lezione n°: 02/s2
Titolo: L’inferenzaa corrispondente
Attività n°: 1

INFERENZA CORRISPONDENTE

3. VINCOLI DI SCELTA

Se l’osservatore non ritrova la presenza di


vincoli sociali, contestuali o situazionali
specifici sarà più propenso ad attribuire le
cause dell’azione a disposizioni personali
poiché viene ipotizzata la completa libertà
di scelta del soggetto tra il ventaglio di
azioni possibili.
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: Prospettive Teoriche
Attività n°: 1

Prospettive Teoriche

GLI ERRORI ATTRIBUZIONALI O BIASES


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Lezione n°: 02/s2
Titolo: Prospettive Teoriche
Attività n°: 1

ERRORI ATTRIBUZIONALI

Come abbiamo visto all’inizio di questa lezione i “non-ricercatori” quando


osservano o valutano un’azione o un comportamento non definiscono mai
a priori un modelli d’indagine. Quello che fanno è procedere a delle
semplici inferenze in modo quasi del tutto automatico procedendo
attraverso processi impliciti che non sarebbero in grado di spiegare
pienamente. Si tratta di seguire infondo una sensazione indistinta che
proviene da ciò che si sa del mondo...

Purtroppo tutto questo conduce a commettere degli errori attribuzionali...


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Lezione n°: 02/s2
Titolo: Prospettive Teoriche
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ERRORI ATTRIBUZIONALI

Quando si parla errori di attribuzione o biases ci si riferisce a delle


modalità di giudizio che sono distorte in modo sistematica.

1. ERRORE FONDAMENTALE

2. EFFETTI DI SELF-SERVING

3. EFFETTO DEL FALSO CONSENSO


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Lezione n°: 02/s2
Titolo: Prospettive Teoriche
Attività n°: 1

ERRORI ATTRIBUZIONALI

1. ERRORE FONDAMENTALE

Si tratta di una prima categoria di errori attribuzionali che si verifica


sistematicamente quando gli individui procedono alla valutazione delle
cause delle azioni proprie ed altrui attribuendo maggiore importanza ai
fattori di disposizione dell’individuo trascurando l’impatto dei fattori
ambientali e contestuali.

In definitiva si ritiene che gli individui si comportino in un certo modo perché


sono fatti così sottovalutando, spesso di molto, i vincoli dell’ambiente...
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: Prospettive Teoriche
Attività n°: 1

ERRORI ATTRIBUZIONALI

1. ERRORE
FATTORI
FONDAMENTALE INTERNI
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: Prospettive Teoriche
Attività n°: 1

ERRORI ATTRIBUZIONALI

2. EFFETTI DI SELF-SERVING

Sono dei biases definiti anche al servizio del sé e portano gli individui ad
attribuire sistematicamente a se stessi il merito in situazioni di successo e
al contempo a negare responsabilità per le situazioni di insuccesso.

Biases di auto-innalzamento nella gestione del successo

Biases di auto-protezione nella gestione dell’insuccesso


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Lezione n°: 02/s2
Titolo: Prospettive Teoriche
Attività n°: 1

ERRORI ATTRIBUZIONALI

2. EFFETTI DI SELF-
SERVING

SUCCESSO
NEGAZIONE
ATTRIBUZIONE

INSUCCESSO
DELLA
DEL MERITO
RESPONSABILITÀ
AL SOGGETTO
DEL SOGGETTO
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Lezione n°: 02/s2
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ERRORI ATTRIBUZIONALI

3. EFFETTO DEL FALSO CONSENSO

L’errore attribuzionale del falso consenso deriva dalla tendenza generale


degli individui ad attribuire una normalità e tipicità diffusa ai propri
comportamenti ed atteggiamenti. Questo porta ad assumere che anche altri
individui nelle medesime circostanze agirebbero o almeno dovrebbero
agire nel medesimo modo.
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Lezione n°: 02/s2
Titolo: Prospettive Teoriche
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ERRORI ATTRIBUZIONALI

3. EFFETTO DEL FALSO


CONSENSO

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