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270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 1
Titolo: Evoluzione del concetto di scienza - 1
Attività n°: 1
INTRODUZIONE AL CORSO DI
METODOLOGIA DELLA RICERCA
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 1
Titolo: Evoluzione del concetto di scienza - 1
Attività n°: 1
OBIETTIVO
OBIETTIVO
SYLLABUS
• IL METODO SCIENTIFICO
SYLLABUS
• ATTENDIBILITA‘ E VALIDITÀ
MODALITÀ D’ESAME
Gli esami si svolgono in forma scritta in tutte le sedi di eCampus. Sulle sedi di Novedrate
e Roma è possibile inoltre sostenere solo l’orale, oppure lo scritto più eventuale orale.
• Gli esami scritti saranno composti da 19 domande chiuse e 4 domande aperte. Gli
studenti che prenderanno una valutazione uguale o superiore a 16 potranno scegliere
di fare l’orale. Durante lo svolgimento della prova scritta non sarà consentito l’uso di
libri e/o appunti.
• Per chi ha svolto lo scritto nelle sedi di Novedrate e Roma l’orale potrà essere svolto
nella stessa giornata oppure nella sessione successiva. Chi ha svolto lo scritto in una
delle altre sedi potrà decidere di fare l’orale nella sessione successiva. Per tutti, è
preferibile ricordare alla docente, al momento dell’interrogazione, il voto dello scritto.
• L’orale verterà, per tutti, sull’intero programma e verranno fatte allo studente non
meno di tre domande
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 1
Titolo: Evoluzione del concetto di scienza - 1
Attività n°: 1
Esercitazioni
Al termine di alcune lezioni sono presenti alcune esercitazioni, queste
non sono obbligatorie al fine del superamento dell’esame ma sono
vivamente consigliate.
Per ricevere un feedback rispetto al lavoro fatto è necessario caricare i
file sull’e-portfolio.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 1
Titolo: Evoluzione del concetto di scienza - 1
Attività n°: 1
BIBLIOGRAFIA
Materiali obbligatori:
• I materiali didattici erogati nel VLE
• Il libro di testo: Pedon A. e Gnisci A. (2016), «Metodologia della ricerca
psicologica». Il Mulino
Materiali facoltativi:
Per un approfondimento della sezione sulla storia della psicologia (lezioni 11-16) si
consiglia: «Storia della psicologia» (a cura di PAOLO LEGRENZI), Editore: Il Mulino.
Si ricorda che, ai fini dell’esame, gli studenti devono preparare sia i materiali didattici
erogati nel VLE, sia i testi obbligatori. Non saranno ammessi all’esame gli studenti che
non abbiano completato l’erogazione dei materiali online.
Alcune lezioni (3-8, 26-32) sono state create e altre sono state integrate ispirandosi al manuale: «Metodologia della
ricerca in psicologia» (J.J. SHAUGHNESSY-E.B. ZECHMEISTER-J.S. ZECHMEISTER, ed. it. a cura di M. Lanz-G.
Amoretti-S. Tagliabue) McGraw-Hill, Milano, 2012.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 1
Titolo: Evoluzione del concetto di scienza - 1
Attività n°: 1
(6,51 min)
Benvenuti alla prima lezione di metodologia della ricerca. Prima di iniziare ad
affrontare i temi specifici dell’esame, è bene fare una panoramica in cui vengono
spiegati tutti i concetti introduttivi e in cui si cercherà di capire bene a che cosa
questa materia si riferisce.
Per prima cosa dobbiamo definire cos’è la scienza, perché è partendo da questo
concetto che andremo poi ad analizzare tutte le conoscenze all’interno di questo
corso di studi. L’enciclopedia Treccani ci fornisce una definizione di scienza divisa
in tre sottocategorie:
“a. Sapere, dottrina, insieme di conoscenze ordinate e coerenti, organizzate
logicamente a partire da principî fissati univocamente e ottenute con
metodologie rigorose, secondo criteri propri delle diverse epoche storiche […]”
La prima categoria fa riferimento all’organizzazione di conoscenze che si basano
su dei principi fissati univocamente dai ricercatori, ottenute tramite metodologie
rigorose e che si basano su criteri che si sono evoluti all’interno delle varie
epoche storiche. Questa concezione di scienza fa riferimento alle grandi scuole
di pensiero che andremo a vedere nella parte relativa alla storia e allo sviluppo
della psicologia.
“b. Settore particolare delle indagini, del sapere e degli interessi scientifici;
ciascuna delle varie branche in cui può dividersi l'attività speculativa dell'uomo in
quanto sia rivolta, con metodi peculiari, alla conoscenza di un determinato
ordine di fatti.”
La seconda definizione fa riferimento alla divisione fatta tra le varie scienze:
quindi si basa su cosa e come queste scienze vanno ad indagare e le divide
basandosi sulle specificità e sulle somiglianze che queste branchie hanno.
“c. […] complesso di discipline che hanno affinità tra loro sia per i metodi
d'indagine che applicano, sia per le conoscenze che vogliono acquisire, e che
costituiscono anche, spesso, la denominazione di facoltà, corsi di laurea, istituti e
dipartimenti universitari. L'insieme delle discipline fondate essenzialmente
sull'osservazione, l'esperienza, il calcolo […] o che hanno per oggetto la natura e
gli esseri viventi.”
Nella terza parte della definizione di scienza vengono unite delle discipline che
possono avere alcune differenze ma che sono riconosciute a livello ufficiale
come simili perché usano la stessa tipologia di metodi, oppure che hanno un
oggetto di studio molto simile. Il riconoscimento di queste somiglianze deve Pag.
esser fatto a livello ufficiale: perciò, come riporta la definizione, queste discipline
devono costituire delle facoltà, dei corsi di laurea o dei dipartimenti universitari.
Quest’ ultima definizione è quella che più si può ricondurre al termine
psicologia.
La psicologia, sempre dall’ enciclopedia Treccani, viene definita come la “Scienza
che studia i processi psichici, coscienti e inconsci, cognitivi (percezione,
attenzione, memoria, linguaggio, pensiero ecc.) e dinamici (emozioni,
motivazioni, personalità ecc.)”. È una definizione molto ampia. Se andiamo a
vedere come viene definito dal dizionario Garzanti, vediamo che si declina in
aspetti un po’ più dettagliati: secondo questa fonte, il termine psicologia può
esser riferito alla “scienza che studia i fenomeni della vita affettiva e mentale
delle persone (istinti, emozioni, sentimenti, percezioni, memoria, volontà,
intelligenza) quindi lo studio della psiche” oppure alla capacità di penetrare
l’anima umana e intuire quello che c’è all’interno degli individui e comportarsi di
conseguenza (“la capacità di penetrare l’anima umana, di intuirne i moti e le
reazioni e di comportarsi di conseguenza”), oppure come “il modo di pensare e
reagire di una persona o di una categoria di persone”. Questa definizione è
molto meno scientifica, ma ci fa capire quali possono essere gli aspetti principali
di questa dottrina. E’ importante aggiungere che la psicologia, in quanto scienza,
si avvale del metodo scientifico per portare avanti le sue ricerche.
Un altro concetto importante per questo esame è il concetto di metodologia. In
senso generale, questo termine fa riferimento al metodo su cui deve esser
fondata una determinata scienza; in termini più concreti, è il complesso dei
fondamenti teorici su cui il metodo stesso è costituito. Fa quindi riferimento alla
parte della disciplina che ci permette di generare delle regole generali che
possono esser poi applicate nel corso della ricerca scientifica.
“In senso generico, lo studio del metodo su cui deve essere fondata una
determinata scienza o disciplina; con senso più concreto, il complesso dei
fondamenti teorici sui quali un metodo è costruito. In filosofia, con il termine m.
ci si può riferire sia a un settore particolare di ogni ricerca scientifica o filosofica
sia a un tipo speciale di indagine filosofica. Così può alludere a quella parte del
lavoro dello scienziato o del filosofo che consiste nell’enunciazione delle regole
generali che saranno poi applicate nel corso della ricerca. Un uso del termine con
questo particolare significato può essere, per es., rintracciato nell’opera di I.
Kant, in cui si considera la m. come una premessa alla filosofia che ha il compito
di enunciarne i criteri generali. D’altra parte con m. si può anche intendere un
particolare tipo di filosofia che ritiene compito dominante o esclusivo dell’analisi
filosofica quello d’impegnarsi nella descrizione e nell’esame critico dei
procedimenti metodici delle varie scienze. (treccani – enciclopedia on line)”.
Può esser anche definita come “la dottrina del metodo, lo studio dei principi e
delle regole per il conseguimento e lo sviluppo delle conoscenze di una disciplina”
(Garzanti – dizionario on line). Andiamo a studiare sostanzialmente come è
meglio portare avanti una ricerca scientifica e quali sono i vari metodi che ci
permettono di farlo.
Per cercare di capire il legame tra questi tre concetti, in particolare all’interno di
questo corso, il nostro obbiettivo è quello di studiare la metodologia specifica
della psicologia e come la psicologia in questo frangente, in questo contesto
storico, si configura all’interno del concetto di scienza. Questo è stato possibile
solo con un processo molto lungo, durato secoli, che andremo ad analizzare
meglio nelle lezioni che tratteranno la storia e lo sviluppo della psicologia.
Intanto, teniamo bene a mente questi concetti e nelle prossime slide andremo a
vedere altri concetti che sono propedeutici e fondamentali allo studio di questa
materia.
(6 min)
Benvenuti alla seconda lezione in cui analizzeremo altri concetti che ci
serviranno per affrontare questo esame in maniera più consapevole.
Ci siamo lasciati nell’ultima lezione con il concetto di metodo. Il concetto di
metodo è strettamente connesso al concetto di ricerca, in quanto rappresenta le
linee guida per mettere in atto una ricerca. Secondo l’enciclopedia Treccani,
ricerca è “ogni attività di studio che abbia come fine l’acquisizione di nuove
conoscenze”. Questa si può declinare in una serie di ambiti, ma quello che
interessa a noi è la ricerca scientifica, definita come “l’attività di ricerca svolta
tramite metodi scientifici” e che può esser estesa a scienze non intuitivamente
scientifiche, come la storia, filosofia, sociologia, psicologia, scienze giuridiche e
politiche. Il presupposto indispensabile per ogni ricerca scientifica è l’esatta
definizione del programma da scegliere e della metodologia da seguire: questo
ci permette di avere un’efficiente organizzazione del lavoro.
“si indica l’attività di r. svolta con metodi scientifici, estendendosi l’attributo
‘scientifico’ alle scienze storiche, filosofiche e filologiche, a quelle giuridiche e
politiche e a quelle economiche, sociologiche e statistiche. […]
Presupposti indispensabili per ogni r. scientifica e tecnologica sono l’esatta
definizione del programma da svolgere e della metodologia da seguire, e
un’efficiente organizzazione del lavoro; […]”
Quasi sempre la ricerca scientifica viene svolta in gruppi, in team di ricerca: è più
facile così ottenere la strumentazione necessaria per portare avanti le ricerche,
strumentazione che è spesso piuttosto costosa. Inoltre lavorare all’interno di
un’istituzione rende più agevole e facile il lavoro: all’interno di un team, le idee e
l’organizzazione risultano molto più semplici.
Una parte importante della definizione di ricerca scientifica è la metodologia
rigorosa, cioè l’applicazione del metodo scientifico. Il dizionario Garzanti riporta
che la ricerca è un’indagine sistematica (anche qui si sottolinea questo concetto)
volta ad accrescere le conoscenze di una certa disciplina. Anche in questo caso
non si definisce scientifica solo la ricerca che si fa nell’ambito delle scienze più
oggettive, ma anche alla ricerca storica o filologica.
“1. il ricercare, l’essere ricercato: fare, svolgere una ricerca; ricerca accurata,
lunga, vana, infruttuosa; essere, mettersi alla ricerca di qualcuno, di qualcosa
2. indagine sistematica volta ad accrescere le cognizioni che si possiedono in una
disciplina: ricerca storica, filologica, scientifica
Etimologia: ← deriv. di ricercare.”
Per riassumere tutti i concetti visti e analizzati in queste due lezioni, possiamo
dire che la psicologia si può racchiudere all’interno delle scienze: questo perché i Pag.
risultati che derivano dalla ricerca in psicologia sono giudicati scientificamente
attendibili. Questo è possibile perché da molti anni il metodo scientifico è stato
introdotto nella psicologia: è possibile grazie a questo metodo guidare la ricerca
in modo più sistematico e rigoroso, con risultati confrontabili e attenibili.
È fondamentale il concetto di confrontabilità, perché senza una definizione
chiara del metodo i risultati non sarebbero replicabili e risulterebbero poco
chiari e attendibili.
I risultati ottenuti da una ricerca scientifica, sia in psicologia che altri ambiti, ci
portano alla definizione di costrutto: il costrutto è un insieme di affermazioni
derivate da un’osservazione, che ci permette di fare delle ipotesi. Ogni ipotesi è
un piccolo tassello per costruire e formalizzare una teoria, che ci permette di
descrivere, spiegare o predire nel miglior modo possibile e nel modo più ampio
possibile un certo comportamento. È importante che tutto questo processo si
basi su una ricerca portata avanti con un metodo scientifico, oppure tutti i
passaggi successivi perderanno di concretezza e affidabilità e anche le teorie non
avranno il supporto dei fatti.
Parlando della psicologia come scienza, dobbiamo esser consapevi della
presenza di alcune problematicità specifiche proprio di questa disciplina. Infatti
l’oggetto di studio della psicologia è molto complesso perché la mente è opaca,
cioè non è possibile osservarla direttamente dall’interno per capire come
funziona. Il funzionamento della mente può esser dedotto solo dall’osservazione
di quello che viene prodotto dalla mente stesse. Questo richiede un rigore
scientifico a volte quasi superiore a quello delle altre scienze, perché il metodo
scientifico richiede un’oggettività che spesso nella psicologia latita. Questo
problema porta alla necessità di creare un metodo e una metodologia specifici
per la psicologia, che non sempre sono facili da sviluppare. Questi concetti
verranno chiariti tutti nelle lezioni successive.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 2
Titolo: Evoluzione del concetto di scienza - 2
Attività n°: 1
Le concezioni di scienza
Antecedente
Prima di iniziare a spiegare come si è evoluto il concetto di scienza è
bene comprendere quali sono le modalità di ragionamento che esso
prevede:
Ragionamento deduttivo
Ragionamento deduttivo
verifica
Ragionamento induttivo
regolarità
Ragionamento induttivo
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 2
Titolo: Evoluzione del concetto di scienza - 2
Attività n°: 1
Ragionamento deduttivo-induttivo
Ragionamento deduttivo
verifica
regolarità
Ragionamento induttivo
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 2
Titolo: Evoluzione del concetto di scienza - 2
Attività n°: 1
Le concezioni di scienza
L'evoluzione delle concezioni di scienza nel pensiero occidentale dall’antichità ai
giorni nostri:
Scienza Dimostrativa
Antichità
Distinzione tra SCIENZA E OPINIONE in base al grado di certezza.
Metodo
• arrivare a verità assoluta deduttivo
• Era valida perché dimostrava le sue affermazioni Aristotele
• Cerea un sistema unitario di conoscenze
Oggi
Scienza Descrittiva - 1
Si sviluppa da Bacone e Newton (illuminismo e positivismo).
Metodo
Basata su osservazione e interpretazione dei fatti. induttivo
Galileo
Scienza Descrittiva - 2
La scienza autocorreggibile
La scienza può essere valida perché «autocorreggibile»
Non c’è più pretesa di garanzia assoluta
1. Razionalismo critico
2. Teoria dei paradigmi
3. Epistemologia irrazionale e anarchica
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Razionalismo Critico - 1
Fondato da Popper
Razionalismo Critico - 2
Una scienza è tale se ha delle teorie confutabili
La ricerca scientifica:
Epistemologia irrazionale
Non è più possibile trovarne di assoluti per cui è necessario che ci sia
ANARCHIA METODOLOGICA (abolizione dei vincoli metodologici imposti da una
scuola di pensiero)
PLURALISMO TEORICO: perché ogni teoria può essere errata e può essere
criticata.
Riassumendo - 1
Riassumendo - 2
Il realismo critico - 1
Alternativa al concetto di scienza autocorreggibile
Processo di transdizione
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
Il realismo critico - 2
Il realismo critico - 3
Implicazioni per la psicologia:
Introduzione al metodo
scientifico
Docente: Elisa Pedroli
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Questa tabella è presa dal testo «Metodologia della ricerca in psicologia» di J.J. Shaughnessy, E.B.
Zechmeister, J.S. Zechmeister (edizione italiana a cura di M. Lanz, G. Amoretti, S. Tagliabue)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Approccio generale
Nella vita quotidiana rispondiamo alle domande in maniera intuitiva,
basandoci cioè sul quello che sentiamo essere più vero o più
ragionevole
note
Esempio recensioni di giochi violenti: si pensa che aiutino ad evitarli ma attraggono chi li
vuole
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Approccio generale
Usa sperimentazione
e osservazione diretta
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Atteggiamento
Nella vita di tutti i giorni consideriamo vere delle affermazioni senza
richiedere evidenze empiriche, senza porre dubbi.
Atteggiamento
Usa sperimentazione
e osservazione diretta
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Osservazione
Quando osserviamo per cercare di capire un evento possiamo farlo in
due modi:
• OSSERVAZIONI CASUALI: non controlliamo fattori che potrebbero
influenzare gli eventi conclusioni sbagliate.
• OSSERVAZIONI SISTEMATICHE: introduciamo il controllo del
maggior numero di fattori possibili per arrivare a capire l’esatta
relazione tra i fenomeni.
Osservazione
Esperimenti
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
note
Resoconto
Quando dobbiamo descrivere quello che vediamo nella maggior parte
dei casi facciamo delle inferenze rispetto a quello che crediamo stia
succedendo.
Resoconto
Metodo ingenuo Metodo scientifico
• Distorto • Non distorto
• Soggettivo • Obiettivo
• Influenzato da inferenze
Osservazione
strutturata e paziente
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
note
Concetti
Concetti: cose, eventi e loro relazioni simboli con cui comunichiamo
Concetti
Definizione Operativa
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Strumenti
Servono per misurare gli eventi.
Devono essere:
Accurati differenza tra cioè che appare e ciò che è vero, la
CALIBRAZIONE aiuta a migliorare l’accuratezza
Precisi dipende dall’unità di misura (è più preciso misurare il tempo
usando i secondi che usando i minuti)
Strumenti
Questionari o
strumenti medici
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Misure
Nella vita di tutti i giorni usiamo tantissime misure ma non ci preoccupiamo di
controllare la loro affidabilità.
Per le MISURE FISICHE è più semplice, c’è standard, unità di misura, accordo
universale.
Per misure PSICOLOGICHE è difficile, uomo è strumento di misura accordo
tra diversi uomini
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Misure
note
Ipotesi
Nella vita quotidiana facciamo un sacco di ipotesi (tentativo di spiegare qualcosa) ma
non ci preoccupiamo di testarle per controllare se avevamo ragione
Quando facciamo delle ipotesi scientifiche dobbiamo preoccuparci di testare queste
spiegazioni dei fatti per capire se sono vere o meno.
note
Ipotesi
Capire l’associazione
tra variabili
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Riassumendo
Introduzione al metodo
scientifico
Docente: Elisa Pedroli
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Questa tabella è presa dal testo «Metodologia della ricerca in psicologia» di J.J. Shaughnessy, E.B.
Zechmeister, J.S. Zechmeister (edizione italiana a cura di M. Lanz, G. Amoretti, S. Tagliabue)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Approccio generale
Nella vita quotidiana rispondiamo alle domande in maniera intuitiva,
basandoci cioè sul quello che sentiamo essere più vero o più
ragionevole
note
Approccio generale
Usa sperimentazione
e osservazione diretta
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
note
Atteggiamento
Nella vita di tutti i giorni consideriamo vere delle affermazioni senza
richiedere evidenze empiriche, senza porre dubbi.
note
Atteggiamento
Usa sperimentazione
e osservazione diretta
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
note
Osservazione
Quando osserviamo per cercare di capire un evento possiamo farlo in
due modi:
• OSSERVAZIONI CASUALI: non controlliamo fattori che potrebbero
influenzare gli eventi conclusioni sbagliate.
• OSSERVAZIONI SISTEMATICHE: introduciamo il controllo del
maggior numero di fattori possibili per arrivare a capire l’esatta
relazione tra i fenomeni.
Osservazione
Esperimenti
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
note
• OSS CASUALI: non controlliamo fattori che potrebbero
influenzare gli eventi conclusioni sbagliate
• OSS SISTEMATICHE: introduci controllo.
• ESPERIMENTO: guardi come una variabile indipendente
agisce su quello che vogliamo studiare (v. dipendente) sì/no
farmaco su mal di testa
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Resoconto
Quando dobbiamo descrivere quello che vediamo nella maggior parte dei casi
facciamo delle inferenze rispetto a quello che crediamo stia succedendo.
note
Resoconto
Metodo ingenuo Metodo scientifico
• Distorto • Non distorto
• Soggettivo • Obiettivo
• Influenzato da inferenze
Osservazione
strutturata e paziente
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Concetti
Concetti: cose, eventi e loro relazioni simboli con cui comunichiamo
Concetti
Definizione Operativa
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Strumenti
Servono per misurare gli eventi.
Devono essere:
Accurati differenza tra cioè che appare e ciò che è vero, la
CALIBRAZIONE aiuta a migliorare l’accuratezza
Precisi dipende dall’unità di misura (è più preciso misurare il tempo
usando i secondi che usando i minuti)
Strumenti
Questionari o
strumenti medici
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Misure
Nella vita di tutti i giorni usiamo tantissime misure ma non ci
preoccupiamo di controllare la loro affidabilità.
Misure
Strumenti validi e
attendibili
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Ipotesi
Nella vita quotidiana facciamo un sacco di ipotesi (tentativo di spiegare
qualcosa) ma non ci preoccupiamo di testarle per controllare se avevamo
ragione
Quando facciamo delle ipotesi scientifiche dobbiamo preoccuparci di testare
queste spiegazioni dei fatti per capire se sono vere o meno.
Ipotesi
Capire l’associazione
tra variabili
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il metodo scientifico - 1
Attività n°: 1
Riassumendo
predire
descrivere
Metodo
scientifico
spiegare
applicare
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 4
Titolo: Il metodo scientifico - 2
Attività n°: 1
Descrivere
Descrivere le Descrivere le
leggi generali specificità di
di un dato Nomotetica un singolo
fenomeno. Idiografica caso
Studia i gruppi particolare
Basata su
analisi di Qualitativa Basata su
materiale
verbale
Quantitativa analisi
statistiche
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 4
Titolo: Il metodo scientifico - 2
Attività n°: 1
note
NOMOTETICO: descrive leggi generali, comportamento medio di una popolazione
Idiografico: descrive le singole persone, particolarità
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 4
Titolo: Il metodo scientifico - 2
Attività n°: 1
Descrivere
SPAN di
memoria a Nomotetica Caso di
breve
termine
Idiografica HM
note
NOMOTETICO: descrive leggi generali, comportamento medio di una popolazione
Idiografico: descrive le singole persone, particolarità
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 4
Titolo: Il metodo scientifico - 2
Attività n°: 1
Predire
In psicologia spesso ci si chiede se e con che probabilità un evento può portare allo sviluppo di un
altro evento.
Per fare questo possiamo analizzare i due punteggi tramite un’analisi chiamata correlazione.
Predire
Variabile 1 Variabile 2
Abiti correlazione
Assunzione
formali
Un esempio di studi che ci permette di predire come una variabile influenza un’altra
è quello che ci permette di analizzare se il fatto che mi presenti ad un colloquio di
lavoro in abiti formali possa aumentare le mie probabilità di essere assunto.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 4
Titolo: Il metodo scientifico - 2
Attività n°: 1
Spiegare e capire
È presente una
relazione
temporale tra i contingenza covarianza
due eventi Quando due
eventi si
Variabili modificano
confondenti insieme, correlano
Sono state
escluse altre Ci permette di capire se
possibili cause una variabile
(indipendente) ne causa
un’altra (variabile
Inferenza causale dipendente)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 4
Titolo: Il metodo scientifico - 2
Attività n°: 1
Spiegare e capire
Passare dallo stato
La lesione «assenza di
precede il contingenza covarianza
lesione/assenza di
problema disturbo» a quello
Variabili «presenza di
confondenti
lesione/presenza di
Non è dovuto ad disturbo»
problemi alle vie
visive primarie
Inferenza causale
Applicare
Applicare
Ricerca
Quali sono le
Un trattamento
differenze tra
innovativo come
pazienti
anoressici Di base Applicata L'EMDR può
aiutare nel
maschi e
DPTS?
femmine?
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 4
Titolo: Il metodo scientifico - 2
Attività n°: 1
note
Definizione
note
Descrivere ansia di stato
Differenziarlo da altri simili ansia di tratto
Descrivere i fenomeni correlati cosa la genera e cosa l’attenua
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 5
Titolo: Il metodo scientifico - 3
Attività n°: 1
Obiettivi
generali
specifici
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 5
Titolo: Il metodo scientifico - 3
Attività n°: 1
Obiettivi
Descrivere fenomeni
generali (come è
strutturata la memoria
umana)
Descrivere
fenomeni specifici
(come funziona la
memoria a breve
termine verbale)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 5
Titolo: Il metodo scientifico - 3
Attività n°: 1
Funzioni
Strutturare
Indirizzare
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 5
Titolo: Il metodo scientifico - 3
Attività n°: 1
Funzioni
Le variabili intervenienti
Caratteristiche
logica
precisa
parsimoniosa
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 5
Titolo: Il metodo scientifico - 3
Attività n°: 1
Caratteristiche
• Logica: ha senso e le proposizioni che la compongono
non si contraddicono
Concetti Fondamentali
Concetti Fondamentali
• Esperimento
• Controllo
• Costrutto
• Definizione operativa
• Variabile dipendente
• Variabile indipendente
• Attendibilità
• Validita
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 5
Titolo: Il metodo scientifico - 3
Attività n°: 2
Concetti Fondamentali
Esperimento Controllo
• Situazione in cui i È fondamentale all’interno
ricercatori possono dell’esperimento per
manipolare uno o più garantire che non ci siano
fattori per osservare gli interferenze esterne che
effetti della loro falsino i risultati
manipolazione
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 5
Titolo: Il metodo scientifico - 3
Attività n°: 2
Concetti Fondamentali
Concetti Fondamentali
Concetti Fondamentali
Attendibilità Validità
E’ il grado di precisione Permette di considerare le
con cui una test misura il conclusioni delle ricerche
costrutto che dice di affidabili.
misurare
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 5
Titolo: Il metodo scientifico - 3
Attività n°: 2
Concetti Fondamentali
Presupposto
Una ricerca deve rispettare sia degli standard metodologici che etici
Il comitato etico
Vengono istituiti a partire dal 1974.
• Non tutti i membri devono far parte dell’istituzione in cui il comitato opera
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 6
Titolo: L'etica nella ricerca - 1
Attività n°: 1
I rischi
Due livelli di rischio in cui un soggetto potrebbe incorrere quando
accetta di partecipare ad una ricerca:
I rischi - esempi
Regole di
Principi generali
condotta
Disposizioni
attuative
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 6
Titolo: L'etica nella ricerca - 1
Attività n°: 2
Principi generali
Principi generali
Principi generali
Principi generali
4. Responsabilità sociale: Chi svolge attività di ricerca in psicologia è consapevole della
responsabilità sociale che deriva dai propri indirizzi di ricerca, dalle scelte metodologiche e
dalle modalità di diffusione dei risultati che possono essere diversamente interpretati e usati
nei diversi contesti di applicazione. Agisce affinché la ricerca possa sempre incrementare la
conoscenza, le possibilità di intervento, l’offerta di strumenti di comprensione e soluzione
dei problemi. In nessun caso, presta la sua attività e la sua competenza per generare o
giustificare sofferenza e oppressione.
5. Tutela del benessere: Chi svolge attività di ricerca in psicologia si impegna a non
compromettere il benessere psico-fisico dei partecipanti e a non alterare il loro grado di
sicurezza e autostima. Garantisce che la partecipazione alle ricerche non determini un
peggioramento delle condizioni attuali e non esponga a situazioni di rischio, disagio o
sofferenza.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 7
Titolo: L'etica nella ricerca - 2
Attività n°: 1
Regole di condotta
1. Informazione e consenso
4. Riservatezza e anonimato
Informazione e consenso
• CONSENSO INFORMATO: si ha quando una persona accetta di
partecipare ad una ricerca dopo essere stata accuratamente informata
rispetto alle procedure, alle conseguenze di non partecipare e ad altri
importanti fattori connessi alla ricerca
Informazione e consenso
note
Informale e indiretto
Aspetti e problemi
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 7
Titolo: L'etica nella ricerca - 2
Attività n°: 2
PRO: CONTRO:
Gli autori
Le questioni relative agli autori di un paper sono generalmente due:
1. Chi inserire?
Andrebbero inclusi solo gli autori che hanno dato un contributo scientifico
rilevante (definizione del progetto, strutturazione del disegno sperimentale,
analisi e interpretazione dei dati, …)
Gli altri potrebbero essere messi nei ringraziamenti. Non è etico inserire
qualcuno che non contribuito
2. In che ordine?
L’ordine degli autori in un paper è molto importante. Il primo nome indica
l’autore che ha maggiormente contribuito alla ricerca, l’ultimo indica il
supervisore scientifico.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 8
Titolo: L'etica nella ricerca - 3
Attività n°: 1
Plagio
Il plagio comprende:
• I colleghi e i superiori
• L’istituzione di riferimento
• Il comitato etico
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 8
Titolo: L'etica nella ricerca - 3
Attività n°: 2
L’esperimento di Zimbardo
L’esperimento
Domande di ricerca:
1. Come si giunge ad una modifica della personalità radicale?
2. Il comportamento di violento è disposizionale o situazionale?
Campione:
24 soggetti di classe media senza tendenze antisociali, stabili fisicamente e
psicologicamente
Casualmente assegnati ai due gruppi (guardie e detenuti)
Hanno preso realmente parte 11 guardie e 10 detenuti
Nessuna differenza ai test di personalità tra i due gruppi
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 8
Titolo: L'etica nella ricerca - 3
Attività n°: 2
L’esperimento
Disegno sperimentale:
Vi ruolo dei partecipanti (guardia, detenuto)
Vd misure oggettive, misure soggettive
Procedura:
2 settimane, 24/24 h (guardie turni di 8h)
Tutto veniva videoregistrato
Le guardie fornivano dei resoconti giornalieri, tutti compilavano
questionari e venivano sottoposti a interviste
Tutti avevano delle divise
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 8
Titolo: L'etica nella ricerca - 3
Attività n°: 2
Prigionieri Guardie
1. Arresto • Meeting di orientamento
2. Centrale di polizia • 3 Turni da 8 ore
3. Prigione
Era vietato aggredire o punire
• 3 per cella fisicamente i progionieri
• Visite dall’esterno
• Regole da rispettare
• Venivano chiamati con un
numero
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 8
Titolo: L'etica nella ricerca - 3
Attività n°: 2
I risultati
Dopo 6 giorni l’esperimento venne interrotto
Tipologie di comunicazione
• Articoli
• Libri
• Proposte di ricerca
Libri
Quando si parla di divulgazione tramite libri è bene fare delle precisazioni:
1. Potrebbero contenere:
1. Raccolta di ricerche su un tema specifico. Ogni capitolo tratterà una ricerca
mantenendo la struttura del capitolo di libro, non dell’articolo.
2. Esposizione di una teoria su cui buona parte della comunità scientifica
concorda.
Proposte di ricerca
Ha lo scopo di permettere ai ricercatori di partecipare a bandi che
possono mettere a disposizione dei fondi per portare avanti i propri
studi.
Descrive una ricerca che potrebbe essere fatta ma per cui non si hanno
i fondi.
Proposte di ricerca
• Introduzione: analisi della letteratura e base teorica del progetto
• Metodo: come si intende strutturare la ricerca
• Proposta del piano di analisi: come si intende analizzare i dati
• Risultati attesi: cosa ci si aspetta di ottenere dalla ricerca
• Conclusioni: perché il progetto merita il finanziamento e l’impatto che potrebbe
avere
• Bibliografia: elenco di tutte le fonti citate nel testo
• Appendici: materiale aggiuntivo che si vuole far analizzare
• Informazioni per il comitato etico: il materiale che verrà presentato al comitato
etico nel caso di attuazione della ricerca
A seconda del bando a cui si partecipa le varie parti dovranno essere modificate
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 9
Titolo: La comunicazione della ricerca - 1
Attività n°: 1
Oltre ai libri potrebbe includere interviste per televisioni e radio oppure articoli per riviste
non di settore.
Articoli: non avranno la struttura dei classici articoli scientifici ma saranno più simili ai
classici articoli. Anche qui è necessario adottare un linguaggio più semplice ed evitare
«tecnicismi».
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 9
Titolo: La comunicazione della ricerca - 1
Attività n°: 2
Comunicare la ricerca
E’ fondamentale comunicare i risultati della propria, si che siano in linea con i
risultati attesi sia che non lo siano.
Ci sono diversi metodi per comunicare la propria ricerca che si differenziano per
struttura, linguaggio e caratteristiche specifiche.
(adattato da: Shaughnessy, J. J., E. B. Zechmeister, J. S. Zechmeister, M. Lanz, G. Amoretti, S. Tagliabue and E. Ricci (2012).
Metodologia della ricerca in psicologia, McGraw-Hill Education.)
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 9
Titolo: La comunicazione della ricerca - 1
Attività n°: 2
1. Conoscere l’audience
2. Identificare l’obiettivo
3. Scrivere con chiarezza
4. Essere concisi
5. Essere precisi
6. Rispettare le regole grammaticali
7. Scrivere onestamente
8. Scrivere in modo interessante
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 9
Titolo: La comunicazione della ricerca - 1
Attività n°: 2
Per concludere
Per arrivare a creare un buon prodotto è necessario fare pratica.
audience
interesse obiettivo
Grammatica sintesi
Chiarezza
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 10
Titolo: La comunicazione della ricerca - 2
Attività n°: 1
Comunicare la ricerca:
gli eventi aggregativi
Eventi aggregativi
Sono riunioni in cui esperti di determinati argomenti si incontrano per presentare le
proprie ricerche e per discutere di temi importanti circa l’argomento dell’incontro.
I partecipanti possono fare delle presentazioni per far conoscere il proprio lavoro oppure
possono solo assistere.
Possono essere organizzati con regolarità, di solito a cadenza annuale, oppure una
tantum.
Sono importanti anche per creare una rete di contatti da cui possono nascere
collaborazioni per future ricerche e per far circolare le conoscenze.
Tipologie di presentazioni
Orali (talk)
Scritte (poster)
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 10
Titolo: La comunicazione della ricerca - 2
Attività n°: 1
Poster - 1
Poster - 2
Titolo e
autori
Introduzione
teorica
Metodologia
(descrizione
della ricerca)
risultati
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 10
Titolo: La comunicazione della ricerca - 2
Attività n°: 1
Presentazioni orali - 1
Sono talk in cui il ricercatore spiega la ricerca che ha condotto con il supporto
di materiale visivo, nella maggior parte dei casi una presentazione in power
point.
Durante una talk è possibile descrivere la ricerca più nel dettaglio di quanto
non si riesca a fare durante una poster session.
Presentazioni orali - 2
La struttura della presentazione deve includere anche le parti descritte
precedentemente per il poster:
Titolo e Introduzione
autori teorica
La tesi di laurea
Triennale ≠ magistrale
Compilativa Sperimentale
1.Da un
1.Da un’idea TESI suggerimento
dello studente
del docente
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 10
Titolo: La comunicazione della ricerca - 2
Attività n°: 2
Organizzazione
Parte
compilativa
Parte
sperimentale
Conclusioni
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 10
Titolo: La comunicazione della ricerca - 2
Attività n°: 2
Parte compilativa
Parte sperimentale
Conclusioni
Esercitazione
Esercitazione
Valuti a che tipologia appartengono i vari contributi qui presentati, suddividendoli tra:
Articolo scientifico,
• ASTRONOMIA
• FISIOLOGIA
• BIOLOGIA
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
La filosofia
Pensiero greco - 1
Non essendo noto il legame tra attività psichica e sistema nervoso molti
pensatori di chiedevano da dove originasse l’attività psichica?
Diversi autori avanzarono diverse proposte:
Omero: deriva solamente dal cuore, non ci sono legami col cervello.
Pitagora: l’intelligenza e ragione derivano dal cervello mentre la passione dal
cuore.
Ippocrate: il padre medicina ha lasciato scritti contraddittori
Aristotele: il cervello era un organo deputato al raffreddamento del cuore da
cui deriva l’attività psichica
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
note
Omero Pitagora
Ippocrate , attività sensoriale governata da cervello
Aristotele
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
Pensiero greco - 2
Aristotele
Battuta d’arresto
Con il tramonto della civiltà greca la scienza dell’uomo subì un arresto. I
motivi alla base di questa battuta d’arresto sono due:
Medioevo
E’ solo alla fine del XIV secolo e poi nei due secoli successivi con il
Rinascimento (XIV secolo fino al XVI secolo) che sarà possibile un
nuovo rivolgimento del pensiero umano e ricominceranno a costituirsi
le condizioni che rendono possibile una scienza dell’uomo.
1 Dualismo
Razionalismo
Idee innate
Corpo = macchina
3
Ideologi
Corpo = animale
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
La Rivoluzione scientifica
Il primo passo per abbattere i tabù del cristianesimo
I principali studiosi che contribuirono a questo processo sono: Cartesio,
Galileo, Bacone e Keplero
È grazie a Cartesio e al pensiero razionalista che è possibile fare un
primo passo verso la nascita di una scienza dell’uomo, mente e corpo
diventano due concetti separati.
I concetti principali che hanno contribuito a questo processo sono:
• Dualismo anima/corpo
• Dottrina delle idee innate
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
1 - Razionalismo
Cartesio ha sviluppato il concetto di «dualismo anima/corpo» dove le
due componenti sono distinte e autonome. il punto di contatto che
permette l’unione dei due è la ghiandola pineale.
Abbiamo quindi due componenti che sono così descritte:
• Res cogitans: anima pensate priva di estensione
• Res extensa: macchina perfetta e autonoma
Queste due componenti possono essere studiate separatamente
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
note
1 - Razionalismo
Il secondo concetto sviluppato da Caresio è la «Dottrina delle
idee» che dice che la mente contiene tre tipologie di idee:
1. Derivate dai sensi (percezioni)
2. Derivate dalla memoria (ricordi)
3. INNATE: principi basilari che organizzano le altre idee.
Sono collegate con l’esperienza sensoriale in due modi:
[1] questa ci di scoprire proprietà nei fenomeni naturali
che attivano le idee innate, [2] le esperienze possono
indurci in errore mascherando idee innate
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
note
• INNATE: +
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 2
1 Dualismo
Razionalismo
Idee innate
Corpo = macchina
3 Ideologi
Corpo = animale
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 2
2 - Empirismo
note
Empirismo
Si contrappone al razionalismo (Cartesio) in quanto afferma che:
Queste due affermazioni ci portano a dire che ogni pensiero può essere
fatto risalire, se ben analizzato, a qualcosa di precedentemente
esperito.
note
Locke
Definisce l’INTELLETTO come una facoltà e non come una
sostanza. Essendo un processo può essere studiato
scientificamente.
note
facoltà
Sostanza studiata da metafisica (si occupa dei principi primi, degli
aspetti teorici e dei valori assoluti della realtà, prescindendo dai dati
dell'esperienza)
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 2
Hume
Le associazioni sono i processi fondamentali, legami tra le idee.
Possono essere di tre tipi
1. Somiglianza (una foto mi attiverà l’idea della persona ritratta)
2. Contiguità (l’idea di un luogo mi permetterà di associarne uno
vicino)
3. Causazione (l’idea di un concetto mi farà venire in mente ciò che lo
ha «causato»)
È il padre dell’associazionismo
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 2
note
Ass: legami tra idee. Som: foto persona; Cont: piazza san babila
Milano; Cau: figlio padre
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 2
Associazionismo
I due concetti principali di questa dottrina sono:
• Introspezione (Brown): metodologia di auto-osservazione sistematica
dei processi che avvengono nella propria mente
• Associazione Sincrona (James Mill): un oggetto è formato dalla
somma di diverse sensazioni. Queste vengono associate per costruire un
percetto da cui deriva poi l’idea e infine la rappresentazione stessa
dell’oggetto. Ogni oggetto può essere scomposto infinite volte.
• Per superare questo problema è stato sviluppato il concetto di Chimica
mentale: le idee semplici quando si uniscono formano un «composto»
che non può essere scisso.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 2
note
1 Dualismo
Razionalismo
Idee innate
Corpo = macchina
3
Ideologi
Corpo = animale
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 2
note
3- Il rapporto mente/corpo
Ideologi
note
3- Il rapporto mente/corpo
Ideologi
• Studio scientifico dei processi psicologici operazioni intellettuali
• Cabanis: «il pensiero sta al cervello come il succo gastrico allo stomaco»
supremazia Sistema Nervoso
• Si rifiutano speculazioni astratte in favore dello studio dei fatti che vanno
studiati con rigore scientifico
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 11
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 2
note
RIASSUMENDO
RAZIONALISMO
Res estensa IDEALISTI
•ASTRONOMIA
•FISIOLOGIA
•BIOLOGIA
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
Astronomia
Bessel (inizio 1800) si accorse del fatto che molte delle rilevazioni non
concordavano e cercò di capire il perché.
Si accorse della presenza di un errore in queste rilevazioni che variava
da soggetto a soggetto. Sviluppò quindi i concetto di «Equazione
Personale» specifica per ogni osservatore che indicante il tipo di errore
sistematico che compie. Conoscendo la portata di questo errore si
sarebbero potute depurare le osservazioni.
Con lo sviluppo tecnologico in astronomia questo problema venne
meno ma il concetto di «Tempi di reazione» è stato ripreso e analizzato
nel dettaglio dalla Fisiologia.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
note
“equazione personale” Con tecnologia questo problema si azzera e il problema passa ai
fisiologi
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
Fisiologia
Helmholtz
METODO SOTTRATTIVO rilevare la velocità di conduzione
delle fibre nervose
Primo stimolo
Secondo stimolo
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
Helmholtz
Misurava due dversi tempi di reazione:
– 1’ tempo di reazione: somministrava uno stimolo alla radice dell’arto e
misurata il tempo che intercorreva tra la stimolazione e la pressione di
un pulsante che il soggetto doveva premere non appena percepiva lo
stimolo.
– 2’ tempo di reazione: il procedimento era uguale al prcedente ma lo
stimolo veniva somministrato all’altra estremità dello stesso arto,
Applicava poi il METODO SOTTRATTIVO: calcolava la differenza tra i due tempi
di reazione per avere un indice del tempo occorrente allo stimolo per giungere
da un’estremità all’altra dell’arto.
Donders
Donders
Analizzando i risultati attraverso il METODO SOTTRATTIVO è emerso che:
• Sottraendo i tempi della condizione 3 a quelli della condizione 1 è possibile
evidenziate il tempo necessario a discriminare tra gli stimoli
• Sottraendo i tempi della condizione 2 a quelli della condizione 3è possibile
evidenziate il tempo necessario a discriminare tra le risposte.
Arco riflesso
note
“arco” perché il substrato nervoso è composto di una parte “afferente” e da una parte
“efferente”
PSICOLOGIA RUSSA nel 900 : esattamente
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
Legge di Bell-Magendie
Il midollo spinale ha due radici: una anteriore motoria e una
posteriore sensoriale che sono indipendenti.
note
Indipendenti perché se recido una l’altra funziona
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
note
che amplia la specificità di funzioni nel sistema nervoso in ambito gli organi di senso
(rilevante per gli studi psicologici): uno stesso stimolo produce sensazioni
qualitativamente diverse a seconda dei diversi nervi che stimola (ad esempio, esercitiamo
una pressione sul nervo ottico tale da stimolarlo, la sensazione che riceveremo non sarà
tattile-pressoria, ma visiva).
Biologia
Evoluzionismo (Darwin)
Ereditarietà
caratteristiche
psicologiche
Selezione (Galton)
Evoluzione
Naturale
Concetto di
adattamento
(Evoluzionisti)
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
note
“selezione naturale”: le specie e gli individui che non riescono ad adattarsi all’ambiente
finiscono con lo scomparire.
Processo di evoluzione, con una progressiva modificazione delle specie, poiché gli
individui che sopravvivono, accoppiandosi tra di loro, daranno vita ad una discendenza
che presenterà in modo sempre più accentuato i caratteri adattativi, con una progressiva
scomparsa dei caratteri disadattativi.
, con una progressiva modificazione delle specie, poiché gli individui che sopravvivono,
accoppiandosi tra di loro, daranno vita ad una discendenza che presenterà in modo
sempre più accentuato i caratteri adattativi, con una progressiva scomparsa dei caratteri
disadattativi.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia - 1
Attività n°: 1
PSICOLOGIA
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia
Attività n°: 2
Il lavoro di Wundt
Lo strutturalismo 1/3
Fondatori: Cattel e Titchener
Lo strutturalismo 2/3
Lo strutturalismo 3/3
PUNTI DI DEBOLEZZA:
• Limitatezza campionaria: si basano sullo studio dell’uomo bianco della classe media
pensando di poter generalizzare i risultati alla popolazione generale
• Elementarismo: l’idea di ridurre tutto agli elementi più piccoli che lo compongono è
stato soppiantato da teorie globaliste come la scuola della Gestalt
• Descrittivismo statico: la psicologia sta diventando sempre più dinamica
• Introspezione: non viene più riconosciuto come un metodo scientifico
PUNTI DI FORZA :
• Sistema psicologico rigoroso
• Si è battuto per riconoscere l’indipendenza della psicologia dalle altre scienza
• L’enfasi sullo studio della coscienza ha permesso di soppiantare il pensiero
comportamentista
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia
Attività n°: 2
note
• Troppo delimitato:
concentrato sulla scuola
di Cornell
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia
Attività n°: 2
Il funzionalismo 1
note
a cosa servono e come funzionano i processi mentali?
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia
Attività n°: 2
Il funzionalismo 2
Per i funzionalisti le FUNZIONI MENTALI sono:
• Sensazione
• Emozione (adattiva perché aumenta l’efficacia della risposta)
• percezione
• motivazione (stimolo persistente che domina il comportamento finché non viene
soddisfatto)
• Apprendimento (acquisizione di risposte appropriate a problemi)
note
SENSAZIONE (come strutt ma qui è marginale); EMOZIONE ); PERCEZIONE (processo a
se stante); MOTIVAZIONE (stimolo persistente che domina il comp finchè non è
soddisfatto); APPRENDIMENTO ()
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia
Attività n°: 2
note
Com non adattivo solo stimolo e risposta
osservazione comportamentale o OGGETTIVISTICA
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia
Attività n°: 2
Il funzionalismo 3
Il comportamento adattivo è composto da tre componenti:
1. Stimolazione motivante interna o esterna che spinge ad
attuare il comportamento
2. Situazione sensoriale in cui il comportamento ha luogo
3. Risposta che altera la situazione per soddisfare la
motivazione
Non tutti i comportamenti sono adattivi, quelli che non lo
sono possono essere descritti solo in termini di stimolo-
risposta
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 12
Titolo: La nascita della psicologia
Attività n°: 2
Il funzionalismo 4
PUNTI DI FORZA:
• Diverse sfaccettature: il fatto di non essere legato ad una sola scuola gli ha
permesso di durare più a lungo
• Concetti forti: il concetto di funzione è stato adottato da molte altre scuole
• Orientamento biologizzante: enfasi sull’adattamento dell’organismo all’ambiente
PUNTI DI DEBOLEZZA:
• Forte legame con la filosofia e con la speculazione teorica
• Scarso interesse per la sperimentazione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 13
Titolo: La storia della psicologia - 1
Attività n°: 1
Le radici
PSICOLOGICHE FILOSOFICHE
Aspetti fondamentali:
- Atteggiamento fenomenologico
- Antiempirismo
Atteggiamento fenomenologico
Perché vediamo ciò che vediamo? Perché le cose appaiono come appaiono?
Principale oggetto di studio: dato fenomenico immediato
Antiempirismo
Quanto è importante l’esperienza passata nella formazione di
risultati percettivi e fenomeni psicologici?
EMPIRISTA GESTALTISTA
Gli oggetti ci appaiono in Gli oggetti ci appaiono
un certo modo perché così perché dipendono
siamo abituati a vederli dell’organizzazione
così apprendimento percettiva leggi
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 13
Titolo: La storia della psicologia - 1
Attività n°: 1
Buona continuazione
Le unità che si dispongono secondo la direzione
più uniforme verranno percepite come parte di una
medesima forma.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 13
Titolo: La storia della psicologia - 1
Attività n°: 1
Esperienza passata
La segmentazione del campo percettivo
predilige pattern già visti in passato.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 14
Titolo: Piaget e l’Epistemologia Genetica
Attività n°: 1
L’epistemologia genetica
Lo sviluppo cognitivo
4 FASI:
1. Stadio senso-motorio
2. Stadio pre-operatorio
3. Stadio operatorio-concreto
4. Stadio operatorio-formale
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 14
Titolo: Piaget e l’Epistemologia Genetica
Attività n°: 1
Stadio senso-motorio
• Da 0 a 2 anni
• Il bambino usa i sensi e le abilità motorie per esplorare e relazionarsi
• Rilessi Reazioni Circolari primarie R.C. secondarie R.C. differite R.C.
terziarie rappresentazioni cognitive
• La progressione prevede l’attuazione di schemi di azione sempre più complessi e
lo sviluppo dell’intenzionalità dei movimenti
• I riflessi sono definiti come specifici quadri di risposta motoria innescati da
specifici quadri di stimolazione sensoriale
• Il bambino parte da uno stato di egocentrismo radicale: l'ambiente esterno e il
proprio corpo non sono compresi come entità diverse per arrivare a sviluppare la
permanenza dell’oggetto e a mettere in atto giochi simbolici
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 14
Titolo: Piaget e l’Epistemologia Genetica
Attività n°: 1
Stadio pre-operatorio
• Dai 2 ai 6-7 anni
• il bambino è in grado di usare i simboli (un'entità che ne rappresenta
un'altra) e sviluppa ulteriormente il gioco simbolico,
• Adotta il ragionamento trasduttivo, cioè considera due eventi legati da un
rapporto di causa-effetto quando questi avvengono contemporaneamente.
• Si sviluppo l’egocentrismo intellettuale in cui il bambino considera che il
punto di vista e le opinioni di altre persone coincidano con il proprio
('«esperimento delle tre montagne»)
• Irreversibilità il bambino crede che gli effetti di un‘azione non possono in
nessun caso essere annullati da un'operazione inversa.
• Il bambino è in grado di fare una sommaria classificazione degli oggetti.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 14
Titolo: Piaget e l’Epistemologia Genetica
Attività n°: 1
Stadio operatorio-concreto
Stadio operatorio-formale
I metodi di studio
I metodi che Piaget applica per la sua ricerca sono:
• L’osservazione guidata: permette di osservare il comportamento dei bambini, guardare
come si adattano, prendendo in considerazione i comportamenti elementari. È attiva e
partecipe
• Il metodo clinico: permette, tramite una conversazione, di analizzare i pensieri del
soggetto e condurlo verso una riflessione guidata. Si compone di tre momenti: Avviare
una conversazione con i bambini, proseguire lungo il corso dei loro pensieri, condurli
alla riflessioni su questioni problematiche
Viene molto impiegato per indagare la rappresentazione del mondo.
• Il metodo critico: Il bambino viene posto di fronte a una situazione sperimentale in cui
il materiale utilizzato è scelto e manipolato dallo sperimentatore per attirare
l’attenzione del bambino e sottoporgli dei quesiti problematici. Si parte da ciò che il
bambino conosce e si arriva ad un aspetto “critico”.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Il comportamentismo
note
Watson: No studio coscienza
Comp
osservabile scientificamente e imp per capire la psiche
A volte parallelismo mente/corpo (evento psichico in parallelo a comportamento) a
volte priorità comportamento (da cui derivano i fenomeni psichici)
È determinato da antecedenti
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Concetti principali - 1
Comportamento viene studiato perché:
note
1- Stimolo: è l’impatto dell’ambiente sul soggetto
2- Risposta: reazione del soggetto all’ambiente
3- Rinforzo: effetti che possono modificare le successive risposte, evento che soddisfa le
esigenze che spingono il soggetto ad agire
Concetti principali - 2
• La mente è una scatola nera (black box) all’interno della
quale non sappiamo e non possiamo osservare cosa
accade.
Concetti principali - 3
Concetti fondamentali:
1- Stimolo: è l’impatto dell’ambiente sul soggetto
2- Risposta: è la reazione del soggetto all’ambiente
3- Rinforzo: sono gli effetti che possono modificare le successive
risposte. È un evento che soddisfa le esigenze che hanno spinto
il soggetto ad agire e lo spingerà a ripetere la stessa azione in
seguito.
note
1- Stimolo:
2- Risposta: 3- Rinforzo:
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Pavlov
Apparteneva alla Scuola Riflessologica sovietica ma i suoi studi
sono alla base del pensiero comportamentista.
All’interno della Scuola Riflessologica i processi psichici venivano
considerati come riflessi, cioè processi puramente fisiologici ed
elementari.
note
Scuola riflessologica: i processi psichici sono come riflessi processi puramente
fisiologici ed elementari
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Pavlov
note
Scuola riflessologica: i processi psichici sono come riflessi processi puramente
fisiologici ed elementari
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Condizionamento classico - 1
Condizionamento risposta
classico - 2 incondizionata
CARNE SALIVAZIONE
stimolo
incondizionato
stimolo risposta
condizionato condizionata
CAMPANELLA SALIVAZIONE
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Thorndike
• Precursore del comportamentismo
note
Effetto: Un’azione accompagnata o seguita da uno stato di soddisfazione tenderà a
ripresentarsi più spesso e viceversa.
Esercizio: apprendimento è graduale e migliora con la ripetizione delle prove.
Comportamenti più spesso esercitati hanno maggiori probabilità di essere impiegati in
condizioni simili.
Legge del trasferimento: una risposta acquisita in una situazione verrà effettuata in altre
situazioni nella misura in cui queste ultime sono simili alla prima.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Thorndike
Dalle osservazioni sui gatti arriva ad affermare che essi mettono in
atto un comportamento detto «Apprendimento per prove ed errori».
note
Studio sui gatti
Apprendimento per prove ed errori
Effetto: Esercizio: Legge del trasferimento:
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Watson
Comportamento: azione complessa manifestata dall’organismo,
una combinazione di reazione più semplici (singoli movimenti)
Watson
Anche le emozioni possono essere apprese: caso del piccolo Albert.
Albert è un bambino che è solito giocare con topolino un giorno
mentre giocava sente un rumore molto forte che lo spaventa da quel
momento il bambino ha paura del topo (ha associato la paura derivata dal
rumore all’animale)
Neocomportamentismo
stimoloorganismorisposta
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
note
Skinner-box solo una risp eroga il rinforzo (es premere leva)
La risposta seguita da un rinforzo si presenterà con maggior frequenza
CC stimolo precede risp CO risp precede lo stimolo
Imp per neuroscienze comportamentali
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Skinner
Vuole studiare la relazione comportamento/rinforzo, cioè quelle
occasioni in cui ad una determinata risposta ha fatto seguito una
ricompensa
note
Skinner-box solo una risp eroga il rinforzo (es premere leva)
La risposta seguita da un rinforzo si presenterà con maggior frequenza
CC stimolo precede risp CO risp precede lo stimolo
Imp per neuroscienze comportamentali
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Skinner
Da queste osservazioni sviluppa il concetto di Condizionamento
Operante: la risposta seguita da un rinforzo si presenterà con
maggior frequenza.
note
Skinner-box solo una risp eroga il rinforzo (es premere leva)
CC stimolo precede risp CO risp precede lo stimolo
Imp per neuroscienze comportamentali
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Tolman
note
App latente: - anche senza rinforzi - si manifesta solo nel momento in cui sono presenti
determinate condizioni che ne richiedono l'utilizzo - raccolta di informazioni sul mondo
Il rinforzo è utile perché si manifesti un comportamento e non perché lo si apprenda.
Usi mappa mentale La meta sarà raggiunta secondo il percorso più semplice e meno
dispendioso
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
Tolman
Questi concetti nascono dall’osservazione del comportamento dei topi
all’interno di un labirinto.
Apprendimento Latente: si può apprendere anche senza rinforzi, il
comportamento appreso si può manifesta solo nel momento in cui
sono presenti determinate condizioni che ne richiedono l'utilizzo.
L’apprendimento può essere definito come una raccolta di
informazioni sul mondo.
Mappe Cognitive: queste informazioni vengono immagazzinate sotto
forma di mappe mentali, principalmente legata alle informazioni
spaziali. Queste mappe possono venire usate quando è necessario.
Principio del minimo sforzo: uso le mappe mentali per raggiungere la
mia meta nel modo più veloce.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 15
Titolo: Il comportamentismo
Attività n°: 1
note
App latente: - Il rinforzo è utile perché si manifesti un comportamento e non perché lo si
apprenda.
Usi mappa mentale La meta sarà raggiunta secondo il percorso più semplice e meno
dispendioso
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 1
Il cognitivismo
Il cognitivismo
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 1
Il cognitivismo
Nasce verso la fine degli anni 50
NOTE
in parziale contrapposizione al comportamentismo
(la percezione, l'attenzione, la memoria, il linguaggio, il pensiero, la creatività)
diagrammi di flusso, formati da unità (scatole) strutture di entrata (INPUT) e da vie di
comunicazione e strutture di uscita (output) • Ciascuna Struttura avente un compito
definito
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 1
Parallelismo mente-pc
CERVELLO HARDWARE
MENTE SOFTWARE
NOTE
Gli eventi mentali sono un flusso di informazioni che percorre la mente
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 1
L’unita’ TOTE
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 1
NOTE
l’unità TOTE (Test-Operate-Test-Exit)
Il comportamento è il risultato di un processo di continua verifica retroattiva del piano di
comportamento “retroazione”, feedback,
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 1
Neisser
Modello HIP (Human Information Processing)
NOTE
Human Information Processing mente umana come un elaboratore di informazioni.
Gli individui possono conoscere il mondo attraverso le funzioni mentali come la
percezione, l'attenzione, la memoria, il pensiero
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 1
La svolta
Neisser critica l’eccessiva rigidità della metafora UOMO-COMPUTER
M odularism o (Fodor)
La mente umana è composta da:
1- sistemi di input (o moduli) analizzano i dati sensoriali, hanno un’architettura
cognitiva distinta in moduli, strutture verticali che trasformano gli input in
rappresentazioni, che vengono passate alla parte centrale del sistema cognitivo.
2- sistemi centrali deputati alle funzioni superiori. Svolgono operazioni lente, sotto
controllo volontario e cosciente, influenzate dagli scopi cognitivi globali che il
soggetto si pone
MODULARISMO:
1.una abilità cognitiva può essere scomposta in sottocomponenti
2.ogni singola sotto-componente ha una propria funzione
3.ogni singola sotto-componente è isolabile ma lavora con le altre
NOTE
NOTE
evitando i modelli dove tutte le informazioni devono passare per processore centrale
serialmente
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 2
La psicologia attuale
La psicologia attuale
M-PSI/03 PSICOMETRIA
NOTE
Il settore comprende le competenze scientifico disciplinari relative all'organizzazione del
comportamento e delle principali funzioni psicologiche (percezione, emozione,
motivazione, memoria, apprendimento, pensiero, linguaggio) attraverso cui l'uomo
interagisce con l'ambiente ed elabora rappresentazioni dell'ambiente e di se stesso.
Comprende altresì le ricerche psicologiche su la coscienza, la personalità, la
comunicazione e l'arte e le competenze relative sia ai metodi e alle tecniche della ricerca
psicologica, sia ai sistemi cognitivi naturali e artificiali e alle loro interazioni, sia alla storia
della psicologia.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 2
NOTE
Il settore raggruppa le competenze scientifico disciplinari concernenti lo studio dei
fondamenti e dei correlati biologici e fisiologici del comportamento e delle funzioni
percettive, cognitive ed emotive, nell'uomo e negli animali, di più immediato interesse
psicologico, anche in relazione alle attività motorie e sportive. In generale, comprende le
competenze scientifico disciplinari concernenti i rapporti tra strutture nervose e attività
psichica. Comprende anche le competenze scientifico disciplinari relative ai metodi e alle
tecniche di studio caratteristici degli studi del settore.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 2
M-PSI/03 - PSICOMETRIA
o misura in psicologia
o teoria dei test psicologici
o applicazioni della matematica e della statistica alla
psicologia.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 2
NOTE
Il settore raggruppa le competenze scientifico disciplinari relative alla comprensione delle
relazioni tra processi ed eventi collettivi e societari (ambientali, culturali, comunitari,
familiari, politici, economici, giuridici) e processi psicologici sociali, individuali e di gruppo
(disposizioni, atteggiamenti, comunicazione, interazione, ecc.) che influenzano il
funzionamento dei sistemi e sotto-sistemi sociali e da cui sono a loro volta influenzati.
Comprende altresì le competenze scientifico disciplinari relative ai metodi e alle tecniche
che caratterizzano tale studi.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 16
Titolo: La storia della psicologia - 4
Attività n°: 2
NOTE
Il settore comprende le competenze relative ai metodi di studio e alle tecniche di
intervento che, nei diversi modelli operativi (individuale, relazionale, familiare e di
gruppo), caratterizzano le applicazioni cliniche della psicologia a differenti ambiti
(persone, gruppi, sistemi) per la soluzione dei loro problemi. Nei campi della salute e
sanitario, del disagio psicologico, degli aspetti psicologici delle psicopatologie
(psicosomatiche, sessuologiche, tossicomaniche incluse), dette competenze, estese alla
psicofisiologia e alla neuropsicologia clinica, sono volte all'analisi e alla soluzione di
problemi tramite interventi di valutazione, prevenzione, riabilitazione psicologica e
psicoterapia.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 17
Titolo: La misura dell'intelligenza
Attività n°: 1
Cos’è l’intelligenza?
Non esiste una definizione univoca di intelligenza:
NOTE
Teorie Scientifiche
Unitarie Multiple
• Teoria multipla
dell’intelligenza (Spearman)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 17
Titolo: La misura dell'intelligenza
Attività n°: 1
NOTE
• TEORIE UNITARIE :
emergono dalle osservazioni
che nella maggior parte degli
individui, i vari aspetti
intellettivi misurati dalle prove
fossero tra loro in relazione.
• Piaget teoria stadiale già visto
non ripetiamo
• QI spieghiamo nella terza
lezione con test
• cambio di rotta A metà del XX secolo,
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 17
Titolo: La misura dell'intelligenza
Attività n°: 1
NOTE
PRO CONTRO
• Il concetto di «fattore g» • È influenzato da fattori
è un fattore chiave per culturali
molte nuove teorie • Non copre tutte le
abilità che un individuo
può avere
• È sensibile al
campionamento
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 17
Titolo: La misura dell'intelligenza
Attività n°: 1
Abilità 1 Compito 1
G Abilità 2 Compito 2
Compito 3
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 17/S1
Titolo: La misura dell'intelligenza
Attività n°: 1
Cattel
note
note
• I test per il QI si
dovrebbero basare su
entrambe
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 17/S1
Titolo: La misura dell'intelligenza
Attività n°: 1
note
Operazioni: attività intellettive di base che la mente compie con le informazioni che essa
riceve dai sistemi percettivo-sensoriali. 5 tipi cognizione, memoria, produzione
divergente, produzione convergente, valutazione.
Contenuti : fanno riferimento alla natura delle informazioni ricevute ed elaborate dalla
mente. 4 tipi: figurale, simbolico, semantico, comportamentale.
Prodotti: si riferiscono alla forma assunta dall'informazione quando viene elaborata dalla
mente, cioè ai risultati dell'applicazione di un'operazione a un contenuto. 6 tipi: unità,
classi, relazioni, sistemi, trasformazioni, implicazioni
In questa prospettiva la mente può quindi essere rappresentata tridimensionalmente
come un parallelepipedo i cui lati corrispondono ai tre assi suddivisi nelle varie tipologie
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 17/S1
Titolo: La misura dell'intelligenza
Attività n°: 1
note
note
1. linguistica
2. logico-matematica
3. spaziale
4. corporea- cinestetica
5. musicale
6. interpersonale
7. intrapersonale
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 17/S1
Titolo: La misura dell'intelligenza
Attività n°: 1
note
2 - Pianificazione
6 - Comunicazione
del disegno
dei risultati
sperimentale
5 - Interpretazione
3 - Raccolta dei dati
dei dati
La carriera accademica
Laurea Laurea
Dottorato
triennale magistrale
Assegno di Post-
Ricercatore
ricerca dottorato
Professore Professore
associato ordinario
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 18
Titolo: Introduzione al ciclo della ricerca
Attività n°: 2
Laurea
I famosi «3+2» anni sono la base dell’università italiana.
Si può scegliere di fermarsi ai 3 anni per avere una laurea di primo livello
oppure completare anche gli altri 2 anni per avere un titolo di secondo livello.
Dottorato
Dopo il conseguimento della laurea magistrale lo studente può iscriversi al concorso per
accedere al dottorato. In questo concorso dovrà presentare un progetto di ricerca e
saranno valutati dei titoli.
Questo percorso dura tre anni e può essere svolto con o senza borsa a seconda del
posizionamento nella graduatoria del concorso. Il numero di posti con e senza borsa è a
discrezione dell’università che indice il concorso (con minimo tre posti con borsa per
legge), così come l’entità della borsa (si aggira intorno ai 1000 euro).
Durante questo percorso il dottorando avrà un tutor, cioè un professore che lo guiderà
nel lavoro, e dovrà seguire alcuni corsi. Potrebbe anche affiancare il tutor durante
l’attività accademica.
La scelta del tutor equivale a scegliere un settore disciplinare all’interno del quale
indirizzare l’attività di ricerca.
Durante questo periodo il dottorando dovrà pubblicare degli articoli, meglio se a primo
nome, così da arricchire il suo curriculum in vista dei concorsi futuri.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 18
Titolo: Introduzione al ciclo della ricerca
Attività n°: 2
Post-dottorato
Assegno di ricerca
Si accede ai fondi di un assegno di ricerca tramite un concorso che valuta il
valore scientifico dei candidati.
Ricercatore
Per diventare ricercatore è necessario superare un concorso pubblico bandito
dall’università. In questo caso si valuteranno le prove svolte e il curriculum
accademico del candidato (pubblicazioni e titoli).
Professore associato
Perché un ricercatore possa diventare professore associato è necessario che, prima di
partecipare ad un concorso, consegua un’abilitazione.
Questa Abilitazione Scientifica Nazionale è attribuita da una commissione nazionale sulla
base di specifici parametri di qualità decisi dai commissari stessi. La commissione fissa tre
valori-soglia specifici per ogni settore scientifico-disciplinare (ad esempio numero di articoli,
partecipazione a convegni, attività di ricerca all’estero, …), e sottopone i candidati ad una
valutazione comparativa.
Solo chi ha ottenuto l’abilitazione nazionale potrà accedere ai concorsi indetti dalle singole
università che potranno scegliere la modalità di concorso più consona alle proprie necessità.
I concorsi possono essere «aperti» oppure rivolgersi a personale interno o esterno
Professore ordinario
Anche per diventare professore ordinario è necessario ottenere Abilitazione Scientifica
Nazionale che, in questo caso, avrà dei criteri diversi rispetto a quella per la fascia
precedente.
Come per il professore associato, anche per gli ordinari sarà cura dell’università bandire un
concorso per assumere nuovo personale. I concorsi posso avere le stesse caratteristiche di
quelli banditi per il professore associato descritti nella slide precedente.
Sia i professori associati che gli ordinari possono essere a tempo pieno o a tempo parziale.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 18
Titolo: Introduzione al ciclo della ricerca
Attività n°: 2
Più si procede con la carriera più l’attività sarà incentrata sulla raccolta di fondi
per finanziare prima il proprio lavoro, poi anche il lavoro dei propri sottoposti.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 18/S3
Titolo: Introduzione al ciclo della ricerca
Attività n°: 1
Osservazioni o problemi?
• Competizione
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 1
• Quando gli studi nascono per questo motivo solitamente c’è una maggiore
motivazione alla ricerca
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 1
Uno degli esempi più famosi è il caso degli psicologi Darley e Latané. Si
interessarono allo studio dei comportamenti passivi davanti a richieste d’aiuto a
seguito di un omicidio avvenuto a New York.
I ricercatori del gruppo di Rizzolati stavano studiando l’attività dei neuroni motori dei
macachi. Durante le rilevazioni si accorsero che alcuni di questi neuroni che si
attivano durante lo svolgimento di una determinata azione venivano attivati anche
quando i soggetti osservavano altri compiere quella stessa azione. Scoprirono quindi
che ci sono dei neuroni che si attivano si a quando è il soggetto a svolgere l’azione,
sia quando osservano un altro individuo svolgere quella stessa azione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 1
• È molto utile per trovare la migliore soluzione al problema senza basarsi sul
buonsenso
Competizione
In molti contesti la qualità dei ricercatori è basata sulla quantità e la qualità della
produzione scientifica (vedremo nelle prossime lezioni cos’è l’indice H).
A livello internazionale è stato sviluppato il motto «Publish Or Perish» («pubblica o
muori»), è chiaro quindi che la competizione tra ricercatori può raggiungere livelli
davvero alti.
Alla luce di questo contesto è chiaro che molti ricercatori, per migliorare il proprio
indice H, tendano a scegliere temi più appetibili e più di moda.
Questo potrebbe portare a sviluppare ricerche solo sulla base di fattori esterni senza
considerare il vero valore scientifico delle stesse.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 1
I concetti
Le ipotesi - 1
Per chiudere la prima fase di identificazione del problema della ricerca dovremmo quindi
seguire le seguenti tappe.
Le ipotesi statistiche
Sono di due tipi. Ne diamo qui un breve accenno che riprenderemo più
avanti nelle lezioni
Gli strumenti
Sono diverse le fonti da cui è possibile attingere per ideare una nuova
domanda di ricerca:
Formali convegni
Articoli scientifici
Ricerche
on line
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 2
Ricerche on line
Internet è uno dei più usati sistemi per reperire informazioni scientifiche.
Grazie ad una moltitudine di strumenti pretermette l’accesso ad un enorme mole di
pubblicazioni scientifiche.
La ricerca bibliografica
Deve rispettare le seguenti tappe:
I principali strumenti che puoi utilizzare quando vuoi fare la ricerca bibliografica
sono:
• motori di ricerca, come google scholar e pubmed
• cataloghi delle biblioteche
• banche dati, archivi elettronici di informazioni organizzati secondo criteri
che ne consentono facilmente il recupero e
• archivi open access, archivi ad accesso libero
Digitare l’argomento
Per una ricerca fatta utilizzando più parole
chiave meglio usare questa schermata
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 2
Google scholar
• Google scholar
Digitare l’argomento o
le parole chiave
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 2
Indica se e dove è
possibile scaricare
gratuitamente l’articolo
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 2
Digitare l’argomento o le
parole chiave e impostare
alcuni parametri
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 19
Titolo: Fase 1
Attività n°: 2
Esercitazione 1
Provi a scaricare i seguenti articoli
Pedroli, E., Serino, S., Cipresso, P., Pallavicini, F., & Riva, G. (2015). Assessment
and rehabilitation of neglect using virtual reality: a systematic review. Frontiers in
behavioral neuroscience, 9, 226.
Serino, S., Triberti, S., Villani, D., Cipresso, P., Gaggioli, A., & Riva, G. (2014).
Toward a validation of cyber-interventions for stress disorders based on stress
inoculation training: a systematic review. Virtual Reality, 18(1), 73-87.
Esercitazione 2
Definisca due argomenti generali di ricerca e le corrispondenti parole chiave (almeno 3 per
argomento) che potrebbero essere alla base di una ricerca bibliografica:
ARGOMENTO 1: _________
PAROLE CHIAVE:
1. _______
2. _______
3. _____
ARGOMENTO 2: _________
PAROLE CHIAVE:
1. _______
2. _______
3. _______
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 20
Titolo: Fase 2
Attività n°: 1
• Oggetto di studio
• Selezione dei soggetti
• Condizioni sperimentali
• Strumenti
• Metodi di ricerca
Oggetto di studio
Da dove nascono i problemi?
• Competizione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 20
Titolo: Fase 2
Attività n°: 1
Operazionalizzazione
Procedura che permette di definire un concetto nei termini delle
procedure osservabili usate per misurarlo o produrlo
DEFINIZIONE
PROBLEMA OPERAZIONALIZZAZIONE
OPERATIVA
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 20
Titolo: Fase 2
Attività n°: 1
note
RAPPRESENTATIVITà DEL CAMPIONE
GRUPPI CONFRONTABILI
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 20
Titolo: Fase 2
Attività n°: 1
Campionamento
Ci sono tre principali metodologie di campionamento:
• CASUALE: ogni elemento della popolazione ha la stessa probabilità di
formare il campione
note
RAPPRESENTATIVITà DEL CAMPIONE
GRUPPI CONFRONTABILI
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 20
Titolo: Fase 2
Attività n°: 1
Strumenti
Esistono vari metodi con cui è possibile registrare le evidenze empiriche
di cui il ricercatore ha bisogno per la sua ricerca.
• Test psicologici
• Osservazione
• Analisi del contenuto
• Intervista
• Questionario
• Misure fisiologiche
Test psicologici
Includono:
• test di intelligenza,
• test di attitudine,
• test di profitto.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 20
Titolo: Fase 2
Attività n°: 1
Test psicologici
Includono:
• Test di personalità
• Test di atteggiamento
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 20
Titolo: Fase 2
Attività n°: 1
Metodi osservativi
OSSERVAZIONE ci permette di registrare e descrivere comportamenti
che non sarebbe possibile ricreare artificiosamente in laboratorio.
Nella vita quotidiano tutti noi svolgiamo delle osservazioni ingenue,
nella ricerca psicologica è importante che vengano fatte seguendo un
metodo rigoroso.
Metodi di ricerca
I metodi di ricerca sono le modalità con cui una ricerca viene organizzata sia dal
punto di svista temporale che spaziale.
Rappresentano, ad esempio, la struttura della ricerca, le modalità con cui le
variabili vengono manipolate e la costruzione dei gruppi.
Veri esperimenti
• Disegni pre-sperimentali
• Disegni con una variabile indipendente
• Disegni fattoriali
Quasi esperimenti
Come abbiamo detto i quasi esperimenti non consentono un controllo totale
delle variabili della ricerca.
Ci sono diversi disegni che hanno queste caratteristiche e, per il momento,
possiamo raggrupparli in queste quattro categorie:
Concetti base
• Scala di misurazione
• Precisione della misurazione
• Ruolo nella ricerca
• Ruolo di disturbo
• Tipologia di errore
• Possibilità di osservazione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
Scala di misurazione
nominale
qualitative
ordinale
A intervalli equivalenti
quantitative
A rapporti equivalenti
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
Variabili nominali
• I livelli sono categorie discrete
Esempi:
Variabili ordinali
• I livelli sono categorie discrete
Esempi:
Esempi:
Esempi:
note
Una è il doppio dell’altra
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
Le variabili - classificazione
continue discrete
Precisione della
misurazione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
Le variabili - classificazione
Variando può
assumere i
Variando può
valori di tutti i
numeri reali,
quindi un
continue discrete assumere solo
un numero
finito di valori
NUMERO
INFINITO DI
VALORI
Precisione della
misurazione
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
note
Continue: altezza, peso quantitativa
Discrete: numero figli, abitanti di un paese qual e quant
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
Le variabili - classificazione
dipendenti indipendenti
Ruolo nella
ricerca
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
Le variabili - classificazione
Variabili che
Variabili che
vengono
modificano
altri eventi
indipendenti dipendenti modificate
dalle VI
manipolate
Non Ruolo nella
manipolate
ricerca
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
note
VI: M (dose farmaco, intensità calore), nM (QI, età)
Le variabili - classificazione
Le variabili - classificazione
Ruolo di
disturbo
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
note
Nel capire la relazione tra VI e VD
CONFUSE: minaccia alla validità di costrutto, associata all’operazionalizzazione di VI [HP:
isolamento influenzabilità, REALTà isolamento ruminazione influenzabilità]
CONFONDENTI: da artefatti, è estranea alla VI minaccia alla validità interna [GRUPPI
NON OMOGENEI: pz giovani VS controlli vecchi]
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
Le variabili - classificazione
Sono
Dipendono
dal caso Casuali Sistematici problemi
costanti
ERRORI
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
note
Durante misurazione
EC: affaticamento, stimoli ambientali somma tende a zero
ES: errore nello strumento di misura vanno tutti in una certa direzione (aumentare o
diminuire il costrutto)
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
Le variabili - classificazione
Possibilità di
osservazione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 21
Titolo: Fase 3
Attività n°: 1
note
LAT: SI IPOTIZZA L’ESISTENZA per spiegare VM
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
1 •Codificare i dati
2 •Elaborazioni descrittive
3 •Elaborazioni statistiche
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
Codificare i dati
Una volta che sono stati raccolti i dati vanno:
Tabelle di
Matrice di contingenza
dati
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
note
Dataset: insieme ordinato che permetta di fare delle analisi statistiche
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
Tabelle di contingenza
Sono tabella a doppia entrata in cui vengono incrociate due variabili, di solito
qualitative. All’interno compare la frequenza dei soggetti che rispondono alle
due modalità che si incrociano.
Variabile di
Biondi Mori totale riga (colore
capelli)
note
Si ha una variabile di riga ("Interesse per statistica") e una variabile di colonna ("Sesso"),
ciascuna con le proprie modalità o categorie. Ogni intersezione tra una riga e una
colonna genera una casella, in cui
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
Matrice di dati
Variabili
Età Genere Test 1 Test 2 analizzate
1 28 1 34 100
soggetti Punteggi
2 30 2 55 120
soggetto 2
3 29 2 47 99
4 33 1 40 112
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
Excel
Programma di gestione dei dati ma permette di fare analisi statistiche
di base
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
SPSS
Programma di analisi statistiche
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
note
Sia in it che in eng
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
Jasp
Programma di analisi statistiche più semplice e maneggevole di SPSS, purtroppo al
momento è disponibile solo in inglese.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
Jasp
1 •Codificare i dati
2 •Elaborazioni descrittive
•Elaborazioni
3
statistiche
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
La statistica
Il termine statistica indica sia i valori che risultano dall’applicazione di
alcuni algoritmi di calcolo sia i metodi e le tecniche per calcolarli
Descrittiva Inferenziale
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
2 - Statistica descrittiva
• Descrivere, rappresentare e sintetizzare un insieme o
campione di dati
2 - Statistica descrittiva
2 - Statistica descrittiva
1 •Codificare i dati
•Elaborazioni
2
descrittive
•Elaborazioni
3
statistiche
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
3 - Statistica inferenziale
• Studia le metodologie che permettono di generalizzare ed estendere alla
popolazione le informazioni ottenute da un indagine campionaria.
note
STIMA: si vuole indicare un valore plausibile per il parametro della popolazione,
sotto una delle 2 forme: 1. un valore ben definito (STIMA PUNTUALE) 2. un
intervallo in cui molto verosimilmente il parametro sia incluso (STIMA
INTERVALLARE)
VERIFICA DI IPOTESI: indicare quale tra due specifiche ipotesi sul parametro (nulla
o alternativa) sia da accettare
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 22
Titolo: Fase 4
Attività n°: 1
3 - Statistica inferenziale
Statistica multivariata
Tecniche che tengono in considerazione contemporaneamente
molte variabili (le vedrete il prossimo anno)
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 23
Titolo: Fase 5 e 6
Attività n°: 1
La risposta contribuisce ad
approfondire la
conoscenza del problema?
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 23
Titolo: Fase 5 e 6
Attività n°: 1
Oltre l’interpretazione
Tipologie
Come abbiamo visto nelle lezioni precedenti ci sono vari modi per comunicare i
risultati di una ricerca:
• Articoli
• Tesi
• Libri
• Proposte di ricerca
L’articolo scientifico
In questa lezione ci concentreremo sull’articolo scientifico.
Questa è la modalità più usata e più ambita dai ricercatori.
La quantità e la qualità della produzione scientifica sono considerati un metodo
per valutare la competenza di un ricercatore.
IMPACT FACTOR
H-INDEX
La pubblicazione di un articolo
Nella prossima lezione vedremo come si scrive un articolo.
Ora facciamo un salto in avanti e vediamo qual è l’iter di pubblicazione su una rivista
scientifica.
Per prima cosa si dovrà scegliere la rivista su cui pubblicare basandosi sull’argomento
trattato e le indicazioni che ogni rivista fornisce in merito alla tipologia di articoli che
accetta. Si tenderà a preferire un rivista con Impact Factor piuttosto che una senza,
inoltre si dovrebbe puntare ad riviste con un buon indice.
Una volta che l’articolo è conforme alle richieste dovrà essere inviato alla rivista perché
l’editor (il capo della rivista) lo esamini e decida se può essere o meno idoneo per la
rivista. Se la risposta fosse affermativa allora inizierà il processo di revisione vero e
proprio.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 23
Titolo: Fase 5 e 6
Attività n°: 2
Il processo di revisione - 1
Quando l’editor decide che l’articolo può essere valutato per la
pubblicazione nella rivista lo affiderà ad un co-editor esperto che si
occuperà di selezionare dei reviewers, cioè degli esperti del tema
trattato nell’articolo.
Questi hanno il compito di valutare l’articolo basandosi sui criteri della
rivista e sulle loro conoscenze scientifiche. Ogni critica deve essere
argomentata e spiegata in modo chiaro. I reviewers esprimeranno
anche la loro idea circa l’accettazione o meno dell’articolo.
Il tutto verrà rimandato all’editor e al co-editor che dovranno
ufficializzare la decisione. Se i reviewers hanno espresso pareri contrari
sarà loro compito decidere come comportarsi. Potrebbero selezionare
un nuovo revisore oppure prendere loro stessi la decisione.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 23
Titolo: Fase 5 e 6
Attività n°: 2
Il processo di revisione - 2
Le decisioni che possono essere prese in merito all’articolo sono le seguenti:
Accettazione: l’articolo verrà pubblicato nel primo numero disponibile della rivista
Accettazione con lievi modifiche: gli autori dovranno modificare il manoscritto secondo le
poche indicazioni dei reviewers e rimandarlo. Si procederà finché i reviewers e l’editor non
saranno soddisfatti. In questo caso non ci dovrebbe volere molto tempo.
Accettazione con sostanziali modifiche: gli autori dovranno modificare di molto il manoscritto
secondo le indicazioni dei reviewers e rimandarlo. Si procederà finché i reviewers e l’editor non
saranno soddisfatti. In questo caso non ci potrebbero essere diversi botta e risposta (round di
review) a seconda della complessità delle richieste.
Rifiuto con proposta di rimandare una nuova versione agli stessi reviewers: L’articolo potrà
essere rispedito agli stessi reviewers a patto che venga rivisto radicalmente secondo le
istruzioni date.
Rifiuto con proposta di rimandare una nuova versione ad altri reviewers: l’articolo potrà essere
rispedito ma dovrà riaffrontare tutto l’iter come se fosse un nuovo articolo.
Rifiuto con proposta di mandare l’articolo ad un’altra rivista.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 23
Titolo: Fase 5 e 6
Attività n°: 2
Il processo di revisione - 3
Il processo di revisione non è quasi mai un processo breve ma potrebbe
richiedere molto tempo. Di solito ci vogliono mesi prima che il un round di
review sia portato a termine.
È necessario che sia le critiche dei reviewers che le risposte degli autori
siano pensate e scritte con cura e in maniera chiara per garantire il
massimo impegno nel processo.
L’articolo
Gli articoli sono una delle forme più scelte dai ricercatori per
comunicazione i risultati delle loro ricerche.
Tipologie di articoli
Non esiste una sola tipologia di articolo scientifico. Qui daremo una breve descrizione delle
varie forme:
Introduzione
Metodo
METODO: è la parte in cui viene descritto il disegno
sperimentale della ricerca.
Per chiarezza è bene suddividerlo in sotto paragrafi, come
nell’esempio. Queste sono solo alcune delle parti che
potrebbero essere inserite.
Campione: si descrive la composizione del campione e dei
gruppi che lo compongono. Dovrebbero essere riportate le
statistiche descrittive delle caratteristiche demografiche
(per esempio età e scolarità).
Materiali: vengono descritti gli strumenti usati per la
ricerca: test, esercizi, strumentazioni particolari.
Procedure: viene descritto lo svolgimento dell’esperimento,
cosa facevano i vari gruppi, come, per quanto tempo, etc.
Analisi dei dati: si dice quali analisi statistiche sono state
condotte con i dati ottenuti.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 24
Titolo: Fase 6
Attività n°: 1
Risultati
Discussione
Bibliografia - 1
BIBLIOGRAFIA: comprende tuti i contenuti che sono
stati citati nel testo.
Esistono moltissimi «stili» che possono essere adottati
per la bibliografia, ogni rivista indica quello che deve
essere adottato per i suoi articoli.
Anche lo stile con cui vengono trascritti gli articoli è
soggetto a norme, le più famose sono quelle APA
(http://www.apastyle.org/manual/index.aspx).
Le informazioni che devono essere inserite sono:
cognome degli autori con l’iniziale del nome, l’anno, il
titolo dell’articolo, il titolo, il volume e le pagine della
rivista. Ecco un esempio di citazione tratta dall’articolo:
Bibliografia - 2
Esercitazione - 1
Partendo dal titolo e dall’abstract qui riportato, che fanno riferimento all’articolo presentato a
lezione, trovi lo studente 5 parole chiave che possono essere usate per indicare gli argomenti
principali dell’articolo:
“Dyslexia is a chronic problem that affects the life of subjects and often influences their life
choices. The standard rehabilitation methods all use a classic paper and pencil training format
but these exercises are boring and demanding for children who may have difficulty in
completing the treatments. It is important to develop a new rehabilitation program that would
help children in a funny and engaging way. A Wii-based game was developed to demonstrate
that a short treatment with an action video game, rather than phonological or orthographic
training, may improve the reading abilities in dyslexic children. According to the results, an
approach using cues in the context of a virtual environment may represent a promising tool to
improve attentional skills. On the other hand, our results do not demonstrate an immediate
effect on reading performance, suggesting that a more prolonged protocol may be a future
direction.”
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 24/S3
Titolo: Fase 6
Attività n°: 1
Esercitazione - 2
Abstract 1
Le nuove tecnologie sono considerate come un metodo potenzialmente efficace per fruire
di tecniche per la gestione dello stress. In particolare, lo «Stress Inoculation
Training»(SIT) rappresenta un valido approccio per gestire lo stress in diverse situazioni,
e la ricerca si è concentrata sulla combinazione di questo protocollo clinico alle nuove
tecnologie. Questo articolo si propone di delineare lo stato dell'arte della cyber-terapia
basata sulla metodologia SIT (cyber-SIT). Nel lavoro attuale, analizzeremo e discuteremo
tre aspetti principali degli articoli analizzati: (1) i dispositivi tecnologici utilizzati per la
terapia cyber-SIT; (2) le strategie di campionamento; (3) e le misure legate allo stress
usate per valutare l'efficacia della terapia cyber-SIT. I risultati suggeriscono l’efficacia
della terapia cyber-SIT per la gestione dello stress psicologico in diversi ambiti. Sarebbero
però necessari studi clinici controllati e un numero maggiore di partecipanti. Altre sfide
future includono l'adozione di migliori criteri di inclusione/esclusione, l’uso di misure di
outcome standardizzate, e l’uso di condizioni diverse per confrontare l'effetto e/o
l'integrazione dei diversi dispositivi tecnologici. In conclusione, il cyber-SIT può svolgere
un ruolo importante nel futuro psicologia clinica ma è fondamentale migliorare la
validazione di questo approccio da un punto di vista metodologico.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 24/S3
Titolo: Fase 6
Attività n°: 1
Abstract 2
Diversi studi recenti hanno messo in evidenza che l'alterazione precoce delle funzioni esecutive
(EF) nella malattia di Parkinson (PD) può essere un indicatore fondamentale per individuare i
pazienti a rischio di sviluppare una demenza. L'obiettivo principale di questo studio è stato quello
di confrontare le prestazioni dei pazienti PD con decadimento cognitivo lieve (PD-MCI) con i
pazienti PD con funzioni cognitive normali (PD-NC) e un gruppo di controllo (CG) utilizzando una
batteria standard per le EF e Virtual Multiple Errands Test (VMET), strumento basato sulla realtà
virtuale (VR). Al fine di capire quali EF sono compromesse nei primi stadi di malattia, questo
studio vuole indagare quale strumento discrimina meglio tra i gruppi. Ogni gruppo era composto
da 15 persone. Per valutare il funzionamento neuropsicologico globale e le EF, diversi test
neuropsicologici sono stati somministrati ai partecipanti. Il VMET è stato utilizzato per una
valutazione ecologica delle EF. I risultati hanno rivelato differenze significative tre i punteggi del
VMET dei pazienti PD-NC e dei controlli. In particolare, i pazienti commettevano più errori nei
compiti del VMET e hanno mostrato una minor capacità di utilizzare strategie efficaci. Questi
risultato ci portano a dire che il VMET sembra essere più sensibile nella diagnosi precoce di
deficit esecutivi rispetto alla batteria classica. Infatti i due gruppi non differivano nella
valutazione tradizionale delle EF. Questo studio offre la prova preliminare dell’utilità di una
valutazione ecologica delle EF nel rilevare di deficit esecutivi sottili.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 25
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
La ricerca sperimentale
La ricerca scientifica
Come abbiamo visto nelle prime lezione può essere così definita:
Disegno di ricerca
Ognuna delle diverse strategie può prevedere un disegno di ricerca.
Questo viene inteso come ciò che descrive l’organizzazione spaziale e
temporale di una ricerca al fine di aumentare i controlli e la sua
variabilità. È il modo in cui la ricerca viene strutturata, pianificata e
progettata.
Ci sono vari tipologie di disegno di ricerca:
• SPERIMENTALE: permette un completo controllo di tutte le variabili
• QUASI-SPERIMENTALE: è simile a quello sperimentale ma non è
possibile controllare un controllo totale.
• I METODI DESCRITIVI: possono richiedere una progettazione
temporale, spesso limitata, ma non permettono un controllo delle
variabili. Hanno quindi un disegno di ricerca sommario
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 25
Titolo: Introduzione
Attività n°: 1
Metodi Descrittivi - 1
I metodi descrittivi sono caratterizzati da una metodologia non
sperimentali in quanto non riescono a esercitare un rigido controllo su
molti gli aspetti che potrebbero interagire con i fenomeni investigati e
perché non riescono a garantire una assegnazione casuale dei soggetti
a tutte le condizioni sperimentali.
Metodi Descrittivi - 2
Alcuni di questi metodi non prevedono una variabile indipendente e
quando è presente non può essere manipolata.
I metodi descrittivi:
l’osservazione
L’osservazione ingenua
Come abbiamo detto nelle precedenti lezioni l’osservazione può essere
«ingenua» e «scientifica».
La prima è quella che mettiamo in atto nella vita di tutti i giorni per
capire «come gira il mondo» e per apprendere più informazioni possibili
su chi ci circonda.
Appare chiaro quindi che la scienza non può adottare questa tipologia
di osservazione ma deve renderla in qualche modo più «scientifica».
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 25
Titolo: Introduzione
Attività n°: 2
L’osservazione scientifica
Viene svolta in condizioni definite precisamente sistematicamente e
obiettivamente e si avvale di strumenti di registrazione accurati.
Partendo dal presupposto che il nostro comportamento cambia a
seconda del contesto è chiaro che un ricercatore, per poter capire in
maniera dettagliata un comportamento, dovrebbe osservare tutti i
comportamenti.
Questo ovviamente è impossibile, si rende quindi necessaria una
strategia per rendere i comportamenti osservabili il più rappresentativi
possibile e, di conseguenza, aumentare la validità esterna di
un’osservazione.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 25
Titolo: Introduzione
Attività n°: 2
Sarà quindi necessario organizzare diverse rilevazioni in diversi momenti del giorno. Le
procedure che permettono di regolare in maniera oggettiva questo fenomeno sono:
• Selezione sistematica: si programmano degli intervalli di tempo durante tutta la
giornata. Ad esempio si può stabilire di fare una rilevazione di 15 minuti ogni 4 ore.
• Selezione casuale: si potrebbe fissare la durata dell’osservazione e distribuire questi
intervalli casualmente durante la giornata e in maniera diversa ogni giorno.
• Combinazione di entrambe: si stabilisce la durata della rilevazione e dei periodi dentro
cui questa può essere attivata in maniera casuale. Ad esempio decido di creare 3 slot
di due ore ciascuno all’interno del quale far ricadere casualmente la finestra di
osservazione.
Non può essere applicata se l’evento da osservare è raro oppure molto lungo perché
rischieremo di perderlo in parte o completamente.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 25
Titolo: Introduzione
Attività n°: 2
Campionamento dell’evento
Per superare i limiti del campionamento del tempo possiamo optare per
una procedura di campionamento dell’evento.
Sarà quindi cura del ricercatore osservare tutti i comportamenti che
soddisfano una descrizione predefinita. Solitamente si applica quando
volgiamo analizzare comportamenti che accadono durante eventi
speciali oppure imprevedibili.
Gli eventi che ricadono sotto questa definizione possono essere sia una
recita scolastica che un disastro naturale.
Questa metodica potrebbe portare ad una distorsione del
comportamento e ad una riduzione della generalizzabilità. Questo
potrebbe essere dovuto ad una scelta, da parte dell’osservatore, di
tempi di rilevazione più convenienti.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 25
Titolo: Introduzione
Attività n°: 2
osservazione
diretta Indiretta
Documenti
Non intrusiva Intrusiva Indizi fisici
d’archivio
Esperimento
partecipante Strutturata
sul campo
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 26
Titolo: Osservazione - 1
Attività n°: 1
Metodi descrittivi:
l’osservazione naturalistica
L’osservazione naturalistica
Miller
Secondo Miller (1977), questo metodo non deve essere visto come una
metodologia ingenua, in quanto può integrarsi con l'osservazione svolta in
laboratorio, in una sorta di circolarità metodologica.
Elementi fondamentali
All’interno di questa cornice di riferimento per l’osservazione
naturalistica l’ipotesi diventa anche uno strumento importante per
procedere alla delimitazione del campo di osservazione.
Una volta che questo processo è stato portato a compimento sarà
necessario, per procedere nella maniera più corretta, seguire tre regole
di conduzione:
1. Categorizzazione
2. Rappresentazione
3. Registrazione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 26
Titolo: Osservazione - 1
Attività n°: 1
Categorizzazione
Per l’osservazione è fondamentale classificare il comportamento in categorie.
Queste guideranno l’osservazione, se sono definite o usate male possono
falsare i risultati.
In questo caso potrebbe emergere un «errore categoriale», cioè
l’attribuzione a due categorie diverse di un oggetto reale e del corrispettivo
oggetto mentale. Questo accade perché non si riconosce che questi sono lo
stesso oggetto ma con due gradi di realtà diversi. È importante da
considerare perché ci ricorda di non perdere mai di vista la globalità della
situazione osservata.
Questo problema si ricollega anche alla quasi impossibilità, in psicologia, di
un’attribuzione univoca di un oggetto ad una categoria. C’è quindi la
necessità di applicare una categorizzazione basata sulle conseguenze di un
atto.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 26
Titolo: Osservazione - 1
Attività n°: 1
Rappresentazione - 1
Rappresentazione - 2
• Stati: voglio analizzare la presenza, la sequenza e anche la durata
dei comportamenti che sto osservando. È possibile anche analizzare
la presenza contemporanea di due comportamenti, due flussi
paralleli per capire come si relazionano.
• Eventi temporali: sono simili agli stati ma possono includere anche
comportamenti che non hanno una durata temporale significativa
(colpi di tosse, blink).
• Intervalli: è possibile registrare anche sequenze di intervalli, cioè
comportamenti categorizzati all’interno di uno spazio di tempo
prestabilito. Ad esempio vorrei poter osservar, all’interno di un’ora,
quante volte il comportamento che sto analizzando si presenta.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 26
Titolo: Osservazione - 1
Attività n°: 1
Registrazione - 1
Le note di osservazione
La registrazione digitale
La registrazione digitale
Tempo di osservazione
Indica quanto tempo è stato dedicato ad una ricerca.
Sarà maggiore quando si tratta di ricerca sul campo piuttosto che
ricerca in laboratorio.
Adottare metodi osservativi può implicare che siano necessari anche
anni per completare una ricerca.
All’interno di ogni ricerca piò essere necessario stabilire i tempi di ogni
singola rilevazione o sessione osservativa. È necessario stabilire se
queste sessioni avranno una durata fissa o variabile.
Questi valori dipenderanno dall’oggetto di studio.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 26
Titolo: Osservazione - 1
Attività n°: 1
Aspetti positivi
I vantaggi di questa modalità di svolgimento di una ricerca sono:
Aspetti negativi
Nonostante i numerosi vantaggi questa tecnica presenta anche dei lati
negativi:
Metodi osservativi:
la ricerca intrusiva
Introduzione
Come abbiamo visto l’osservazione intrusiva fa parte dei metodi
osservativi diretti.
È la metodologia di osservazione più usata nelle ricerche psicologiche.
Comprende tre metodi principali:
1. Osservazione partecipante
2. Osservazione strutturata
3. Esperimento sul campo
Osservazione strutturata - 1
In questa tipologia di osservazione il ricercatore cerca di strutturare
l’ambiente per osservare se, come e quando alcuni comportamenti
possano venire elicitati.
È presente una forma minima di controllo di alcune variabili e la
situazione viene strutturata al fine di promuovere la presenza di un
comportamento.
Possono svolgersi sia in un ambiente naturale che in laboratorio.
In situazioni naturali spesso i ricercatori si avvalgono di confederati per
ricreare la situazione voluta. Questi sono individui istruiti dallo
sperimentatore a comportarsi in una certa maniera
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 27
Titolo: Osservazione - 2
Attività n°: 1
Osservazione strutturata - 2
È una delle tecniche più usate in psicologia dello sviluppo per analizzare
lo sviluppo del comportamento dei bambini e le loro interazioni con i pari
o con i genitori.
Piaget è stato uno dei maggiori utilizzatori di questa tecnica per
sviluppare la sua teoria dello sviluppo stadiale.
Metodi descrittivi:
l’osservazione partecipante
L’osservazione partecipante - 1
L’osservazione partecipante - 2
L’osservazione partecipante - 3
L’osservazione partecipante - 4
I presupposti
Si basa su alcuni presupposti fondamentali:
I presupposti
• lo studio di un caso;
L’osservazione - 1
L’osservazione - 2
L’osservazione - 3
L’interpretazione
Ma è l’osservazione stessa che favorisce la formulazione di nuove teorie
interpretative. Questi nuovi concetti verificano l’attendibilità delle
ipotesi teoriche iniziali e stimolano nel ricercatore ulteriori sviluppi.
Una teoria interpretativa si differenzia dalla teoria indirizzata alla
spiegazione, al controllo e alla predizione del comportamento umano.
In quest’ultima si ravvisa “una logica di verifica” (formulazione
dell’ipotesi fondata teoricamente – organizzazione di un piano di ricerca
– rilevamento e analisi e dei dati (solitamente di tipo quantitativo) –
verifica dell’ipotesi iniziale )
(Kaplan, 1964).
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 28
Titolo: Osservazione - 3
Attività n°: 1
Conclusioni
L’osservazione partecipante con la raccolta delle informazioni non si
limita a fornire il materiale necessario alla verifica o alla falsificazione,
ma il più delle volte rileva dati empirici su cui è possibile reinterpretare
e formulare nuovi concetti.
L’osservazione partecipante sottolinea una “logica della scoperta”, un
processo che porta alla costruzione di teorie basate su concrete realtà
umane (Glanzer, Strauss, 1967, Agar, 1986).
Tutto questo richiede strategie fortemente flessibili, ovvero aperte a
ridefinizioni sul campo per l’identificazione dei possibili problemi e lo
sviluppo di procedure appropriate alla raccolta e alla valutazione dei
dati.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 28
Titolo: Osservazione - 3
Attività n°: 2
Metodi descrittivi:
strumenti
La documentazione esaustiva - 1
Quando si vuole descrivere tutto quello che avviene durante
l’osservazione è necessario riportare tutti i comportamenti e gli aventi
che si verificano.
La documentazione esaustiva - 2
La documentazione selettiva - 1
La documentazione selettiva - 2
Le rilevazioni possono essere fatte una volta che la scala di misura è
stata scelta e strutturata.
La documentazione selettiva - 3
È anche possibile avvalersi di strumenti di misurazione elettronici o
strumenti di monitoraggio.
Possiamo usare degli strumenti per monitorare i parametri fisiologici dei
soggetti che vogliamo osservare per poi correlarli a posteriori con
determinati eventi.
Un altro strumento sono i diari giornalieri su internet in cui i soggetti
riportano le loro esperienze giorno per giorno. È chiaro che vanno
attentamente considerati perché sono basati sulle autodichiarazioni e
non sull’osservazione da parte dello sperimentatore.
Questo problema è controbilanciato dalla mole di dati che può essere
raccolta con queste tipologie di registrazione.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 29
Titolo: Osservazione - 4
Attività n°: 1
Metodi osservativi:
limiti
1. L’influenza dell’osservatore
2. Il bias dell’osservatore
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 29
Titolo: Osservazione - 4
Attività n°: 1
L’influenza dell’osservatore
Questo problema è legato all’effetto che lo sperimentatore ha sui
soggetti della ricerca.
Questi possono reagire alla sua presenza in diversi modi che non
sempre possono essere positivi per gli esiti della ricerca stessa.
Infatti potrebbero modificare il loro comportamento evitando così di
mostrare il loro comportamento naturale legato a quella situazione.
I soggetti potrebbero cercare indizi sul vero fine della ricerca per
adeguare il loro comportamento a quello che pensano ci si potrebbe
aspettare da loro.
Questa tendenza minaccia la validità esterna di una ricerca e potrebbe
portare ad errori nell’interpretazione in quanto il peso di alcune variabili
potrebbe essere sovra o sotto-stimato.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 29
Titolo: Osservazione - 4
Attività n°: 1
Il bias dell’osservatore
Conclusioni
Metodi osservativi:
l’osservazione in breve
osservazione
diretta Indiretta
Documenti
Non intrusiva Intrusiva Indizi fisici
d’archivio
Esperimento sul
partecipante Strutturata
campo
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 29
Titolo: Osservazione - 4
Attività n°: 2
Partecipante
Strutturata
Documenti d’archivio
Indizi fisici
Metodi descrittivi:
L’inchiesta
L’inchiesta - 1
Consiste nel porre un certo numero di domande a un campione di persone
estratto da una popolazione che intende rappresentare.
L’inchiesta - 2
Richiede che vengano seguiti dei passaggi che accomunano tutte le
varie tipologie di somministrazione che vedremo nella prossima lezione:
• Campionamento accurato
Inchiesta VS sondaggio
Le tempistiche - 1
Analizzando l’organizzazione temporale le inchieste possono essere
realizzate secondo due modalità:
• la realizzazione nello stesso momento;
• La raccolta programmata nel tempo.
Le tempistiche - 2
Vantaggi
I vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’inchiesta sono:
1) la possibilità di raggiungere un numero di persone molto ampio
rispetto a tematiche/questioni di varia natura;
Svantaggi
I problemi ai quali si può andare incontro attraverso l’impiego
dell’inchiesta sono:
Metodi descrittivi:
metodi di inchiesta
I metodi di inchiesta
Questionari postali - 1
Le domande vengono invia via posta ai soggetti che possono compilare
il modulo a casa loro con i tempi che preferiscono e poi rispedirlo.
Vantaggi
• Rapidità di compilazione
• Assenza di distorsioni legate allo sperimentatore
• Garantisce l’anonimato
Svantaggi
• Non è possibile avere chiarimenti circa le domande
• Non c’è controllo sull’ordine di risposta
• Il tasso di risposta potrebbe essere molo basso e quindi ci si deve
interrogare sulla rappresentatività del campione
• Si potrebbero avere dati mancanti
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 30
Titolo: inchiesta - 1
Attività n°: 2
Questionari postali - 2
Dato che il basso tasso di risosta è uno dei principali problemi del
questionario via posta, ecco alcune strategie che si potrebbero adottare
per aumentarlo:
• Personalizzare lo strumento
• Prevedere domande che richiedano il minimo sforzo per rispondere
• Proporre argomenti interessanti
• Promuovere l’identificazione con chi propone la ricerca
Interviste telefoniche
Stanno prendendo piede perché ci permettono di superare i limiti delle
interviste faccia a faccia mantenendone però i vantaggi.
Vantaggi:
• Sono meno costose
• Sono più rapide
• Sono ideali per inchieste brevi
Svantaggi:
• Non tutti hanno il telefono
• È presente il bias dell’intervistatore
• Non c’è controllo sul grado di impegno dei soggetti
• Non c’è molta disponibilità a essere intervistati telefonicamente
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 31
Titolo: inchiesta - 2
Attività n°: 1
Il questionario - 1
Il questionario - 2
Variabili demografiche
È molto importante avere una chiara idea delle caratteristiche dei
partecipanti alla ricerca.
Variabili demografiche
Un esempio di variabile demografica che spesso può essere difficile da
rilevare in un questionario è la razza.
Inserire tutte le possibili razze in una domanda chiusa è complicato e
anche una domanda aperta potrebbe portare a risposte imprecise.
Spesso infatti le persone confondo razza ed etnia e il significato di
alcuni termini usati per descriverle cambia a seconda del contesto
culturale in cui viene usato.
Un buon approccio sarebbe quello di inserire più domande aperte che
vanno ad analizzare il paese di provenienza, la nazionalità ed altri
fattori correlati a questa variabile
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 31
Titolo: inchiesta - 2
Attività n°: 1
Preferenze o atteggiamenti - 1
Sono uno degli argomenti che più spesso viene analizzato usando
questa metodica.
Preferenze o atteggiamenti - 2
Quando vogliamo valutare le opinioni delle persone in merito agli item
proposti potremmo chiedere loro di classificarli in base alle preferenze o
ad un determinato criterio. Potremmo quindi chiedere ai soggetti quali
sono gli eventi che li hanno resi più felici nella loro vita stilando una
lista ordinata. Unendo le liste di tutti i partecipanti otterremo gli eventi
che più rendono felici le persone
Costruire un questionario
È molto importante che questo processo venga fatto in maniera
ragionata e approfondita perché altrimenti si richina di avare dei dati
che non sono interpretabili.
Fare un pre-test
Una volta che la versione originale è stata perfezionata sarà necessario
procedere ad una prima somministrazione con un piccolo campione.
Rivedere il questionario
• Inserire item invertiti per controllare il bias della risposta (mi piace
uscire spesso, sono quasi sempre a casa)
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 32
Titolo: inchiesta - 3
Attività n°: 1
Metodi descrittivi:
conclusioni sull’inchiesta
I problemi dell’inchiesta
Nonostante questa metodologia sia una tra le più usate in psicologia
presenta dei limiti che devono tenere il ricercatore sempre attento nel
valutare la validità dei dati.
• Correlazione e causalità
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 32
Titolo: inchiesta - 3
Attività n°: 2
2. Dando per scontato che i nostri soggetti siano disposi a dire la verità
ci sono dei fenomeni che potrebbero portarli a non essere
completamente onesti.
Correlazione e causalità - 1
2. Di campionamento
3. Item mancanti
Metodi descrittivi:
la ricerca d’archivio
La ricerca d’archivio
La ricerca d’archivio
È utile perché esistono molti enti che conservano molte informazioni
relative alle persone che usufruiscono dei servizi che questi stessi enti
offrono.
2. Archivi
Archivi
Non comprendono solo dati testuali ma possono includere artefatti di
diverse tipologie (foto, video, …).
L’analisi dei file di log (cioè la traccia di tutto quello che accade on line)
è lo strumento principale del ricercatore in questo ambito.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 33
Titolo: La ricerca d'archivio e la metanalisi
Attività n°: 1
Aspetti positivi
• Alcuni dati sono più accurati di altri,
• Non si presenta l’effetto di reattività, anche se potrebbe essere stato
presente durate la raccolta originaria dei dati. Questo effetto si
presenta quando l presenza del ricercatore influenza le reazioni dei
soggetti analizzati
• È l’unica metodologia che permette di avvallare ipotesi che
riguardano eventi avvenuti in passato e che non sono più valutabili
• Non richiede risolse ingenti e strumentazioni sofisticate per cui può
essere definita una metodologia povera. Richiedere i permessi per
accedere agli articoli è uno dei pochi ostacoli che si possono
incontrare durante la ricerca.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 33
Titolo: La ricerca d'archivio e la metanalisi
Attività n°: 1
Aspetti negativi
• Dato che i dati non sono stati raccolti da un ricercatore imparziale
ma da qualcuno che aveva uno scopo preciso è probabile che siano
parziali
• Gli archivi possono essere selettivi in quanto non contengono tutte
le informazioni che potrebbero essere utili al ricercatore. Per questo
motivo è quasi impossibile fare ipotesi a priori ma è meglio farle
dopo l’analisi del materiale.
• Non tutti i dati rimangono conservati a lungo, alcuni vengono
cancellate prima di altre
• Il contesto temporale in cui le rilevazioni sono state fatte può
influenzare i risultati e renderli non più attuali
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 33
Titolo: La ricerca d'archivio e la metanalisi
Attività n°: 1
Metodi descrittivi:
La metanalisi
Introduzione - 1
Introduzione - 2
Introduzione -3
Le tipologie di metanalisi
La metanalisi
La procedura
I passi per svolgere una corretta metanalisi sono 4:
Metodi descrittivi:
lo studio dei casi singoli
Aspetti positivi
Lo studio di casi singoli si rivela particolarmente vantaggioso quando:
Limiti
Lo studio di casi singoli può andare incontro anche a una serie di
problemi che potrebbero minarne la sua validità a vari livelli:
Metodi descrittivi:
la ricerca correlazionale
La ricerca correlazionale - 1
Questo genere di ricerca serve per determinare la presenza o meno di
una relazione tra due variabili.
La ricerca correlazionale - 2
In questo senso uno dei problemi più importanti è quello della terza
variabile: in alcuni casi la correlazione evidenziata dallo svolgimento
delle analisi potrebbe non dipendere esclusivamente dalla relazione
sistematica, ma anche dalla presenza di un terzo fattore.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 34
Titolo: lo studio dei casi singoli e le ricerche correlazionali
Attività n°: 2
Conclusioni
Metodi descrittivi
Studi longitudinali e trasversali
Risultati controversi
Le ricerche sull’intelligenza in età adulta evidenziano come quest’ultima
tenderebbe a decrescere a partire dall’età dei trent’anni.
Tuttavia studi di tipo longitudinale condotti sempre sull’intelligenza
portano dei dati a supporto del fatto che il rendimento di questa facoltà
aumenterebbe fino a cinquanta/sessanta anni di età.
Lo studio trasversale
Considera diversi campioni contemporaneamente, con differenti livelli di età.
Tutti i gruppi vengono testati per lo stesso numero e tipologia di variabili.
Lo studio longitudinale
Consiste nella scelta di un solo campione di soggetti al quale viene
applicata la misurazione di uno o più fenomeni costantemente nel tempo,
ad intervalli fissi.
Si protrae quindi nel tempo, avendo una durata pari alla fascia temporale
che si è deciso di prendere in considerazione in fase di pianificazione e
progettazione (giorni, mesi, anni).
L’utilizzo ripetuto di uno stesso campione nel corso del tempo consente di
controllare con una certa sicurezza la costanza di molte variabili, ma non
mette al riparo dall’intervento di fenomeni/fattori di storia attuale che
potrebbero interferire con la misurazione dei fenomeni ai quali il
ricercatore è interessato.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 35
Titolo: gli studi longitudinali e trasversali
Attività n°: 1
Il metodo longitudinale – 1
Vantaggi
• consentono di descrivere e analizzare in modo adeguato i processi di
mobilità/inerzia, cioè operare la distinzione fra caratteristiche
transitorie e caratteristiche persistenti di un fenomeno;
Limiti
• Alto rischio di mortalità dei soggetti che si rischia di produrre una
severa distorsione del campione
• l’errore può rivelarsi più elevato a causa del suo cumularsi nel
tempo.
Metodi sperimentali:
introduzione
I concetti fondamentali
Quando facciamo una ricerca sperimentale sono due i fattori principali
sui quali andiamo ad intervenire:
Variabile Variabile
indipendente dipendente
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 36
Titolo: Introduzione, i veri esperimenti
Attività n°: 1
I metodi sperimentali
I metodi che possono essere definiti sperimentali possono essere divisi
in due gruppi:
Veri esperimenti
• Disegni pre-sperimentali
• Disegni con una variabile indipendente
• Disegni fattoriali
Quasi esperimenti
Come abbiamo detto i quasi esperimenti non consentono un
controllo totale delle variabili della ricerca.
Ci sono diversi disegni che hanno queste caratteristiche e, per il
momento, possiamo raggrupparli in queste quattro categorie:
I metodi sperimentali:
opzioni procedurali
Le opzioni procedurali
L’impostazione dei diversi disegni sperimentali viene fatta in base alla
manipolazione di quattro opzioni:
• Trattamento
Trattamento
Ci sono diversi modi in cui il trattamento può essere sottoposto:
Trattamento
• Randomizzazione
• Pareggiamento
I veri esperimenti:
disegni pre-sperimentali - 1
I disegni pre-sperimentali
I disegni pre-sperimentali
GRUPPO 1
trattamento
Post test
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 37
Titolo: i disegni pre-sperimentali
Attività n°: 1
LIMITI:
• La VD non può essere confrontata con dei dati certi, quelli dei dati
normativi della prova non sono di solito sperimentalmente accettabili
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 37/S1
Titolo: i disegni pre-sperimentali
Attività n°: 1
I veri esperimenti:
disegni pre-sperimentali - 2
GRUPPO 1
Pre test
trattamento
Post test
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 37/S1
Titolo: i disegni pre-sperimentali
Attività n°: 1
• Non è possibile dire con certezza che il trattamento sia la causa del
cambiamento tra la prima e la seconda rilevazione
GRUPPO 1 GRUPPO 2
No
trattamento trattamento
• Non avendo fatto una valutazione pre test non possiamo sapere il
punto di partenza dei gruppi
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 37/S1
Titolo: i disegni pre-sperimentali
Attività n°: 1
Conclusioni
I veri esperimenti:
disegni con una variabile
indipendente
Gruppo Gruppo di
sperimentale controllo
Pre-test Pre-test
Trattamento
Post-test Post-test
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 38
Titolo: i disegni con una variabile indipendente - 1
Attività n°: 1
Trattamento Trattamento
1 2
Valutazione Valutazione
Pre-test Pre-test
memoria memoria
Trattamento
Trattamento mnestico
attivante
Valutazione Valutazione
Post-test Post-test
memoria memoria
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 38
Titolo: i disegni con una variabile indipendente - 1
Attività n°: 1
1° T1 Sì T2
2° T3 no T4
3° no Sì T5
T6
4° no no
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 38
Titolo: i disegni con una variabile indipendente - 1
Attività n°: 1
Consente di controllare:
• l’effetto principale del fattore sperimentale,
• l’effetto della prova preliminare
• gli effetti del pre-test
• gli effetti di interazione tra pre-test e trattamento.
1° T1 Sì T2
2° T3 no T4
3° no Sì T5
T6
4° T4 no
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 38
Titolo: i disegni con una variabile indipendente - 1
Attività n°: 1
3° no Sì T5
T6
4° no no
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 39
Titolo: i disegni con una variabile indipendente - 2
Attività n°: 1
I veri esperimenti:
disegni con una variabile
indipendente
Svantaggi
• Effetto dell’ordine
• Effetto sequenza
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 39
Titolo: i disegni con una variabile indipendente - 2
Attività n°: 1
no
gruppo A’ Pre-test
trattamento
Post-test
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 39
Titolo: i disegni con una variabile indipendente - 2
Attività n°: 1
Effetto dell’ordine
Effetto dell’ordine
1 Veri esperimenti:
disegni fattoriali
Introduzione
Caratteristiche fondamentali
Disegni fattoriali - 1
Il disegno fattoriale più semplice è il cosiddetto disegno 2x2.
In questo disegno sono presenti due VI, ognuna con 2 livelli.
Solitamente si usano le matrici a celle per rappresentare i disegni fattoriali,
quella riportata qui sotto è quella di un disegno 2x2.
Disegni fattoriali - 1
Possono esserci infiniti disegni fattoriali ma, superata una certa soglia,
non sarebbero più né fattibili né utili.
Le fasi di progettazione sono le stesse dei disegni con una sola variabile
indipendente, si modifica solo il grado di complessità legato alla verifica
delle ipotesi e al controllo dei fattori di disturbo.
Perché le minacce alla validità interna sono più complesse perché fanno
riferimento ad un numero maggiori di fattori.
Solitamente in un fattore 2X2 ci sono tre ipotesi nulle per ogni VD:
• Assenza dell’effetto principale di A
• Assenza dell’effetto principale di B
• Assenza dell’effetto di interazione tra A e B.
Il sistema di notazione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 40
Titolo: i disegni fattoriali - 1
Attività n°: 1
Il sistema di notazione
La formula standard per indicare la composizione di un disegno
fattoriale è:
3x3
Il sistema di notazione
La formula standard per indicare la composizione di un disegno
fattoriale è:
3x3
Il sistema di notazione
La formula standard per indicare la composizione di un disegno
fattoriale è:
3x3
Il numero con cui viene espresso ogni fattore indica i livelli delle VI, in questo caso
sono 3. i numeri potrebbero anche essere diversi fra di loro, ad indicare che le
varie VI hanno un diverso numero di livelli.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 40
Titolo: i disegni fattoriali - 1
Attività n°: 1
Il sistema di notazione
La formula standard per indicare la composizione di un disegno
fattoriale è:
3x3
Alcuni esempi
2 3
TEMPO
TEMPO TRATTAMENTO
Alcuni esempi
2 2 2
TEMPO
TEMPO PATOLOGIA TRATTAMENTO
Alcuni esempi
2 2 3
TEMPO
TEMPO PATOLOGIA TRATTAMENTO
Conclusioni
• Ogni numero separato da «x» indica un fattore
3 disegni fattoriali:
effetti principali e interazioni - 1
Le interazioni
Possibili esiti - 1
Analizziamo ora i possibili effetti di un disegno fattoriale AxB.
ESITI INTERPRETAZIONI
1 Nessun effetto Nessuna influenza
2 A Effetto principale di A
3 B Effetto principale di B
4 A+B Effetto sommativo
5 AxB Effetto di interazione
6 A + (AxB) Effetto di A più effetto di interazione
7 B + (AxB) Effetto di B più effetto di interazione
8 A + B + (AxB) Effetti principali più effetti di interazione
Possibili esiti - 2
Cerchiamo di leggere i possibili esiti alla luce di questo disegno fattoriale
AxB in cui avremo:
VD livello di ansia
VI A Training Autogeno (TA)
VI B Biofeedback (BF)
Training Biofeedback
autogeno
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 40
Titolo: i disegni fattoriali - 1
Attività n°: 1
4 disegni fattoriali:
effetti principali e interazioni - 2
6 disegni fattoriali:
alcune tipologie
VANTAGGI
• La varianza d’errore dovuta alle differenze individuali viene ridotta
• I gruppi sono equivalenti
• Sono necessari meno soggetti di uno studio tra gruppi
• Ha una maggiore efficienza
SVANTAGGI
• I risultati potrebbero essere influenzati dall’effetto dell’ordine e
dall’effetto della sequenza
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 40
Titolo: i disegni fattoriali - 1
Attività n°: 1
Svantaggi
Le variabili non manipolabili possono aumentare la confusione circa
l’interpretazione dei risultati
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 41
Titolo: GLI EFFETTI -1
Attività n°: 1
disegni fattoriali:
effetti principali e interazioni - 1
Le interazioni
Possibili esiti - 1
Analizziamo ora i possibili effetti di un disegno fattoriale AxB.
ESITI INTERPRETAZIONI
1 Nessun effetto Nessuna influenza
2 A Effetto principale di A
3 B Effetto principale di B
4 A+B Effetto sommativo
5 AxB Effetto di interazione
6 A + (AxB) Effetto di A più effetto di interazione
7 B + (AxB) Effetto di B più effetto di interazione
8 A + B + (AxB) Effetti principali più effetti di interazione
Possibili esiti - 2
Cerchiamo di leggere i possibili esiti alla luce di questo disegno fattoriale
AxB in cui avremo:
VD livello di ansia
VI A Training Autogeno (TA)
VI B Biofeedback (BF)
Training Biofeedback
autogeno
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 41
Titolo: GLI EFFETTI -1
Attività n°: 1
disegni fattoriali:
effetti principali e interazioni - 2
Possibili esiti - 1
Analizziamo ora i possibili effetti di un disegno fattoriale AxB.
ESITI INTERPRETAZIONI
1 Nessun effetto Nessuna influenza
2 A Effetto principale di A
3 B Effetto principale di B
4 A+B Effetto sommativo
5 AxB Effetto di interazione
6 A + (AxB) Effetto di A più effetto di interazione
7 B + (AxB) Effetto di B più effetto di interazione
8 A + B + (AxB) Effetti principali più effetti di interazione
Tabella ripresa dal libro di testo
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 41
Titolo: GLI EFFETTI -2
Attività n°: 2
disegni fattoriali:
capire gli effetti di interazione
Validità esterna - 1
Validità esterna - 2
Le VI in disegno fattoriale possono essere classificate, a posteriori, in due
modi:
disegni fattoriali:
alcune tipologie
VANTAGGI
• La varianza d’errore dovuta alle differenze individuali viene ridotta
• I gruppi sono equivalenti
• Sono necessari meno soggetti di uno studio tra gruppi
• Ha una maggiore efficienza
SVANTAGGI
• I risultati potrebbero essere influenzati dall’effetto dell’ordine e
dall’effetto della sequenza
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 42
Titolo: TIPOLOGIE
Attività n°: 2
Svantaggi
Le variabili non manipolabili possono aumentare la confusione circa
l’interpretazione dei risultati
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 43
Titolo: I QUASI ESPERIMENTI
Attività n°: 1
I metodi sperimentali:
i quasi esperimenti
Disegni fattoriali
Metodi
sperimentali •Disegni con
gruppo di controllo
non equivalente
Disegni simulati
prima e dopo
Quasi esperimenti
Disegni a serie
temporali interrotte
Disegni su soggetti
singoli
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 43
Titolo: I QUASI ESPERIMENTI
Attività n°: 1
Quasi esperimenti - 1
Quasi esperimenti - 2
All’interno di questa tipologia di disegno sperimentale è possibile:
Limiti
I limiti di questo genere di studi sperimentali sono i seguenti:
Sono molto utili quando devi studiare due gruppi che sono entità
naturali, quindi non modificabili.
A T1 Sì T2 T2-T1
B T3 No T4 T4-T2
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 43
Titolo: DISEGNI CON GRUPPO DI CONTROLLO NON EQUIVALENTE
Attività n°: 2
Possibili interpretazioni - 1
Gli outcome possibili sono tre:
Possibili interpretazioni - 2
Validità interna
Può essere mantenuta sotto controllo quando:
Validità esterna
Limiti
I problemi principali sono dovuti a due fattori:
• I gruppi non sono equivalenti
• Non è possibile assegnare casualmente i soggetti ai gruppi
I quasi esperimenti:
disegni simulati prima-dopo
Sperimentale no Sì T2
Controllo T1 Sì no
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 44
Titolo: DISEGNI SIMULATI PRIMA-DOPO
Attività n°: 1
Sottogrup Trattamen
Gruppi Pre-test Post-test
pi to
Sperimentale 1 T1 NO NO
2 No Sì T2
Controllo 3 T3 NO No
4 NO NO T4
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 44
Titolo: DISEGNI SIMULATI PRIMA-DOPO
Attività n°: 1
1. Si farà il pre-test ad una parte sia del gruppo sperimentale che del
gruppo di controllo, ad esempio due campione di studenti di
un’università
2. Si attuerà l’intervento che potrà raggiungere una parte del gruppo
sperimentale, cioè alcuni degli studenti dell’università che non
abbiano fatto il pre-test
3. Si farà un post-test ad un altro gruppo casuale di soggetti che non
saranno gli stessi della prima valutazione per il gruppo di controllo
e una valutazione al gruppo che ha svolto il trattamento
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 44
Titolo: I DISEGNI SIMULATI E A SERIE TEMPORALI INTERROTTE
Attività n°: 2
I quasi esperimenti:
disegni a serie temporali interrotte
Ci permette di usare dati già raccolti per confrontarli con quelli attuali
TRATTAMENTO
PRE-TEST POST-TEST
T1 T2 T3 T4 T6 T7 T8 T9
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 44
Titolo: I DISEGNI SIMULATI E A SERIE TEMPORALI INTERROTTE
Attività n°: 2
2. Gli esiti del confronto tra le misurazioni post-test dei due gruppi
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 44
Titolo: I DISEGNI SIMULATI E A SERIE TEMPORALI INTERROTTE
Attività n°: 2
GRUPPO DI
CONTROLLO TRATTAMENTO
PRE-TEST POST-TEST
T1 T2 T3 T4 NO T6 T7 T8 T9
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 45
Titolo: ESPERIMENTI SU SOGGETTI SINGOLI - 1
Attività n°: 1
I quasi esperimenti:
esperimenti su soggetti singoli - 1
Nella ricerca sulla psicoterapia questi studi sono ancora molto usati
anche se il valore scientifico e metodologico è limitato
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 45
Titolo: ESPERIMENTI SU SOGGETTI SINGOLI - 1
Attività n°: 1
Le caratteristiche
Per prima cosa ricordiamo che questi disegni non devono essere
confusi con gli «studi sui casi singoli» in quanto questi ultimi fanno
parte dei metodi di analisi descrittivi e non sono disegni scientifici.
Vantaggi
Se comparata con i classici disegni sui gruppi, questa metodologia può
mostrare dei vantaggi che non devono essere ignorati.
Vantaggi
Vantaggi
• Evidenziamento dei grossi effetti: in uno studio sui gruppi
avremo maggiori probabilità di capire se una VI ha un effetto, anche
piccolo, sulla VD. Nel caso di uno studio sul caso singolo avremo più
probabilità di riscontrare solo gli effetti più consistenti.
I quasi esperimenti:
esperimenti su soggetti singoli - 2
• A • B •A
• B • A •B
• A • B • A •B
Strumenti - 1
Strumenti - 2
Test
psicologici
Metodi
Scaling
osservativi
Test NPS
Strumenti Analisi del
di analisi contenuto
Misure
Intervista
fisiologiche
Questionario
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 1
Test psicologici
intelligenza
profitto
Cognitivi
attitudine
Test
psicologici
personalità
Non Cognitivi
atteggiamento
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 1
Test psicologici
Includono:
• test di intelligenza,
• test di attitudine,
• test di profitto.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 1
Test psicologici
Includono:
• Test di personalità
• Test di atteggiamento
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 1
Metodi osservativi
OSSERVAZIONE ci permette di registrare e descrivere
comportamenti che non sarebbe possibile ricreare
artificiosamente in laboratorio.
Nella vita quotidiano tutti noi svolgiamo delle osservazioni
ingenue, nella ricerca psicologica è importante che
vengano fatte seguendo un metodo rigoroso.
qualitativa
Con metodo
quantitativa
OSSERVAZIONE
ingenua
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46
Titolo: TEST
Attività n°: 2
I test psicologici - 1
Dai primi anni del ‘900 i test sono diventati lo strumento di elezione per
l’indagine psicologica in moltissimi contesti.
Vengono usati per prendere decisioni cliniche in contesti come ospedali
e scuole.
Nei contesti clinici sono utilizzati come punto di partenza per progettare
interventi riabilitativi e per valutare l’efficacia dei trattamenti proposti.
È importante tenere conto del contesto etico e culturale all’interno del
quale vengono inseriti.
È necessario usate test che siano stati progettati in riferimento alla
cultura nella quale il soggetto ha vissuto.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46
Titolo: TEST
Attività n°: 2
I test psicologici - 2
Standardizzazione
Standardizzazione
Procedure di correzione
Sono necessari dei set di regole specifici per ogni test che guidino
l’esaminatore nell’attribuzione dei punteggi.
Queste regole vengono fornite nel manuale relativo ad ogni test che
spiega dettagliatamente come devono essere interpretate le risposte
dei soggetti e come queste devono essere tradotte in termini numerici.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46
Titolo: TEST
Attività n°: 2
Procedure di correzione - 2
Strumenti - 1
Strumenti - 2
Test
psicologici
Metodi
Scaling
osservativi
Test NPS
Strumenti Analisi del
di analisi contenuto
Misure
Intervista
fisiologiche
Questionario
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46/S2
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 1
Test psicologici
intelligenza
profitto
Cognitivi
attitudine
Test
psicologici
personalità
Non Cognitivi
atteggiamento
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46/S2
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 1
Test psicologici
Includono:
• test di intelligenza,
• test di attitudine,
• test di profitto.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46/S2
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 1
Test psicologici
Includono:
• Test di personalità
• Test di atteggiamento
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46/S2
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 1
Metodi osservativi
OSSERVAZIONE ci permette di registrare e descrivere
comportamenti che non sarebbe possibile ricreare
artificiosamente in laboratorio.
Nella vita quotidiano tutti noi svolgiamo delle osservazioni
ingenue, nella ricerca psicologica è importante che
vengano fatte seguendo un metodo rigoroso.
qualitativa
Con metodo
quantitativa
OSSERVAZIONE
ingenua
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46/S2
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 2
I test psicologici - 1
Dai primi anni del ‘900 i test sono diventati lo strumento di elezione per
l’indagine psicologica in moltissimi contesti.
Vengono usati per prendere decisioni cliniche in contesti come ospedali
e scuole.
Nei contesti clinici sono utilizzati come punto di partenza per progettare
interventi riabilitativi e per valutare l’efficacia dei trattamenti proposti.
È importante tenere conto del contesto etico e culturale all’interno del
quale vengono inseriti.
È necessario usate test che siano stati progettati in riferimento alla
cultura nella quale il soggetto ha vissuto.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46/S2
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 2
I test psicologici - 2
Standardizzazione
Standardizzazione
Procedure di correzione
Sono necessari dei set di regole specifici per ogni test che guidino
l’esaminatore nell’attribuzione dei punteggi.
Queste regole vengono fornite nel manuale relativo ad ogni test che
spiega dettagliatamente come devono essere interpretate le risposte
dei soggetti e come queste devono essere tradotte in termini numerici.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 46/S2
Titolo: Gli strumenti di misura
Attività n°: 2
Procedure di correzione - 2
Test psicologici
intelligenza
profitto
Cognitivi
attitudine
Test
psicologici
personalità
Non Cognitivi
atteggiamento
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 47
Titolo: I test psicologici
Attività n°: 1
Test cognitivi
Includono:
• test di intelligenza,
• test di attitudine,
• test di profitto.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 47
Titolo: I test psicologici
Attività n°: 1
test di intelligenza
test di attitudine
test di profitto
Sono anche detti di performance tipica sono quei test che vanno ad
indagare le preferenze o i comportamenti abituali di un soggetto.
Le risposte a queste prove non possono mai considerarsi come
giuste o sbagliate.
Includono:
• Test di personalità
• Test di atteggiamento
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 47
Titolo: I test psicologici
Attività n°: 1
Test di personalità
Test di personalità - 2
Si distinguono due tipi di test di personalità:
Test di Rorschach
È il più conosciuto e il più usato dei test
proiettivi.
È composto da 10 tavole con macchie
d’inchiostro a cui si deve attribuire un
significato. Finita la presentazione delle tavole,
viene svolta un’inchiesta per approfondire alcuni
concetti emersi durante l’interpretazione. Le
risposte ottenute vengono poi siglate cioè
contrassegnate con simboli che indicano la
categoria alla quale appartengono. Per
l’interpretazione delle risposte emerse si fa
ricorso ad uno tra i sistemi interpretativi
proposti dalle diverse Scuole.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 47
Titolo: I test psicologici
Attività n°: 1
Test di atteggiamento
Esercitazione:
i test psicologici
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 47/S3
Titolo: i test psicologici
Attività n°: 1
Esercitazione:
ESEMPIO
Test
psicologici
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 48
Titolo: i metodi osservativi e l'analisi del contenuto
Attività n°: 1
I metodi osservativi - 1
I metodi osservativi permettono di osservare, registrare, descrivere,
trascrivere e codificare il comportamento umano.
Non c’è una sola tipologia di osservazione ma, come abbiamo visto nelle
precedenti lezioni, abbiamo diverse metodologie.
Le rilevazioni - 1
Le rilevazioni - 2
Finalità
Le modalità
Per prima cosa dobbiamo distinguere l’osservazione ingenua da quella
che svolge attraverso l’applicazione di un metodo rigoroso.
Quest’ultima modalità permette due tipologie di applicazione:
L’osservazione quantitativa
Sono due le modalità che possono caratterizzare questa tipologia di
osservazione:
qualitativa
Con
metodo metrica
quantitativa
OSSERVAZIONE
sistematica
ingenua
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
osservazione
diretta Indiretta
Documenti
Non intrusiva Intrusiva Indizi fisici
d’archivio
Esperimento
partecipante Strutturata
sul campo
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 48
Titolo: L'analisi del contenuto
Attività n°: 2
Il «contenuto»
Nonostante il nome proprio di questa tecnica essa non si applica solo al
contenuto del materiale che analizza ma permette di valutare anche:
Le sovrapposizioni
L’attività di codifica - 1
L’attività di codifica - 2
Il processo prevede delle tappe:
Le unità di analisi
Sono tre le principali unità che vengono considerate in questa
metodologia:
Le unità di analisi - 2
3. L’unità di contesto: è quel livello che serve per comprendere le
unità di codifica. Per classificare al meglio le varie unità di codifica
è necessario fare riferimento al contesto in cui sono inserite; se
l’unità di codifica fosse la parola l’unità di contesto potrebbe essere
la frase in cui tale parola è inserita.
L’intervista
L’intervista
Le caratteristiche principali di questo strumento sono le seguenti:
Similitudini
Una relazione analoga intercorre anche tra l'intervista e altri due
macro-strumenti propri delle scienze umane:
• La raccolta di storie di vita è caratterizzato dal ricorso sia ad
interviste sia a documenti personali come i diari (v. Ferrarotti,
1981);
• L'osservazione partecipante implica di solito l'osservazione dei
comportamenti, verbali e non verbali, in (eventuale) combinazione
con interviste ai soggetti studiati
• Il sondaggio: può essere anche auto-amministrato. Esiste una
tipologia di sondaggio detta «sondaggio tramite intervista» al cui
interno l'intervista costituisce solo un tipo di strumento usato.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 49
Titolo: l'intervista
Attività n°: 1
Le tipologie di intervista - 1
Abbiamo visto nelle slide sull’inchiesta alcune caratteristiche
dell’intervista e come questa può essere divisa in due tipologie a
seconda del mezzo che si usa per metterla in atto:
Le tipologie di intervista - 2
• Strutturata
• semistrutturata
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 49
Titolo: l'intervista
Attività n°: 1
Intervista strutturata
L’intervista semistrutturata
Può essere considerata una via di mezzo tra le due tipologie
precedentemente descritte.
Prevede infatti una minimo grado di predeterminazione delle domande
e dell’ordine di somministrazione ma entrambi possono essere adattati
alle specifiche esigenze del momento.
Un'intervista potrebbe essere considerata parzialmente strutturata
anche quando il ricercatore prevede di organizzare le informazioni
ottenute dal colloquio in una matrice dei dati. In questo caso
l'intervistatore in un secondo momento codificherà le risposte ad una
certa categoria che era stata decisa in precedenza.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 49
Titolo: Il questionario
Attività n°: 2
Il questionario - 1
Le domande aperte
Le domande chiuse
Scegliere questa tipologie di domande porta a fare delle considerazioni:
• Rating o ranking?
• Numero di risposte
• Tipologia di scala
Rating o ranking?
Rating: richiede di esprimere la valutazione su un item scegliendo tra i
livelli di una scala («cosa ne pensa di A su una scala da 1 a 5?»; «cosa
ne pensa di B su una scala da 1 a 5?»)
Tipologia di scala
Il questionario - 2
Lo scaling
Consiste nel collocare su una scala numerica degli item che sono stati
forniti dallo sperimentatore in ordine casuale.
È diversa dalla scala di misura della risposta che prevedere diversi livelli
di risposta per ogni singolo item.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 50
Titolo: lo scaling
Attività n°: 1
Lo scaling
Lo scaling unidimensionale
Le procedure di scaling unidimensionale sono state le prime ad essere
sviluppate.
• Scala di Thurstone
• Scala di Guttman
• Scala Likert
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 50
Titolo: lo scaling
Attività n°: 1
Scala di Thurstone - 1
Le modalità di costruzione di questa scala prevedono i seguenti passaggi:
Scala di Thurstone - 2
Il punteggio sarà rappresentato dalla media dei valori scalari di ogni item con
cui il soggetto è d’accordo. Maggiore sarà il punteggio più il soggetto avrà un
atteggiamento positivo.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 50
Titolo: lo scaling
Attività n°: 1
Scala di Guttman - 1
Viene anche detto scaling cumulativo o scalogramma.
Scala di Guttman - 2
Le modalità di costruzione di questa scala prevedono i seguenti passaggi:
Scala Likert - 1
È la tipologia di scaling più usata in psicologia per due motivi:
• È semplice da creare
• Permette di valutare attendibilità e validità.
Scala Likert - 2
Non esiste una solo procedura per creare questa scala ma qui vi
presento quella più usata:
Scala Likert - 3
Nella scala possono essere inseriti degli item riversi, cioè item formulati
in maniera negativa rispetto al costrutto misurato.
Scala Likert - 4
Lo scaling unidimensionale
Lo scaling unidimensionale
Le neuroscienze
Sono un ambito di ricerca molto ricco che, grazie allo sviluppo
tecnologico degli ultimi decenni, ha a disposizione molti strumenti che
permettono di analizzare la struttura e il funzionamento del sistema
nervoso.
Sono molti i casi celebri che hanno permesso una più profonda
conoscenza del funzionamento cognitivo: Tan, HM, Phineas Gage sono
solo gli esempi più famosi.
Corso di Laurea: #corso#
Insegnamento: #insegnamento#
Lezione n°: #lezione#
Titolo: #titolo#
Attività n°: #attività#
2 - Specializzazione emisferica
Lo studio di questa particolare caratteristica del nostro cervello può
essere fatta con due tipologie di strumenti:
3 - Strumenti elettrofisiologici
L’elettroencefalogramma (EEG) permette di rilevare l’attività elettrica
della corteccia cerebrale usando degli elettrodi che vengono posti sullo
scalpo.
4 - Strumenti di neuroimaging - 1
Tutti questi strumenti si basano su tecnologie molto avanzate e sono di
enorme aiuto quando si tratta di visualizzare il cervello in vivo.
Permettono di visualizzare la struttura e il funzionamento del cervello in
modo non invasivo.
4 - Strumenti di neuroimaging - 2
Gli strumenti principali per studiare il funzionamento del cervello sono:
4 - Strumenti di neuroimaging - 3
Lo scaling
Scala di Thurstone
Scaling
Lo scaling
Scala di Thurstone
scaling
Lo scaling
Scala di Thurstone
scaling
Lo scaling
Scala di Thurstone
scaling
I segnali fisiologici
Le tecniche di registrazione
I segnali Elettrofisiologici - 1
Questi segnali di tipi:
I segnali Elettrofisiologici - 2
Per poter essere analizzati è necessario trasformare in dato numerico
ognuno di questi segnali.
È impensabile usare i dati grezzi all’interno di una ricerca per vari motivi:
• Sono difficilmente comprensibili
• Sono segnali «sporchi», risentono cioè delle influenze di altre fonti
Le neuroscienze
Sono un ambito di ricerca molto ricco che, grazie allo sviluppo
tecnologico degli ultimi decenni, ha a disposizione molti strumenti che
permettono di analizzare la struttura e il funzionamento del sistema
nervoso.
Sono molti i casi celebri che hanno permesso una più profonda
conoscenza del funzionamento cognitivo: Tan, HM, Phineas Gage sono
solo gli esempi più famosi.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 51
Titolo: Le misure fisiologiche e delle neuroscienze
Attività n°: 2
2 - Specializzazione emisferica
Lo studio di questa particolare caratteristica del nostro cervello può
essere fatta con due tipologie di strumenti:
3 - Strumenti elettrofisiologici
L’elettroencefalogramma (EEG) permette di rilevare l’attività elettrica
della corteccia cerebrale usando degli elettrodi che vengono posti sullo
scalpo.
4 - Strumenti di neuroimaging - 1
Tutti questi strumenti si basano su tecnologie molto avanzate e sono di
enorme aiuto quando si tratta di visualizzare il cervello in vivo.
Permettono di visualizzare la struttura e il funzionamento del cervello in
modo non invasivo.
4 - Strumenti di neuroimaging - 2
Gli strumenti principali per studiare il funzionamento del cervello sono:
4 - Strumenti di neuroimaging - 3
Reattivi psicologici
Variabili
Thorndike (1918): “ogni cosa che esiste nella sua interezza, esiste in
una certa quantità; conoscere implica quindi conoscere sia la quantità
che la qualità di quella cosa”.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 52
Titolo: I reattivi psicologici
Attività n°: 1
Variabile
Reattivi psicologici
Test
Test Psicologici
Test Psicologici
Ciò non significa che gli psicologi si riducono a dei meri calcolatori e
osservatori di un punteggio.
Matrici progressive
Matrici progressive
Le Matrici progressive di Raven misurano l’intelligenza non verbale
durante tutto l’arco dello sviluppo intellettivo, dall’infanzia alla maturità,
indipendentemente dal livello culturale.
Le Matrici costituiscono uno degli strumenti più utilizzati per la
misurazione dell’intelligenza “fluida” e richiedono di analizzare,
costruire e integrare fra loro una serie di concetti, in modo diretto,
senza ricorrere a sottoscale o sommatorie di fattori secondari.
I punteggi vengono corretti per età e scolarità secondo le norme di
riferimento.
http://www.giuntios.it/catalogo/test/cpm
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 52/S2
Titolo: I reattivi psicologici
Attività n°: 1
Matrici progressive
Matrici progressive
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 52/S2
Titolo: I reattivi psicologici
Attività n°: 1
Griglia di correzione
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 52/S2
Titolo: I reattivi psicologici
Attività n°: 1
Matrici progressive
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
MMPI
L’ MMPI-2 è un test ad ampio spettro costruito per valutare
le più salienti caratteristiche strutturali della personalità e
disturbi emozionali.
È composto da 567 item a doppia alternativa di risposta
("vero" o "falso) e da diverse scale di scoring:
• Scale di validità (8)
• Scale Cliniche (10)
• Scale Supplementari (16)
• Scale di Contenuto (15)
• Sottoscale (da 3 a 6 per 7 scale di base)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale di validità
Le scale di validità hanno lo scopo di valutare in quale
misura il soggetto analizzato ha compilato il questionario
con sincerità e accuratezza:
L – Menzogna (Lie) Tendenza a fornire di sé un’immagine
idealizzata. Punteggi bassi anche in K può indicare lo sforzo
per esagerare problemi.
F – Frequenza (Infrequency) Tendenza a rispondere in
modo casuale o difficoltà nella lettura o contatto precario
con la realtà.
K – Correzione (Correction)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale di validità
Fb - Frequenza posteriore (Frequency back) Tendenza a
rispondere in modo casuale alla seconda parte del test.
VRIN - Variabile di incoerenza nella risposta (Variable
Response Inconsistency) Tendenza a rispondere in modo
incoerente a specifiche coppie di item considerati simili.
TRIN - Incoerenza nelle risposte "vero" (True Response
Inconsistency) Tendenza a rispondere in modo incoerente a
specifiche coppie di item considerati opposti.
? - Non so (Cannot say)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S1
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale Cliniche - 1
Le scale di base hanno lo scopo di valutare le dimensioni
più significative della personalità del soggetto analizzato
1 Hs – Ipocondria (Hypocondriasis)
2 D – Depressione (Depression)
3 Hy – Isteria (Conversion Hysteria)
4 Pd – Deviazione Psicopatica (Psychopathic Deviate)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S1
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale cliniche- 2
5 Mf – Mascolinità-Femminilità (Masculinity-Femminility)
6 Pa – Paranoia (Paranoia)
7 Pt – Psicastenia (Psychastenia)
8 Sc – Schizofrenia (Schizophrenia)
9 Ma – Ipomania (Hypomania)
0 Si – Introversione Sociale (Social Introversion)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S1
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale cliniche
1 Hs Ipocondria – riguarda persistenti preoccupazioni
legate al corpo e il concomitante timore di contrarre
malattie
Scale cliniche
3 Hy Isteria – richiama la così detta “isteria di conversione”
e analizza la tendenza a riferire disturbi fisici, in assenza di
patologie e in risposta a situazioni di stress, e la
somatizzazione delle difficoltà emotive
Scale cliniche
5 M/F Mascolinità/Femminilità – fornisce un elenco di
interessi e atteggiamenti che di solito differenziano uomini
e donne
6 Pa Paranoia – descrive un modo di fare sospettoso cinico
ipersensibile ipercritico verso gli altri con sentimenti
persecutori o di grandezza
7 Pt Psicastenia – si riferisce all’odierna definizione di
disturbo ossessivo-compulsivo; il contenuto degli items
descrive condizioni di ansia, preoccupazione, dubbi sulle
proprie abilità personali, disadattamento, infelicità,
problemi fisici, difficoltà nella concentrazione
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S1
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale cliniche
8 Sc Schizofrenia – è stata costruita su un gruppo di
pazienti psichiatrici. Riguarda un’ampia varietà di disturbi di
pensiero, dell’umore e del comportamento (esperienze
sensoriali bizzarre, allucinazioni, alienazione sociale,
difficoltà relazionali, deliri)
9 Ma Ipomania – Valuta il comportamento maniacale e
ipomaniacale
0 Si Introversione Sociale – Misure la tendenza a ritirarsi
dai contatti e dalle responsabilità sociali
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S1
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S1
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
MMPI
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S1
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
MMPI
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale supplementari
Approfondiscono la trattazione dei problemi clinici e dei vari
disturbi.
Scale supplementari
O-H (Ostilità ipercontrollata) la capacità di tollerare la
frustrazione
Do (Leadership) la tendenza ad assumere il controllo nelle
relazioni interpersonali
Re (Responsabilità sociale) il livello di responsabilità sociale
percepito
Mt (Disadattamento universitario) discrimina tra studenti
emotivamente adattati e non
Gm e Gf (Scale di ruoli sessuali) forniscono indicazioni sulla
percezione del ruolo sessuale
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale supplementari
Pk e Ps (Scale di disturbo da stress post-traumatico)
diagnosticano questo tipo di disturbi
MDS (Scala di disagio coniugale) identifica contrasti nelle
relazioni di coppia
APS (Scala di tossicodipendenza potenziale) la potenzialità
a sviluppare problemi e dipendenza da sostanze
AAS (Scala di ammissione di tossicodipendenza) concerne
tale abuso
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale supplementari
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale di contenuto
Permettono di descrivere diverse variabili di personalità
Anx (Ansia) sintomi generali di ansia, problemi somatici,
difficoltà di sonno e concentrazione
Frs (Paure) fobie
Obs (Ossessività) ossessività
Dep (Depressione) pensieri significativamente depressivi
Hea (Preoccupazioni per la salute) sintomi fisici su tutto il
corpo
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale di contenuto
Biz (Pensiero bizzarro) processi di pensiero di tipo psicotico
Ang (Rabbia) problemi di controllo della rabbia
Cyn (Cinismo) convinzioni misantropiche
Asp (Comportamenti antisociali) problemi di
comportamento antisociale nel passato
Tpa (Tipo A) soggetti del tipo A
Lse (Bassa autostima) bassa opinione di sé
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale di contenuto
Sod (Disagio sociale) disagio a stare in gruppo
Fam (Problemi familiari) presenza di conflitti familiari
Wrk (Difficoltà di lavoro) contrasti sul lavoro
Trt (Indicatori negativi di trattamento) atteggiamenti
negativi verso i trattamenti di salute mentale
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale di contenuto
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale di contenuto
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S2
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale di contenuto
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S3
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
MMPI-A
È un questionario utilizzato per l'assessment della
personalità negli adolescenti. Mantiene la struttura del MMPI-2
con item riferiti allo sviluppo e alla psicopatologia degli
adolescenti.
È composto da scale simili a quelle degli adulti:
Scale di validità
Scale cliniche
Scale supplementari
Scale di contenuto
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S3
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
L – Menzogna (Lie)
F – Frequenza (Infrequency)
K – Atteggiamento difensivo (integra L e non fa correzioni)
1 Hs – Ipocondria (Hypocondriasis)
2 D – Depressione (Depression)
3 Hy – Isteria (Conversion Hysteria)
4 Pd – Deviazione Psicopatica (Psychopathic Deviate)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 53/S3
Titolo: MMPI
Attività n°: 1
Scale Wechsler
Le scale Wechsler
Le scale Wechsler
Scale
Sono presenti scale per valutare tutti le diverse fasce d’età:
WISC – III
2 – Informazioni
4 – Somiglianze
6 – Ragionamento aritmetico
8 – Vocabolario
10 Comprensione
12 – Memoria di cifre (S)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
1 – Completamento di figure
3 – Cifrario
5 – Riordinamento di storie figurate
7 – Disegno con i cubi
9 – Ricostruzione di oggetti
11 – Ricerca di simboli (O)
13 – Labirinti (S)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S1
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
Scale Wechsler - 2
WISC IV
Range età: 6 anni e 0 mesi a 16 anni e 11 mesi
WISC IV
Variabili demografiche di stratificazione campione originale:
• età
• genere
• regione geografica
• razza/etnia (bianca – afro-americana – ispanica – asiatica – altro)
WISC IV
Il passaggio dalla concezione dell'intelligenza come fattore g a quella di
un insieme di abilità molteplici ha modificato l'importanza attribuita al
QIT, aumentando il numero dei punteggi composti da calcolare e
accrescendone la specificità.
Il clinico può impiegare i risultati di cluster dei subtest della WISC-IV per
una valutazione CHC che permette di misurare le seguenti abilità ampie:
Elaborazione visiva (Gv), Intelligenza cristallizzata (Gc), Ragionamento
fluido (Gf), Memoria a breve termine (Gsm) e Velocità di elaborazione
(Gs) ed altre.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S1
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
WISC IV
Coerenza interna delle scale:
QI Totale .97
Indice di comprensione Verbale ICV .94
Indice di Ragionamento visuo-percettivo IRP .92
Indice di Memoria di lavoro IML .92
Indcie di Velocità di elaborazione IVE .88
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S1
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
WISC IV – subtest
WISC IV – subtest
Memoria di cifre (MC) .87
Nella memoria di cifre diretta, al soggetto è richiesto di ripetere I numeri
nello stesso ordine in cui vengono letti ad alta voce dall'esaminatore.
Nella memoria di cifre inversa, al soggetto è richiesto di ripetere I numeri
nell'ordine inverso rispetto a quello in cui vengono letti ad alta voce
dall'esaminatore.
WISC IV - subtest
Cifrario (CR) .85
Entro un limite di tempo specificato, il soggetto, utilizzando una chiave,
deve copiare simboli che sono associati a forme geometriche o a numeri.
WISC IV - subtest
Ragionamento con le matrici (RM) .89
Il soggetto deve completare una matrice di figure con il tassello
mancante selezionandolo tra cinque alternative di risposta.
Scale Wechsler - 3
WISC IV - subtest
Ricerca di simboli (RS) .79
Entro un limite di tempo specificato, il soggetto deve esaminare un
gruppo di ricerca ed indicare se vi sono presenti o meno uno o più
bersagli.
WISC IV - subtest
WISC IV - subtest
WISC IV
Punteggi, Indici e Cluster ottenibili
WISC IV
Punteggi, Indici e Cluster ottenibili
WISC IV
Punteggi, Indici e Cluster ottenibili
WISC IV
Punteggi, Indici e Cluster ottenibili
Fattori
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S3
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
Scale Wechsler - 4
WAIS - III
La scala può essere somministrata a soggetti con un’età minima di 17
anni.
Prevede tre punteggi:
Q.I. Verbale: offre un’indicazione complessiva delle competenze legate
alle capacità di comprendere, elaborare e organizzare informazioni
presentate in forma verbale
WAIS - III
Per la somministrazione è richiesta la qualifica C che
include:
Psicologi iscritti alla sezione A dell’albo professionale
Docenti universitari e ricercatori dei settori M-PSI/01 - 08
Medici con specializzazioni in: Neuropsichiatria infantile,
Psichiatria, Psicologia Clinica, Psicoterapia
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S3
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
1- Cultura generale
29 domande comprendenti un’ampia gamma di cognizioni che gli adulti
hanno avuto presumibilmente l’opportunità di acquisire nella nostra
cultura
2 – Comprensione generale
14 prove, in ognuna delle quali il soggetto espone ciò che dovrebbe
essere fatto in determinate circostanze, per quali motivi vengono
seguite certe prassi, il significato di certi proverbi, etc.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S3
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
4 - Analogie
13 prove, le quali richiedono al soggetto di dire per quale motivo due
cose sono simili
5 – Ripetizioni di cifre
Vengono elencati verbalmente da tre a nove numeri di una sola cifra,
che devono essere ripetuti verbalmente
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S3
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
6 – Vocabolario
Vengono presentate, sia oralmente che per iscritto, quaranta parole di
crescente difficoltà. Si chiede al soggetto di spiegare il significato di
ogni parola
7 - Cifrario
La chiave comprende nove simboli ciascuno associato ad una cifra. Il
punteggio del soggetto è uguale alla quantità dei simboli scritti
esattamente nel termine di un minuto e mezzo
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S3
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
8 – Completamento di figure
Costituito da 21 cartoncini ognuno dei quali riproduce una figura di cui
manca una parte. Il soggetto deve dire quale parte manca
10 – Riordinamento figure
Ogni prova consiste di una serie di cartoncini contenenti disegni che
devono essere riordinati in una sequenza tale da formare una storia
11 – Ricostruzione di figure
In ciascuna delle quattro parti in cui si articola questa prova, il soggetto
deve ricomporre la rappresentazione piana di un oggetto familiare
partendo dai ritagli
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 54/S3
Titolo: Scale Wechsler
Attività n°: 1
WAIS
Principi di attribuzione dei punteggi
WAIS
2. Se ad una domanda vengono date due risposte indipendenti,
l’esaminatore deve chiedere quale delle due risposte deve
considerare (es.: “Quale delle due?”)
• Comprensione verbale;
• Ragionamento visuo-percettivo;
• Memoria di lavoro;
• Velocità di elaborazione
16 PF di Cattell
• prima edizione 16PF nel 1949
16 PF di Cattell
• 185 item, 16 fattori primari di personalità
• scale che misurano l’atteggiamento del soggetto nella
compilazione del test (IM, ACQ, INF). Ciascuna scala è
formata da 10-15 item
• Possibilità di somministrazione individuale o di gruppo,
forma carta e matita e forma computerizzata
• Tempo di esecuzione: dai 30 ai 50 minuti
• Grado di abilità di lettura richiesto pari al
completamento della scuola elementare
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 55
Titolo: 16 PF
Attività n°: 1
16 PF di Cattell
• tentativo di Cattell di identificare le componenti primarie
della personalità, attraverso l’analisi fattoriale degli
aggettivi che descrivono il comportamento umano
• identificati 16 fattori primari, da cui poi derivano 5
fattori globali
• misura gli stessi fattori individuati da Cattell più di 50
anni fa: infatti sono chiamati con le lettere maiuscole da
lui assegnate oltre ad un’etichetta descrittiva – ad
esempio: fattore A, Espansività.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 55
Titolo: 16 PF
Attività n°: 1
A+ estroverso A- introverso
16 PF e punti sten
16 PF e punti sten
16 PF e punti sten
16 PF e punti sten
Interpretazione raccomandata
Permette di valutare:
Interpretazione raccomandata
Fattori globali
Fattori globali
Fattori globali
Fattori primari
• prima di esaminare i punteggi specifici dei fattori
primari è bene conoscere gli aspetti psicometrici del
test (significato dei punteggi sten, ESM, …)
• è opportuno osservare la tendenza generale del profilo.
• valutazione dei punteggi estremi, che indicano i tratti
maggiormente caratteristici del soggetto: nella maggior
parte dei profili si osservano da tre a sette scale
primarie con punteggi estremi.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 55/S3
Titolo: 16 PF
Attività n°: 1
Fattori primari
Fattori primari
Fattori primari
Norme
Standard
Esistono vari standard per un corretto uso dei test, ma i più conosciuti
e diffuse sono quelli APA (American Psychological Association). Ecco
alcune norme tratte dallo “Standards for Educational and Psychological
Testing”:
Norme
Durante la somministrazione
Imbrogli: distanziare a sufficienza le persone, controllare
Dopo la somministrazione
Etica
Competenza: Conoscenza teorico-metodologica dello strumento,
Scelta dello strumento, Integrazione di dati di diversi strumenti,
Coscienza dei propri limiti professionali, indipendentemente dal titolo di
studio e della possibilità di accesso agli strumenti.
Etica
Etica
Relazione: Gestione del setting, Rispetto della privacy, Archiviazione
dei dati, Accettazione volontaria, Attenzione alla motivazione, Consenso
consapevole,
Esercitazione
• Norme etiche
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 57
Titolo: Le variabili
Attività n°: 1
Variabili
Variabili
Variabili
Costrutto - Significato
Significato - Variabile
Variabile - Valori
Per sintetizzare
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 57
Titolo: Le variabili
Attività n°: 1
Variabili
Misurazione
Scale di misura
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 57/S3
Titolo: Le variabili
Attività n°: 1
Variabili
esercitazione
• OPERAZIONALIZZAZIONE
• MISURAZIONE
• DEFINIZIONE
o Costrutto
o Variabile
o Valori
o Significato
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 57/S3
Titolo: Le variabili
Attività n°: 1
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 58
Titolo: Le scale di misura e la teoria classica
Attività n°: 1
Scale di misurazione
Scale di misura
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 58
Titolo: Le scale di misura e la teoria classica
Attività n°: 1
Scala nominale
Permette di classificare eventi e oggetti in
categorie a cui viene assegnato un valore
numerico.
Scala ordinale
Dispone gli oggetti o gli eventi in base alla loro
grandezza.
ORDINALE
QUANTITATIVA
NOMINALE
A INTERVALLI
EQUIVALENTI
QUALITATIVA
A RAPPORTI
EQUIVALENTI
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 58
Titolo: Le scale di misura e la teoria classica
Attività n°: 2
Fonti di Errore - 1
•Somministratore
Colui che somministra il test potrebbe influenzare lo stesso,
pur non consapevole di tale errore
•Soggetti
Sono gli individui che compilano il test o che eseguono il task
richiesto
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 58
Titolo: Le scale di misura e la teoria classica
Attività n°: 2
Fonti di Errore - 2
X=V+E
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 58
Titolo: Le scale di misura e la teoria classica
Attività n°: 2
Standardizzazione
Esercitazione:
le scale di misurazione
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 58/S3
Titolo: Le scale di misura e la teoria classica
Attività n°: 1
Le scale di misurazione - 1
Nella prossima slide saranno elencate alcune
variabili, indica a che livello della scala di
misurazione presentata a lezione corrispondono
(nominale, ordinale, a intervalli equivalenti, a
rapporti equivalenti)
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 58/S3
Titolo: Le scale di misura e la teoria classica
Attività n°: 1
Le scale di misurazione
Fai almeno due esempi nuovi per ogni livello della
scala di misurazione:
nominale:
ordinale:
a intervalli equivalenti:
a rapporti equivalenti:
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 59
Titolo: I modelli psicometrici
Attività n°: 1
Variabili latenti
Il costrutto psicologico è la variabile psicologica di cui il test
si propone come misura: ad esempio, tratti di personalità,
empatia, abilità cognitive, ansia, intelligenza, ecc.
Il costrutto è anche detto variabile latente, perché non è
direttamente osservabile;
Occorre quindi definire istanze di comportamento
osservabile che siano indicatori di quella variabile
(operazionalizzazione).
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 59
Titolo: I modelli psicometrici
Attività n°: 1
Scoring
Ciascun test ha le sue procedure di scoring, riportate nel
manuale tecnico, ovvero dei criteri, spesso numerici, di
classificazione delle risposte e di attribuzione dei punteggi.
Risposte del
Variabile
soggetto agli
latente
item del test
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 59
Titolo: I modelli psicometrici
Attività n°: 1
Modelli psicometrici
I più diffusi modelli di misurazione fanno riferimento a due
diversi modelli matematico-statistici che specificano le
relazioni (attraverso equazioni matematiche) tra variabili
osservate (quanto viene rilevato tramite le risposte date
agli item) e variabili latenti (le dimensioni che il test si
propone di misurare):
- Teoria Classica dei Test (CTT), che abbiamo visto nella
lezione precedente
- Item Response Theory (IRT).
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 59
Titolo: I modelli psicometrici
Attività n°: 1
TRATTO LATENTE
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 60
Titolo: Attendibilità e validità di un test - 1
Attività n°: 1
Attendibilità: definizione
Attendibilità: definizione
Un test è tanto più attendibile, affidabile, credibile (reliability,
consistency) quanto più la varianza dei punteggi veri coincide con la
varianza dei punteggi osservati (Boncori, 2006).
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 60
Titolo: Attendibilità e validità di un test - 1
Attività n°: 1
Attendibilità: applicazioni
Le varia applicazioni dipendo dai casi a cui devono essere applicate e
se viene svolta una sola o due somministrazioni dello strumento.
Consistenza
interna
Una
somministrazione
Split-half
Attendibilità
Test-retest
Due
Forme parallele
somministrazioni
Più osservatori
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 60
Titolo: Attendibilità e validità di un test - 1
Attività n°: 1
Affidabilità Test-retest
Affidabilità come stabilità dei punteggi nel tempo:
E’ una procedura con la quale si applica agli stessi soggetti lo stesso
strumento. Questioni specifiche: scelta dell’intervallo di tempo (2-6
mesi)
Validità: definizione
Validità: definizione
Questo è un processo continuo, che inizia quando lo strumento viene
pensato e prosegue nel suo utilizzo quotidiano.
Esistono diverse tipologie di validità che, insieme, aiutano a crearsi un
quadro più preciso delle sue caratteristiche psicometriche:
1. Validità di contenuto
2. Validità di criterio
3. Validità di costrutto
4. Validità nomologica
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 61
Titolo: Attendibilità e validità di un test - 2
Attività n°: 1
Validità di contenuto - 1
Consiste nel suo essere rappresentativo della caratteristica che il test
intende valutare.
Validità di contenuto - 2
Questa validità è considerata valutativa perché dipende dal giudizio del
ricercatore e di altri giudici. Sarà quindi necessario procedere così:
• Il ricercatore stima la rappresentatività di ogni item
• I giudici valutano il contenuto degli item in relazione all’universo
• Questa valutazione viene analizzata statisticamente per valutare
l’accordo.
Validità di criterio - 1
Il significato del test viene compreso a partire dal confronto del testo
con criteri esterni già noti che hanno un legame teorico con esso.
È di due tipi:
• Validità concorrente: il punteggio al test concorda con altre misure
valide dello stesso costrutto
• Validità predittiva: il punteggio nel test è capace di predire
accuratamente la prestazione nel dominio teorico cui il test
appartiene
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 61
Titolo: Attendibilità e validità di un test - 2
Attività n°: 1
Validità di criterio - 2
Per valutare questa validità è necessario:
Validità di costrutto - 1
Validità di costrutto, o in rapporto ad una funzione, verifica la tenuta di
un modello, di un’ipotesi di comportamento dello strumento in
relazione a specifiche strutture scientifiche, teoriche, a categorie
astratte, …
Può essere definito come il grado in cui uno strumento misura ciò che
dice di misurare
Validità di costrutto - 2
Può essere divisa in:
Matrice multi-tratto-multi-metodo
È una matrice di correlazioni in cui sono riportati i coefficienti ottenuti
facendo correlare tra loro tutti i risultati delle valutazioni di un insieme
di costrutti misurati con diversi metodi:
→ una misura dello stesso costrutto ottenuta con metodo diverso;
→ una misura di un costrutto diverso da quello del test con lo
stesso metodo;
→ una misura di un costrutto diverso da quello del test con un
metodo diverso.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 61
Titolo: Attendibilità e validità di un test - 2
Attività n°: 1
Matrice multi-tratto-multi-metodo
Serve a verificare:
• le correlazioni tra i punteggi ottenuti in ogni singolo costrutto con i
tre metodi (diagonali mono tratto multi metodo);
• le correlazioni tra i punteggi ottenuti tra costrutti diversi con lo
stesso metodo (etero tratto, mono metodo).
• le correlazioni tra costrutti diversi con metodi diversi (etero tratto
etero metodo).
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 61
Titolo: Attendibilità e validità di un test - 2
Attività n°: 1
Validità nomologica
Può essere definita come il grado in cui il costrutto che vogliamo
misurare si inserisce in una serie di relazioni tra costrutti e criteri definiti.
Definizioni di validità
Non esiste una definizione univoca di validità ma vediamo che le varie
versioni sono molto simili tra loro:
Le tipologie di validità - 1
Quando si parla di validità possiamo porci queste 5 domande:
Le tipologie di validità - 2
Ad ognuna di queste domande corrisponde un tipo specifico di validità:
Le tipologie di validità - 3
La validità di una ricerca deve essere valutata alla luce degli scopi che il
ricercatore di era proposto di raggiungere svolgendo quel tipo di lavoro.
Sulla base di questo presupposto è possibile individuare tre finalità
generali che ogni esperimento può perseguire:
1. Dimostrare empiricamente
3. Spiegare
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 62
Titolo: La valdità della ricerca
Attività n°: 1
1. Dimostrare empiricamente
L’obiettivo è quello di stabilire l’esistenza di un fenomeno psicologico
e/o di relazioni tra fenomeni psicologici attraverso un riscontro
empirico, ovvero evidenziando come questi sia presente all’interno della
realtà considerata.
3. Spiegare
Validità interna
Validità interna
La relazione causale
La causalità della relazione che si è appena descritta è data da:
1) Storia attuale
2) Maturazione
3) Effetto delle prove
4) Strumentazione
5) Regressione statistica
6) Selezione e mortalità
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 63
Titolo: La valdità interna - 1
Attività n°: 1
Descriveremo ora nel dettaglio ogni possibile minaccia alla validità interna e
le conseguenti strategie per ridurle.
La metodologia della ricerca ha predisposto una serie di accorgimenti molto
specifici per prevenire i rischi di interferenza con il concetto di validità dei dati
e quindi dei risultati degli esperimenti.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 63
Titolo: La valdità interna - 1
Attività n°: 1
Storia attuale - 1
Storia attuale - 2
Processi di maturazione - 1
Processi di maturazione - 1
Validità interna - 2
Strumentazione - 1
Strumentazione - 2
Strumentazione - controllo
Regressione statistica - 1
Regressione statistica - 2
Selezione - 1
Selezione - 2
Mortalità
La minaccia della mortalità riguarda il fatto che tra la fase del pre-test e
quella del post-test succede molto frequentemente (e in maniera
direttamente proporzionale alla quantità di tempo che intercorre tra
questi due momenti del disegno sperimentale) alcune persone dei
campioni considerati si ritirino.
Questo fenomeno determina (o può determinare) un’alternazione della
composizione dei gruppi e quindi potrebbe vanificare le modalità con le
quali è stata svolta la selezione (si pensi a quello che è stato appena
detto a proposito della minaccia della selezione).
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 64
Titolo: La valdità interna - 2
Attività n°: 1
Mortalità
Mortalità – controllo - 1
Mortalità – controllo - 2
La minaccia dell’interazione tra i vari rischi è data appunto dal fatto che
tutte o parte delle minacce fino a questo momento illustrate possano
agire non solo in maniera indipendente, ma anche in maniera
congiunta.
In questo senso potrebbe verificarsi un effetto di interazione; le
minacce interagendo andrebbero a creare degli effetti nuovi.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 65
Titolo: La valdità esterna
Attività n°: 1
Validità esterna
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 65
Titolo: La valdità esterna
Attività n°: 1
Validità esterna
Validità esterna
Il concetto di validità esterna può essere meglio compreso se viene
suddiviso in ulteriori tipologie:
• Validità di popolazione
• Validità temporale
• Validità ecologica
Tuttavia è bene ricordare come non tutti gli studiosi siano d’accordo con questo
tipo di suddivisione e preferiscano considerarle come tipologie di validità
indipendenti.
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 65
Titolo: La valdità esterna
Attività n°: 1
Validità di popolazione
Validità temporale
Validità ecologica
VALIDITÀ DI COSTRUTTO
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 66
Titolo: La validità di costrutto
Attività n°: 1
Il costrutto
L’operazionalizzazione
È la procedura che permette di definire un concetto nei termini delle
procedure osservabili usate per misurarlo o produrlo.
DEFINIZIONE
PROBLEMA OPERAZIONALIZZAZIONE
OPERATIVA
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 66
Titolo: La validità di costrutto
Attività n°: 1
Validità di costrutto
Molto spesso in psicologia si lavora con costrutti (come l’intelligenza, le
emozioni, la memoria, ecc.) che, per il loro carattere prettamente
teorico, non sono direttamente misurabili (Corbetta, 2002).
È importante valutare:
• Rapporto tra Costrutto e Indicatore
• Processo di Operazionalizzazione
NB:
I costrutti vengono manipolati quando corrispondono a VI
I costrutti vengono misurati quando corrispondono a VD
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 66
Titolo: La validità di costrutto
Attività n°: 1
L’effetto Hawthorne - 1
L’effetto Hawthorne si riferisce ai risultati di una ricerca condotta dalla
Harvard Business School di Chicago negli stabilimenti di un’azienda ad
Hawthorne nell’Illinois.
L’effetto Hawthorne - 2
Per scoprirle quale fosse questa variabile vennero fatte delle interviste
a esperimento concluso
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 66
Titolo: La validità di costrutto
Attività n°: 1
L’effetto Hawthorne - 3
L’effetto Hawthorne - 4
L’effetto Hawthorne - 5
• fare in modo che il soggetto non sappia che sta partecipando alla
ricerca
La validità statistica
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 67
Titolo: La validità statistica
Attività n°: 1
La validità statistica - 1
La validità statistica - 2
Le ipotesi statistiche
Le ipotesi statistiche sono dalle affermazioni relative alle distribuzioni di
probabilità delle variabili.
Per capire quale ipotesi sia vera è necessario testare queste ipotesi
seguendo il seguente procedimento:
H1 può essere:
o bidirezionale (scopi descrittivi)
o monodirezionale (direzione di relazione più chiara).
A seconda che il ricercatore abbia un’idea o meno rispetto a come
dovrebbero comportarsi le variabili
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 67
Titolo: La validità statistica
Attività n°: 1
2. Le supposizioni ausiliarie
La terza fase comprende la raccolta dei dati sia nella fase pre che post
- test
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 67
Titolo: La validità statistica
Attività n°: 1
Il livello di significatività
Gli errori
Errore di I tipo
si presenta quando rifiutiamo H0 quando in realtà è vera
Errore di II tipo
si presenta quando accettiamo H0 quando è falsa
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 67
Titolo: La validità statistica
Attività n°: 1
Suggerimenti
Sono tre le strategie che si potrebbero adottare per migliorare la
validità statistica:
Il controllo sperimentale
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 68
Titolo: Il controllo sperimentale
Attività n°: 1
Il controllo sperimentale
Il concetto di controllo
Rispetto al concetto di controllo vi sono due aspetti tra loro
complementari:
L’esperimento di controllo - 1
L’esperimento di controllo - 2
Il controllo sperimentale
• Ripetizione esatta
• Ripetizione sistematica
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 69
Titolo: Strategie di controllo generali
Attività n°: 1
Il controllo sperimentale
sugli effetti dei soggetti e
dello sperimentatore
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 70
Titolo: Strategie di controllo sugli effetti del soggetto e dello sperimentatore
Attività n°: 1
• Conoscenze psicologiche
• Effetto diffusione
• Le caratteristiche individuali
• Le aspettative
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 70
Titolo: Strategie di controllo sugli effetti del soggetto e dello sperimentatore
Attività n°: 1
• Effetto diffusione: è legato alla possibilità che coloro che hanno già
sostenuto l’esperimento influenzino i successivi partecipanti. Uno
scambio di informazioni in merito allo scopo della ricerca e alle
procedure sperimentali metterà il soggetto che riceve le informazioni
in una posizione di vantaggio e di maggior competenza. È possibile
che avere determinate conoscenze prima dell’inizio dell’esperimento
porti il soggetto a favorire o contrastare quello lui pensa essere lo
scopo della ricerca
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 70
Titolo: Strategie di controllo sugli effetti del soggetto e dello sperimentatore
Attività n°: 1
Le strategie di controllo
Per evitare che questi effetti abbiano un’influenza troppo grande sulla
ricerca è bene adottare alcune strategie mirate a ridurre questi effetti:
Le strategie di controllo
Le strategie di controllo
Il controllo sperimentale
attraverso la selezione e
l’assegnazione
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 71
Titolo: Strategie di controllo tramite il campionamento e l'assegnazione
Attività n°: 1
La selezione e l’assegnazione - 1
La selezione e l’assegnazione - 3
Le due procedure che ci permettono di raggiungere i concetti appena
descritti sono, rispettivamente:
La selezione e l’assegnazione - 2
Importante distinguere tra:
Metodi di campionamento - 1
Riguardano le modalità che il ricercatore adotta per individuare il
campione, ovvero i soggetti che prenderanno parte all’esperimento e ai
quali quindi verranno somministrati i trattamenti previsti.
1. Campionamento casuale
2. Campioni ad hoc
3. Casuale stratificato
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Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 71
Titolo: Strategie di controllo tramite il campionamento e l'assegnazione
Attività n°: 1
Metodi di campionamento - 2
1) Campionamento casuale: ogni elemento di una popolazione ha la stessa
probabilità di essere estratto per formare il campione. Questo tipo di
campionamento può essere effettuato:
• con reinserimento (il soggetto estratto della popolazione di
partenza viene reinserito prima dell’esecuzione della estrazione
successiva),
• senza reinserimento (il soggetto estratto della popolazione di
partenza non viene reinserito prima dell’esecuzione della
estrazione successiva).
Metodi di campionamento - 3
Metodi di campionamento - 4
I metodi di assegnazione - 1
Riguardano quei metodi che vengono usati per assegnare i soggetti che
compongono il campione alle diverse condizioni sperimentali. Per
dividerli, cioè, tra il gruppo sperimentale e quello, o quelli, di controllo.
I metodi di assegnazione - 2
Note: Sulla base della teoria della probabilità di ritiene che le variabili estranee e
che potrebbero influenzare la validità di un esperimento siano distribuite
equamente tra i gruppi; in questo senso possono essere considerati equivalenti
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 71
Titolo: Strategie di controllo tramite il campionamento e l'assegnazione
Attività n°: 1
I metodi di assegnazione - 3
I metodi di assegnazione - 4
I metodi di assegnazione - 5
3) Metodo dei blocchi – è simile al pareggiamento ma la divisione viene
fatta per una sola caratteristica e il campione viene diviso in blocchi,
cioè gruppi di soggetti che condividono uno stesso livello della
caratteristica. Ogni gruppo può essere sottoposto a tutte le condizioni.
Esercitazione:
metodi di assegnazione e
campionamento
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 71/S3
Titolo: Esercitazione: metodi di assegnazione e campionamento
Attività n°: 1
1. CASUALE
2. PAREGGIAMENTO
3. METODO DEI BLOCCHI
4. I SOGGETTI COME CONTROLLO DI SE STESSI
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 71/S3
Titolo: Esercitazione: metodi di assegnazione e campionamento
Attività n°: 1
1. Campionamento casuale
2. Campioni ad hoc
3. Casuale stratificato
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 72
Titolo: Strategie di controllo degli effetti di ordine e sequenza
Attività n°: 1
Effetto dell’ordine
Il controbilanciamento
Per controllare i due effetti appena descritti è necessario
controbilanciare le prove o le condizioni. Per farlo possiamo fare
riferimento a due diverse metodologie:
Il quadrato latino
Il quadrato latino
Se vengono testate due condizioni, i partecipanti vengono assegnati a
caso a gruppi di dimensioni uguali:
Gruppo 1 verrà sottoposto alla condizione A seguita dalla condizione B,
gruppo 2 verrà sottoposto alla condizione B seguita dalla condizione A:
Questo è l’esempio di un quadrato latino 2 x 2.
Corso di Laurea: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04)
Insegnamento: METODOLOGIA DELLA RICERCA
Lezione n°: 72
Titolo: Strategie di controllo degli effetti di ordine e sequenza
Attività n°: 1
Il quadrato latino
Se vengono testate tre o più condizioni, sarà richiesta una
pianificazione maggiore. Qui sotto c’è un Esempio di tre quadrati
rispettivamente 3 x 3, 4 x 4, e 5 x 5: