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Piaget è noto per esser stato il primo psicologo ad interessarsi allo studio delle
origini della conoscenza dell’uomo. A piaget va il merito di aver indagato, attraverso
lo studio del comportamento, le trasformazioni che avvengono ad ogni età nei
principi che il pensiero usa per dar senso alle info provenienti dall’ambiente. La
teoria di Piaget ha saputo spiegare in maniera più sistematica il modo in cui il B
acquisisce la propria conoscenza. Questa spiegazione è chiamata Epistemologia
Genetica ed è basata sull’osservazione del comportamento dei B alle diverse età.
Per spiegare lo svco è necessario capire quali regole utilizza il B in ciascun momento
del suo sviluppo. Inizialmente Piaget si rifece molto al test del QI di Binet, infatti
Piaget analizzando tali test di Binet nei B focalizzò la propria attenzione sulla
sistematicità degli errori che compivano i B. Così cominciò a studiare le ragioni per
cui i B sbagliavano, e per far ciò utilizzò il Metodo Clinico in cui lo sperimentatore
pone delle domande al B che sono guidate dalle risposte che il bambino ha dato
nelle domande precedenti. Piaget notò che la differenza tra i B che avevano risposto
correttamente e quelli che avevano sbagliato non era dovuta al fatto che alcuni B
possedevano un numero maggiore di conoscenze ma al fatto che i B che avevano
commesso errori avevano usato una strategia di ragionamento diversa.
Piaget proprio nel tentativo di capire le regole che il B usa per interpretare ciò che
ha di fronte e quindi per capire quali siano le caratteristiche del sistema cognitivo
sottostanti alle risposte dei B, elaborò la sua teoria basata sulla Struttura Cognitiva.
Nella teoria piagetiana le strutture cognitive sono i principi organizzatici del sistema
cognitivo. Riflettono quindi la modalità di organizzazione dei dati e si modificano nel
tempo. Tale strutt cognitive sono astratte nel senso che non sono tangibili o
osservabili e sono alla base del controllo del pensiero de del comportamento.
Secondo Piaget durante lo sv si verificano del sistema cognitivo delle modificazione
rilevanti che segnano delle FASI DELLO SV che Piaget divide in 4 STADI i quali si
caratterizzano per una precisa struttura cognitiva la quale corrisponde a una
modalità di organizzazione di dati che controlla ogni aspetto del pensiero e del
comportamento del B. lo SVILUPPO COGNITIVO può essere descritto come una
modificazione delle strutture cognitive che consentono il passaggio da uno stadio
all’altro. È su queste basi che piaget formula la DOTTRINA DEGLI STADI.
Quindi gli stadi descrivono i cambiamenti che si verificano nelle strutt mentali e nel
comportamento in funzione del tempo e quindi sono formati da:
La transizione da uno stadio all’altro è dovuta dal conflitto cognitivo che si genera
quando gli schemi interni sono inadeguati a spiegare gli eventi esterni. Quindi tali
conflitti spingono il siste cogn a modificarsi e trasformare le strutture del pensiero.
Ma come nascono gli scemi d’azione? Piaget suddivide tale stadio in 6 sottostadi
attraverso cui il B si trasforma da passivo recettore di stimoli provenienti sia da se
stesso che dall’ambiente, a individuo capace di compiere azioni complesse,
volontarie e pianificate.
1)Primo sottostadio: (0-2 mesi) è caratterizzato dai Riflessi innati, ovvero risposte
automatiche dell’organismo.
2)Secondo sottostadio: Reazioni Circolari Primarie (2-4 mesi). Tali riflessi vengono
ripetuti nel momento in cui vengono rinforzate. Nascono gli schemi d’azione o
schemi senso motori applicabili solo gli oggetti reali e non astratti.
3)Terzo sottostadio: Reazioni Circolari secondarie: (4-8 mesi). In cui si instaura una
relazione tra i comportamenti del B e l’ambiente intorno a lui,e il B è a conoscenza
di tale meccanismo e infatti tutte le sue azioni ripetute hanno delle conseguenze
sull’ambiente.
Un es con cui si può vedere che il B costruisce una rapp mentale è la Permanenza
dell’oggetto. Le persone adulte sanno che quando un ogg viene oscurato da un altro
non vuol dire che il primo smetta di esistere, semplicemente non si vede. Secondo
Piaget tale permanenza dell’ogg viene costituita dal B sono alla fine del periodo
senso motorio, tramite la coordinazione di tutti gli altri sottostadi. La tecnica di
Piaget è quella di nascondere il giocattolo al B e interpreta l’assenza di ricerca del
giocattolo da parte del B come dimostrazione della mancanza di capacità
rappresentativa. Secondo piaget il fatto che il B non cerchi l’ogg è indicativo del fatto
che il B non comprende che l’ogg continua ad esistere anche se non lo vede.
La soluzione corretta al test di conservazione come quello del liquido indica per
Piaget il passaggio ad un nuovo stadio e quindi ad una nuova struttura mentale. A
differenza del periodo precedente, in questo il B percepisce che le trasformazioni
possono anche essere reversibili e che quindi nella trasf non deve esser cambiato
per forza qualcosa, come ad es la quantità d’acqua. Quindi possiamo dire che le
strutture cognitive in qst periodo consistono in operazioni coordinate tra loro in
sistemi globali la cui caratteristica è la Reversibilità. In qst periodo l’azione e le
operazioni intellettuali hanno una continuità strutturale e funzionale poiché
definiscono sistemi organizzativi. Ora l’azione diventa quindi uno strumento psichico
delle leggi di funzionamento del pensiero. Tale tipo di struttura cognitiva rende
possibile anche l’inclusione in classi e quindi le operazioni di classificazione (classe
inclusa e classe includente). Un’altra caratteristica che compare in questo periodo è
l’operazione di seriazione il quale consiste nel classificare ogg che hanno la stessa
caratteristica ma in misura diversa. Piaget ideò un compito di seriazione dato sia ai B
della fase preoperatoria iniziale e finale che nella fase operatoria concreta. I b
avevano det bastoncini di diverse altezze che andavano dalla più grande alla più
piccola. Si vide che i b della fase preop iniziale non riuscivano ad ordinare per
grandezza più di due bastoncini in sequenza. Nel periodo preoperatorio finale invece
i b riuscivano ad ordinare i bastoncini per ordine di grandezza ma se gli veniva
chiesto di porne uno intermedio loro disfacevano la seq e ricominicavano da capo,
compito di inserimento che invece riesce bene ai B del periodo operatorio. Pag 72.
Tali due meccanismi operano insieme e secondo piaget sono i maggiori responsabili
del cambiamento cognitivo.
Un limite delle teorie di Piaget riguarda soprattutto la teoria degli stadi poiché si è
visto che vi sono delle asincronie nell’emergere delle competenze caratteristiche dei
vari stadi. La mancata sincronia nelle risposte che uno stesso sogg fornisce in
compiti diversi viene definita DECALAGES orizzontale o di contenuto e indicano delle
differenze nella prestazioni fra compiti che secondo l’analisi di Piaget coinvolgono le
stesse strutture logiche, e che quindi dovrebbero essere risolti nello stesso
momento dello sv ma si vide che così non è.
4)infine per entrambe l’azione è un fattore importante per lo sv almeno nelle fasi
iniziali di esso.
CAPITOLO 4: TEORIA DELL’ELABORAZIONE DELL’INFO E COGNITIVISMO.
La teoria dell’elaborazione di Broadbent e il cognitivismo descrivono e spiegano le
modalità di funzionamento della mente umana e le trasformazioni che
l’informazione subisce ad opera del sistema cognitivo. Entrambe le teorie si ispirano
a discipline diverse da quella psicologica:
2)Un’altra disciplina che ha contribuito alla nascita del cognitivismo è la teoria delle
computazioni, la quale ha suggerito l’idea che anche i processi complessi che sono
alla base del pensiero possono essere riprodotti tramite una procedura meccanica.
3)Inoltre lo studio della mente è stato fortemente influenzato anche dagli studi
condotti sull’intelligenza artificiale, secondo cui le capacità logiche delle persone
possono essere simulate tramite appropriati programmi di computer.
2)Le modalità attraverso cui opera il sistema cognitivo vengono descritte attraverso
un’analisi funzionale ovvero un’analisi dei processi e delle operazioni che il sistema
applica sull’info selezionata dall’ambiente. in ciascun magazzino avvengono processi
elementari o di base, ovvero delle catene di operazioni che trasformano l’info.
(elaborazione di info=modo in cui l’info viene modificata).
4)Il sistema umano possiede una capacità limitata di elaborazione. Dati tali limiti è
necessario l’intervento di processi di controllo che hanno la funzione di pianificare i
processi in funzione della priorità, e successivamente monitorare l’esecuzione
dell’attività cognitiva,
5)i processi di elaborazione cui è soggetta l’info possono esser portati a termine in
maniera automatica o volontaria e pianificata. Nel primo caso sono le proprietà
dello stimolo a determinare il rpoc di elaborazione a cui esso sarà sottoposto. Nel
secondo caso ovvero quello volontario sono gli scopi che si prefigge il sistema stesso
a stabilire attraverso processi di controllo quale info verrà selezionata e a quali
trasformazioni sarà sottoposta. I proc che si generano dal basso verso l’alto (bottom-
up) sono automatici e non intenzionali, quindi non consapevoli.
Mentre quelli che procedono dall’alto verso il basso (top-down) sono volontari e
intenzionali.
per quanto riguarda invece l’aspetto strutturale (hardware) del sistema cognitivo, i
cognitivisti credono che esso sia costituito da una serie di magazzini attraverso cui
transita l’info. Si pensa che l’info appena percepita entra all’interno dei registri
sensoriali, per poi passare alla memoria a breve termine e poi a quella a lungo
termine. Ciascuno di questi magazzini è caratterizzato da una cerca capienza e da
una durata limitata nel temo per cui un’info può essere trattenuta. All’interno della
MBT Baddley ha bettezzato un nuovo magazzino ovvero la memoria di lavoro il
quale è un sistema di mantenimento temporaneo dell’info durante l’esecuzione di
compiti differenti. Secondo Baddley la MDL ha 3 diverse componenti: il loop
articolatorio, il taccuino visuo spaziale e l’esecutivo centrale che è deputato al
controllo delle limitate risorse attentive ed è responsabile della manipolazione delle
info. È stata ipotizzata un’altra componente della MDL ovvero il Buffer episodico il
quale integra l’info proveniente dal loop articolatorio e quella proveniente dal
taccuino, funge quindi da intermediario tra sottosistemi che elaborano codici diversi
e li combina in rappresentazioni unitarie. Anche la memoria a lungo termine è
composta diversi magazzini che descrivono diversi tipi di memoria quali quella
episodica, quella procedurale, dichiarativa, esplicita ecc. Nelson inoltre ipotizzò
anche un altro meccanismo di memoria a lungo termine ovvero quella Pre-esplicita
la quale si può riscontrare sin dai primi mesi del b e permette e questi di prestare
maggior attenzione agli stimoli nuovi piuttosto che a quelli familiari.
Una teoria sostenuta dai neopiagetiani è quella secondo cui i progressi del
funzionamento cognitivo sono ricondotti ad un incremento della capacità di
elaborazione complessiva del sistema cognitivo la quale a sua volta porta alla
maturazione neurologica. Tale osservazione nasce con il fatto che si è visto che i b
con l’avanzare dell’età danno risultati migliori negli span di memoria, i b di tre anni
arrivano a 3 cifre mentre quelli di 10 mediamente a 6. Vi sono diverse teorie che
riguardano l’incremento degli span di memoria in funzione dell’età. Secondo
Pascual-Leone il miglioramento del ricordo di cifre con l’avanzare dell’età derivi
dall’aumento della capacità M ovvero la Mental Energy chiamata anche spazio
mentale di calcolo, la quale ha la funzione di incrementale l’attivazione di schemi
rilevanti per un compito. Secondo Pascual nei primi 3 anni entrano in gioco gli
schemi senso motori, successivamente si attivano quelli operativi e figurativi e
aumentano con una costanza pari ad uno schema ogni due anni. In contrasto con qst
tesi Case riconduce tali miglioramenti nell’aumento funzionale delle capacità di
memoria o spazio totale di elaborazione. Tale modello prevede nel corso del tempo
aumenti di efficienza operativa ovvero automaticità, e sarebbe fortemente legato
con l’esercitazione di tale compito e quindi ad una crescente automatizzazione.
Inoltre case dimostrò anche che maggiore è la velocità con cui un b riesce a contare
e maggiore sarà la sua capacità nello span di memoria, in prova del legame che c’è
tra efficienza operativa e prestazione. Difatti più tali processi diventano automatici e
più non richiedono risorse cognitive.
3)Verso i 6-7 anni la rapp iconica lascia il posto al terzo codice rappresentazionale
ovvero quello Simbolico che è mediato principalmente dal linguaggio. La rapp
simbolica si caratterizza per essere completamente sganciata dal dato concreto, nel
senso che la rapp simbolica consente al b di andare oltre l’info concreta.
Secondo alcuni autori i b sin dai primi mesi di vita hanno una tendenza innata a
ricordare meglio eventi che si verificano frequentemente secondo uno schema
spazio temporale. Le rapp degli eventi più frequenti verrebbero memorizzati nella
memoria procedurale in un formato caratteristico denominato SCRIPT. Gli Scripts
sono costruiti per tutti gli eventi o cmq tutte le azioni stereotipate che si verificano
in un ordine temporale preciso, costituiscono quindi la rappresentazione proto tipica
degli eventi. Sono quindi rapp concrete degli eventi connotate da attributi
contestuali e procedurali. Tali rapp si svilupperebbero prima delle capacità di
categorizzazione, di rapp di pianificazione ecc. l’idea che lo sv possa consistere
nell’accumulo di conoscenze appare interessante soprattutto se si considerano gli
effetti che può produrre sulla cognizione l’acquisizione di EXPERTISE ovvero il
diventare esperti di un determinato dominio della conoscenza. Secondo CHI E
GLASER l’acquisizione di expertise influenzerebbe due diverse componenti
dell’elaborazione dell’informazione: 1)la struttura della conoscenza immagazzinata
nella memoria a lungo termine ossia nella memoria semantica. Tale struttura della
conoscenza può essere immaginata come una rete rappresentazionale o reticolo
semantico composta da concetti e le loro relazioni.
Secondo Chi e Ceci ciò che caratterizza la conoscenza posseduta dai b o dagli adulti
non sta tanto nella quantità di info immagazzinate, nella densità delle connessioni
ecc quanto più nel modo in cui tale conoscenza è organizzata. Quindi possiamo dire
che ciò che si modifica con lo sv non è solo il patrimonio di conoscenza di base che
diventa sempre più vasto ma soprattutto il modo in cui la conoscenza è organizzata
e diventa quindi sempre più articolata, gerarchizzata e complessa.
Una delle ricerche più note che hanno cercato di descrivere le variazioni quantitative
della struttura della rete concettuale in funzione dell’incremento della conoscenza, è
quella di Chi e Koeske che hanno studiato l’organizzazione delle conoscenze
possedute dai b di 4 anni esperti di dinosauri. I risultati hanno dimostrato che la rete
che rappresentava il gruppo di dinosauri più conosciuti aveva un maggior numero di
proprietà e un numero maggiore di connessioni rispetto alla rete del gr meno noto.
Il fatto che la conoscenza sia organizzata in reti rappresentazionali rende il recupero
dell’info più efficiente. Inoltre i due dimostrarono anche la relazione che c’è tra la
quantità di reti concettuali e il ricordo.
Diff tra esperti e non esperti. Innanzitutto è probabile che per risolvere un nuovo
problema l’esperto rilevi la sua somiglianza con qualche altro problema di cui ha già
in mente la strategia, utilizzando quindi procedimenti già appresi, quindi
utilizzerebbe un metodo basato sulla memoria e non sul ragionamento.
Inoltre gli esperti possono utilizzare le proprie conoscenze per generare spiegazioni
di tipo causa ed effetto sulla cui base produrre delle inferenze per spiegare invece la
nuova condizione. Alcune ricerche dimostrano che i b esperti in uno specifico
dominio di conoscenze sono in grado di ragionare in maniera deduttiva. Ciò che
facilita i processi cognitivi dell’esperto è fondamentalmente la conoscenza e le
strategie che grazie ad essa usa.
Relazione tra conoscenza e ricordo: Un esempio degli effetti della conoscenza sul
ricordo lo possiamo avere grazie all’esperimento condotto da CHI su un gr di 10 b
esperti giocatori di scacchi e un gr di adulti, i compiti che entrambi i gr dovevano
svolgere erano due:un compito di rievocazione in cui dovevano ricordare una lista di
10 numeri, mentre nell’altro dovevano ricordare la disposizione degli scacchi sulla
scacchiera. Compiti che richiedono entrambi la memoria ma si vede che nel primo
aveva risultati migliori il gr degli adulti mentre nel secondo i risultati migliori erano
quelli dei b esperti di scacco. Evidentemente, i b hanno utilizzato la loro conoscenza
relativa agli scacchi per memorizzare e ricordare la configurazione che gli era stara
mostrata. La conoscenza dell’esperienza acquisita ha quindi determinato un
cambiamento nelle modalità di organizzazione e recupero del materiale. Quindi si
può dimostrare come un bambino seppur piccolo ma esperti in un det campo possa
avere capacità migliori che un adulto no esperto. Questa è la dimostrazione del fatto
che l’acquisizione di conoscenze relativi a domini specifici gioca un ruolo di primo
piano nel cambiamento evolutivo.
Il termine meta cognizione indica l’insieme di conoscenze che il sogg possiede sulle
sue attività cognitive e il controllo che egli è in grado di esercitare su di esse. La
conoscenza sulle modalità di funzionamento della nostra mente ci consentono di
sapere quali sono le nostre potenzialità e i nostri limiti e di intervenire attraverso
processi di controllo e monitoraggio. Molti dati hanno dimostrato che tali abilità
metacongitive migliorano notevolmente durante lo sviluppo, in particolare dall’età
scolare e durante l’adolescenza. La conoscenza meta cognitiva si riferisce a tutte le
conoscenze relative alla mente umana e alle sue caratteristiche che ognuno di noi
accumula durante l’esperienza. tali conoscenze possono riguardare persone compiti
o strategie cognitive, ma si è visto che il tipo di conoscenza meta cognitiva che si
sviluppa più tardi è quella circa l’organizzazione delle varie strutture mentali. Una
seconda componente della meta cognizione ha a che fare con il monitoraggio, la
regolazione e il controllo esecutivo del’attività cognitiva.
Lo sv come processo continuo: uno dei principali contributi alla diffusione del
cognitivismo e dell’HIP è il passaggio dalla concezione dello sv come discontinuo
caratterizzato quindi da modificazioni di natura qualitativa ad una visione dello sv
come continuo, e quindi come caratterizzato da modificazioni quantitative più che
qualitative. Si può affermare che all’interno dell’approccio dell’elaborazione
dell’informazione lo sv cognitivo sia inteso come un processo continuo e
quantitativo poiché consiste in un incremento di efficienza con la quale i processi di
controllo manipolano l’info e ne consegue un aumento delle rappresentazioni
ovvero della conoscenza.