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CAPITOLO 3: IL COSTRUTTIVISMO DI PIAGET

Piaget è noto per esser stato il primo psicologo ad interessarsi allo studio delle
origini della conoscenza dell’uomo. A piaget va il merito di aver indagato, attraverso
lo studio del comportamento, le trasformazioni che avvengono ad ogni età nei
principi che il pensiero usa per dar senso alle info provenienti dall’ambiente. La
teoria di Piaget ha saputo spiegare in maniera più sistematica il modo in cui il B
acquisisce la propria conoscenza. Questa spiegazione è chiamata Epistemologia
Genetica ed è basata sull’osservazione del comportamento dei B alle diverse età.

L’ide generale di Piaget è che lo sv dei B avviene secondo una sequenza di


cambiamenti qualitativi ovvero gli Stadi sottostanti ai quali vi sono delle strutture
mentali ovvero delle modalità di funzionamento del pensiero.

Per spiegare lo svco è necessario capire quali regole utilizza il B in ciascun momento
del suo sviluppo. Inizialmente Piaget si rifece molto al test del QI di Binet, infatti
Piaget analizzando tali test di Binet nei B focalizzò la propria attenzione sulla
sistematicità degli errori che compivano i B. Così cominciò a studiare le ragioni per
cui i B sbagliavano, e per far ciò utilizzò il Metodo Clinico in cui lo sperimentatore
pone delle domande al B che sono guidate dalle risposte che il bambino ha dato
nelle domande precedenti. Piaget notò che la differenza tra i B che avevano risposto
correttamente e quelli che avevano sbagliato non era dovuta al fatto che alcuni B
possedevano un numero maggiore di conoscenze ma al fatto che i B che avevano
commesso errori avevano usato una strategia di ragionamento diversa.

Piaget proprio nel tentativo di capire le regole che il B usa per interpretare ciò che
ha di fronte e quindi per capire quali siano le caratteristiche del sistema cognitivo
sottostanti alle risposte dei B, elaborò la sua teoria basata sulla Struttura Cognitiva.

Nella teoria piagetiana le strutture cognitive sono i principi organizzatici del sistema
cognitivo. Riflettono quindi la modalità di organizzazione dei dati e si modificano nel
tempo. Tale strutt cognitive sono astratte nel senso che non sono tangibili o
osservabili e sono alla base del controllo del pensiero de del comportamento.
Secondo Piaget durante lo sv si verificano del sistema cognitivo delle modificazione
rilevanti che segnano delle FASI DELLO SV che Piaget divide in 4 STADI i quali si
caratterizzano per una precisa struttura cognitiva la quale corrisponde a una
modalità di organizzazione di dati che controlla ogni aspetto del pensiero e del
comportamento del B. lo SVILUPPO COGNITIVO può essere descritto come una
modificazione delle strutture cognitive che consentono il passaggio da uno stadio
all’altro. È su queste basi che piaget formula la DOTTRINA DEGLI STADI.

Lo STADIO è un periodo di tempo in cui il pensiero del B e il suo comportamento


possiedono determinate caratteristiche che rispecchiano un particolare tipo di
struttura. Quindi tale struttura cognitiva delimita il campo dei comportamenti che il
B può assumere e vincola i fenomeni della realtà che esso può interpretare. Benché
ogni stadio ha delle caratteristiche ch lo differenziano dagli altri, Piaget identifica
alcune caratt comuni a tutti gli stadi: 1) ORGANIZZAZIONE: ogni stadio si caratterizza
per essere un sistema strutturato di azioni o pensieri organizzati.2) Ogni stadio è
costituito da un insieme di operazioni connesse tra loro in modo da formare una
totalità ovvero una Struttura d’insieme. 3) tutti gli stadi formano una sequenza
Invariante, possiedono quindi un ordine universale prestabilito e nessuno stadio può
esser saltato. 4) infine possiamo dire che gli stadi tendono ad Integrarsi
gerarchicamente nel senso che ogni sv di uno stadio deriva dalla crescente
maturazione di quello precedente. Quindi ogni stadio deriva dalla trasformazione
delle struttura funzionali presenti in quello precedente. Quindi vi è continuità tra le
diverse struttura e ciò comporta una successione di stadi discontinui.

Quindi gli stadi descrivono i cambiamenti che si verificano nelle strutt mentali e nel
comportamento in funzione del tempo e quindi sono formati da:

1) Cambiamenti qualitativi nelle strutture logiche del pensiero


2) Modificazioni contemporanee e omogenee in tutti i comportamenti e in tutte
le attività psicologiche del B.
3) Universalità, ovvero indipendenza dalla cultura di appartenenza e
dall’ambiente in cui il B cresce.

La transizione da uno stadio all’altro è dovuta dal conflitto cognitivo che si genera
quando gli schemi interni sono inadeguati a spiegare gli eventi esterni. Quindi tali
conflitti spingono il siste cogn a modificarsi e trasformare le strutture del pensiero.

PRIMO STADIO: PERIODO SENSOMOTORIO: và dai 0 ai 2 anni in cui il bambino


sviluppa una particolare struttura cognitiva che gli permette di interpretare la realtà.
Tale struttura viene definita da Piaget come SCHEMA D’AZIONE in cui l’azione è il
continuo scambio tra organismo e ambiente. Infatti in tale periodo il B interpreta la
realtà grazie all’azione che esso vi esercita. Quindi in qst stadio lo schema d’azione
coincide proprio con l’azione stessa del B sulla realtà. (azione come schema
generale). Lo schema d’azione quindi può essere definito come la prima struttura
organizzativa e non simbolica che media le interazioni tra B e realtà, ovvero come il
primo strumento che usa il B per interagire con l’esterno. Quindi possiamo
intendere l’azione come canale privilegiato non solo per la conoscenza ma anche per
la formazione di strutture mentali. Infatti attraverso l’azione il B può fare esperienze
fisiche come conoscere gli ogg, o a conoscere le proprietà stesse dell’azione
(esperienze logico-matematiche), giungendo quindi a produrre degli schemi
simbolici. Quindi il B venendo in contatto con l’ambiente lo trasforma, conoscendo
sia la proprietà degli ogg tramite l’esperienza fisica sia le proprietà dell’azione stessa
(esp l-m). quindi il B non fa altro che ricevere delle risposte dall’ambiente derivate
dalle azioni che il B fa su di esso, quindi conoscendo l’ambiente cambia anche le sue
strutture mentali.

Ma come nascono gli scemi d’azione? Piaget suddivide tale stadio in 6 sottostadi
attraverso cui il B si trasforma da passivo recettore di stimoli provenienti sia da se
stesso che dall’ambiente, a individuo capace di compiere azioni complesse,
volontarie e pianificate.

1)Primo sottostadio: (0-2 mesi) è caratterizzato dai Riflessi innati, ovvero risposte
automatiche dell’organismo.

2)Secondo sottostadio: Reazioni Circolari Primarie (2-4 mesi). Tali riflessi vengono
ripetuti nel momento in cui vengono rinforzate. Nascono gli schemi d’azione o
schemi senso motori applicabili solo gli oggetti reali e non astratti.

3)Terzo sottostadio: Reazioni Circolari secondarie: (4-8 mesi). In cui si instaura una
relazione tra i comportamenti del B e l’ambiente intorno a lui,e il B è a conoscenza
di tale meccanismo e infatti tutte le sue azioni ripetute hanno delle conseguenze
sull’ambiente.

4)Coordinazione di schemi secondari: (8-12 mesi). Nel momento in cui le azioni


riflesse del primo sottostadio diventano schemi d’azione esse diventano anche
generalizzabili, ossia vengono estese ed applicate a realtà sempre nuove. (es la
suzione del latte poi viene estesa anche al ciuccio o ad altri oggetti). Tale capacità di
generalizzazione consente al B di aumentare le proprie conoscenze sulla realtà. Per
questo Piaget afferma che gli schemi hanno una natura ASSIMILATORIA ovvero che
elementi diversi da quelli per cui gli schemi sono programmati, qualora acquisiti
vengono comunque incorporati all’interno dello schema. Quindi lo schema d’azione
è ciò che c’è di generalizzabile dell’azione. Inoltre tali schemi oltre a generalizzarsi si
coordinano e quindi si combinano in modo da dare luogo ad unità comportamentali
sempre più complesse.

5)Reazioni circolari terziarie: (12-18 mesi) in cui i comportamenti vengono ripetuti o


modificati per raggiungere uno scopo. La possibilità di generalizzare e coordinare gli
schemi consente al B di esplorare la relazione che c’è tra il mezzo e il fine, e quindi
sperimenta le azioni più efficaci per raggiungere un determinato scopo. Quindi tali
sottostadi hanno la stessa caratteristica degli stadi generali ovvero sono strutture
sequenziali e organizzate che rispettano il loro ordine e si integrano e complessano
al passo con la maturazione del b. fin qui il B ha interagito solo con la realtà
oggettiva che lo circondava attraverso solo la percezione e l’azione senza quindi
alcuna rappresentazione. In questo stadio quindi l’intelligenza agisce solo con
oggetti realmente presenti. Qst intelligenza viene definita SENSOMOTORIA e
precede l’attività rappresentativa.

6)Il sesto sottostadio (18-24 mesi) riguarda le RAPPRESENTAZIONI MENTALI in cui


l’interazione tra b e ambiente non è più diretta ma è mediata dalla capacità del B di
rappresentarsi la realtà. Rappresentazione = rendere presente. Quindi le rapp
mentali sono il risultato delle trasformazioni che il sistema cognitivo opera sull’info
ambientale. Il mondo rappresentante e quello rappresentato sono diversi nel
moneto in cui una rappresentazione mentale non è un’immagine fedele di ciò che è
rappresentato, ma è una replica impoverita. Inoltre le rapp mentali non possono
essere osservate direttamente ma devono essere inferite dal comportamento del
sogg. Proprio per questo secondo Piaget la comparsa di una rapp mentale può
essere inferita dal comportamento del sogg ad es l’imitazione, il gioco simbolico, il
linguaggio ecc. nei primi periodi in cui appare la rapp mentale il B può riprodurre
nella sua mente un’ogg visto (rapp figurale) ma solo successivamente lo può
immaginare anche in sua assenza (rapp simbolica). Inoltre l’attività rappresentativa
può dipendere anche da un’attività di costruzione del pensiero (rapp operativa).

Un es con cui si può vedere che il B costruisce una rapp mentale è la Permanenza
dell’oggetto. Le persone adulte sanno che quando un ogg viene oscurato da un altro
non vuol dire che il primo smetta di esistere, semplicemente non si vede. Secondo
Piaget tale permanenza dell’ogg viene costituita dal B sono alla fine del periodo
senso motorio, tramite la coordinazione di tutti gli altri sottostadi. La tecnica di
Piaget è quella di nascondere il giocattolo al B e interpreta l’assenza di ricerca del
giocattolo da parte del B come dimostrazione della mancanza di capacità
rappresentativa. Secondo piaget il fatto che il B non cerchi l’ogg è indicativo del fatto
che il B non comprende che l’ogg continua ad esistere anche se non lo vede.

il recupero di un ogg completamente nascosto può avvenire solo intorno all’anno di


età e tale capacità non è stata ancora acquisita completamente come si può vedere
da alcuni errori di perseverazione chiamati errori A non B, in cui se l’ogg con cui sta
giocando viene nascosto nella posizione A il B è in grado di cercarlo e trovarlo ogni
qual volta venga nascosto in quella posizione ma se la posizione in cui viene
nascosto l’ogg cambia (pos B) il B ritornerà a cercarlo nella pos A anche se ha visto
che l’ogg è stato nascosto in quella B. secondo Piaget il B percepisce l’ogg come
un’estensione della propria azione e apprende una procedura efficace per far
riapparire l’ogg ma non capisce che gli ogg sono unici e quindi che si può trovare
solo in una det posizione. Si è visto che tale tipo di errore può esser dovuto a diversi
fattori. Una soluzione più accettata per il compio A non B è stata trovata da
Diamond il quale intuì che questi errori sono simili a quelli degli adulti con lesioni
nelle aree frontali della corteccia, infatti si vide che queste aree crescono dai 5-12
mesi, e sarebbe proprio l’insufficienza capacità inibitoria legata all’immaturità dei
lobi frontali a causa tale tipo di errore. Un altro fattore che può portare all’errore A
NON B è legato ad alcuni fattori sociali e comunicativi, infatti i b vengono messi in 3
diverse condizioni, una comunicativa, una non comunicativa e una non sociale. Si
vide che la freq di questo tipo di errore si abbassava al passaggio dalla condizione
comunicativa fino a quella non sociale, e ciò può essere possibile poiché nella
condizione comunicativa il b pensa che quello che sta ricevendo sia un
insegnamento e quindi ripeterà sempre la stessa azione.

Lo sv di capacità rappresentative consente al B di immaginare o pensare qualcosa


che non è presente e che quindi non può percepire. Tale capacità indica la fine dello
stadio senso motorio e l’inizio del PERIODO PREOPERATORIO. Con questo passaggio
il B procede con l’agire sulla realtà grazie alla sua capacità di rappresentarla anche
quando non è percettivamente presente.

Quando il bambino comincia ad assimilare ed interiorizzare info che faranno da base


per il suo comportamento futuro e quindi passa da azioni manifeste ad azioni
interiorizzate, esso passa ad un nuovo stadio e quindi ad una nuova struttura
mentale, quella Preoperatoria. Tale periodo preoperatorio và dai 2-7 anni in cui il b
ora vede gli ogg non come un qualcosa su cui agire, ma come tali e quindi come
entità indipendenti. In questa fase si formano i classici comportamenti che indicano
la capacità rappresentativa del B ovvero l’imitazione differita, il gioco simbolico e il
linguaggio. L’imitazione differita è la capacità di saper imitare un comportamento
dopo un certo periodo di tempo dalla sua osservazione. Il gioco simbolico si osserva
quando il B mette in atto una serie di comportamenti in assenza dell’oggetto
principale, ad es quando fa finta di suonare la chitarra con il manico da scopa.
Mentre per quanto riguarda il linguaggio possiamo dire che è a questo livello che le
parole e gli oggetti si legano attraverso la costruzione del significato. L parola infatti
è un simbolo convenzionale che si lega all’oggetto attraverso il significato. Tutti
questi comportamenti ovviamente non possono esser spiegati tramite uno schema
d’azione ma sono possibili grazie alla presenza di una nuova struttura cognitiva che
Piaget definisce Schema Mentale Interiorizzato, il quale a differenza degli schemi
d’azione che si rifanno al presente e a ciò che è osservabile, lo schema mentale si
può rifare al passato come al futuro. Tale pensiero preoperatorio è definito da
Piaget anche Pensiero prelogico o intuitivo ed ha la stessa uni direzionalità e
lentezza delle azioni reali. Ad es ai B di 3-4 anni si fanno vedere delle palline che
entrano in un tubo e se viene chiesto loro di prevedere da dove escono, anche se il
tubo sarà ruotato di 180 gradi e i b lo vedono, essi continueranno a prevedere che le
palline usciranno dalla stessa parte di quando il tubo non era ruotato. Quindi il B
preoperatorio non è in grado di concepire la successione logica di pensieri anche se
vede che nella realtà qualcosa è cambiato, quindi il pensiero in questo stadio è come
nel precedente Irreversibile. Tale tipo di pensiero come quello precedente si
focalizza sugli stati, ovvero presta attenzione ad una sola caratteristica saliente, e
non riesce ancora a focalizzarsi sulle trasformazioni, quindi il B presenta attenzione
all’evento percettivamente saliente. I compiti di conservazione servono per far
capire al B che le proprietà della materia rimangono inalterate indipendentemente
dai loro cambiamenti percettivi. As es se un b vede due recipienti uguale con la
stessa quantità d’acqua percepirà che essi saranno uguali, mentre se la stessa acqua,
quindi uguale viene messa in due contenitori diversi uno secco e quindi il livello
dell’acqua sarà maggiore e uno più largo in cui il livello dell’acqua sarà minore, i B
non riusciranno a percepire cmq che la quantità d’acqua è la stessa poiché proviene
da contenitori uguali. Ciò ha evidenziato come in questo stadio il pensiero del b
procede dal particolare al particolare. Quando successivamente il b sarà in grado di
combinare dati percettivi e ricordo di come appariva la realtà prima della
modificazione allora esso passerà allo stadio OPERATORIO CONCRETO in cui l’azione
reale si combina con quella possibile in quella che piaget definisce operazione
intellettuale.

La soluzione corretta al test di conservazione come quello del liquido indica per
Piaget il passaggio ad un nuovo stadio e quindi ad una nuova struttura mentale. A
differenza del periodo precedente, in questo il B percepisce che le trasformazioni
possono anche essere reversibili e che quindi nella trasf non deve esser cambiato
per forza qualcosa, come ad es la quantità d’acqua. Quindi possiamo dire che le
strutture cognitive in qst periodo consistono in operazioni coordinate tra loro in
sistemi globali la cui caratteristica è la Reversibilità. In qst periodo l’azione e le
operazioni intellettuali hanno una continuità strutturale e funzionale poiché
definiscono sistemi organizzativi. Ora l’azione diventa quindi uno strumento psichico
delle leggi di funzionamento del pensiero. Tale tipo di struttura cognitiva rende
possibile anche l’inclusione in classi e quindi le operazioni di classificazione (classe
inclusa e classe includente). Un’altra caratteristica che compare in questo periodo è
l’operazione di seriazione il quale consiste nel classificare ogg che hanno la stessa
caratteristica ma in misura diversa. Piaget ideò un compito di seriazione dato sia ai B
della fase preoperatoria iniziale e finale che nella fase operatoria concreta. I b
avevano det bastoncini di diverse altezze che andavano dalla più grande alla più
piccola. Si vide che i b della fase preop iniziale non riuscivano ad ordinare per
grandezza più di due bastoncini in sequenza. Nel periodo preoperatorio finale invece
i b riuscivano ad ordinare i bastoncini per ordine di grandezza ma se gli veniva
chiesto di porne uno intermedio loro disfacevano la seq e ricominicavano da capo,
compito di inserimento che invece riesce bene ai B del periodo operatorio. Pag 72.

L’ultimo stadio è quello del PERIODO OPERATORIO FORMALE che avviene


nell’adolescenza, in cui il ragazzo diviene capace di ipotetici anche senza supporto
materiale. (es per contare non usa più le mani o indica gli ogg). In qst fase il ragazzo
si dimostra capace di formulare relazioni logiche attraverso l’induzione o la
deduzione. Questa struttura cognitiva si caratterizza per la presenza di 4 regole:
Identità, Negazione, Reciprocità e Correlatività INRC che costituiscono un tipo di
pensiero che Piaget definisce formale o Ipotetico-deduttivo. Tale tipo di pensiero
consiste nella capacità di condurre ragionamenti logicamente corretti senza la
necessità di un dato di esperienza, quindi descrive la capacità di ragionare in termini
probabilistici.
IL COSTRUTTIVISMO: com’è possibile passare da uno stadio all’altro?

Secondo piaget lo sv mentale è una forma di adattamento all’ambiente, infatti per


Piaget l’intelligenza è una forma di adattamento biologico e il suo sv deriva dal
prolungamento di meccanismi biologici di adattamento. L’anello di congiunzione tra
l’organismo e l’ambiente è l’Azione, il quale difatti è il primo mezzo di cui si serve il b
per conoscere il mondo (atti sensomotori). Inoltre Piaget afferma che l’individuo
costruisce attivamente le proprie strutture cognitive attraverso un processo di
interscambio tra organismo e ambiente. in qst senso è l’indiv stesso a produrre il
suo cambiamento adattandosi all’ambiente e quindi l’organismo trasforma
l’ambiente ma ne viene contemporaneamente trasformato (bidirezionalità O-A A-
O). Quindi da ciò possiamo dedurre che le strutture cognitive non sono innate ma
che si costruiscono per mezzo dell’attività umana (strutturalismo costruttivista).
Inoltre tale posizione interazionista di Piaget sottolinea il ruolo cruciale
dell’esperienza nel consentire al B di costruire la propria conoscenza, ma allo stesso
tempo assume che l’esp sia interpretata attraverso strutture cogn già esistenti.

Esistono diverse forme di adattamento dell’indi all’ambiente, come la maturazione


biologica, l’esperienza fisica con gli ogg e l’azione, il linguaggio e la trasmissione
sociale. Inoltre secondo piaget lo sv è reso possibile anche dalla presenza di alcuni
fattori che rimangono invarianti che chiama invarianti funzionali innati come
l’adattamento o l’organizzazione cognitiva, insomma dei meccanismi determinati
biologicamente. Il primo invariante è quindi l’ADATTAMENTO il quale viene visto
come l’accordo tra il pensiero e le cose e il quale si scompone in:

1) Assimilazione, la quale si verifica quando l’indi incorpora o assimila una nuova


conoscenza la quale si va a sommare alle strutture cognitive già esistenti.
2) Accomodamento: consiste nella modificazione delle strutture cognitive in
funzione delle caratteristiche della realtà assimilata.

Tali due meccanismi operano insieme e secondo piaget sono i maggiori responsabili
del cambiamento cognitivo.

Per quanto riguarda il secondo invariante funzionale ovvero l’organizzazione


cognitiva o accordo del pensiero con se stesso, si riferisce alla tendenza
dell’organismo ad organizzare e coordinare le proprie strutture cognitive in totalità,
in modo che vi sia coerenza, ed è l’intera struttura cognitiva che si adatta e cambia e
non parti di essa. Quindi le capacità di un B in un det periodo della sua vita
dipendono dalle caratteristiche della strutt cogn del b in quel momento.

Il terzo invariante funzionale è l’equilibrazione il quale indica la tendenza di ogni


individuo a raggiungere uno stato di equilibrio con l’ambiente e con se stesso poiché
ogni cambiamento delle strutture cognitive o nell’ambiente porta ad un disequilibrio
che può essere superato attraverso diverse strutture che consentono di sviluppare
diverse modalità di interazione con il mondo. L’adattamento intellettuale consiste
nel mettere in equilibrio il meccanismo assimilatorio e quello dell’accomodamento.
Tale proc di equilibrazione è considerato il generatore dell’autosviluppo a lungo
termine.

Riassumendo: secondo pIaget lo sv implica una modificazione sostanziale delle


strutture mentali che il b utilizza per interagire con la realtà, e il passaggio da uno
stadio all’altro avviene grazie a meccanismi generali determinati biologicamente.

Lo sv cognitivo nel costruttivismo è D-G o D-S? secondo piaget lo sv è determinato


da invarianti funzionali innati che agiscono nello stesso modo su tutti gli aspetti del
sistema cognitivo, e ad ogni stadio si sviluppa una precisa struttura cognitiva. Quindi
la teoria piagetiana può essere considerata D-G poiché lo sv è inteso come
determinato da proc di funzionamento comuni a tutti i domini della conoscenza e
dalla modificazione progressiva di intere strutture unitarie che controllano il
comportamento e il pensiero in ciascuno stadio. Quindi la teoria di Piaget si presta
ad essere definita Dominio Generale.

Possiamo concludere che il costruttivismo è l’equivalente del concetto di epigenesi


nella biologia. L’epigenesi non è altro che il modo in cui strutture biologiche
complesse si formano a partire da quelle più semplici, così anche lo svco è un
processo di tipo epigenetico poiché procede da uno stadio di relativa
differenziazione e disorganizzazione a uno di progressiva diversificazione e crescente
complessità attraverso scambi bidirezionali tra organismo e ambiente. difatti Piaget
introdusse l’epigenesi costruttivista la quale enfatizza il ruolo attivo dell’individuo
nella costruzione delle proprie strutture mentali e della propria conoscenza,
realizzata attraverso continui scambi con l’ambiente. inoltre Piaget in qst contesto
intende l’intelligenza come la più alta forma di adattamento dell’organismo al
proprio ambiente.

Lo sv nella teoria costruttivista avviene in modo continuo o discontinuo?


Secondo Piaget la presenza di una struttura cognitiva specifica per ogni stadio rende
ciascuna fase dello sv quantitativamente diversa da quella precedente e quella
successiva. In qst senso lo sv si comporta come un processo discontinuo. Tuttavia
Piaget postula anche l’esistenza di alcuni processi determinati biologicamente che
rimangono costanti e che mediano il cambiamento in ogni fase dello sv (sono gli
invarianti funzionali).

Un limite delle teorie di Piaget riguarda soprattutto la teoria degli stadi poiché si è
visto che vi sono delle asincronie nell’emergere delle competenze caratteristiche dei
vari stadi. La mancata sincronia nelle risposte che uno stesso sogg fornisce in
compiti diversi viene definita DECALAGES orizzontale o di contenuto e indicano delle
differenze nella prestazioni fra compiti che secondo l’analisi di Piaget coinvolgono le
stesse strutture logiche, e che quindi dovrebbero essere risolti nello stesso
momento dello sv ma si vide che così non è.

Analogie tra costruttivismo e comportamentismo:

1)per entrambe la fase iniziale si compone di una totale assenza di conoscenze e


predisposizioni innate che guidano il b nei primi scambi con l’esterno.

2) per entrambi il B alla nascita dispone di meccanismi generali innati specificati


biologicamente nel corso dello sviluppo.

3) per entrambi l’attività della mente è sostenuta da un’architettura dominio-


generale

4)infine per entrambe l’azione è un fattore importante per lo sv almeno nelle fasi
iniziali di esso.
CAPITOLO 4: TEORIA DELL’ELABORAZIONE DELL’INFO E COGNITIVISMO.
La teoria dell’elaborazione di Broadbent e il cognitivismo descrivono e spiegano le
modalità di funzionamento della mente umana e le trasformazioni che
l’informazione subisce ad opera del sistema cognitivo. Entrambe le teorie si ispirano
a discipline diverse da quella psicologica:

1)Dalla TEORIA DELLA COMUNICAZIONE deriva la nozione di Canale attraverso cui


passa l’informazione, e i sistema cognitivo infatti veniva visto da qst teoria come una
serie di canali attraverso sui transitano le indo o come magazzini all’interno dei quali
venivano depositate tali info. Inoltre ha fatto da base per la ricerca di Broadbent
secondo cui l’essere umano è dotato di una capacità limitata di elaborare le info e
pertanto delle filtrarle, e quindi solo le info selezionate vengono trasmesse ai livelli
più alti del sistema cognitivo per essere elaborate.

2)Un’altra disciplina che ha contribuito alla nascita del cognitivismo è la teoria delle
computazioni, la quale ha suggerito l’idea che anche i processi complessi che sono
alla base del pensiero possono essere riprodotti tramite una procedura meccanica.

3)Inoltre lo studio della mente è stato fortemente influenzato anche dagli studi
condotti sull’intelligenza artificiale, secondo cui le capacità logiche delle persone
possono essere simulate tramite appropriati programmi di computer.

4)Un altro contributo all’affermazione del cognitivismo fu lo studio del linguaggio e


in particolare le ricerche condotte da Naom Chomsky. Chomsky sosteneva cge il
linguaggio fosse un insieme complesso di regole astratte le quali non essendo
osservabili dovevano essere inferite dall’individuo a partire dalle relazioni che
esistevano tra input e output linguistici. Tali teorie di Chomsky hanno fornito un
particolare contributo anche ai modelli innatisti in quanto sosteneva che il fosse
guidato da un processo di acquisizione linguistica innato.

Un importante info è quella che il cognitivismo e la teoria dell’elaborazione


dell’informazione non sono nate come teorie per la spiegazione dello sviluppo
cognitivo m come approcci teorici per lo studio della cognizione adulta in psicologia.

ASSUNTI TEORICI DI BASE: sono 5:

1)L’organizzazione e il funzionamento del sistema cognitivo sono descritti tramite la


metafora del computer in cui la mante viene paragonata ad un computer dotato di
software rappresentato dai processi che trasformano ed elaborano l’info e
l’hardware invece è costituito da un insieme di magazzini attraverso i quali transita
l’info prima che venga emessa una risposta.

2)Le modalità attraverso cui opera il sistema cognitivo vengono descritte attraverso
un’analisi funzionale ovvero un’analisi dei processi e delle operazioni che il sistema
applica sull’info selezionata dall’ambiente. in ciascun magazzino avvengono processi
elementari o di base, ovvero delle catene di operazioni che trasformano l’info.
(elaborazione di info=modo in cui l’info viene modificata).

3)l’info viene elaborata e trasformata nel sistema cognitivo in molteplici formati


rappresentazionali a seconda del tipo di compito dell’info. Le modalità attraverso cui
avviene ciò sono studiate tramite l’analisi del compito ovvero l’analisi della struttura
formale di un compito e le operazioni che un sogg usa per risolverlo.

4)Il sistema umano possiede una capacità limitata di elaborazione. Dati tali limiti è
necessario l’intervento di processi di controllo che hanno la funzione di pianificare i
processi in funzione della priorità, e successivamente monitorare l’esecuzione
dell’attività cognitiva,

5)i processi di elaborazione cui è soggetta l’info possono esser portati a termine in
maniera automatica o volontaria e pianificata. Nel primo caso sono le proprietà
dello stimolo a determinare il rpoc di elaborazione a cui esso sarà sottoposto. Nel
secondo caso ovvero quello volontario sono gli scopi che si prefigge il sistema stesso
a stabilire attraverso processi di controllo quale info verrà selezionata e a quali
trasformazioni sarà sottoposta. I proc che si generano dal basso verso l’alto (bottom-
up) sono automatici e non intenzionali, quindi non consapevoli.

Mentre quelli che procedono dall’alto verso il basso (top-down) sono volontari e
intenzionali.

Il meccanismo che si occupa dell’organizzazione del sistema cognitivo è l’Esecutivo


Centrale o processore centrale o sistema attenzionale supervisore, il quale ha il
ruolo di supervisionare l’intera attività del sistema cognitivo. Questa struttura entra
in atto ogniqualvolta i processi in atto richiedono un tipo di controllo top-down e
quindi volontario.

L’APPROCCIO FUNZIONALE: un aspetto fondamentale della teoria dell’elaborazione


dell’info è il tentativo di dare spiegazioni puramente funzionali sull’attività cognitiva.
L’obiettivo dei modelli dell’elab di info (HIP) è quello di specificare i processi ovvero
le operazioni mentali attraverso cui la mente trasforma e manipola l’info
proveniente dall’esterno, quindi la seleziona la elabora la immagazzina e la
recupera. I teorici dell’HIP sostengono che l’attività mentale può essere intesa come
una serie di processi che il sistema cogn mette in atto per elaborare una serie di info
utili alla risoluzione di un problema. Tali proc vengono descritti come insiemi di
operazioni che consentono la trasformazione. L’immagazzinamento e il recupero
dell’info.

La mente umana come insieme di magazzini:

per quanto riguarda invece l’aspetto strutturale (hardware) del sistema cognitivo, i
cognitivisti credono che esso sia costituito da una serie di magazzini attraverso cui
transita l’info. Si pensa che l’info appena percepita entra all’interno dei registri
sensoriali, per poi passare alla memoria a breve termine e poi a quella a lungo
termine. Ciascuno di questi magazzini è caratterizzato da una cerca capienza e da
una durata limitata nel temo per cui un’info può essere trattenuta. All’interno della
MBT Baddley ha bettezzato un nuovo magazzino ovvero la memoria di lavoro il
quale è un sistema di mantenimento temporaneo dell’info durante l’esecuzione di
compiti differenti. Secondo Baddley la MDL ha 3 diverse componenti: il loop
articolatorio, il taccuino visuo spaziale e l’esecutivo centrale che è deputato al
controllo delle limitate risorse attentive ed è responsabile della manipolazione delle
info. È stata ipotizzata un’altra componente della MDL ovvero il Buffer episodico il
quale integra l’info proveniente dal loop articolatorio e quella proveniente dal
taccuino, funge quindi da intermediario tra sottosistemi che elaborano codici diversi
e li combina in rappresentazioni unitarie. Anche la memoria a lungo termine è
composta diversi magazzini che descrivono diversi tipi di memoria quali quella
episodica, quella procedurale, dichiarativa, esplicita ecc. Nelson inoltre ipotizzò
anche un altro meccanismo di memoria a lungo termine ovvero quella Pre-esplicita
la quale si può riscontrare sin dai primi mesi del b e permette e questi di prestare
maggior attenzione agli stimoli nuovi piuttosto che a quelli familiari.

LE Metodologie d’indagine. Un assunto fondamentale dell’approccio dell’HIP si basa


sulla concezione secondo la quale il funzionamento cognitivo dell’uomo è costituito
da un’insieme di operazioni mentali. Quindi la prestazione di un ogg è definita come
la successione di un numero di prestazioni. L’obiettivo principale degli studiosi
divenne quello chi isolare le operazioni mentali elementari sottostanti ad un
processo cognitivo complesso. Tale obiettivo è stato realizzato grazie alla
misurazione dei tempi di reazione e quindi in base al metodo della cronometria
mentale secondo cui ogni operazione mentale richiede un certa quantità di tempo
per essere compiuta. Quindi quanto più lungo sarà il tempo che intercorre tra l’info
in entrata e la risposta tanto più numerose saranno le operazioni da compiere. In
particolare secondo il metodo sottrattivo di Donders. Donders inoltre ha individuato
3 tipi di tempi di reazione: tipo A i quali sono compiti di detezione semplice in sui ad
un solo stimolo corrisponde una sola risposta. Tipo B ovvero compiti di
discriminazione in cui ci è un distrattore e il sogg deve individuare quello target. Tipo
C corrisponde alle numerose situazioni in cui vi sono numerosi stimoli diversi e una
sola risposta possibile. (esp pag 96).tale tecnica di cronometria mentale è stata
usata anche in ambito evolutivo per lo studio di processi attentivi e mnestici. Di
solito oltre alla misurazione dei tr per vedere quali sono i mecc elementari che sono
alla base di quelli più complessi di valuta anche il numero di errori che sono stati
fatti da un b in diversi test, e dall’analisi di tali errori si può vedere la regola o le
regole che il b usa per risolvere il compito. L’analisi degli errori è un metodo
particolarmente adatto all’indagine di processi di ragionamento nei b. quindi
possiamo dire che l’HIP ha sviluppato metodi di indagine di cronometria mentale, di
analisi degli errori e di simulazione tramite computer di processi mentali.

I NEOPIAGETIANI: i neopiagetiani sono degli studiosi e ricercatori che pur


prendendo come base delle loro teorie quelle di Piaget comunque condividono
alcuni concetti dell’approccio dell’elaborazione dell’info. Quindi essi
approfondiscono lo studio delle teorie di piaget ma anche lo studio dei processi che
spiegherebbero il cambiamento evolutivo e la variabilità interindividuale tra b di età
diverse (studi trasversali). Utilizzano l’analisi degli errori di compito per far ricerche
sul ragionamento e quindi per scoprire l’identificazione dei proc mentali utilizzati dal
b per risolvere un particolare compito cognitivo.

Un’interazione tra l’approccio dell’elaborazione dell’informazione e della teoria


piagetiana riguarda l’inferenza transitiva e la sua caratteristica di reversibilità (A>B
quindi B<A). Bryant e Trabasso scoprirono che tale proprierà richiedeva molte
risorse di tipo attentivo e mnestico. Un altro esempio di integrazione è
rappresentato dagli studi condotti da Siegler sulla risoluzione dei problemi.
(andamento a U nella curva di sv del comportamento strategico)
COSA CAUSA LO SV COGNITIVO? Secondo i cognitivisti lo sviluppo cognitivo è
causato dal cambiamento nell’ambito di diversi aspetti del funzionamento mentale,
precisamente dell’aumento delle capacità di elaborazione, dal modo in cui l’info
viene rappresentata all’interno del sistema cognitivo, dall’incremento della
conoscenza di base, dal cambiamento delle strategie di codifica ecc. viene infatti
ipotizzato che più i b crescono e maggiore sarà la capacità di elaborazione e di
utilizzano di regole e strategie sempre più efficienti. Di conseguenza se le capacità di
l’elaborazione avanzano, anche i loro prodotti si modificano, infatti i b più grandi
dispongono di un repertorio maggiore di conoscenze.

Una teoria sostenuta dai neopiagetiani è quella secondo cui i progressi del
funzionamento cognitivo sono ricondotti ad un incremento della capacità di
elaborazione complessiva del sistema cognitivo la quale a sua volta porta alla
maturazione neurologica. Tale osservazione nasce con il fatto che si è visto che i b
con l’avanzare dell’età danno risultati migliori negli span di memoria, i b di tre anni
arrivano a 3 cifre mentre quelli di 10 mediamente a 6. Vi sono diverse teorie che
riguardano l’incremento degli span di memoria in funzione dell’età. Secondo
Pascual-Leone il miglioramento del ricordo di cifre con l’avanzare dell’età derivi
dall’aumento della capacità M ovvero la Mental Energy chiamata anche spazio
mentale di calcolo, la quale ha la funzione di incrementale l’attivazione di schemi
rilevanti per un compito. Secondo Pascual nei primi 3 anni entrano in gioco gli
schemi senso motori, successivamente si attivano quelli operativi e figurativi e
aumentano con una costanza pari ad uno schema ogni due anni. In contrasto con qst
tesi Case riconduce tali miglioramenti nell’aumento funzionale delle capacità di
memoria o spazio totale di elaborazione. Tale modello prevede nel corso del tempo
aumenti di efficienza operativa ovvero automaticità, e sarebbe fortemente legato
con l’esercitazione di tale compito e quindi ad una crescente automatizzazione.
Inoltre case dimostrò anche che maggiore è la velocità con cui un b riesce a contare
e maggiore sarà la sua capacità nello span di memoria, in prova del legame che c’è
tra efficienza operativa e prestazione. Difatti più tali processi diventano automatici e
più non richiedono risorse cognitive.

Sv come cambiamento nel formato rappresentazionale: secondo alcuni autori lo


svco implica principalmente un cambiamento del formato rappresentazionale.
Difatti Bruner sostiene che nel corso dello sv la conoscenza del B sia mediata
attraverso 3 diversi codici rappresentazionali.
1)il primo codice è chiamato Esecutivo ed è simile allo schema d’azione di piaget
poiché è mediato dall’azione. Tale fase coincide con i primi due anni di vita in cui il b
conosce la realtà attraverso l’azione che può esercitare su essa; quindi la rapp
esecutiva è legata al come agire sulla realtà e a quella forma di rapp ovvero la
conoscenza procedurale implicita. Attraverso tale tipo di rapp il b può generalizzare
schemi d’azione.

2) Intorno all’anno di età la rappresentazione esecutiva viene integrata con quella


Iconica che consente al b di conservare sottoforma di immagine i propri incontri con
la realtà. Sono quindi immagini mentali.

3)Verso i 6-7 anni la rapp iconica lascia il posto al terzo codice rappresentazionale
ovvero quello Simbolico che è mediato principalmente dal linguaggio. La rapp
simbolica si caratterizza per essere completamente sganciata dal dato concreto, nel
senso che la rapp simbolica consente al b di andare oltre l’info concreta.

Un fattore soggetto al cambiamento evolutivo è la quantità di rappresentazioni che


il b possiede relativamente ad una area specifica della conoscenza. Il dominio è
l’insieme specializzato delle rappresentazioni che fanno da supporto ad una
specifica area della conoscenza e delle procedure che servono per manipolare tali
rapp. Secondo le teorie cognitiviste con lo sv e l’esperienza il B accumula una
conoscenza sempre più vasta relativa ad ogni dominio. Con il procedere dello sv tali
rapp concettuali si organizzano in forme sempre più complesse caratterizzate da un
numero crescente di relazioni tra concetti che poi vanno a costituire la memoria
semantica.

Secondo alcuni autori i b sin dai primi mesi di vita hanno una tendenza innata a
ricordare meglio eventi che si verificano frequentemente secondo uno schema
spazio temporale. Le rapp degli eventi più frequenti verrebbero memorizzati nella
memoria procedurale in un formato caratteristico denominato SCRIPT. Gli Scripts
sono costruiti per tutti gli eventi o cmq tutte le azioni stereotipate che si verificano
in un ordine temporale preciso, costituiscono quindi la rappresentazione proto tipica
degli eventi. Sono quindi rapp concrete degli eventi connotate da attributi
contestuali e procedurali. Tali rapp si svilupperebbero prima delle capacità di
categorizzazione, di rapp di pianificazione ecc. l’idea che lo sv possa consistere
nell’accumulo di conoscenze appare interessante soprattutto se si considerano gli
effetti che può produrre sulla cognizione l’acquisizione di EXPERTISE ovvero il
diventare esperti di un determinato dominio della conoscenza. Secondo CHI E
GLASER l’acquisizione di expertise influenzerebbe due diverse componenti
dell’elaborazione dell’informazione: 1)la struttura della conoscenza immagazzinata
nella memoria a lungo termine ossia nella memoria semantica. Tale struttura della
conoscenza può essere immaginata come una rete rappresentazionale o reticolo
semantico composta da concetti e le loro relazioni.

2)i processi e le strategie utilizzabili per manipolare e recuperare contenuti della


conoscenza.

Secondo Chi e Ceci ciò che caratterizza la conoscenza posseduta dai b o dagli adulti
non sta tanto nella quantità di info immagazzinate, nella densità delle connessioni
ecc quanto più nel modo in cui tale conoscenza è organizzata. Quindi possiamo dire
che ciò che si modifica con lo sv non è solo il patrimonio di conoscenza di base che
diventa sempre più vasto ma soprattutto il modo in cui la conoscenza è organizzata
e diventa quindi sempre più articolata, gerarchizzata e complessa.

Una delle ricerche più note che hanno cercato di descrivere le variazioni quantitative
della struttura della rete concettuale in funzione dell’incremento della conoscenza, è
quella di Chi e Koeske che hanno studiato l’organizzazione delle conoscenze
possedute dai b di 4 anni esperti di dinosauri. I risultati hanno dimostrato che la rete
che rappresentava il gruppo di dinosauri più conosciuti aveva un maggior numero di
proprietà e un numero maggiore di connessioni rispetto alla rete del gr meno noto.
Il fatto che la conoscenza sia organizzata in reti rappresentazionali rende il recupero
dell’info più efficiente. Inoltre i due dimostrarono anche la relazione che c’è tra la
quantità di reti concettuali e il ricordo.

L’acquisizione di expertise influenza anche i processi e le strategie utilizzabili per


manipolare i contenuti della conoscenza e dunque rievocare info memorizzate.

Diff tra esperti e non esperti. Innanzitutto è probabile che per risolvere un nuovo
problema l’esperto rilevi la sua somiglianza con qualche altro problema di cui ha già
in mente la strategia, utilizzando quindi procedimenti già appresi, quindi
utilizzerebbe un metodo basato sulla memoria e non sul ragionamento.

Inoltre gli esperti possono utilizzare le proprie conoscenze per generare spiegazioni
di tipo causa ed effetto sulla cui base produrre delle inferenze per spiegare invece la
nuova condizione. Alcune ricerche dimostrano che i b esperti in uno specifico
dominio di conoscenze sono in grado di ragionare in maniera deduttiva. Ciò che
facilita i processi cognitivi dell’esperto è fondamentalmente la conoscenza e le
strategie che grazie ad essa usa.

Relazione tra conoscenza e ricordo: Un esempio degli effetti della conoscenza sul
ricordo lo possiamo avere grazie all’esperimento condotto da CHI su un gr di 10 b
esperti giocatori di scacchi e un gr di adulti, i compiti che entrambi i gr dovevano
svolgere erano due:un compito di rievocazione in cui dovevano ricordare una lista di
10 numeri, mentre nell’altro dovevano ricordare la disposizione degli scacchi sulla
scacchiera. Compiti che richiedono entrambi la memoria ma si vede che nel primo
aveva risultati migliori il gr degli adulti mentre nel secondo i risultati migliori erano
quelli dei b esperti di scacco. Evidentemente, i b hanno utilizzato la loro conoscenza
relativa agli scacchi per memorizzare e ricordare la configurazione che gli era stara
mostrata. La conoscenza dell’esperienza acquisita ha quindi determinato un
cambiamento nelle modalità di organizzazione e recupero del materiale. Quindi si
può dimostrare come un bambino seppur piccolo ma esperti in un det campo possa
avere capacità migliori che un adulto no esperto. Questa è la dimostrazione del fatto
che l’acquisizione di conoscenze relativi a domini specifici gioca un ruolo di primo
piano nel cambiamento evolutivo.

Tra le diverse componenti del funzionamento cognitivo, le strategie svolgono un


ruolo cruciale a tal punto che lo sv delle funzioni congitive viene descritto come il
passaggio da una fase prestrategica a una strategica. Il termine strategia si riferisce a
sequenze di operazioni eseguite sia in maniera automatica che volontaria. Alcuni
studi hanno messo in evidenza la presenza già dai primi mesi di vita di alcune
strategie percettive analitiche e globali. Una strategia può anche essere definita
come un piano che controlla l’ordine in cui deve essere eseguita una sequenza di
operazioni cognitive orientate ad uno scopo. Quindi le strategie sono operazioni
mentali deliberate dirette ad un obiettivo e finalizzate alla risoluzione di un
problema. Si è visto come la capacità di usare strategie consapevoli dipende dallo
sviluppo delle nostre conoscenze meta cognitive, ovvero quelle conoscenze circa il
funzionamento del nostro sistema cognitivo. Inoltre alcuni studi hanno dimostrato
l’uso di strategie migliori durante lo sviluppo. Infatti man mano che il b cresce è
possibile osservare l’utilizzo di strategie sempre più efficienti. Solo intorno ai 7 anni i
b mostrano di saper usare spontaneamente una strategia, come può essere quella di
ripetizione verbale ovvero reiterazione per ricordare un testo o un info, o anche
quella del Chunking il quale è una strategia di raggruppamento di numero o lettere
che quindi tramite questo raggruppamento consente di ridurre la quantità di info da
memorizzare. L’uso di queste strategie consiste in un processo di trasformazione
delle info finalizzato all’immagazzinamento per favorire il recupero. Alcuni studi
hanno dimostrato come i b non usano spontaneamente la strategia di reiterazione
per ricordare informazioni, ma la usano solo quando viene detto loro di farlo o
quando sono stati abituati a farlo. Ciò che sembra mancare ai b più piccoli è la
consapevolezza relativa a quando e come utilizzare una specifica strategia e in che
modo. Kennedy e Miller videro che dopo la fase di addestramento o abitazione ad
usare la reiterazione, i b mantenevano l’uso di questa strategia solo se veniva dato
solo un feedback circa l’efficacia della strategia sul loro ricordo, ovvero gli viene
fatto notare che la strategia usata ha fornito buone prestazioni. Altri studi affermano
che i processi di controllo coinvolti nell’uso di strategie consapevoli iniziano a
funzionare intorno ai 3 anni e che la loro efficienza cresce all’aumentare dell’età.

LO SVILUPPO CONGITIVO COME LO SV DELLA METACOGNIZIONE.

Il termine meta cognizione indica l’insieme di conoscenze che il sogg possiede sulle
sue attività cognitive e il controllo che egli è in grado di esercitare su di esse. La
conoscenza sulle modalità di funzionamento della nostra mente ci consentono di
sapere quali sono le nostre potenzialità e i nostri limiti e di intervenire attraverso
processi di controllo e monitoraggio. Molti dati hanno dimostrato che tali abilità
metacongitive migliorano notevolmente durante lo sviluppo, in particolare dall’età
scolare e durante l’adolescenza. La conoscenza meta cognitiva si riferisce a tutte le
conoscenze relative alla mente umana e alle sue caratteristiche che ognuno di noi
accumula durante l’esperienza. tali conoscenze possono riguardare persone compiti
o strategie cognitive, ma si è visto che il tipo di conoscenza meta cognitiva che si
sviluppa più tardi è quella circa l’organizzazione delle varie strutture mentali. Una
seconda componente della meta cognizione ha a che fare con il monitoraggio, la
regolazione e il controllo esecutivo del’attività cognitiva.

LO SVILUPPO COME AUTOMODOFICAZIONE:

l’approccio dell’elaborazione dell’informazione enfatizza il ruolo dei meccanismi di


autoregolazione interni attraverso cui un individuo modifica il proprio
funzionamento cognitivo quando riceve un feedback che può essere negativo o
positivo dalle proprie operazioni mentali o dalle proprie azioni. In particolare il
feedback negativo ha un ruolo primario nello stimolare il cambiamento. Secondo
Siegler i b iniziano ad usare regole più avanzate per la risoluzione dei problemi sono
quando vedono che vi è una discrepanza tra le previsioni da loro formulate in base
alla strategia che riuscivano ad utilizzare e ciò che invece accade realmente. Grazie a
questa discrepanza i b riescono a costruire una modalità più avanzata di
funzionamento cognitivo nella quale vengono incorporati i nuovi aspetti del
problema. Secondo quindi l’approccio dell’elaborazione dell’info il sistema cognitivo
è in grado di auto modificarsi attraverso il suo stesso funzionamento. Il sistema cioè
produce cambiamento sulla base dei feedback prodotti dalle operazioni mentali o
dalle azioni.

Lo sv come processo continuo: uno dei principali contributi alla diffusione del
cognitivismo e dell’HIP è il passaggio dalla concezione dello sv come discontinuo
caratterizzato quindi da modificazioni di natura qualitativa ad una visione dello sv
come continuo, e quindi come caratterizzato da modificazioni quantitative più che
qualitative. Si può affermare che all’interno dell’approccio dell’elaborazione
dell’informazione lo sv cognitivo sia inteso come un processo continuo e
quantitativo poiché consiste in un incremento di efficienza con la quale i processi di
controllo manipolano l’info e ne consegue un aumento delle rappresentazioni
ovvero della conoscenza.

LO sv come processo Dominio- specifico: un’altra rilevante affermazione della teoria


dell’HIP è la visione dello sv come Dominio.Specifico ce coinvolge in momenti diversi
aree diverse del funzionamento cognitivo. Tale concezione è una diretta
conseguenza delle informazioni avute sull’architettura delle mente adulta che
appunto era dominio specifica. Tale struttura sarebbe formata da un collezione di
elaboratori cognitivi o meccanismi computazionali isolabili e specializzati dal pdv
funzionale. Durante il processo di sviluppo vi sarebbe proprio una crescente
specializzazione di tutti questi meccanismi. La concezione dello sv che ne deriva è
che esso è un processo che riguarda singoli domini che poi si specializzano nel corso
del tempo. Quindi lo SVCO viene visto come lo sv di domini specializzati.

Ruolo dei fattori biologici e dell’esperienza nel proc di sviluppo:

né il comportamentismo né la teoria di Piaget attribuiscono al b un’architettura o


una conoscenza innata, entrambe le teorie gli attribuiscono solo dei processi
generale i quali poi si vanno a specificare per via biologica. Le due teorie sono
accumunate dalla concezione della mente del neonato come vuota di conoscenze,
per il comp è una tabula rasa, per piaget solo dopo pochi mesi il b viene assalito da
una serie caotica di info e stimoli. Anche l’HIP assume l’esistenza di proc cognitivi di
base stabiliti e presenti già alla nascita che garantiscono il funzionamento della
mente sin dai primi giorni di vita e consentono lo sv, la teoria dell’HIP prevede che le
strutture e i proc di base per il funzionamento del sistema siano presenti fin
dall’inizio, infatti fin dalla nascita il b viene visto come un elaboratore di info che
vengono codificate e trasformate. Tali meccanismi elementari che il b possiede fin
dalla nascita non sarebbero altro che il prodotto dell’evoluzione piuttosto che dello
sv e non sono soggetti a cambiamento, ciò che si modifica è invece la natura delle
rappresentazioni alle quali tali proc sono applicati. Ciò ha portato ad una rivoluzione
della cognizione infantile.

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