INTRODUZIONE
a) Nel 1967 viene pubblicato Biologie et Connaisance di Piaget, dove vengono collegate le regolazioni
o organiche e i processi cognitivi, collocandoli su un terreno epistemologico, fondato sul concetto di
isomorfismo (forma uguale/costituito da elementi uguali) tra evoluzione biologica e cognitiva. Pone
a confronto le funzioni e le strutture dell’organismo con quelle denotanti le differenti forme della
conoscenza secondo una successione di livelli di complessità crescente. L’ipotesi centrale è che i
processi cognitivi siano sia la risultante dell’autoregolazione organica (di cui riflettono gli essenziali
meccanismi) e come gli organi più differenziati di questa regolazione in seno alle interazioni con
l’esterno.
b) L’opera di Piaget fu criticata da Evert Willem Beth, un logico olandese. Al seguito di queste critica
Piaget sostiene la necessità di condurre studi basandosi su più punti di vista, e la necessità di
coordinare risultati logici e dati psicologici. Quindi bisogna condurre studi riferendosi non ad un
oggetto puntuale ma ad un soggetto epistemico.
c) Nel 1950 vengono pubblicate tre opere fondamentali di Emile Mayerson, Leon Brunschivcg ed Ernst
Cassirer, che segnano l’avvio idi una nuova corrente di studi. Si analizza da un punto di vista
psicogenetico e storico-critico le costruzioni delle conoscenze in un vasto ambito di discipline. si
tratta di studiare le conoscenze non più da un unico punto di vista logico, ma tendendo conto
anche della loro componente storica.
Nel 1967 viene pubblicato Logica e conoscenza scientifica che prende in considerazione la logica, a cui viene
attribuita la prima posizione, seguita da matematica, fisica, biologia, e le scienze dell’uomo.
Piaget propone una lettura meta-psicologica, in quanto volta ad esaminare le varie modalità con cui gli altri
autori discutono a proposito di come si sviluppino ed evolvono specifiche discipline. l’epistemologia
genetica coglie le illimitate ed indefinite costruzioni che il soggetto individuale, così come i soggetti nella
loro storia, realizzano o potranno realizzare. In questo modo la diatriba tra la prospettiva empiristica e
quella innatista è superata da un nuovo strumento di studio chi costituisca dialetticamente le conoscenze.
La dialettica è da intendersi come il metodo generale che consente di andare al di là di statiche posizioni e
superare tutte le barriere. Il problema della conoscenza costituisce l’asse portante nell’opera di Piaget, in
cui abbiamo l’assunto che le differenti forme in cui si suddividono le conoscenze siano il prodotto di una
costruzione, che prende avvio da una globale situazione caotica e che nel loro perfezionamento
comportano molteplici modalità di strutturazione che non sono mai fisse ed immobili anzi si rinnovano e
cambiano.
La posizione costruttivista di Piaget trae le sue fondamenta in due componenti: quella più esplicitamente
filosofica (fenomenologia) e quella epistemologica (costruttivismo), che egli ha cercato di sintetizzare in un
costruttivismo dialettico. Egli sottolinea che sussiste un principio di inseparabilità tra l’atto di conoscere
qualcosa e quello del conoscere se stessi. L’esperienza per Piaget è un’attività di compartecipazione
dell’individuo alla produzione della conoscenza, dell’esperienza fa parte anche la comunicazione. Ne deriva
che anche a livello del linguaggio non esiste un insieme di proposizioni oggettive, ovvero sempre valide.
Interazione tra soggetto conoscente ed oggetto da conoscere è il modo in cui si formano le conoscenze, che
possono essere intese quali azioni compiute dal soggetto nei confronti dell’oggetto, che si dipanano lungo
un percorso di evoluzione cognitiva. La conoscenza del soggetto non è quella di un soggetto in sé ma quella
dell’atto che gli consente di cogliere i rapporti tra gli oggetti e quello tra lui stesso e gli oggetti.
→ Si deve sottolineare l’irreversibilità di ogni conoscenza, esaminata nella sua formazione e sviluppo.
Le conoscenze sono di volta in volta costruite e dunque acquisite, e costituiscono una struttura in
virtù della quale il soggetto dispone degli strumenti adatti a fare proprie situazioni nuove.
All’interno del processo di evoluzione cognitiva sussiste una dinamica che comporta una continua
instabilità e destrutturazione, che si risolve in una successiva ricostruzione ed una nuova
stabilizzazione.
→ Si ha una crescente complessificazione dei fenomeni conosciuti e di quelli conoscibili. Siccome ogni
fenomeno produce una sua rappresentazione attiva da parte del soggetto, si ha che la nostra
conoscenza è costantemente modificata rispetto al fenomeno colto nella sua immediatezza. Questo
grazie all’astrazione riflettente.
→ I fenomeni in quanto tali sono colti sincronicamente e diacronicamente e questo per consentire
una loro effettiva assimilazione e dunque comprensione. C’è l’assoluta necessità di correlare
sempre la modalità sincronica e quella diacronica poiché solo in questo modo sarà possibile
cogliere i rapporti tra le conoscenze e le scienze, la loro immediatezza o mediatezza, l’aggancio al
futuro tramite il passato e la ripresa del passato verso il futuro. Questo favorisce un’effettiva
interazione tra soggetto conoscente ed oggetto da conoscere.
Qualsiasi costruzione cognitiva si fonda su un metodo dialettico di ragionamento, che trae sempre origine
da precedenti esperienze e dalla loro componete euristica. Bisogna tradurle in proposizioni che rimandino
a possibili conoscenze, che in quanto tali possono essere passibili di riproduzione e i ulteriori ampliamenti.
La nozione di verità deve essere sostituita con quella di possibilità e dunque, non si dovrà più ricorrere a
dimostrazioni tramite deduzione quanto invece ad accettazione per argomentazione. Gli obbiettivi che si
pone il costruttivismo: nell’ottica piagetiana occorre immettere una prospettiva teleologica con cui si indica
una concezione secondo la quale gli eventi si realizzano per uno scopo o un fine, e quella teleonomica dove
ci si rifà al finalismo insito delle strutture e delle forme tipiche degli organismi viventi dovuto all’azione della
selezione naturale.
Il costruttivismo è una delle più esplicite manifestazioni della teoria della complessità, poiché lo si può
intendere quale una continua e dinamica integrazione tra differenti prospettive teoriche, le quali sono
collegate tra loro in contesti decentrati e sconnessi. Piaget ha posto le basi relative al superamento
dell’alternativa atomismo/olismo ed alla concezione dell’organismo come insieme di sistemi gerarchico e
stratificato ed ha colto che la chiusura di un sistema deve essere intesa in senso organizzazionale e perciò
non si contrappone ma si accompagna alla sua apertura termodinamica. Non esiste più una gerarchica che
stabilisca la maggiore o minore importanza dei livelli dei sistemi viventi, anzi emerge la necessità di una loro
correlazione. Abbiamo il superamento del vecchio ordinamento secondo cui la complessità di un oggetto
fosse l’ostacolo più grande per la conoscenza oggettiva. Si è collocati in una dimensione cognitiva altra, in
cui viene superata la visione di Kant e si adotta quella di Edgar Morin che distingue la causalità esteriore e
causalità interiore, dove quest’ultima rimanda ad una finalità immanente che diventa evidente con
l’emergere di organizzazioni sempre più complesse. Bisogna uscire dalla causalità lineare ed entrare in una
causalità complessa che è relazionale.
Il termine epistemologia si rifà alla ricostruzione dei metodi utilizzati dalle scienze nelle sue analisi,
sottolineando la genesi e la formazione delle stesse. J. Piaget parla di differenti epistemologie (logica,
matematica fisica biologia e scienze dell’uomo) presentando come:
1. Esterne: volte ad esaminare i percorsi o procedimenti razionali
2. Interne: dedite allo studio degli elementi propri della scienza in questione.
Sono importanti i lavori di George Boole e G. Frege che presentano la seguente situazione: la logica è della
matematica, ne è una parte, tuttavia analizzando la matematica e ricercandone i suoi fondamenti, vediamo,
che si può ricondurli a proposizioni della logica generale. A questo punto di entra nuovamente nel campo
della filosofia, intesa come filosofia della matematica. Definiamo epistemologia interna alla matematica lo
studio dei problemi riguardanti la genesi e la formazione dei concetti. J. Piaget si rifà ad un’epistemologia
interna alle scienze trattate. Bisogna individuare i possibili collegamenti delle differenti forme della
conoscenza in modo da far derivare la loro unitarietà sulla base delle loro epistemologie interne. Piaget
propone anche un’epistemologia derivata: una riflessione riguardo a quelli che sono i significati di ciò che di
volta in volta si acquisisce, interconnettendoli con l’insieme delle nozioni possedute in campi ad esso
connessi. L’epistemologia genetica, attraverso lo studio della psicologia genetica della conoscenza, diviene
un’effettiva teoria scientifica, che si spinge oltre le teorie neokantiane, neopositiviste e della filosofia
analitica.
Implicazione significante: rimanda ad una connessione, un rapporto che si pone tra due proposizioni
(antecedente e conseguente) con l’intento di evidenziare le relazioni dei rispettivi valori di verità. Vale a
dire che in una tavola di verità concernente due preposizioni, alle quali si assegnano tutti i possibili valori di
verità e falsità. L’implicazione è sempre vera salvo quando A sia vera e B falsa. Si divide poi:
1. Implicazione materiale: concernente la definizione formale delle due proposizioni
2. Implicazione semantica: tiene conto del significato della prima proposizione che solo se vera
impone verità alla seconda.
L’implicazione significante, nella visione psicogenetica è strumento di coordinazione tra gli schemi di
azione.
E. von Glaserfeld apporta un’apertura al costruttivismo e ritiene che la conoscenza sia un processo ancor
prima di un risultato, formata dall’azione e dall’interazione e da intendere come una ricerca di agire a
pensare in relazione ai fini preposti. Questo impedisce di ridurre l’epistemologia costruttivista ad una
semplice per quanto utile metodologia didattica ed a dotarla di un alto valore filosofico. Siccome ciò che si
apprende tramite costruzione è condizionato dalle influenze dell’ambiente sociale, si tende ad investigare
su quanto quest’ultimo abbia influenza sulla crescita cognitiva dell’individuo. Piaget rimanda ad una lettura
del costruttivismo volta ad esaminare le comunicazioni interne ai sistemi sociali, oltre alle possbili strategie
di apprendimento. Il costruttivismo si è amplificato a proposito della modalità di intendere la conoscenza in
rapporto al progresso della cibernetica, nell’ottica del costruttivismo la cibernetica è lo strumento con cui si
indaga una realtà costruita ed agita dal soggetto stesso. Da qua deriva la divisione di Forster tra cibernetica
prima e seconda cibernetica. Il testo di Piaget apporta nuove nozioni alla teoria dei sistemi, che ora può
essere letta dal punto di vista di un sistema auto-referenziali che pur essendo organizzativamente chiuso, è
in grado di compensare le perturbazioni provenienti dall’ambiente esterno, mantenendo la propria
organizzazione.
Le epistemologie meta-scientifiche
La prima delle grandi epistemologie è stata incentrata sulle matematiche ed era realista. Questa
epistemologia era quella greca e si basava sulle operazioni logico-matematiche che si sono costruite nella
storia prima dell’esperienza fisica, chimica e biologica, sono ricavate dalle azioni del soggetto sull’oggetto e
possono essere utilizzate senza coscienza della loro esistenza. Pitagora riteneva che i numeri interi
costituivano gli elementi degli oggetti e delle figure ma il realismo pitagorico è sfociato in una crisi con la
scoperta dei numeri irrazionali. Platone ipotizza l’esistenza di forma ed idee che non derivano dal mondo
sensibile ma da un universo distinto dalla realtà sensibile, in cui il soggetto può percepirle per intuizione
diretta ma immateriale. L’epistemologia platonica ha costituito una dottrina meta-scientifica. Aristotele
attribuisce alle forme e alle idee un ‘esistenza indipendente dal soggetto ed ai quali lo stesso soggetto era
subordinato: da qui la teoria delle Forme immanenti agli oggetti, che determina le loro proprietà. Il
soggetto scopre queste forme attraverso la percezione degli oggetti e l’astrazione. Il problema è che
Aristotele ha mancato la connessione tra logica e matematica. Solo tra il XVI e il XVII abbiamo una presa di
coscienza con un’attitudine sintetista (libertà delle costruzioni). Due eventi fondamentali sono stati:
1. La costruzione dell’algebra, quale disciplina autonoma valida ed importante tanto quanto la
geometria
2. La sintesi dell’algebra e della geometria in una geometria analitica scopre da Cartesio.
Cartesio è in opposizione con Aristotele e fonda la moderna epistemologia esprimendo tre idee centrali:
1. L’esistenza di un soggetto cosciente e non più contemplativo
2. Un parallelismo tra estensione e pensiero, incorporando così il movimento nel dominio delle idee
chiare e distinte
3. Generalizza le possibili applicazioni della matematica e della fisica. Questo produce un importante
teoria della causalità che occupa tutta la moderna epistemologia. La scoperta del Cogito ha portato
al superamento del realismo degli antichi.
Newton e Leibniz hanno inventato il calcolo delle flussioni o anali infinitesimale. Kant si è definitivamente
staccato dal realismo delle apparenze, per collocare nel soggetto l’origine della necessità deduttiva e delle
differenti strutture che rappresentano l’oggettività. Ha scoperto il ruolo delle categorie a priori, la
possibilità dei giudizi sintetici a priori da aggiungere ai giudizi analitici. Tutti questi autori hanno superato le
precedenti teorie e ne sono usciti, da qua deriva il concetto di epistemologia meta scientifica.
Le epistemologie parascientifiche
Si sforzano di prendere avvio da una critica particolarmente restrittiva per fondare una conoscenza di
differente forma. Importante è la teoria della conoscenza costruita da Bergson. L’idea è che la scienza è
sempre meno obiettiva e sempre più simbolica, nella misura in cui procede dal fisico allo psichico,
attraverso quel che è vitale. Esisterebbe quindi una differenza tra le conoscenze di natura intuitiva da un
lato e scientifica e razionale dall’altro. C’è un’inadeguatezza della scienza e nell’intelligenza nel raggiungere
l’essenziale potere di costruzione continua dovuta ai processi mentali e vitali. Bergson si impegna a
difendere due nozioni:
1. L’intelligenza è legata all’azione
2. L’autentica conoscenza è una costruzione continua e creatrice di nuove strutture.
Bergson ha svolto una buona critica dell’immagine ma ha mancato quella dell’operazione in quanto tale.
In conclusione, le antitesi bergsoniane descrivono solo una dualità di aspetti all’interno delle funzioni
cognitive e non una critica all’intelligenza in quanto tale e neppure alla scienza. La ricerca opposizione tra
tempo fisico e durata psicologica risulta fittizio.
L’epistemologia fenomenologica
L’idea essenziale è che esista una intuizione delle essenze, ma che le essenze siano inseparabili dai
fenomeni o dai fatti. Il passaggio dal fatto all’essenza viene chiamata riduzione fenomenologica e consiste
in una sorta di liberazione dalla natura e dal proprio corpo. Secondo Husserl gli studiosi ricorrono
continuamente all’intuizione delle essenze, ma senza dubitarne: se le contestano non è in funzione della
stessa ricerca scientifica ma quando fanno filosofia della loro scienza e cedono alle credenze positiviste od
empiristiche. In psicologia vuol giungere ad una teoria della conoscenza quale vissuto intenzionale. In
psicologia vuol giungere ad una teoria della conoscenza quale vissuto intenzionale. L’altro aspetto della sua
dottrina consiste nel volere superare le scienze od alcune tra queste. La fenomenologia si propone di
fornire l’analisi dettagliata, che tende a superare un certo numero di discipline, alcune formali ma altre
genetiche, e ritiene di poter completare quest’ultime tramite una ricostruzione delle genesi ideali. Husserl
vuole cogliere l’origine del mondo poiché le forme sono allo stesso tempo le essenze determinanti. Husserl
ammette la legittimità della psicologia in quanto scienza della natura, per quanto si limiti allo studio del
soggetto reale inserito nell’universo spazio-temporale. Husserl si converte all’anti-psicologismo e si sforza
di andare oltre ai dati sperimentali nella direzione delle essenze e per dare vita ad una psicologia
intenzionale atta a questo superamento.
Le epistemologie scientifiche
Propongono l’esclusivo fine di spiegare la conoscenza scientifica e non mirano più alla conoscenza in
generale, si propongono di derivare il valore della conoscenza scientifica ma con una novità: si trovano alla
presenza di una proliferazione di scienze considerevole e di un divenire imprevedibile. Le scienze sono
intese sempre più aperte e non definitive. Hanno tre origini:
1. Presenza di continue trasformazioni delle scienze e alcuni epistemologi hanno la pretesa di stabilire
i principi di queste attraverso un sistema di norme ne varietur (esempio è Comte)
2. Interesse dei filosofi a ricercare nella filosofia delle scienze le informazioni che le riflessioni
speculative non poteva loro fornire a proposito delle trasformazioni della conoscenza
3. Riflessione degli stessi studiosi sugli strumenti di conoscenza di cui dispongono per le loro scienze.
Le correnti positiviste
Vuole stabilizzare le trasformazioni, tendendo da un lato a delimitare le frontiere, e dall’altro a stabilire una
volta per tutti i principi ed i metodi di queste stesse scienze. Molto importante è l’opera di Comte:corso di
psicologia positiva. Il punto iniziale del positivismo di Comte è che esiste una stabile frontiera tra la filosofia
metafisica e le scienze, basata sulla stessa natura dei loro rispettivi problemi. Secondo il positivismo
esistono problemi che per natura sono scientifici e quindi comportano certi specifici metodi di soluzione, e
vi sono altri che spettano alla metafisica. Secondo Comte la scienza si occupa di fenomeni e non della
natura delle cose, e la scienza conosce solo leggi ed ignora il modo di produzione dei fenomeni, vale a dire
la causalità. Riduce il ruolo della deduzione ed impone agli studiosi la considerazione di sfere di reltà tra
loro irriducibili. Vuole porre delle barriere tra i fenomeni ed i modelli che li ampliano o tra le leggi da un lato
e le cause dall’altro, riducendo queste ultime alla deduzione applicata a tali modelli. Il neopositivismo
contemporaneo segna un progresso dall’epistemologia di Comte.
LOGICA
Ogni disciplina scientifica si amplia di per sé stessa in una epistemologia interna che è la teoria dei propri
fondamenti, e un’epistemologia derivata che consiste nel mettere quella interna in relazione con quella
delle altre scienze. Nel caso della logica l’epistemologia interna quasi si confonde con la logica stessa.
Costruzione e rigore
Se gli esseri logico-matematici sembrano prodotti di una costruzione il problema è quello di comprendere
come questa costruzione sia in grado di regolarsi e di rimanere rigorosa, pur dando vita a oggetti nuovi.
Questo prende il nome di problema della fecondità e del rigore e si suddivide a sua volta in due
sottoproblemi
1. Il problema logico del riduzionismo : le nuove strutture che la costruzione genera si riducono a
quelle utilizzate come strumenti per la stessa costruzione, oppure la costruzione introduce novità
irriducibili e questo legittima logicamente la nozione di costruzione.
2. Il problema psicologico consiste nello stabilire se una scoperta era predeterminata oppure
preformata nell’insieme delle conoscenze già acquisite.
Il problema della costruzione ha attraversato diverse fasi. La costruzione è la specificazione degli oggetti, la
cui esistenza è garantita dagli assiomi, dunque è la possibilità produrli o denotarli uno ad uno. Inizialmente
la costruzione è stata opposta all’identificazione, successivamente il movimento logicista ha introdotto altre
due idee contrarie alla costruzione.
o Riduzione della matematica e della logica: è fallito perché è impossibile dedurre i numeri di classi e
relazioni logiche senza una sintesi. Questa sintesi produce la costruzione del ragionamento ricorsivo
che permette di generalizzare una proprietà per l’intera successione dei numeri.
o Natura tautologica dell’una e dell’altra: non si riduce ad una identità ma si basa su una
combinatoria ed esprime la situazione nella quale un insieme di alternative è sempre vero.
Oggi il problema della costruzione si pone sul terreno dei limiti e delle condizioni della formalizzazione:
dato che una teoria formalizzante non assicura la sua coerenza, l’unica via per raggiungere questo rigore
consiste nel costruire un sistema, che superi quello precedente inglobandolo completamente. In questo
modo Gentzen ha assicurato la non-contraddizione dell’aritmetica classica. Questo produce un
cambiamento, si passa dalla prospettiva piramidale ad una che basa su una serie di costruzioni continue,
ciascuna delle quali colma le lacune della precedente. Sussistono due problemi:
1. Il problema sollevato da Cournot: divide due dimostrazioni matematiche, le prime si occupano di
stabilire la verità di una conclusione, e le seconde la ragione di questa conclusione. Ci si chiede in
cosa consiste questa ragione: una dimostrazione è tanto più soddisfacente quanto più sovente
faccia appello alle leggi di composizione della struttura dell’insieme più prossimo, da cui dipende
questo teorema.
2. Ci si chiede come sia possibile come le costruzioni conservano la loro coerenza e rigore . È la realtà
delle strutture che rende possibile la stabilizzazione e nello stesso tempo la costruttività.
Empirismo-platonismo-apriorismo e dialettica
L’empirismo è insufficiente perché considera l’essere vivente composto da strumenti, mentre l’ambiente
fisico consiste in fenomeni e l’assimilazione del reale attraverso gli strumenti degli esseri viventi e pensanti
può essere solo progressiva. Il platonismo senza oggetto trascendentale si limita a prendere atti del duplice
processo di matematizzazione della realtà sensibile e della crescente necessità interna alle costruzioni
deduttive. Decidere la non contraddizione dell’universo formale nel nome della sua esistenza rappresenta
solo un’avventura. L’apriorismo ha un carattere statico dovuto alla sua illusoria esigenza di
trascendentalismo o cominciamento assoluto. L’interpretazione dialettica è quindi quella più adeguata,
l’idee centrali sono quelle di sviluppo e di sintesi. La sintesi consiste nel proporre una tesi T, negarla in
antitesi non-T e superarle entrambe conciliandole con S, che abbia in sé l’essenziale di T e di non-T ma con
l’aggiunta di nuove proprietà, che eliminano la contraddizione.
1. Platonismo 4. Empirismo
OGGETTO ...indipendentemente da Riduzione alla 7. Dialettica della
ogni oggetto conoscenza dell’oggetto natura
non trascendentale o
fisico.
5. Normalismo e
2. Apriorismo … convenzionalismo
SOGGETTO indipendentemente da Intervento del soggetto 8. Relativismo storico
ogni soggetto che è ridotto all’attività
trascendentale con le sue linguistica consistente nel
intuizioni a priori coordinare segni
convenzionali.
6. Identificazione
Riduce l’attività del
soggetto all’impiego del
INTERAZIONE 3. Fenomenologia … principio di identità e
OGGETTO x indipendentemente sia dal concepisce la conoscenza 9. Dialettica
SOGGETTO soggetto che dall’oggetto degli oggetti come una
riduzione del complesso
al semplice, e ritrova in
ogni processo cognitivo
un’interazione tra
l’identico razionale e il
diverso imposto dal reale.
I superamenti interni
Ci sono superamenti continui e un carattere si progressiva totalizzazione. Superamenti interni significa che
il sistema si rinnova espandendosi, ma che si espande e si rinnova contemporaneamente senza superare le
proprie frontiere ma soltanto rielaborandole. Questi superamenti avvengono perché l’oggetto si modifica
secondo l’accezione che è la fine di ogni scienza, questo perché l’oggetto non si presenta su un solo piano
ma è distribuito secondo scale di osservazione così differenti che relazioni, modelli o strutture adeguate per
una scala non lo sono per un’altra. Nemmeno il soggetto è dato in forma permanente poiché si elabora in
funzione degli strumenti materiali od interiorizzati che produce per agire sull’oggetto. l’oggetto conosciuto
e il soggetto sono condotti, in funzione delle azioni, ad un duplice movimento correlativo di oggettivazione
ed interiorizzazione. Ciascuno di questi due processi si caratterizza con due movimenti, la cui simmetria si
può considerare longitudinale, di progressiva costruzione e di riflessione retroattiva. Quindi abbiamo
l’oggettivazione ed interiorizzazione da un lato e la progressione e retroazione dall’altro: questo è il
quadruplo aspetto della costruzione proprie ai differenti tipi del sapere. Queste caratteristiche non si
distribuiscono mai su un piano uniforme ma attestano la presenza di continue opposizioni da superare e di
perpetui ostacoli, esterni ed interni, da sopravanzare. Essendo il soggetto un sistema di azioni e di
coordinazioni che le collegano, per cogliere le relazioni tra l’oggetto e le strutture non basta considerare la
situazione ad un livello particolare dello sviluppo psicologico ma bisogna risalire alle genesi e comparare tra
loro le tappe del divenire. Nel risalire alle origini si constata che ogni azione svolta dall’essere vivente nel
contesto presuppone una ordinazione di forma generali, ovvero pre-logiche e pre-matematiche.