Sei sulla pagina 1di 9

LO STRUTTURALISMO

IL CONCETTO DI STRUTTURA
Il concetto generale di struttura è essenziale per ogni analisi del sociale, esso permette di indicare l'insieme
di relazioni relativamente stabili basate su mediazioni simboliche di tipo normativo, sul quale si regge il
sistema sociale.
Il concetto di struttura è connesso con quello di totalità o di sistema, fino quasi a confondersi con essi.

Unità strutturale: l'unità che risulta dalla composizione degli elementi, ha caratteristiche proprie e distinte,
questo significa che le relazioni tra gli elementi hanno un' importanza fondamentale e hanno un senso solo
se considerati nella posizione che occupano nell’insieme. Inoltre si presuppone che le relazioni che
collegano i vari elementi nel sistema costituiscono delle dimensioni invarianti, il concetto di invariabilità è
connesso a quello di struttura.
Se il sistema è l'unità degli elementi variabili e invariabili di un insieme, la struttura rappresenta la
dimensione invariabile senza la quale esso non potrebbe sussistere. Il concetto di struttura si può
applicare a tutti gli aspetti della realtà , sia a livelli macroscopici , sia a livelli microscopici.
Per questa ragione il concetto di struttura ha assunto un' importanza centrale, può costituire la base dello
scambio interdisciplinare tra le varie scienze naturali e umane.

Il problema che ci si pone è se le strutture siano il puro risultato delle nostre operazioni conoscitive o se
siano presenti nel mondo fisico naturale come in quello socioculturale e noi non facciamo altro che
scoprirle.

I modi di concepire le strutture sono i seguenti:

1. Come elementi immutabili che presiedono a tutte le dimensioni dell'universo

2. Come leggi oggettive interne ai reali processi evolutivi della natura e verificabili empiricamente

3. Come categorie trascendentali a priori che presiedono alle nostre operazioni conoscitive

4. Come strutture permanenti inconsce che possono essere colte solo in base a costruzioni deduttive
di modelli astratti

5. Come prodotti casuali dei mutamenti della storia

6. Come l'azione interne alla psiche del soggetto nel suo rapporto operativo con la realtà esterna

7. Come uno schema fisso innato che costituisce la base comune delle lingue e presiede alle loro
trasformazione

Dal momento che non si può arrivare a definire una struttura delle strutture, ogni struttura deve essere
considerata come una forma di riduzione della complessità dell'esperienza. Quindi la struttura non deve
essere considerata né come dimensione immutabile, né come categoria, ma semplicemente va intesa come
un paradigma teorico cioè un metodo di analisi utile per organizzare le nostre conoscenze.
LO STRUTTURALISMO NELLA PSICOLOGIA
Il maggiore impulso all'adozione di modelli strutturalisti in psicologia è dovuto alla GESTALTPSYCHOLOGIE, o
psicologia della forma.
La psicologia della gestalt sostiene che l'esperienza percettiva è un processo dinamico attivo, organizzato
secondo principi strutturali propri. La percezione non può essere scomposta in sensazioni ma deve essere
considerata come un tutto. Il nostro cervello non reagisce a stimolazioni separate ma bensì agisce sin
dall'inizio come totalità dinamica di organizzazione del campo percettivo.

Utilizzando il concetto di campo, Kurt Lewin afferma che il comportamento di un individuo non deve essere
ricondotto alla supposta presenza di una tendenza insita, il comportamento è funzione dello Stato della
persona nel momento considerato e dell’ambiente psicologico in cui essa si trova, quindi il comportamento
va analizzato sia in termini dell'interdipendenza interna di regioni diverse della persona sia in termini del
rapporto con il suo spazio di vita.
Lewin analizza la dinamica di gruppo o campo dinamico nel quale ogni parte dipende da ogni altra parte.
Ritiene quindi che i singoli eventi psichici , l'insieme delle esperienze cognitive, emotive, pratiche, si
compongano simultaneamente in una totalità che ha le sue caratteristiche proprie e come tale determina i
comportamenti. È possibile così individuare determinate possibilità positive o negative cogliendo le
strutture del reticolo delle interazioni dei diversi fattori presenti nel campo.

La psicologia genetica di Piaget invece fonda le basi per un nuovo metodo, la teoria psicogenetica dello
sviluppo cognitivo. Per Piaget la struttura deve essere pensata come un insieme di relazioni statiche
(Sincronia) ma anche come un sistema in continua trasformazione (Diacronia).

Piaget critica le concezioni dell’empirismo classico: non ci sono mai solo percezioni di fatti , queste ultime
sono sempre inquadrate in schemi di azione.
La conoscenza infatti procede dall’azione, tramite processi non di semplice associazione tra oggetti ma di
assimilazione degli oggetti in uno schema d'azione e di accomodamento. La simulazione cognitiva mostra
che i fatti sono sin dall'inizio interpretati utilizzando quadri logico matematici, secondo una
concettualizzazione dovuta al soggetto , la quale esclude l'esistenza di fatti puri. Questa analisi mette anche
in evidenza l'errore del comportamentismo (BEHAVIORISM) che interpretando il rapporto soggetto-oggetto
in termini di stimolo risposta, non tiene presente che lo stimolo è già inquadrato in uno schema strutturato.

La prospettiva di Piaget rifiuta il carattere a priori della struttura, sottolineando la dimensione dialettico
processuale del momento conoscitivo.

LO STRUTTURALISMO NELLA LINGUISTICA


Oltre alla teoria della Gestalt una delle più importanti fonti dello strutturalismo è il corso di linguistica
generale del linguista svizzero Ferdinand de Saussurre.
Per Saussure il linguaggio appare come un insieme di fenomeni e di segni , ovvero come una struttura
indipendente ed esterna all’individuo.

È importante la distinzione tra langue e parole.

La lingua è l'insieme delle abitudini linguistiche che permettono all’individuo di comprendere e di farsi
comprendere, come tale è un prodotto sociale non modificabile a piacere, ma il linguaggio si realizza nella
parola, che la parte individuale del linguaggio.

L'Interdipendenza tra lingua e parola può essere vista come un rapporto circolare in cui la parola è
all'origine della lingua. Pur riconoscendo uguale importanza di lingua e parola, Saussurre ha limitato le sue
analisi al fenomeno della lingua. L'autonomia della lingua si basa sul carattere di arbitrarietà, ossia sul fatto
che l'insieme dei significanti di cui è formata una lingua non ha nessun vincolo oggettivo con i significati.

Saussurre afferma che ogni elemento ha valore solo per la posizione che occupa nella rete di relazioni di cui
è formato il sistema lingua. E’ chiaramente espressa l'importanza che assumono la relazione e il riferimento
alla totalità strutturale per la comprensione dei singoli elementi. I rapporti tra gli elementi del sistema
linguistico funzionano in base a combinazioni o sintagmi. La lingua può essere analizzata come sistema
statico che si presenta nella sua dimensione sincronica. La descrizione di questo stato è data dalla
grammatica, che comprende la morfologia e la sintassi.

Saussurre considera la distinzione tra morfologia e sintassi come illusoria, in quanto esiste un’intima
solidarietà tra forme e funzioni.

Il sistema linguistico non è in sé statico , ma si trasforma continuamente, perciò bisogna tener conto della
sua dimensione diacronica. Le alterazioni del sistema della lingua, che provengono dalla parola, agiscono
uno sull’ altro elementi e devono essere studiate in relazione al sistema stesso.

Saussurre ha influenzato tutta la linguistica successiva, tra i successori è importante la teoria della
comunicazione di ROMAN JAKOBSON, la teoria glossematica di LUDWING HJEMSLEV, la semantica
strutturale di GREIMAS, la teoria della grammatica trasformazionale e generativa di NOAM CHOMSKY.

La teoria di CHOMSKY costituisce il tentativo più ambizioso di cogliere le strutture immutabili di tutte le
lingue. A partire da uno schema fondato geneticamente, secondo CHOMSKY, È possibile individuare una
serie di regole generali di trasformazione.

LO STRUTTURALISMO NELL’ETNOLOGIA: LA TEORIA DI CLAUDE LÉVI-STRAUSS


Il modello di una struttura costante della lingua elaborato da Saussure è alla base dell’antropologia
strutturale di CLAUDE LÉVI-STRAUSS.
LÉVI-STRAUSS Individua la possibilità di fondare l'analisi etnologica su basi più solide scientifiche. Le leggi
generali che presiedono le diverse formazioni sociali e culturali devono essere cercate in una struttura
sottostante inconscia. LÉVI-STRAUSS ritiene di aver risolto l'antinomia tra determinismo storico e finalismo
attivo della coscienza, cogliendo la posizione intermedia tra le due dimensioni tramite il concetto di finalità
inconscia dello spirito. La struttura profonda può essere rilevata solo andando al di là dei contenuti
manifesti delle norme sociali. Per cogliere le costanti generali della società , non si devono cercare i
contenuti comuni alle diverse culture , ma la forma logica invariante che presiede a tutte le relazioni
concrete. Se l'attività inconscia consiste nell imporre forme a un contenuto e se queste forme sono
fondamentalmente le stesse per tutti gli individui bisogna cogliere la struttura inconscia sottostante a ogni
istituzione o a ogni usanza per ottenere un principio di interpretazione valido per altre istituzioni e altre
usanze.

LÉVI-STRAUSS Non considera la storia come un processo evolutivo, ma come l'attuazione di modalità
temporali delle leggi universali dell’attività inconscia dello spirito. La storia è un punto di partenza
indispensabile, ma per cogliere la struttura sottostante agli eventi bisogna uscire dalla storia stessa.

LÉVI-STRAUSS non attribuisce alle strutture immutabili lo statuto ontologico di strutture innate, ne quello di
un puro schema concettuale. Le strutture fanno parte del reale, ma non della realtà empirica, sono esterne
all’osservatore, ma allo stesso tempo emergono solo attraverso la sua costruzione concettuale.
LÉVI-STRAUSS si riconosce nella definizione di un kantismo senza soggetto trascendentale, un sistema
categoriale senza riferimento a un soggetto pensante.

Rispetto allo schema marxiano del rapporto tra infrastrutture e sovrastruttura, la struttura costante di LÉVI-
STRAUSS sembra porsi come uno schema concettuale intermedio. Il modello strutturale appare come uno
strumento efficace per mettere in relazione i diversi elementi di uno stesso fenomeno. Da questo punto di
vista quindi può essere considerato come una griglia interpretativa che, applicata alla realtà, mette in
evidenza corrispondenze inaspettate.

Per LÉVI-STRAUSS, tuttavia, questo modello diventa anche la norma che regge effettivamente l’agire
sociale.

LÉVI-STRAUSS Applicato il metodo dell'analisi Strutturalista al fenomeno del totemismo di Durkheim, alle
strutture della parentela e all'analisi dei racconti mitologici.

 Il totemismo, in quanto in quanto fenomeno di identificazione di esseri umani con una pianta o un
animale, Può essere considerato come un caso particolare di denominazione differenziale.
LÉVI-STRAUSS Rivolge una critica a tutte le teorie che partono dai bisogni e dai sentimenti
individuali, ritenendo che esse sono sempre delle conseguenze e non delle cause. Le cause vanno
ricercate nell’organismo sociale oppure nell’intelletto umano. Gli individui, in quanto membri di un
gruppo, non agiscono mai secondo ciò che ciascuno prova.

LÉVI-STRAUSS sottolinea che ogni forma di vita sociale è sottesa da un attività intellettuale, capovolgendo lo
schema secondo il quale dai bisogni e dai sentimenti si risaliva alle forme della razionalità sociale.

il passaggio da natura cultura si manifesta come emergenza di una logica che opera per mezzo di
opposizioni binarie.

LÉVI-STRAUSS Mostra che le idee religiose non sono altro che uno dei tanti sistemi concettuali che
permettono di organizzare e regolare le relazioni sociali concrete.

LÉVI-STRAUSS Ha valutato quello che prima veniva definito pensiero selvaggio come un vero e proprio
pensiero mentre prima la mentalità primitiva era considerata irrazionale.

 LÉVI-STRAUSS Sviluppa l'analisi delle strutture elementari della parentela, ossia quelle regole che
presiedono allo scambio matrimoniale. Tenta di stabilire un insieme di regole. Le regole
matrimoniali e sistemi di parentela possono essere considerati come una forma particolare di
linguaggio, ossia come un insieme di operazioni destinate ad assicurare, tra gli individui e gruppi, un
certo tipo di comunicazione.

LÉVI-STRAUSS Dimostra che assumendo un modello strutturale sufficientemente complesso si possono


spiegare anche casi che in primo momento erano apparsi inspiegabili. Tali casi possono essere fatti
rientrare in uno schema teorico generale.

I termini della parentela sono dei fenomeni nel sistema del linguaggio, degli elementi di significazione e il
loro significato appare solo quando essi sono integrati nel sistema generale.

La proibizione dell’incesto è il momento fondamentale di passaggio da natura a cultura,Infatti questa


proibizione in quanto regola universale sembra appartenere alla natura ma in realtà sembra anche che
appartiene all'ordine della cultura.
Per LÉVI-STRAUSS non appartiene completamente né all una né all altro , semplicemente è il legame che
unisce una sfera all'altra. La proibizione dell'incesto obbliga allo scambio tra nuclei parentali e gruppi sociali
diversi, promuovendo lo sviluppo di una rete di rapporti più vasti.

 Il metodo basato sulla ricerca di uno schema strutturale comune viene utilizzato anche nello studio
dei racconti mitologici.

LÉVI-STRAUSS Aveva dimostrato che l'insieme degli usi e dei costumi matrimoniali poteva essere ricondotto
a un numero limitato di principi relativamente semplici che seppur a prima vista prive di senso, poteva
essere compresa all'interno di uno schema logico comune.

Tenta analogamente di dimostrare che la grande varietà dei racconti mitologici è riconducibile a uno
schema formale di leggi comuni operanti a un livello più profondo. Si tratta di definire come i miti si
pensano negli uomini a loro insaputa e di dimostrare che i miti sono fondati su codici immanenti simili a
quelli del linguaggio.

LÉVI-STRAUSS Sviluppa in concreto l'analisi dei miti mostrando l'esistenza di correlazioni, opposizioni
binarie, simmetrie, esclusioni o inclusioni, compatibilità o incompatibilità, che permettono di ricondurre
l'infinita varietà dei diversi elementi contenuti nel racconto mitologico a pochi schemi semplici e costanti.

CONSIDERAZIONI CRITICHE
LÉVI-STRAUSS Ritiene che lo strutturalismo propone un modello epistemologico che permetterebbe di
scoprire dietro le cose un’unità e una coerenza che la semplice descrizione dei fatti non poteva rilevare. In
secondo luogo lo strutturalismo, secondo LÉVI-STRAUSS, permette di uscire dall’individualismo,
reintegrando l'uomo nella natura e facendo astrazione del soggetto, ritiene infatti che la struttura dello
spirito umano si mostra solidale con il sistema delle strutture fisiche.

In queste conclusioni si evidenzia la tentazione dello strutturalismo a costruirsi come una visione globale di
tipo metafisico. Il modello strutturalista non può che essere una forma selettiva di riduzione della
complessità. In sostanza ciò che si dimostra è soltanto che vi è unità tra l'attività cognitiva, le attività
espressive, l'attività ordinata dello spirito umano. Non è provato che le strutture abbiano una consistenza
naturale esterna al soggetto ma solo che l’intelletto umano procede secondo categorie operazioni che gli
sono proprie.

Lo strutturalismo evidenza che le forme della determinatezza sono sottoposte a regole intrinseche al
principio di determinazione. Per determinare un qualunque oggetto infatti è necessario poterlo distinguere
da altri oggetti: il determinato può costituirsi solo attraverso differenziazioni e delimitazioni di possibilità.

Anche la complessità del rapporto tra determinatezza e indeterminatezza è propria dell esperienza vissuta,
e quindi difficile considerare immutabili e autonome le strutture sociali in quanto esse non appaiono solo
come condizioni strutturanti l'identità e l'azione sociale, ma anche come il prodotto strutturato dell'agire
individuale e collettivo.

Inoltre bisogna tener presente che il sistema teorico di LÉVI-STRAUSS funziona solo a prezzo dell
eliminazione della storia e soprattutto solo a prezzo dell’eliminazione del vissuto soggettivo. Se
l'annullamento del soggetto da un punto di vista metodologico è stato importante affinché si andasse al di
là dell'analisi psicologica d'altro canto costituisce un preciso limite della teoria strutturalista.
LO STRUTTURALISMO NELLA TEORIA SOCIOLOGICA: LOUIS ALTHUSSER E NICOS POULANTZAS
I Sociologi LOUIS ALTHUSSER E NICOS POULANTZAS hanno cercato, ciascuno per proprio conto, di
reinterpretare in chiave strutturalista la teoria dialettica di Marx.

LOUIS ALTHUSSER Considera la dialettica marxiana come l'opposto della dialettica hegeliana , Per lui la vera
originalità di Marx emerge nell opera ideologia tedesca nella quale sarebbe già in atto quella che definisce
la frattura epistemologica Tra il primo e il secondo Marx. In Marx, L'idea di contraddizione appare
differente da quella di Hegel. In Marx il processo storico è visto come il risultato di un insieme complesso di
condizioni, circostanze, correnti diverse che determina l'evoluzione storica.

Se la contraddizione rimane sempre quella tra forze di produzione e rapporti di produzione non è
sufficiente per definire una situazione rivoluzionaria . Quest ultima infatti si verifica solo grazie a un insieme
di contraddizioni diverse, non solo a livello infrastrutturale, ma anche a livello sovrastrutturale.
Questo insieme di contraddizioni viene definito da Althusser con un termine tratto da Freud :
surdeterminazione, Questo concetto permette di riconoscere che la contraddizione capitale-lavoro non è
mai semplice, ma sempre specificata dalle norme e dalle circostanze storiche concrete in cui si esercita.

Il concetto di surdeterminazione rimette in discussione il nesso causale dell’infrastruttura alla


sovrastruttura mostrando che è possibile interpretare la dialettica marxiana come un gioco complesso di
elementi autonomi tra loro nel quale la dimensione economica e il conflitto di classe ad essa connesso sono
solo in ultima istanza la contraddizione determinante.

Althusser Considera essenziale il concetto marxiano di modo di produzione virgola che interpreta come
l'insieme complesso dei fattori materiali, relazionali e istituzionali che caratterizzano l'attività produttiva di
una società concreta.

Althusser Afferma che è l'esistenza del tutto strutturato complesso della società che permette di spiegare le
categorie semplici e gli oggetti concreti e non viceversa, infatti questi sono il prodotto di una struttura
sociale estremamente differenziata. Questa struttura condiziona lo sviluppo dell’oggetto e lo sviluppo della
pratica teorica che produce la sua conoscenza. Quindi la struttura complessa sarebbe caratterizzata dalla
presenza di contraddizioni e si articolerebbe in relazione a una struttura a dominante, ossia la
determinazione di tipo economico. Accanto alla contraddizione dominante, esistono contraddizioni
secondarie, che non sono però il puro fenomeno di quella principale, Come rapporti di produzione non
sono la pura derivazione delle forze di produzione , ma ne costituiscono anche le condizioni di esistenza in
quanto non esiste produzione senza società, così la sovrastruttura non è la pura espressione
dell’infrastruttura ma è anche la condizione di esistenza.

In conclusione ogni particolare situazione concreta può essere vista come una variazione della struttura a
dominante, invariante della totalità. In Althusser, tuttavia, se la struttura articolata a dominante resta
stabile può variare il gioco delle parti del complesso rapporto dei condizionamenti reciproci Quindi la
contraddizione principale diventa secondaria e una contraddizione secondaria prende il suo posto.

L'apparato elaborato da Althusser mette in evidenza la relativa autonomia delle diverse componenti e in
questo contesto Althusser analizza il fenomeno dell' ideologia.

Egli ritiene l'ideologia come un sistema di rappresentazioni. L'ideologia si distingue dalla scienza, secondo
Althusser, per la preponderanza che acquista in essa la funzione pratico sociale sulla funzione teorico
conoscitiva. L'ideologia è considerata nei termini di una struttura essenziale che si impone agli individui
senza che essi ne siano consapevoli. Althusser riconosce che se da un lato le ideologie hanno una propria
storia è anche presente una dimensione non storica e universale.

Nell ideologia si esprime anche la dimensione dell’immaginario individuale e collettivo quindi ha un


carattere strumentale ma anche un carattere attivo.

Nella società di classe l'ideologia esprime i valori e gli interessi della classe dominante e determina le forme
degli apparati ideologici di Stato.

Althusser Ricerca il mantenimento del carattere primato della struttura economica in quanto in ultima
analisi determinante , questa necessità è legata all esigenza di salvare il carattere scientifico della teoria.

Il dibattito filosofico sui rapporti tra strutturalismo e marxismo è proseguito da LUCIEN SÈVE e MAURICE
GODELIER.

GODELIER Introduce la problematica della dinamica dello sviluppo e del cambiamento sociale del modello
strutturalista, ponendo una teoria della compatibilità e incompatibilità delle strutture.

SÈVE ha invece espresso perplessità sull incontro fra metodo strutturalista e metodo dialettico , mostrando
che tra i due vi è opposizione di essenza:

Nella teoria dialettica la struttura è transitoria di un processo mentre nel modello strutturalista la
dimensione sincronica è rigorosamente distinta da quella diacronica e la struttura è di per sé invariabile.

Sempre all'interno della prospettiva aperta da ALTHUSSER Si collocano le analisi sul potere di POULANTZAS.

Riprendendo dalla interpretazione althusseriana di Marx Il concetto di modo di produzione come totalità
complessa a dominante, POULANTZAS ritiene che occorra verificare le particolari articolazioni, i diversi
indici di dominanza e di surdeterminazione.

POULANTZAS Sottolinea i limiti dell'interpretazione di tipo economicistico che assegna la lotta politica solo i
rapporti socio economici.

Al contrario egli pone l'accento sul carattere autonomo della dimensione politica, della funzione dello Stato
nel mondo di produzione capitalistico.

Questa funzione configura lo stato come luogo in cui si condensano le contraddizioni delle diverse istanze,
inoltre, secondo POULANTZAS, si possono distinguere diverse modalità di esercizio della funzione dello
Stato : funzione tecnico economica, funzione politica in senso proprio, funzione ideologica, a seconda dei
settori specifici in cui essa si esercita.

L'analisi delle classi sociali per POULANTZAS deve essere inquadrata nell'ambito politico, in quanto la classe
sociale è un concetto che indica gli effetti dell’ insieme delle strutture.

Su questi presupposti POULANTZAS sviluppa la sua teoria del potere, distinguendo tra i livelli strutturali di
una formazione sociale e il livello di lotta o di pratica delle classi. I rapporti tra le classi sono rapporti di
potere, nel senso che il potere indica gli effetti della struttura sulle relazioni conflittuali tra le pratiche delle
diverse classi in lotta.
POULANTZAS Critica la tendenza a considerare i rapporti di produzione come un caso speciale di potere e
quella a considerare il potere come un caso speciale dei rapporti di produzione, non si deve confondere il
potere politico come un semplice epifenomeno dei rapporti economici e viceversa.

LO STRUTTURALISMO NELLA TEORIA SOCIOLOGICA: MICHEL FOUCAULT


FOUCAULT Prende le distanze dallo strutturalismo di Lévi-Strauss.

Il tentativo di FOUCAULT può essere visto come un tentativo di applicazione del modello strutturalista all
analisi dei fenomeni sociali e a quella delle dinamiche del potere.

Il problema che affronta è quello del rapporto che intercorre tra pensiero e linguaggio , quindi di
conseguenza della situazione del soggetto parlante. Il concetto essenziale è quello di épisteme, Ossia del
sistema coerente di concetti e di valori tramite il quale una determinata epoca storica interpreta se stessa.

L'ordine del discorso si costituisce in stretta connessione con la pratica economica, politica e istituzionale
propria di un determinato contesto storico sociale, l’ épisteme è la fonte di produzione degli oggetti e dei
soggetti.

In Foucault Non vi è alcuna struttura universale dello spirito umano, esistono solo strutture particolari di
épisteme storiche determinate.

Foucault Intende dimostrare che l'individuo non è che il prodotto recente del razionalismo sviluppatosi nel
600, mentre l'epoca attuale è quella nella quale si consuma la fine dell’individuo.

L'idea di una continuità della storia è legata all'idea del soggetto, il passaggio dall' una all'altra epoca
avviene per fratture epistemologiche. Il divenire dell’umanità e una serie di interpretazioni, quindi più che
di storia Foucault preferisce parlare di archeologia del sapere, nel senso che i dati storici appaiono come
reperti che rinviano a epoche scomparse. Le forme del sapere , i sistemi epistemici e le loro formazioni
discorsive si producono in modo autonomo dando luogo a forme di realtà discontinue tra loro , quindi
l'individuo stesso è visto come un prodotto del linguaggio.

Nella prospettiva Foucaultiana non vi è possibilità di riferimento ad una razionalità assoluta, esistono solo
diverse forme di razionalità a seconda delle diverse epoche.

Questo concetto di razionalità viene affermandosi dalla scissione tra razionalità e follia , la prima viene
collegata a criteri di efficienza mentre la seconda è identificata con l'assenza di tale capacità produttiva ,
come un divagare senza senso. L'interesse di Foucault Per la storia delle diverse concezioni della follia e per
lo studio delle pratiche legate agli istituti di internamento è strettamente legato alla sua critica della
razionalità strumentale propria dell'epoca moderna, di cui denuncia il carattere riduttivo e violento.

La critica della razionalità strumentale , analoga per alcuni aspetti a quella sviluppata dagli autori della
scuola di Francoforte, vieni a saldarsi con la critica del potere. Anche il potere viene considerato un
principio attivo che non solo crea le forme del sapere ma determina le modalità della produzione
economica.

Foucault Propone di sviluppare un analisi dell’insieme delle pratiche e delle procedure che costituiscono il
potere, come sistema di controllo interno alle forme del sapere e del linguaggio comune.
Si possono mettere così in evidenza i dispositivi del potere, ossia quei meccanismi che la microfisica del
potere rivela e che sono tanto più efficaci , quanto più sono interni al tessuto stesso della socialità, quanto
più entrano nell’intimo della psicologia e fisiologia dello stesso individuo. Il controllo della sessualità è al
tempo stesso produzione della sessualità, Foucault mostra che il corpo è un punto di attacco privilegiato del
potere.

Il potere in se stesso non è solo una forma di interdizione ma è qualcosa che circola, che funziona e si
esercita attraverso un'organizzazione reticolare. Il potere non è un semplice elemento negativo di
repressione, ma una rete produttiva che senza la possibilità di individuare né un unico centro di esso né un
responsabile diretto assume sempre più un carattere anonimo diffuso. Le relazioni di potere, per Foucault,
non sono mai esterne rispetto agli altri tipi di rapporto, ma sono sempre immanenti ai rapporti stessi,
queste relazioni non si manifestano solo nell’opposizione tra dominanti e dominati ma anche come rapporti
di forza multipli rispetto ai quali non vi è un esterno assoluto.

Per l'analisi del potere non è più sufficiente studiare soltanto l'apparato dello Stato , ma occorre anche
cogliere i meccanismi polivalenti di controllo , infatti in questo contesto lo stato si rivela come punto di
appoggio della tecnologia del potere , ma anche come risultato delle molteplici strategie di governo.
Foucault Si oppone radicalmente ad ogni forma di potere ma la lotta contro il potere per lui non è libera
essa stessa dalla dinamica del potere , infatti la logica del potere è presente anche negli antagonisti del
potere. Per Foucault non vi è alcun soggetto che possa contrapporsi al potere perché in quanto tale è già
prodotto del potere, quindi la contestazione effettiva del potere può trovarsi solo nei diversi, negli
emarginati, in quelle dimensioni che sono rimaste irriducibili al potere , offrendo la possibilità di una
resistenza alla sua logica.

Foucault Pensa la contestazione del potere come continua destrutturazione dei dispositivi di potere , quindi
la autentica negazione del potere deve essere senza compromessi, ne riformismi. La destrutturazione deve
colpire le stesse procedure di costituzione. Quindi occorre uscire dai processi di produzione della verità e
dalla determinazione individuale, impedire al potere di transitare attraverso gli individui che esso stesso ha
costituito, la lotta contro il potere si realizza solo rovesciando la relazione con le determinazioni della realtà
costituita, sottraendosi da esse, in modo da togliere i dispositivi stessi , ovvero la materia prima del potere.
Poiché, per Foucault, l'unica forza produttiva è il potere stesso non vi è alcuna forza in grado di contrastarlo
e non resta quindi che la pura negatività della non forza, dell' indeterminatezza, che nella sua purezza si
oppone come assoluta differenza rispetto alla volontà di determinatezza del potere.

Il discorso di Foucault tende a sfociare in un' esaltazione dell' indeterminato contro il determinato ,
rifiutando ogni mediazione. Vi è allora un capovolgimento del modello durkheimiano: se in quest'ultimo
l'ordine sociale doveva essere difeso dalle spinte a sociali dell'individuo, per Foucault, è proprio l'ordine
sociale a rappresentare la forma di dominio che deve essere destrutturata.

Se da un lato il discorso di Foucault cade in una forma astratta di anarchismo, dall'altro, se non per il
progetto della destrutturazione non offre alcun orientamento concreto per la agire sociale e politico. La
denuncia del potere quindi resta fondamentalmente ambigua in quanto sembra collocarsi in una
prospettiva di emancipazione ma al tempo stesso non rivendica libertà per nessuno, dato che non riconosce
agli individui alcuna autonomia rispetto alle strutture che li producono. Lui stesso era partito
dall’affermazione della fine del soggetto, ha dovuto successivamente riconoscere che le pratiche costitutive
sono necessarie per fondare l'identità individuale e collettiva, tuttavia sono sentite da individui come
repressivi e rivoltanti.

Potrebbero piacerti anche