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DOMANDE EPISTEMOLOGIA 2022 prof.

Emilio Ga co 25223
1) Quali sono i pun essenziali della teoria dell’emergenza?
🡪 A par re dalla seconda metà del XIX si creò un nuovo se ore del sapere: la teoria dell’emergenza.
John Stuart Mill in “Sistema di logica” ritenne che qualsiasi verità, persino quella logica, derivasse
dall’esperienza in quanto scienza della prova e dell’evidenza, poneva in risalto la non sempre chiara ed
individuabile sequenzialità, che correlava il rapporto causa/effe o, ritenendo che vi fossero diversi fenomeni
non riconducibili a tale rapporto. Il problema dell’emergenza è collocabile entro un SISTEMA complesso e ne
consegue necessariamente che le interazioni tra gli elemen , che cos tuiscono tale sistema, siano di po non
lineare.
Lewes denominerà assun di questo genere come teoria dell’emergenza.
Lewes definì proprietà emergen : non erano antecedentemente prevedibili, neppure a raverso la conoscenza
di quanto avvenuto nei preceden stadi dello sviluppo. Sono proprietà che non esistono a livello inferiore, così
come non sono generate da conoscenze già possedute.
Nagel nel 900 riprese la teoria dell’emergenza e dis nse tra:
- emergenza diacronica = imprevedibilità fenomenica in tu o l’arco evolu vo;
- emergenza sincronica = associata ai sistemi complessi.
Ci troviamo all’interno di un procedimento intra-stadiale e inter-stadiale. Normalmente si è in presenza di
feedback posi vi: vol ad espandere ed ampliare le dinamiche intrinseche alle costruzioni locali tra gli
elemen componen i fenomeni col risultato di far emergere cara eris che globali. Compaiono anche
feedback nega vi: che hanno la funzione di stabilizzare le cara eris che globali, in virtù di una resistenza alle
interferenze.
🡪 la teoria Life Span di Erickson: si basa su una prospe va epigene ca che individua durante tu e le fasi dello
sviluppo psico-sociale delle crisi evolu ve. Tali fasi potrebbero essere intese come una prospe va stadiale e
assumono una componente innova va nel momento in cui egli si propone di cogliere per ogni individuo,
valutato durante l’arco della sua esistenza, i momen emergen che consen ranno la realizzazione della
propria iden tà personale. Erickson dice che l’emergenza è molto u le perché grazie all’imprevedibilità si
possono ampliare e avere nuove conoscenze.
🡪 Mahler ricorre alla teoria dell’emergenza per illustrare la prima delle qua ro so ofasi del processo di
separazione-individuazione che avviene nel bambino. Avviene un cambiamento di stato rapido, a orno ai 5-6
mesi, durante il quale si assiste ad una maggior percezione del mondo esterno col graduale sviluppo dei sensi e
la capacità di essere sempre a en durante la veglia. Tale processo è de o emergenza perché rimanda a un
nuovo a eggiamento di lucidità e finalizzazione.
🡪 Nell’epistemologia gene ca di Piaget, dice che un’interazione fra ambiente e uomo crea delle
imprevedibilità e ciò porta ad un aumento delle conoscenze e dell’uomo che fa operazioni sempre più
complesse.

2) In che senso il problema dell’emergenza è inseribile in un sistema complesso?


Perché gli elemen in questo sistema non sono di po lineare, e in un sistema complesso bisogna avere una
visione globale dell’insieme per risolvere il problema. La teoria dell’emergenza si inserisce nella teoria della
complessità perché ri ene che vita, umanità, evoluzione, cambiamento, sviluppo traggano origine da sistemi
dinamici, in un contesto di incertezza e imprevedibilità che è il senso stesso di un sistema complesso, una
macchina che non può essere prevista.

3) Chomsky ha parlato di linguaggio naturale e linguaggio ar ficiale:


L’epistemologia della linguis ca confronta le stru ure gramma cali innate nel sogge o richiamando le teorie di
Chomsky. Il linguaggio naturale corrisponde alle stru ure gramma cali che sono presen di base nel sogge o.
Quello ar ficiale è il linguaggio che il sogge o acquisisce nel tempo tramite l’interazione e l’esperienza.

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L’obie vo è trovare un compromesso tra i due, ovvero unire i precursori linguis ci del linguaggio naturale con le
stru ure cogni ve che si manifesteranno nel corso dello sviluppo e quindi il linguaggio ar ficiale.

4) Come mai Piaget viene ritenuto il padre dell’epistemologia? Che po di epistemologia? Come mai nacque
l’epistemologia gene ca?
Epistemologia rimanda a episteme = conoscenza e logos = discorso, ovvero un discorso sulla conoscenza.
Nel momento in cui aggiungiamo l’a ributo genesi tra amo anche della nascita delle conoscenze.
Quindi l’epistemologia gene ca studia la nascita e lo sviluppo delle conoscenze (in che modo arrivo alle
conoscenze). Piaget parte dal conce o di isomorfismo tra evoluzione biologica e cogni va, tentando di cogliere
le componen comuni tra mondo biologico ed intelle vo collegandoli sul piano epistemologico. L’ipotesi
centrale è che i processi cogni vi appaiono come risultante dell’autoregolazione organica e delle interazioni tra
le componen dell’organismo con il mondo esterno.
Nell’ambito della storia del pensiero Piaget studiò i rappor di ada amento e di organizzazione che i corpi
viven hanno in rapporto all’ambiente in cui vivono. P. viveva in Svizzera dove un tempo nell’acqua del lago vi
erano degli esseri viven , osservandoli notò che i molluschi e le conchiglie, a seconda della posizione in cui si
trovavano (disposizione rispe o alla superficie lacustre), variavano di specie e dimensione e giunse a pensare
che proprio in base alla loro posizione crescevano in modo diverso. Scoprì che questa è una cara eris ca pica
di tu gli esseri viven . Piaget sogna dunque di costruire un’epistemologia biologica, volta a considerare
problema che logiche ed epistemologiche, basandosi sulla nozione fondamentale di sviluppo, da qui nasce
l’epistemologia gene ca.
Logica e conoscenza scien fica è uno dei principali libri di Piaget, dove lui tra ò in par colare dell’epistemologia,
infa , il filo condu ore del libro ruota a orno alla natura, all’origine delle conoscenze.

5) Perché questo tolo di onniscienza? Perché la fine dell'onniscienza?


L’onniscienza corrisponde una conoscenza totale e illimitata, a ribuibile a qualche dio o a qualche demone,
un’assoluta perfezione che esclude l’ignoranza. La conoscenza umana è illimitata, sempre passibile di nuove
espansioni. Questo porta l’uomo ad essere superbo, a credersi onnisciente! Mentre Ceru dice che l’uomo deve
rimanere umile, lui stesso dice che se non c’è umiltà nell’amme ere di sapere di non sapere arriveremo alla fine
dell’onniscienza. Quindi l’uomo deve rimanere umile, consapevole che la sua conoscenza è illimitata, sempre in
espansione ma non paragonabile a una conoscenza totale di una divinità.

6) Euris ca posi va e nega va?


L’euris ca deriva dal greco "eurisko" ovvero scoprire e il suo obie vo è cercare di risolvere un problema
a raverso l’intuizione. Lakatos fa una dis nzione fra euris ca posi va e nega va affermando che: l’euris ca
posi va è l’espressione delle conoscenze mentre quella nega va è il nucleo da cui partono le conoscenze
scien fiche. Tra ques due elemen deve esserci un rapporto dinamico, che raggiunga un’ogge va crescita
della conoscenza, la quale perme e di ricostruire una storia interna delle scienze e di dare una spiegazione
razionale sempre sulla crescita delle conoscenze. Per Lakatos non ha senso contrapporre metodologie diverse,
ma devono essere valutate ed integrate. Essa si dis ngue dall’ermeneu ca “ermes” che indica l’interpretazione
dei tes ma anche dell’esistenza umana.

7) I tre metodi dell’epistemologia?


Metodo di analisi dire a = in presenza di nuove do rine scien fiche o in presenza di crisi che comportano la
revisione di alcuni principi, cerca di derivare, tramite una semplice analisi riflessiva, le condizioni di conoscenza in
gioco in simili avvenimen . (es. Poincaré)
Metodo dell’analisi formalizzante = i metodi che, come quelli dell’empirismo logico, arricchiscono l’analisi
dire a dei processi di conoscenza con un esame delle condizioni della loro formalizzazione e della coordinazione
tra questa formalizzazione e l’esperienza.
Metodo gene co = quei metodi dell’epistemologia che cercano di comprendere i processi della conoscenza
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scien fica in funzione del suo sviluppo o della sua stessa formazione. Occorre qui dis nguere fra una
sociogenesi delle conoscenze (rela va al loro sviluppo storico all’interno delle società e alla loro diffusione
culturale) e psicogenesi delle nozioni e stru ure operatorie elementari (che si costruiscono nel corso dello
sviluppo degli individui).
Si possono pertanto considerare due varietà di metodi gene ci:
- metodo storico-cri co = espande i metodi di analisi dire a partendo dall’esame di un a uale insieme di
do rine per arrivare allo studio della loro formazione; ponendo a enzione sullo sviluppo storico, spesso rifiuta
considerazioni di formalizzazione.
- epistemologia gene ca = tende a cogliere le condizioni psicologiche di formazione delle conoscenze elementari
ed a coordinare ques risulta con lo studio delle condizioni di formalizzazione.
● I metodi di analisi dire a
Ampliano le riflessioni sulle scienze e sono indispensabili perché chiariscono i veri problemi della conoscenza
scien fica. Risultano fondamentali nei livelli di analisi successivi (lo stato a uale di una data scienza e dei suoi
problemi è parte integrante di un’analisi storico-cri ca).
Presenta lacune quando lo si usa isolatamente o quando c’è carenza di verifica gene ca.
Un esempio di analisi dire a è quella svolta da Poincaré rela va all’intuizione di numero e all’intuizione
geometrica. Egli a ribuisce ai numeri un fondamento più profondo rispe o alla logica, capace di gius ficare il
loro adeguamento alla realtà fisica. Ri ene la capacità di iterazione (= ripe zione) una capacità a priori del
sogge o a vo. Per il ragionamento ricorsivo, che egli ri ene il ragionamento matema co per eccellenza, se una
proprietà è vera per lo 0 e se è vera per il numero n e lo è ancora per n+1, allora è vera per tu i numeri.
Egli evidenzia che esistono diversi pi di geometria e che alla realtà sia stata a ribuita una stru ura euclidea solo
per una scelta di comodo, in quanto ogni geometria metrica potrebbe descriverla in quanto la geometria non è
che un po di linguaggio (la lingua non è essenziale, lo sono il senso ed i contenu )(convenzionalismo).
● L’analisi formalizzante e i metodi del posi vismo logico
Tale metodo è centrato sull’analisi logica del sapere e sulla svalutazione dell’a vità del sogge o.
Il posi vismo logico = è un movimento nato a Vienna dalla congiunzione dell’empirismo fisico e psicologico e
della logis ca. Il proge o del posi vismo logico è quello di giungere ad un’unificazione del sapere scien fico e ad
un metodo comune per tu e le scienze. Una tale unificazione del sapere e la costruzione di questo metodo
generale presuppongono due condizioni inseparabili: la fedeltà all’esperienza e l’elaborazione di un linguaggio
comune ed esa o (rappresenta l’originalità del posi vismo logico rispe o al classico posi vismo).
La logica risulta essere il linguaggio più generale che ha un potere sufficiente per combinare sintassi, seman ca e
pragma ca.
Tesi dell’empirismo logico: 1) La logica e le matema che si riducono ad un sistema tautologico = ogni
formalizzazione di qualsiasi verità logica o matema ca sfocerà in espressioni tautologiche, ovvero sempre vere.
2) Alle connessioni tautologiche (o anali che) si oppongono le connessioni sinte che (ricorrono alla percezione)
che cara erizzano le connessioni empiriche o sperimentali.
Il posi vismo logico ha compreso la necessità dell’analisi formalizzante (il metodo) per rinnovare tu i problemi
epistemologici. La principale lacuna del posi vismo logico consiste nell’avere condo o tu e le analisi da un
punto di vista sincronico o sta co, scordando l’altra dimensione fondamentale dello studio epistemologico,
ovvero la diacronia o la costruzione storica e gene ca (tralasciando l’importanza della dimensione del sogge o e
del suo rapporto con l’ogge o). Bisogna allora completare l’analisi formalizzante a raverso l’analisi gene ca e
considerare come necessaria la loro interazione.
Conserveremo del posi vismo il metodo di analisi formalizzante, u le in tu i domini ed indispensabile per ogni
epistemologia scien fica ma, per sostenere che le stru ure logico-matema che cos tuiscono un linguaggio,
serve l’impiego di un’analisi gene ca. L’analisi gene ca conferma la tesi dell’empirismo logico secondo cui si ha
un’essenziale dis nzione fra conoscenza logico-matema ca e sperimentale (o empirica), senza però riferirsi ai
conce di anali co e sinte co. La differenza è che la conoscenza sperimentale o fisica è mutuata dagli ogge
stessi, mentre quella logico-matema ca è ricavata dalle azioni che il sogge o compie sugli ogge (es. il bambino
scopre il peso degli ogge alzandosi, ma scopre la proprietà commuta va astraendo da essi).
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● I metodi storico-cri ci e gene ci
Metodo storico cri co
Non è possibile derivare la completa significazione di un sistema di nozioni o di un metodo senza cogliere la loro
formazione. Quindi occorre ricostruirne lo sviluppo e, in primo luogo, stabilirne la storia.
Il problema cruciale sul terreno storico-cri co consiste nello stabilire quello che si produce quando una teoria ne
sos tuisce un’altra. Occorre esaminare la ques one dello sviluppo delle stru ure in termini di successione
con ngente (= casuale) o di progressiva integrazione. Nessun sistema è definito e nessun fondamento è mai
stabile, in quanto qualsiasi costruzione si pone come rela va ad una par colare situazione e ad un determinato
momento storico. Ma ciò che è stato acquisito non è passibile di sparizione, anzi, è chiamato ad integrarsi in
costruzioni più ampie e più comprensive. Una nuova teoria non cancella mai defini vamente le preceden
acquisizioni e l’integrazione di queste ul me nella nuova costruzione può assumere la forma di
un’approssimazione.
Il metodo psicogene co e l’epistemologia gene ca
L’epistemologia gene ca consiste nel considerare approfonditamente i contribu della psicologia.
L’epistemologia tra a delle relazioni di conoscenza tra il sogge o e gli ogge . Ogni sogge o è cara erizzato da
processi psicologici o mentali. L’unico problema psicologico di interesse dell’epistemologia, però, non è cosa
pensa il sogge o di una determinata stru ura, ma in che modo tale sogge o sia riuscito ad acquisirla. Per questo
mo vo, i soli contribu che la psicologia può offrire all’epistemologia si basano sulla psicogenesi (= analisi
gene ca dello sviluppo del pensiero, dal bambino all’adulto).
La ricostruzione assioma ca e quella gene ca della costruzione delle stru ure sono necessarie all’epistemologia
che le confronta e dispone di entrambe. Epistemologia = studio della costruzione delle conoscenze valide, ove il
termine costruzione ingloba sia le condizioni di accesso sia le condizioni costru ve, o relazioni cogni ve, tra il
sogge o e l’ogge o.
Si pongono due ques oni:
1) riguarda le relazioni tra lo sviluppo e i ruoli di sogge o e ogge o = solamente studiando lo sviluppo di una
stru ura è possibile concludere se questa è data dagli ogge , costruita dal sogge o o di natura mista a causa di
varie interazioni;
2) riguarda l’analisi delle relazioni tra genesi e validità = sono più complesse, poiché la validità non dipende da
osservazioni di fa o, ma proviene esclusivamente dalla deduzione logica.
Il problema epistemologico consiste nel determinare l’insieme delle condizioni necessarie e sufficien che
abbiano permesso al sogge o di arrivare a costruire una stru ura di conoscenze valida.
Ogni genesi consiste nella progressiva trasformazione di una stru ura precedente, so o l’influsso di nuove
situazioni, fino a giungere alla costruzione di una nuova stru ura, in quanto ogni genesi, prima o poi, consiste in
una ripresentazione di una nuova forma di equilibrio corrispondente a questa nuova stru ura. Reciprocamente
ogni stru ura comporta la possibilità di nuove genesi, in quanto non vi è mai una stru ura defini va, che segni il
completamento di ogni costruzione. Vi è un’indefinita apertura verso livelli sempre superiori.

8) Teoria della complessità 🡪 L’assunto teorico che per la sua vas tà e non prevedibilità è de o della complessità
ha il grande merito di riprendere una complementarietà tra scienza e filosofia che era andata perdendosi.
La teoria della complessità afferma che vita, umanità, evoluzione, cambiamento, conoscenza e sviluppo
traggono origine da situazioni non organizzate e disordinate, cara erizzate da una dinamica non lineare, che
consistono nel caos e nelle perturbazioni da questo apportate. Caos che crea disordine, turbolenze e incertezze
ma che perme e anche di destru urare paradigmi di pensiero e quindi di generare nuove conoscenze.
Complessità: e mologicamente deriva dal verbo complector ovvero avvincere, racchiudere, unire.
In un simile contesto si stru ura una diale ca tra globale (= si assiste alla simultanea correlazione di situazioni
marginali) e locale (= si hanno ampie e vaste estensioni delle conseguenze di azioni par colari) che perme e di
riconoscerne l’inscindibilità, favorendo in tale modo una loro assunzione olis ca (= sistemi complessi irriducibili
alla somma delle loro par ). Tale visione è l’unica in grado di ges re queste due dimensioni, rendendole
opera ve e costru ve.
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Un modello fondato sulla complessità presuppone che ogni discorso debba essere considerato incompleto e
rappresentante un unico punto di vista tra tan possibili.
Quindi si tra a di assumere più pun di vista e confrontarli tra loro, combinandoli secondo modalità sempre
differen , che me ano costantemente in discussione ogni conclusione ritenuta unica e defini va.
Tale approccio si pone in contrapposizione con l’approccio razionalista, il quale sos ene che vi è un unico punto
di vista, ritenuto come unico e acce abile.
Per comprendere un sistema complesso è necessaria una visione globale dello stesso, non basta un’analisi delle
sue par . All’approccio anali co () va perciò integrato quello sistemico.
Un approccio sistemico conduce ad uno schema cos tuito da da d’ingresso (input) e di uscita (output).
In base al rapporto input e output si iden ficano vari pi di sistemi:
- sistema lineare = proporzionalità tra input e output;
- sistema non-lineare = non è riscontrata proporzionalità;
- sistema aperto = sogge o ad un interscambio con l’ambiente in cui è collocato. Può non raggiungere mai uno
stato di equilibrio;
- sistema chiuso = non avviene interscambio con ambiente. Raggiunge uno stato finale di equilibrio;
- sistema isolato = se l’interscambio è totale.
Nell’ambito della teoria della complessità si è colloca nello spazio di un sistema non-lineare, infa i modelli a
cui si fa ricorso concernono fenomeni dinamici, mai sta ci, in quanto in con nua espansione.

9) Ceru , ne “La fine dell’onniscienza”, come pone la riscoperta della physis in concomitanza della hybris?
Per Ceru uomo e natura devono trovare un punto di incontro per la produzione delle conoscenze. L’uomo è
rappresentato dalla hybris (= tracotanza), mentre la natura è rappresentata dalla physis. Durante tale confronto
tra uomo e natura, nel caso in cui dovesse prevalere l’uomo, automa camente prevarrebbe la hybris e quindi
l’eccesso. L’uomo a raverso la hybris cerca di sovrastare la natura e questo non è u le per la produzione delle
conoscenze, in quanto c’è bisogno anche di altri elemen come la physis. L’obie vo è quello di eliminare la
convinzione che le conoscenze sono date per vere e assolute, bisogna considerarle in con nua evoluzione come
la scienza.

10) Perché Piaget in tola il suo libro “Logica e conoscenza scien fica”?
Perché logica, metodologia (metodo scien fico) ed epistemologia (o teoria della conoscenza) sono le 3 branche
del sapere. Le 3 stru ure cardinali che intervengono nell’analisi della conoscenza sono il sogge o, l'ogge o e le
(valide) stru ure: - la validità è tra ata dalla logica; - il sogge o dalla psicologia scien fica; - l’ogge o è tra ato
dalle scienze par colari e ampliato dall'epistemologia.
Secondo Piaget la logica perme e di comprendere la schema zzazione delle conoscenze (tantoché la pone al
primo posto nel suo libro). Inoltre la “conoscenza” è il filo condu ore della sua opera che affronta tema che
quali: la natura della conoscenza, la sua genesi, la sua evoluzione nel tempo ed in relazione alle differen
stru ure nella quale si è sviluppata.

11) Come parla Piaget dell’evoluzione delle conoscenze nel fanciullo? (Logica e conoscenza scien fica)
La psicologia del bambino ha messo in luce che egli non si limita a recepire come già date le varie conoscenze
acquisite e, contrariamente ad ogni idea innata, si trova nella necessità di elaborarle passo dopo passo secondo
processi rela vamente spontanei.
La psicologia studia la maniera con cui qualsiasi sogge o, (e anche un bambino), acquisisce le conoscenze; il
problema fondamentale consiste nello stabilire se questa acquisizione di conoscenze si basa sulla sola
esperienza, oppure se comporta una parte di organizzazione o stru urazione proveniente dalle a vità del
sogge o. Risulta possibile dimostrare, grazie ai metodi sperimentali della psicologia, che la genesi e lo sviluppo
delle conoscenze non si conformano affa o allo schema empirista (= per il quale le conoscenze derivano solo
dall’esperienza) e quindi, che il sogge o ha sempre un ruolo a vo nella costruzione delle conoscenze.

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L’esperienza è solo una tappa, un momento di passaggio che porterà poi il bambino al periodo delle operazioni
concrete formali.
Questo viene ritenuto il più chiaro risultato dei lavori ineren la formazione delle conoscenze nel bambino.

12) In “Logica e conoscenza scien fica” Piaget fa classificazione dei modi delle scienze parte da Bacone e Ampere:
🡪 Bacone: classificava le discipline scien fiche in funzione di tre facoltà dell’animo umano: ragione (filosofia,
matema ca, fisica), memoria (storia) e immaginazione (poesia).
🡪 Ampere: classifica le scienze sulla base dei loro contenu partendo dalla dicotomia tra:
- scienze cosmologiche suddivise in 4 generi: scienze matema che, fisiche, naturali e mediche;
- scienze nosologiche suddivise in 4 generi: scienze filosofiche, le erarie, etnologiche e poli che.
Ognuno di ques generi è suddiviso in 4 specie (es. mate: aritme ca, geometria), ed ogni specie è a sua volta
suddivisa in so ospecie: quest'ul ma suddivisione ha la par colarità di essere fa a in maniera comune a tu e le
specie. Le qua ro suddivisioni comuni sono: autop che (solo descri ve), criptoris che (derivano da leggi
generali inizialmente celate), troponomiche (dalle quali derivano le leggi di trasformazione e non più soltanto le
generalità sta che) e criptologiche (danno una spiegazione approfondita delle leggi di trasformazione).
🡪 Spencer: si basa sull’epistemologia empirista e afferma che ogni conoscenza è ricavata dall’ogge o. Il
principio di classificazione delle scienze è per lui da ricercare nel loro grado di astrazione rispe o all’ogge o,
cosa che conduce ad una serie lineare, i cui termini ul mi sono l’astra o e il concreto. Le scienze astra e
vertono sulle forme in cui ci appaiono i fenomeni, mentre le scienze concrete riguardano i fenomeni stessi.
🡪 Comte: il miglior esempio di classificazione lineare. Egli ordina le scienze in modo tale che lo studio razionale
di ciascuna sia fondato sulle più importan leggi della precedente e che ciascuna cos tuisca il fondamento della
successiva. Questa successione è cara erizzata da due cara eris che: decrescente generalità (ogni scienza
possiede un dominio più specifico della precedente) e crescente complessità (ciascun nuovo dominio è più ricco
dei preceden grazie all’aggiunta di nuove e specifiche nozioni).
Egli si rifà alla LOGICA NATURALE affermando che la parte astra a delle matema che altro non è che
un’estensione della logica naturale. La intende come una sorta di sorgente.
Il problema centrale è che egli non coglie la relazione fra sogge o e ogge o, di conseguenza non considera la
genesi della conoscenza e il suo rapporto con le stru ure.
Inoltre Comte non colloca la logica nella sua classificazione, poiché essa è allo stesso tempo origine delle
matema che ed il prodo o bio-socio-logico dell’uomo.
🡪 Cournot: la sua classificazione è basata sulle leggi di stru ura. Essa è cos tuita da una tavola a doppia o tripla
entrata. Egli stabilì un ordinamento delle scienze e le collegò a dimensioni di studio concernen le varie
discipline. Prima dimensione: scienze matema che, biologiche, etc. Seconda dimensione: tre pun di vista delle
scienze (teorico, storico o tecnico). Si creano quindi la serie teorica, la serie storica e la serie tecnica.
Tu avia egli non arriva a chiarire il problema del rapporto tra genesi e stru ure.
Riserva alla logica una collocazione psico-biologica-sociale.
🡪 Naville: Propone di togliere la logica dalla serie teorica e collocarla nella serie pra ca o norma va. La sua
classificazione è simile a quella di Cournot anche se cambia il contenuto. Egli afferma che la logica è qualcosa di
più di una semplice legge, pur sovrapponendovisi.
🡪 Reymond: La sua classificazione si propone di ristabilire l’unità tra leggi e fa . Egli giunge ad un nuovo
dualismo tra due forme di scienza irriducibili:
- scienze monovalen = conferiscono al loro ogge o un solo modo di essere;
- scienze bivalen (o norma ve) = a ribuiscono al loro ogge o due possibili ed oppos valori.
Ogni giudizio allo stesso tempo è giudizio di esistenza e di valore.
🡪 Kedroff: il suo è il sistema di classificazione più recente. Egli basa la sua classificazione sui principi di
ogge vità e di subordinazione (= sviluppo delle forme superiori a par re dalle forme inferiori) e la cara erizza
tramite stru ure a fuso tenden alla circolarità. Egli propone un sistema ciclico delle conoscenze in cui le forme
inferiori di conoscenza an cipano lo sviluppo di quelle superiori a raverso un processo diale co. Egli scorge
nella diale ca un sistema filosofico, che perme e alla scienza di sorgere spontaneamente nell’epistemologia
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interna di ogni disciplina scien fica in evoluzione.
🡪 Guye: Egli non presenta una nuova classificazione, ma so opone ad un esame cri co la serie lineare.
Egli prende avvio da due osservazioni preliminari: - le nozioni dipenden possono diventare interdipenden , e
inoltre è più facile spiegare un dominio più semplice partendo da un dominio più complesso. Quindi, la serie
lineare non procede dal semplice al complesso, se non a raverso una semplificazione preliminare e ar ficiale dei
domini da classificare. Le serie lineari diventano rela ve, e si creano rappor circolari tra scienze.
Egli rielabora e discute i principi di crescente complessità e decrescente generalità di Comte ritenendo che a
volte la generalità cresca.
🡪 Piaget: Il sistema delle scienze presenta una stru ura d’ordine ciclica ed irriducibile ad ogni forma lineare.
Individua 4 insiemi di scienze: Logico-matema che, Fisiche, Biologiche, Psicologiche e delinea una successione
(in quest’ordine) di relazioni (1-2-3-4-1). [pag 21 riassunto]
La ciclicità vale per il dominio materiale (l’insieme degli ogge su cui questa scienza conduce) e per il dominio
epistemologico derivato (deriva da problemi epistemologici generali come rapporto tra sogge o e ogge o),
mentre il dominio conce uale (l’insieme delle teorie o conoscenze sistema che, elaborate da questa scienza sul
suo o sui suoi ogge ) e quello epistemologico interno (deriva dalla cri ca interna a ogni scienza) hanno
stru ura lineare.
Lo schema non si riduce ad una serie chiusa ma dalle psicologiche si torna alle logico-matema che e vi sono
anche intersezioni interne tra psicologiche e fisiche, tra logico-matema che e biologiche e viceversa.
Piaget ha una visione della conoscenza come progressiva e sempre in fase di costruzione, la cui evoluzione è
dinamica e mai sta ca. Si parte da una situazione di stasi per passare a una perturbazione che scombina
l’equilibrio, per poi arrivare a una riequilibrazione che porta ad un equilibrio B maggiore di A. Un approccio
ciclico rimanda al fa o che parto da A e arrivo a nuove conoscenze B C D che vanno ad arricchire A.
Questa impostazione della stru ura delle conoscenze è preferibile ad un’impostazione lineare che rimanda ad un
approccio gerarchico e rigoroso, il quale dice che possiamo classificare le scienze dalla A alla Z a raverso un
percorso lineare irreversibile.

13) Ceru parla di dinosauri, di come si siano sta es n e di come le cause non si conoscano perfe amente:
La scienza storica della natura è stata disciplinata da una prospe va che con Bergson possiamo definire moto
retrogrado del vero, volta a dimostrare l’inevitabilità di tu o quanto è accaduto.
L’immagine tradizionale dell’evoluzione è quella della compe zione, della lo a per l’esistenza tra organismi
differen in un ambiente con risorse limitate: a un certo punto i dinosauri e i mammiferi sarebbero entra in
ro a di collisione e i mammiferi avrebbero avuto la meglio. Il futuro era dalla parte dei mammiferi, animali a
sangue caldo e quindi più ada abili a un’ampia varietà di condizioni clima che, con dimensioni più limitate,
mobili e dota di un’intelligenza più vivida e con maggiori possibilità di sviluppo cerebrale.
Le controversie sulle es nzioni di massa però hanno spinto a cercare anche altre possibili mo vazioni: può darsi
che la scomparsa dei dinosauri sia dovuta a even globali di ordine geologico, climatologico o cosmico (es.
impa o di un asteroide) oppure a una combinazione di tu ques ordini.
Nella seconda metà del XX secolo, le immagini dell’evoluzione e della storia naturale sono state trasformate da
cambiamen di prospe va che consentono di comprendere la radicale diversità della scena darwiniana rispe o
a quella newtoniana: in primis hanno portato a ritenere che prima dell’esplosione cambriana fossero già presen
sulla Terra quasi tu i piani di organizzazione animale oggi esisten e, anzi, che ve ne fossero mol altri oggi
scomparsi (es. dinosauri). Dalle tes monianze fossili emerge il ruolo della con ngenza (casualità): è probabile
che i piani di organizzazione esisten non siano sopravvissu semplicemente perché le specie che li
componevano sono state vi me di catastrofi locali che nulla avevano a che fare con la loro idoneità complessiva.
Sono casualità des nate a ripetersi in un tempo ciclico in base a una combinazione di parametri. Questo ci
insegna che siamo impoten di fronte agli even della vita, non siamo noi a poterli decidere, siamo succubi di ciò
che accadrà, possiamo solo acce arlo.

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14) Sfida della complessità di cui parla Ceru ?
La sfida della complessità si delinea come la necessità di ado are un radicale “pluralismo sistemico” in
opposizione alla volontà della scienza sperimentale di ricondurre tu e le conoscenze a un unico metodo
scien fico che le purificasse dalle interferenze. Non vi sono soltanto i sistemi semplici, lineari, prevedibili, con un
flusso di da in ingresso pari a quello in uscita, ma emergono anche i sistemi complessi: con proprietà diverse e
molteplici e con una stru ura re colare cos tuita da nodi e linee che li collegano, e non è de o che ogni nodo
sia legato a tu gli altri o che abbia lo stesso numero di connessioni di altri. Le interazioni fra le componen dei
sistemi complessi sono spesso non lineari. Tali sistemi sono sensibili alle perturbazioni e non è de o che
perturbazioni piccole e locali producano cambiamen di uguale intensità, possono invece portare ad effe
macroscopici e globali fino a modificare il comportamento di tu o il sistema.
La complessità di un sistema dipende anche da come lo considera l’osservatore (es. semplice scatola nera
definita da input e output oppure in base alla sua stru ura interna).
Per von Foerster un sistema complesso è come una macchina non banale, con numerosi sta interni,
imprevedibile e nel quale, le relazioni tra input e output che lo definiscono cambiano nel tempo.

15) Cos’è secondo von Foerster la macchina banale?


Secondo von Foerster considerare un sistema come semplice (lineare e prevedibile) significa considerarlo come
una macchina banale dotata di un unico stato interno invariante che associa regolarmente input ad output, a
differenza del sistema complesso che corrisponde invece a una macchina non banale [vedi risposta sopra].

16) Cos’è il breakdown?


La complessità di un sistema dipende dal contesto ma anche dal punto di vista assunto dall’osservatore umano.
La strategia di mol osservatori è quella di banalizzare i sistemi ogge o di indagine cercando di definire relazioni
determinis che fra input e output, ma una strategia che può riuscire per cer scopi e in cer momen può fallire
per altri scopi e in altri momen . Questo fallimento è rivelato da una fase di breakdown in cui il sistema esibisce
un comportamento sorprendente in cui il sistema si guasta. Il breakdown cos tuisce anche un’occasione per
accostarsi al sistema da un altro punto di vista.

17) La fine dell’eternità in Ceru ?


All’inizio del XII secolo si assiste alla nascita di due diverse modalità di intendere il tempo: da un lato l’aevum
ovvero il tempo sacro, il tempo eterno (nel mondo cris ano dell’Europa medievale l’aver fede in ciò che è eterno
e permanente diventa l’aver fede in un piano atemporale pensato da Dio per il mondo ancor prima della sua
creazione), d’altro lato il tempus ovvero il tempo profano, che cara erizza lo scorrere degli even . Ciò ha
imposto agli uomini del Medioevo di separare ciò che è parte del piano divino, e quindi è fondamentale, da ciò
che è inessenziale schiuma di superficie, ciò che è caduco. Tale dis nzione fece aumentare le controversie su
quali luoghi o is tuzioni fossero definibili nei termini dell’aevum (Chiesa, Impero e Sta Nazione ritenevano di
potersi so rarre allo scorrere del tempus e di essere le uniche interpre del decorso futuro del disegno divino).
All’inizio dell’età moderna si assiste a una progressiva distruzione dell’idea inerente all’eternità con la
dilatazione dei tempi della storia e un crescente interesse per il divenire storico, per lo scorrere degli even .
Il compimento del disegno divino non viene più sen to come imminente e incombente perciò lo scenario
dell’eterno presente si lacera e consente di percepire la profondità del divenire storico e di indagare le
dimensioni stesse del passato e del futuro.

18) Per Bergson l’intelligenza è legata all’azione? (Logica e conoscenza scien fica)
Sì, Bergson difende due nozioni: - l’intelligenza è legata all’azione; - la conoscenza auten ca consiste in una
costruzione con nua di nuove stru ure.
L’epistemologia Bergsoniana si basa sull’idea che la scienza sia sempre meno obie va e sempre più simbolica,
nella misura in cui procede dal fisico allo psichico, a raverso quel che è vitale. Dunque occorre percepire una
cosa per giungere a simbolizzarla, vi sarebbe un’intuizione dello psichico e del vitale, che l’intelligenza sarebbe in
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grado di tradurre o spiegare senza però superare l’intuizione. Vi sarebbe, in altri termini, un’intuizione
sovraintelle uale o ultraintelle uale. Il superamento dell’intelligenza da parte dell’intuizione, tu avia, non crea
un ampliamento della conoscenza ma crea una dis nzione tra conoscenze di natura intui va e quelle di natura
scien fica e razionale. Rispe o alla conoscenza intui va, l’intelligenza ricorre ad un “metodo cinematografico”,
ovvero cerca di “pensare l’instabile a raverso l’intermediario dello stabile, il movimento tramite l’immobile”; è
quindi inadeguata a raggiungere l’essenziale. Questa metodo rappresenta la rappresentazione immaginaria nel
suo inadeguato simbolismo, tramite la quale, il bno nello stadio operatorio non ancora completo, coglie gli sta
iniziali e finali, per poi completarla rintracciandone il processo dinamico so ostante una volta giunto allo stadio
operatorio completo.

19) Cosa è l’onniscienza? → L'onniscienza è la conoscenza totale e illimitata; a ributo per nente alla natura divina,
in quanto l'assoluta perfezione esclude la possibilità di un’ignoranza sia pure minima.
Tramite l’hybris (= tracotanza), l’uomo, tenta di giungere ad una visione globale e completa di situazioni di per sé
rela ve, tenta di raggiungere un’onnipotenza che di fa o non esiste. Gli uomini provano ad innalzarsi al di sopra
della loro condizione, arrogandosi l’accesso a conoscenze e competenze non des nate a loro. Questo porta
l’uomo a credersi onnisciente.

20) Secondo Piaget: differenza tra epistemologia ed epistemologia gene ca? Cosa comporta l’a ributo gene co?
Epistemologia rimanda a episteme = conoscenza e logos = discorso, ovvero un discorso sulla conoscenza.
Nel momento in cui aggiungiamo l’a ributo “gene co” tra amo anche della nascita delle conoscenze. Quindi
l’epistemologia gene ca studia la nascita e lo sviluppo delle conoscenze; è interessata a comprendere in che
modo il sogge o arriva alle conoscenze (il sogge o quando nasce sa poco nulla e quando cresce arriva a
conoscenze sempre più astra e, fini e formali).

21) Differenza tra costru vismo e stru uralismo?


Il costru vismo ene sempre conto del ruolo a vo del sogge o nella costruzione delle conoscenze e rivolge
par colare a enzione ai processi che portano a tali conoscenze.
La ricerca piage ana si colloca entro tema che stru uraliste, secondo le quali esperienza e teoria, competenza
e conoscenza, sono riconducibili a en tà (le stru ure) necessarie ma non sufficien per la produzione di qualsiasi
a vità umana, ovvero per assicurare l’isomorfismo tra livello biologico e cogni vo.
Mirando ad individuare ciò che è essenziale in ogni fenomeno è necessario stabilire il ruolo e l'obie vo che ogni
elemento riveste nella complessità fenomenica. Ne deriva che il conce o di sistema cos tuisce una chiave di
volta nello stru uralismo: è più importante considerare le relazioni tra gli elemen del sistema cogni vo che non
le singole esperienze immediate.
La le ura che Piaget propone dello stru uralismo è in funzione del suo costru vismo e rivaluta chiaramente la
funzione del sogge o senza però cadere nello psicologismo. E allora la produzione delle stru ure si manifesta in
2 forme, di cui la seconda non è altro che il risultato della prima: una formazione e delle trasformazioni.
Ne consegue che il sogge o elabora stru ure il cui sistema di autoregolazione non si riduce all'insieme delle
norme che cara erizzano la stru ura compiuta ma comporta scambi con l'esterno che cos tuiscono
l'alimentazione necessaria al suo funzionamento.
Quindi, in conclusione, se un approccio globale (ovvero stru urale) consente di correlare fa /azioni e
accadimen /operazioni altrimen ritenu estranei se non inconciliabili, tu avia ciò non è sufficiente senza
tenere conto anche di una componente procedurale.
Dis nzioni tra meccanismi procedurali e stru urali:
- Entrambi tendono a produrre trasformazioni: i primi le realizzano e le u lizzano per obie vi par colari, mentre
i secondi le elaborano con l'intento di costruire un sistema.
- Entrambi sono prepos al raggiungimento di un fine: nei primi ciò si esplica con un processo con nuo, per i
secondi si tra a di un processo a termine. I loro ruoli sono interscambiabili.
Queste osservazioni fanno capire che il costru vismo di Piaget ha delle indubbie componen stru uraliste.
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22) Approccio costru vista [vedi dom 34]
Il costru vismo è una corrente di pensiero volta ad enfa zzare il ruolo a vo assunto dal sogge o nella
costruzione di una realtà conosciuta, stabilendo il primato dell’esperienza e valorizzando le conoscenze
che si formano durante lo scambio di informazioni tra sogge .
Si tra a di intendere le conoscenze senza fare riferimento solo alle cara eris che ontologiche (= propriamente
cos tu ve) degli ogge ma considerando anche quelle che dipendono dall’a vità specifica del sogge o.
La sofis ca può essere considerata un precursore delle tema che costru viste. Da un punto di vista
epistemologico si abbraccia una ricerca centrata sulle a vità umane, ovvero sull’esperienza che il sogge o
acquisisce col mondo e nel mondo. La parola diviene un mezzo per esprimere i propri pun di vista e non la
verità, la cui validità (dei pdv) viene accolta ricorrendo a spiegazioni, illustrazioni, persuasioni ricorrendo
all’argomentazione. Piaget in par colare, in “Logica e conoscenza scien fica”, richiama le teorie costru viste,
ponendo al centro un sogge o che non inventa, né scopre, ma costruisce la conoscenza. La conoscenza
dell’individuo non è da ricercare sulla base di quanto riceve ed incorpora dall’ambiente, ma su quanto riesce a
costruire, sulla base di quello che apprende. La conoscenza non è acquisita passivamente né innata.

23) Posi vismo di Comte


Il posi vismo nasce in Francia a metà ‘800. Posi vo è tu o ciò che rimanda a reale, concreto e sperimentabile.
Il punto iniziale del posi vismo di Comte è che esiste una stabile fron era tra la filosofia metafisica e le scienze,
basata sulla natura dei loro rispe vi problemi. Secondo il posi vismo esistono problemi che per natura sono
scien fici e pertanto comportano degli specifici metodi di soluzione; e vi sono altri problemi, che per natura
spe ano alla metafisica, che saranno invece considera semplicemente irrisolvibili o depriva di ogni significato.
Secondo Comte, infa , l’unica conoscenza è quella realizzata con il metodo scien fico, che verrà poi esteso a
tu i campi, compreso il comportamento umano: nasce la sociologia.
Per Comte, questo contesto è cara erizzato da 2 cara eris che:
1. la scienza si occupa solo dei fenomeni e non della “natura delle cose”;
2. la scienza conosce solo le leggi ed ignora “il modo di produzione dei fenomeni”, ossia la causalità.
Il 2° punto pone un problema, in quanto la scienza, oltre alle leggi, conosce anche la deduzione delle leggi che
per Descartes, Leibniz e Kant è ciò che si definisce “causalità”. A tal proposito Comte risponde riducendo il suolo
della deduzione.
Distruzione del suo pensiero:
Di fronte a tu e queste restrizioni è sufficiente rispondere considerando lo sviluppo spontaneo delle scienze
successive: tu e spiegano causalmente le proprie leggi trovandone la ragione deducendola, senza considerare
alcuna barriera tra le varie discipline. Risulta quindi inu le porre barriere o cercare di opporre scienza e
metafisica per la natura dei loro problemi (avviene con nuamente che un problema inizialmente filosofico possa
successivamente essere posto in termini scien fici).

24) Spirito geometrico, del cuore e di finitezza per Pascal:


Nell’ambito del costru vismo, Pascal sos ene che ogni sogge o possieda:
- un esprit géométrique = che corrisponde a una conoscenza scien fica e anali ca o enuta da processi razionali;
ha come fine la dimostrazione; rimanda a fini specula vi facilmente manipolabili; si esplica mediante definizioni
(assiomi o postula ). Per Pascal non è sufficiente per comprendere la realtà perché non arriva a capire i
fondamen dell'esistenza umana ed è quindi limitato.
- un esprit du coeur = volto a preservare la ragione dai limi della sua naturale impotenza; a ribuisce al sogge o
un'indicazione implicita, una condo a che fa sen re acce abile quanto non può essere dimostrato.
- un esprit de finesse = volto a comprendere la complessità delle azioni umane; concerne un numero molto
elevato di situazioni; non segue un processo razionale; ha come obie vo il giudizio; parte da assun non da
dalla ragione (= necessita di altre facoltà); sinte zza lo spirito geometrico e quello del cuore.
Tu avia Pascal non parla di spirito di finezza senza parlare di spirito di geometria.
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La conoscenza per Pascal è data dall’interazione di ques tre spiri .

25) In logica e conoscenza scien fica Piaget classifica le scienze, le divide in domini, parla di cortocircui e
interazioni incrociate, parla di spirale:
Piaget individua 4 insiemi di scienze: Logico-matema che, Fisiche, Biologiche, Psicologiche e delinea una
successione (in quest’ordine) di relazioni (1-2-3-4-1).
In ogni scienza la ciclicità vale per il dominio materiale (l’insieme degli ogge su cui questa scienza conduce) e
per il dominio epistemologico derivato (deriva da problemi epistemologici generali come rapporto tra sogge o
e ogge o), mentre il dominio conce uale (l’insieme delle teorie o conoscenze sistema che, elaborate da questa
scienza sul suo o sui suoi ogge ) e quello epistemologico interno (deriva dalla cri ca interna a ogni scienza)
hanno stru ura lineare.
Perciò si giunge ad un sistema ciclico iniziale e finale intermediato da relazioni sequenziali. Tu avia non sempre
questo quadro viene seguito perfe amente, infa si possono verificare:
- dei cortocircui = quando una relazione di dipendenza, conforme alla linearità dei domini intermedi, salta una
tappa interrompendone la linearità; si passa da una conoscenza all’altra saltando quella/e intermedia/e (es. una
teoria psico-sociologica farà uso delle matema che, senza transitare per la biologia, né per la fisica, etc.);
- interazioni incrociate = quando si ha uno scambio di influenze tra discipline non con gue (sia per relazioni
cicliche che lineari); sono correlate ma non appartengono allo stesso ambito.
Piaget cerca di coordinare ed integrare le varie discipline proponendo una stru ura re colare disposta a spirale
in cui l’espansione di ogni scienza si integra alle altre. Percorrendo questa spirale aumenta la conoscenza.

26) Sviluppo psicogene co delle operazioni logiche (Logica e conoscenza scien fica):
[cap II sulla logica che non era da fare]
Si compone di 4 tappe:
1. Durante la prima, anteriore al linguaggio (periodo senso-motorio), già si osservano delle messe in relazione,
all’interno di azioni che si svolgono nel tempo, che cos tuiscono gli schemi prefiguran le future operazioni.
2. Nel corso della seconda tappa (dai 2 - ai 7/8 anni) le azioni senso-motorie del 1° periodo iniziano ad
interiorizzarsi in rappresentazioni ma non viene ancora raggiunta la completa reversibilità operatoria.
3. Nella terza tappa (dai 7/8 anni - agli 11/12) si raggiunge una certa reversibilità al livello delle “operazioni
concrete”, ancora basato su ogge manipolabili e non su enuncia verbali.
4. Col quarto periodo viene raggiunta una completa reversibilità che unisce, nell’ambito di uno stesso sistema, i
due pi di reversibilità sino ad allora separa (inversione e reciprocità).
[oppure]
[appun ] Un tempo si faceva un’errata suddivisione tra scienze dell'uomo (materie le erarie) e scienze della
natura (materie scien fiche), mentre vanno definite tu e come scienze dell’uomo. A tal proposito si può fare un
esempio, mutuato da due fon : la posizione di Piaget e quella psicoanali ca.
Piaget ri ene che tu e le nostre conoscenze derivino da operazioni mentali, ossia da interiorizzazioni di azioni
compiute precedentemente che vengono liberate dal dire o rapporto con la realtà esterna per, poi, poter essere
applicate a un’illimitata serie di nozioni.
Nel 1926, Piaget propose di fare un’analisi cogni va di alcune forme di espressione fra le quali vi era anche
un’espressione algebrica in cui compaiono le 4 operazioni aritme che (+, -, ×, ÷). La sua volontà era quella di
verificare a quali azioni, queste operazioni, rimandassero. P. ri ene che l’addizione rimandi all’azione di unione,
la mol plicazione alla riproduzione, la so razione alla separazione e la divisione a un separazione in par
uguali.
Anni dopo, tra il ‘75 e l’80, Fornari, uno psicoanalista milanese, dà una le ura in chiave affe va delle azioni
piage ane. Egli ri ene che l'unione rimandi all’unione uomo-donna nel senso le erale del termine; che la
riproduzione consista nel prodo o dell’unione uomo-donna, ossia ai figli; che la separazione sia tra grande e

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piccolo (madre-figlio, padre-figlio); e che la separazione in par uguali sia tra il grande e i piccoli
[20÷4=(5+5+5+5)]. Ri ene, dunque, che l’espressione aritme ca rimandi a un codice della vita.
Queste posizioni rendono la matema ca la materia più umana che ci sia, superando la divisione tra scienze
dell’uomo e scienze della natura.
27) Ecologia del cambiamento in Ceru 🡪 è lo studio di situazioni ambientali globali per cui si verificano mutamen
che portano all’evoluzione. Rimanda a un cambiamento colto nella sua pienezza. Ecologia rimanda a visione
globale dei modi con cui avviene il cambiamento. Spesso l'es nzione di una specie dipende da dinamiche
ecologiche globali rispe o alle quali non è in ques one il vantaggio sele vo locale di questo o di quel cara ere.
Queste es nzioni provocano una radicale ristru urazione delle riserve di variabilità gene ca disponibili per gli
sviluppi evolu vi futuri. Le es nzioni di massa sono gli even fondamentali in seguito ai quali le dinamiche di
ordine ecologico influenzano e determinano profondamente le dinamiche di ordine genealogico, l’evoluzione
della specie in senso stre o.

28) Epistemologia delle matema che bambini che sono nel pre-operatorio:
Prima dei 7-8 anni il bambino non conosce il numero in maniera razionale, sa contare ma non riesce a fare i
calcoli. Più tardi, durante lo stadio operatorio egli giunge all’idea operatoria del numero e inizia a fare le
operazioni basilari (+ - x : ). Inizia a fare anche la seriazione, ovvero creare delle successioni lineari (es. dall’1 al
10), e l’inclusione. Quando un bambino conosce le operazioni basilari, ma anche la seriazione e l’inclusione è in
grado di concepire il numero.

29) Come si forma il dominio cogni vo in una chiusura organizzazionale di un sistema? (La fine dell’onn.)
Piaget ha avuto il merito di riconoscere il conce o di chiusura dei sistemi: egli ha osservato che la chiusura
dev’essere riferita all’organizzazione di un sistema e che perciò non si contrappone ma si accompagna alla sua
apertura termodinamica. La chiusura organizzazionale di un sistema è alla base del dominio cogni vo del
sistema stesso, ovvero cos tuisce il dominio delle interazioni in cui il sistema può entrare senza perdere la sua
chiusura, cioè senza perdere la sua iden tà. La perdita della chiusura porta alla disintegrazione del sistema.

30) In “Logica e conoscenza scien fica”, che relazione si pone tra matema ca e psicologia?
Le matema che e la logica sono in stre a interdipendenza. Si può supporre che le discipline logico-matema che
procedano per un’assioma zzazione (= formulazione astra a e formale) delle stru ure naturali, che esprimono
esse stesse le coordinazioni delle azioni e delle operazioni di un sogge o a vo sugli ogge .
È possibile stabilire corrispondenze stru urali abbastanza solide tra i processi gene ci, che conducono a queste
stru ure naturali, ed i percorsi teorici che, procedendo per astrazione rifle ente ed assioma zzazione,
conducono alle matema che pure o astra e.

31) In cosa consiste l’astrazione rifle ente?


Di fondamentale importanza per comprendere la crescente complessificazione dei fenomeni è l’astrazione
rifle ente, a raverso la quale il sogge o aumenta la propria complessità cogni va. Essa comporta sempre 2
aspe inseparabili: da un lato una componente rifle ente, cioè la proiezione su un livello superiore di quanto è
ricavato da un livello inferiore (décalage ver cale), dall’altro una componente di riflessione, ossia un’azione
mentale di ricostruzione e riorganizzazione ad un livello superiore di quanto trasmesso da un livello inferiore.

32) Epistemologia delle scienze umane? Classificazione?


Le scienze dell’uomo sono scienze che l’epistemologia deve analizzare come tu e le altre scienze anche se, a
differenza delle altre, possono fornirci informazioni sui sogge conosci vi volte a istruirci sui meccanismi della
conoscenza.
Classificazione delle scienze dell’uomo:
◾ Scienze umane in senso stre o → sono da considerarsi quelle scienze che hanno come ogge o l'a vità
dell’uomo ed hanno come fine la ricerca di leggi susce bili di verità o falsità, a seconda che si accordino o meno
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al reale. I metodi usa sono l’osservazione e l’esperimento, da cui si traggono deduzioni e relazioni
matema che. È il caso della sociologia, della psicologia, della linguis ca, etc.
◾ Discipline storiche in senso ampio → non sono finalizzate alla definizione di leggi e non sfru ano la
sperimentazione. Hanno come obie vo la ricostruzione e l’interpretazione del passato (storia, filologia, etc.)
◾ Discipline giuridiche → cos tuiscono un mondo a parte poiché qui le leggi sono subordinate a norme valoriali
mutevoli, senza che vi sia un criterio assoluto di verità. Le norme non concernono il vero ed il falso, ma sono
reperite da valori qualsiasi codifica so oforma di doveri e diri .
◾ Discipline filosofiche → (morale, metafisica, etc.). La filosofia di per sé consiste in una ricerca dell’assoluto o in
un’analisi della totalità dell’esperienza umana, comprendendo i problemi concernen i valori. Esistono diverse
filosofie. La natura della conoscenza filosofica sembra più simile ad una saggezza an ca o universale, sui generis
rispe o alla conoscenza scien fica. Le scienze par colari si distaccano dalla filosofia definendo nuovi problemi e
metodi di indagine più ogge vi.

33) Quale immagine della storia fornisce Gould? (La fine dell'onniscienza)
Gould ha delineato una nuova immagine della storia che scaturisce dalle esplorazioni delle scienze evolu ve
contemporanee. Egli rifiutava qualsiasi schema conce uale che situasse le nostre scelte su una linea e che
sostenesse che l’unica alterna va a due posizioni estreme si trovasse in una posizione intermedia. Pdv più
fecondi richiedono, per so rarsi a questa dicotomia, di uscire dalla linea. Gould propone questa terza possibilità
definita “off the line” appunto (= fuori dalla linea), la quale indica l’a o stesso di produzione di un nuovo spazio,
indica lo spostarsi altrove per opera di un osservatore che ha avuto modo di sperimentare le limitazioni alle quali
è stato confinato finché è rimasto nello spazio monodimensionale della linea. Quelle che sul segmento
monodimensionale sono polarità opposte, nello spazio mul dimensionale si trasformano in aspe
complementari e interconnessi di una nuova ecologia della storia, cara erizzata da proprietà emergen e
irriducibili a quelle esibite dalla polarità originaria. Quindi emerge un nuovo spazio di incontro.

34) Excursus storico dello sviluppo del costru vismo tra i vari autori:
Il costru vismo è una corrente di pensiero volta ad enfa zzare il ruolo a vo del sogge o nella costruzione di
una realtà conosciuta, stabilendo il primato dell’esperienza e valorizzando le conoscenze che si formano durante lo
scambio di informazioni tra sogge .
Si tra a di intendere le conoscenze senza fare riferimento solo alle cara eris che ontologiche (= propriamente
cos tu ve) degli ogge ma considerando anche quelle che dipendono dall’a vità specifica del sogge o.
La prima sofis ca (metà V sec a.C.), in quanto portatrice di nuovi contribu culturali mul formi, può essere
considerata un precursore delle tema che costru viste. Da un pdv epistemologico la ricerca è centrata sulle
a vità umane, ovvero sull’esperienza che il sogge o acquisisce col e nel mondo.
- Protagora: riteneva la verità come rela va in quanto filtrata dal pdv del sogge o che egli riteneva essere
“misura di tu e le cose”. Avvalora il ruolo dell’esperienza in quanto processo a raverso cui il sogge o organizza
le proprie conoscenze in rapporto al suo ada amento alla natura. Ad es. la parola diviene un mezzo per esprimere
i propri pdv, la cui validità sarà accolta ricorrendo a spiegazioni, illustrazioni, argomentazioni.
Nel Medioevo:
- Roscellino (nominalista radicale): sos ene che la realtà in sé non sia conoscibile ma occorra rifarsi alla sua
rappresentazione. Egli ri ene che i conce universali non corrispondano ad alcuna realtà ogge va e siano
soltanto semplici nomi (flatus vocis), dietro i quali non si nasconde nulla; e quindi che anche le parole siano
astra e e prive di significato. Emerge quindi il problema di conoscere se il linguaggio, ovvero la lingua che
parliamo, a ribuisca un senso al nostro pensiero. Egli ri ene che le regole delle scienze umane abbiano sempre
un valore rela vo ed una funzione puramente strumentale per orientare gli uomini in una realtà fisica dinamica e
non controllabile tramite gli schemi dell’intelligenza.
- G. D’Ockham (nominalista moderato): conferma che le sole possibili conoscenze sono maturate dall’esperienza
sensibile; quindi, non si ha la possibilità di conoscere la verità in sé, ma solo i nomi e le rappresentazioni della

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stessa. La conoscenza sperimentale e l’esperienza portano alla formulazione di proposizioni universali (= i principi
della scienza) rappresenta da nomi che denotano solo esteriormente gli ogge a cui si riferiscono.
Egli ri ene che la conoscenza sia il prodo o di un’immediata evidenza nella quale è rivalutato il ruolo della
con ngenza, ovvero dell’emergenza. Si costruisce, dunque, un percorso che va dal par colare all’universale.
Egli sos ene che da un’intuizione sensibile, fa a propria dall’intelle o so oforma di immagine, il sogge o possa
giungere a conoscenze astra e. Allora il suo nominalismo lo si può intendere come ciò che sancisce il primato
dell’individuo, del sogge o.
- Abelardo: ri ene che le uniche conoscenze definibili tali siano quelle riferite ad ogge par colari, mentre
quando si generalizzano diventano solo opinioni. Egli tende ad a ribuire una completa e totale autonomia al
linguaggio, che è un prodo o del sogge o e l’unico che consente di accedere agli universali. Egli stabilisce una
corrispondenza tra discorso e realtà (tra un’istanza nominalista e una metafisica), so olineando come il discorso
sia in grado di porci in conta o con le cose ma non con la realtà universale. L’obie vo diventa, dunque,
individuare ciò che è verosimile in quanto si colloca a metà tra la verità delle cose (incomprensibile per l’uomo) e
un discorso non razionale e non rigoroso. Questo favorisce la costruzione di nuove conoscenze.
- Tommaso D’Aquino: fa un’analisi del conce o di verità che rimanda a una filosofia fondata su trascendentali ed
è volta a sinte zzare due opposte modalità di studio (il filone platonico e quello aristotelico); ma, sopra u o, è
volta a proporre una terza via che le comprenda superandole e acquistando un preciso statuto epistemologico.
Se consideriamo ques obie vi, vol a inves gare la verità, in riferimento alla genesi e sviluppo della conoscenza,
giungiamo ad assun che epistemologia gene ca e costru vismo farebbero propri.
- Leonardo Da Vinci: rappresenta l’emblema del costru vismo in quanto si propose di applicare criteri di lavoro
simili a campi di lavoro differen , centrandoli sul ruolo primario dell’esperienza e dell’osservazione quali
strumen a raverso cui mostrare e spiegare. Egli prende sempre avvio da situazioni concrete per poi giungere alla
teoria.
- Descartes: realizza il suo proge o di matema zzazione della realtà, affermando che solo ciò che è ricavato
razionalmente con l’esperienza porta ad una scienza valida. Egli propone di ricostruire il sapere, pensando a
come affrontare situazioni di ogni genere, anche le più complesse, dove abitudine ed esempio rendono il sogge o
sicuro di quel che sà. Bisogna quindi par re dalle conoscenze immediate dell’esperienza per poi arricchirle.
- Pascal sos ene che ogni sogge o possieda:
- un esprit géométrique = che corrisponde a una conoscenza scien fica e anali ca o enuta da processi razionali;
ha come fine la dimostrazione; rimanda a fini specula vi facilmente manipolabili; si esplica mediante definizioni
(assiomi o postula ). Non è sufficiente per comprendere la realtà perché non arriva a capire i fondamen
dell'esistenza umana ed è quindi limitato.
- un esprit du coeur = volto a preservare la ragione dai limi della sua naturale impotenza; a ribuisce al sogge o
un'indicazione implicita, una condo a che fa sen re acce abile quanto non può essere dimostrato.
- un esprit de finesse = volto a comprendere la complessità delle azioni umane; concerne un numero molto
elevato di situazioni; non segue un processo razionale; ha come obie vo il giudizio; parte da assun non da
dalla ragione (= necessita di altre facoltà); sinte zza lo spirito geometrico e quello del cuore.
La conoscenza è data dall’interazione di ques tre spiri .
- de Montaigne: affronta il tema della molteplicità delle conoscenze umane e della necessità di considerarle
tenendo conto di più pun di vista. Egli ri ene che l’espansione e i limi delle conoscenze debbano dipendere dal
sogge o. In ambito pedagogico e educa vo, egli cri ca un apprendimento passivo e quan ta vo da parte del
sogge o, ritenendo che la formazione debba essere globale e non debba limitarsi ad una ripe zione di quanto già
de o ma deve far emergere le potenzialità intelle ve del sogge o. Solo così acquisirà gli strumen per
rapportarsi con gli altri e col proprio modo di pensare.
- Vico: presenta un intento pedagogico. Egli ri ene che la conoscenza si formi a raverso l’azione, che genera
rappresentazioni, le quali consen rebbero di comprendere i fenomeni, agendo sugli stessi. Questo lo portò a
sostenere che le verità sono da cogliere nei fa (“verum esse ipsum factum”) e quindi nell’arte inven va umana.
Questo è il grande merito che gli riconosce il costru vismo.

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Studiare le come le conoscenze si formano e si generano significa comprendere come le conoscenze si
organizzano e riorganizzano con nuamente e si stru urino e ristru urino: in senso esteso significa anche
costruire e ricostruire gli ogge della conoscenza.
- Rousseau: è definito come il padre del costru vismo psico-pedagogico. Due delle sue maggiori opere, “Il
contra o sociale” e “L’Emilio”, sono perfe amente integrabili in funzione di un proge o di stampo costru vista.
Furono ampiamente cri cate perché portavano delle novità che si avvicinavano più al roman cismo che
all’illuminismo predominante in quel periodo (metà 700). Egli a ribuì molta importanza al mondo emo vo e
sen mentale, in quanto u le strumento per la costruzione di un nuovo uomo e di una società rinnovata.
Nell’“Emilio” me e in luce che per ogni età l’educazione non può essere univoca né universale, in quanto deve
ada arsi a quanto ogni sogge o è in grado di apprendere, rela vamente ai propri interessi e bisogni. Per questo
mo vo Emilio, più che imparare, deve inventare e qualsiasi cosa apprenda deve essere il risultato di una sua
costruzione, mai qualcosa di imposto ex cathedra. Il suo intento è costru vo, volto a privilegiare l’esperienza
individuale, con l’intento di giungere alla formazione di nuove condizioni di vita. Quindi, al centro vi è sempre un
sogge o, dotato di un ruolo a vo nella costruzione delle conoscenze.
- Kant: altre posizioni costru viste sono riconducibili alla produzione kan ana, ove con la problema ca
trascendentale e l’approccio fenomenologico si superano i limi del razionalismo cartesiano e si spalancano
orizzon cogni vi, nel quale il ruolo del sogge o è quello di elemento a vo e produ ore delle conoscenze.
Kant ha stabilito il fondamento di ogni conoscenza nell’a vità intelle uale del sogge o che conosce e non
sull’ogge o conosciuto, ma senza vanificare ed eliminare la realtà esterna.
- Husserl: la sua teoria della conoscenza rimanda ad una vera e propria costruzione, entro la quale le singole par
si reggono vicendevolmente, anche se sorre e e coordinate stabilmente da forme invarian che consentono la
loro stabilità.

35) Differenza tra sistema complesso e complicato (cap 1 - La fine dell'onniscienza)


La nuova sfida della complessità delineata da Ceru vuole introdurre un pluralismo sistemico, ovvero la
necessità di andare oltre i sistemi semplici, lineari e prevedibili e accogliere anche altre pologie di sistemi.
Sistema complicato: le sue proprietà sono riconducibili alla semplice somma o combinazione addi va delle
proprietà delle singole par .
Sistema complesso: le sue proprietà sono diverse e molteplici e con una stru ura re colare cos tuita da nodi
(par ) e linee (interazioni) che li collegano. Non è de o che ogni nodo sia connesso a tu gli al o che tu
abbiano la stessa densità di legami. Tali sistemi sono sensibili alle perturbazioni e non è de o che perturbazioni
piccole e locali producano cambiamen di uguale intensità, possono invece portare ad effe macroscopici e
globali fino a modificare il comportamento di tu o il sistema.

36) Tre ferite narcisis che inferte all’umanità (La fine dell’onniscienza)
L’uomo inizialmente si era posto al centro dell’universo perché, secondo la teoria sostenuta da Aristotele, la
terra era in una posizione considerata tale. Freud evidenzia come, la conoscenza scien fica moderna, ha inferto
3 grandi ferite al narcisismo umano corrisponden ad altre ante decentrazioni nelle immagini con cui gli esseri
umani hanno pensato il loro ruolo nel cosmo:
1. derivata dalle scoperte di Copernico, confermata poi anche da Galileo, che rivelano come al centro
dell’universo non vi sia la Terra ma il Sole. Perciò gli esseri umani da abitan del centro del cosmo si trovano ad
essere abitan di un piccolo pianeta di periferia in una galassia periferica.
2. decentrazione dovuto alla scoperta di Darwin, che trasforma la specie umana da svolta fondamentale del
disegno creatore nell’esito casuale e recente di un’evoluzione dalle molteplici ramificazioni.
3. decentrazione dovuta alle scoperte di Freud e in par colare alla scoperta dell’inconscio che so rae alla
coscienza dell’uomo il controllo e il potere sull’insieme della sua vita psichica: l’uomo non è padrone nemmeno a
casa sua. È la peggiore tra le tre ferite perché comanda e schiavizza l’uomo a sua insaputa.

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Sono scoperte che ha individuato Freud, con la scoperta dell’inconscio si è posto l’obie vo di ricreare tu e le tre
ferite.

37) Epistemologia complessa di Edgar Morin (La fine dell’onniscienza):


Morin fu un illustre filosofo francese noto per il suo approccio mul disciplinare e interdisciplinare alla conoscenza.
Un’epistemologia complessa non rimanda più ad un’unica istanza che controlli ogni sapere, ma ad una pluralità
di istanze, ciascuna delle quali è decisiva ma insufficiente e comporta il proprio principio di incertezza.
L’epistemologia deve far comunicare queste istanze in modo da formare un anello chiuso e in con nuo divenire,
l’anello della conoscenza della conoscenza.
La complessità mira ad una conoscenza mul dimensionale che, tu avia, non sarà mai completa. Bisogna infa
riconoscere che la conoscenza non può essere perfe a perché mediata dalle rappresentazioni mentali derivate dai
nostri sensi, perciò il pensiero complesso comporta un principio di incertezza e di incompletezza.
La complessità è l’opposto della completezza.

38) Cosa intende Foerster quando parla di autonomia dell’osservatore? (La fine dell’onniscienza)
von Foerster ha proposto l’elaborazione di un’epistemologia degli ogge viven rifle endo sul fa o che ogni
descrizione (osservazione) dell’universo implica colui che descrive (osserva). Abbiamo, quindi, bisogno di una
teoria dell’osservatore che lo descriva. Nella prospe va epistemologica classica i conce cerniera tra scienze
dell’uomo e scienze della natura (autoregolazione, auto-organizzazione, ecc) sono sempre sta defini con
riferimento a un luogo privilegiato di osservazione, la rinuncia a un luogo fondamentale è ciò che cara erizza la
svolta epistemologica: ciò che diventa fondamentale è la trama dei rappor che con nuamente si definisce e si
ridefinisce fra una molteplicità irriducibile di luoghi di osservazione e di spiegazione. Ciò ha condo o ad a ribuire
l’origine del conce o di informazione alla relazione fra un osservatore che costruisce il sistema e il sistema stesso
che a sua volta costruisce l’osservatore.
Queste linee di sviluppo di una nuova epistemologia del sogge o e di una nuova teoria dell’osservatore umano
trovano una delle loro radici più significa ve nelle nozioni di chiusura organizzazionale, dominio cogni vo e
autonomia. L’autonomia della dinamica sistemica indica l’alto grado di invariabilità di un sistema globale rispe o
all’alto grado di variabilità delle sue componen . Il sistema è autonomo sia rispe o alle dinamiche dei
so osistemi che lo compongono, sia rispe o alle dinamiche dell’ambiente. L’ambiente non determina la natura
del sistema in quanto tale, è il sistema stesso che seleziona fra tu gli s moli dell’ambiente e le possibili
interazioni con esso quelli ammissibili e non ammissibili. Gli s moli ammissibili vengono integra , gli altri ignora .
Il passaggio da una prospe va del controllo alla prospe va dell’autonomia porta a considerare le influenze
ambientali su di un sistema come perturbazioni piu osto che come input.
Varela ha mostrato le implicazioni generali di questo mutamento di prospe va:
- nel caso della formulazione basata sul controllo → le interazioni con l’ambiente sono istru ve, cos tuiscono
parte della definizione dell’organizzazione del sistema, e determinano il corso della trasformazione;
- nell’interpretazione basata sull’autonomia → l’ambiente è visto come una sorgente di perturbazioni
indipendente dalla definizione dell’organizzazione del sistema, e quindi intrinsecamente non istru va; esse
possono innescare, ma non determinare, il corso della trasformazione.
Ciò equivale a dire che in un caso s amo cara erizzando un sistema come organizzazionalmente aperto, e
nell’altro caso come organizzazionalmente chiuso.
In questa prospe va, basata sulla cara erizzazione della chiusura organizzazionale, si delinea una teoria
dell’osservatore che definisce l’osservatore stesso come parte del sistema, non solo in quanto lo descrive, ma in
quanto anello interno alla rete di processi che definisce il sistema.
La teoria dei sistemi basata sulle nozioni di chiusura organizzazionale e di autonomia produce e si sviluppa
all’interno di un framework della complementarità. Questo si basa sul rifiuto di un luogo fondamentale di
osservazione e di spiegazione e sul riconoscimento della molteplicità dei luoghi di osservazione e di spiegazione.
La coordinazione di tale molteplicità irriducibile dei luoghi avviene a raverso l’indagine delle modalità costru ve
tramite le quali ciascun luogo, ciascun sistema, emerge da un altro.
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39) L’uomo è un sistema aperto o chiuso? 🡪 Un sistema aperto è sogge o ad un interscambio con l’ambiente in cui è
collocato e può non raggiungere mai uno stato di equilibrio. Un sistema è chiuso, invece, se non avviene
interscambio con l’ambiente e raggiunge uno stato finale di equilibrio. L’uomo, così come qualsiasi essere vivente,
è un ordine gerarchizzato di sistemi aper in con nuo interscambio con l’ambiente, cara erizza da una chiusura
organizzazionale che si accompagna alla loro apertura termodinamica.

40) Cosa si intende con narrazione dell’indecidibile? (La fine dell'onniscienza)


La cosmologia fisica ha delineato gli scenari di una storia lunga 15 miliardi di anni e vari scenari e alterna ve
possibili di un futuro dell’universo (un futuro remoto più che uno prossimo), sulla base delle grandi leggi e delle
regolarità note. Questo lontano futuro appare così dominato da queste regolarità già enunciate dalla nostra
scienza e dalla convinzione che la storia della vita sulla Terra e nell’universo a un certo punto avrà un termine più
o meno brusco. Sono le stesse regolarità fisiche a prevederlo: lo stato fisico dell’universo in un futuro remoto
appare incompa bile con la vita a noi nota.
Questa ipotesi risulta essere possibile, forse anche probabile ma è proprio necessaria? Una narrazione scien fica
delineata da individui limita , in spazi e in tempi assai localizza , può occultare veramente ques individui, ques
spazi e ques tempi per accedere non solo all’inizio (del quale abbiamo comunque degli indizi), ma sopra u o
alla fine del tempo? Oppure, pur dicendoci qualcosa di interessante sulle possibilità (e non sulle necessità) della
storia dell’universo, parla sopra u o di noi, della finitezza delle possibilità e delle necessità dei nostri strumen
cogni vi? Questa cosmologia fisica contemporanea, allora, per quanto renda decidibili (secondo i termini von
Foerster) tante ques oni di grande importanza, forse si occupa sopra u o di ques oni indecidibili per loro stessa
natura.
I cosmologi della scienza contemporanea hanno prospe ato narrazioni alterna ve della storia naturale
dell’universo, nelle quali la vita non è più solo un semplice stato altamente organizzato, ma locale e temporaneo,
des nato ad essere riassorbito dall’universo e diventa il fenomeno centrale di una nuova era di questa storia che
modifica i vincoli delle ere preceden fino a rendere possibile per quelle future quello che oggi è impensabile.
Queste altre narrazioni delineano la possibilità di un universo il cui senso ul mo non è mai dato, ma diviene
sempre, in dipendenza dalle grandi discon nuità, dalle grandi svolte, dalle grandi innovazioni che in esso hanno
luogo. Un tale contrasto di narrazioni è ovviamente indecidibile all’interno della scienza stessa. Il conce o di
indecidibilità ci dice che l’uomo arriva fino a un certo punto e poi si deve limitare.

41) Ambivalenze della riflessione filosofica contemporanea (La fine dell’onniscienza):


La riflessione filosofica contemporanea è in vari modi a ra a dal problema della con nuità e della discon nuità
del nostro sapere rispe o alla tradizione in cui tale sapere ha preso corpo. Mol hanno enfa zzato l’idea di una
radicale discon nuità fra il nostro sapere e la tradizione moderna, sino a proporre l’idea di una crisi della
modernità. Troppo spesso, tu avia, l’idea di questa crisi si è radicata su un’errata immagine della tradizione
moderna, semplificata e monoli ca. Gli sviluppi del sapere contemporaneo hanno destru urato quest’immagine
e hanno fa o affiorare i problemi originari e sempre aper , le strategie ado ate per farvi fronte, le opzioni
epistemologiche che hanno guidato tali strategie, la vanificazione di molte di queste opzioni e la possibilità di
nuove scelte e di nuove strategie che provocano la cos tuzione di nuovi universi di discorso e di nuovi problemi.
Tu i grandi sviluppi della modernità sono cara erizza da una sostanziale ambivalenza: essi ci appaiono, al
contempo, sia come i prodo di una decentrazione rispe o a un luogo fondamentale di osservazione, sia come
l’interpretazione del senso di questa decentrazione nella ricerca di un punto di vista più completo.
Ciò che si definisce come crisi della modernità, dunque, è il venir meno della produ vità di questa tensione ma
anche, in posi vo, il delinearsi di un nuovo po di tensione tra: - l’assenza dei fondamen , la circolarità e la
produzione reciproca dei pun di vista e dei “tagli metodologici”; e - l’esigenza di effe uare comunque tagli
metodologici e ordinamen locali per poter parlare di questa stessa assenza di fondamen , e di queste circolarità.
Una mappa del sapere non può essere scri a in an cipo, sorvolando dall’alto il territorio delle conoscenze nella
sua totalità, ma viene disegnata man mano che percorriamo questo territorio del quale siamo solo una parte, del
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quale rappresen amo solo un unico pdv tra i molteplici che devono essere considera per arrivare a narrare la
storia di tu a la vita, non solo degli uomini ma anche degli animali e dei vegetali.

42) Per quale mo vo le opere di Rousseau si possono ritenere come precursori del costru vismo?
Rousseau è definito come il padre del costru vismo psico-pedagogico. Due delle sue maggiori opere, “Il
contra o sociale” e “L’Emilio”, sono perfe amente integrabili in funzione di un proge o di stampo costru vista.
Furono ampiamente cri cate perché portavano delle novità che si avvicinavano più al roman cismo che
all’illuminismo predominante in quel periodo (metà 700). Egli a ribuì molta importanza al mondo emo vo e
sen mentale, in quanto u le strumento per la costruzione di un nuovo uomo e di una società rinnovata.
Nell’“Emilio” me e in luce che per ogni età l’educazione non può essere univoca né universale, in quanto deve
ada arsi a quanto ogni sogge o è in grado di apprendere, rela vamente ai propri interessi e bisogni. Per questo
mo vo Emilio, più che imparare, deve inventare e qualsiasi cosa apprenda deve essere il risultato di una sua
costruzione, mai qualcosa di imposto ex cathedra. Il suo intento è costru vo, volto a privilegiare l’esperienza
individuale, con l’intento di giungere alla formazione di nuove condizioni di vita. Quindi, al centro vi è sempre un
sogge o, dotato di un ruolo a vo nella costruzione delle conoscenze.

43) Tempo sacro e tempo profano (La fine dell’onniscienza):


All’inizio del XII secolo si assiste alla nascita di due diverse modalità di intendere il tempo: da un lato l’aevum
ovvero il tempo sacro, il tempo eterno (nel mondo cris ano dell’Europa medievale l’aver fede in ciò che è eterno
e permanente diventa l’aver fede in un piano atemporale pensato da Dio per il mondo ancor prima della sua
creazione), d’altro lato il tempus ovvero il tempo profano, che cara erizza lo scorrere degli even . Ciò ha
imposto agli uomini del Medioevo di separare ciò che è parte del piano divino, e quindi è fondamentale, da ciò
che è inessenziale schiuma di superficie, e quindi è caduco. Tale dis nzione fece aumentare le controversie su
quali luoghi o is tuzioni fossero definibili nei termini dell’aevum. La Chiesa cerca la legi mazione della propria
superiorità gerarchica definendosi come l’unica is tuzione naturale e sovrannaturale allo stesso tempo, esistente
nell’aevum e quindi in grado di so rarsi all’azione distru rice degli even del mondo, ma anche gli Sta Nazione
e l’Impero vogliono incarnare l’idea di autorità so ra e al succedersi temporale delle generazioni e degli
individui. Di volta in volta queste is tuzioni si arrogano anche il diri o di essere le uniche interpre del divenire
futuro del piano divino.

44) Moto retrogrado del vero Henri Bergson (La fine dell’onniscienza):
È un movimento all’indietro nel tempo, alla ricerca del vero nella nostra storia, nel passato. È una
prospe va che disciplina la scienza storica della natura, volta a dimostrare l’inevitabilità di quanto
accaduto nella storia.
Ad esempio, noi conosciamo la storia per cui i dinosauri e i mammiferi sono entra in confli o e i
secondi hanno avuto la meglio determinando l’es nzione dei primi ma questa conoscenza ci è stata
imposta. Potremmo però voler indagare se essa è corre a, se è effe vamente così che si sono es n
i dinosauri e se la storia si sarebbe potuta sviluppare diversamente.
Se noi rielaborassimo il nostro passato, arriveremmo a chiederci se la nostra vita “sarebbe andata
comunque così se avessimo avuto conoscenze diverse”, questo significa me ere in ipotesi il proprio
passato per rendersi conto dell’inevitabilità di quanto accaduto.

45) Due modi di interpretare la natura – Elkana (La fine dell’onniscienza):


Elkana fa riferimento alla tragedia e all’epica per far luce su due a eggiamen nei confron della
storia: ● a eggiamento tragico = partendo dal presupposto che “le cose non potevano andare
diversamente” andiamo alla ricerca delle condizioni necessarie e sufficien che hanno condo o a
quel determinato accadimento; ● a eggiamento epico = partendo dal presupposto che “le cose
potevano andare diversamente” andiamo alla ricerca delle condizioni necessarie che hanno condo o
a quell’accadimento invece che ad un altro.
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Passando da un a eggiamento all’altro cambiano i nostri criteri di significanza e di per nenza, si
risolvono molte domande e se ne creano altre. Usciamo da un universo ed entriamo in un altro.

46) Cosa Piaget intese quando parlò di epistemologia metascien fica, parascien fica e
fenomenologica?
Le teorie della conoscenza vengono divise in 3 grandi categorie:
◾ Metascien fiche → sono quelle che prendono avvio da una riflessione sulle scienze e tendono ad
espanderla in una teoria generale della conoscenza.
◾ Parascien fiche → sono quelle che, basandosi sulla cri ca delle scienze, tendono a definire un
nuovo modo di conoscere dis nto dalla conoscenza scien fica (dunque in opposizione a questa e
non più quale sua integrazione).
◾ Scien fiche → sono quelle che si collocano all’interno di una riflessione sulle scienze.
🡪 Metascien fiche:
L’epistemologia greca è nata da una riflessione sulle matema che, grazie a Platone, e sulla logica
grazie ad Aristotele, ma è stato necessario a endere Cartesio, Leibniz e Kant per assistere allo
sviluppo di epistemologie sorte dalla collaborazione delle matema che con l’esperienza fisica.
- Con Platone il sogge o conoscente non interviene nella conoscenza, non esiste ancora in quanto
sogge o a vo ma si limita a contemplare.
- Con Aristotele il sogge o fa un passo avan , ma non può essere considerato a vo; egli scopre le
forme immanen agli ogge a raverso il doppio processo di percezione e di astrazione.
Tra il XVI e il XVII si passa da una visione contempla va ad una sinte sta che vede il sogge o come
costru ore a vo delle sue conoscenze. Questo cambiamento avviene grazie alla definizione
dell’algebra quale disciplina autonoma e alla fusione dell’algebra e della geometria nella geometria
anali ca, ad opera di Cartesio.
- Descartes (= Cartesio) fonda la moderna epistemologia basandosi su 3 idee centrali:
◾ Il sogge o non è più passivo ma diventa genesi (= origine) delle costruzioni.
◾ Introduce il parallelismo fra res cogitans (pensiero) e res extensa (realtà fisica).
◾ Generalizzando le possibili applicazioni della matema ca alla fisica (pur fermandosi ad una fisica
limitata, rido a alle nozioni di figura e movimento) arriva a definire un’importante teoria della
causalità; la causalità non è altro che l’applicazione a modelli reali della deduzione matema ca.
- Newton e Leibniz, generalizzando l’algebra ed inserendovi la nozione di infinito, hanno
congiuntamente inventato il calcolo delle flussioni o analisi infinitesimale.
Newton ha ricavato da questa idea un decisivo progresso sul terreno delle scienze fisiche (la
gravitazione), ma senza cercare di fondare una nuova epistemologia sulle sue scoperte (è Kant che
l’ha esplicitata). Leibniz, invece, ha simultaneamente approfondito l’aspe o matema co e lo sviluppo
epistemologico di questa idea.
- Kant, a par re dal successo della gravitazione newtoniana, si interroga su come la scienza sia
possibile. Il principale interroga vo riguarda l’ada amento dei nostri processi dedu vi
all’esperienza: da un lato la scienza è in grado di dedurre leggi, dall’altro l’esperienza è indispensabile
per istruirci sui fa . Esiste un’armonia tra ques strumen dedu vi e i da dell’esperienza.
Per risolvere questo problema, Kant si è defini vamente staccato dal realismo delle apparenze per
collocare nel sogge o l’origine della necessità dedu va e delle differen stru ure (spazio, tempo,
causalità, ecc.) che rendono possibile l’esperienza. Egli ha, infa , scoperto il ruolo delle categorie e
dei giudizi sinte ci a priori inventando una nuova maniera di porre i problemi epistemologici e
fornendo al sogge o conoscente spessore e dimensioni nuove.
Mentre queste 3 epistemologie presentate sono sorte da scienze almeno in parte già costruite ve ne
sono altre che sono nate prima delle scienze a cui si riferiscono:

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- l’empirismo inglese (che an cipa la psicologia) = ha cercato di derivare la conoscenza dalla sola
esperienza rimandando tu o ad una possibile scienza dell’osservazione o delle sperimentazioni
psicologiche.
- la diale ca hegeliana (che an cipa la sociologia) = riprende la diale ca kan ana. All’origine della
sua diale ca vi è una considerazione della storia in senso sociologico: la successione di tesi, an tesi
e sintesi hegeliana, che cara erizza la progressiva costruzione della conoscenza, è tra a dalle idee
dinamiche, che uno sviluppo sociale storico comporta.
🡪 Parascien fiche:
Si sforzano di prendere avvio da una cri ca restri va della scienza per fondare una conoscenza di
differente forma. Tra XIX e XX secolo i progressi dell’irrazionalismo, uni alle resistenze scatenate
dallo sviluppo delle metafisiche scien ste, hanno portato alla formazione di importan corren di
pensiero che hanno portato a teorie della conoscenza parascien fiche.
- L’epistemologia Bergsoniana si basa sull’idea che la scienza sia sempre meno obie va e sempre
più simbolica, nella misura in cui procede dal fisico allo psichico, a raverso quel che è vitale. Dunque,
siccome occorre percepire una cosa per giungere a simbolizzarla, vi sarebbe un’intuizione dello
psichico e del vitale, che l’intelligenza sarebbe in grado di tradurre o spiegare senza però superare
l’intuizione. Vi sarebbe, in altri termini, un’intuizione sovraintelle uale o ultraintelle uale. Il
superamento dell’intelligenza da parte dell’intuizione, tu avia, non crea un ampliamento della
conoscenza ma crea una dis nzione tra conoscenze di natura intui va e quelle di natura scien fica
e razionale. Egli sos ene che l’intelligenza sia un valido strumento per la conoscenza, ma non possa
essere considerato l’unico. Rispe o alla conoscenza intui va, l’intelligenza ricorre ad un “metodo
cinematografico”, ovvero cerca di “pensare l’instabile a raverso l’intermediario dello stabile, il
movimento tramite l’immobile”, è perciò rappresentata chiaramente solo dalla discon nuità e
dall’immobilità. Ciò nonostante Bergson difende due nozioni fondamentali: ● l’intelligenza è legata
all’azione; ● l’auten ca conoscenza è una costruzione con nua e creatrice di nuove stru ure.
La cri ca bergsoniana, dunque, esamina l’aspe o della “rappresentazione immaginifica” (= coglie
prima gli sta iniziali e finali, per poi arrivare a rintracciarne il processo anche se non ci riesce mai del
tu o) della conoscenza intelle uale e non si indirizza sul nucleo formatore dell’intelligenza razionale.
Ha, dunque, ben svolto una cri ca dell’immagine, ma ha mancato quella dell’operazione che effe ua
realmente una trasformazione.
Quindi, in conclusione, le an tesi bergsoniane non cos tuiscono una cri ca dell’intelligenza in
quanto tale, né della scienza.
- L’epistemologia fenomenologica di Husserl è parascien fica perché si propone di sorpassare la
scienza completando la psicologia scien fica con una psicologia “fenomenologica” ed una genesi
reale con una genesi ideale. Idea centrale di questa fenomenologia è che esista un’intuizione delle
essenze, ma che le essenze siano inseparabili dai fa . Il passaggio dal fa o all’essenza si
effe uerebbe in virtù di un processo di riduzione consistente nel liberare il sogge o dalle sue
limitazioni naturali (corpo e natura), in modo tale che giunga a iden ficarsi come parte e fondamento
del mondo. Secondo Husserl, non c’è nulla che potrebbe smuovere la legi mità delle scienze
posi ve: anzi, egli pensa di consolidare il loro potere, fornendo loro un fondamento. L’originalità
della sua do rina consiste, non solo nel collegare i fenomeni alle essenze, ma anche nel postulare,
sul terreno trascendentale (= quanto non è riconducibile all'esperienza, ma la rende possibile), una
fondamentale interazione tra il sogge o (“l’io puro” o enuto tramite “riduzione”) e l’ogge o (le
“essenze”).
🡪 Scien fiche:
Sono quelle epistemologie che si pongono il fine esclusivo di spiegare la conoscenza scien fica e non
mirano più alla conoscenza in generale. Le epistemologie scien fiche si propongono di derivare il
valore della conoscenza scien fica in un contesto in cui la proliferazione delle scienze è sempre più

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considerevole e in un imprevedibile divenire che porta nuovi principi, ne elimina altri e trasforma
con nuamente i problemi. Se ne possono individuare 3 origini:
- corren posi viste (da Comte al neoposi vismo contemporaneo)= in presenza delle con nue
trasformazioni delle scienze cercano di stabilirne i principi a raverso un sistema di norme invarian ;
- corren filosofiche = ricercano nella filosofia delle scienze le informazioni che le riflessioni
specula ve non potevano loro fornire a proposito delle trasformazioni della conoscenza;
- riflessioni degli stessi studiosi sugli strumen di conoscenza di cui dispongono le proprie scienze,
des nate a sorpassare le crisi nel momento in cui queste non provengono semplicemente da
divergenze sui risulta raggiun , ma me ono in discussione il valore dei conce o dei principi
u lizza per o enerli.

47) Quali sono le cri che che Piaget rivolse all’approccio posi vista della conoscenza?
Piaget cri ca il posi vismo perché:
- ri ene che per padroneggiare gli interroga vi solleva dalle con nue trasformazioni delle scienze sia necessario
stabilizzarle, cercando di delimitarne i confini per preservarle dalle incursioni metafisiche e definirne una volta per
tu e i metodi e i principi.
- considera la conoscenza come la rappresentazione di un mondo ogge vo in sé già dato, cosa che
implicherebbe trovarsi nella situazione paradossale di dover conoscere la realtà ancora prima di conoscerla.
- si limita ad u lizzare un’analisi formalizzante che ene conto solo del pdv sincronico (= sta co) dello studio
epistemologico, tralasciando la sua componente diacronica, ossia l’analisi storico-gene ca.
- non ene conto del sogge o e non coglie la relazione tra sogge o e ogge o su cui si basa il processo di
costruzione della conoscenza, al contrario del costru vismo.
- non considera la componente sociale in cui vive il sogge o, mentre per il costru vismo l’interazione tra il
sogge o e l’ambiente/contesto in cui si trova è fondamentale.
- mira ad unificare le discipline scien fiche e ad individuare un metodo comune per tu e le scienze, aspe che
implicano la fedeltà all’esperienza e l’elaborazione di un linguaggio comune ed esa o (neoposi vismo logico).

48) Differenza tra psicologia gene ca ed epistemologia gene ca:


L’epistemologia gene ca considera approfonditamente i contribu della psicologia per ogni problema
epistemologico. L’epistemologia tra a delle relazioni di conoscenza tra il sogge o e gli ogge . Ogni sogge o è
cara erizzato da processi psicologici o mentali. L’unico problema psicologico di interesse dell’epistemologia,
però, non è cosa pensa il sogge o di una determinata stru ura, ma in che modo tale sogge o sia riuscito ad
acquisirla. Per questo mo vo, i soli contribu che la psicologia può offrire all’epistemologia si basano sulla
psicogenesi o psicologia gene ca (= analisi gene ca dello sviluppo del pensiero, dal bambino all’adulto).
Dunque: - l’epistemologia gene ca studia come il sogge o, inteso in senso globale e non specifico, arriva a
costruire le conoscenze; - la psicologia gene ca è il solo modo che ci rende possibile prendere in esame la
costruzione degli schemi cogni vi del sogge o. Cerca di studiare l’evoluzione dei singoli sogge in carne ed ossa
inseri in un contesto specifico.

49) Il rumore può essere distru ore o creatore di informazioni (La fine dell’onniscienza):
Il framework della complementarità consente di comprendere il cara ere non stru urale e non assoluto di ciò a
cui si riferiscono nozioni quali informazione, rumore e disordine. Queste nozioni appartengono al dominio
descri vo di un osservatore esterno al sistema; quindi, sono rela ve al modo in cui di volta in volta è definito ciò
che è sistema e ciò che è ambiente. Il cara ere non stru urale di queste nozioni appare nelle indagini di Atlan che
riprende la teoria dell’informazione di Shannon. Per Atlan il problema fondamentale è il rapporto fra rumore e
informazione: la creazione può farsi solo a par re dal rumore. Tale affermazione contrasta con “la via con
rumore”, fondamento di una delle teorie di Shannon, secondo la quale la quan tà di informazione di un
messaggio trasmessa in una via di comunicazione disturbata dal rumore può solo decrescere. Solo un’adeguata
ridondanza può consen re di trasme ere la stessa quan tà di informazioni che è stata emessa, ma in ogni caso
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non sarà maggiore. Atlan ha mostrato la compa bilità della sua tesi con questo teorema, concludendo che: dato
un sistema organizzato composto da una serie di so osistemi correla tra loro da molteplici vie di comunicazione,
l’ambiguità eventualmente introdo a dal rumore nella trasmissione di informazioni in una di tali vie, è considerata
come una quan tà di informazione di segno nega vo, informazione persa (conformemente al teorema della via
con rumore). Questa stessa quan tà risulta invece di segno posi vo (acquisto e non perdita di informazione) se la
si considera dal pdv della quan tà totale di informazione contenuta nel sistema. Il cambiamento del segno deriva
da un cambiamento dal pdv sul ruolo dell’ambiguità.

50) Processo di ominizzazione (Ceru ) 🡪 Il processo di ominizzazione, così come tu gli sviluppi evolu vi che hanno
portato ad esso, è segnato da crisi, discon nuità, da scar , brusche alternanze di ritmi e non da un avanzare
lineare e graduale. Anche le fasi successive dell’evoluzione degli ominidi, infa , non supportano l’immagine
tradizionale di un’evoluzione indirizzata verso una meta finale preordinata. L’immagine del cespuglio diviene
adeguata: più volte, più specie di ominidi vissero in un medesimo tempo, più volte le loro fioriture furono
interro e da potature. Anche l’Homo sapiens è il fru o di un ramoscello laterale, non già il prodo o di un’agevole
strada maestra. La traie oria dell’evoluzione umana e dei nostri antena prossimi e remo definisce dunque
un’enorme varietà di altre storie possibili, un labirinto in cui la con ngenza è ineliminabile.
Occorre parlare di un divenire umano piu osto che di un essere umano. Abitualmente ci si riferisce ad alcuni
tra macroscopici (postura ere a, grandezza e complessità del cervello, linguaggio dal potere genera vo
illimitato, ecc.) per cara erizzare l’unicità della nostra specie e sopra u o la discon nuità fra di essa e le specie
ad essa imparentate sul piano genealogico (scimpanzé e gorilla). È proprio l’indagine di ques tra macroscopici a
mostrarci che l’umanità ha avuto molte nascite, in quanto l’acquisizione di ogni tra o possiede una storia
indipendente, ognuna delle quali ha avuto luogo in scale temporali e con ritmi differen dalle altre.
● Fino a tempi molto recen , nella ricostruzione dell’evoluzione degli ominidi, vari ritrovamen fossili che
esibivano tra anatomici anche assai divergen venivano assimila comunque all’interno di un’unica specie,
considerata dotata di grande variabilità interna. Questa concezione ha consen to di riassumere la genealogia
della nostra specie come una “scala”, una progressione lineare: Australopithecus → Homo habilis → Homo
erectus → Homo sapiens. Una scala come sequenza dal “meno” umano al “più” umano, come una progressione
di gradi di ominizzazione. ● A questa posizione è succeduta, però, quella di chi tende a far appartenere alla stessa
specie solo fossili molto simili tra loro e che, quindi, ha mol plicato il numero delle specie a noi note, facendo
emergere un’immagine assai differente del processo di ominizzazione. La progressione lineare ha lasciato il
campo a un cespuglio intricato, a una storia fa a di scar lineari e di cammini indire .
L’evoluzione umana è, quindi, una storia di creazioni con nue, che aprono alcune possibilità e ne annullano altre.

51) Due grandi costru vis sono Piaget e Vygotskij, analogie a proposito delle teorie dell’apprendimento:
[cap VI - libro Ga co] Le conoscenze in ambito costru vista devono essere assunte quali costruzioni che ogni
sogge o realizza, pertanto saranno rela ve e parziali. L’unione di queste realtà cogni ve rela ve e la loro
interazione, fondata sul confronto tra le stesse, è il significato che sta alla base del conce o di costru vismo.
Vygotskij ha so olineato che, affinché si sviluppino al meglio, la conoscenza e l’apprendimento devono basarsi su
una buona cooperazione, e che sono i mezzi e gli strumen che il sogge o fa propri nel contesto sociale in cui è
inserito a farlo progredire, costruendo sempre nuovi spazi cogni vi.
Secondo la prospe va costru vista di Piaget, l’apprendimento ene sempre in massimo conto il ruolo a vo dei
sogge e pone più a enzione ai processi che lo cara erizzano piu osto che ai risulta . Il suo obie vo concerne
il modo con cui il sogge o vive la realtà e il mondo, che contribuisce a costruire vivendolo.
Entrambi pongono al centro dell’a enzione il ruolo fondamentale del sogge o nei processi d’apprendimento.

52) Charles Lyell ha avuto un dissapore con Darwin a riguardo degli i osauri, freccia del tempo (Ceru ):
Lyell, nella sua opera “Princìpi di geologia”, prospe ava come scenario plausibile quello di un controfuturo nel
quale ha luogo non soltanto l’es nzione dell’Homo sapiens, ma anche la riapparizione dei grandi re li mesozoici
(tra cui cita gli i osauri) a causa di mutamen clima ci che porterebbero al ristabilimento di climi più caldi e più
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umidi. Le sue affermazioni, apparentemente assurde, sulla rinascita degli i osauri perme ono di comprendere la
tensione, nella sua opera, fra le due eterne metafore circa la natura del tempo: il ciclo del tempo e la freccia del
tempo. All’epoca della pubblicazione dell’opera di Lyell, contrariamente a quanto sarebbe successo dopo la
pubblicazione dell’ “Origine delle specie” di Darwin, la 1^ aveva ancora un’assoluta preminenza rispe o alla 2^:
gli aspe irreversibili dei processi naturali tendevano a essere ricondo ad aspe reversibili. Dunque, egli
intendeva la trasformazione delle specie in modo pre-evoluzionista, infa , non acce ò immediatamente le idee
di Darwin. Anche quando, in seguito, parve ad esse conver to, cercò sempre di reinterpretare l’evoluzione in un
quadro conce uale il più possibile conforme a quell’universo ciclico da cui era par to, e che per mol versi era
esa amente opposto a quell’universo in irreversibile divenire delineato dall’opera darwiniana. Quando Lyell parla
del ritorno degli i osauri, intende il «ritorno di quel genere di animali». Questo vuol dire: non è de o che il
futuro sarà una copia del passato, non è de o che torneranno le stesse iden che specie, e tu avia la somiglianza
delle specie passate e delle specie future potrà essere molto forte perché così ci consentono le regolarità della
natura. L’affermazione di Lyell conserva quindi un’ambiguità indissolubile fra reversibilità e irreversibilità. Egli,
infa , chiede a Darwin di spiegargli perché i mammiferi (come gli i osauri) non possano avere origine più volte e
in pos diversi, sostenendo che il principio di selezione naturale da lui delineato non impedisca in alcun modo una
tale evenienza. Darwin diede una duplice risposta: ● la 1^ acce a lo schema di ragionamento di Lyell, anche se
tu e le tes monianze in nostro possesso, a par re dai cara eri gene ci comuni, ci fanno supporre che i
mammiferi si siano origina una sola volta nello spazio e nel tempo; ● la 2^ capovolge lo schema di ragionamento
di Lyell evidenziando che se i mammiferi venissero es rpa dalla faccia della Terra, non è per nulla necessario che
debbano sorgere nuovamente organismi di un livello di sviluppo (fisico o mentale) a essi paragonabile, anche se
potrebbe essere possibile, così com’è possibile che superino questo livello. Ma anche se ciò dovesse avvenire, in
nessun caso i nuovi organismi sarebbero dei mammiferi, per quanto somiglian , perché avrebbero una storia
differente da quella degli an chi mammiferi.

53) Epistemologia interna ed epistemologia derivata (Logica e conoscenza scien fica):


■ L’epistemologia interna di una scienza consiste in un esame cri co dei procedimen di conoscenza, impiega da
questa scienza, volto a stabilire i fondamen della stessa. Si basa su 2 triadi: ● la triade delle tendenze: teorie
della complessità irriducibile (stru ure base già date), teorie riduzioniste e teorie costru viste (interpreta tu o
come una progressiva costruzione di stru ure); ● la triade rela va ai metodi di approccio cogni vo
(interpretazione dei fondamen ): si può far ricorso ad intuizioni primi ve, a composizioni atomis che o a metodi
relazionali. Genesi e stru ure vengono messe in coordinazione.
■ Al contrario l’epistemologia derivata di una scienza consiste in un’analisi della natura dei suoi processi di
conoscenza, che non mirano a fornire loro un fondamento, ma a ricercare come quel po di conoscenza “sia
possibile”. Siccome la natura di ogni conoscenza consiste nel costruire una certa relazione tra sogge o e ogge o,
l’epistemologia derivata di una scienza si proporrà allora di determinare le rispe ve componen del sogge o e
dell’ogge o in quella determinata scienza. L’epistemologia derivata di una scienza richiama quella di altre.
La classificazione delle epistemologie derivate è data da una tabella avente come 1^ dimensione le triadi che
cara erizzano le epistemologie interne, ovvero an -riduzionismo (stru ura senza genesi), riduzionismo (genesi
senza stru ura) e costru vismo diale co. La 2^ dimensione è, invece, data dalla triade della conoscenza ricavata
dagli ogge , conoscenza ricavata dal sogge o e conoscenza ricavata dalle interazioni di sogge o ed ogge o.
La 1^ colonna (an -riduzionismo) è cara erizzata dal ricorso a realtà trascendentali come le essenze. La 2^ non vi
fa riferimento. La 3^, che culmina con la diale ca, sinte zza stru ure e genesi legandole indissolubilmente alle
interazioni tra sogge o ed ogge o.

54) Perché Ceru nella sua opera si interessa del narcisismo? → perché ri ene che l’uomo, alla luce di
un disegno divino che lo pone come svolta fondamentale nella storia dell’universo, sia arrivato a
credersi onnisciente e onnipotente e quindi a credersi superiore a tu o e a tu . Quando deve fare i
con con 3 grandi scoperte scien fiche che ne causano il decentramento in vari modi, viene ferito

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nel suo ego. Per Ceru l’uomo dovrebbe essere più umile e lasciarsi alle spalle questo mito
dell’onniscienza.

55) Cosa intende Ceru quando parla di narrazioni asimmetriche? 🡪 La nostra immaginazione, prima della scienza,
ha iniziato a ipo zzare vari modi possibili con i quali la nostra vita terrestre potrebbe sfuggire alla propria
es nzione nel momento in cui si es nguerà l’habitat naturale che l’ha generata; queste ipotesi sono i controfuturi.
La storia naturale si è evoluta a par re da 4 miliardi di anni fa fino al momento presente, a raverso un intreccio di
ramificazioni, alcune delle quali hanno incontrato le condizioni favorevoli al loro sviluppo mentre altre sono state
arrestate; fra la vasta gamma di contropassa che si sarebbero potu verificare è facile selezionare quello che si è
a ualizzato e definirlo come il nostro pdv. Il gioco dei controfuturi è irriducibile al gioco dei contropassa . Tu i
futuri sono dei controfuturi, anche se rispe o a noi non si situano tu quan al medesimo livello (alcuni ci
appaiono meno probabili di altri). Dal pdv della fenomenologia della storia naturale esiste un’asimmetria
irriducibile. La tradizione scien fica classica ha delineato un proge o, e co e cogni vo a un tempo, volto a
ridurre e al limite a eliminare proprio questa asimmetria che scaturisce nella storia naturale fra il passato (il
presente) e il futuro. La fonte di coesione di questa tradizione scien fica è stata data da una serie di parole
d’ordine, usate per spezzare il gioco, le quali rinnovano con nuamente i determinismi e le con ngenze espresse
dalla fenomenologia della storia naturale. Secondo queste parole si fa scienza solo del generale in quanto le
essenze della natura sono regolarità non limitate nello spazio e nel tempo, che non cambiano e che rappresentano
le leggi della natura, le quali sono l’unico ogge o della scienza e devono essere perseguite indipendentemente dal
contesto e dall'ogge o a cui la scienza si riferisce mentre quelle locali e singolari sono sempre con ngen e
residuali. Tu avia, la scienza nuova, me e in dubbio l’assolutezza e la necessità di queste parole d’ordine. Le
parole d’ordine prevalen in diversi tra della tradizione scien fica classica ci appaiono dominate dalla stessa
ossessione del controllo del proprio mondo che appare una delle ossessioni più intense dell’uomo moderno.
Queste parole d’ordine sono volte a ritenere che l’asimmetria fra passato e futuro sia solo apparente e che esista
una traie oria normale dell’universo, valida per il passato come per il futuro, alla quale l’uomo potrà accedere
a raverso la conoscenza, che appare come requisito indispensabile affinché l’azione umana abbia successo.

56) Perché Ceru parla di tracotanza? 🡪 la tracotanza (hybris) è un a eggiamento cara erizzato da ostentata
presunzione, è il tenta vo degli uomini di arrivare ad avere una visione globale di situazioni di per sé rela ve, un
tenta vo di andare verso l’onnipotenza che di fa o non esiste. È il tenta vo per gli uomini di innalzarsi al di sopra
della loro condizione. La conoscenza umana è illimitata, non è infinita ma è sempre passibile di nuove espansioni.
Questo porta l’uomo ad essere superbo, a credersi onnisciente. L’uomo non usa l’umiltà, e Ceru dice se non c’è
l’umiltà nell’amme ere di sapere di non sapere arriveremo alla fine dell’onniscienza.

57) Ceru parla di 4 umanità nella fine dell’onniscienza 🡪 Le scoperte degli ul mi decenni della storia umana sono
state molto importan per trasformare la nostra visione della storia e dell’iden tà dell’Homo Sapiens. Abbiamo
scoperto la pluralità dell’umanità, 4 forme di umanità si sono succedute e intrecciate nel corso della storia della
specie Homo Sapiens. Esse presentano modalità comportamentali e sociali del tu o originali e dis nte, e insieme
modalità di relazioni con l’ambiente originali e dis nte. Fino all’origine della nostra specie l’ambiente prevaleva
nelle relazioni con le singole specie animali, ma con Homo Sapiens la relazione si inverte e si squilibra. La nostra
specie è divenuta un grande motore di trasformazione degli ecosistemi.
Le 4 umanità non si sono succedute secondo una progressione lineare, ognuna ha segnato una discon nuità
rispe o a quella antecedente e le tendenze di sviluppo delineate da ciascuna sono state nuove. Le 4 umanità sono
interconnesse, ma solo in forma debole: ognuna nasce so o il segno della sorpresa, dell’imprevisto,
dell’improbabile.
🡪Prima umanità: dei cacciatori-raccoglitori. Si origina con la nascita biologica di Homo Sapiens, 150.000 anni fa.
Basata sulla caccia di mammiferi, è un prodo o dire o dell’acquisizione di un linguaggio complesso e altamente
genera vo che influisce fortemente sulle capacità comunica ve e la coesione sociale. Ma l’ambiente ancora
predomina. Ognuna delle piccole popolazioni nomadi che compongono l’umanità è dipendente dall’ecosistema
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locale in cui si insedia e deve sviluppare conoscenze adeguate a sfru are al meglio le risorse che questo può
offrire. Ques ada amen crea vi locali, indispensabili per la sopravvivenza, sono alla base di ciò che oggi
chiamiamo culture.
🡪Seconda umanità: agricola. Ha avuto origine con le prime col vazioni e i primi centri urbani in Medio Oriente,
10.000 anni fa. In poche generazioni, hanno fa o grandi passi avan nel campo dell’agricoltura, mol plicando le
dimensioni delle piante col vate e facendo loro assumere tante altre cara eris che (es. forma, modalità di
propagazione dei semi, ecc.) decisive per un valido uso nutrizionale. In questa fase, si assiste ad un notevole
incremento demografico che porta la popolazione ad espandersi sul territorio e a colonizzare l’ambiente su larga
scala. Inevitabilmente, questo implica un incontro-scontro con altre società e culture. Questo dà il via all’età del
“dominio”, dei “giochi a somma nulla”, che corrispondono al mo o: “vinco io, perdi tu”.
🡪Terza umanità: moderna. Con nua ad essere governata dal paradigma “giochi a somma nulla” e prende le
mosse dall’incontro colombiano del 1492. L’impa o umano sull’ambiente diventa elevato: non viene più sfru ato
solo per esigenze alimentari ma anche per estrarre e bruciare combus bili fossili, alle soglie della rivoluzione
industriale. Strategia funzionante solo finché le risorse del pianeta sono apparse illimitate. Si parla dunque di
antropocene, età nella quale l’influenza umana sull’ambiente diventa macroscopicamente evidente, il cui segno
più evidente consiste nell’alterazione della composizione chimica dell’atmosfera. Lo sviluppo tecnologico diffuse
l’illusione di un’umanità sempre più indipendente dalla natura, in realtà la sopravvivenza dell’intera specie umana
è dipendente dal buon funzionamento di un unico immenso ecosistema globale.
🡪Quarta umanità: è sul punto di nascere. È la prima umanità ad essere consapevole di avere una decisiva
responsabilità nei confron della NATURA, a dover pensare insieme l’uno e il molteplice, l’iden tà e la diversità, e
ciò per la sua stessa sopravvivenza. Finora se una popolazione depredava eccessivamente il suo habitat era l’unica
a rime erci; oggi l’imperizia e la sconfi a di alcuni esseri umani contribuiscono all'imperizia e alla sconfi a di tu
quan . L’ecosistema globale possiede enormi capacità di resistenza e di autoriparazione: è molto difficile che la
sua esistenza venga irreparabilmente compromessa dagli a inavvvedu della specie umana, è più probabile che
ques a modifichino quelle cara eris che dell’ecosistema globale che fino ad oggi hanno consen to all’uomo di
abitarlo.

58) Criteri costru vis di Piaget? 🡪 La posizione costru vista di Piaget trae le sue fondamenta da due componen :
quella filosofica (fenomenologia) e quella epistemologica (costru vismo) che egli ha cercato di sinte zzare in un
costru vismo diale co. Piaget so olinea che sussiste un principio di inseparabilità tra l’a o del conoscere
qualcosa e quello del conoscere sé stessi. Il sogge o costruisce le proprie stru ure conce uali, che gli consentono
di instaurare un rapporto di cooperazione con gli altri individui a par re da come si relaziona con l’ambiente ed
agisce sullo stesso. Si tra a di un’a va compartecipazione dell’individuo alla produzione della conoscenza, che gli
consente un migliore ada amento al proprio mondo. Il costru vismo diale co è l’asse portante della
produzione piage ana. Siccome la conoscenza del mondo esterno risulta a vamente costruita dall’osservatore,
non si dispone di una conoscenza vera in assoluto ma sogge va.
Si deve intendere la conoscenza come un processo che si costruisce, si destru ura e si ricostruisce con nuamente
e come un processo interdisciplinare a raverso il quale il sogge o produce e crea. La conoscenza dell’individuo
non è da ricercare sulla base di quanto riceve ed incorpora dall’ambiente, ma in quanto riesce a costruire, sulla
base di quello che apprende. Quindi, la conoscenza non è acquisita né passivamente né innata. Bisogna ritenere
la conoscenza come un processo, ancor prima di un risultato, per questo si parla di costru vismo radicale.

59) Costru vismo di Piaget si fonda su due componen fondamentali (una di stampo filosofico e l’altra
epistemologica) 🡪 La posizione costru vista di Piaget trae le sue fondamenta da due componen : quella
filosofica (la fenomenologia) e quella epistemologica (il costru vismo.) La fenomenologia è una disciplina
filosofica fondata da Husserl. È un approccio che assegna primaria importanza ai sensi perché il sogge o conosce
solo ciò che appare ai sensi. Piaget è d’accordo ma ri ene questa visione limitante perché la conoscenza non
deriva solo dalla percezione ma anche dalle azioni e operazioni che il sogge o compie su ciò che conosce. Egli ha
cercato di sinte zzare la sua posizione in un costru vismo diale co. Il sogge o costruisce le proprie stru ure
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conce uali, che gli consentono di instaurare un rapporto di cooperazione con gli altri individui, a par re da come
si relaziona con l’ambiente ed agisce sullo stesso. La conoscenza deriva da processi costru vi e, in quanto
costruita dall’osservatore, può essere vera in assoluto ma sogge va. [vedi risposta precedente]

60) Quali sono le osservazioni principali che Piaget fa all’approccio fenomenologico?


La fenomenologia, fondata da Husserl, è un approccio parascien fico che assegna primaria importanza ai sensi
perché ri ene che il sogge o conosca solo ciò che appare ai sensi a raverso la percezione. Per Husserl la
fenomenologia è da intendere come scienza delle essenze e la riduzione eide ca di cui parla rimanda
all’eliminazione di qualsiasi rapporto tra i fenomeni per poterli ricollegare ad un’essenzialità, ossia il costru o
universale della percezione. Per Piaget questa visione è limitante perché la conoscenza non deriva solo dalla
percezione ma anche, e sopra u o, dalle azioni e operazioni che il sogge o compie su ciò che conosce.
Inoltre la fenomenologia husserliana non analizza i fa ma le forme con le quali sono assun gli ogge . Per farlo
vi erano 2 possibilità: - un approccio diacronico, che avrebbe permesso di collegare i conce considera con gli
schemi d’azione che li avevano genera , rendendoli così opera vi; - un approccio sincronico, che avrebbe
condo o ad assumere il sogge o come depositario di esperienze originarie, dalle quali sarebbe sorto il sapere.
Husserl sceglie la seconda, che lo ha condo o all'ipotesi di un mondo vissuto, anteriore ad ogni riflessione e
generatore di ogni conoscenza. Piaget ri ene che Husserl sia ricaduto nello psicologismo (= ridurre tu o alla
psiche) con quest’ul ma considerazione.

61) Perché nell’epistemologia della logica Piaget rifiuta il conce o di logica naturale? 🡪 Perché logica naturale nella
logica è un termine ambiguo. La logica naturale viene usata per indicare il discorso quo diano che è basato su un
linguaggio naturale e non formale, cioè il linguaggio con cui ci esprimiamo ogni giorno.

62) Cosa intende Ceru quando parla di riscoperta della physis? 🡪


Nell’arco degli ul mi due secoli alcuni i nerari del contesto scien fico-epistemologico hanno riscoperto le
potenzialità dell’idea di physis (= natura, dal greco an co). La physis è la forza della natura, la realtà prima,
principio e origine di tu e le cose. È tu o ciò che spiega la nascita dall’universo so o un’o ca divina.
Viene “stravolta” nel momento in cui l’uomo, con la tracotanza (= hybris), ovvero la sua ‘smania’ di voler arrivare
ad avere una conoscenza come quella divina, non riconosce più solo nella physis l’origine del mondo, ma vuole
affidarsi alle scienze per avere delle risposte, ciò può portare anche a riscontri nega vi.

63) Osservatore 🡪 L’osservazione che fa l’osservatore è sogge va per tu o ciò che noi percepiamo. Una scena
osservata si modifica a seconda dell’osservatore stesso e ciò andrà a influenzare la scena. Quanto si può fare in
modo tale che non venga influenzata? È importante astrarsi, essere neutrali, ma avere delle nozioni che ci
consentano di affrontare la situazione per quello che richiede. Ceru dice “la verità è l’invenzione di un bugiardo”
poiché vi sono più verità e più modalità di vedere la realtà, non esiste la verità con la V maiuscola. La teoria
dell’osservatore definisce l’osservatore stesso come parte del processo del sistema non solo perché lo osserva e lo
descrive, è anche un anello interno alla rete di processi che definisce tale sistema.

64) La causalità? 🡪 Ceru ri ene che il ruolo della con ngenza sia assoluto e ineliminabile. Infa , per un evento
che non sappiamo tu ’oggi definire (meteorite, glaciazione, eruzione vulcanica) i dinosauri sembrerebbero
scomparsi e al loro posto sarebbero comparsi i mammiferi. Potrebbe essere anche essere che i dinosauri si siano
ba u con i mammiferi e abbiano vinto i mammiferi. Sono causalità, date da una combinazione di parametri.
Questo ci insegna che siamo impoten di fronte agli even della vita, non siamo noi a poter decidere, siamo
succubi di ciò che accadrà, possiamo solo acce arlo.

65) Da quale materia parte Piaget? 🡪 Piaget all’interno del suo libro Logica e conoscenza scien fica, sceglie di
par re dalla logica. Le dedica uno spazio rilevante, afferma che tra a del ragionamento, della dimostrazione e
della prova, ne presenta le tappe storiche che ne hanno segnato l’evoluzione e poi ne considerano i grandi temi.
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L’intento è quello di creare una logica operatoria o psicologica che starebbe alla realtà mentale come la fisica
matema ca sta alla realtà fisica. Egli non presenta la logica come una disciplina che indaga il vero o il falso ma
come una schema zzazione delle conoscenze, e rimanda al modo di organizzarle.

66) Costruzione del numero naturale 🡪 Piaget pensa che la matema ca non sia un’invenzione perché l’invenzione
presuppone par re dal nulla. Non è nemmeno una scoperta perché la scoperta corrisponde a qualcosa che vi è
già. Piaget parte da ciò che il sogge o possiede, il sogge o interagisce a situazioni a lui esterne e in questo
rapporto costruisce la conoscenza, in par colare la matema ca. Egli nel 1949 scrisse La genesi del numero nel
bambino dove dimostra che il numero non è dato, non è intuito, ma è costruito su basi logiche. La costruzione del
numero naturale è il problema primo dell’epistemologia della matema ca. Il sogge o, a raverso le azioni che
vengono interiorizzate a seguito delle operazioni, stabilisce dei rappor di iden tà, relazione, reciprocità e di
inversione tra le categorie conce uali. Il vantaggio dello schema operatorio rispe o allo schema d’azione, che è
legato ad “azioni qui ed ora”, è che è legato a “n azioni”. Lo schema operatorio e il conce o di numero nascono dal
periodo delle operazioni concrete e poi formali. Partendo dalla tesi di Piaget, la matema ca è la materia più
umana che esista perché è costruita dall’uomo.

67) Secondo Piaget, in Logica e conoscenza scien fica, quali sono i limi dell’approccio riduzionista e intuizionista?
Il riduzionismo consiste nel ridurre gli en o i conce di una scienza al minimo sufficiente a spiegare i fa della
teoria in ques one. Il riduzionismo tende a riportare agli elemen primi e universali, alle essenze. Egli cri ca il
riduzionismo perché la realtà va colta nella sua complessità. Mentre l’intuizionismo è una modalità con cui si
arriva alla conoscenza, ma cri ca l’intuizionismo perché l’intuizione riporta a qualcosa di già dato.

68) Relazione tra sogge o e ogge o 🡪 Quale rapporto vi sia tra colui che sta studiando e le cose e gli argomen di
cui si occupa è un tema di grande rilevanza per molteplici aspe , che comprende numerose e differen proposte
per affrontarlo. Tu avia, in base all’ambito o alla disciplina che tra amo ques elemen assumono importanza
diversa. Il termine ogge o in ambito filosofico ha assunto durante la storia una molteplicità di significa , che
rimandano a ciò che è posto di fronte al sogge o ma può anche essere inteso quale intermediario fra il sogge o
ed una realtà rappresentata dall’ogge o. L’ogge o può essere dinamico (ciò che per noi rappresenta un ogge o)
ed empirico (l’ogge o in quanto tale).
Il sogge o è la fonte primaria ed originaria del conoscere come dell’agire, è colui che ordina, cos tuisce e
stru ura il mondo nelle differen modalità.
Secondo Piaget la conoscenza si basa su un ogge o che influenza il sogge o e questo ogge o è conosciuto
a raverso il sogge o. Ogni epistemologia deve riunire sogge o ed ogge o come ogge o della propria ricerca, il
nuovo sogge o risulta allora come il teorico della conoscenza.
Il sogge o può essere (viene dis nto da Piaget e Beth nel 1961): ● sogge o empirico o psicologico = in carne ed
ossa. È fondato sull’io cosciente, ha un ruolo funzionale incontestabile ma, tu avia, non cos tuisce la genesi di
alcuna stru ura della conoscenza globale. È l’individuo in sé, diverso da tu gli altri. ● sogge o trascendentale o
epistemico = parte comune a tu i sogge osserva durante uno stesso livello dello sviluppo, le cui stru ure
cogni ve derivano dai più generali meccanismi della coordinazione delle azioni.

69) Epistemologia interna, esterna e derivata 🡪 ● L’epistemologia interna si rifà a teorie, metodi, leggi, previsioni e
convalide degli elemen e della loro applicazione entro una determinata scienza. A raverso un’analisi cri ca del
processo di conoscenza di una scienza mira a definirne i fondamen . ● L’epistemologia esterna è riferita agli
elemen generali fondan la scienza, intesa in senso generale, prescindendo dalla loro immediata messa in a o.
● L’epistemologia derivata mira a cogliere la natura dei propri percorsi cogni vi ed è volta ad indagare come una
tale forma di conoscenza sia possibile. Siccome la natura di ogni conoscenza consiste nel costruire una certa
relazione tra sogge o e ogge o, l’epistemologia derivata di una scienza si proporrà allora di determinare le
rispe ve componen del sogge o e dell'ogge o in quella determinata scienza.

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70) Problemi della biologia e feno pi 🡪 La biologia vede configurarsi due pi di problemi la cui correlazione
cos tuisce il centro dell’epistemologia della biologia: ● il primo riguarda le relazioni fra il sogge o biologico e
l'ogge o organismo; ● il secondo le relazioni fra il sogge o in quanto organismo e l'ogge o in quanto ambiente.
Se da un lato la biologia è una scienza come le altre che indaga il suo ogge o di studio, dall’altra analizza le
stru ure vitali proprie dei sogge conoscen , influenzando le analisi epistemologiche.
- I feno pi sono la risposta del genoma alle azioni dell’ambiente. Di questo elemento ne parla Waddington, un
gene co contemporaneo. Egli afferma che: le modificazioni del genoma si producono solo in risposta a tensioni
ambientali. Inoltre, tramite l’assimilazione gene ca e quindi la riorganizzazione del genoma in risposta alle
tensioni ambientali si acquisiscono dei cara eri che andranno ad agire poi sui feno pi che sono appunto la
risposta al genoma.

71) Deutero apprendimento? 🡪 Deutero apprendimento, deriva dal greco, è l’apprendimento dell’apprendimento.
È fondamentale imparare ad apprendere. Se non ci poniamo nella condizione di colui che ascolta, noi non
riusciremo mai ad imparare. Dobbiamo capire ciò che apprendiamo per dirci capaci di apprendere.

72) Differenza tra i verbi scoprire, inventare, costruire? 🡪 I tre termini per Piaget assumono significa diversi.
Per lui inventare e scoprire non esistono perché l'importante è costruire. L’inventare implica par re da zero.
Scoprire rimanda alla scoperta di qualcosa che vi è già (sogge o non ha ruolo a vo). Mentre nella costruzione il
sogge o ha già qualcosa all’interno di sé, e ha un ruolo a vo nella costruzione delle conoscenze.

73) Rapporto tra sistema e ambiente – relazione tra i 2 nei termini di assimilazione e accomodamento? 🡪 In ambito
evolu vo, lo sviluppo del sogge o è stru urato in schemi organizza che devono ada arsi al contesto ambientale
e sociale nel quale l’uomo vive. Gli schemi devono essere dinamici. Ciò rimanda all’assimilazione, poiché le
stru ure preceden si integrano con quelle nuove. Mentre l’accomodamento consiste nella modifica della
stru ura cogni va o dello schema comportamentale per accogliere nuovi ogge o o even che fino a quel
momento erano igno . Si ha a che fare con progressive trasformazioni interne e non guidate da elemen esterni,
che sono da considerarsi innate.

74) Cosa si intende per necessari e sufficien ? 🡪 - necessario: deve esserci ma non basta da solo - sufficiente: basta
solo quella.

75) Riferimento alle stru ure, cosa è il framework della complementarietà? 🡪 La teoria dei sistemi basata sulle
nozioni di chiusura organizzazionale e di autonomia produce e si sviluppa all’interno di un framework, ovvero una
stru ura della complementarietà: si basa sul rifiuto di un luogo privilegiato di osservazione e di spiegazione e sul
riconoscimento della molteplicità dei luoghi di osservazione e di spiegazione.
La molteplicità irriducibile dei luoghi avviene a raverso delle modalità costru ve tramite le quali ciascun luogo,
ciascun sistema emerge da un altro.

76) Spiega von Foerster in Ceru 🡪 von Foerster è stato un fisico, filosofo e accademico austriaco, pioniere nel
campo della ciberne ca, ossia quella branca della scienza che si prefigge lo studio e la realizzazione di macchine
capaci di simulare le funzioni del cervello umano. Egli paragona un sistema lineare ad una macchina banale,
dotata di un unico stato interno invariante che associa regolarmente input e output. Mentre considera un sistema
complesso come una macchina non banale, ovvero imprevedibile, dove le relazioni tra input e output che lo
definiscono cambiano nel tempo, uno stesso input può dare origine ad output differen , a seconda degli sta
interni in cui si trova la macchina in un dato momento.
Con la ciberne ca di secondo ordine parla di sistemi in grado di osservare le proprie osservazioni e sviluppa la
teoria dell’osservatore, basata sulle nozioni di chiusura organizzazionale, dominio cogni vo e autonomia del
sistema. [vedi domanda 38]

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77) La fine dell’onniscienza – conce o di vincolo con i vari autori? Ceru dice che questo vincolo può essere anche
una possibilità. Spiega 🡪 La vita si dispiega grazie ai vincoli che ne perme ono la crescita. La presenza di vincoli
nella storia dell’uomo e della natura è segno di limitazione ma anche di apertura. L’idea di vincolo so olinea come
ogni cosa non possa produrre una qualsiasi altra cosa. Per Prigogine e Stengers la storia della natura è anche una
storia naturale delle possibilità, nella quale nuovi universi di possibilità si producono in coincidenza con le svolte,
le discon nuità, le soglie dei processi evolu vi. Nel corso di questa storia naturale si fissano certe possibilità,
trasformandosi in vincoli, che a loro volta eliminano talune alterna ve possibili producendone però anche di
nuove.

78) Definizione filogenesi e ontogenesi🡪 L’ontogenesi corrisponde alla genesi delle conoscenze colte nel sogge o
mentre la filogenesi corrisponde all’evoluzione delle conoscenze avvenute nella specie umana.

79) Definizione omeostasi e omeoresi 🡪 - Omeostasi = la capacità di mantenere parametri stabili in presenza di
perturbazioni interne o esterne tramite autoregolazione; tramite feedback (posi vi o nega vi) assume una
dimensione dinamica e si tramuta in - Omeoresi = consiste nel mantenimento del flusso dinamico del sistema.

80) Metodo argomenta vo di Poincaré 🡪 Il metodo argomenta vo di Poincaré si basa sul cercare delle condizioni
preliminari dell’a vità del sogge o che si traducono in un’unica stru ura de a “gruppo di spostamen ”: ogni
spostamento si può combinare con un altro e generare un nuovo spostamento interno al sistema. Ogni
spostamento può effe uarsi anche in senso inverso e il prodo o di uno spostamento e del suo inverso diventa
uno spostamento nullo. Tentando di ricostruire la formazione dello spazio partendo dai nostri movimen Poincaré
arriva alla conclusione che il gruppo degli spostamen non è scoperto tramite esperienza ma rappresenta la forma
a priori delle nostre condo e nello spazio.

81) Cosa sa fare il bambino nel periodo delle operazioni concrete? 🡪 Il bambino nel periodo delle operazioni
concrete conosce e sa applicare le proprie conoscenze a situazioni concrete nella realtà presente. Questo sogge o
dispone già di tu gli schemi evolu vi. Il principale problema del periodo delle operazioni concrete è che esso
non prevede operazioni nega ve (ad esempio il meno) e Piaget affronta questo momento consapevole del fa o
che sarà solo una tappa, un momento di passaggio che porterà poi il bambino nel periodo delle operazioni
formali.

82) Sistemi complessi ada vi 🡪 un sistema che ha una sua dinamica interna tale da consen rgli di rapportarsi con
altri sistemi, che hanno a loro volta delle loro dinamiche interne. La dinamica esterna (trans) è data da questa
connessione tra sistemi diversi che definisce un livello che li comprenda entrambi, pur mantenendo ognuno le sue
cara eris che.

83) Cosa intende Ceru quando dice che l’incompiutezza sia condizione dell’umano?
Ceru parla di incompiutezza della condizione umana quando spiega la terza umanità, cara erizzata da una
crescente diffusione delle tecnologie e da un progresso generale che tocca diversi ambi , tra cui il linguaggio e il
conta o fra culture. Anche se all’apparenza sembra un’umanità già affermata e completa, in realtà è incompleta
perché rimanda a un universo ancora da esplorare. Da qui nasce l’incompiutezza della condizione umana che è
radicata nel suo legame originario e irriducibile con la diversità e la molteplicità dei linguaggi e dei pun di vista.

84) Differenza tra locale e globale in Ceru 🡪 Ceru , spesso con Morin e Bocchi, affronta la contrapposizione tra
locale e globale nella valutazione delle diverse forme di vita e di civiltà, arrivando a realizzare che il locale di oggi
può tramutarsi nel globale di domani, ma questo può tornare ad una condizione di localismo, magari ridu va.
Ceru e Morin scrissero un libro che considerava il nostro vecchio con nente non come una realtà geopoli ca
chiusa, ma come un sistema dinamico. Miravano a ricostruire le storie dei territori europei mostrandone la
complessa trama e l’intrecciata coesistenza di diversità all’interno di un’unica comunità.
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85) La stru ura per Piaget 🡪 La stru ura per Piaget è data da un insieme di elemen di differen nature e dalle
relazioni che li uniscono, senza che sia possibile definire ques elemen a prescindere dai loro legami.
Le stru ure possono essere di diversi pi logici (es. stru ure di stru ure). Esiste isomorfismo tra due stru ure se
c’è corrispondenza biunivoca tra i loro elemen anche se sono diversi gli uni dagli altri.

86) Cos’è un décalage? 🡪 Centrale nel pensiero piage ano è il conce o di irreversibilità delle conoscenze, in quanto
esse sono correlate all’irreversibile sviluppo cogni vo dei sogge . Le conoscenze acquisite permangono e
fungono da base per nuove conoscenze. Il processo non è però lineare, ma è cara erizzato da una dinamica
complessa di instabilità e destru urazione, che si risolve poi in provvisorie ricostruzioni e stabilizzazioni. Tale
dinamica richiama le forme in movimento hegeliane, date dall’interazione sinergica ed al contempo confli uale
tra i décalages (= sfasamen ) ver cali (quando all’interno di uno stadio si presentano cara eris che appartenen
allo stadio precedente) ed orizzontali (quando all’interno dello stesso stadio la stessa cara eris ca si declina in
forme differen a seconda della situazione). Questa interazione contribuisce alla parziale equilibrazione delle
stru ure cogni ve del sogge o (equilibrazione maggiorante).

87) Analisi quan ta va o qualita va per Piaget? 🡪 Piaget parla di analisi qualita va delle conoscenze perché non è
importante la quan tà delle conoscenze apprese dal sogge o ma il modo in cui il sogge o apprende queste
conoscenze. Sos ene il cara ere totalizzante della costruzione diale ca che favorisce la costruzione di
conoscenze più ricche di proprietà.

88) Sviluppo qualita vo e quan ta vo della conoscenza (von Foerster) 🡪 Lo sviluppo della conoscenza appare
come un processo duale, in cui si intrecciano 2 fasi molto differen : - lo sviluppo quan ta vo è mosso dal “sapere
di non sapere”; in questo caso, le nuove scoperte sono collocate entro uno spazio mentale saldo e invariante. Il
mondo rimane lo stesso, è solo la conoscenza delle sue regioni che si amplia e si approfondisce.
- lo sviluppo qualita vo, più raro, si basa sull’esperienza di “non sapere di non sapere”, la quale me e in
discussione lo stesso spazio mentale consolidato, nel quale ci si aspe ava di poter collocare in modo non
problema co le scoperte e i contenu da acquisire. Tale esperienza impone il problema di “apprendere ad
apprendere”, esige un cambiamento nelle modalità di apprendimento, la trasformazione dei pi stessi delle
domande.

89) Cosa è il limite come possibilità? 🡪 Il conce o di limite consiste nel tendere in successione verso un obie vo. Il
limite si vede ma è irraggiungibile perché ci sarà sempre una nuova possibilità o un nuovo problema che si
aggiunge alla successione e che lo allontana. L’onnisciente è colui che pensa di essere arrivato.

90) Teoria dell’organizzazione biologica per Piaget? 🡪 (l’ho trovata su Internet, non so se è corre a). L’organizzazione
è la tendenza dell’individuo ad integrare, coordinare ed organizzare le proprie stru ure mentali in modo coerente.
L’organizzazione biologica consta di una gerarchia di livelli stru urali ed ogni livello si sviluppa da quello ad esso
inferiore.

91) Sviluppo cogni vo del sogge o 🡪 Secondo Piaget lo sviluppo cogni vo si verifica a raverso l’assimilazione di
informazione e gli scambi dire con l’ambiente, perme endo di stru urare delle rappresentazioni mentali,
schemi cogni vi ben organizza . Tali informazioni dell’ambiente vengono immagazzinate per poter essere
u lizzate in momen successivi durante la propria esistenza. Tali conoscenze verranno poi arricchite con il
procedere dell’età, sia quan ta vamente sia qualita vamente.

92) Differenza tra significato e significante🡪 Il significato è il conce o, la rappresentazione mentale che rimanda a un
determinato ogge o. Il significante è la rappresentazione mentale astra a associata a un significato.

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93) La fine dell’onniscienza: cosa si intende quando si parla di storia della natura e la natura della storia?
[cap.4 Ceru ] La natura della storia consiste nella storia-evoluzione, nelle componen che determinano
l’evoluzione. La storia della natura sono le modalità con cui questa evoluzione si è dipanata. Storia della natura e
natura della storia sono due aspe inscindibili, da cogliere assieme.

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