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STERN
Il lavoro di Stern si colloca fra l’indagine sullo
sviluppo infantile e la psicoanalisi
(Stern, 1989)
Anche nel caso estremo in cui una sola persona rappresenti
un modello di relazione, nella solitudine fisica
Sono contemporaneamente
eventi oggettivi ed esperienze soggettive.
(Stern, 1998)
Il modo in cui un’interazione
viene percepita e interpretata,
attraverso le molte lenti personali dei partecipanti
all’interazione
- lenti delle fantasie, delle speranze, delle paure,
delle tradizioni e dei miti familiari,
delle esperienze personali importanti,
delle esigenze della vita attuale e molte altre -
produce
un amalgama di storia ricordata e interpretazione
personale che Stern chiama rappresentazione.
Che cosa garantisce continuità ai modelli relazionali?
Essa é costituita
dal modo in cui vengono interpretate le
interazioni osservate.
Se vogliamo concettualizzare
la rappresentazione delle relazioni,
é necessario individuare :
è un prototipo
un momento generalizzato,
L’unità di base é
l’episodio in quanto vissuto
e soggettivamente sperimentato.
La presenza di un’aspettativa
si inferisce dalla risposta del bambino alla violazione
della normale routine
2) La seconda ragione
l’identificazione
dei caratteri invarianti dell’esperienza
é una delle tendenze mentali fondamentali
momenti R di esperienza
mentalmente costruiti,
che rappresentano, nel modo migliore
che immagazzinano
sensazioni, obiettivi, affetti, azioni e percezioni di sé e
degli altri
in una breve sequenza temporale-causale.
probabilmente sono un insieme eterogeneo di
caratteri ricorrenti,
nei campi dell’azione motoria, della percezione,
dell’attività cognitiva, dell’affettività, della sensazione
e della motivazione.
scenario V
Scenario R
rappresentazione
dell’episodio
Scenario M
ricordo
dell’episodio
Scenario V
Sequenze
di momenti V:
un episodio
Il modello per questo tipo di unità composta di
diversi eventi interattivi in sequenza invariante è
lo script (copione)
(Shanck, Abelson, 1977).
Scenario R
forma di autobiografia interattiva personale
Script
forma di rappresentazione di un evento in
generale
Lo scenario R si formerà quando molti scenari M
analoghi saranno disponibili in memoria per essere
organizzati.
Il modello operativo
è la rappresentazione che permette al bambino
di formarsi delle aspettative
e di valutare le interazioni che regolano il suo
sistema di attaccamento interno
(Bowlby,1980).
Il modello operativo interno
opera a livello di inconsapevolezza
ed è una guida presimbolica
all’azione, all’interpretazione, al sentimento.
Il MOI è un’unità di rappresentazione
che organizza momenti R selezionati e scenari R,
in termini di contenuti specifici.
Il modello operativo interno è stato
tradizionalmente riservato al contenuto
motivazionale dell’attaccamento.
Non vi è sovrapposizione,
ma affiancamento
fra un modello operativo e un modello narrativo
dello stesso sistema di regolazione.
l’emergere di un modello narrativo
intorno al terzo anno di vita,
non rende in alcun modo obsoleto o inattivo il modello
operativo di regolazione.